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Lavagna - Tra la “locale” di 'ndrangheta, politica e pubblica amministrazione – 2.1° Parte

[con ampi estratti dell'Ordinanza di Custodia Cautelare]

Lo S.C.O. e la Squadra Mobile della Polizia di Stato di Genova hanno compiuto un lavoro di monitoraggio capillare per documentare non solo l'esistenza della 'ndrangheta a Lavagna, ma anche per documentarne l'attività, le influenze e cointeressenze con la politica e la pubblica amministrazione. Di questo immane lavoro (sintetizzato in oltre duemila pagine di Informativa conclusiva) il GIP ha colto molteplici elementi, inserendoli nell'Ordinanza di Custodia Cautelare. Dopo aver visto – nella prima puntata – una panoramica generale ed i capi di imputazione, andiamo avanti. Scopriremo così che le cointeressenze con gli uomini della “locale” di Lavagna non erano “solo” quelli con il Sindaco e l'amministrazione locale (di centrodestra), o quelli relativi allo "storico" e consolidato rapporto con la MONDELLO Gabriella, bensì arrivano a toccare anche il centrosinistra, sin nell'amministrazione BURLANDO, sia anche alle Primarie del PD [vedi qui lo speciale] che hanno “incoronato” la Paita [vedi qui la sintesi su cui la Lella non vuole rispondere].

Dopo la prima puntata, dunque, andiamo avanti. Prima di procedere (nella terza puntata) su ciò che resta ancora “immutabile” a Lavagna (e speriamo per poco), vediamo di inquadrare meglio quanto documentato dell'Operazione “I CONTI DI LAVAGNA”. Lo facciamo in questa seconda parte, suddivisa in tre capitoli. E partiamo, in questo primo capitolo con il "ritratto" della "locale" di Lavagna, passando per gli elementi che indicano la capacità di "controllo del territorio", sino ai rapporti con la cosca in "terra madre"... 

Si è palesato nero su bianco quel capillare controllo del territorio in capo alla “locale” della 'ndrangheta di Lavagna, evidente quanto ignorato ed accettato colpevolmente per decenni. Una “locale” storica ai cui uomini ci si rivolgeva se si subivano furti, al fine di recuperare quanto sottratto, così come “custode” di pacchetti di voti utili a condizionare il voto. Una “locale” di 'ndrangheta che organizzava il supporto agli esponenti della cosca della “terra madre”, al fine agevolarli nelle visite agli 'ndranghetisti detenuti, così, come già ricordato, per garantire supporto economico ai familiari dei detenuti. Quando la Squadra Mobile di Genova scoprì quell'arsenale nell'entroterra del Tigullio, si comprendeva, una volta di più, della capacità di colpire ed uccidere, se e quanto vuole il sodalizio o se un “ambasciata” avesse indicato di farlo, secondo le regole della 'ndrangheta. Ed allora andiamo avanti per conoscere i protagonisti e chi, con questi, ci andava a braccetto, a partire da chi, come la MONDELLO né stata la massima referente politica in quel territorio per decenni...


Iniziamo con una sintesi grafica che ci indica i protagonisti che andremo a conoscere attraverso le carte dell'inchiesta:



Il GIP ripercorre, prima di tutto, la storia delle famiglie NUCERA e RODA', così da contestualizzare l'inserimento nell'ambito dell'organizzazione 'ndranghetista:

«I fratelli Nucera Paolo, Antonio, Francesco sono originari di Condofuri, in provincia di Reggio Calabria.

Rodà Francesco Antonio, cognato di Nucera Paolo ed il cugino Rodà Antonio, sono originari di Melito Porto Salvo, in Provincia di Reggio Calabria.

In particolare, i fratelli Nucera, sono originari del quartiere San Carlo dove è radicata la 'ndrina RODA' - CASILE sulla quale è stata svolta un'articolata attività di indagine di cui al proc. peno n. 887/2006 R.G.N.R. della Procura della Repubblica di Reggio Calabria (operazione denominata Konta Korion). Il consiglio comunale di Condofuri (RC), a seguito delle risultanze di detta attività d'indagine, veniva sciolto per infiltrazioni della criminalità organizzata con D.P.R. datato 12.10.2010.

La citata inchiesta dimostrava l'esistenza a Condofuri di tre locali di 'ndrangheta, tra cui quello di San Carlo. Sono ritenuti appartenere alla cosca RODA'-CASILE le famiglie Casili e Modaffari, Nucera Robertino detto"U Miciotto": Casili Antonino è stato condannato in primo grado (Sent. N. 1641/2011 RG GUP e n. 210/2011 RGNR) alla pena di anni 6 e mesi 8 di reclusione, sentenza confermata dalla Corte di Appello di Reggio Calabria con sento N. 1282/2012 App. e n. 887/2006 RGNR, Casili Pietro, arrestato in data 22.04.2010 - P.P.887/2006 R.G.N.R.- 492/07 R.G.G.I.P. - condannato in primo grado alla pena di anni 6 e mesi 8 di reclusione per violazione art.416 Bis Comma 1-2-3-4-5 c.P., pena confermata in Appello con sentenza 1282/2012, Macrì Giorgio arrestato in data 22.04.2010 - P.P.887/2006 R.G.N.R.- 492/07 R.G.G.I.P. - condannato in primo grado alla pena di anni 6 e mesi 8 di reclusione per violazione art.416 Bis Comma 1-2-3-4-5 c.P., pena confermata in Appello con sentenza 1282/2012.

I fratelli Nucera si sono trasferiti a Lavagna, tra la fine degli anni 60 e i primi anni 70. Nel corso delle indagini si è compreso che i componenti della famiglia Nucera hanno lasciato la Calabria per non essere coinvolti in una faida: nel corso di un'accesa lite registrata tra i fratelli Nucera Francesco ed Antonio il 26 giugno 2014, presso l'Eco Centro di via Madonna della Neve a Lavagna, Nucera Antonio, dice a Francesco che loro (riferendosi ad entrambi i suoi fratelli e a RODÀ Francesco) avrebbero potuto "ammazzarlo" solo a tradimento. Nucera Francesco, rinfaccia al fratello che egli avrebbe dovuto essere ammazzato 50 anni fa, ma che la prospettiva di un coinvolgimento in una "faida" aveva indotto la famiglia Nucera ad allontanarsi da Condofuri [...]

Nucera Antonio (manovale) emigrato a Genova il 7 aprile del 1967, Nucera Francesco (falegname) emigrato a Genova 1'11.01.1969 e Nucera Paolo (manovale) emigrato a Lavagna (GE) il 28.05.1971. In particolare, nel 1970 Nucera Francesco, Ciccio, divenne titolare di una società con sede a Carasco (GE) di autotrasporto di merci per conto terzi, sbancamento e scavi; il fratello Paolo, nel 1972, aprì il locale Ambra a Lavagna, che divenne pensione, bar e ristorante; il fratello Antonio, Totò, nel 1976, divenne titolare di una ditta per autotrasporti e nel 1980 divenne titolare di un'altra ditta di costruzioni. Nel 1982 la ditta si occupò ufficialmente della raccolta e smaltimento dei rifiuti di alcuni comuni del Tigullio, appalti poi aggiudicati anche dalla nuova società "Autotrasporti Nucera di Nucera Francesco & C. Snc." avente per oggetto sociale anche l'autotrasporto di merci per conto di terzi, la raccolta e il trasporto dei rifiuti solidi urbani. Qualche anno dopo, negli anni 90, giunse a Lavagna da Condofuri (RC), Nucera Francesco detto "Cecè", poi deceduto a Milano nel maggio 2000, anch'egli legato da vincoli di parentela con i fratelli Nucera e i cugini Rodà; il legame esistente emerge anche dal fatto che Nucera Francesco nel 1994, risultava domiciliato presso un immobile di proprietà dei fratelli Nucera, sito in Carasco. Nucera Francesco risulta essere stato indagato per reati in materia di sostanze stupefacenti e spendita di banconote false, era socio di fatto dell'attività di scommesse gestita da Paltrinieri Paolo e Rodà Francesco.

Nel corso degli anni 90, una pluralità di soggetti, originari di Condofuri (RC) e legati ai Nucera da vincoli di parentela e amicizia, si sono stabiliti a Lavagna.

NUCERA Antonio attualmente gestisce la "Autotrasporti Nucera di Nucera Francesco & C. s.n.c." unitamente agli altri fratelli. Con sentenza del Tribunale di Chiavari nel P.P. 2672/03 gli era stata applicata ex art. 444 c.p.p. la pena di anni quattro mesi due di reclusione per violenza sessuale, cessione di sostanze stupefacenti. Nel corso della presente indagine, in data 9 marzo 2015, Nucera Antonio è stato colpito da ordinanza di custodia cautelare in carcere i reati di violenza sessuale, istigazione alla prostituzione minorile e cessioni di sostanze stupefacenti.

NUCERA Paolo è' il titolare dell' "Albergo Ambra" sito in Lavagna che gestisce da molti anni; partecipa insieme ai fratelli all'attività imprenditoriale relativa allo smaltimento dei rifiuti che la famiglia Nucera ha in appalto da moltissimi anni. Nelle conversazioni ambientali registrate nel corso di colloqui di NUCERA Paolo all'interno della hall del suo Hotel Ambra, egli ha sottolineato che da 40 anni lui e i suoi fratelli si occupano della raccolta dei rifiuti e del loro conferimento in una stazione di trasbordo da loro stessi costruita: "La discarica.. si lassù...inc..la voleva fare il comune ma, l'abbiamo fatta noi così siamo... noi siamo nella spazzatura lo raccoglievano i miei fratelli da ...inc... già 40 anni..." [...].

In relazione a quest'ultima attività imprenditoriale, risulta nella richiesta del P.M. che la Commissione parlamentare Antimafia, già nel 1995, aveva il sospetto che i fratelli Nucera avessero acquisito illegittimamente il monopolio del settore degli appalti dei rifiuti urbani, tipico della 'ndrangheta, nei comuni della Riviera di Levante: negli anni '60, infatti, in tempi brevi i Nucera erano diventati titolari di imprese di sbancamento e scavi, strutture ricettive, autotrasporti, costruzioni edili e raccolta, trasporto di rifiuti solidi urbani, speciali, ospedalieri e rifiuti speciali inerti.

RODA' Francesco Antonio, detto Ciccio o Il barbiere ha esercitato l'attività di barbiere, non ha condanne, ma in numerose occasioni è stato indagato per associazione a delinquere, estorsione e detenzione materiale esplodente, associazione a delinquere finalizzato allo spaccio di sostanze stupefacenti. In data 7 luglio 1980, è stato emesso nei suoi confronti mandato di cattura (...) in ordine ai reati di tentata estorsione, detenzione e porto di materiale esplodente e lo stesso è stato tratto in arresto il 10 luglio 1980 perché inquisito per delle lettere estorsive ed alcuni danneggiamenti mediante esplosivo, in danno dell'allora sindaco di Sindaco di Condofuri (RC) Carmelo Saverio Pizzi. (...). Il 10 gennaio 1981 RODA' venne scarcerato ma, in considerazione della natura del reato e della pericolosità del soggetto, il giudice ravvisò l'opportunità di "tenerlo lontano dall'ambiente in cui vive ed opera imponendogli il divieto di dimorare in questa provincia". (...). Il Tribunale di Reggio Calabria, con Sentenza emessa il 5 luglio 1981, assolse RODA' Francesco Antonio per i reati di tentata estorsione, detenzione e porto abusivo di materiale esplodente per insufficienza di prove. In data 22 ottobre 1982, il Comm.to P.S. di Condofuri (RC), inoltrò alla Questura di Reggio Calabria il parere favorevole all'irrogazione della diffida, dove venne sottolineato che quest'ultimo per un lungo periodo di tempo fu latitante sottraendosi all'esecuzione del mandato di cattura. Successivamente egli si portò a Lavagna dove venne aiutato dalla famiglia Nucera (sul punto la conversazione ambientale [...]

Dagli accertamenti esperiti risulta di fatto gestire attività economica nel settore delle macchinette video slot. La moglie, MANGLAVITI Daniela, è socia della M.P.Giochi s.r.l. unitamente a PALTRINIERI Paolo. La M.P. Giochi opera nel settore del noleggio e della manutenzione di macchine elettroniche da gioco quali slot machine e video lottery e gestisce due sale giochi in Lavagna e Sestri Levante. I coniugi Rodà tra il 2001 e il 2009 hanno effettuato numerosi investimenti immobiliari.

Nucera Paolo e Rodà Francesco Antonio sono cugini e cognati.

Rodà' Francesco Antonio è utilizzatore di un'autovettura di grossa cilindrata (BMW X5) con targa lituana FNK 364. Sebbene egli non risulti avere alcun incarico societario nella “M.P. GIOCHI" srl, è stato documentato in numerose occasioni che, a bordo della sua BMW X5, ha effettuato diversi ingressi in esercizi pubblici di Chiavari (GE), Lavagna per ritirare l'incasso delle macchinette video giochi lì installate. Nel corso delle indagini sono emersi numerose risultanze relative all'attività di traffico di droga di cui risulta occuparsi. Si veda a tal proposito l'intercettazione in data 26 novembre 2014 in cui Trubia Luigi presso l'Hotel Ambra conversa con RODA' Francesco Antonio, che gli chiede notizie sulle sue attività, sulla “cocaina” [...]. RODA' Francesco Antonio dice a TRUBIA Luigi di essere a conoscenza della sua attività e che gli avrebbe permesso di continuare a svolgerla e lo avrebbe “rispettato” se si fosse comportato “onestamente” con lui; continua dicendogli di smetterla di frequentare certe persone e che avrebbe fatto meglio ad approvvigionarsi da lui invece che dagli altri con cui lo aveva visto, aggiungendo che egli da molti anni si occupava dello spaccio di sostanze stupefacenti.

RODA' Antonio detto Totò è coniugato con CASILE Alessia Giovanna (di Francesco detto "Ciccio" e Scambia Vincenza, nipote di Leonardo detto“Nuccio" da più fonti indicati come affiliati alla cosca RODÀ-CASILE di Condofuri (RC)). I coniugi risultano intestatari di beni immobili: in particolare la moglie è proprietaria di beni a lei intestati tra il 2003 e il 2012. RODA' Antonio annovera precedenti di polizia per minacce, lesioni e per reati in materia di sostanze stupefacenti. In data 3 maggio 2007 è stato tratto in arresto nell'ambito del Proc. Peno 18023/06 R.G.N.R. su esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere n.3895/06 R.G.G.I.P. emessa dal Tribunale di Milano in data 30.04.2007 in relazione all'operazione denominata “The King" per il delitto di associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti. E' stato condannato in via definiva alla pena di 4 anni di reclusione per violazione dell'all'art. 73 D.P.R. 309/90 per avere trasportato ingenti quantitativi di sostanza stupefacente dalla Lombardia in Liguria.

