Mentre il marito faceva affaroni con Gavio, la Vincenzi svendeva le quote della Serravalle a Gavio
E LA RASSEGNA STAMPA DEL 28.08.2011
Come Casa della Legalità sollevammo la questione nel maggio 2007. Studiammo a fondo carte, visure e bilanci. Denunciammo pubblicamente tutto, insieme a DemocraziaLegalità [leggi lo speciale].
Dopo le elezioni, il 12 giugno 2007, presentammo istanza ufficiale al Tribunale di Genova per il conflitto di interessi del neo eletto sindaco Marta Vincenzi in Marchese. Il 2 luglio 2007 depositammo una memoria di comparsa di nove pagine con dati e fatti, a cui allegammo centinaia di pagine di allegati (tutto ciò che era stato possibile acquisire). All'udienza la Marta Vincenzi non si presentò, mando i suoi legali tra studio Acquarone e studio Flick. All'udienza del Tribunale, presieduta dal Presidente Antonino Dimundo, era anche presente, per la Procura, il pm Silvio Franz.
Era il 25 settembre 2007. Noi chiedemmo che venissero acquisiti di documenti presso il Comune di Genova e presso le sedi delle società coinvolte ed interessate (quelle pubbliche e/o partecipate, quelle di Bruno e Malvina Marchese e quelle di Gavio), in quanto la Sindaco Vincenzi si era rifiutata di fornirli (quelli relativi al Comune ed alle società pubbliche e/o partecipate) anche davanti ad interrogazioni formali in Consiglio Comunale, e quindi non vi era alcun modo legale per averli e quindi produrli come prova. La difesa della Vincenzi sostenne invece che quei documenti comprovanti il denunciato conflitto di interessi dovevano essere prodotti da chi aveva presentato il ricorso e non si poteva quindi procedere se non vi erano, oltre a sostenere che il conflitto di interessi dovesse essere diretto, ovvero per un incarico diretto tra Vincenzi-Sindaco ed il consorte. In quella stessa udienza emerse anche che il consorte della Vincenzi, per evitare la decadenza della Sindaco per conflitto di interessi palese, rinunciò (dopo la notifica della nostra istanza in Tribunale) ad un incarico e compenso per lavori con l'Autorità Portuale di Genova, nel cui Comitato Portuale siede la Sindaco.
Il Tribunale rigettò il ricorso senza effettuare alcuna acquisizione di documentazione, nonostante le palesi falsità delle dichiarazioni della Vincenzi che, ad esempio, sosteneva l'impossibile come quando affermava che la IMPREGILO non avesse incarichi ed interessi a Genova quando invece è soltanto (sic!) nella partita della Metropolitana (più costosa del mondo) in costruzione e che Lei stessa aveva appena chiamato come super consulente della sua Giunta il consigliere di amministrazione (e avvocato) di Impregilo, Maurizio Maresca.
Noi, in allora, indicammo chiaramente negli Atti anche la pregressa vicenda (1999) delle quote della società dell'Autostrada Milano-Serravalle che la Vincenzi, allora Presidente dalla Provincia di Genova, vendette alla società di Gavio per 1,60 euro ad azione (Gavio poi venderà le quote alla Provincia di Milano, il cui Presidente era il Filippo Penati, per 8.93 euro).
