Avanti il prossimo, la "Biella Scavi" vorrebbe l'omissis...
[AGGIORNAMENTO, AL 23.11.2010, IN CODA] L'Avvocato Andrea Milani ci scrive (la lettera è riportata integralmente in coda) per dirci che "I richiami suddetti accomunano falsamente la Biella Scavi ai loschi figuri di cui in indagine da Voi riportata, ledendo l'onore ed il decoro dell'azienda e delle sue risorse; mi preme inoltre segnalare come le trscrizioni pubblicate (donde non è lecito ipotizzare un coinvolgimento della società da me assistita, essendo citata da quei loschi figuri di cui sopra senza comunicazione alcuna con la Biella Scavi o sue risorse), siano provento del reato di rivelazione del segreto d'ufficio, essendo atti d'indagine allo stato secretati; col che il loro utilizzo e la loro pubblicazione, oltre a diffamare la mia assistita, costituiscono anche altro reato".
Ma l'avvocato Andrea Milani dovrebbe sapere che le Ordinanze di Custodia Cautelare non sono atti secretati ed accusare qualcuno di violare il segreto istruttorio, quando questa violazione non vi è, costituisce reato di calunnia...
Noi abbiamo pubblicato l'Ordinanza del Gip di Milano, emessa su richiesta della DDA di Milano, relativa all'Operazione TENACIA (clicca qui), non quindi un atto segretato o riservato! Nell'Ordinanza stessa vengono indicate circostanze, persone, società e fatti sulla base delle attività di indagine eseguite da reparti investigativi, nonché estratti delle intercettazioni, che sono stati valutati attinenti all'inchiesta e di rilievo ai fini dell'azione promossa dalla DDA di Milano e dal Gip. Nell'Ordinanza vi sono i passaggi da noi riportati integralmente, senza modifica o alterazione alcuna, in cui gli indagati e arrestati parlano dei contatti con la società "BIELLA SCAVI", indicano appalti a Genova, così come, ad esempio, di un incontro che gli esponenti del gruppo PEREGO dovevano svolgere a Noli, in provincia di Savona.
Quindi da parte nostra non solo non si è violato alcun segreto istruttorio, ma non si sono promosse né accuse, né illazioni nei confronti della "Biella Scavi srl". Chi cita la società da lei assistita, avvocato Milani, sono i contenuti delle conversazioni intercettate tra PEREGO Ivano, lo STRANGIO Stefano ed il PAVONE Andrea. Procedere ad una denuncia nei loro confronti, anziché accusare noi, non pare forse una strada più corretta?
In merito agli appalti della "Biella Scavi srl" che noi abbiamo citato (e ripreso nel video) per la "Genova Hi-Tech" agli Erzelli sono veri o falsi? E' vero o no, come abbiamo riportato, che la Biella Scavi srl ha una posizione dominante in quegli appalti? Ed è vero o falso che dove ad esempio l'incarico lo ha avuto la ECO-GE dei noti Mamone la BIELLA SCAVI non c'è? Sono veri e sono dati di fatto, pure constatazioni della realtà. Tanto che, le ricordo, gli stessi fatti da noi pubblicati, sono stati pubblicati ampiamente anche dal principale quotidiano della Liguria, ovvero Il Secolo XIX.
Nella sua nota, inoltre, Lei, avvocato Milano, afferma che noi avremmo leso gravemente l'immagine della Biella Scavi srl pubblicando gli estratti dell'Ordinanza (che abbiamo pubblicato anche integralmente proprio nell'articolo da Lei indicato) dove la stessa è citata, e per il fatto che abbiamo indicato gli appalti che questa ha a Genova (come se poi avere appalti a Genova significhi automaticamente commettere reato... mah). Afferma poi che "gli atti d'indagine" sono (secondo lei) "allo stato secretati", ma allora ci spiega come ha fatto a verificare e affermare con indiscutibile certezza che la Biella Scavi srl non è coinvolta nell'indagine se questa è ancora secretata?
Signor avvocato Milano, noi diamo spazio pieno alla sua lettera, ma non procederemo ad inserire alcun "omissis" o cancellare alcun frammento di video dove sono riportati solo fatti e contenuti di documenti ufficiali. Le segnaliamo inoltre che se Lei, per conto dei suoi assistiti, volesse inviarci una nota in cui si esclude categoricamente di aver mai avuto contatti con il PEREGO e sodali 'ndraghetusi, così come la smentita di aver mai avuto rapporti di affari con società del gruppo PEREGO, e la smentita di aver mai ricevuto pressioni da parte del gruppo imprenditorial-mafioso, noi saremo ben lieti di pubblicarle, così che la Biella Scavi possa chiarire al meglio che con i mafiosi non vuole aver nulla a che fare.