Il monitoraggio effettuato nei confronti di RODA' Antonio ha consentito di accertare che egli non svolge alcuna attività lavorativa: utilizza autovetture di grossa cilindrata (Land Rover Freelander e Mercedes classe E), frequenta soggetti con precedenti di polizia, in particolare Lipari Fausto che risulta indagato per associazione per delinquere finalizzate alla rapina, incendio, estorsione, detenzione illegale di armi e favoreggiamento in omicidio, Greco Raffaele e Quarati Riccardo, detto il "genovese". Dall'attività di indagine è emerso che sia solito girare armato: Il 25 febbraio 2015, è intercettata una conversazione in cui Nucera Antonio, prima di dargli un passaggio in macchina [...]:

(...)
Antonio Nucera: te non vieni dove vai?
Antonio Rodà: Sì dai! Devo prendere lo macchina...
Antonio Nucera: Non è che hai lo pistola loà dentro? che non ci arrestino, che non ti 'leghino', che tu sei mezzo stolto! Ma come vuoi essere accompagnato tu? con lo macchina?
Antonio Rodà: Sì...
(...)

Nella riunione di 'ndrangheta svoltasi il 16.03.2010 presso la pensione "Ambra" è stata rilevata, fra gli altri, la presenza di NUCERA Paolo, di RODA' Francesco Antonio, di RODA' Antonio. Altro soggetto collegato alle famiglie Nucera e Rodà è PALTRINIERI Paolo indagato nel 2001 per violenza privata e gioco d'azzardo. In diverse occasioni è stato controllato insieme a NUCERA Robertino, NUCERA Francesco, NUCERA Raffaele. Dal 2002 è formalmente socio al 50% della M.P. Giochi s.r.l. insieme a Manglaviti Daniela, moglie di Rodà Francesco Antonio, socia per il restante 50%. L'attività di indagine ha evidenziato i frequentissimi contatti del Paltrinieri con gli altri indagati, particolarmente con Rodà Francesco Antonio in considerazione degli interessi economici relativi alla gestione dell'attività della M.P. Giochi. Il 10 luglio 2012 ha costituito in Lavagna l'impresa individuale PLANET WIN 367 la cui attività è la raccolta di scommesse ed internet point e che è di fatto gestita da Nucera Giovanni, figlio di Paolo. Dal 14 maggio 2014 da ditta individuale, l'impresa è stata trasformata in s.r.l. in cui amministratore unico è Nucera Giovanni e Paltrinieri Paolo risulta avere 1% delle quote sociali


Particolarmente interessanti risultano anche le «modalità di comportamento» degli indagati a cui il GIP dedica un intero capitolo:

«Dall'attività di indagine ed, in particolare, dall'attività di intercettazione emergono significativi aspetti della personalità e delle modalità di comportamento degli indagati.

- In data 23 febbraio 2014, NUCERA Paolo ha raccontato ad un uomo non meglio identificato di avere aiutato tale Venaccia, al quale in una discussione poi aveva detto di non comportarsi da "infame", aggiungendo: Paolo: "non mi far fare le infamità che non son capace a farle io, che io li nascondo le persone, non li infomo...." . [...]. Possibile il riferimento, così come argomentato nella richiesta del P.M., all'episodio in cui la Squadra Mobile di Genova, il 5 luglio 1984, trasse in arresto il latitante D'AGOSTINO Arcangelo, ricercato. Il latitante e i suoi favoreggiatori vennero trovati all'interno di un'abitazione sita a San Salvatore di Cogorno (GE) in via XXV Aprile n.78/10. (...), ma le indagini portarono a ritenere che il D'AGOSTINO avesse in precedenza abitato un appartamento sito a Lavagna (GE) in via Dante nr.44, appartamento preso in locazione da NUCERA Paolo. Dalle sit rese da Costa Gian Guido, escusso (...) risulta che il latitante D'Agostino Arcangelo, prima di essere catturato, abitualmente frequentasse la pensione "AMBRA" (...).

- Significative sono alcune dichiarazioni di un colloquio intervenuto in data 16 febbraio 2014 [...] tra NUCERA Paolo e RODA' Francesco Antonio relative alle risultanze del procedimento penale 2268/10 (procedimento in cui Nucera è stato rinviato a giudizio per il reato di cui all'art. 416 bis c.p.): NUCERA Paolo discute presso l'Albergo Ambra con RODA' Francesco Antonio, fa riferimento al materiale probatorio in mano agli inquirenti, alle sue attività, alla partecipazione ai matrimoni e funerali, escludendo che ciò possa essere significativo. Nel contesto, vengono pronunciate frasi che ben possono essere riferite alla frequentazione del suo locale da parte di altri soggetti indagati per art. 416 bis e, in particolare, GANGEMI e CONDIDORIO, la cui presenza presso l'Hotel Ambra ed il contenuto delle dichiarazioni rese nei viaggi sono state sopra indicate. Sono commenti significativi della comune partecipazione ad un contesto in cui risulta l'importanza data agli incontri.

"NUCERA Paolo: ....mai al mondo perché non c'è nessuno riscontro
NUCERA Paolo:...Sì! Ma che abbiamo, avete, che abbiamo fatto>" disse "<qualcosa>" disse "<di valore>, quasi un omicidio. Una cosa", disse "...inc...", dice "non c'è problema...inc..."
RODA' Francesco: ...appalti...
Paolo NUCERA: Disse: "Non lo possono...inc...mai al mondo, che non c'è nessuno riscontro!". "Sì ma io", gli ho detto "io devo essere sincero! io ai funerali e ai matrimoni andavo. Non le tiriamo fuori perché ormai là, non le tiriamo fuori perché ormai sarà otto, dieci... ". (Vernazza) Ha detto: "Non c'entra nessuna cosa," disse "non c'è nessuna legge che ti evita di salutare", disse "neanche a Totò Riina, non c'è nessuna legge. Che poi ti chiedono spiegazioni anche (se) lo hai salutato, sì".
Paolo NUCERA: eh no, venivano troppo Ciccio!
Francesco RODA': volevano fare...sì in quei giorni là venivano...
Paolo NUCERA: ... venivano troppo e qua...
Francesco RODA': ...si sono accavallate tutte le cose, capisci?
Francesco RODA': E' che se avessero avuto la lingua più corta...

Altre significative dichiarazioni sono state intercettate in data 20 dicembre 2013, [...] in occasione del funerale di FIUMANO' Antonio, gravato da vecchi precedenti per reati contro la persona. RODA' Francesco manifestava i propri timori nel parlare di tali argomenti a bordo della sua auto, esternando la propria paura di essere oggetto di attività di intercettazione da parte delle forze dell'ordine. Nel corso della conversazione NUCERA Paolo ha chiesto a RODA' cosa avesse fatto scrivere sul nastro del cuscino di fiori che aveva commissionato e RODA' Francesco, parlando a bassa voce, gli risponde che ha dovuto dire a terza persona di scrivere soltanto "gli amici e basta" aggiungendo a Paolo "così almeno sai quello che gli devi dire poi no?!". NUCERA Paolo, facendo riferimento ad un altro cuscino di fiori che RODA' aveva visto, ha fatto comprendere dalle battute della conversazione che il medesimo non era del loro "gruppo", ma di quello di Torino:

P: Ah il coso non era! Quello là che hai visto tu non era del nostro coso, erano di quelli di...
F: di quelli di coso erano, Paolo!
P: di Torino...
F: sì di Torino! Di là, di dove sono loro...

Ancora, vengono in considerazione intercettazioni che dimostrano il costante interesse degli indagati per le vicende giudiziarie relative a fatti di mafia. Così i commenti fatti in relazione al procedimento penale "La Svolta" che era in corso di svolgimento. Nella mattinata del 9 febbraio 2014, all'interno della hall dell'Hotel Ambra è stata intercettata una conversazione tra NUCERA Paolo, suo fratello Francesco e RODÀ Francesco. [...] ove NUCERA Francesco riferisce di avere sentito al telegiornale che a MARCIANO' (Giuseppe n.d.r.) era stata rifiutata la richiesta di sostituzione della custodia cautelare con quella degli arresti domiciliari, richiesta motivata sulla base delle gravi condizioni di salute in cui versava; NUCERA Paolo afferma che MARCIANO' Giuseppe era vecchio ed era gravemente malato e NUCERA Francesco precisa che aveva 82 anni e che in passato era anche andato a trovarli all'Hotel Ambra. NUCERA Paolo precisava al fratello che il MARCIANO' che andava a trovarli in albergo era il fratello, Francesco, che era deceduto. Nella serata, presso l'Albergo Ambra, NUCERA Paolo e suo fratello Francesco, hanno ripreso la conversazione sui fratelli MARCIANO'. Paolo sosteneva che l'Autorità Giudiziaria avrebbe dovuto mandare a casa MARCIANO' in modo tale che si potesse curare. Nel corso della conversazione NUCERA Francesco, che stava leggendo dei quotidiani, commenta altre vicende di 'ndrangheta [...]. La prima vicenda commentata è quella relativa all'arresto del boss CUTRI' Domenico, evaso a Gallarate (VA) mentre veniva tradotto in Tribunale, quindi fanno commenti sulla famiglia dei PELLEGRINO.

In data 10 febbraio 2014 in una conversazione presenti NUCERA Paolo, RODA' Francesco Antonio, RODA' Antonio e PALTRINIERI Paolo [...], RODÀ Francesco Antonio si riferisce agli imputati della "Locale" di Ventimiglia, dicendo che stavano per chiudere la fase dibattimentale del processo. Francesco RODA': stanno per chiudere...inc... a settembre vedi? (tono ironico)

Due giorni dopo l'emissione della sentenza è stato registrato un importante commento all'interno della hall dell'Hotel Ambra, tra RODA' Francesco Antonio e NUCERA Paolo. [...]; RODÀ, parlando della condanna inflitta agli appartenenti del "Locale" di Ventimiglia, ha fatto commenti sull'operato di quei soggetti "...Ciccio: ...fecero casino perché erano allo sbaraglio...se ne fottevano...". " ...Ciccio: Si sono buttati a fare certe cose... ".

Trattasi di commenti che, non solo danno conto della conoscenza da parte degli indagati dei comportamenti delle famiglie 'ndranghetiste, ma esprimono la partecipazione e l'interesse per le vicende relative a dette famiglie arrivando a pronunciare valutazioni, anche sul profilo dell'opportunità delle azioni compiute.

Altre dichiarazioni rilevanti in quanto ancora dimostrano la conoscenza da parte degli indagati, in questo caso da parte di NUCERA Paolo, di soggetti legati alla 'ndrangheta sono relative a PRONESTI' Bruno (condannato con sentenza irrevocabile Corte di Appello di Torino in data 10 dicembre 2013 per il reato di cui all'art. 416 bis c.p.. La sera del 5 febbraio 2015, è stata registrata una conversazione (...) tra NUCERA Paolo e MONTELEONE Domenico (con un precedente per ricettazione del tribunale di Torino). NUCERA fa comprendere a MONTELEONE di conoscere molto bene la famiglia di PRONESTI' Bruno Francesco, i fratelli e il padre di quest'ultimo, essendo stato invitato al matrimonio della figlia. Nonostante ciò, NUCERA spiega a MONTELEONE che nell'interrogatorio con i magistrati aveva dichiarato di non conoscere PRONESTI'. NUCERA era al corrente del comportamento processuale seguito da PRONESTI' che si era dissociato dai coimputati senza però "pentirsi" nel senso tecnico del termine, assumendosi così tutte le responsabilità affermando di essere il capo della “Locale” del basso Piemonte.

Paolo: Che poi alla fine si è...si è pentito... Non è che si è pentito, ha detto: "Mi dissocio" Era bravo uno così, non lo so come cazzo ha fatto a finire. Questo qui, questo qui lavorava ad Alessandria... inc. .. Ci ha detto, abita a Sale, provincia di Alessandria...
Mimmo: Ah, Sale...
Paolo: Questo non gli ha detto. Gli ha detto: "Lei" gli ha detto "perché se no ci (le) devono sequestrare lo casa inc...2 o 3 milioni di euro". Si vede che l'avvocato gli ha detto di...inc... gli ha detto: "Tu sei il padre inc...?". Gli ha detto: "Sì", gli ha detto "...è vero", gli ha detto "ho mentito, sono il capo della 'ndrangheta di Alessandria... ". Allora gli hanno detto: "Chi sono gli altri?". E lui gli ha detto tutti i suoi parenti, affinché non rovinasse nessuno però...inc. ..

Nella circostanza MONTELEONE criticava CERAVOLO Fabrizio perché i Carabinieri gli avevano trovato il "dizionario" con tutti i nomi degli affiliati. NUCERA rimarcava che CERAVOLO Fabrizio aveva reso dichiarazioni e MONTELEONE asseriva che era inevitabile che parlasse agli inquirenti dopo che gli avevano rinvenuto "il libro". NUCERA, quindi, rivelava a MONTELEONE la sua strategia da attuarsi se gli inquirenti gli avessero mostrato la fotografia di CERAVOLO Fabrizio: avrebbe dichiarato effettivamente CERAVOLO Fabrizio era stato ospite del suo albergo una quindicina di giorni prima del suo arresto e che aveva ordinato un panino e una birra, era stato seduto un'ora e dopo averlo servito, aveva pagato e se ne era andato, mentre lui si era ritirato in camera. Ciò in quanto essendo già documentata la presenza di PRONESTI' Bruno Francesco e CERAVOLO Fabrizio nel suo locale per tre ore non avrebbe potuto dichiarare di non conoscerli.

Paolo: inc...Ceravolo...inc... Però io c'ho detto di no... lo c'ho detto, se me lo facevo vedere, gli dicevo: "Guardi, questo qui, questo qui...inc ". Magari ci dicevo: "E' passato una quindicina di giorni lì dal mio bar. Mi ha chiesto un panino e una birra inc...perché è stato... è stato un'ora seduto lì nella sedia e poi, io l'ho servito, m'ha pagato e sono andato sù". Ci volevo dire io, ma non m'ha...inc...non c'ho potuto dire niente perché lui... E lui non m'ha manco, non m'ha fatto uscire per que...inc... Ma non m'ha detto, non m'ha fotto vedere! Come faccio a farmi vedere? Se lui mi dice: "inc...che loro sono stati tre ore da me... ", io ci dico: "Sì, io conosco...inc...che è venuto venti volte nel mio albergo, però me lo faccia vedere nello foto, perché se è un altro...inc...ci dico...inc...di un'altra persona io...inc...". Capisci?
Mimmo: Ah sì... inc. ..
( fa rilevare la p.g. che, in realtà, MONTELEONE afferma erroneamente che il "libro" di cui parlano è stato trovato in possesso di CERAVOLO, quando in realtà esso era stato sequestrato a ZANGRA' Rocco, altro affiliato alla “Locale" del Basso Piemonte, allorquando egli venne sottoposto a fermo)»

 

Altro elemento nevralgico delle risultanze di indagine è quello che documenta i rapporti con la cosca madre, ovvero la cosca RODA'-CASILE di Condofuri – San Carlo.