La Procura della Repubblica di Genova nell'ambito dell'inchiesta su corruzione ed i legami con i Mamone dell'Amministrazione del Comune di Genova e le società pubbliche (per cui venne arrestato anche il braccio destro della Vincenzi, Stefano Francesca - vai allo speciale) riprende la vicenda. Nell'Ordinanza di Custodia Cautelare, ad esempio, il Gip scriveva: "Bruno MARCHESE, marito di Marta VINCENZI, nel corso del 2007 è stato al centro di una diatriba sul conflitto di interessi, sollevata da Christian ABBONDANZA presidente della Onlus "CASA DELLA LEGALITA'" di Genova, sfociata in un ricorso urgente depositato, il 12 giugno 2007, presso il Tribunale di Genova, ai sensi del Testo Unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali approvato con D. L.vo 18/08/2000, n. 267 (artt. 63 e 70). Nel ricorso in parola, rigettato il 25/09/2007, dal Collegio della Prima sezione del Tribunale di Genova, l'ABBONDANZA e Simonetta CASTIGLION dichiarano che: «dalle visure camerali della CCIAA emerge che Bruno MARCHESE e Malvina MARCHESE (rispettivamente marito e figlia di Marta VINCENZI) sono proprietari di maggioranza della "IGM ENGINEERING IMPIANTI srl" di Genova... questa fa parte dei "CONSORZI RETE e FASTIGI". ....Bruno Marchese è Amministratore Delegato della IGM citata e Direttore Tecnico del Consorzio RETE; ........tale ditta e detti consorzi operano certamente con società partecipate del Comune di Genova, su tutte la "Sviluppo Genova spa" e la "Milano-Serravalle Milano-Tangenziali spa", nonché anche con l'Autorità Portuale di Genova ed altri soggetti affidatari diretti e/o indiretti di incarichi da parte del Comune (come molteplici società quali ad esempio Impregilo spa, Fisia Impianti spa) e/o con strutture societarie che operano in coordinamento con il Comune come Anas spa e Salt p.a.». Infine, sul sito internet di ABBONDANZA, viene segnalato che in data 15 giugno 2007, il Presidente del Tribunale firmava il decreto con cui veniva fissata l'udienza per il ricorso; il 19 giugno 2007 Bruno MARCHESE inviava una raccomandata (spedita il 20 e ritirata il 21) al Presidente delll'Autorità Portuale di Genova Giovanni NOVI (colpito nel febbraio di quest'anno, da ordinanza di custodi cautelare per reati contro la p.a. - p.p. n.8687/0721 RGNR ), in cui rinunciava ad un incarico di collaudatore relativo alla realizzazione di impianti di distribuzione elettrica delle aree Ponti Ronco e Canepa". [il testo integrale clicca qui]
Dopo quell'indagine [ammissione e patteggiamento per tutti gli arrestati e rinviati a giudizio e condanna a 6 mesi in primo e secono grado per Giuseppe Profiti] la squadra del GICO che l'aveva seguita è stata smembrata. L'allora procuratore capo Francesco Lalla, andato in pensione, è divenuto Difensore Civico della Regione Liguria (con i voti del centrosinistra e quelli del centrodestra). Alla guida della Procura della Repubblica è salito il "reggente" Vincenzo Scolastico, quello che, a Savona, lasciò andare in prescrizione il fascicolo, per intenderci, sul "fallimento perfetto" orchestrato, sulla pelle di lavoratori, città e territorio, da imprenditori, politici e sindacalisti uniti nell'affare.
Ora, siamo in grado di pubblicare alcuni documenti che dimostrano gli ottimi rapporti d'affari della società del consorte della Marta Vincenzi con Gavio, ai tempi della cessione delle quote "svendute" dalla Vincenzi a Gavio. Li abbiamo avuti da poco e non li avevamo pubblicati perché, come nostra abitudine, non puntiamo a scoop ma a ben altri obiettivi. Ormai sono stati resi pubblici in rete da altri e quindi li pubblichiamo anche noi, annunciando che li produrremmo, nei prossimi giorni, formalmente all'Autorità preposta - come era già programmato di fare -. Purtroppo, a questo punto, ciò avverrà quando ormai gli interessati sono già a conoscenza di alcuni di quei documenti che sono usciti dalla riservatezza di certe stanze!
Resta comunque evidente un punto: la Vincenzi non può più negare di tali rapporti, così come il PD tutto (compresa la Roberta Pinotti che allora era nella Giunta Provinciale della Vincenzi dal 1993 al 1997 e poi in quella Comunale con Giuseppe Pericu) sapeva ed ha taciuto e coperto il tutto. Su questo, quindi, sono i cittadini che hanno il dovere di valutare i fatti e giudicare la responsabilità politica di una classe dirigente pubblica piegata dagli affari.
