A Savona una “variante” per un indagato eccellente: DELLEPIANE (quel gruppo DEMONT nei "cartello" MAMONE e in cantiere coi FOTIA)
Nella città della “torretta” l'amministrazione di centrosinistra guidata dal “renziano” Federico BERRUTI si prodiga nel soddisfare gli appetiti cemento e mattone del DELLEPIANE Aldo. Non uno qualunque. Basta pensare che è l'uomo forte dell'UNIONE DEGLI INDUSTRIALI di Savona. Lo è stato prima direttamente e poi con con il genero Fabio ATZORNI (qui l'Informativa della Questura di Savona dove risulta che il DELLEPIANE Aldo è formalmente indagato per i reati di "associazione per delinquere e turbata libertà degli incanti" [quale aderente al "cartello degli appalti" guidato dal noto MAMONE Gino - e su cui poi ci soffermeremo] mentre Fabio ATZORI era stato anche denunciato, nel 2009, dalla Questura di Gorizia per "favoreggiamento ingresso clandestino o irregolare sul territorio nazionale" in quanto "in qualità di legale rappresentante della DEMONT SRL, compiva attività finalizzate a procurare l'illegale ingresso e la conseguente permanenza in TN [territorio nazionale, ndr] di cittadini extracomunitari mediante la predisposizione di contratti d'appalto ideologicamente falsi, apparentemente intervenuti tra la ASV ITALIA SRL e la DEMONT SRL..."...
Oggi sono pronti a partire per una nuova speculazione edilizia nella darsena savonese... Una speculazione che necesità (così come quella già consumata) dell'avvallo politico - amministrativo... e considerando che hanno direttamente e indirettamente tanti amici nei posti che contano (come dimostra già la storia) pare che non avranno grossi problemi, o almeno non se li aspettano. Conoscerli bene è doveroso... ed allora ecco che procediamo in merito. Con ordine, passo per passo...
Nel libro “IL FALLIMENTO PERFETTO” del giornalista Bruno Lugaro è tra i personaggi di quella “partita” volta alla realizzazione (consumata) di una mega speculazione edilizia nell'area del PORTO DI SAVONA. Nel profilo dei “personaggi”, Lugaro, nel 2007, lo presentava così: “Aldo Dellepiane. Nato a Osiglia (Savona) nel 1945, perito industriale. Da impiegato a proprietario della DEMONT, gruppo di punta a livello europeo nell'impiantistica e cantieristica navale. Presidente dell'UNIONE DEGLI INDUSTRIALI nei primi anni Novanta, Cavaliere del lavoro. Oggi anche grande costruttore edile”. Ed in quel libro, con le carte segrete di un'inchiesta predisposta dal Procuratore Capo di Savona Acquarone e poi, dopo il suo trasferimento in Cassazione, lasciata andare a morire, basta leggere alcuni brevi paragrafi di questo libro per capire meglio, nel concreto, l'opera del DELLEPIANE.
“OMSAV, LA FABBRICA DIMEZZATA – Il 29 ottobre 1990 l'OMSAV SPA acquista dall'ITALSIDER SPA il ramo d'azienda per un controvalore di 300 milioni... Il 1 novembre del 1990, comunque, l'OMSAV prende ufficialmente possesso dello stabilimento, augurando 'a tutto il personale dipendente un proficuo proseguimento dell'attività lavorativa per il miglioramento ed il rilancio della situazione dello stabilimento'.” - “LA 'DOTE' DELL'ILVA – Tuttavia... l'OMSAV pare offrire garanzie di tenuta, anche per gli stretti legami con i dirigenti dell'ILVA che riconosce a DELLEPIANE, GUGLIELMONE, MALACALZA e soci un “fondo rischi” di 5,5 miliardi più 8 miliardi per i costi di personale a cui andrà incontro.” - “IRROMPE ORSA 2000 – Nel 1991, sei giorni prima di Natale, c'è un nuovo passaggio di proprietà delle aree in comodato all'azienda savonese. Ed è un passaggio cruciale. Davanti al notaio Flavio Brundi l'ILVA GESTIONE PATRIMONIALI cede i terreni ad ORSA 2000 SRL (che si era costituita pochi mesi prima, il 15 luglio) per la somma di 3 miliardi e 952 milioni, circa 120 mila lire a metro quadro. L'ILVA è rappresentata al tavolo dal dirigente Giuseppe BARGIACCHI mentre OR.SA. 2000-ORIZZONTE SAVONA 2000 SRL (questo il nome per esteso della società) si presenta il presidente del consiglio d'amministrazione Aldo DELLEPIENE, imprenditore valbormidese in grande ascesa e presidente degli industriali savonesi.” - “LA CRISI OMSAV E L'INCHIESTA – Tra l'autunno del '91 e la primavera del '92 si intrecciano le vicende del CONSORZIO VECCHIA DARSENA e di ORSA 2000. Il 2 aprile del 1992, mentre sul fronte industriale dell'OMSAV trapelano i primi segnali di crisi e si fanno sempre più frenetiche le iniziative dei gruppi interessati ad approfittare dell'occasione, il CONSORZIO VECCHIA DARSENA acquista due nuovi soci. Sono l'ILVA GESTIONI PATRIMONIALI e la SICMA di GUGLIELMONE, già co-proprietaria di ORSA 2000... Lo stesso 2 aprile viene eletto presidente del CONSORZIO Andrea DE FILIPPI, presidente della Camera di Commercio e fratello di Carlo DE FILIPPI, socio di ORSA 2000, dapprima in nome proprio e poi attraverso la società di famiglia, SINEDIL. Nel consiglio direttivo entrano MACOR e Aldo DELLEPIANE. A questo punto i presidenti di Camera di Commercio e Unione degli Industriali si possono definire ufficialmente interessati al business immobiliare... La OMSAV “infila” una serie impressionante di commesse in perdita. Sembra una maledizione... L'azienda è in caduta libera. I dipendenti sono quasi tutti in cassa integrazione straordinaria. I sindacati giocano la carta della disperazione. Lanciano l'idea dell'azionariato dei lavoratori per salvare la fabbrica. Particolarmente attino il neo segretario della FIOM-CGIL, Livio DI TULLIO, che riesce ad aprire un canale di dialogo privilegiato con la proprietà. DELLEPIANE non rifiuta l'idea dell'azionariato, “purché sia su base volontaria”, puntualizza. Persuadere i dipendenti OMSAV a comprare le quote di una società ormai decotta, sembra un'idea davvero scellerata. Eppure se ne discute per settimane. I Sindacati, la CGIL in testa, la cavalcano con apparente convinzione... La dichiarazione di fallimento dell'OMSAV arriverà nella primavera del 1994. E ora diventa chiaro il motivo per il quale, tre anni prima, l'ILVA non cedetti i propri terreni all'azienda savonese ma direttamente ad ORSA 2000. Diversamente quei 33 mila metri quadrati di aree sarebbero rimasti invischiati nelle procedure di fallimento dell'OMSAV. I registi dell'operazione, dunque, non avevano lasciato nulla al caso, prevedendo con due anni di anticipo il tracollo finanziario...” - “CASE E ALBERGHI AL POSTO DELL'INDUSTRIA – L'OMSAV nomina un liquidatore, Luigi POLLANO, funzionario dell'Unione Industriali. Il 21 maggio del 1993 è proprio POLLANO, per conto di OMSAV, a firmare un accordo con la RSA dello stabilimento... e i segretari della FIM-CISL (Antonio FALASCO), FIOM-CGIL (Livio DI TULLIO) e UILM-UIL (Adriano GAMBETTA)... L'OMSAV ha imboccato una strada senza ritorno. Gli immobiliaristi lo sanno e affilano i denti, anche perché ricevono proprio in quel periodo altri segnali incoraggianti. Ai soci di ORSA 2000 non è certo sfuggito che l'Amministrazione provinciale, nel maggio del 1990, aveva presentato una proposta di destinazione diversa per le aree ITALSIDER, da inserire nel futuro Piano Territoriale di Coordinamento dell'Area Savonese-Bormide... La proposta era di assegnare a quei terreni, che il Piano Regolatore di Savona considera ancora come zona portuale, la funzione “attività turistiche”. Ossia consentire la realizzazione di “esercizi alberghieri, ed extra-alberghieri, residance e case albergo”. E' vero che tra le funzioni vietate figura, tra le altre, anche quella residenziale. Ma l'epilogo della vicenda insegnerà che a colpi di varianti si può smontare anche il Piano Regolatore più blindato... A Palazzo Sisto (sede del COMUNE), peraltro, non sembrano avere idee diverse sul futuro delle aree ORSA 2000. Lo conferma un documento predisposto dal settore Programmazione per accedere ai finanziamenti europei dell'Obiettivo 2. Tra i “progetti sostenibili da parte di soggetti privati” figurano anche le aree ex ITALSIDER. Il Comune, guidato in quel momento dal sindaco Sergio TORTAROLO subentrato ad Armando MAGLIOTTO per un patto interno al PDS, spiega che i proprietari hanno presentato un progetto di recupero con fini prevalentemente turistici. Su terreni, dimentica di scrivere, che il Piano Regolatore vigente considera come zona portuale... Ciò che preoccupa DELLE PIANE e soci è piuttosto l'atteggiamento dei sindacati...” - “LA CGIL TROVA CASA – Intanto, in quello stesso periodo si gioca un'altra partita immobiliare che ha per protagonisti ancora una volta l'ILVA GESTIONI PATRIMONIALI e CAMERA DEL LAVORO di Savona. Quest'ultima si sta preparando al trasferimento di sede in via Boito, nella palazzina del CIRCOLO ITALSIDER. Un immobile che l'ILVA G.P. aveva acquistato dall'ILVA SPA il 21 dicembre 1990. Esattamente tre anni dopo l'ILVA G.P. Cede il bene alla immobiliare CESAS SRL, società di proprietà della CGIL. Il prezzo pattuito per un'area di 2.700 metri quadrati (terreni compresi) è di 1 miliardo 200 milioni. Anche in questo caso la valutazione dell'immobile non convince gli investigatori. Pare che un imprenditore di Albenga (…) avesse offerto una cifra decisamente superiore, ma fosse stato convinto a non intralciare i piani della CGIL. La stessa CISL, alla quale in un primo tempo l'ILVA aveva offerto il circolo di via Boito, compresi i terreni circostanti, si tirò indietro per ragioni di opportunità. LOMBARDI, che gestiva la vendita per conto dell'ILVA G.P., racconterà un paio d'anni dopo agli inquirenti, che si fece avanti