«Nel corso delle indagini sono emersi stretti collegamenti degli indagati con persone appartenenti alla cosca "RODA' – CASILE" di Condofuri - San Carlo.
Innanzitutto, vengono in considerazione i rapporti con famigliari di soggetti detenuti presso gli Istituti di pena (Genova e Voghera), riconosciuti rappresentanti di vertice della 'ndrina di riferimento, legati da vincolo di parentela con gli indagati. Tra questi:

- MODAFFARI Iolanda, coniugata con MACRI' Giorgio detenuto presso la Casa Circondariale di Voghera, figlia di CASILI Concetta (sorella di CASILI Antonino detenuto presso la Casa Circondariale di Genova) e MODAFFARI Leone (soggetto già inserito in una organizzazione delinquenziale di stampo mafioso coinvolta nella faida tra le famiglie di Roghudi, fatto segno anche di attentato alla vita avvenuto nell'anno 1997 a Condofuri Marina n.d.r.)

- BENEDETTO Santa coniugata con CASILI Antonino detto"Giannetta"fratello di CASILI Concetta, CASILI Pietro e CASILI Pasquale Andrea;

- BENEDETTO Pietro Giuseppe, fratello di BENEDETTO Santa, cognato di CASILI Pietro; CASILI Pasquale Andrea, fratello di CASILI Antonino detto "Giannetta", di CASILI Concetta e di CASILI Pietro, detenuto, detto "Petru u russu";

- MODAFFARI Carmelo, fratello di MODAFFARI Iolanda e cognato di MACRI' Giorgio, figlio di CASALI Concetta e MODAFFARI Leone;

- NUCERA Raffaele coniugato con MODAFFARI Angela sorella di MODAFFARI Iolanda, cognato di MACRI' Giorgio, genero di CASILI Concetta e MODAFFARI Leone;

- NUCERA Robertino, figlio di Domenico già capo del "Locale Amendolea" di Condofuri (Re).

Dall'indagine è emerso che tutti i fratelli NUCERA ed i cugini RODA' si sono sempre dimostrati disponibili verso le richieste e le necessità di tipo logistico dei familiari dei detenuti appartenenti alla 'ndrangheta di Condofuri. I famigliari sono stati ospitati presso i locali della pensione Ambra, come documentato in atti dalle intercettazioni e dall'attività di oct. Significativo è il fatto che i soggetti non siano stati registrati da NUCERA Paolo nel sistema centralizzato degli alloggiati. (...).

In data 13 febbraio 2014 [...], MODAFFARI Iolanda (coniugata con MACRI' Giorgio, detenuto presso il carcere di Voghera), parla con NUCERA Paolo e si accordano per il prossimo arrivo della stessa Iolanda "figlia di comare Concettina" di Condofuri e della "Zia Santa" ( Benedetto Santa, moglie di Casili Antonino) che doveva andare a trovare lo "Zio Nino"(Casili Antonino è fratello di CASILI Concetta mamma di MODAFFARI Iolanda n.d.r.). NUCERA rispondeva che non c'era nessun problema in merito alle camere, aggiungendo che per loro un posto sarebbe sempre stato disponibile e che, nel caso non ci fossero state camere libere in albergo, le avrebbe sistemate a casa sua. [...].

NUCERA commenta, poi, la telefonata ricevuta con RODA' Francesco Antonio [...]. Ancora, in data 18 febbraio 2014, NUCERA Paolo e RODA' Francesco commentano l'arrivo il giorno successivo delle due donne [RIT 168/14 Progr. 557] e NUCERA fa presente la disponibilità dimostrata, riferendo di avere detto a Iolanda di non chiamare neppure, di presentarsi senza preavviso, perché, in mancanza di posti in albergo, le avrebbe ospitate presso la sua abitazione. L'arrivo delle due donne è comunicato anche a RODA' Antonio, Totò [...]. Il giorno 20 febbraio le due donne arrivano.

Il 30 settembre 2014, come risulta dall'attività di oct, (...), RODA' Francesco Antonio si recò presso la stazione di Genova Brignole ad aspettare l'arrivo di MODAFFARI Iolanda e sua madre CASILI Concetta, provenienti dalla Calabria, le quali il 1 ottobre si sarebbero recate a Voghera. II 21 settembre 2014, infatti, RODA' riceve la telefonata di VADALA' Pietro che lo informa che nella mattina del 30 settembre 2014 sarebbe "salita" Iolanda con la madre Concetta. RODA' Francesco rispondeva di tranquillizzare le due donne che non si sarebbero dovute preoccupare poiché sarebbe andato lui ad accompagnarle e, nel caso fosse stato impossibilitato, si sarebbe recato Antonio 'Totò' (RODÀ Antonio) [...]. Il 30 settembre RODA' Francesco Antonio accompagnava MODAFFARI Iolanda, la figlia e CASILI Concetta sino a Lavagna presso l'Hotel Ambra. Nel tragitto in macchina i soggetti hanno parlato di molti argomenti: in particolare, dopo gli iniziali convenevoli, si sono soffermati sulla situazione dei parenti delle due donne detenuti [...]. Risulta il legame fra le famiglie: NUCERA Francesco, detto "Ciccio", fratello di Paolo, è il padrino di battesimo di CASILI Concetta, tanto che NUCERA Francesco aveva insistito per accompagnarle personalmente, il giorno successivo (01.10.2014), a Voghera dove si sarebbe svolto il colloquio col il congiunto MACRI' Giorgio.
(...) 
Ciccio: Domani vuole venire... vuole venire Ciccio, il COMPARE CICCIO... eh lui... 
Iolanda: Ah sì...che devo andare a salutarlo... 
Ciccia: Per forza... no vuole, vuole venire lui, per portarvi lui... 
Iolanda: Sì, sì, ma lui me l'ha detto, loro me l'hanno detto... 
(...) 

Il 2 ottobre 2014, RODA' Francesco Antonio e sua moglie hanno accompagnato MODAFFARI Iolanda e la figlia presso la Casa Circondariale di Voghera. [...].
(...) 
Ciccio: Perché Pietro che ha? Sono così, non c'è niente da fare... Quando ti mettono dentro per quelle cose là, non esci... 
Concetta: ...inc... 
Iolanda:....Noi abbiamo fatto quella scelta... 
Ciccio: O esci subito o non esci... 
Iolanda: ...di chiudere le case e andare da mia mamma... Dopo un anno, un anno e mezzo, ste bambine sono cresciute, lo mia è nata, sono legate adesso come sorelle... Abbiamo il problema ora che se una manca succede lo fine del mondo... Se sono vicine si ammazzano, però sono come sorelle... 
(...)

Giunti nei pressi della Casa circondariale di Voghera, poco prima che MODAFFARI Iolanda scendesse dall'auto, RODA' Francesco si esprimeva con affermazioni che lasciavano intendere che stesse consegnando alla donna qualcosa, ragionevolmente dei soldi, affinché li consegnasse al marito MACRI' Giorgio [...]:
(...) 
Ciccio: ...va beh.. tu ti fermi 3 ore, giusto? dentro... 
Iolanda: Sì, sì, sì, sì, 3 ore... 
Ciccio: Tieni (le dà qualcosa), metticeli nella cosa... 
(Iolanda verosimilmente fa un gesto di rifiuto) 
Ciccio: No, no, no! Oh.. Iolanda... 
Iolanda: Ciccio, basta quello che fate... 
Ciccio: No, no, ma tu ce li metti lì!
Iolanda: Ma dai! 
Ciccio: No, no, tu ce li metti lì. 
Iolanda: (sospira) 
Ciccio: Ce li metti lì, fai quello che vuoi, lo saluti... Tanto ora qua, sai tu quello che devi fare! Sono le 10 e mezza, tu...per le 2 tu sei... 
Iolanda: Guarda, può darsi pure tra 10 minuti, dipende, sai?
(...)
Ciccio: Me lo saluti papà? Eh Rebecca? Me lo saluti? 
Iolanda: Ora non parla, ma poi... 
Ciccio: Mi rispondi o no? Come gli dici? "Papà, ti manda un bacione Ciccio, eh ?"... 
(...)

In data 1 ottobre 2014, NUCERA Francesco "detto Ciccio", accompagnava CASILI Concetta e MODAFFARI Iolanda al carcere di Voghera (PV) per il colloquio con il detenuto MACRI' Giorgio. Dopo il colloquio le donne sono risalite in auto e hanno esteso a NUCERA Francesco i saluti e i ringraziamenti espressi durante il colloquio da MACRI' Giorgio. Nel corso del dialogo, CASILI Concetta richiamava il forte legame derivante dal battesimo (cristiano) che ha unito le loro famiglie [...]

Il 13 febbraio 2015 MODAFFARI Iolanda arrivava a Genova insieme a BENEDETTO Santa, moglie del detenuto CASILI Antonino ristretto nel carcere di Genova-Marassi; avvisavano RODA' Francesco Antonio dell'imminente arrivo in treno [...]. La P.G. alle ore 8.15 verificava la presenza di RODA', a bordo dell'autovettura BMW X5 targata FNK364, giungere alla stazione ferroviaria di Genova Brignole in attesa dell'arrivo del convoglio, dal quale scendevano NUCERA Raffaele, BENEDETTO Santa ed il figlio Paolo. Una volta scaricate le valige, NUCERA Raffaele proseguiva il viaggio in treno con MODAFFARI Iolanda, la sorella Angela ed i rispettivi figli Rebecca e Bruna per Voghera. (...).

RODA' Francesco Antonio ha chiesto notizie in merito a tale "Ciccio" (appellativo attribuito ad OLLIO Francesco, arrestato nell'ambito del procedimento P.P. 887/06 R.G.N.R. DDA Reggio Calabria - Art.416 Bis C.1-2-3-4-5., con sentenza di Primo Grado nr.210/2011- e nr.1641/2011 del 1.10.2011 è stato condannato alla pena di anni 6 di reclusione confermata nei successivi gradi di giudizio. In data 2.02.2015 era disposta la scarcerazione per espiazione pena), al nipote Carmelo (MODAFFARI Carmelo arrestato in data 29.04.2010 nell'ambito del P.P. 887/2007 e scarcerato in data 06.02.2015 per espiazione pena) e a tale Pietro POERIO (scarcerato l'11.02.2015) che erano tutti già stati scarcerati. BENEDETTO Santa ha affermato che anche il marito CASILI Antonino era prossimo alla scarcerazione. In merito, RODA' Francesco Antonio augurava che questa lunga detenzione finisse presto ed ha suggerito alla donna che una volta scarcerati, i vari soggetti devono "trovare il moda migliore per stare calmi", consigliandole così di tenere un profilo basso [...]. In tre si dirigevano all'hotel Ambra dove li stava aspettando NUCERA Paolo; alle ore 16,20 alla Stazione di Chiavari si incontravano RODA' Francesco, MODAFFARI Iolanda, NUCERA Raffaele, MODAFFARI Angela e due bambine per poi recarsi presso l'albergo Ambra (...).

La mattina del 14 febbraio 2015, RODA' Francesco Antonio ha accompagnato BENEDETTO Santa e NUCERA Raffaele al colloquio in carcere a Genova Marassi con il detenuto CASILI Antonino. Poco prima di giungere al carcere di Marassi, RODA' si informava se CASILI Antonino, nel corso dei colloqui, avesse fatto riferimento alla presenza nell'istituto di pena di tale Onofrio individuabile, viste le argomentazioni trattate in merito dagli intercettati, in GARCEA Onofrio. I due rispondevano affermativamente, sottolineando il legame che vi era tra i due detenuti. In particolare NUCERA Raffaele, sebbene fosse stato recluso in altro istituto penitenziario, era a conoscenza che CASILI Antonino nominava spesso il nome di Onofrio. Appresa la circostanza, RODA' Francesco Antonio consegnava del denaro sia per CASALI Antonino che per GARCEA Onofrio [...]:
(...) 
Ciccio: Nino qua non ti ha mai nominato a Onofrio? No, non sai se c'è... 
Raffaele:Sì sì.. 
Santina: Eh sì .. 
Ciccio: Sicura allora ti do le cose, gliele metti in un'altra borsa, (così) gli compra le sigarette pure a lui... 
Raffaele: C'è Onofrio, lo nomina...La ha nominato spessa... 
Ciccio: inc...tanto chiaro...inc... 
(...)

In realtà, è stato riscontrato che, dopo alcuni trasferimenti in vari Istituti penitenziari, GARCEA Onofrio era ritornato a Marassi il 10 maggio 2014, per poi essere nuovamente trasferito il 23 gennaio 2015 alla casa circondariale di Tempio Pausania. Considerati questi movimenti del detenuto, NUCERA Raffaele e BENEDETTO Santa non potevano essere al corrente che tre settimane prima GARCEA Onofrio fosse stato trasferito da Genova-Marassi in un altro Istituto di pena.

La sera del 15 febbraio 2015, i parenti dei detenuti sono stati accompagnati alla stazione di Genova Brignole per il viaggio di ritorno. Sull'auto Fiat 16 trg. DF248FL (solitamente in uso a NUCERA Antonio) condotta da NUCERA Francesco detto "Ciccio" sono salite MODAFFARI Iolanda, BENEDETTA Santa e la bambina NUCERA Bruna. Nel corso del tragitto verso Genova le persone hanno parlato di RODA' Francesco 'Ciccio' (omonimo) ed in merito NUCERA Francesco sottolineava che per lui era stata una fortuna essere stato da loro accolto al Nord:
(...) Francesco "Con i problemi che aveva avuto da piccolino, da piccolo, quei problemi che ha avuto; a l'aveva a non l'aveva, insomma gliel'avevano attribuita, se era...se non aveva una via di scampo di scappare di là come ora dov'era? Eh, qua si è salvato!".