Come Lei certamente sa, le imprese che cedono alle cosche mafiose e non denunciano rischiano le condanne. Fortunatamente la DDA di Milano su questo punto è intransigente ed il recente caso di Maurizio LURAGHI, condannato insieme agli esponenti della cosca BARBARO-PAPALIA, dimostra che non può essere tollerato che imprenditori ed imprese estranei alle cosche si facciano assoggettare per controllare appalti, subappalti, forniture o collocamento di personale. Chi non denuncia e si fa strumento che di fatto permette il rafforzamento dell'organizzazione mafiosa diventa a tutti gli effetti un complice. Quindi non sarebbe male se la Biella Scavi srl dicesse pubblicamente di aver denunciato all'Autorità Giudiziaria gli "avvicinamenti" e le eventuali pressioni che il gruppo imprenditoral-mafioso sgominato dall'Operazione TENACIA avrebbe promosso nei suoi confronti, così come si evince da quanto affermato dal PEREGO & C nelle conversazioni intercettate. Sarebbe un bel esempio, non crede?
NOTA:
L'Operazione TENACIA, eseguità dalla DDA di Milano poco prima di quella "IL CRIMINE" coordinata dalle DDA di Milano e Reggio Calabria, è una delle più incisive operazioni della magistratura milanese per stroncare il condizionamento della 'Ndrangheta nelle imprese e sugli appalti.
Infatti, come si è evidenziato anche recentemente con la nuova relazione semestrale della DIA, la 'Ndrangheta ha acquisito un forte potere di condizionamento e assoggettamento delle imprese lombarde e del nord Italia, e la DDA di Milano svolge proprio su questo terreno un efficace e precisa attività di indagine, prevenzione e contrasto. Nelle Ordinanze, come nel caso di quella dell'Operazione TENACIA o per citare un altro esempio quella relativa ai BARBARO-PAPALIA (che abbiamo anche pubblicato integralmente), non vengono inseriti passaggi a caso, ma rappresentano una sintesi degli elementi essenziali e certi che, prodotti dalla Procura, vengono vagliati da un giudice terzo, il Gip. Quindi pubblicare tali Atti non significa certamente fare "illazioni", così come non significa stendere una "sentenza" (che spetta solo ai Tribunali emettere), ma semplicemente fornire informazioni complete che consentano a ciascuno di compiere le proprie valutazioni.
Lettera inviataci dall'avvocato Andrea Milani per conto della BIELLA SCAVI SRL
Buongiorno.
Scrivo la presente in nome e per conto della società da me assistita, Bialla Scavi s.r.l., in merito agli articoli ed ai filmati pubblicati sul Vs. sito al seguente link
http://www.casadellalegalita.org/index.php?option=com_content&;task=view&id=8975&Itemid=63
Le illazioni riportate in tale testo ledovo gravemente l'immagine della Biella Scavi s.r.l., dal momento che la società non è coinvolta nelle indagini da Voi riportate (certamente esistenti e degne di sottolineatura), nè è in alcun modo coinvolta nelle attività illecite degli altri soggetti indagati, nè, ancora, il suo legale rappresentante od altra risorsa sono riconducibili a detta indagine o collusi con i soggetti di cui all'indagine.
Questa difesa ha verificato infatti che nessuna persona in organico Biella Scavi, nè l'ente autonomamente, è mai stata indagata in merito a quei fatti nè è stata in odore di esserlo.
Comprendendo come la cronaca dei fatti sia di rilievo ed interesse per un sito attento e garantista come il Vs., debbo comunque chiederVi:
- di sostituire tutti i riferimenti "Biella Scavi", inserendo piuttosto un "omissis";
- di togliere i filmati che ritraggono i mezzi col marchio "Biella Scavi";
questo al fine di tutelare l'immagine gravemente lesa di una società seria che opera con correttezza e trasparenza anche sul sito oggetto d'indagine e che occupa diverse persone nonostante il periodo di crisi.
I richiami suddetti accomunano falsamente la Biella Scavi ai loschi figuri di cui in indagine da Voi riportata, ledendo l'onore ed il decoro dell'azienda e delle sue risorse; mi preme inoltre segnalare come le trscrizioni pubblicate (donde non è lecito ipotizzare un coinvolgimento della società da me assistita, essendo citata da quei loschi figuri di cui sopra senza comunicazione alcuna con la Biella Scavi o sue risorse), siano provento del reato di rivelazione del segreto d'ufficio, essendo atti d'indagine allo stato secretati; col che il loro utilizzo e la loro pubblicazione, oltre a diffamare la mia assistita, costituiscono anche altro reato.