anche un imprenditore di Varazze, Giambattista Cerruti, il quale si spinse ad offrire 1 miliardo e 500 milioni. A quel punto “noi facemmo delle azioni con OMSAV, titolare in comodato sul Circolo, per liberare l'immobile – spiegherà LOMBARDI -. Ma DELLEPIANE mi chiamò cercando di sensibilizzarmi sul fatto che la chiusura del circolo avrebbe potuto provocare una reazione del sindacato, controproducente per ORSA 2000. Feci osservare al DELLEPIANE, in modo fermo, che io non potevo farmi carico esclusivo dei problemi della società ORSA 2000 e quindi gli dissi di comprare direttamente l'immobile”. Anche GUGLIELMONE dirà qualcosa in proposito: “L'ILVA G.P. mi mise al corrente di trattative per la cessione delle aree di via Boito. E il DELLEPIANE mi ha più volte parlato dell'eventuale cessione del circolo ai sindacati, probabilmente pressato dagli stesi, per trovare da una parte una soluzione che permettesse all'ILVA di vendere il circolo ad un prezzo di mercato e dall'altra di far sborsare ai sindacati la cifra minore possibile”. Diversa la versione di DELLEPIANE che affermerà di aver agito solo per tutelare l'OMSAV. Comunque sia, la partita la vince la CGIL...” - “IL VALZER DELLE QUOTE – Nell'ottobre del 1993, intanto, cambia qualcosa nel consorzio “VECCHIA DARSENE”. Esce di scena la SCI SPA che deteneva il 25 per cento delle quote. Un mese prima era stato arrestato il suo amministratore delegato, Emanuele ROMANENGO [arrestato insieme a Claudio BURLANDO, allora Sindaco di Genova, ndr]. Il 29 dicembre di quello stesso anno novità anche in casa ORSA 2000. La SICMA, ora interamente di proprietà della D&B di Aldo DELLEPIANE, cede la propria quota di partecipazione in ORSA 2000, pari a 375 milioni, alla società GESCO, anch'essa di proprietà di DELLEPIANE, per un corrispettivo di 1 miliardo e 900 milioni. Altri movimenti, di lì a pochi mesi, indicano l'interesse crescente intorno al sodalizio come, ormai è chiaro, controllerà l'affare immobiliare della Darsena, una volta archiviata la pratica OMSAV. Accanto al nome di DELLEPIANE appare per la prima volta quello di Paolo CAMPOSTANO, imprenditore portuale in grande ascesa, con un fiuto particolare anche per gli affari immobiliari. CAMPOSTANO, attraverso la società POSEIDONE, si divide ora con GESCO il 55 per cento delle quote...Gli altri partner di ORSA sono l'I.G.P. (del GRUPPO ILVA) con il 25 per cento del pacchetto azionario, la CCPL (15 per cento) e la IREOS (5 per cento), entrambe aderenti alla LEGA DELLE COOPERATIVE...” - “CONCLUSIONE - ...Il 30 maggio del 1997 ORSA 2000 era pronta a presentare il progetto definitivo del quartiere della Darsena, firmato dall'architetto GAMBACCIANI. Progetto che non superò l'ostacolo della Soprintendenza ai Beni Ambientali. Paolo CAMPOSTANO, che all'epoca controllava il 52 per cento delle quote (le altre erano in mano a DELLEPIANE 27,5 per cento e Cooperative 20 per cento), amareggiato dall'improvviso stop, fu sul punto di mollare tutto... La risposta dei privati non si fece attendere. Il primo colpo di scena fu il “licenziamento” dell'architetto GAMBACCIANI, che da cinque anni lavorava al progetto. Il secondo, l'ingresso sulla scena dell'imprenditore portuale Raffaello ORSERO, titolare del GF GROUP, leader mondiale nell'import-export di prodotti ortofrutticoli... Trattato con i guanti bianchi dall'AUTORITA' PORTUALE, ma anche da sindaci, parlamentari, sottosegretari, ministri, ORSERO aveva fiutato l'affare ed era pronto a lanciarsi nella sfida del mattone. Non avrebbe sbagliato neppure questa volta. Acquistò dalla ZUST AMBROSETTI L'autosilo, che nel frattempo era stato trasformato in parcheggio pubblico. Un manufatto costruito su aree di proprietà del Demanio dello Stato, come specificano i progettisti nel famoso piano di fattibilità redatto per conto del Consorzio VECCHIA DARSENA. ORSERO ebbe la pazienza di attendere che COMUNE e AUTORITA' PORTUALE lo autorizzassero a demolirlo, e diventare il “motore” dell'intera operazione immobiliare della Darsena.... La scommessa del “DOC” (DELLEPIANE – ORSERO – CAMPOSTANO) era vinta.”
Il risultato fu una mostruosa colata di cemento sulla Darsena:
Oggi i protagonisti sono gli stessi ed una nuova colata di cemento è pronta a scendere per dare forma al “CRESCENT 2”. Il principale promotore è sempre Aldo DELLEPIANE. Ecco il progettino della nuova costruzione in Darsena:
Ma sullo scacchiere, per spianare la strada all'ennesima variante per lasciare spazio alle betoniere roventi, c'è di nuovo uno dei protagonisti di allora. Livio DI TULLIO. Allora in CGIL ora in COMUNE, come Assessore all'Urbanistica e Vice-Sindaco, nominato del Federico BERRUTI, sindaco del PD e grande e fedele sostenitore di Matteo RENZI (che ha incassato le donazioni del gruppo ORSERO e la presenza alla sua convention “adesso!”, a Savona, nel Teatro Chiabrera, proprio dei vertici del GRUPPO DEMONT e del GRUPPO ORSERO... ma, per essere precisi l'ATZORI era già in prima fila nei renziani, recandosi alla convention del "BIG BANG" alla Leopolda)...
In questi giorni, come allora, il PARTITO DEL CEMENTO gestisce le Istituzioni. Le "larghe intese" al cemento, in Liguria sono di casa dai tempi di TEARDO a quelli dei due Claudio (BURLANDO & SCAJOLA). Dal Comune di Savona (con il centrosinistra) alla Regione (con il centrosinistra) passando dalla Provincia (centrodestra)... e diventa difficile pensare che non vada “in porto” anche questo ennesimo, nuovo, definitivo scempio, ai danni dell'interesse pubblico ed a vantaggio esclusivo dei grandi speculatori immobiliari (con le spalle coperte da CARIGE – come abbiamo visto, per ORSERO, dalle recenti Ispezioni della Banca d'Italia – vedi qui dove trovi gli Atti dell'ispezione della Banca d'Italia ora in mano alla Procura).
Sappiamo che con le nostre pubblicazioni diamo fastidio, anzi molto fastidio, come si evince anche da un passaggio dell'Informativa PANDORA ("Tant'è vero che la coppia MAMONE-CAPUANA dimostrava un'apprezzabile preoccupazione per i contenuti del sito www.casadellalegalita.org che ancora oggi diffonde notizie sulle loro attività imprenditoriale e su quelle dei congiunti, con precisi richiami alla relazione della D.I.A. pubblicata nell'anno 2002 (anch'essa su internet), all'intervista risalente alla fine del 2005 di Tiziana Ostertag, ex moglie di Vincenzo MAMONE, fratello di Gino, nonché ad alcune indagini di polizia svolte sulla c.o. e sulla corruzione" e in un intercettazione il Gino MAMONE, con la consorte CAPUANA Ines, rivolto con ogni evidenza al Presidente della Casa della Legalità – visto che commentavano un articolo da questi pubblicato in merito al conflitto di interessi della VINCENZI per le attività del marito Bruno MARCHESE – affermava: “...se ne andasse affanculo 'sto qua...”)... ma siamo fatti così e - come abbiamo sempre detto - andiamo avanti, quindi...
Se pare che il fatto che ALDO DELLEPIANE sia indagato per “art. 416 C.P.” (ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE) e “art. 353 C.P.” (TURBATA LIBERTA' DEGLI INCANTI), insieme a Gino MAMONE (ECO-GE) ed il suo “cartello” di imprese per condizionare e aggiudicarsi appalti e subappalti della SVILUPPO GENOVA SPA per la bonifica dell'area delle ex acciaierie ILVA-ITALSIDER di Cornigliano, non sia degno di troppa nota per le Amministrazioni pubbliche e la politica, noi non crediamo che questa sia una “bazzecola” e, per far capire la situazione, prima di proseguire, pubblichiamo gli estratti dell'Informativa della Guardia di Finanza di Genova relativa all'indagine PANDORA, che vede proprio come indagato il DELLEPIANE...
INFORMATIVA "PANDORA"
[...]
Con le annotazioni a seguito, questo Comando ha riferito l'esito delle indagini delegate di p.g. Che hanno permesso di ricostruire le attività criminali di un'associazione a delinquere costituita per la commissione di più delitti contro la p.a. ed in materia tributaria.
I soggetti segnalati a vario titolo a codesta A.G. Risultano collegati fra loro soprattutto per interessi di natura politica e imprenditoriale.
PREMESSA
Uno di essi, peraltro già segnalato con l'annotazione riguardante l'area dell'ex oleificio Gaslini di Genova, è Gino MAMONE, noto per la sua appartenenza ad una delle famiglie inserite nella relazione – anno 2002 – della D.I.A. Con le seguenti motivazioni: “presenze significative sono state individuate anche in Liguria, ove la criminalità calabrese, presente sin dagli anni '60, si è manifestata tanto in ambito microcriminale, attraverso l'esercizio dello spaccio di droga al minuto, quanto in importanti settori economici quali l'edilizia, la ristorazione e, soprattutto, lo smaltimento dei rifiuti. Le consorterie censite sul territorio sono riconducibili alle famiglie ROMEO, NUCERA, RAMPINO, MAMONE, FOGLIANI, FAMELI e FAZZARI. La famiglia MAMONE, proveniente dalla Piana di Gioia Tauro (RC) e collegata ai MAMMOLITI di Oppidio Mamertina (RC), si è insediata a Genova, ove è titolare della società “F.lli MAMONE & C di MAMONE Luigi” aggiudicataria di un cospicuo numero di appalti pubblici”.
[...]
MAMONE Gino figura quale socio in molte altre società:
1) “EcoTrans s.a.s.” con Ines Capuana
2) “Ecologia Edilizia s.r.l.” con “ECO.GE”, con Ines Capuana ed altri;
3) “SVILUPPO FE.AL s.r.l.” divenuta poi “FEGINO CINQUE s.p.a.” con Luigi MAMONE (padre), con “ECO.GE”, con RASO Alba ed altri;
4) “E.CO. PORT. SOC. CONS. a r.l.” con Capuana Ines ed altri.