In data 18 marzo 2015 MODAFFARI Iolanda telefonava ancora una volta a RODA' Francesco Antonio per avvisarlo che il successivo venerdì 27 marzo 2015 sarebbe giunta con il treno alla stazione di Genova Brignole insieme a BENEDETTO Santa e avrebbero fatto come "l'altra volta" [...]. Il 26 marzo 2015 MODAFFARI Iolanda avvisava RODA' Francesco Antonio che sarebbero arrivate alla stazione ferroviaria di Genova-Brignole il mattino seguente alle ore 8.30. Come già concordato, MODAFFARI Iolanda avrebbe proseguito con il medesimo convoglio ferroviario per Voghera, mentre BENEDETTO Santa sarebbe scesa a Genova. RODÀ Francesco Antonio si è mostrato disponibile a recarsi alla stazione a prenderle.
Il 23.03.2015 RODA' Francesco Antonio, tornando insieme alla moglie da Milano afferma che si sarebbero recati alla stazione di Chiavari dove sarebbero giunti MODAFFARI Iolanda ed il fratello Carmelo. Questi ultimi, infatti, salivano a bordo dell'X5 presso quella stazione. Nella circostanza RODA' Francesco Antonio domandava a MODAFFARI Carmelo notizie su MACRI' Giorgio "l'amico che fa?". MODAFFARI Carmelo ha risposto che il MACRI' lo salutava e MODAFFARI Iolanda ha sottolineato che il marito era dimagrito [...]. Dopodiché RODÀ Francesco chiedeva anche notizie a MODAFFARI Carmelo su CASILI Pietro "u Russu" e questi rispondeva che sebbene gli fossero venuti i capelli bianchi, era rimasto quello di sempre. Giungevano, quindi, all'hotel Ambra; successivamente, RODA' si recava a Sestri Levante insieme a Carmelo MODAFFARI; nel tragitto di ritorno è stata registrata una conversazione dalla quale emerge che RODA' Francesco Antonio aveva aiutato i componenti delle famiglie CASILI/MODAFFARI che erano stati arrestati. [...]. Risulta, infatti, che MODAFFARI Carmelo non conosceva RODÀ Francesco 'Ciccio', ma sapeva che quest'ultimo aveva sostenuto economicamente lui e la sua famiglia nel periodo in cui era detenuto, ovvero che corrispondeva del denaro a CASILI Paolo, prima, e poi al di lui figlio Pasquale, affinché le somme giungessero ai familiari reclusi

(...)
Ciccio: lo quello che ho fatto l'ho fatto dal primo giorno perché lo può dire...io parlavo con... Carmelo: ...e noi siamo grati...
Ciccio: ...Io una volta sola sono andato lì da 'maru' (fu) Paolo (Casili Paolo deceduto di recente). Poi ho parlato sempre con Pasquale...
Carmelo: ...col cuore...
Ciccio: ...quello che ho potuto...
Carmelo: sì...
Ciccio: ...poi non so se lui... Quello che ha fatto lui... Lui era che....che giravano, io non so se dava, se non dava... (riferimento agli aiuti economici)
Carmelo: no, no dava...
Ciccio: non lo so Non gli chiedo, cioè non ci chiedo perché poi ce li avrà lui. Poi lascia stare tutte le altre cose che... lo non .
(…)
Carmelo: Le sapevo io...inc...però...noi siamo grati alle persone perché in questi momenti...ti ripeto: tutti parlano, ma poi, per essere vicini non sono vicini... E tu come fai a dimenticarti delle persone? Mi dici ma... Ho visto con i miei occhi cose che...e non puoi...inc...lo ora...come fai? Ecco, questo è il rispetto e il voler bene delle persone...
Ciccio: ma il rispetto e il voler bene è quando uno è in difficoltà...
Carmelo: Ecco perché se no ognuno dice: "Che cazzo me ne fotto!" 
(…)

RODA' Francesco Antonio ha fatto presente a MODAFFARI Carmelo che solitamente quando si reca a Condofuri si incontra con CASILE Leonardo, detto Nuccio, e con il suo compare NUCERA Robertino nonché con CASILI Pasquale. MODAFFARI Carmelo, quindi, chiedeva se avrebbero incontrato anche "Compare Ciccio" (Nucera Francesco, ndr) e RODA' rispondeva che lo avrebbe visto non appena fossero rientrati all'Hotel Ambra. Successivamente tutti i monitorati si sono riuniti all'Hotel Ambra: infatti alle ore 19.30 sono arrivati RODA' Antonio e RODA' Francesco Antonio. La mattina seguente, il 28 marzo 2015, a RODA' Francesco Antonio accompagnava MODAFFARI Carmelo, BENEDETTO Santa e MODAFFARI Iolanda sino a Genova. Nella conversazione della sera dello stesso giorno, durante il tragitto verso la stazione, RODA' commentava che la ricongiunzione nello stesso carcere dei due parenti affiliati potesse essere stato uno stratagemma degli inquirenti per apprendere informazioni attraverso le intercettazioni; passando nei pressi del negozio di ortofrutta di GANGEMI Domenico, arrestato quale capo del "Locale" di Genova, RODA' indicava il luogo a MODAFFARI [...].

(...)
Ciccio: Dopo questo ponte di qua ce l'ha lo cosa il mio compare Micu! Di qua! 
Carmelo: Ah ah (espressione di assenso)...Sì, sì... 
Ciccio: ...il negozio, il chiosco... Di qua, da dove esce lo corriera, passi il ponte dall'altra parte, dieci metri sulla destra! (ride) Sistemato!»


Vi è quindi il sostegno economico alle famiglie dei detenuti, secondo le “regole” della 'ndrangheta. E sul punto si legge nell'O.C.C. del GIP:

«In occasione della telefonata del 13 febbraio 2014 sopra riferita, con cui MODAFFARI Iolanda chiede di essere ospitata, NUCERA Paolo prosegue il dialogo con RODA' Francesco Antonio proprio con riferimento agli aiuti economici da far pervenire alle famiglie dei detenuti [...]. RODA' dichiara di avere sempre consegnato una cifra minima di € 2.000,00 da fare avere alle famiglie dei vari detenuti, citando i nomi di Pietro (CASILI Pietro nato a Condufuri il 15.8.1962, fratello di CASILI Antonino), Ernesto (identificabile in PONTARI Ernesto detto "u Mericanu" nato a Waterwhiet (USA) il 27.11.1963, domiciliato a Condofuri (Re) in Via Duca D'Aosta s.n.c. arrestato in data 15.04.2010 nel P.P.887/07 RGNR-DDA Reggio Calabria - 492/07 R.GIP - nr.123/09 O.c.c. coimputato insieme a Casili Pietro perché in concorso tra loro, illegalmente detenevano un fucile a pompa. Sono indicati come importanti associati alla "Società Maggiore" di Condofuri).

Paolo: ma lo so, ma io dico per Nino!...inc...Nino...
Ciccio: per Nino... Se uno non può andare, quando vengono qua ci mandi quello che ci vuoi mandare... lo ogni volta che... Solo questa volta ... non glieli ho dati ... se no gli mando sempre minimo 2.000,00 euro, per Pietro, per Ernesto, e per inc. ...

Risultano anche altri riferimenti a dazioni di denaro a soggetti carcerati.

RODA' Francesco Antonio si era recato tra il 26 dicembre 2013 ed il 3 gennaio 2014, insieme alla sua famiglia, nella natia Condofuri (Rc) per andare a fare visita ai suoi genitori. Il 24 dicembre 2013 parla con PALTRINIERI Paolo della sua imminente partenza per la Calabria e del denaro che doveva portare con sé [...]: PALTRINIERI si offre di versargli del denaro che detiene nel caso ne abbia bisogno "...se ti servono andiamo da casa che ti do i 4500 che ciò lì c'ho i novemila...", RODA' dichiara di avere già del denaro e riferisce la sua volontà dì dare del denaro ad alcune famiglie, agli attuali carcerati, "i fratelli di Pasquale che sono 4 o 5 tutti dentro". "Pasquale" è identificabile in CASILI Pasquale Andrea, suoi parenti sono CASILI Antonino e Pietro (fratelli), MACRI' Giorgio (nipote, perché sposato con MODAFFARI Iolanda figlia di CASILI Concetta sorella dei fratelli CASILI), MODAFFARI Carmelo (nipote, figlio di CASILI Concetta sorella dei fratelli CASILI) e NUCERA Raffaele (nipote, perché sposato con MODAFFARI Angela figlia di CASILI Concetta sorella dei fratelli CASILI) reclusi presso diversi istituti di pena

Rodà Francesco Antonio: ... dovevi fare i conti con Gianni oggi?
Paltrinieri Paolo: ..con Gianni prima sono passato, no non dovevo fare i conti se ti servono andiamo da casa che ti do i 4500 che ciò lì c'ho i novemila...
Rodà: .. ni io guarda giù c'ho 3 e mezzo quattro
Paltrinieri: ..se vuoi ce li ho lì..ce li ho lì accanto....
Rodà:... mi dovrebbero bastare
Paltrinieri: ...come me li ha dati c'hanno ancora la sua fascia con l'elastico -
Rodà: ..penso che bastano... non ci, non ci mando niente a nessuno e me ne fotto un cazzo...io quando vado giù 1500/2000..
Paltrinieri: ...stasera che sei a mangiare con lui
Rodà: ..se viene suo padre si
Paltrinieri: ...1500/2000 perché ce li vuoi dare... eheheeh.. se no..
Rodà: ..si..no bè noo no... che cazzo me ne fotte.. io c'ho una cosa..
Paolo: ..se stanno male, se stanno male..
Rodà: noo per quelli che sono dentro...non c'ho no..
Paltrinieri: .. ma si no no .. uno..
Rodà: ..ma non è che si meritano nemmeno .. tanto.. però..
Paltrinieri: ... no ma è un gesto di riguardo ... magari ....
Rodà: ..ci sono cresciuto insieme a 5 o 6 ..cosa vuoi.. 
Paltrinieri: ..per le famiglie.. 
Rodà: e si c'è una per dire, i fratelli di Pasquale sono 4 o 5 che sono..tutti dentro.. 
Paltrinieri: ma è una cosa giusta 
Rodà: ..non è che è cosa giusta.. perché quando, quando c'ero io non è che..... che mi guardava nessuno.. Paolo.. mi dovevo ricordare anche altre cose... 
Paltrinieri: ..ma te te anche nella sfortuna.. 
Rodà: .. ma io sono... me ne fotte a me.. meglio che.. 
Paltrinieri: .. no ma.. ovvia.. ovviamente ci sono quelli che finiscono dentro poverini anche per cazzate che non c'entrano.. poi ci sono quelli che finiscono dentro... 
Rodà:..però se non scendi..poi non scendi più.. (stanno posteggiando l'auto) 
Paltrinieri: ... che si sputtanano tutto e non c'hanno manco i soldi per.. 
Rodà: .. no non c'hanno niente prima .. di andare dentro...".

Dall'attività di indagine risulta che il 26 dicembre 2013 RODA' Francesco Antonio fece visita presso alcune famiglie di soggetti detenuti; il 28 dicembre 2013 era a Condofuri (Rc) a bordo della propria autovettura con il cognato MANGLAVITI Bruno. Viene in considerazione altra conversazione [...] fra RODA' Francesco Antonio e NUCERA Paolo in cui ancora si fa riferimento a denaro portato in Calabria; in particolare, si fa riferimento ad una cifra in contanti di 10.000 euro e viene indicato anche il nominativo di Antonio (NUCERA) quale soggetto che aveva preso del denaro (10.000,00 euro).

Altro episodio è relativo al dicembre 2014: il 23 dicembre 2014 a bordo dell'autovettura in uso a RODA' Francesco è stata registrata una conversazione intercorsa tra quest'ultimo e sua moglie MANGLAVITI Daniela. I due stavano effettuando gli ultimi acquisti per le festività natalizie in quanto in procinto di partire per la Calabria e, mentre discutevano dei vari regali da acquistare, RODA' chiedeva alla moglie se 3 o 4 mila euro potevano bastare per andare in Calabria. La moglie gli rispondeva che secondo lei erano anche troppi, visto che non dovevano fare o acquistare nulla di particolarmente costoso. RODA', allora, precisava che intendeva lasciare dei soldi a "Concettina" (CASILI Concetta), [...]:

(...)
Ciccio: No, ho cancellato il telefono. Non ho più (il numero di) telefono, se no le chiamavo... A lei la chiamavo, per farle gli auguri Ma dici che ci bastano 3/4000 euro per andare laggiù (in Calabria) sì...
Daniela: E che devi fare laggiù Secondo me...che soldi spendi?
Ciccio: inc...
Daniela: per i viaggi...e per qualcosa...così...
Ciccio: cerchiamo magari...inc...niente...
Daniela: E che facciamo? Non facciamo mai niente...
Ciccio: inc. .. niente... No è che ho il vizio di darceli ai cosi...
Daniela: Eh! Non glieli dai... Non è che sempre ce li puoi dare...Se glieli hai dati ad Agosto...Gli bastano una volta l'anno...
Ciccio: inc... No a Pasquale (Casili) non glieli ho dati mai...
Daniela: Glieli dai ..
Ciccio: Gli ho dato... L'altra volta li ho dati a sua sorella (Concetta Casili)...
Daniela: Glieli hai dati a sua sorella... Infatti...
Ciccio: Le ho lasciato 100 euro là, poi lei ha speso...ha fatto... Le ho lasciato 200 euro per gli altri 
figli...per...per gli altri... - 
Daniela: E allora...Penso che gli bastino...inc...". 
(…)

In data 24 gennaio 2015 a bordo della BMW X5 in uso a RODA' Francesco è stata registrata una conversazione con RAVANETTI Emanuele (nato il 10.02.1978 a Chiavari (GE), residente a Lavagna in Via Previati nr. 135, pluri-pregiudicato per reati contro il patrimonio, in materia di armi e di stupefacenti), in cui si ha conferma delle dazioni di denaro che RODA' Francesco è consueto elargire ad alcuni detenuti. [...].
(...)
Ciccio: ...dopo che te le avevo pagato tutte le cose t'avevo dato anche mille euro (1000) io a te Emma/Manu: ..si i mille euro me le ricordo 
Ciccio: ..eee... poi t'ho mandato quelle lì in carcere 300 euro ma non voglio niente
(...)
Ciccio: ...quelle lì non voglio niente, però almeno..." 
(...)

Sempre nel corso della stessa conversazione, RODA' informava RAVANETTI che stava aiutando economicamente VULCANO Egidio ed altri suoi "paesani" detenuti sempre per una questione di "rispetto" [...].

(...) Ciccio: ..sai.. sai..sai quante persone io.. ci mandavo dei soldi in carcere ..cose.. adesso ci mando solo a Egidio
Emma/Manu: ..si,si,si
Ciccio: perché era l'unico che rispettava veramente
Emma/Manu: ..si,si,si
Ciccio: ..solo a lui ci.. quando posso le 100 euro, le 500 euro 0000... l'un euro ce lo mando a lui o poi c'ho tanti paesani io pure dentro perché se uno mi rispetta a me stai tranquillo che.. che io ogni... non dico che ci posso mandare 100 euro al mese o 500 euro.. però qualche volta mi ricordo di lui
Emma/Manu: ..si, si, si ma..lo so...»


Vi sono poi alcuni colloqui, riportati dal GIP, che indicano l'inserimento nel contesto 'ndranghetistico:

«Colloquio intercorso fra RODA' Francesco Antonio e BENEDETTO Pietro, fratello di BENEDETTO Santa e cognato di CASILI Antonino, in occasione della visita a quest'ultimo presso il carcere di Marassi da parte della moglie e del cognato. Si tratta della conversazione registrata il 20 febbraio 2014 all'interno dell'hotel Ambra ed intercorsa tra RODÀ Antonio c1.1980 e BENEDETTO Pietro, nel corso della quale RODÀ Antonio, in tono preoccupato, si è informato sul tipo di accusa contestata a CASILI Pietro, ovvero se gli era stata imputata l'associazione di tipo mafioso (Art.416 bis) e se, a tal proposito, gli fossero state anche contestate delle conversazioni telefoniche [...):

(...)
Rodà Antonio
: vieni qua che forse ce l'ho qua, eccoli qua...allora praticamente che imputazione ha Pietro? 416 ?
Benedetto Pietro: Si, fa parte della famiglia ...inc... (per forti rumori) ...inc...
Rodà Antonio: Ma perché le telefonate le hanno messe? Perché a chi gli contestano le telefonate, che gli contestano? 416 bis...
(...)