Ecco qui i documenti (in formato .pdf):
- documento 1
- documento 2
Seguono le schede e qualche altro dettaglio tra ciò che si era già detto, scritto e denunciato e l'oggi...
Quanto abbiamo pubblicato è la prova lapalissiana ed inequivocabile delle mistificazioni e menzogne dette e ripetute per coprire quegli affari con Gavio della famiglia Marchese-Vincenzi. Fatti che denunciammo pubblicamente ed alle competenti autorità nel 2007. Fatti che hanno visto il 13 luglio 2007, in un'intervista a Marco Menduni, per "Il Secolo XIX", il consorte di Marta Vincenzi, Ing. Bruno Marchese, che dichiara: "Non ho mai lavorato con Gavio, né per la Serravalle" [leggi qui].
Marta Vincenzi, divenuta sindaco, tuonava verso chi aveva sollevato la questione del conflitto di interessi e dei rapporti con le società del Gruppo Gavio, ovvero noi: "Costoro dovranno affrontare i giudizi di calunnia che, come si sa, è un reato ben grave nel nostro ordinamento". Era il 25 giugno 2007 quando fece il suo intervento di insediamento da Sindaco in Consiglio Comunale [leggi qui il verbale integrale], dove, oltre a minacciare una denuncia che non ci è mai arrivata, con chiaro intento intimidatori, aggiungeva anche che lei andava "fiera" di tutto quello che aveva fatto.
I DS (poi PD) non potevano essere ignari delle vicende che denunciavamo e della loro piena fondatezza. Ma hanno taciuto perché come si è visto i rapporti con Gavio non erano solo quelli del consorte della Vincenzi... ma anche, ad esempio, di Filippo Penati, il politico lombardo della sistematica corruzione "rossa" con capitale a Sesto San Giovanni.
Avevamo già denunciato allora l'Impegilo che la Vincenzi negava avesse lavori e interessi a Genova aveva invece quella "bazzecola" chiamata Metropolitana [clicca qui]. Come denunciammo allora (chiedendo anche, inutilmente, al "ribelle delle parole" europarlamentare Giulietto Chiesa di fare interrogazioni al Parlamento Europeo) la Vincenzi da europarlamentare aveva, con i fondi messi a disposizione dal Parlamento Europeo, con l'associazione ELM, promosso pubblicazioni (di cui Direttore Editoriale era il già da allora suo bracco destro Stefano Francesca, poi arrestato nei maggio 2008), dove vi era la pubblicità della società IGM ENGINEERING IMPIANTI SRL di marito e figlia, Bruno e Malvina Marchese [clicca qui]. Denunciammo anche che la IMG dei Marchese aveva operato per il famoso progetto (inutile e costoso) del Terzo Valico, del CIV - Gruppo Gavio... ovvero proprio quel progetto tanto sostenuto e perseguito dalla Marta Vincenzi, tanto da Parlamentare Europeo e poi da Sindaco [vedi qui].
Ma veniamo ai documenti che abbiamo pubblicato e che sono quelli che dimostrano che avevamo indicato giusto noi e che avevano mentito loro.
Si tratta, come si può constatare dai documenti integralmente pubblicati, di documenti che riguardando l'autostrada SALT (di Gavio), la SINELEC (altra società di Gavio) e la IGM del consorte della Vincenzi.
La perizia con cui vengono preventivati lavori miliardari (in lire) è del 1999, ovvero l'anno delle famose cessioni sottocosto delle azioni della Milano-Serravalle dalla Provincia di Genova (presidente Marta Vincenzi) al buon Gavio. Qui lo schema riassuntivo del pirmo documento:
Poi abbiamo il secondo documento, dove troviamo incarichi dal 2001, con i relativi carteggi dalla SINELEC alla IGM... ed una fattura della IGM alla SNELEC. Qui gli estratti riassuntivi:
Il lavoro affidato dalla SALT (autostrada A12 - Sestri Levante/Livorno) alla SINELEC (entrambe del gruppo Gavio) viene quasi integralmente subappaltato dal SINELEC alla IGM di Bruno Marchese.