[…]
Il tenore delle prime conversazioni intercettate ha evidenziato taluni collegamenti di Gino MAMONE sia con il mondo politico che con il mondo delle cosche calabresi. Egli potrebbe rappresentare il punto di contatto tra i due mondi, al fine di trovare tra essi un'intesa e condividere interessi comuni, che possono essere identificati in: elezione di taluni esponenti politici in occasione di elezioni amministrative in Genova, con l'appoggio delle cosche calabresi; ottenimento di appalti pubblici e/o concessioni varie (direttamente o indirettamente) per le famiglie calabresi o per altri soggetti collegati direttamente o indirettamente, in cambio del loro voto politico. Questo accade grazie ad un'infiltrazione ambientale anonima, mimetica, scevra da atteggiamenti che possono destare allarme sociale, con lo spregiudicato abbandono di comportamenti tradizionalmente “mafiosi” per assumere quelli rassicuranti di gestore di apparentemente lecite ed avviate attività imprenditoriali.
Gino è fratello di Vincenzo (nato a Tautianova /RC) il 20/12/1959), oggetto di indagini da parte del Centro Operativo D.I.A. a questa sede, in ordine alla testimonianza resa nel dicembre 2005, dalla ex moglie..., davanti al Sost. Procuratore della Repubblica – D.D.A. Di Genova dott. Andrea CANCIANI (…) per presunta attività illecita della famiglia MAMONE e di altri individui di origine calabrese a quest'ultima collegati.
Tra questi, oltre ai noti FAMELI Antonino e GULLACE Carmelo, vale la pena citare CRISCINO Silvio, marito di Angela MAMONE (ex moglie di un RASO) e zia di Gino; è stato arrestato nel gennaio del 2006, insieme ad altri calabresi, indicati dagli inquirenti come lagati alla 'Ndrangheta e responsabili di un vasto giro di usura e di pratiche estorsive. Mentre il CRISCINO si trovava detenuto presso il carcere genovese di Marassi, nella sua abitazione di Coronata, veniva effettuato uno “strano” furto notturno al narcotico. Gli inquirenti, da quanto appreso dalla stampa, non escludevano per nulla la lista del “segnale”, come dire “tieni la bocca ben chiusa”.
[l'ex moglie di Vincenzo MAMONE] in epoca antecedente all'arresto del CRISCINO, testimoniava:
“con riferimento ad altri esponenti relativi agli interessamenti di mio marito a favore del GULLACE affinché questi riuscisse ad investire il proprio denaro in attività economiche lecite, in tale ottica interpretati i contatti con un iraniano che gestiva un negozio di tappeti di Genova in via Pisa e quelli con il cognato di mio suocero MAMONE Luigi, tale CRISCINO Silvio il quale avrebbe investito i soldi sia dei MAMONE che del GULLACE in attività usuraie. Almeno in una occasione ho assistito ad una dazione di denaro da parte del GULLACE, a mio marito MAMONEda consegnare al CRISCINO. Successivamente, allorquando i rapporti GULLACE-MAMONE si erano già incrinati ed il primo pretendeva la restituzione di alcune somme dal secondo, questi coinvolgeva tale BELLONE Roberto dal quale otteneva circa 50 milioni; persona che poi io ero costretta a fare entrare nella gestione del negozio di calzature di Genova per il rientro del credito che questi vantava nei confronti di mio marito rimasto inadempiente. Ricordo poi un episodio di usura coinvolgente mio suocero ed il CRISCINO ai danni del titolare della “DOGI FURS” di Mignanego, consumato con la cessione gratuita di numerosi capi di pellicce conservate a casa di CRISCINO, di MAMONE Luigi ed anche nella mia abitazione”.
Sempre Vincenzo è stato oggetto di indagini nell'ambito del proc. pen. n. 1099/99/21 della Procura della Repubblica di Savona (operazione “FAMILY SOURCE”) scaturito dalle indagini condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Genova – Sezione C.O. per il reato di associazione a delinquere finalizzata alla violazione della legge fallimentare, nonché al reato di riciclaggio e registrazione di fatture per operazioni inesistenti, a carico di una organizzazione criminale, peraltro coinvolta in altre vicende giudiziarie (traffico di sostanze stupefacenti e altro), il cui modus opetandi consisteva nella creazione di alcune attività commerciali, poi fatte fallire per distrarne il patrimonio che veniva imiegato nella costituzione di altre aziende riconducibili ai componenti del sodalizio. In tale ambito il G.I.C.O. - Gruppo Investigazioni Criminalità Organizzata della Guardi di Finanza di Genova, veniva delegato ad effettuare mirate indagini di natura patrimoniale per l'applicazione delle misure di prevenzione...
Nell'elenco dei soggetti monitorati dal G.I.C.O. Spicca quello di GULLACE Carmelo, nato a Cittanova (RC), il 05/04/1953, legato alla famiglia dei MAMONE e con i “PRONESTI'-GULLACE-RASO-ALBANESE” cioè una delle più potenti famiglie della 'ndrangheta...
MAMONE Luigi, padre di Gino (citato dalla relazione della DIA), quale rappresentante della “F.LLI MAMONE & C s.n.c.” risulta sottoposto a verifica fiscale nell'anno 1991 da militari del Comando Compagnia della Guardia di Finanza di Ge-Sampierdarena, con la conseguente segnalazione all'A.G. Per l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti emesse dalla “ITALSCAVI” di Mario LAVAGETTO.
La stessa società risulta segnalata nel giugno 1986, all'allora Ufficio Distrettuale delle II.DD. Di Genova per prestazioni di servizio effettuate nei confronti della “E.R.G. Spa – Raffineria Edoardo Garrone” per un importo di 777.382.000 di vecchie lire.
Su tale ultimo aspetto è opportuno richiamare, ancora una volta, alcuni passaggi delle sommarie informazione rese da [ex moglie di Vincenzo MAMONE] al P.M. dott. Andrea CANCIANI:
“Il alcune occasioni le consulenze riguardavano l'aggiudicazione di appalti con il coinvolgimento degli imprenditori Riccardo e Vittorio GARRONE. In tale contesto mi risulta che BRILLA Luciano, dirigente della “ERG” avrebbe ricevuto dai MAMONE dei soldi, ma non so specificare a quale tutolo. (…) la “FRATELLI MAMONE”, operava solo per la ERG (…) Per quanto riguarda la ECO-GE, fu fondata dai fratelli Antonio, Caterina e Gino MAMONE che continuarono a lavorare nella ERG. Sfruttando tutti i contatti che il padre possedeva all'interno della ERG. A tal proposito voglio fare i nomi di alcuni dirigenti tale BRILLA Luciano, GRAPPIOLO Ugo che poi passò nella società ECO-GE. Riguardo al primo devo riferire un episodio appreso da mio marito secondo il quale, suo fratello GINO aveva dato una mazzetta al BRILLA e ciò si era venuto a sapere fra il personale della ERG; la voce era giunta fino a GARRONE Vittorio che era intervenuto sistemando la faccenda.”
La complessa ed articolata vicenda rappresentata nell'odierna annotazione, concerne le attività illecite di un compatto quanto temibile “CARTELLO DEGLI APPALTI” facente capo a Gino MAMONE, in violazione degli artt. 416 e 353 c.p. (associazione per delinquere finalizzata alla turbata libertà degli incanti).
[…]
Si tratta in sostanza di gruppi di imprese organizzate attorno ad uno o più capofila dominanti, con lo scopo e con il risultato illecito di monopolizzare l'esercizio delle opere pubbliche di un territorio escludendo la concorrenza e spartendosi i lavori secondo regole proprie. L'adesione delle imprese minori al cartello può essere di partecipazione volontaria in vista di profitti così garantiti, ma anche di sottomissione forzosa poiché il rifiuto può compromettere l'esclusione di fatto da qualsivoglia lavoro conveniente su piazza.
Per ottenere questi risultati un “cartello degli appalti” ha ovviamente bisogno di due condizioni fondamentali, ben note dalle cronache italiane e non solo del martoriato meridione.
La prima condizione è disporre di adeguate, illecite connivenze politiche e/o istituzionali, che vengono in genere ricompensate altrettanto illecitamente con voti, finanziamenti a partiti o personali e con altri benefici diretti o indiretti. La seconda è la garanzia illecita che alle gare d'appalto non partecipino, o non partecipino seriamente, imprese concorrenti da fuori piazza.
(vds. ad esempio conv. … del 05/03/2007 … intercorsa tra il MAMONE e il LAMBERI nella quale i due nel discutere di una gara d'appalto ancora da effettuarsi pronunciavano la seguente frase: “vabbè ma lui me l'ha data per vedere se ci può mettere qualche clausolina hai capito?”).
Poiché il “cartello” non può condizionare direttamente, questa garanzia dev'essere fornita da chi può gestire un sistema di condizionamento illegale su scala regionale e nazionale, come le organizzazioni di tipo mafioso. E la garanzia viene ricompensata per lo più acquistando da loro ditte di copertura, forniture sovrafatturate di beni e servizi per i quali non è necessaria la certificazione antimafia (come, nel settore edilizio, i materiali da costruzione e l'affitto di macchine da movimento terra).
Secondo la prevalente dottrina, tra i tanti espedienti utilizzati da un “cartello” vi sarebbe anche quello di far presentare a tutte le imprese aderenti, tranne una, un ribasso sproporzionato fino al 30-35% in modo che la media del ribasso salga e la gara venga aggiudicata all'impresa facente parte del “cartello” che, rispetto alle compagne di cordata, aumenta il ribasso medio di uno o due punti. Ne consegue che le gare al massimo ribasso sono un'anomalia che, peraltro, non portano alcuna economicità all'ente appaltante, perché in corso d'opera emergono, quasi sempre, carenze e difformità che devono essere colmate con ulteriori stanziamenti, altrimenti l'opera non si realizza o si realizza male.
Ebbene, al termine di un laborioso percorso investigativo che ha visto il raffronto delle migliaia di conversazioni intercettate, con documenti di valenza pubblica, si può asserire che le imprese del MAMONE (“ECO.GE”, “ECOLOGIA EDILIZIA” etc.) e quelle aderenti al “cartello”, sono presenti (direttamente o indirettamente), con una costanza sorprendente, in numerosi appalti pubblici della nostra regione (soprattutto quelli aggiudicati dalla “SVILUPPO GENOVA”, per il cantiere di Cornigliano), ma anche della nazione. C'è poi un episodio concernente le attenzioni verso un'importante gara d'appalto indetta in Romania, relativa alla demolizione di una centrale elettrica dell'ENEL (vds. in tal senso i contatti con il fratello Vincenzo...).