BENEDETTO Pietro nel corso del colloquio ha sottolineato la gravità di quanto era stato accertato nel processo, poiché il Giudice aveva ritenuto che CASILI Pietro fosse un affiliato alla (Società) "Maggiore". RODA' Antonio ha compreso la terminologia usata dall'interlocutore che faceva riferimento alla struttura di uno dei Locali di 'ndrangheta di Condofuri (RC):

(…)
Benedetto Pietro: Lui magari ...inc... facciamo, facciamo Mi hanno detto che il certo nano è ...inc... importante, l'unica è come facciamo ad arrivare a questo? inc..i1 giudice lui essendo una persona che fa parte della Maggiore, non è che si mette a chiamare, ha dei ragazzi che camminano al posto suo... inc.. il giudice... inc.. lo so Antonio, non ce l'hanno con lui però... inc. ..
Rodà Antonio: Proprio il procuratore è ...inc... va beh ma lui che gli ha detto ...inc...
(...)

Altra conversazione che conferma il collegamento degli attuali indagati con la "cosca" RODA' / CASILE è quella del 20 febbraio 2014, [...] all'interno della hall della pensione Ambra; NUCERA Paolo e RODA' Francesco Antonio parlano di alcune dinamiche inerenti la 'ndrina Rodà - Casile i cui capi ed alcuni affiliati erano stati arrestati.

Paolo: poi fa...inc... Loro li hanno arrestati per (per colpa di) i suoi nipoti...Che i suoi nipoti erano... Francesco: ...furono i primi che hanno parlato, ce lo dissi io a Pasquale...gli ho detto: "Ma di cosa parli, che parlavate e hanno parlato i tuoi!". Gli ho detto: "Guarda che a Pietro lo nominarono i tuoi nipoti."
Paolo: ma però...
Francesco: e poi a Pietro ci hanno preso pure (balbetta) intercettazioni sulla macchina, ...ine...il coso poi  
Francesco: Nino, Nino lo hanno chiamato i suoi nipoti, Nino "Giannetto". Giannetto lo chiamavano...inc .
(...)
Francesco: hanno preso... due, .... che gli portavano le armi, Paolo?
(…)

Anche rilevante la conversazione del 30.4.2015 con BACILLIERI Antonino detto "Nino". BACILLIERI racconta a RODA' Francesco alcuni episodi di criminalità organizzata di stampo mafioso che avevano visto coinvolta la sua famiglia, essendo egli collegato da legami di parentela con la famiglia di 'ndrangheta "LO GIUDICE" attiva nel rione Santa Caterina (Quartiere di Reggio Calabria) e con la 'ndrina "LIBRI" operativa nel rione Cannavò (quartiere di Reggio Calabria) [...]. Può affermarsi che un simile discorso sia stato fatto dal BACILLIERI in quanto riteneva il suo interlocutore un affiliato.

Altro elemento significativo si ricava dalla considerazione che RODA' Francesco e Rodà Antonio si sono sempre avvalsi per le loro attività lavorative, in particolare per la ristrutturazione del negozio di Sestri Levante, di soggetti che appartengono o sono collegati a gruppi criminali. Ciò si è verificato con CATALFAMO Cosimo, facente parte del gruppo criminale di Rossi Mario Ubaldo detto "Marietto", legato da rapporto di amicizia con RODA' Antonio cl. 80; con BACILLIERI Antonio collegato da legami di parentela con la famiglia di 'ndrangheta "Lo Giudice" e con la 'ndrina "Libri", che era stato segnalato a RODA' Antonio da GURNARI Francesco, indagato per associazione mafiosa.»

Vi sono poi incontri e colloqui con i soggetti già riconosciuti come 'ndranghetisti:

«Sono frequenti, come emerge dall'attività di indagine, gli incontri con CASILI Pasquale Andrea.

Tra questi, quello monitorato il 15 maggio 2014. Alle 18.00 giungeva presso l'albergo Ambra l'autovettura Fiat Punto targata DE790TM alla cui guida vi era CASILI Pasquale Andrea insieme a NUCERA Giuseppe. Nelle vicinanze della struttura alberghiera è stata registrata una battuta di NUCERA Paolo riferita a CASILI Pasquale Andrea con la quale NUCERA Paolo faceva intendere che avrebbero dovuto discutere in merito a qualcosa che non poteva essere trattato all'istante: "poi dobbiamo parlare che adesso...". CASALI chiedeva a NUCERA Paolo dove fosse Francesco RODA' e questi lo rassicurava che sarebbe passato ad incontrarli [RIT 842/14 Progr. 150 del 05.05.2014].

NUCERA Paolo alle ore 18.42, contattava RODA' Francesco Antonio per invitarlo passare da lui e RODA' rispondeva che sarebbe giunto a breve [...]; infatti raggiungeva subito l'hotel e si incontrava con CASILI Pasquale Andrea e NUCERA Giuseppe. Dalla visione dei filmati risulta che NUCERA Paolo, CASILI Pasquale Andrea e NUCERA Giuseppe, all'arrivo di RODA', si spostavano dal marciapiede sul lato opposto e lì, raggiunti da RODA', dialogavano per diversi minuti, conversazione che non poteva essere registrata. Significativo è il fatto che gli uomini si siano appositamente spostati a parlare in strada per diversi minuti anziché rimanere presso la struttura alberghiera.

Successivamente, veniva registrata la conversazioni tra CASILI Pasquale e RODA' Francesco [...] in cui i due discutevano di soggetti detenuti per reati di criminalità mafiosa. Nella conversazione [...] fra RODA' Francesco Antonio e MODAFFARI Carmelo del 28 marzo 2015, RODA' Francesco Antonio esprime i sentimenti negativi che nutre nei confronti di NUCERA Antonio a causa dei comportamenti quest'ultimo. RODA' definisce NUCERA Antonio un "cesso di uomo", augurandogli la morte evidenziando che per la pessima condotta ha fatto vergognare la famiglia. RODA' Francesco Antonio ha definito il cugino Antonio uno sporcaccione e non si è capacitato per come si era comportato. Importanti sono le dichiarazioni relative al fatto che esso RODA' avrebbe potuto fare ammazzare di botte il cugino mentre era in carcere sottolineando di possedere una rete di contatti all'interno degli istituti di pena attraverso i quali con una "ambasciata" sarebbe stato in grado di ordinare una spedizione punitiva che avrebbe potuto persino uccidere il destinatario.

(...)
Ciccio: Ma perché...è uno sporcaccione. Come fai a fare una cosa come... lo non domando neanche... lo non domando neanche, non ho mandato messaggi per farlo picchiare per lui! Se no avrei mandato un messaggio per farlo ammazzare di botte! Non per... Senza offesa se mando messaggi io (dice testualmente "si mandu ambasciati eu" n.d.r.) lo fanno, perché io ho riguardo per i carcerati (dice testualmente "io li guardo i carcerati" in Italiano, ma si deve intendere con il riguardo che lui per chi è in carcere con le continue dazioni di danaro n.d.r.). Maiale! Morisse...inc...
(...)

Frequenti contatti sono intrattenuti da RODA' Francesco Antonio con NUCERA Robertino; il padre di quest'ultimo, Domenico soprannominato "Miciotto", è stato tratto in arresto associazione per delinquere di stampo mafioso, armi, sequestro di persona a scopo di estorsione e omicidio, già indicato quale capo del "Locale Amendolea" di Condofuri (Rc). NUCERA Robertino, tra le comunicazioni degne di rilievo negli archivi di polizia, risulta essere stato deferito ali'A.G. per il reato di cui all'Art.416 bis e danneggiamento.

L'11.08.2014 all'interno dell'autovettura BMW X5 di RODÀ Francesco è stato ha registrato un interessante dialogo presso un'autofficina di Reggio Calabria [RIT 691/14, progr. 3071 del 11.0S.2014]. Nella conversazione è ribadita la disponibilità economica di RODÀ Francesco Antonio ed il mutamento del c.d. comportamento mafioso rispetto al passato in Liguria dove la gestione dei profitti ha preso il posto delle condotte illecite più evidenti. NUCERA Robertino ha prospettato la possibilità di far acquistare a RODA' la metà di un immobile in Calabria di trecento metri quadri ad un valore di 150mila euro, e questi rispondeva che una volta acquistata la metà dell'immobile avrebbe dovuto cacciare di casa il proprietario. RODA' ha raccontato a NUCERA Robertino di avere aiutato il cugino NUCERA Antonio avendogli prestato 375mila euro; NUCERA Robertino, gli ha suggerito di provare ad investire in Lituania insieme a NUCERA Santo, ma RODA' ha risposto che ciò non sarebbe stato opportuno viste le attuali condizioni, poco floride, di Santino. RODA' ha poi, commentato l'atteggiamento del cugino RODÀ Antonio cl '80 che mantiene un comportamento megalomane, fattore di inopportuna esposizione che di questi tempi aumenta il rischio di essere notati ed accresce l'attenzione. NUCERA Robertino ha concordato, affermando che RODA' Antonio vive con atteggiamenti non consoni, sottolineando che al Nord le persone sono molto "abbottonate" proprio per non suscitare clamore e, ragionevolmente, interessi investigativi. RODA' ha spiegato che in Liguria i soggetti che commettono reati, acquisendo anche facoltà economica, evitano di esporsi mantenendo un basso profilo e NUCERA Robertino ha replicato che in passato era possibile commettere reati finalizzati all'arricchimento pur senza incorrere, così facilmente, in guai giudiziari come invece avviene attualmente.

Ciccio: Ma lui...inc...con me, non parla perché si vergogna. Quello parla con Totò, Totò è trasaticcio (da tradurre probabilmente come "superficiale") con me. Ha una faccia di merda Antonio....E' sveglio, no? Perché uno deve dire quello che è...
Roberto: Si si...
Ciccio: Lui è sveglio... 
Roberto: sto fatto sì. 
Ciccio: No no è sveglio, è una cosa... è capace. Solo che ha tante cose che a me danno fastidio. Cioè non voglio andare a finire lì io, basta. Perchè non ne vale lo pena (non vuole andare in carcere n.d.r.) 
Roberto: E lui con quel modo di fare... 
Ciccio: Si ti porta, lo megalomania ti porta là 
Roberto: Si hai detto giusto è megalomane. Vuole farti capire che lui fa chissà che cosa. Una cosa di merda là, le persone stanno più abbottonate possibile 
Ciccio: Allora! (espressione di conferma n.d.r.) Specialmente con i tempi che ci sono 
Roberto: Ma per favore 
Ciccio: Pure quelli che fanno, fanno finta che non fanno. Ed uno che non fa si spaccia per .... lo campana di Catania 
Roberto: Eh lui vive in un periodo non consono agli anni in cui stiamo passando 
Ciccio: Si, trent'anni fa quarant'anni fa era 
Roberto: Ecco bravo, potevi dimostrare e non ci faceva niente...Ora invece no. Se caso mai ti metti ancora...ti scoprano... 
(...) 
[...].

La P.G. ha accertato che NUCERA Robertino ha dormito insieme alla moglie presso la pensione Ambra nella notte tra il 19 ed il 20 dicembre [...]. NUCERA Paolo non ha registrato le presenze (riscontro avvenuto per il tramite dell'archivio Ministeriale in possesso dell'organo investigativo).

Dal 9 novembre 2013 all'l1 novembre 2014 RODA' Francesco Antonio è stato in Condofuri (RC) presso l'abitazione dei genitori; in questi giorni, ha utilizzato un'utenza che fino a quel momento non era mai stata utilizzata: 334.9248232 (...) con la possibilità che abbia utilizzato questa come un'utenza dedicata.

Dalle indagini è emerso che nella pensione Ambra si sono recati diversi soggetti di spessore criminale che hanno avuto contatti con NUCERA Paolo e RODA' Francesco Antonio. Tra questi GRIFFO Carmelo, legato a CARIPINO Salvatore, arrestato a Chiavari il 2 marzo 2000 dai Carabinieri di Chiavari e Catanzaro, unita mente a GRIFFO Daniele, fratello di Carmelo, e di COREA Carmine per essere stati trovati in possesso di un borsone contenente un fucile semiautomatico cal. 12 a canne mozze. L'operazione di polizia evidenziava che quest'ultimo, insieme a GRIFFO Carmelo, il giorno prima dell'arresto aveva frequentato l'Hotel Ambra. Si ritiene che GRIFFO Carmelo sia legato alla cosca "TRATRACULO". L'arresto in flagranza sopra indicato era da collocare in una più ampia ed articolata attività di indagine svolta dal Reparto Operativo dei Carabinieri di Catanzaro a seguito dell'uccisione di CARPINO Alberto, ben inserito nel tessuto criminale di Petronà (CZ). Nel periodo antecedente all'arresto di CARPINO Salvatore, militari dell'Arma, avevano accertato come GRIFFO Carmelo, da alcuni anni radicato a Chiavari, aveva concesso piena disponibilità all'amico CARPINO Salvatore. Quest'ultimo, il giorno prima dell'arresto per la detenzione del fucile a canne mozze, ovvero 1'1 marzo 2000, si trovava in compagnia di GRIFFO Carmelo all'Hotel Ambra, da dove era uscito con un borsone, visto dal personale dell'Arma in mano a CARPINO Salvatore che poteva verosimilmente essere il medesimo depositato nella sua autovettura la sera stessa, dove, come indicato dagli atti, era infatti contenuto il fucile a canne mozze. A pochi giorni di distanza, venivano tratti in arresto GRIFFO Carmelo e CARPINO Francesco, per detenzione di due pistole all'interno del night club "Las Vegas" di Cavi di Lavagna (GE), per la detenzione al fine di cessione a terzi di imprecisati quantitativi di cocaina e per lo sfruttamento della prostituzione.

GRIFFO Carmelo ha sempre mantenuto contatti con NUCERA Paolo, facendogli visita sia quando si trovava in regime di detenzione domiciliare, sia in epoca successiva al termine della predetta misura cautelare. Sono registrati incontri in data 30 luglio 2014 [...], in data 6 agosto 2014, in data 9 ottobre [...], in data 28 ottobre 2014, in data 10 novembre 2014. In quest'occasione, GRIFFO chiede a NUCERA Paolo di intercedere presso un avvocato di conoscenza di quest'ultimo e NUCERA dichiara che, per convincere il legale, avrebbe garantito lui [...]. Il 3 gennaio 2015, GRIFFO Carmelo parla con NUCERA Paolo della sua situazione giudiziaria, in relazione a dei sequestri per misure di sicurezza patrimoniale. [...]

Il 7 gennaio 2014 GRIFFO Carmelo e COLOSIMO Vincenzo, conversano all'interno dell'Hotel Ambra utilizzando termini esplicitamente riferibili alla 'ndrangheta; hanno commentato la sorte di alcuni condannati del processo "La Svolta"e COLOSIMO ha riferito di conoscere personalmente le famiglie mafiose dei TEGANO e dei DI STEFANO [...]. COLOSIMO si è augurato che l'accusa non possedesse delle foto compromettenti degli imputati, perché si sarebbe aggravata la posizione di questi ultimi. COLOSIMO Vincenzo ha affermato che ora esistono dei personaggi che sono dei "mezzi mafiosi" e ha raccontato un aneddoto che lo ha riguardato personalmente; ha riferito di aver avuto un diverbio con un soggetto, probabilmente originario di Africo (Rc) - comune in cui è presente la 'ndrina MORABITO - il quale apparteneva alla 'ndrangheta e faceva lo "spaccone". COLOSIMO aveva detto a questo soggetto che non lo avrebbe ucciso, perché aveva la "Santa".