Ma chi vi era allora nella SALT? Presidente era BAUDONE, ex PCI e già Presidente della Provincia di La Spezia (defunto). Nella SINELEC come amministratore delegato vi era Aldo PICCININI, ex PCI ed ex Presidente CCPL - Consorzio Cooperative Produzione e Lavoro (defunto).
Dalle tesimonianze raccolte la perizia conteneva prezzi gonfiati. Questa, che dovrebbe essere depositata anche presso l'ANAS, sarebbe stata predisposta sempre da Marchese. Fatto questo che avrebbe dovuto precludere, perché illegale, che poi i lavori finissero alla società del Marchese.
Bruno BINASCO, braccio destro di Gavio, si accorse dell'enorme sproporzione tra i costi indicati per lavori preventivati ed il costo effettivo di tale intervento. Ciò avvenne quando si effettuò, nel 2002, la revisione della perizia del 1999. A quel punto, qualche mese dopo, Piccinini venne sostituito, mentre Marchese venne chiamato per comunicargli, a quanto riferitoci, che si sarebbe chiuso anticipatamente il contratto ed il miliardo lo si sarebbe pagato in altra modalità, ovvero parte come indennità per attività svolte e parte in lavori "finiti" e cioè senza costi. Si sarebbe trattato di lavori affidati da SALT, SINA e SINELEC, tutte del gruppo Gavio.
Il fatto comunque non è come andarono le cose nel dettaglio, anche perché il tempo che è passato non può permettere anche a testimoni diretti di garantire una dettagliata "fotografia" delle dinamiche. Il fatto è che inequivocabilmente la società di Bruno MARCHESE lavorò con il gruppo GAVIO nel periodo 1999-2002, ovvero dopo il passaggio di quote sottocosto dalla Provincia di Genova guidata dalla moglie di Marchese, ovvero Marta VINCENZI, al GAVIO... Alla faccia del "Non ho mai lavorato con Gavio" dichiarato dal Bruno Marchese!
Tutto questo lo raccontiamo perché, ancora una volta, crediamo, come già ricordato, che esiste una responsabilità politica ed una questione morale, indipendente dalle questioni giudiziarie con scadenza o meno dei termini di prescrizione. E' sui fatti che i cittadini devono valutare ed i fatti sono dimostrati dai documenti che abbiamo pubblicato integralmente... E' su questi fatti che si è dimostrata la menzogna di una classe politica, e non solo della Vincenzi e consorte, bensì di tutto il gruppo dirigente dei DS (ora PD) genovese... volta a coprire i rapporti consolidati anche in questo territorio, come in Lombardia, con gruppo d'affari che faceva capo a GAVIO!
PS
Negli altri Paese, in quelli seri, chi mente spudoratamente si dimette e chiede scusa. Il partito di appartenenza prende provvedimenti e chi ha "coperto" viene messo da parte e chiede scusa. In Italia non avviene, ne da una parte ne dall'altra.
SINELEC e Bruno Marchese dell'IGM
Per chi avesse dubbi sul fatto che SINELEC sia del gruppo GAVIO
La famiglia Vincenzi e gli affari con la Serravalle
Lei decise di vendere le azioni a Gavio. Il marito ebbe una consulenza da lui
di Antonella Mascali e Ferruccio Sansa
La moglie, Marta Vincenzi, presidente della Provincia di Genova nel 1999, vendette le quote dell'autostrada Milano-Serravalle al gruppo di Marcellino Gavio. Nello stesso periodo, il marito, l'ingegner Bruno Marchese, ottiene appalti proprio da una società del gruppo Gavio. A Genova, a meno di un anno dalle amministrative scoppia la polemica, sollevata per prima dall'associazione "Casa della Legalità" di Genova in un periodo difficile per la Vincenzi. Isolata all'interno del Pd, ha dovuto abbozzare alle primarie e sa che il partito non vorrebbe la riconferma. A complicare la situazione l'inchiesta della procura di Monza su Filippo Penati che ha portato il nucleo tributario della Guardia di Finanza di Milano a cominciare l'esame anche dei documenti sulle diverse compra-vendite delle azioni della Milano-Serravalle al gruppo Gavio.