[…]
In relazione alla presenza delle impresa facenti capo ai comportamenti delle famiglia MAMONE (soprattutto Luigi, Gino e Vincenzo) nella gara d'appalto pubbliche, risulta interessante l'episodio relativo all'aggiudicazione dell'appalto avvenuto il 11 giugno 2008 (ovvero in epoca successiva alle indagini) da parte della “SVILUPPO GENOVA” per l'esecuzione del Lotto 1 dell'intervento di ricollocazione delle tubazioni di adduzione, allo stabilimento ILVA di Cornigliano, dell'acqua dolce industriale proveniente dai pozzi situati in località Campi a Genova (importo complessivo € 926.906,00, al netto di IVA, di cui € 28.723,00 per gli oneri della sicurezza non soggetti a ribasso). Vincitore della gara era l'A.T.I. (associazione temporanea d'impresa) con sede in Savignone (GE), via Isorelle n. 24/S: “A.I.E. S.n.c.”; “EDIL IENO S.r.l.” (con sede in Cogorno, via Privata Papa Giovanni XIII n.6 – facente capo a Raffaele IENO, originario di Papasidero – fraz. Avena in provincia di Cosenza), per un importo di € 775.193,91 (ribasso del 16,981%); stranamente la sede dell'A.T.I. risulta adiacente alla “MAMONE & C Srl” di MAMONE Luigi (padre di Gino), corrente in Savignone, Via Isorelle 24 (…)
ADESIONE DELLE IMPRESE AL “CARTELLO”
Il raffronto delle conversazioni intercorse con il fido Alfio LAMBERTI e con numerosi imprenditori che ancora oggi operano nel settore delle demolizioni e dell'edilizia in genere, con le più importanti gare pubbliche delle nostra regione, specialmente quelle indette dalla citata “SVILUPPO GENOVA” (per lo stabilimento ILVA di Cornigliano) ha permesso di raccogliere validi e gravi indizi sull'adesione (forzata o volontaria) di alcune imprese al “cartello” CERRUTI capeggiato da Gino MAMONE.
La prima ed efficace introduzione al presente capitolo, è la conversazione tra presenti intercettata il 2/04/2007 (…), all'interno degli uffici della “ECO.GE” tra LAMBERTI Alfio e MAMONE Gino.
I due argomentano su quali strategie adottare per far aggiudicare alle imprese del “cartello”, le diverse gare d'appalto indette per la riconversione dello stabilimento siderurgico dell'ILVA di Genova Cornigliano, nell'ambito del quale è previsto un investimento di 770 milioni di euro e comprendere il parziale abbattimento e la bonifica di alcune strutture, nella specie; la sopraelevazione di uno dei capannoni per ospitare la nuova linea di zincatura, lo smontaggio e la vendita delle c.d. “colate continue”, l'abbattimento dell'altoforno numero 4 (spento da due decenni) per lasciare posto al nuovo varco di accesso e al parcheggio dipendenti, la dismissione e la bonifica della centrale termica. Secondo il progetto, reso pubblico dalla “SOCIETA' PER CORNIGLIANO”, il rinnovamento del complesso si estenderà alle banchine, che saranno ristrutturate e fornite di nuove gru, e alla flotta che trasporta i rotoli d'acciaio provenienti da Taranto...
Nella citata conversazione, il MAMONE raccontava quanto appreso da una terza persona n.m.i. circa l'incontro avvenuto tra un ragioniere ed alcuni individui di origine calabrese. Costoro, avrebbero considerato la possibilità di far aggiudicare un'importante gara d'appalto per il cantiere ILVA di Cornigliano, del valore di 5 milioni di euro, ad un'impresa avete la sede in altra regione paventando altresì, di affidare (probabilmente in sub-appalto) l'esecuzione dei lavori alla “PAMOTER” del PASCUCCI (sul conto del predetto vds. FOTIA Pietro...). In quel frangente, il MAMONE associava la ditta avente sede fuori regione, alla “F.LLI BARALDI SPA” di Modena. A tal proposito il LAMBERTI lo rassicurava riferendo di aver parlato con il BARALDI (a.u. Della “F.lli BARALDI”) ed ottenuto delle garanzie in ordine ad una ripartizione delle gare con la “ECO.GE”. In ogni caso, per raggiungere i loro scopi illeciti, i due non avrebbero rinunciato alla complicità di imprese “compagne di cordata”. MAMONE: “<io Gino sono corso da te perché sono stato a 'sta riunione... dove c'era un ragioniere c'è qualche calabrese di mezzo che stanno impostando questa gara di 5 milioni nell'ITALSIDER che vogliono farcela prendere a una persona da fuori che poi la fa PASCUCCI cioè sai> non so... non è allora ho detto <non è che BARALDI facesse magari...>” LAMBERTI: “no... ci metto... la mano... BARALDI lui insiste nel dire <giriamo ancora questa>....<e mettiamo Gino in pole position, dietro ci mettiamo noi... sopra ci mettiamo noi, in modo che se ci fosse qualche stallo di qualche numero con l'accordo che facciamo 60 e 40... 62 e 38... no.. poi l'altra la facciamo prendere alla ACM (fonetico) mettendo Gino in una posizione che...>... nessuno può dire.... 2,25 o 31,70 secondo come vengono i numeri con l'accordo... e lo facciamo 50 e 50... mettiamo un'azienda guarda... <guarda mo ben questa è che come se fossi io... questa è che come se fossi io... questa è che come se fossi io... ti dico... parola eh... però convinci Gino di non tirarle tutt'e due perché...> ...(inc.le)... ma se noi prendessimo l'AFO con tranquillità ci dividiamo anche le nostre che facciano i cazzi loro... che noi facciamo 50 e 50”
Nel proseguo della conversazione si menzionavano le altre imprese aderenti al “cartello”, tra cui la “TORINO SCAVI MANZONE Spa” corrente in Torino, via Natta nr. 12 (…) e la “C.C.C. (Consorzio Cooperative Costruzioni)” corrente in Bologna, via della cooperazione n.30, nonché un ingegnere di Torino, avvicinato dal LAMBERTI per gestire le attività delittuose in parola. Non escludendo dai loro ragionamenti, neppure l'Ing. MENINI, direttore dei lavori per conto della “SVILUPPO GENOVA” nel cantiere di Cornigliano. (…)
[…]
Non trascurabile la conversazione telefonica del 12/02/2007 (…). Il MAMONE ed il POGGI commentavano delle opere per Aldo SPINELLI (verosimilmente l'area ex ILVA-ITALSIDER...) e l'aggiudicazione delle opere di demolizione del gasometro. Alquanto strane le frasi pronunciate dal MAMONE: “abbiamo avuto un culo sul... su quella gara di Spinelli... abbiamo vinto anche il gasometro” lasciando intendere che la sua “ECO.GE” si fosse aggiudicata i due appalti. In realtà le vincitrici degli incanti erano le società “DESPE” e “TORINO SCAVI MANZONE” (…). E' vero, invece che il MAMONE aveva ottenuto, da quelle imprese, alcuni sub-appalti. Si può quindi ragionevolmente sostenere, in relazione alle fattispecie delittuose segnalate nella presente, che il significato delle due frasi era un altro, ovvero il MAMONE non si riferiva alla sua “ECO.GE”, ma bensì a quel “cartello degli appalti” da lui stesso promosso e del quale facevano parte anche le segnalate “DESPE” e “TORINO SCAVI MANZONE” (…)
[…]
Ed ora, tralasciando alcuni capitoli relativi a diverse imprese, iniziamo ad avvicinarci a quanto ci interessa, ovvero alla DEMONT del DELLEPIANE...
“DESPE SPA”
corrente in Torre de' Roveri (BG) Via Galileo Galilei n. 4 (rappresentata da PANSERI Giuseppe): aggiudicataria dell'appalto (importo € 3.501.504,19 Iva esclusa – determinazione del 30/04/2007) per l'esecuzione di tutte le opere, i lavori, le forniture e le prestazioni necessarie per la realizzazione dello smaltimento e della demolizione dei manufatti, reti e gallerie situati nell'Area COK, della viabilità a servizio di aree adibite a deposito temporaneo di contenitori, della risagomatura morfologica e recinzione delle suddette aree, nonché lo svolgimento del servizio di deamiantificazione di porte, flangie e baderne provenienti dal Cantiere Cornigliano.
Molte delle conversazioni intercettate tra il MAMONE e il PANSERI (…) riguardano i tantissimi appuntamenti fissati per incontrarsi di persona e discutere degli appalti aggiudicati, di volta in volta, all'una o all'altra società (la “ECO.GE” di MAMONE e la “DESPE” di PANSERI) e sulla spartizione dei relativi sub-appalti:
I) MAMONE: “se mi vuoi rispondere mi rispondi, eh siccome nel ...inc.le... cioè l'hanno messo fuorigioco il pazzo giù nella capitale no?... … … ecco tu quanto hai sparato?” PANSERI: “quanto ho sparato?... … 6 e 3!” MAMONE: “eh allora siamo, ce la giochiamo proprio alla grande eh, ehehe” PANSERI: “t'hanno... t'hanno risposto martedì” MAMONE: “si lo so, lo si, no, no però quello li è proprio fuori, eh fuori” (conv... del 26/05/2007...);
II) PANSERI: “ascolta giù la, giù la... per le tre tu come prezzo come sei?” MAMONE: “ehh giarda noi siamo intorno al... ai 6 con una... con un sistema che dovr... li guarda ce la giochiamo col progetto comunque eh” PANSERI: “si va bene” MAMONE: “si perché ormai!” PANSERI: “ma come prezzo siamo... come prezzo sei vicino al mio?” MAMONE: “si, si, però io ho fatto una formula che se mi fanno fare una tipologia può calare di qualcosa hai capito? Tutto li!” (conv... del 28/05/2007...)
III) PANSERI: “al limite se non riusciamo a fare niente li facciamo qualcosa su Roma?” MAMONE: “come? Su Roma in che senso?” PANSERI: “eh che cazzo ne so, proviamo di compensarci di dividere e di far qualcosa di dividere Roma” MAMONE: “va bene dai vediamo qua... vediamo un attimo come... domani ci mettiamo d'accordo dai!” PANSERI: “perché dicono che se... se entri tu lì, vuol dire che noi eravamo d'accordo e loro si incazzano e poi ci fan casino sull'altro cantiere” MAMONE: “va bene, va ben io... senti ci vediamo e ci facciamo due conti dai” PANSERI: “al limite ci dividiamo... ci dividiamo Roma, che cazzo ne so tanto lavoro ce n'è una barca” MAMONE: “no ehh, eh va beh, ma dividere Roma vuol dire che il 50 per cento qua lo devo fare capisci? Cioè, non è che... ci vediamo e ci mettiamo d'accordo, dai non ti preoccupare eh” (conv... del 30/05/2007...)
IV) MAMONE: “senti un attimo qui Cornigliano cosa facciamo?” PANSERI: “come?” MAMONE: “su Cornigliano cosa facciamo?” MAMONE: “ci dobbiamo vedere?” PANSERI: “eh... perché sennò io... o mi fai il subappalto perché c'ho anche le macchine ferme io... cioè... vedi un po' tu dai... eh?” PANSERI: “no, no, vediamoci vediamoci” MAMONE: “eh dai quando vieni giù così vediamo anche la questione della roccia lassù...” (conv... del 26/06/2007...)