(...)
Vincenzo: c'è i mezzi... inc... Ci sono i mezzi mafiosi... inc... Mo... inc... quelli di Africo... inc... che è mafioso... C'ho detto: "Dobbiamo stare attenti" gli ho detto. "lo ti dico che...inc...(sembra proferire un avverbio di luogo n.d.r.) non ti ammazzo... ". Te lo giuro.
Carmelo: inc....
Vincenzo: ...per la "Santa" che ha...inc...questo... M'ha detto...inc... Va beh, allora c'ho detto: "Ti chiedo scusa... inc. .. Ma lasciami stare" ci ho detto "non fare lo <spaccone> che... inc... " (
lett. dice "On ta 'nnacare' ". Il significato della frase sarebbe da ricondurre al tipico modo di muoversi di chi si comporta con spavalderia in quando conscio di una carica malavitosa che glielo consente n.d.r.)...inc... Fa lo spaccone (annaca n.d.r.), sai?
(...)»


L'attività investigativa dello S.C.O. e della Squadra Mobile di Genova ha fatto emergere inoltre quegli elementi indicativi del controllo del territorio, nell'ambito della zona di Lavagna, proprio del sodalizio 'ndranghetista. Così li sintetizza il GIP:

«Il 3 novembre 2013 sull'autovettura Mercedes di RODA' Francesco Antonio, NUCERA Paolo ha raccontato di essere stato avvicinato da un soggetto il quale gli aveva manifestato il timore di essere ammazzato; quella stessa mattinata l'individuo si era presentato all'hotel Ambra e NUCERA lo aveva tranquillizzato; successivamente, si era nuovamente presentato all'albergo "Ambra" - in assenza di NUCERA - per portargli un vassoio di paste come ringraziamento. NUCERA Paolo si è lamentato con RODÀ Francesco della situazione che l'uomo aveva ingenerato, consapevole che queste situazioni potrebbero creargli dei problemi. [...]

(...) NUCERA Paolo: piange dice che lo seguono, che lo vogliono ammazzare, e io gli dissi: "Ma scusa, mettiamo che tu...e io che cosa vuoi da me?". “No”, disse, "non sono. Non ho sbagliato con qualcuno...inc...". Ma è proprio esaurito al mille per mille. Stamattina è venuto giù a trovarmi e gli ho detto: "Ma non, ma vai a casa; non spaventare a tua moglie che non ci sono problemi. Qui non c'è nessun problema... inc. .. Cosa vuoi", gli ho detto io, "sei tu che ti sembra... ". "No, no", disse, "cosa vuole? Non sono mica scemo sa?". Gli dissi: "Ma non ti preoccupare che non ti tocca nessuno, non ci fare caso!". Stamattina è arrivato e mi ha portato i pasticcini, non c'ero io ma... Ti creano problemi qui raga'... perché poi....
(…)

Nel corso dello stesso dialogo i due facevano riferimento ad alcuni furti che stavano avvenendo presso dei locali di Lavagna. RODA' Francesco manifesta sospetti sul coinvolgimento di tale "Peppe", identificato in FRANCO Giuseppe, con precedenti per reati contro il patrimonio, mostrando, così, di essere a conoscenza delle dinamiche che presiedono alla commissione di reati nella zona del Tigullio. In merito, RODA' Francesco discute con NUCERA sulla possibilità di punire coloro che stanno ripetutamente operando i furti nel territorio di Lavagna.

(...)
Rodà: se erano là sono venuti pure qua,
Nucera: Eh sì...
Rodà: ...e mi sa che lo sa anche Peppe, mi sa che stavolta a Peppe lo sistemo!
Nucera: ma Peppe...però...ma siamo sicuri?
Rodà: ma tanto lo stesso se li meritano proprio, ma se li meritano tutti Paolo
Nucera: sì sì.
Rodà: non deve uno...noi ci facciamo troppi...troppi scrupoli! Gli deve far male uno!
(...)


Il successivo 7 novembre 2013, si registra la conversazione fra RODA' Francesco Antonio e PALTINIERI Paolo; il RODA' è alterato in relazione ad un furto all'interno del Bar Enrica ove erano state danneggiate anche le slots machines della ditta "M.P. giochi". [...]. Il 15 ottobre 2013, i ladri avevano forzato le slots machines del citato Bar Enrica e avevano sottratto il denaro ivi contenuto, circa 4mila euro. PALTRINIERI Paolo aveva formalizzato la relativa denuncia di furto. Si comprende che RODA' aveva visionato delle immagini registrate e riteneva di aver individuato dai filmati uno degli autori del furto come una persona vista spesso con FRANCO Giuseppe detto "Peppe Maciste". RODA', anziché recarsi dalle forze dell'ordine a segnalare i suoi sospetti, manifestava l'intenzione di gestire la situazione in autonomia dicendo di voler dare "due colpi" ai responsabili se li avesse colti in flagrante mentre commettevano altri furti [...].

La sera del 6 novembre 2014 all'esterno dell'Albergo Ambra passa tale "Manuele" che viene salutato da NUCERA Paolo [...] con il quale scambia alcune battute; NUCERA Paolo, che si trovava in compagnia con NUCERA Francesco, chiedeva all'interlocutore se lo avessero scarcerato ("...Oh 'Manuele, ciao ti ha mollato? .." ) e se era stato ristretto nella casa circondariale di Marassi; il giovane annuiva. NUCERA Paolo spiegava al fratello che quel giovane era uno " ...di quelli che ruba di tutta..." ma non ne ricordava il cognome [...].

La mattina dell'8 novembre 2014 RODA' Francesco Antonio raccontava a NUCERA Paolo di aver visto un gruppo di persone appena scarcerate, citandone i nomi ("...tutti i banditi sono usciti, eh? Bruno Biondi, Manuele...No, li ho visti, sono fuori..."). NUCERA replicava di saperlo già poiché aveva già incontrato Manuele [...]. La P.G riscontrava che erano stati rimessi in libertà, dalla Casa Circondariale di Genova Marassi, BARBIERI Sandro, BIONDI Bruno e RAVANETTI Emanuele, identificando in quest'ultimo il "Manuele" al quale si riferivano NUCERA e RODA'. In data 24 gennaio 2015 a bordo della BMW X5 in uso a RODÀ Francesco viene registrata una conversazione tra questi e RAVANETTI Emanuele, pluri-pregiudicato per reati contro il patrimonio, in materia di armi e di stupefacenti, conversazione già sopra citata a proposito delle dazioni di denaro fatte da RODA' ai detenuti, in cui RODA' Francesco, facendone una questione di rispetto, si lamentava con RAVANETTI della serie di furti che aveva patito sulle slots machines e VLT di proprietà della sua società. [...].

(...)
Ciccio: ..Manu...eee.. Emma guarda io ti rispetto ti voglio rispettare come ho rispettato tanti.. adesso non li rispetto più.. perché a me quando...
Emma/Manu: ..(si accavallano le voci)..
Ciccio:..quando mi rubano a me, quando mi fanno a me delle cose..
Emma/Manu: ..io però non t'ho mai rubato niente.
Ciccio: ..no, no, no no no no non mi permetterei mai di dirlo che tu.. io lo so che se tu...
(...)

Dal proseguo della conversazione risulta l'intenzione di RODA' di assumere informazioni da RAVANETTI sugli autori dei furti che aveva subito, sottolineando che detto comportamento sarebbe stato considerato come un atteggiamento di rispetto nei suoi confronti. RAVANETTI affermava che se avesse avuto informazioni utili si sarebbe prodigato per farle avere a RODÀ e quest'ultimo ripeteva che era interessato principalmente a conoscere "i nomi" degli autori dei furti piuttosto che recuperare il denaro che gli era stato sottratto. RAVANETTI diceva di aver capito che per RODA' si trattava di una questione di "rispetto" [...].

(…)
Ciccio: ... però io non ho mai.. che tu li conosci.. come altri che li conoscono quelli che vanno a rubare mi dice Ciccio è questo qua che è andato a rubare da te.
Emma/Manu: Ciccio allora .. io ti sto dicendo
Ciccio: .. io, io preferivo io un amico lo rispetto quando voglio essere rispettato anche, se no non lo rispetto più
Emma/Manu: .. inc.. io ti sto dicendo .. io ti sto dicendo se io avessi saputo che tizio o caio fossero venuti lì da te, magari non ti avrei detto chi è ma sicuramente ti avrei fatto riportare lo roba, questo è poco ma sicuro.
Ciccio: ..no, no.. ma tu .. ma tu .. tu invece a me mi devi dire chi è.. a me non mi se.. non mi serve lo roba
Emma/Manu:.. si ma siccome, ma allora.. lo so Ciccio.. perchè è una questione di rispetto...
(...)

Si noti che, nel corso della stessa conversazione, come è stato sopra riferito specificatamente, RODA' in più occasioni indicava di elargire denaro ai soggetti detenuti; trattasi di comportamento che consente a RODA' di mantenere aperte le relazioni con i soggetti detenuti, mantenendo ne il rispetto e potendosene servire.

RODA' Francesco, dopo aver rammentato a RAVANETTI Emanuele di averlo sempre rispettato gli ha ribadito che avrebbe voluto conoscere con certezza i nomi degli autori dei furti agli esercizi commerciali all'interno dei quali erano installate le sue slots machines. [...].

(...)
Ciccio: ..io a te ti ho voluto rispettare senza nessuna amicizia senza nessuna cosa.. ti ricordi come è successo che ..
Emma/Manu: .. infatti io ti porto sempre rispetto
Ciccio: ma io perché, perché, perché ti reputo un ragazzo che mi porta rispetto.. però vorrei sapere anche delle cose io cheee.. non riesco.. no che non riesco a saperle che ..qualcosa so..però voglio lo sicurezza.. capito?
Emma/Manu: si si si
Ciccio: perché quando mi dici una cosa a me rimane tra te e me
Emma/Manu: ..si ho capito
Ciccio.. però io ti sto dicendo.. posso dirti cose che io non sono sicuro che non so
...
Ciccio: no, no quelle cose lì non..
(...)

RODA' Francesco affermava, poi, che se gli autori dei furti fossero stati arrestati, egli avrebbe aspettato la loro scarcerazione per "tagliargli lo testa" [...].

(...)
Emma/Manu: ...inc... lo sai che non è che se vengo da te, te lo dico, e chiami i Carabinieri.. lo so... inc... è normale
Ciccio: ..no.. no.. (ride)..non ti preoccupare che anche, anche che li prendono .. guarda che .. quando mi fanno una cosa a me anche che li prendono i Carabinieri e che li arrestano e che.. che fanno galera dopo ci taglio lo testa lo stesso io
Emma/Manu: ma lo so .. si si si si....
(…)

Significativi sono anche le comunicazioni con cui RODA' Francesco Antonio viene informato della presenza di soggetti in luoghi pubblici a seguito delle quali egli sopraggiunge; dette indicazioni vanno riferite all'individuazione degli autori dei furti subiti. In data 24 febbraio 2015, RODA' Francesco Antonio è stato chiamato da DE VINCENZI Antonella, titolare del "Bar Enrica", la quale gli faceva capire attraverso la metafora della partita di calcio che tra i clienti presenti nel locale ve ne erano alcuni che avrebbero potuto interessargli. RODA' risponde che sarebbe subito arrivato [...].

(...)
Ciccio: No, no, no, perché c'ho...un attimino da fare che devo andare via...ma di che? Gente?
Anto: No, perché volevi vedere quella cosa...e sono lì
Ciccio: Ah va beh...eeeeh adesso vedo, se ce lo faccio...die.. meno un quarto..ma che c'è lo partita? Anto: Eh si si volevi vedere lo partita...allora è per quello c'è la juve, capisci?
Ciccio: Ah va bene, va bene...adesso
(...)

Quando RODA' ricevette la chiamata di DE VINCENZI Antonella era bordo della sua BMW X5 e dal sistema GPS risultava trovarsi a Chiavari; pochi minuti dopo, alle ore 23.06, lo stesso ha parcheggiato l'autovettura in via Franzoni a Lavagna, vicino al bar Enrica. Dopo alcuni minuti ZANELLA Nicola (figlio di DE VINCENZI Antonella), ha inviato un sms a RODA' da cui si è compreso che i soggetti erano in tre e uno di questi non era più presente nel locale. [...]. In data 23 marzo 2015, veniva commesso un altro furto presso l'Hotel Ambra, relativo all'asportazione del cambiamonete che conteneva 3.300,00 Euro oltre al valore del cambiamonete di 1.300,00 euro. Il 24 marzo 2015, RODA' Francesco Antonio incontra PALTRINIERI Paolo, che lo invita a recarsi nei pressi del Bar Cecè perché aveva notato alcuni soggetti di colore, di cui uno con la mano fasciata, che poteva essere uno di quelli che hanno commesso il furto di cui trattasi. Infatti, per entrare all'interno della Pensione Ambra, gli autori del fatto avevano infranto una delle vetrine della porta, ferendosi con il vetro per cui RODA' e PALTRINIERI davano per scontato che almeno uno degli autori potesse essere ferito. [...].

Il 25 marzo 2015, NUCERA Giovanni, mentre si stava recando al Planet Win 356 di Piazza della Libertà n. 12, chiamava RODA' Francesco Antonio per informarlo della presenza di uno dei soggetti sospettati del furto; RODA' rispondeva che sarebbe arrivato in tre minuti [...]. La sera del 27 marzo 2015 NUCERA Giovanni chiamava nuovamente RODA' informandolo di aver visto uno dei soggetti sospettati del furto e gli forniva indicazioni sull'abbigliamento dell'uomo [...].

Si evidenzia la volontà da parte degli indagati di realizzare un'indagine personale allo scopo di identificare con certezza i responsabili. Nonostante le informazioni che sono riusciti ad ottenere in merito ai furti commessi, nessuno degli indagati si è mai rivolto alle autorità per fornire indizi utili all'identificazione dei responsabili, tentando, invece, di acquisire ulteriori informazioni per regolare privatamente la questione. Emerge che RODA' Francesco Antonio goda di una rete di informatori anche all'interno degli Istituti di pena: il 12 dicembre 2014, conversando con NUCERA Paolo, raccontava che un uomo aveva pianto in carcere la prima notte; NUCERA Paolo commentava che la persona avrebbe dovuto mettere in conto la pena detentiva in seguito alla commissione dei reati di droga che aveva posto in essere [...].

