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Attivo tra la via Emilia e il west, arrestato latitante a Crotone

Manfredi Pasquale, beccato!Non hanno scampo i mafiosi, uno dopo l'altro finiscono dentro, lo sappiano e ci pensino... ma soprattutto ci pensino anche quei "professionisti" che curano gli interessi dei mafiosi, al sud come al nord, e ci pensino i cittadini che possono, collaborando con i reparti dello Stato, far spazzare via una volta per tutte la holding mafiosa.
Oggi è stata la volta di Pasquale MANFREDI, 33enne, tra i cento latitanti più pericolosi d'Italia. Quando scattò l'Operazione PANDORA riuscì a sottrarsi all'arresto, ma nelle prime ore di questo 16 marzo 2010, a Crotone, in Via Kennedy, l'esponente di spicco della cosca NICOSCIA-MANFREDI di Isola Capo Rizzuto, è stato arrestato dalla squadra mobile di Crotone e dallo SCO. Il MANFREDI, killer della 'ndrangheta, responsabile anche degli omicidi di Carmine ARENA e Pasquale TRIPODI, ha tentato di fuggire anche questa volta, dal tetto, ma è finito dove doveva finire: in carcere! Adesso il suo nick su Facebook, "Scarface", non gli servirà più per tenere i contatti con i suoi sodali. Finisce così anche questo signore degno, come gli altri mafiosi, del peggior disprezzo sociale. Fine corsa quindi a Crotone, ma attivo, con la cosca, tra la via Emilia e il west, dove hanno trovato terreno fertile, visto il radicamento in terra emiliana e di Lombardia, a Pavia, dove avevano allestito anche una scuola di guerra.
Del Pasquale MANFREDI si parla ampiamente nel libro "Tra la via Emilia e il Clan". In particolare nel quinto capitolo "Emilia, terra di 'ndrine, estorsioni, armi e droga" che approfondisce, grazie alle risultanze delle attività investigative e giudiziarie, le attività criminali e di inquinamento ed infiltrazione nell'economia delle famiglie mafiose degli ARENA e NICOSCIA, e che parte così: "E' il 20 novembre 2009 quando il Gip di Catanzaro fa scattare l'Operazione contro le cosche della 'ndrangheta degli ARENA e NICOSCIA, da lungo tempo radicate nel nord Italia...".
Pubblichiamo qui di seguito alcuni brevi estratti di questo lungo capitolo del libro (disponibile nella sezione dei legalitabooks)...




Alcuni brevi estratti dal Capitolo 5 del libro "Tra la via Emilia e il Clan - Politica ed economia spregiudicate e quella mafia in casa che non si vuol vedere" di C.Abbondanza e A.Amorosi

"...GRANDE ARACRI Ernesto
reggente, quantomeno dal marzo 2003 - data in cui è uscito dal carcere - dell'omonima cosca di stampo mafioso con sede in Cutro, in ragione dello stato detentivo, che si protrae ininterrottamente dal 2000, del fratello GRANDE ARACRI Nicolino, capo storico della medesima consorteria; in tale veste ha dato pieno apporto alla famiglia NICOSCIA nell'ambito della guerra contro la cosca ARENA, partecipando direttamente alla decisione di dare una immediata risposta all'omicidio di MANFREDI Mario, concretizzatasi, qualche giorno dopo, nell'omicidio di TIPALDI Pasquale, azione omicidiaria alle cui fasi programmatiche ed esecutive il GRANDE ARACRI Ernesto ha addirittura preso parte, con le condotte descritta nei capi [di imputazione] nn. 2, 40 e 41; in ragione del suo ruolo, ha preso parte anche ad un summit mafioso, tenutosi nelle campagne tra Cutro e Roccabernarda il 29 maggio 2006, unitamente al proprio affiliato Salvatore DE LUCA e ad esponenti di primo piano della famiglia NICOSCIA, quali il reggente NICOSCIA Salvatore, MANFREDI Pasquale cl. 77 ed altro affiliato operativo in Lombardia, LA PORTA Carmelo, cognato del capo storico NICOSCIA Pasquale cl. 57, summit al quale partecipavano anche esponenti di altre altre famiglie mafiose loro storiche alleate, quali CIZZA Alberto e ROCCA Domenico, soggetti vicini a GRECO Angelo, condannato, in via definitiva, quale uomo di GRANDE ARACRI Nicolino nel processo c.d. "Scacco Matto"; riunione funzionale ad assumere decisioni riguardo le comuni strategie operative, soprattutto con riferimenti ai rapporti con la cosca descritta al capo che segue.
Nelle province di Crotone, Bologna, Reggio Emilia e Pavia ed in altre aree del territorio nazionale dal gennaio 2004, con condotta tutt'ora perdurante..."