V) MAMONE: “ci vediamo?” PANSERI: “eeh... si può darsi comunque per Ravenna... tutti liberi” MAMONE: “okauokay, va bene” PANSERI: “va bene?... poi ci vediamo giu... ci vediamo giu dai” (conv... del 28/07/2007...)
VI) PANSERI: “ho trovato la quadra, devo chiamare chi per Ravenna?” MAMONE: “ah va bene no, no, dimmi a me che lo dico io!” PANSERI: “devi stare sopra i due!” MAMONE: okay, va bene” PANSERI: “per coda un gruppo” MAMONE: “okayokay” PANSERA: “va bene?” (conv... del 01/08/2007...)
VII) PANSERI: “c'è un lavoro li a... a Genova che dovevo... dovevo... devo parlarne con te” MAMONE: “ebbhè certo, certo” PANSERI: “è un'offerta” MAMONE: “senti... e niente... niente...venerdì ci vediamo... vengo su da te non lo so” PANSERI: “vabbè dai... ci sentiamo dai” MAMONE: “eh... dai... okayokay!” PANSERI: “ascolta un'altra cosa un'altra cosa... e... lavoro là in roccia?... tutto bene?” MAMONE: “in roccia stiamo facendo tutte... ma va beneli, eh dovremmo essere ormai all'ottanta per cento averlo acquisito eh” PANSERI: “dai guarda che ho... li do... due, due, tre... due, tre, otto, cinque (inc.le)” MAMONE: “eh cazzo eh” (conv... del 29/08/2007...)
VIII) PANSERI: “per gli zuccherifici sei ancora in ballo tu?” MAMONE: “si, allora due li abbiamo chiusi noi” PANSERI: “li hai presi... eh..” MAMONE: “si... Bondeno e Corteniglia” PANSERI: “Bondeno e Cortemiglia ma quindi del gruppo...” MAMONE: “ce n'è” PANSERI: “del gruppo ma...” MAMONE: ce n'è cinque che non hanno ancora assegnato a BARALDI.... non hanno ufficialmente ancora... perché siamo andati sotto attraverso la segreteria di BERSANI... perché noi... che distribuisca questo lavoro qua... cioè non tutti a uno, cinque... e vediamo cosa... si stanno muovendo comunque eh?” PANSERI: “quindi quei due che hai preso ti sono quelli di ITALIA ZUCCHERI? MAMONE: “di ITALIA ZUCCHERI” PANSERI: “adesso ce n'è in giro un altro... a PIACENZA” MAMONE: “SARMATO! Quello ce lo danno a noi... proprio al centouno per cento eh” PANSERI: “Sarnato si chiama?” MAMONE: “SRMATO! SARMATO!” PANSERI: “SARMATO... eh... quindi m'han chiamato di andar giù... cosa faccio?” MAMONE: “si, vai a vedere dove ci vediamo poi?... eh?” PANSERI: “vado a vederlo e poi prima... prima di offrire però ci sentiamo allora” MAMONE: “okey... perché c'è un altro pazzo lì che fa scavi a Bergamo li adesso non mi ricordo che ha fatto una cifra che anche questi qui han detto che è insostenibile, è impossibile che la possa fare” (conv... del 28/09/2007...)
IX) MAMONE: “c'hai un sacco di carbone li a... a Genova giusto?” PANSERI: “si, si” MAMONE: “ecco c'è... il presidente che sarebbe contento se lo facesse uno..” PANSERI: “eh... tu?” MAMONE: “te lo porta via a costo zero” PANSERI: “eeeh... eh lo so però era poco che... il lavoro che... sai che ho dovuto dare a DEMONT una parte del lavoro?... e probabilmente lo sta vendendo lui” MAMONE: “ah...” PANSERI: “capito?... mi dispiace... eh... cioè è un... lo smaltimento e il lavaggio di.. di alcune opere è un lavoro che... che ho dovuto dare a DEMONT” (conv... 18/10/2007)
Uno dei principali motivi che spingeva i due ad incontrarsi di persona era, verosimilmente, quello di avare l'opportunità di parlare liberamente dei loro affari (c.d. accordi clandestini), senza correre il rischio di essere intercettati. Ciò nonostante, l'esito delle indagini tecniche e il raffronto con i dati contenuti in alcuni documenti pubblici, hanno consentito di scoprire che erano dediti ad attività illecite.
In particolare:
>> il 25/04/2007 (...) il PANSERI contattava il MAMONE per ottenere alcune informazioni sulla gara d'appalto relativa alla demolizione del gasometro di Cornigliano da 150.000 metri cubi e per concordarne l'offerta. - PANSERI: “si ascolta quella gara del gasometro” MAMONE: “eh... do che... l'hai vista tu no?... … quando (inc.le) sotto?... tutto?” PANSERI: siamo stati giù si” MAMONE: “eh bravo io... domani vedo due cose e poi ci vediamo... mh?” PANSERI: “perché... perché bisogna chiuderla domani...” MAMONE: “si si... no... l'otto eh!.... è quella là che abbiamo visto ieri è che devi chiudere?” PANSERI: “si... ma no ma aspetta scade il due Maggio... no aspetta... aspetta l'otto ho sbagliato va bé (inc.le)... … era l'altra piccola ciao ciao”. Tre giorni dopo si risentivano telefonicamente (conv... del 28/04/2007...) per commentare la cosa e la rottura dell'accordo – PANSERI “bene ascolta quell'accordo la non c'è! Quindi” MAMONE: “va bene... liberi tutti” PANSERI: “ognuno fa quel cazzo che vuole”. Il PANSERI sollecitava il suo interlocutore affinché riuscisse ad aggiudicarsi un'altra opera: PANSERI: “eh porta porta a casa quel discorso della roccia ne” MAMONE: “si, si si quello lo portiamo a casa sicuro facciamo la prova col 385” PANSERA: “hai capito?” MAMONE: “poi ci vediamo” PANSERI: “perfetto”.
>> il 30/04/2007, la “DESPE” si aggiudicava l'appalto menzionato in premessa. Alquanto strano che ad informare il PANSERI era stato proprio il MAMONE: “belin ma c'hai un culo cazzo... … ma c'hai un culo della madonna sei a mollo con il culo te che ce l'hai pieno di calamari... … eh c'è l'hai pieno di meduse, beh hai vinto la cokeria c'hai un culo rotto guarda” il PANSERI sembrava stupito e non a caso chiedeva al MAMONE se era contento: “ho vinto la cokayeria?... … eh non sei contento?” MAMONE: “certo, eh, eh, eh (risata) ci vediamo dai”. Poco prima il MAMONE aveva chiacchierato al telefono con il suo stretto collaboratore Alfio LABERTI (…). Singolare come veniva commentata l'aggiudicazione dell'appalto alla “DESPE”. LAMBERTI: “Gino hai perso per diciassette centesimi... però hai fatto un figurone...” MAMONE: ma porco schifo... … e chi l'ha vinta?...” Il LAMBERTI, rispondeva che la “DESPE” era la società vincitrice ma stranamente, prima di far ciò, voleva rassicurazioni circa gli accordi presi con i “millesimesi” riferendosi, verosimilmente, al gruppo industriale “DEMONT” di Millesimo (SV) facente capo alla famiglia dei DELLE PIANE (…): “eh... come sei d'accordo con Milledimesi?” e il MAMONE, avendo compreso il senso della domanda, asseriva: “ah si, si e... va bene”. Si può ragionevolmente affermare, che le frasi pronunciate dai due rivelavano un'apprezzabile soddisfazione per la vittoria della “DESPE”. MAMONE: “ah DESPE?... ah bene...” LAMBERTI: “era quella che volevano, no?” MAMONE: “porco Giuda!... okay okay... va bene”. Per quanto attiene la natura dei rapporti con la DEMONT è confacente leggere il contenuto della conversazione … del 04/04/2007 (…) tra il MAMONE e un soggetto che risponde all'utenza intestata alla citata società. MAMONE: “senti se chiedi una proroga di... un paio di settimane... tre settimane li intanto arriva la documentazione guardiamo se c'è l'amianto e poi facciamo un'ATI per la questione giù di Roma... ... vabbè ti... ti cito come subappaltatore... tu non partecipi... eh...: eh guarda un po'... però chiedi una proroga anche se non partecipi o non t'interessa... eh... così almeno poi ce la ragioniamo poi se ti... se c'è l'amianto io.. possiamo vedere come impostar la cosa io demolisco tu fai (inc.le) dell'amianto...”.
