Casamonti ci prova ma gli va male... L'Ordinanza resta online
Come avevamo già scritto: le provano tutte per nascondere i fatti. Ma non ce la fanno!
Uno dei più determinati nel tentativo di oscurare i documenti è l'ordinario di progettazione architettonica della Facoltà di Architettura dell'Università di Genova, ovvero l'Arch. Marco Casamonti, dello studio "Archea". Lo stesso è stato uno dei fulcri dell'inchiesta sulla Tangentopoli fiorentina ed uno dei protagonisti della grande abbuffata del G8 della Maddalena. Dopo l'indagine sugli affari di Ligresti (con corruzione connessa dell'amministrazione diessina guidata dall'allora sindaco Leonardo Domenici), per Casamonti scattò, nel dicembre 2008 la custodia cautelare in carcere, ma dalle intercettazioni dell'architetto emergevano i contatti volti a "pilotare" l'assegnazione di project financing e incarichi pubblici...
Così se da un lato erano già emersi i contatti con altri "professionisti" per pilotare assegnazioni a destra e a manca... e si era evidenziato anche, tra gli altri, l'asse con il potente Studio 5+1 molto attivo nel savonese e progettista, ad esempio, della riconversione dell'area ex Metalmetron di via Stalingrado targata Alfa Costruzioni e Unieco (con incarico di demolizioni, scavi e movimento terra alla società ScavoTer dei Fotia della cosca Morabito-Palamara-Bruzzaniti), ascolta l'Architetto Casamonti i Ros e la Procura di Firenze arrivano a scoprire la grande abbuffata del sistema "gelatinoso" della "cricca" Anemone-Balducci, targata Grandi Eventi made Protezione Civile.
Marco Casamonti, che intanto l'Università di Genova si è tenuta stretta come docente per formare le future leve di professionisti, ricorse al Garante per la Privacy per chiedere di oscurare la verità dei fatti (quella utile affinché si possa conoscere e valutare la realtà, indipendentemente dagli aspetti penali che competono solo alla Magistratura). L'informazione ai cittadini su un uomo chiave, Marco Casamonti, sui suoi legami con colleghi, imprese e amministrazioni pubbliche, secondo Casamonti non doveva essere conosciuta, ma cadere nell'oblio.
Noi rispondemmo che la pubblicazione integrale dell'Ordinanza non è una violazione di atti secretati, riservati e nemmeno una violazione della Privacy. Rispondemmo anche che dalla pubblicazione integrale non solo si evitavano usi distorti delle informazioni in esse contenute, dando pienamente conoscenza dei fatti, protagonisti e dinamiche, ma si fornivano informazioni di utilità sociale in quanto si rendevano noti meccanismi e protagonisti di procedure viziate.
Successivamente il Garante della Privacy, a seguito di nuovo sollecito del Casamonti, ci chiedeva se era nostra intenzione cancellare o meno l'Ordinanza. Noi rispondemmo che l'Ordinanza pubblicata rimaneva online e ribadivamo quanto già comunicato... era proprio il giorno in cui la Procura di Firenze promuoveva, con nuova Ordinanza, agli arresti di Balducci, Anemone, De Santis e Della Giovampaola, per l'indagine sulle opere per il G8 della Maddalena (ordinanza che pubblicammo nuovamente integralmente), nella quale emergeva un nuovo importante ruolo del Marco Casamonti.
In data 19 ottobre 2010 il Garante della Privacy ci comunicava la propria deliberazione in cui si è finalmente sancito che la pubblicazione delle Ordinanze di Custodia Cautelare non rappresenta ne violazione della Privacy, ne violazione di segreto istruttorio in quanto come si riporta nella decisione stessa: "Vista la nota... con la quale la Procura della Repubblica ha rappresentato che 'l'ordinanza in esame costituisce atto del quale non è imposto alcun riserbo o segreto posto che tali ultime guarentigie non assistono documenti che siano portati formalmente a conoscenza della persona indagata'". Con lo stesso provvedimento che riconosce il diritto di pubblicazione delle Ordinanze si sottolinea, però che da questa devono essere omessi alcuni dati considerati coperti dalla privacy e quindi non pubblici. Si tratta degli indirizzi di residenza, dei codici fiscali delle persone e dei numeri di utenza telefonica. Noi abbiamo già provveduto a cancellare detti dati dalle pagine dell'Ordinanza in questione anche se, a questo punto, ci si domanda come è possibile che tali dati siano disponibili, ad esempio, nelle visure camerali o catastali che sono pubbliche o presso le Agenzie delle Entrate dove è addirittura possibile richiedere il reddito annuale di ogni singola persona?
Comunque sia siamo lieti di essere riusciti, come Casa della Legalità, ad ottenere che fosse sancito e ufficiale, anche dal Garante della Privacy, che la pubblicazione delle Ordinanza, così come delle Sentenze, è un atto lecito.
PS
Chissà quanto tempo passerà, probabilmente non troppo, prima di dover tornare sul Casamonti.