La Provincia di Genova dodici anni fa ha venduto al gruppo piemontese le sue azioni a 1,6 euro ciascuna. Nel 2005 la Provincia di Milano, guidata da Penati, le ha comprate da Gavio a 8,93. Finora non è emersa alcuna illegalità, è bene precisarlo. Ma le criticità politiche stanno imperversando perché il marito dell'attuale sindaco lavora con la sua IGM Engeenering Impianti srl, per la Sinelec spa del gruppo Gavio anche nell'anno della vendita delle azioni dell'autostrada, come risulta da alcuni documenti che Il Fatto Quotidiano ha potuto visionare. Si tratta di opere che riguardando "Il sistema di Telecontrollo per S.A.L.T. (società autostrade liguri-toscane, ndr)". Dopo una perizia e un progetto dettagliato, datato settembre 1999, Sinelec e IGM perfezionano l'accordo nel maggio-giugno 2001. Tra i vari lavori eseguiti "Fornitura e posa in opera Sistema Automazione Caselli", "Quadri elettrici di consegna e distribuzione" e "Gruppo elettrogeno". Nella fattura inviata "l'11 luglio 2002" l'IGM, per i lavori che si riferiscono "all'ordine del 10-12-2001", indica come compenso (compreso di Iva) "99.160,07". Il 12 agosto 2002 la società di Marchese, ottiene un altro appalto sempre dalla Sinelec: "Protezione riguardante le scariche elettriche". "Totale iva esclusa 39.780,00". A proposito della Milano-Serravalle, tra i capitoli più contestati c'è proprio quello della cessione operata dalla Provincia di Genova, che deteneva oltre il 10% delle azioni. Una scelta che sollevò le proteste della Provincia di Milano. L'amministrazione lombarda non era ancora governata da Penati, ma voleva già acquistare una parte della quota ligure (il 40 per cento, pari al 4,3 per cento del totale). Ma la Provincia di Genova, guidata allora da Vincenzi, preferì i privati: il diritto di prelazione dei milanesi non poteva essere fatto valere solo su una fetta della quota: o si comprava tutto oppure niente. E così finì. Marta Vincenzi, al Fatto Quotidiano rivendica quell'operazione: "Ho venduto le azioni molto bene, a 1,6. Due anni prima, nel 1997 il sindaco di Genova Adriano Sansa le aveva vendute a 1,19. Poi le venderà anche il successore, Beppe Pericu. Sono ben felice di quella mia decisione. Il capitale ricavato è servito per lavori pubblici". E gli appalti del gruppo Gavio a suo marito? Per il sindaco nessun conflitto di interesse: "Non ha mai partecipato a gare con aziende riconducibili alla pubblica amministrazione". Accetta di rispondere al Fatto anche l'ingegner Marchese: "Niente di inopportuno. Ho lavorato per società del gruppo Gavio anche prima del '99 (la IGM è stata costituita nel 1996, ndr) e un anno e mezzo fa ho fatto un blind-trust. Ora opero solo come consulente tecnico, ma da quando mia moglie ha incarichi istituzionali non lavoro per società di cui sia azionista oggi il Comune e prima la Provincia. Ed è una regola di famiglia che semmai mi ha penalizzato. Per esempio non ho partecipato alla gara da 900 mila euro per la gronda autostradale". Tra i clienti segnalati dal sito dell'IGM c'è la Sina spa di Milano ("Global service per le infrastrutture"), azionista della Civ (collegamenti integrati veloci). La Civ tra i suoi azionisti ha anche l'aeroporto di Genova, la banca ligure Carige e la Milano-Serravalle tangenziali spa.
28.08.2011 - Il Secolo XIX
Sul web il contratto da 550 milioni di lire firmato nel 2000, dopo la vendita delle azioni da parte della Provincia.