[…]
Quello ormai noto, di complicità nelle gare d'appalto e della successiva ripartizione, nella logica del “cartello”, dei sub-appalti. Le imprese chiamate in causa direttamente o indirettamente sono: la “ECO.GE” di MAMONE, la “DEMONT” di DELLEPIANE, la “ITEM Srl”, la “BARALDI SPA” di BARALDI Claudio, la “DESPE” di PANSERI Giuseppe (presidente del NAD), la “PAMOTER” di PASCUCCI Orlando, la “IDEA Snc” di DITTADI e la “IREOS” - MAMONE: “allora ti dico un'altra cosa, visto che è così bravo, le tue due buste non l'hanno aperte... … se aprivano quelle buste vincevo io... … eh, i numeri che abbiamo noi, chi ha sbagliato son stati loro, perché se aprivano tutto anche le sue... potevate.. potevamo vincere o noi o vincevano... (si sovrappongono le voci)” LAMBERTI: “se le aprivano tutte vinceva DEMONT!” MAMONE: “come ci eravamo detto, o io o te o DEMONT, ti ricordi?... i documenti... inc.le... non li hanno aperti... (inc.le).. quando ci siamo visti co tuo papà e... e DELLEPIANE (fonetico) avevam detto: <tanto sono quindici, undici le gestiamo noi, tre sono di quello là, facciamo così> hanno sbagliato loro, non possono pretendere un cazzo, cioè scusami va... … vai in casa mia e poi pretendi anche? Cioè non so, allora se vuoi fare il mafioso, se vuoi la cagnotta su tutto fai il mafioso, perché loro agiscono in questo modo glie l'abbiamo detto all'avvocato, io gliel'ho detto chiaro all'Onorevole (fonetico)... loro pretendevano di prendere tutta la parte un pezzo, un pezzo e un pezzo di tutto, belan non siamo mica... ..gli zuccherifici fare carne da macello, non fate avvicinare nessuno perché va a chiedere lui consensi politici e noi eravamo inc.le... e ci ha fatto levare con... Finale... quello di Finale... Finale Emilia... ci hanno... ..e, scusa, io non vengo a romperti il cazzo laggiù (inc.le)... allora io dico: <se facciamo i furbi, se giochiamo, normalmente> ti dico: <sto bene! Perché oggi un po' per uno in braccio alla mamma> capisci, mi va bene, perché poi se vogliamo a romperci i coglioni voi siete in tre ma fino a prova contraria tutti quelli che conosco io siamo in undici inc.le arrivare a quindici... ..undici siamo noi, allora non rompiamoci i coglioni belin eh... … mi sembra che... avesse vinto lui, dirai: <ha vinto lui> dobbiamo fare un pochettino per uno (inc.le) … ...ma le tre tue non te le hanno neanche aperte, cioè non è che puoi pretendere, no?... … Giuseppe! I chilometri li ho fatti io a portare in giro tutto! Eh... … alla fine poi ho visto... vabbè, ma perlomeno che resti... che resti un credito per noi sulla prossima gara...” PARODI: “ma che cazzo gli facciamo fare allora a DELLEPIANE qua!!” MAMONE: “ma DELLEPIANE scusa, abbi pazienza, DELLEPIANE ee... speraa.. lui ha detto che vuol far l'amianto!... ...lui ha detto che voleva fare l'amianto qui noi facciamo lavorare le gru sul... sul... sull'altoforno e sul gasometro, eh... però non puoi venire a fare la incl.le.. ora obiettivamente se” PARODI: “sull'altoforno quale? MAMONE: “su quello grosso... … no no, su quello a fianco, quello che dobbiam fare noi per la cooperativa, li gli facciamo fare... gli facciamo fare tutti i tiri tutti gli smontaggi”
L'appalto aggiudicato alla “DESPE” era stato commentato anche dall'Ing. MENINI (direttore dei lavori del cantiere di Cornigliano) nella conversazione telefonica intercorsa il 30/04/2007, con Gino MAMONE (…) - MAMONE: “hai visto chi ha vinto la COCHERIA?” MENINI: “no!” MAMONE: “la DESPE!” MENINI: “la DES... whe... e scusa non era quella che non volevi prendere?” MAMONE: “eh no... è che... lascia stare vaffanculo anche te dai... non rompere il cazzo che ce l'ho già munto... (ride)”
[...]
Tralasciando le intercettazioni telefoniche, compresa quella del 10/05/2007 – ore 12:07, in cui PANSERI comunica a Gino MAMONE che si doveva vedere con DELLEPIANE all'aeroporto (“...adesso ho un appuntamento lì con DELLEPIANE (fonetico) alle dodici... alle docici e mezza...”), passiamo ad un'ambientale certamente significativa:
Conversazione... tra presenti del 21/05/2007 all'interno dell'ufficio della “ECO.GE SRL” di Genova, via Evandro Ferri n.11, in uso a MAMONE Gino...
L'ufficio rimane vuoto, fino al minuto 24.50 quando entrano in ufficio Gino, GALLINO, PARODI e un uomo n.m.i. che discutono di questioni tecniche riguardanti la demolizione del gasometro. Dal minuto 32.58 la conversazione viene trascritta integralmente.
- MAMONE Gino = M
- GALLINO Lino = L
- PARODI = P
- PANSERI Giuseppe (a.d. Della DESPE Spa) = G
- LAMBERTI Alfio = A
L: cambio un momenti discorso completamente, la vecchia ferrovia che viene messa fuori uso da... da Pegli a Voltri, tutto inc.le... cosaa... chi è che ci lavora là a levare i binari e inc.le
M: non lo so, perché? È ferma già? Bisogna chiamare MARCO (fonetico), bisognerebbe sentirlo un attimo
L: dicci un po' se inc.le (si sovrappongono le voci)
M: inc.le?
L: eh nata diciamo dalla fine di Pegli fino a Voltri, hanno cambiato la la linea e l'ha abbandonata lì
Nel frattempo si sente Gino comporre un numero di telefono, nel contempo GALLINO e PARODI parlano dei problemi di vista di Gallino. Poco dopo entra in ufficio anche Alfio LAMBERTI.
M: ciao Marco, Gino... stai bene? Senti un attimo, quel tratto di ferrovia da Pegli a Voltri dismessa è già ferma? Perché è quella da... da che passa davanti a Pra, no? Non c'è da... eh, non c'è da levare il binario lì? Eh ma si può fare qualcosa, possiamo fare qualcosa noi lì boh? Ah... ma, è di vostra proprietà? Lo fate voi? Vuoi mica informarlo, vai a vedere... eh, okay... ciao bello, ciao, ciao..
A: non sarebbe male chiamarlo un attimo questo di Roma
M: chiamalo, perché tra l'altro aveva gatto chiamare anche dal sindacato
L: oh siamo a quattromila tonnellate eh, inc.le..
M: ma questo se lo rigenera lo vuole anche perché metterebbe i suoi uomini a smontarlo
A: eh è questo che dico, quando si tratta però di fare il subappalto...
M: eh
A: no?
..omissis...
Tornano a parlare di questioni tecniche per la demolizione del gasometro, non rilevante. Poi parlano delle imminenti votazioni per l'elezione del sindaco di Genova e di altre questioni politiche e sociali genovesi. Quindi prima Lamberti, poi Gino ricevono una telefonata sul loro cellulare (non inerente). Gino si allontana momentaneamente dall'ufficio per rientrare pochi minuti dopo, parlano di argomenti non inerenti l'indagine. Al minuto 49.20 la conversazione viene trascritta integralmente
M: sai cosa dice il buon GAZZETTI?
P: “tu lo devi dire che nell'affare c'era anche lui”
M: ma che cazzo dice lui... siamo, a casa mia sta...
P: no lui dice che ha fatto tutto lui, che...
M: ma cosa ha fatto tutto lui! inc.le tutto lui, ha fatto...
P: e vabbè ragazzi.. inc.le (si sovrappongono le voci)
M: allora ti dico un'altra cosa, visto che è così bravo, le tue due buste non l'hanno aperte
P: difatti m'han detto inc.le (si sovrappongono le voci)
M: se aprivano quello buste vincevo io
P: avevo chiarito bene la storia io al buon Gino mi fa se poi tre non l'hanno consegnate inc.le
A: non l'hanno consegnate...
M: inc.le ha sbagliato tutto, hai capito Montaletti (fonetico) va beh e l'amico?
L: gliele hanno consegnate ...inc.le...
M: no no no no...
P: si sono anche i numeri messi per fare inc.le la gara
A: guarda qui c'è la gara guarda
P: perché dice ci sono anche i presupposti per fare ricorso
M: no no no no
A: assolutamente no
M: allora Giuseppe lo può fare solo un ricorso, di quelli che non ha perso, che è un nostro... non lo facciamo fare perché basta un ricorso e noi vinciamo...inc.le..
A: perché è arrivato quattrocentesimo eh... hai visto? Guarda un po' la media come è venuta... 32 e 708, guarda un po' dov'è la ECO.GE... 711
M: eh i numeri che abbiamo noi, chi ha sbagliato son stati loro, perchè se aprivano tutto, anche le sue... potevate potevamo vincere o noi o vincevano (si sovrappongono le voci)
A: se le aprivano tutte... vinceva DEMONT
M: inc.le DEMONT (fonetico)
P: DEMONT
M: come ci eravamo detto, o io o te o DEMONT, ti ricordi?
A: e poi... vinceva ITEM (fonetico), ITEM DEMONT con il 30 e 50
P: la DEMONT ha presentato... come si è presentata?
A: si è presentata... guarda, si è presentata inc.le la DEMONT (si sovrappongono le voci)
M: il casino l'ha fatto... ACR (fonetico), BARALDI (fonetico) ee..
A: inc.le
G: ma dove?
A: su questa cosa qua...
M: però, inc.le come avevamo detto inc.le...
P: han fatto il casino perché... perché non hanno presentato inc.le (si sovrappongono le voci)
M: inc.le i documenti... inc.le non li hanno aperti inc.le.. quando ci siamo visti con tuo papà e.. e DELLEPIANE (fonetico) avevam detto: <tanto sono quindi, unidici le gestiamo noi, tre sono di quello là, facciamo così> hanno sbagliato loro, non possono pretendere un cazzo, cioè scusami va... vai in casa mia e poi pretendi anche? Cioè non so, allora se vuoi fare il mafioso, se vuoi la cagnotta su tutto fai il mafioso, perché loro agiscono in questo modo gliel'abbiam detto all'avvocato, io gliel'ho detto chiaro all'Onorevole (fonetico)... loro pretendevano di prendere tutta la parte un pezzo un pezzo e un pezzo di tutto, belan non siamo mica... gli zuccherifici fate carne da macello non fate avvicinare nessuno perché va a chiedere lui consensi politici e noi eravamo inc.le... e ci ha fatto levare
P: di Finale Emilia?
M: Finale... quello di Finale
P: Finale Emilia
M: Finale Emilia... ci hanno inc.le, scusa io non vengo a romperti il cazzo laggiù
P: ma con Italia Zuccherifici (fonetico) o col gruppo inc.le?
M: con inc.le... allora io dico se facciamo i furbi, se giochiamo, normalmente ti dico sto bene perché oggi un po' per uno in braccio alla mamma, capisci, mi va bene, perché poi se vogliamo a romperci i coglioni voi siete tre ma fino a prova contraria tutti quelli che conosco io siamo in undici inc.le arrivare a quindi
A: undici
M: undici siamo noi, allora non rompiamoci i coglioni belin eh
...omissis...
Gino riceve una telefonata che termina subito e riprende a parlare con gli interlocutori in ufficio.
M: mi sembra che... avesse vinto lui, dirai: <ha vinto lui> dobbiamo fare un pochettino per uno inc.le... ma le tre tuo non te le hanno neanche aperte, cioè non è che puoi pretendere, no?
P: no anche perché ...inc.le... poi ...inc.le... (si sovrappongono le voci)
M: Giuseppe, i chilometri li ho fatti io a portare in giro tutto eh
G: alla fine poi ho visto... vabbè, ma perlomeno che resti.. che resti un credito per noi sulla prossima gara
M: e vabbè
G: inc.le tutto perché se no...
M: ee... qualsiasi cosa che diciamo che esce...
G: inc.le rotto i coglioni non ho mai preso una gara
Al minuto 54.16 LAMBERTI riceve una telefonata sul cellulare, intanto gli altri proseguono nella conversazione, disturbata da un continuo accavallemento di voci che la rende poco compresibile.
M: però qua la gestivamo noi non è una questione di credito o A o B o C è rimasto a secco se le aprivano tutte rimanevano... rimaneva... cioè io l'impegno l'ho mantenuto
A: e lo so ma lì
M: inc.le la persona che qui... inc.le... una persona che nei confronti di DELLEPIANE perché ha sempre detto che “MAMONE, MAMONE, MAMONE”...