Altri comportamenti significativi si traggono dalla consapevolezza con cui gli indagati prestano attenzione alla presenza delle forze dell'ordine e adottano accorgimenti per non essere controllati. Spesso si sono posti il problema di "bonificare" le proprie autovetture, hanno sempre dialogato in maniera criptica, cercando di evitare, per quanto possibile, la trattazione di alcuni argomenti di natura illecita sia al telefono che all'interno delle loro autovetture; in alcuni casi, hanno, altresì, evitato di dialogare all'interno dell'albergo Ambra, uscendo di proposito solo per affrontare un determinato discorso, per poi rientrare immediatamente dopo, comportamenti ripresi dalla telecamera posizionata fuori dalla struttura ricettiva di cui trattasi. [...]

Ci sono episodi significativi che riguardano le molte conversazioni nel corso delle quali RODA' Francesco Antonio ha fatto presente a chi trovava a bordo della BMW X5 targata FNK 364 di non parlare perché riteneva che le conversazioni venissero ascoltate:

- in data 20 dicembre 2013, mentre colloquiava con PESSAGNO Luigi lo ha avvisato di non parlare all'interno dell'auto. [...];
- in data 1 aprile 2015 parlando con GRIFFO Carmelo riferisce che nell'Hotel Ambra era stata rinvenuta una microspia il 13 febbraio 2015. [...];

- in data 13 aprile 2015, dialogando con MORAMARCO Massimo a bordo della sua auto lo ha esortato a non parlare delle ingenti somme di denaro a loro disposizione. [...].

In data 18 maggio 2014 si registra una conversazione all'interno dell'hall dell'Hotel Ambra tra NUCERA Paolo e MAMMOLA Pasquale (nato a Rosarno (Rc) il 26.10.1940 nel 1971 denunciato per il reato di associazione per delinquere finalizzata al furto e alla ricettazione, arrestato il 14.01.1972 per ordine di cattura della Procura presso il Tribunale di Chiavari, in data 22.07.1972 arrestato per omicidio preterintenzionale, denunciato per la detenzione abusiva di munizioni per una pistola ca1.7,65 e condannato alla pena di anni 6 di reclusione, in data 8.10.1995 arrestato per resistenza aggravata e lesioni a P.U). MAMMOLA parla con NUCERA in merito ai sospetti che nutriva su soggetti responsabili di aver loro cagionato un danno; gli dice di essere pronto a mettere in atto una ritorsione violenta nei confronti dei responsabili, ma NUCERA cerca di calmarlo, facendogli comprendere che non erano sicuri delle responsabilità dei soggetti in questione [...]

[...]
(...) 
Pasquale: si si... non ce la faccio più,...inc...sti pezzi di merda, ma chi cazzo sono, sti cazzi di stranieri...chi cazzo sono, che cazzo vogliono da noi?
(forse racconta qualche vicenda legata ad un suo famigliare) ... " noi siamo calabresi e gli facciamo il culo... quando vogliamo"... 
Paolo: lo so, ... basta che siamo sicuri
Pasquale: sicuri se non sbagli..... ci spariamo nella fronte Paolo!!, ..
Paolo: eh lo so, ma è strano 
Pasquale: inc.. però non devono rompere i coglioni... inc. .. 
Paolo: piano, piano qualcosa salta fuori 
(...) 
Pasquale: ...inc.. sti pezzi di merda, che ci accusa di omicidio...inc...vuole che faccio il pizzaiolo Paolo: eh...lo sò 
Pasquale: lo ha pagato lui l'omicidio...inc......( TV accesa)...inc.. lo acchiappo e gli tiro...inc...ma chi cazzo è.. inc.. 
Paolo: vabbe ma lui non spaccia... 
Pasquale: ...inc... (TV accesa ad alto volume che disturba l'uomo mentre parla).....la bisagno, mi disse "Pasquale!! siamo paesani "...se hanno fatto quello che...inc...cosi, .... " ci dissi.. inc. .. "
(...) 
Paolo: e si che è vero, e si che è vero, le cose cambiano...inc...e diventa più pesante...inc... il problema è un 'altro, che se non siamo sicuri, facciamo qualcosa, può darsi che paghiamo... inc. .. Pasquale: quello che decidi tu, per me va bene
[…]
Paolo: io se ero sicuro, lo sapevo che fare
Pasquale: dimmelo a me 
Paolo: eh... ma non sono sicuro 
Pasquale: ma ci vado io, ci vado io 
Paolo: ma non sono sicuro 
Pasquale: dimmi cosa devo fare 
Paolo: ho capito Pasquale!! io sono.. inc. .. ho sempre ragionato con la testa, se prima non sono sicuro, io non mi muovo...
Pasquale: gli taglio i coglioni e glieli faccio mangiare
Paolo: ma sono tossici Pasquale!!!!, cosa vuoi tutti tossici, non vedi che..inc.. 
Pasquale: il nostro...inc...che noi abbiamo, modeste a parte, senza molestie a nessuno...inc... 
Paolo: tu vedrai che se, .... ma loro saltano... inc. .. 
Pasquale: noi apparteniamo alla società molto 
Paolo: onorata 
Pasquale: e non c'è problema 
(…)»


Dall'indagine è emersa chiaramente la percezione esterna e nel contesto sociale del sodalizio della “locale” di Lavagna:

«Nel presente paragrafo vengono riportati elementi di rilievo al fine di evidenziare la considerazione presso i terzi degli indagati. Molte delle conversazioni riportate saranno più approfonditamente riprese nella trattazione dei singoli reati. Il 25 febbraio 2015, mentre si trovava in auto con il parente PANGALLO Domenico Antonio, cugino dei NUCERA (indagato nell'ambito del Proc. Pen. N. 6772/2006 R.G.N.R. DDA Reggio Calabria per i reati di associazione mafiosa, abuso di ufficio, omissione o rifiuto di atti di ufficio ), NUCERA Antonio faceva riferimento al "rispetto" di cui la sua famiglia godeva. PANGALLO Domenico Antonio, consapevole dell'attività imprenditoriale del cugino NUCERA Antonio nell'ambito dei rifiuti, afferma che le loro attività sono sotto "l'occhio del ciclone", NUCERA rispondeva che loro era rispettati in zona. [...].

(...)
Nucera: Sì, bravo! No ti dico, noi... inc...perché, capisci, sono mestieri un po' rischiosi! 
Pangallo: il vostro è un lavoro rischioso perché giustamente è un lavoro dove in tutta Italia non solo qua è all'o...nell'occhio del ciclone... 
Nucera: Eh! 
Pangallo: ...perché? Perché il maledetto politico, il maledetto politico, purtroppo non è persona corretta, no? Per guadagnare lui... 
Nucera: Eh sì... 
(...) 
Nucera: Ti dico, ma adesso c'hanno paura. Fanno più di prima adesso. Un po' sono frenati, però è peggio, più di prima adesso! 
Pangallo: E' pericoloso, è bene essere onesti! 
Nucera: Io guarda... 
Pangallo: Quando ti corichi la sera devi stare tranquillo... 
Nucera: A me mi devi credere, a me si sono offerti 'gente' di alto borgo, perché noi siamo capaci, siamo anche non temuti, 'rispettosi' in zona...
Pangallo: Certo... 
Nucera: Son venuti 'gente' di alto borgo. “Nucera ci mettiamo assieme, facciamo...”. “No grazie!”
(...)

Dalle intercettazioni ambientali captate nell'ufficio dell'ex parlamentare MONDELLO Gabriella, che nel panorama politico del Tigullio rappresenta da oltre 25 anni un punto di riferimento per i politici e gli amministratori pubblici locali, e dalle conversazioni ambientali registrate nell'Ufficio del Sindaco di Lavagna SANGUINETI Giuseppe e del Vice Sindaco BARBIERI Luigi, si comprende la consapevolezza, da parte di questi soggetti, delle caratteristiche criminali degli indagati. Le intercettazioni ambientali hanno evidenziato che MONDELLO Gabriella, che per oltre venti anni è stata Sindaco di Lavagna, ha avuto diretti contatti con la famiglia NUCERA; da deputato era venuta a conoscenza - dai dossier riservati della Commissione parlamentare antimafia - della mafiosità di NUCERA Santo, NUCERA Paolo e altri soggetti tra cui RODA' Francesco Antonio. Anche SANGUINETI Giuseppe negli anni '90 ha conosciuto la famiglia NUCERA, quando ricopriva l'incarico di assessore nella giunta del Sindaco MONDELLO Gabriella.

Il 1 aprile 2014 NUCERA Paolo si era recato nell'ufficio dell'ex parlamentare MONDELLO Gabriella (...). In data 22 aprile 2014, nella hall dell'hotel Ambra, NUCERA Paolo ha fatto riferimento al colloquio che aveva avuto con MONDELLO Gabriella: affermava di aver redarguito la donna poiché ella aveva dichiarato che da anni a Lavagna esisteva la mafia, circostanza mai smentita anche quando lui venne arrestato. NUCERA Paolo si sarebbe invece aspettato una esplicita dichiarazione della MONDELLO che lo collocasse al di fuori dei contesti mafiosi di Lavagna. MONDELLO Gabriella, nel corso di quel colloquio, gli aveva detto che nei suoi confronti non aveva mai pensato che lui fosse mafioso [...].

(...)
Paolo: Tu ci dicevi: "lo è tanti anni che dico che a Lavagna esiste lo mafia, però escludo che... Paolo lo escludo categoricamente ché lo conosco... inc. .. "
(...)


In data 16 maggio 2014, MONDELLO Gabriella affermava nel suo ufficio che già nel 2009 era al corrente della documentazione dell'Antimafia in cui si esplicitava l'infiltrazione della 'ndrangheta nel territorio della riviera di Levante, con particolare riferimento alla famiglia NUCERA ed agli imprenditori Paolo ed Antonio che si occupavano di rifiuti e di esercizi commerciali. MONDELLO minimizzava la figura di NUCERA Paolo che, se non proprio coinvolto in crimini di alto profilo, avrebbe "solamente" favorito la latitanza di qualche soggetto [...].

Poche ore dopo il citato dialogo, MONDELLO Gabriella intratteneva un ulteriore colloquio dove affermava di aver avuto modo di visionare - nel 2009 quando era deputata - alcune relazioni riservate della D.I.A. che indicavano l'infiltrazione della 'ndrangheta nella riviera di Levante, precisamente a Lavagna e a Sarzana; nell'ambito di quelle informative era indicato il nome delle famiglie NUCERA [...], ribadiva che le responsabilità dei NUCERA della spazzatura e dell'albergo si limitavano solo ad aver ospitato qualche "summit". Medesimo discorso veniva replicato da MONDELLO Gabriella anche il 3 giugno 2014 con VACCAREZZA Giovanni circa la relazione antimafia della D.I.A. sulle infiltrazioni della 'ndrangheta a Lavagna e a Sarzana [...], ribadendo che NUCERA Paolo era responsabile di aver "ospitato delle riunioni" seppur lo descriveva come una persona che lavora sempre ed è benvoluto da tutti.

Il 5 giugno 2014 è stata registrata una conversazione all'interno dell'ufficio di MONDELLO Gabriella [...] dove MORELLO Benito - padre di Mauro - chiedeva alla donna di aiutare il figlio a trovare lavoro, una volta uscito dal carcere, nell'impresa che si occupa della gestione della raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani del Comune di Lavagna. L'ex parlamentare rispondeva che attualmente la raccolta dei rifiuti a Lavagna è gestita da una ditta esterna, la Idealservice, ma col tempo l'Amministrazione comunale avrebbe cambiato l'organizzazione in materia di Ambiente. MONDELLO gli chiedeva se il figlio Mauro fosse finito nelle mani della 'ndrangheta e MORELLO Benito rispondeva che a lui non piaceva la famiglia di NUCERA Paolo, il titolare dell'Hotel Ambra arrestato per mafia; MONDELLO Gabriella affermava che NUCERA Paolo avrebbe potuto potenzialmente rivestire la figura di "capo" (della "locale" di Lavagna), ma a suo parere era responsabile solo di reati minori. MORELLO domandava poi alla MONDELLO se RORDA' Francesco Antonio "Ciccio" fosseun soggetto pericoloso ed ella lo confermava. MORELLO Benito raccontava, allora, alla MONDELLO che suo figlio Mauro doveva ripagare un prestito di 10.000,00 euro a RODA' Francesco e che era ancora in debito di 8.000,00 euro, motivo per il quale suo figlio era stato più volte minacciato.

( ... )
Morello: la paura mia lo sa qualè?
Mondello: eh ?
Morello: questo Rodò, quando fu che Mauro lavorava per conto suo ...inc... gli ha prestato 10 mila euro
Mondello : e si ma quando l'avevano che m'ha detto lei, minacciato
Morello: gli ha riportato tremila euro, ora 8 mila euro avanza, da anni, ma Mauro come glieli portava?
Mondello : ma senta una casa, se lei crede ...
Morello: io ho paura di questo Ro Ro.... "
( ... )

La MONDELLO raccontava a MORELLO che prima delle elezioni aveva chiamato nel suo ufficio NUCERA Paolo al quale aveva chiesto l'appoggio elettorale per evitare che egli appoggiasse MAGGI Mario, dietro al quale vi era invece NUCERA Santo. NUCERA Paolo, le aveva risposto che "loro" non avrebbero votato MAGGI. MONDELLO riferiva anche che NUCERA Paolo le aveva detto di essere risentito con lei, perché non l'aveva difeso quando era stato arrestato per mafia. MONDELLO Gabriella si offriva di aiutare MORELLO Benito, cercando di intercedere con RODA' Francesco Antonio attraverso NUCERA Paolo; in seguito, consigliava a Benito di fare trasferire suo figlio da Lavagna, altrimenti RODA' Francesco Antonio lo avrebbe perseguitato. MORELLO raccontava di essere stato lui stesso minacciato due volte da RODA' e la MONDELLO ribadiva la necessità di parlarne con NUCERA Paolo.

Il 21 giugno 2014, nel corso di tre conversazioni registrate nell'ufficio di MONDELLO Gabriella con il vice sindaco BARBIERI Luigi, quest'ultimo ricostruiva i giorni appena successivi alle consultazioni elettorali nei quali il neo Sindaco SANGUINETI Giuseppe aveva subito forti pressioni dai soggetti calabresi affinché venisse conferito a TALERICO Massimo un importante incarico politico in Comune [...]. Il Vice Sindaco BARBIERI Luigi spiega con preoccupazione alla MONDELLO che sarebbero potuti emergere dei problemi perché il neo Sindaco SANGUINETI, non avendo voluto nominare TALERICO Massimo Assessore, è stato fortemente condizionato dalle pressioni di NUCERA Paolo. BARBIERI precisa che NUCERA Paolo, GENTILE Franco e TALERICO Cataldo, (padre del Consigliere Comunale Massimo) avevano esercitato sul neo Sindaco una "pressione" "modello Calabria" che aveva intimorito SANGUINETI condizionandolo nelle sue scelte. Il Vice Sindaco, poi, racconta di essere stato avvicinato lui stesso da Gentile Franco e Talerico Cataldo in piazza Falcone a Lavagna e che costoro, in stile mafioso, gli hanno detto che il Sindaco non aveva capito "un cazzo"; perciò si erano rivolti a lui affinché "il loro ragazzo" (TALERICO Massimo) potesse ottenere un incarico prestigioso nel Comune.