Con la presente chiedo pertanto formalmente che la mia assisitita e le di lei risorse non abbiano più a comparire nè a livello di scritto, nè a livello di immagini, sul Vs. sito; in difetto, mi vedrò costretto, mio malgrado, ad adire l'Autorità Giudiziaria per meglio tutelari le ragioni della mia assistita.
Certo della Vs. collaborazione e di un Vs. sollecito riscontro, l'occasione mi è gradita per porgere i più cordiali saluti.
avv. Andrea Milani
AGGIORNAMENTO AL 23.11.2010
Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera dell'Avv. Milani con cui si precisa ulteriormente, alla luce delle questioni da noi sollevate nell'articolo in risposta alla precedente comunicazione, alcuni punti relativi alla Biella Scavi:
Faccio seguito al Vs. articolo "Avanti il prossimo, la "Biella Scavi" vorrebbe l'omissis..." per rappresentare quanto segue.
Innanzitutto mi spiace la trascendenza dei toni: il contenuto ed i modi della mia erano finalizzati a far presente come la Biella Scavi srl sia un'azienda sana, non mischiata in questioni di dubbia liceità presso il cantiere oggetto dell'indagine da Voi riportata (come meglio appresso) e - soprattutto - come essa occupi numerosi dipendenti che, grazie alla capacità commerciale ed esecutiva dell'azienda, ed a questo solo, continuano a essere occupati anche in periodo di crisi; ed ancora, come la diffusione di notizie aventi certamente una base di verità (quella prospettata in ordinanza), ma fuorvianti sul reale coivolgimento di soggetti citati nell'ordinanza cautelare ma avulsi tanto dai fatti quanto dalle indagini, possono indurre chi non conosce la Biella Scavi a dubitare del suo corretto operare giungendo magari ad escluderla quale partner commerciale per il solo fatto che, a mezzo di un qualunque motore di ricerca su internet, il secondo link comparente sia quello che accomuna la società alle indagini concernenti personaggi gravemente indiziati e che riporta Vs. osservazioni non perfettamente aderenti all'ordinanza stessa, come meglio appresso.
Il fine, pertanto, non voleva e non vuole essere di polemica o di oscurantismo, bensì di sensibilizzazione e ragionevolezza.
Ciò detto, e venendo nel merito della Vs., nell'ordine:
- innanzitutto nella mia non mi riferivo alla ordinanza da Voi citata, bensì all'articolo da Voi redatto e riportante una delle tante intercettazioni di cui in ordinanza; tale articolo, ove Voi esponete il fatto di cronaca basandovi sull'ordinanza stessa, per forza di cose rappresenta un sunto interpretativo della ordinanza: fosse stata unicamente riportata l'ordinanza nella sua interezza, allora il lettore avrebbe avuto contezza del fatto che Biella Scavi non è assolutamente coinvolta nell'indagine (non figurando indagata nessuna persona a Biella Scavi riconducibile!); invero Voi avete scritto (e questo non è testo dell'ordinanza):
"in altri tre cantieri invece troviamo quella BIELLA SCAVI di cui avevamo parlato, come ricordato prima il 22 luglio scorso, ovvero la società che gli 'ndranghetisti, con il gruppo del PEREGO, avevano avvicinato (previa verifica se già non fosse legata a qualche cosca) per farsi passare i lavori degli incarichi conquistati a Genova. Fatti accertati dalla DDA di Milano nell'ambito dell'operazione TENACIA"
con ciò dando per scontato che la Biella Scavi fosse stata realmente avvicinata dai soggetti indagati: ciò non corrisponde a verità, nè esistono elementi di cui all'ordinanza per far ritenere provato tale fatto; che questi signori telefonicamente si dicano che vorrebbero avvicinare Biella Scavi, non significa che ciò sia stato fatto e nessuno, se non il P.M. in forza di altri atti di indagine che a nessuno possono essere noti (da qui il segreto istruttorio, non invocabile sull'ordinanza), può sostenere il contrario senza ricorrere ad illazioni, mi si permetta per amor del vero, gratuite!
Ecco perchè tale Vs. affermazione rischia di gettare ombre su una società "pulita" qual è la Biella Scavi.