G: poi se... ...inc.le...
M: inc.le se litighiamo noi che stiam qui è meglio che collaboro io che uno scienziato che... ...belin arriva che cazzo ne so io, con voi c'ha un rapporto diverso ma magari delle volte inc.le con PASCUCCI (fonetico) “guarda un po'...”
G: lui m'ha detto: <vabbè comunque poi ci vediamo tutti e tre che chiariamo> gli ho detto <quando vuoi>
M: inc.le quando vuole ci vediamo non ho problemi, lui è a credito, il credito ce l'avrà e poi ...inc.le... massima collaborazione vuol dire anche un po più attiva con voi perché qui poi inc.le.. piantati nella roccia... inc.le... trasporto dei tombini stradali, facciamo sta prova
...omissis...
La conversazione diventa completamente incomprensibile per un continuo accavallarsi di voci. Poi parlano di questioni tecniche, quindi Gino riceve una telefonata, n.i. Intanto Parodi ha terminato la sua. La conversazione viene trascritta dal minuto 59.02
G: vabbè ascolti io con... con... con GAZZETTI... con GAZZETTI gli ho detto che io non avevo nessun inc.le... che avevo chiarito con te avevo chiarito anche con te che si scartava me, io non ho fatto niente non faccio casini salvo poi fare i cazzi nostri e che ero già, ci siamo già dentro con inc.le e con DEMONT (fonetico) da verificare che inc.le per fargli fare un discorso bonifica bon... adesso come porto avanti questa cosa?
M: tu gli dici... gli dici solo che c'hai una pressione da parte della committente di farci lavorare a noi che siamo qui genovesi, alla fine lui non ti può mica dire niente
G: inc.le salvo sono lavori specifici di bonifica, di lavaggi, di materiali che probabilmente inc.le già visto inc.le
[... cambio file ...]
G: e quindi ci saranno delle spinte diciamo inc.le
M: ti gli dici, ma un momento, ma inc.le m'ha chiamato il Presidente della società che ha detto chiaro e tondo che una parte dei lavori devi lasciare a Genova, questo non può mica dire un cazzo inc.le (si sovrappongono le voci)
G: inc.le... poi al limite lui secondo me l'appoggia nelle decisioni inc.le... detto o non detto, e... qui inc.le...
M: vorrà dire che decidi tu qual'è quello che ti interessa, tu dici: <io ho avuto pressioni da parte dell'ECO.GE> e io quando lo vedo gli dico <guarda, l'unica cosa che farò contro Giuseppe è fargli fare pressione politica che mi dia qualcosa da fare...> eh hai capito...
G: si però io gli ho detto questo: <avevo avvisato primo che..> allora io gli ho detto che a me non doveva capitare...
M: bravo
G: e lui mi fa <si si qua ci sono i miei tre ee.. inc.le (si sovrappongono le voci) venivano... venivano spostati, avremmo vinto... avremmo vinto inc.le> tanto io poi ed era un altro favore al limite che gli... che gli... facevo, è capitato a me io non foglio fare... mischiare di nessun tipo l'avevo già detto a Gino, se poi eee. Questo favore mi dovrà essere...
M: cambiato!
G: tornato, non ho ho problemi... va bene lo stesso, poi invece se...
M: guarda lì ci sono... Beppe (fonetico) lì ci sono diecimila tonnellate di ferro...
..omissis..
Parlano di argomenti lavorativi, n.i. L'indagine. Dal minuto 05 viene trascritta integralmente
G: allora io DELLEPIANE lo vedo adesso a mezzogiorno a Savona che gli doo... e gli do del lavoro in più sulla inc.le..
M: qua le bonifiche le facciamo noi!!
P: tu... tu... tu riesci a capire inc.le.. scusami eh... di quello che abbiamo preso, cosa vale adesso il discorso lavaggio e bonifica tuo?
M: beh sì eh, quello lì inc.le... (si sovrappongono le voci)
...omissis...
Parlano di argomenti n.i. L'indagine. Dal minuto 08.00 viene trascritta integralmente
P: ma che cazzo gli facciamo fare allora a DELLEPIANE qua
A: inc.le
M: ma DELLEPIANE scusa, abbi pazienza, DELLEPIANE ee... speraa... lui ha detto che vuol far l'amianto...
A: inc.le
M: lui ha detto che voleva fare l'amianto qui noi lo facciamo lavorare la gru sul... sul..
A: sull'altoforno
M: sull'altoforno e sul gasometro, eh... però non puoi venire a fare la inc.le ora obiettivamente se..
P: sull'altoforno quale?
M: su quello grosso
A: no quello grosso
M: no no, su quello a fianco, quello che dobbiamo fare noi per la cooperativa, lì gli facciamo fare... gli facciamo fare tutti i tiri tutti gli smontaggi ..inc.le..
P: si
M: capito? Lì c'è inc.le (rumori di sottofondo) e per il gasometro..
P: vabbè cazzo i gasometri inc.le..
M: cosa?
P: inc.le... è andato giù?
M: lì c'è rimasto attaccato a due persone di Genova e a “IDEA” (fonetico) che ce l'ho a Marghera...
P: inc.le.. perfetto...
M: però i tiri li... li facciam fare tutti a inc.le (si sovrappongono le voci) e l'altoforno inc.le facciamo fare inc.le (si sovrappongono le voci) la DEMONT (fonetico) se c'ha la gru la usi se no che cazzo viene a fare
G: io dicevo sulla gara, noi vogliamo dire sulla gara che quella che viene vinta da noi, ci siamo noi e IREOS (fonetico) e voi... basta, non inc.le più..
M: lui l'altra volta l'ha detto “arrangiatevi intanto”... no, ti ricordi gli ho detto?
G: chi?
M: DELLEPIANE... ha detto “io mi arrangio su” no?
si sovrappongono le voci
G: sicuri ...inc.le... che la bonifica dell'amianto vale solo 250
A: inc.le
G: per me valeva un sette e mezzo
..omissis..
[…]
Andiamo avanti e ritroviamo ancora la DAMONT nel giro di appalti e subappalti gestiti dal “cartello” guidato da Gino MAMONE anche a Milano...
A.T.I. “CONSORZIO COOPERATIVE COSTRUZIONI” - “TOTINO SCAVI MANZONE SPA”
corrente in Bologna, via della Cooperazione n. 30, aggiudicataria dell'appalto (€ 3.710.788,12 iva esclusa – determinazione 23/04/2007) per la progettazione esecutiva ed esecuzione di tutte le opere, lavori, forniture e prestazioni necessarie allo smantellamento e demolizione dei manufatti ricadenti nel lotto di intervento “AREA AFO”, nel cantiere di Cornigliano.
La “TORINO SCAVI MANZONE SPA costruzioni generali” ha sede legale a Torino, via Giulio Natta n. 12 (…) … dal 17/12/1997 si occupa di estrazione di ghiaia e sabbia. I proprietari della società sono i componenti dell'omonima famiglia MAZZONE di Torino.
Il 20 giugno 1995, sul quotidiano torinese “LA STAMPA” (…) veniva pubblicato il seguente articolo:
“Arrestati 5 sottufficiali e 9 imprenditori edili o del settore movimento terra
Camion stracarichi, con mazzetta. Le aziende: pagavamo la Stradale – E adesso si confessano anche le mazzette di strada. In ogni senso: le pagavano nove imprenditori del settore movimento terra (…) Con Boccardo, Bresciani, Tamagnone e MANZONE sono stati sentiti entro la prima metà del pomeriggio dal pm Gabetta e dal collega Ferrando. E hanno confessato, ottenendo dal gip Mauro Carta di tornare in libertà.”
I contatti del MAMONE con la “TORINO SCAVI MANZONE” avvenivano tramite un certo RENZO, che dovrebbe identificare in Renzo MANZONE, nella sua qualità di consigliere e proprietario con la quota di maggioranza, della società.
Nella presente annotazione sono state già evidenziate alcune situazioni che chiamerebbero in causa la predetta società per la sua appartenenza al c.d. “cartello degli appalti”: (…)
Nei primi giorni di febbraio del 2007, il MANZONE si rivolge al MAMONE per alcune conferme circa le opere effettuate dalla F.LLI BARALDI (…) per conto della partecipata milanese AMSA (che si occupa di raccolta rifiuti) verosimilmente in sub-appalto della “DEMONT” di Savona (…). Renzo MANZONE: “e... quel lavoro che ha fatto all'AMSA BARALDI... ...l'ha datto per la DEMODEM... DEM..DE... come si chiama... per i... ha fatto così?” il MAMONE non era in grado di dare risposte certe e quindi faceva riserva: “e penso di si, sai?... cioè, non lo so è però, se vuoi mi informo...” si deduce che le intenzioni dell'imprenditore torinese erano ben altre, ossia quelle di entrare nell'appalto successivo e analogo a quello vinto da “DEMONT – F.LLI BARALDI” insieme alla “ECO.GE” dei MAMONE…
E il GRUPPO DEMONT, ovvero del DELLEPIANE, a Cornigliano ha avuto la sua buona dose di lavori, secondo proprio, quanto deciso dal "cartello". DELLEPIANE dichiarava, dopo l'emergere pubblico della notizia che loro non c'entravano nulla con gli APPALTI di CORNIGLIANO... ma oltre a quanto emerge dall'Indagine della Procura di Genova, come abbiamo già avuto occasione di dire, ci sono anche le foto che lo smentiscono... Ecco qui qualche mezzo DEMONT e SALPE (del Gruppo DEMONT) nel "cantiere di Cornigliano" i cui appalti e subappalti erano definiti dal "cartello di imprese" guidato da Gino MAMONE. Peché negare le evidenze... su... Ed allora ecco tre foto, tanto per sbugiardare i bugiardi:
E se non bastano queste tre, portate ad esempio, ci mettiamo l'ultimo cartello cantiere relativo ai subappalti per i lavori a Cornigliano che, soltanto per il lavoro li indicato, indica € 880.000,00 per la SALPA SRL (gruppo DEMONT):
ED ORA PASSIAMO AD ALTRI CANTIERI (STESSE COMPAGNIE)
Quanto visto non basta? Andiamo avanti. L'indagine "PANDORA" ha messo in evidenza che il controllo degli appalti e subappalti del gruppo capeggiato dal MAMONE, con l'adesione, tra gli altri, del DELLEPIANE, operava su scala nazionale. Lo si comprende bene dalla intercettazioni effettuate e dai riscontri. La "spartizione" era totale, non restava ciricoscritta a quei cantieri di Cornigliano.