"Appalti da Gavio? Certo, è il mio lavoro"
Al marito del sindaco di Genova una consulenza. Vincenzi: non c'entra la Milano-Serravalle
Marco Menduni
Genova. "Quello era un intervento da otto, nove milioni di euro. Ma io l'ho solo progettato e mi è stato pagato esclusivamente quel lavoro". Quanto? Lo testimoniano i documenti dell'epoca: 550 milioni di lire. Parola di Bruno Marchese, marito del sindaco Marta Vincenzi, patron della società di impiantistica Igm Engineering . Torna di attualità, quell'incarico ricevuto da Marchese nel 2000 da parte di una società del Gruppo Gavio per un grande intervento sull'autostrada Salt. Torna di attualità perché il "ventilatore" di internet mette in rete carteggi, documenti e contratti di quell'operazione. Che, nel tempo, si inserisce tra due avvenimenti. Il primo: la vendita da parte della Provincia di Genova, guidata nel 1999 dalla stessa Vincenzi, delle quote dell'Autostrada Milano-Serravalle a Marcellino Gavio. Il quale, atto secondo, le rivenderà sei anni dopo alla Provincia di Milano a prezzo super maggiorato, realizzando una plusvalenza vicina ai 180 miloni di euro. Per l'acquisto di quelle quote Filippo Penati è nel mirino della Procura di Monza, in una delle tante inchieste che lo ha travolto. All'offensiva dal web la Vincenzi reagisce con parole dure: "Spazzatura, pensare che l'incarico alla società di mio marito sia stata una contropartita per la vendita delle azioni è solo spazzatura alla quale ho già risposto". Insiste: "Tutti gli enti locali, Comune compreso, decisero allora di vendere le loro quote. Ci sono perizie e valutazioni che lo confermano: il prezzo era assolutamente congruo". Anche Marchese sbotta: "Io ho realizzato un blind-trust e lavoro per la mia azienda come consulente, proprio per evitare situazioni di imbarazzo. Non ho mai più operato a Genova, proprio perché mia moglie è sindaco. Per quanto riguarda il passato, io faccio quel lavoro. Siamo tra i più bravi nel ramo della sicurezza autostradale, soprattutto per le gallerie. E' ovvio, normale che abbia potuto avere a che fare con Gavio. Che peraltro non mai conosciuto né incontrato". La vicenda inizia alla fine del 2000, quando la Salt, l'autostrada Sestri Levante - Livorno, commissiona a Marchese un lavoro ambizioso, il "sistema di telecontrollo per i caselli e per le gallerie". Attraverso una sola cabina di regia è possibile controllare che cosa accade nei tunnel e individuare in tempo reale situazioni di emergenza. La commissione arriva dalla Sinelec, che il gruppo Gavio controlla attraverso la Ssat. Il Presidente del consiglio di amministrazione è Daniela Gavio, la figlia di Marcellino. L'opera viene progettata dalla Igm di Marchese, nella sede di via Ponte Reale. La proposta che Sinelec fa a Igm è firmata dall'amministratore delegato Aldo Piccinini, ex presidente del Ccpl, Consorzio Cooperative Produzione e Lavoro, scomparso poi nel 2004 a 65 anni, stroncato da un malore. La moglie Giovanna Senesi, ex senatore del Pci, entrerà nel Cda della stessa Serravalle. Poi però, l'operazione non decolla. "La società - spiega Marchese - modificò i suoi programmi. E io ottenni il pagamento del solo progetto, che aveva impegnato il mio studio per mesi".
nostra breve nota di commento alle dichiarazioni del duo Marchese-Vincenzi
Ma come... Bruno Marchese, nel 2007, dichiarava - come abbiamo ricordato ieri, vedi sopra - che non aveva mai lavorato per le società di Gavio... ed oggi, una volta che le carte sono uscite, pubblicate e inconfutabili, anziché ammettere di aver mentito, dice, come se nulla fosse, che era naturale che con la sua società lavorasse per le società d Gavio!
La Vincenzi non è da meno, e cerca di nuovo di mistificare la realtà (a proposito chi era super-assessore dal 2002 sino all'elezione al Parlamento Europeo di quella Giunta Pericu che di nuovo vendette le quote a Gavio? Marta Vincenzi in Marchese!). La Vincenzi ha usato un termine perfetto: "spazzatura".... ed è vero: sono spazzatura!