Ciò detto, sia chiaro che per parte di chi scrive c'è massimo rispetto per la Vs. solerte attività di cronaca, così come non c'è assolutamente intezione di accusare falsamente nessuno di aver commesso reati (mi riferisco ai Vs. riferimenti ad eventuali calunnie... tale reato si configura allorquando un soggetto riporta all'Autorità Giudiziaria una notizia di reato accusando falsamente qualcuno... nel caso di specie, nè è stato riportato alcunchè all'Autorità Giudiziaria od a Autorità che abbia l'obbligo di riferire all'A.G. stessa, nè è stato accusato nessuno, essendosi sollevato unicamente il dubbio che alcuni Vs. commenti possono dare ad intendere che circolino notizie ulteriori - e queste sì coperte dal segreto - rispetto a quanto in ordinanza! Ed anche questo, davvero, non per polemizzare ma per fare chiarezza).
- nessun dubbio sulla notizia generale da Voi riportata; tuttavia solo una lettura approfondita dell'ordinanza fa emergere come il nome Biella Scavi sia dagli indagati citato a mero titolo di presenza sul cantiere e non a titolo di collaborazione e collusione: che i soggetti indagati menzionino la Biella Scavi (peraltro palesando di non conoscerla!), non determina il suo coinvolgimento nè il fatto che - a seguito delle intenzioni espresse dagli indagati - essa sia stata avvicinata. Tuttavia non si ravvedono fatti di reato in danno di Biella Scavi commessi dagli indagati intercettati: di qui, l'astensione da denunce nei loro confronti e la richiesta a Voi rivolta non di astenerVi dal portare a conoscenza dei Vs. attenti e stimati lettori un fatto di cronaca molto grave, ma di circoscrivere le "accuse" a chi relamente è indagato, senza estendere dubbi su chi non lo è e non avrebbe motivo alcuno di esserlo!
- è bene chiarire che Biella Scavi certamente lavora presso il cantiere da Voi menzionato; non ha posizione dominante ed opera sui lotti pei quali ha legittimamente vinto la gara d'appalto: ovviamente non sugli altri, ove - suo malgrado - non ha ottenuto l'aggiudicazione (come nel caso Eco-GE: la Biella Scavi ben volentieri si sarebbe aggiudicata anche tale lotto, ma per motivi ordinari di miglior o peggior offerta così non è stato: nessuna collusione, nessun accordo è evincibile dall'ordinanza citata, nè sussiste!).
- la notizia sul non coinvolgimento nell'indagine penale di Biella Scavi o di suoi rappresentanti o dipendenti discende da verifica presso il registro degli indagati presso la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano: e questo non osta al segreto istruttorio, essendo consentito a mezzo dell'art. 335 c.p.p. (salvo eventuale decreto motivato del p.m. che, nel caso di specie, non è stato opposto)!
- infine è opportuno chiarire, ancora una volta, come Biella Scavi ed i suoi rappresentanti od operatori non siano mai stati avvicinati illecitamente o richiesti illecitamente di prestarsi a collusioni del tipo per cui è indagine: diversamente, per certo, avremmo provveduto secondo le forme di legge. Ed è su questo punto che mi permetto di farVi notare come la frase da Voi scritta e pubblicata non corrisponda a vero, certamente non per malafede (non mi permetterei mai), ma per impeto di cronaca e forsanche dubbio possibile ma non sostenibile sulla base delle risultanza di indagine pubbliche!
Insomma, ripeto che il ns. fine è solo quello di chiarire come Biella Scavi sia realmente estranea ai fatti di reato oggetto dell'indagine da Voi riportata (conformemente all'indubbio diritto di cronaca), sia estranea anche solo a tentativi di illecito avvicinamento da parte dei soggetti in tale indagine coinvolti e - soprattutto - sia azienda che opera con correttezza, trasparenza, facendo del lavoro delle proprie risorse il suo punto di forza, senza ricorso a condotte illecite; l'occupazione di tali risorse, può trovare pregiudizio nell'accostamento dovuto non tanto all'ordinanza riportata integralmente, quanto al Vs. sunto illustrativo "Tra cooperative e 'ndrine... la Genova high tech! " che richiama sì l'ordinanza, ma aggiunge elementi ultronei e - mi si permetta ancora - non provati e dannosi per l'immagine della società per i motivi di cui sopra.
Con ciò spero di aver chiarito la ns. posizione e - soprattutto - di aver dimostrato come noi non si voglia assolutamente aggredire, accusare o anche solo polemizzare (con) il Vs. utile (e personalmente apprezzato!) impegno informativo.
Spero sinceramente che questo sia chiaro per le parti tutte e che i toni possano essere distesi, restando a disposizione per ogni chiarimento.
avv. Andrea Milani