Infatti avevamo già trovato le imprese del gruppo DEMONT - come la SALPA - accanto agli altri componenti del "cartello" nelle operazioni di messa in sicurezza-bonifica della STOPPANI (storico appetito dei MAMONE) come dimostra il cartello cantiere delle commesse di lavoro:
E proprio in quel sito, in quel cantiere, della ex STOPPANI che cosa ci faceva un cassone della ECO-GE che con quei lavori formalmente non aveva nulla a che fare?
Anche in merito alla STOPPANI c'è stata una Relazione della Guardia di Finanza alla Procura metteca in cui si evidenza quanto segue:
Delitti di corruzione di pubblici ufficiali e funzionari
Tra le società sponsorizzatrici vi è la ECO.GE di MAMONE Gino, componente della nota famiglia MAMONE di origine calabrese. Attraverso la registrazione di fatture per operazioni inesistenti, il MAMONE si è creato dei "fondi neri", che lo stesso utilizzerebbe per il pagamento di tangenti a taluni politici ed imprenditori locali, finalizzate alla partecipazione della ECO.GE in gare per appalti pubblici e non. Infatti, una delle attività a cui è interessato l'indagato è la compravendita di alcune aree-terreni di scarso valore con società di costruzioni immobiliari. Le stesse verrebbero rivalutate attraverso operazioni di bonifica, da lui stresso effettuate, e attraverso l'ottenimento di concessioni edilizie. La concessione di quest'ultime sarebbero in seguito agevolare presso le opportune sedi da politici appartenenti ad alcuni Enti locali.
Fra queste operazioni allo stato attuale sono in corso quella dell'ex oleificio GASLINI di Genova e dell'area STOPPANI di Cogoleto.
“Vicenda "Stoppani"
L'area Stoppani al momento è soggetta alla giurisdizione del Commissario Straordinario Avv. Giancarlo VIGLIONE, nominato dal Ministero dell'Ambiente per sovrintendere ai lavori di bonifica dell'area. MAMONE Gino avrebbe intenzione, attraverso un concordato fallimentare con la società STOPPANI spa, di comprare l'area, ancora di scarso valore commerciale, in quanto non ancora bonificata e procedere successivamente sia alle operazioni di bonifica che alla rivendita del terreno a società di costruzioni immobiliari, dopo essersi assicurato le concessioni edilizie facendo ricorso ai canali politici.
Frattanto il Ministero dell'Ambiente ha emesso apposito provvedimento per ottenere il risarcimento dei danni patiti per l'inquinamento del suolo dal cromo e da altre sostanze nocive trattative dalla segnalata e tristemente nota "STOPPANI spa". Il risarcimento ammonta a 300 milioni di euro. Benché questo provvedimento lo preoccupi, il MAMONE non desiste dai suoi intenti di accaparrarsi l'area e portare a compimento le sue speculazioni.
Egli intende proseguire nel suo operato, avvalendosi dei suoi numerosi appoggi politici attraverso i quali ottenere l'approvazione ed il consenso degli Enti Locali per il buon esito del suo progetto. Grazie alle conversazioni telefoniche intercettate sulle utenze in uso agli indagati innanzi citati, sono stati acquisiti preziosi elementi circa il coinvolgimento delle sottonotate persone, che opererebbero a favore del MAMONE...
Ma andiamo avanti. Con altre foto che documentano un altro lavoro a braccetto SALPA (gruppo DEMONT) ed ECO-GE. Ci spostiamo in Piemonte...
Qui la ECO-GE SRL è stata anche chiamata ad operare nell'ambito del cantiere per “INTERVENTI DI SISTEMAZIONE IDROGEOLOGICA ED IDRAULICA PER LA MESSA IN SICUREZZA DI EMERGENZA DELLE AREE DI DISCARICA LAPIDEA POSTE AD EST DEGLI STABILIMENTI DI PRODUZIONE DELL'EX MINIERA DI AMIANTO DI BALANGERO E CORIO” - “SITO DI BONIFICA DI INTERESSE NAZIONALE”.
Il Committente di tali lavori che vedono l'ECO-GE SRL come impresa appaltatrice risulta essere la R.S.A. SRL – società a capitale pubblico per il risanamento e lo sviluppo ambientale di Belangero e Corio (con sede in Via Copperi 15 – Balengero – TO).
L'importo dei lavori indicato nei cartelli di cantiere risulta essere di 298.543,94 ed essere finanziato dal MINISTERO DELL'AMBIENTE e T.T.M.
In parallelo a detto cantiere vi era anche quello per la messa in sicurezza dello stabilimento che ha visto, in questo caso, il medesimo committente, per lavori di oltre 600 mila euro, ed un impresa appaltatrice di Napoli, ovvero la ECOTECH SRL.
E in quel cantiere risultavano mezzi di una società – la “SAPLA” - del gruppo “DEMONT”!!! Impresa che non risulta, dal certello cantiere, avere un subappalto...
E, rispetto a questo cantiere vi è un altro dettaglio. Se nel cartello cantiere "ufficiale" risulta un importo di lavori per € 298.543,94, vi era anche una comunicazione affissa dove l'importo di € 360.000,00:
Andiamo avanti perché come aveva evidenziato il giornalista Mario Molinari (in allora direttore di SavonaNews), le imprese dei DELLEPIANE davano incarichi all'impresa P.D.F. SRL dei FOTIA (vedi qui). Impresa che era soggetta - come la SCAVO-TER - a provvedimento con carattere interdittivo antimafia da parte della Prefettura di Savona (la SCAVO-TER era già stata soggetta anche ad Interdizione dalla contrattazione con gli Enti Pubblici dal GIP di Savona in concomitanza con l'arresto di Pietro FOTIA per l'inchiesta DUMPER). Il provvedimento interdittivo adottato dalla Prefettura di Savona (a cui poi se ne aggiungerà un secondo!) è stato anche confermato dal TAR LIGURIA (vedi qui) che ha rigettato il ricorso dei FOTIA e precisato che questo provvedimento non si basava su dicerie o illazioni ma convergenti rapporti dei reparti investigativi e delle Forze dell'Ordine. Testuale nelle Sentenza TAR:
"L’informativa antimafia di cui si controverte cita come proprie fonti di conoscenza i seguenti atti:
- la citata nota 7/6/2012, i cui contenuti vengono ampiamente riferiti nel contesto del provvedimento impugnato;
- le note della Questura di Savona in data 26 gennaio 2012 e 5 giugno 2012, da cui risulterebbe “il ruolo di spicco dei componenti della famiglia Fotia” (cui appartengono i titolari dell’impresa) “nell’ambito della criminalità organizzata di origine calabrese operante nel ponente di questa provincia”;
- le note del Comando provinciale dei carabinieri di Savona in data 6 dicembre 2011 e 7 giugno 2012, da cui risulterebbe che l’impresa ricorrente aveva svolto, nel 2007, lavori per conto di un’altra impresa sottoposta a sequestro nel corso di un’inchiesta concernente le infiltrazioni della criminalità organizzata nella costruzione di talune opere pubbliche;
- le note del Comando provinciale della guardia di finanza di Savona in data 10 novembre 2011 e 23 maggio 2012, da cui risulterebbe che i componenti della famiglia Fotia sono inseriti “nella locale mappa della criminalità organizzata” quali affiliati o fiancheggiatori di una cosca mafiosa."
E' indubbiamente vero ed inconfutabile che un provvedimento come un'Informativa tipica antimafia con carettere interdittivo vincoli il Pubblico al divieto di assegnare lavori all'impresa oggetto del provvedimento, e non possa vincolare in alcun modo, invece, il privato.
Ma davanti ai noti FOTIA - indicati negli Atti come famiglia "affiliata alla 'ndrangheta" ed in particolare legata (ed imparentata) alla cosca dei MORABITO-PALAMARA-BRUZZANITI - i DELLEPIANE non avevano altri da scegliere per affidare i propri lavori?
Dei FOTIA abbiamo già parlato spesso (vedi qui lo speciale o scarica il volume su di loro). Ancora nei giorni scorsi abbiamo ricostruito un po' di fatti relativi a loro ed abbiamo, in particolare, pubblicato integralmente quanto emerge, nero su bianco, dall'Informativa PANDORA, in merito al rapporto solidale e di collaborazione nel reciproco sostegno per gli affari tra Pietro FOTIA e Gino MAMONE (vedi qui)... Ora rivediamo un attimo questo cantiere - quando soggetti ad interdizione prefettizia confermata dal TAR - i FOTIA, con la P.D.F. SRL (strumento usato per cercare, con interposizione di altra azienda, di aggirare il provvedimento interdittivo - vedi qui).
Ad Albisola Marina vi è un cantiere per la costruzione di BOXES. Il promotore dell'opera è la ALPAR SRL (sede a Cuneo) che è costituita da due soci: IMMO INCREDIBLE S.R.L. di Torino con € 2.000 di capitale e, socia di stra-maggioranza, la FIDA SRL con € 18.000 del capitale. La FIDA SRL è una società del GRUPPO DEMONT ovvero dei DELLEPIANE.
L'impresa costruttrice è la FIDA SRL dei DELLEPIANE...
Nel "cartellino" dei subappalti del cantiere dei DELLEPIANE troviamo che gli autotrasporti sono affidati alla P.D.F. dei FOTIA, così come anche alla "GIUSEPPE BELLISSIMO" (che ha sede in uno dei capannoni della SCAVO-TER, in Via Bertola a Vado Ligure) ed alla "PENSIERO SRL" di Cairo..
Ecco che forse, ora il profilo dei DELLEPIANE è un pochino più dettagliato, in attesa di vedere cosa faranno le Pubbliche Amministrazioni (Comune, Provincia e Regione) sul loro sogno di una nuova ondata di cemento nella darsena di Savona.
P.S.
Se ci fossero dubbi sul fatto che la SALPA SRL e FIDIA SRL siano GRUPPO DEMONT... Ecco qui direttamente dal sito DEMONT:
APPROFONDIMENTI
> SUI RAPPORTI POLITICI DEL MAMONE:
- L'uomo di BURLANDO per anni “ponte” con i MAMONE (raccomandando i bonifici)
- Su MONTELEONE Rosario e “zona grigia” la DDA preferì non indagare
- Cosma Ottavio Salvatore e quei contatti indecenti con gli 'ndranghetisti...
(ed a breve pure sugli altri...)
> LO SPECIALE SUI MAMONE vedi qui
ed in particolare, tra gli ultimi articoli in merito ai rapporti con politica e P.A.:
- Burlando e la Vincenzi sui Mamone mentono!
- Alla corte dei MAMONE, gli Enti locali, le societa' pubbliche e colossi privati...
- Mamone, Fazzari (e Gullace)... e le Amministrazioni Pubbliche
- I MAMONE. Da un lato si brinda con i boss e dall'altro si conquistano gli appalti