( ... )
Barbieri: [...] in piazza Falcone, mi hanno avvicinato dentro, con una scusa, ma io avevo capito perché era da un po' di giorni che mi volevano parlare e, Talerico poverino non riesce a parlare, Gentile parla se può, il padre di Talerico... è un professore universitario ..mettiamola così.. mi hanno preso da una parte e mi hanno detto... prima davano del lei.. ho detto diamoci pure del tu.. ti volevamo un parlare perchè il nostro ragazzo...uno mi dice che è il figlio, Gentile mi dice lo conosco da quando era bambino... deve stare tranquillo... e Pino non capisce un cazzo.. so che invece tu, per il fatto che sei avvocato ...
( ... )

MONDELLO Gabriella spiegava che avrebbe voluto riferire a NUCERA Paolo di intercedere con i suoi corregionali e di stare tutti uniti allo scopo di ottenere tutti i vantaggi richiesti, spiegandogli l'importanza delle deleghe conferite alloro eletto attraverso le quali egli avrebbe potuto fare ciò che voleva; raccontava, poi, la vicenda di MORELLO Mauro, affermando che, come anche Ieno (Domenico), aveva contratto un debito con RODA' Francesco Antonio non onorato; nella circostanza, la MONDELLO sottolineava la pericolosità di RODA' Francesco, descrivendolo più pericoloso di NUCERA Paolo.

(...)
Mondello: .. Ieno ..inc...calabrese..aveva un debito con quel Rodà....siamo... 
Barbieri: quello non lo conosco
Mondello: ...è Rodà, parente di ...Paolo Nucera, sono quelli lo 'ndrangheta non Paolo !...
(...)

In altra occasione, commentando l'articolo del Secolo XIX del 19 giugno 2014 sulle armi rinvenute a San Colombano Certenoli, la MONDELLO ribadiva la sua convinzione che a Lavagna fosse effettivamente radicata la 'ndrangheta [...]. In data 28 giugno 2014 è stata registrata un'altra conversazione nell'ufficio di MOINDELLO Gabriella, tra questa e il vice Sindaco BARBIERI Luigi, nella quale quest'ultimo raccontava che TALERICO Massimo gli aveva riferito che avrebbe voluto spaccare la testa a VABAI Pietro, responsabile della posizione organizzativa dell'edilizia privata del Comune di Lavagna, perché riteneva che questi non volesse far lavorare le sue ditte attraverso la concessione di permessi comunali. Il Vice Sindaco raccontava ancora che TALERICO Massimo aveva tenuto un altro comportamento spregiudicato in Consiglio comunale in quanto si era sentito offeso dal consigliere di minoranza Caveri Mauro. Quest'ultimo aveva affermato che la delega al Demanio - vista la sua delicatezza - non doveva essere conferita ad un Consigliere; TALERICO si era rivolto ad un'impiegata dell'ufficio dell'edilizia privata, dicendole che avrebbe fatto sparare a Caveri, oppure gli avrebbe inviato due persone che lo avrebbero picchiato a sangue. La MONDELLO, comprendendo il pericolo delle affermazioni esternate, concludeva di voler chiamare NUCERA Paolo per far calmare TALERICO Massimo [...].

In data 12 luglio 2014 MONDELLO Gabriella ribadiva a BARBIERI Luigi che TALERICO Massimo era sostenuto da un gruppo delinquenziale organizzato, aggiungendo che al momento quelle persone sono "dormienti" perché erano stati da lei anestetizzati attraverso delle promesse, palesando comunque che si trattava di soggetti pericolosi [...].

In data 3 gennaio 2015 nel suo ufficio, il sindaco SANGUINETI, alla presenza del Vice Sindaco BARBIERI, del fratello di questi Matteo e del geom. BONICELLI Pietro, ha affermato che, in base alla sua esperienza di amministratore pubblico (egli era già stato assessore circa venti anni prima quando era Sindaco la MONDELLO), la gestione dei rifiuti a lavagna è da 20 anni "in mano ai mafiosi" come la famiglia NUCERA ("...io ci sono già passato 20 anni fa... la rumenta è in mano ai mafiosi...tipo Nucera... eh..."). In quell'occasione, ipotizzava di effettuare un servizio di raccolta dei rifiuti attraverso una cooperativa vicina al Comune, appositamente costituita, ma evidenziava anche i conseguenti pericoli. Infatti, SANGUINETI arriva a dire che NUCERA avrebbe fatto loro "saltare" gli automezzi, anche se quelli del Comune, valutazione condivisa dal Vice Sindaco e dal geom. Bonicelli [...].

Il Sindaco SANGUINETI, in data 20 gennaio 2015 ha raccontato ai suoi interlocutori un episodio su NUCERA Antonio accaduto vent'anni prima, allorquando egli rivestiva il ruolo di Assessore nel Comune di Lavagna e l'Assessore BELLA aveva la delega ai rifiuti. In quella circostanza, il funzionario avrebbe voluto indire una gara d'appalto per la raccolta dei rifiuti rivolgendosi anche a società aventi sede fuori Regione; appreso ciò arrivò in Comune NUCERA Antonio che, con le mani in tasca, si rivolse all'impiegato comunale addetto alle operazioni connesse al bando dei rifiuti ribadendogli con arroganza che nella zona era soltanto la sua ditta che doveva lavorare. SANGUINETI che gli atteggiamenti che caratterizzavano l'intimidazione mafiosa dei NUCERA derivavano dal concreto pericolo di eventuali ritorsioni, come l'esplosione o l'incendio dei mezzi. A tal proposito il Sindaco riportava un altro episodio che aveva visto coinvolto tale COSTA Mauro al quale vennero "sventrati" tutti i capannoni senza che questi sporgesse neppure denuncia. Gli interlocutori riconoscono essere attuali le indicate caratteristiche dei NUCERA [...].

(...)
Sanguineti: ..arriva Nucera, questo me lopassi te perché, e gli dice con le mani in tasca, gli dice " ma che cazzo telefoni .... Lo sa che lei qui partecipo solo io... !" (risata).
Sanguineti: ecco questo era il sistema introdotto 25 anni fa..! (risata)
Sanguineti: dire mafioso è poco no.. !
Fontana: no ..
Sanguineti: adesso lo posso dire, perchè san passati vent'anni... (risata)
Sanguineti: ..perchè ho paura e che mi facessero, rischiavi anche che ti facevano saltare la macchina minimo.. ! Perchè poi vi racconto anche.. va beh lascia perdere.. ! Quello di Costa, quando gli hanno sventrato tutti i capannoni, che non ha manco fatto la denuncia.. Si è tenuto il danno...(inc.le)..
Fontana: (inc.le) ..
Sanguineti: e con questo sappiamo con chi abbiamo a che fare, che poi non è cambiato nei secoli...! Fontana: sii... (inc.le) ..
(...)

Il giorno 2 febbraio 2014 nell'ufficio del Sindaco, questi, insieme al Vice Sindaco BARBIERI Luigi e all'assessore LO BASCIO, parla del rinnovo del contratto della stazione di trasbordo gestita dai NUCERA affermando che alcuni dipendenti del Comune erano contrari al rinnovo e che ciò era stato percepito anche da NUCERA Antonio. Nella circostanza BARBIERI affermava, che un'eventuale decisione negativa in merito al rinnovo del contratto tra Comune e NUCERA per la locazione della stazione di trasbordo avrebbe causato ritorsioni e che gli avrebbero fatto sarebbe "saltare" l'autovettura. L'Assessore ha continuato commentando che, essendo proprietario di una sola abitazione, non avrebbe voluto avere nessun tipo di problema [...].

Significativi anche i dialoghi intercorsi fra gli amministratori locali in merito al comportamento di GENTILE Franco ed altri commercianti ambulanti, in contatto con la famiglia NUCERA, relativi all'indebita occupazione del demanio. In data 9 luglio 2014 si registra una conversazione [...] tra l'Assessore comunale al Commercio VATTUONE Annabella e il Consigliere al Demanio TALERICO Massimo, in cui si comprende che GENTILE, FELLETTI, SQUADRITO e CASAZZA avevano illecitamente posizionato i loro lettini sulla radice del "pennello", che consiste in un'opera di difesa dell'arenile; Vattuone Annabella aveva ricevuto una lamentela da parte di Bonesi Mirella - titolare dei Bagni Baraonda, (ubicati in Lavagna sul lungomare Labonia vicino agli "ombrellonai", GENTILE, FELLETTI, SQUADRITO e CASAZZA) che lamentava che, a causa del mare mosso, non poteva posizionare i lettini in spiaggia; la Bonesi chiedeva, quindi, che anche a lei fosse consentito di posizionare i lettini come avevano fatto Gentile, Felletti, Squadrito e Casazza. Il Consigliere al Demanio TALERICO Massimo si adirava e giustificava il Comandante dei Vigili che, nel caso degli ombrellonai non era intervenuto, sostenendo che molto probabilmente egli non aveva visto GENTILE e gli altri "ombrellonai" infrangere la legge altrimenti li avrebbe sanzionati; dichiarava che Gentile, Felletti, Squadrito e Casazza se ne infischiano della legge ed il Comandante non fa nessun tipo di favoritismo in quanto, evidentemente, egli non aveva visto. La Vattuone, ad un certo punto della conversazione, affermava che probabilmente la Polizia Municipale non contestava nulla ai Gentile, Felletti, Squadrito e Casazza perché facevano" paura".

Significativi sono anche i comportamenti realizzati da RODA' Francesco Antonio per recuperare i prestiti ed il timore dei debitori nei suoi confronti.

L'11 febbraio 2014 veniva escusso a sommarie informazioni (...) MORELLO Mauro, che aveva contratto un debito con RODA' Francesco Antonio di circa 10.000,00 euro senza averlo onorato nei tempi previsti, condotta per la quale il RODA' ha esercitato impulsive e violente condotte di pressione per recuperare la cifra in discussione (della vicenda parla MONDELLO Gabriella nelle conversazioni più sopra riferite). Durante le dichiarazioni, il MORELLO appariva particolarmente reticente nel rappresentare la verità dei fatti e mai faceva riferimento esplicito al RODA', quale soggetto che gli aveva prestato il denaro che gli veniva reclamato. Dalle risultanze, il soggetto cui si riferisce MORELLO è RODA' Francesco Antonio (sul punto si veda la sopra riferita conversazione del padre di Morello con Mondello Gabriella e l'intervento sotto riportato di RODA' con il padre di Morello). Nel corso delle sommarie informazioni, MORELLO affermava testualmente: "Ho paura di riferire il nome di questa persona perché, da come si sente dire in giro, viene considerata una persona di "massimo rispetto", esprimendo, così, l'autorità intimidatrice del RODA' nella comunità lavagnese. Con riferimento al comportamento mantenuto dal RODA' nei confronti del MORELLO, viene in considerazione l'intercettazione [...], in cui RODA' Francesco Antonio si ferma a bordo della sua auto e parla con una persona che chiama MORELLO (il padre di Morello Mauro), chiedendo di Mauro; alla risposta che è andato a Lavagna e se aveva un appuntamento, RODA' risponde che l'appuntamento lo aveva già la settimana scorsa e che "te lo mando a casa stropiato io, ve lo giuro, ve lo giro che non ne ho voglia però ve lo mando stroppiato a casa" al che l'interlocutore risponde "no, no, ora ci parlo io Ciccio, ci parlo io Ciccio” Altro soggetto che è ritenuto avere un debito nei confronti di RODA' Francesco Antonio è PESSAGNO Luigi (la p.g. lo identifica come il soggetto che sale in macchina dell'indagato al quale quest'ultimo dice di non parlare in macchina, che appena salito in macchina si scusa con il RODA' e dice che nel giro di pochi giorni gli avrebbe dato i soldi [...]). Il PESSAGNO, sentito a sit in data 26 marzo 2014, pur riconoscendo di avere avuto problemi finanziari, negava di essersi mai rivolto a privati per dei prestiti.

Vengono ancora in considerazione le sit rese da Rossi Emanuele in data 20/10/2015, 22/10/2015. Rossi Emanuele era titolare del bar Valerio in Cogorno Via IV Novembre 107, ha dichiarato di avere conosciuto RODA' Francesco (detto Cecè, deceduto in un incidente stradale il 6 maggio 2000) e RODA' Francesco Antonio; che nel 1999 la sua attività aveva delle difficoltà economiche e chiese a NUCERA, Cecè, un prestito di 30 milioni, in relazione al quale era previsto che avrebbe dovuto corrispondere ogni mese un milione di lire di interessi per ogni dieci milioni di lire di capitale; non riuscì a pagare; dopo la morte di Cecè, si presentò nel suo locale RODA' Francesco Antonio che gli disse che avrebbe dovuto pagare a lui recandosi o nel suo locale di barbiere o presso l'Hotel Ambra; la situazione debitoria si fece sempre più grave non riuscendo il Rossi a far fronte al pagamento degli interessi che nel frattempo erano aumentati; allora RODA' gli chiese di cedergli l'attività commerciale. La cessione dell'attività avvenne formalmente con la costituzione, in data 4 agosto 2003, della società "Bar Valerio di Rodà Francesco s.a.s.", di cui risultavano soci RODA' Francesco Antonio, accomandatario, Rossi e PALTRINIERI Roberto accomandanti. Dal momento della formalizzazione della società, il Rossi consegnò le chiavi dell'esercizio al RODA' e non vi mise più piede; seguirono alcuni mutamenti delle persone dei soci, venne inserita la persona di MASSETTI Patrizia; in data 9 novembre 2010 la società bar Valerio s.a.s. venne sciolta e la gestione del bar venne proseguita da una nuova società “Christian di Massetti Patrizia s.a.s”., successivamente sciolta e messa in liquidazione in data 7 maggio 2014.

Dal maggio 2013 MASSETTI Patrizia risulta assunta alle dipendenze della M.P. Giochi s.r.l., società riconducibile a RODA' Francesco Antonio. Nelle dichiarazioni in data 22 ottobre 2015, Rossi Emanuele affermava che solamente sua moglie era a conoscenza del debito contratto con la famiglia NUCERA e che li considerava soggetti pericolosi: Dico ciò perché durante il periodo in cui cercavo di onorare il mio debito scoprii che Ciccio faceva parte della famiglia Nucera, e si sa che nella zona del Tigullio la famiglia Nucera è conosciuta come gruppo di persone pericolose. E' stata questa condizione che mi ha indotto a non chiedere aiuto a nessuno per paura di eventuali ritorsioni da parte di costoro ...". Nel corso della stessa deposizione, il Rossi dichiara che, nel periodo in cui si parlava dei fatti di cronaca che avevano coinvolto la famiglia NUCERA, si era incontrato con RODA' Francesco Antonio, su richiesta di quest'ultimo, il quale gli raccomandava, se fosse stato interrogato dalle forze dell'ordine, di ricordarsi di dire che il passaggio del bar era avvenuto in maniera regolare davanti ad un notaio, secondo le comuni volontà»

(fine puntata 2.1 – segue)



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