"...Il quadro delineato da questo estratto del primo capo di imputazione dell'Ordinanza di 566 pagine, a cui si affianca il Decreto di sequestro con cui vengono adottate, per molteplici degli soggetti sottoposti a misure di custodia in carcere, le misure di prevenzione patrimoniale dei beni, rende già l'idea dello spessore criminale dell'organizzazione 'ndranghetista che, a partire dalla Calabria, operava tra Emilia Romagna e Lombardia.
Andando avanti a guardare i fatti contestati e documentati grazie al meticoloso lavoro dei reparti investigativi e della Procura Antimafia, si scoprirà che dietro alle aziende apparentemente legali che i mafiosi avviavano, vi era sempre il volto prettamente criminale, tra omicidi, traffico di droga, armi ed estorsioni.
Un primo esempio è quello sugli sgarristi "con compiti esecutivi rispetto a tutte le attività della consorteria, ivi compresa quella funzionale all'organizzazione ed all'esecuzione di azioni omicidarie, con conseguente detenzione di armi; invero, LENTINI Nicola - oltre al tentato omicidio di cui al capo [di imputazione] n. 42 - veniva tratto in arresto, in data 22 giugno 2007, dai Carabinieri di Crotone, perché all'interno dell'auto dallo stesso condotta, veniva rinvenuta, occultata all'interno del cruscotto, una pistola cal. 22 con matricola punzonata, senza alcuna sicura inserita, con caricatore, con la canna modificata al fine di consentire l'apposizione del silenziatore; LENTINI Paolo e LENTINI Nicola delegati anche, in particolare, alla gestione del traffico di sostanza stupefacente, anche attraverso contatti con esponenti di altre organizzazioni criminali; ancora, gli stessi LENTINI, padre e figlio, nonché GENTILE Tommaso, figlio di GENTILE Francesco, con compiti di raccolta dei proventi illeciti. Nelle province di Crotone, Bologna, Reggio Emilia ed in altre aree del territorio nazionale dal 2004, con condotta tutt'ora perdurante".
Ed ancora, rispetto ai NICOSCIA Salvatore, NICOSCIA Antonio, PUGLIESE Michele, GUALTIERI Antonio e PROCOPIO Salvatore, "per avere, in concorso tra loro, con diverse azioni, esecutive di un medesimo disegno criminoso, detenuto e portato in luogo pubblico, una pistola calibro 9x21, con circa 15 cartucce nel caricatore, consegnata in Reggio Emilia da PROCOPIO Salvatore a NICOSCIA Salvatore, NICOSCIA Antonio, PUGLIESE Michele, GUALTIERI Antonio, e, da questi ultimi, trasportata in Isola Capo Rizzuto, a bordo della Range Rover in uso a PUGLIESE Michele, sulla quale hanno viaggiato per rientrare in Calabria. Condotta aggravata, perché posta in essere al fine di agevolare le attività del sodalizio di stampo mafioso di cui al capo [di imputazione] 1...
Condotta avuto inizio in Reggio Emilia e consumatisi in Isola Capo Rizzuto, luogo di principale operatività della cosca; accertata il 20 gennaio 2006".
E sempre parlando di armi: "PROCOPIO Salvatore, MANFREDI Pasquale cl. 77 e PUGLIESE Michele..., per avere, in concorso tra loro, con diverse azioni, esecutive di un medesimo disegno criminoso, detenuto e portato in luogo pubblica, una pistola di fabbricazione argentina, con matricola abrasa, completa di caricatore inserito e rifornito di 12 cartucce cal. 9, arma custodita dal PROCOPIO all'interno dei locali della ditta "NUOVA INERTI" di PUGLIESE Michele, affinché potesse essere prontamente utilizzabile per le attività illecite poste in essere dalla cosca, ed in particolare dagli affiliati MANFREDI Pasquale e PUGLIESE Michele, in quel territorio, cosa avvenuta anche la sera del 29 novembre 06, allorchè il PROCOPIO consegnava, su sua richiesta, l'arma al MANFREDI, il quale la restituiva, allo stesso, nelle prime ore del mattino successivo. Condotta aggravata, perché perché posta in essere al fine di agevolare le attività del sodalizio di stampo mafioso di cui al capo [di imputazione] 1... In Reggio Emilia da epoca imprecisata sino al 30 novembre 2006, data dell'arresto di Procopio Salvatore, con sequestro della pistola". "MANFREDI Pasquale e MANFREDI Luigi... per avere, in concorso tra loro, con diverse azioni, esecutive di un medesimo disegno criminoso, detenuto e portato in luogo pubblico, un fucile ed una pistola, di marca e calibro non identificati, armi comuni da sparo materialmente consegnate, da persona non identificata, a MANFREDI Pasquale, mentre la fase del successivo trasporto, occultate in un autobus di linea, in Isola Capo Rizzuto, è stata curata dal fratello MANFREDI Luigi. Condotta aggravata, perché posta in essere al fine di agevolare le attività del sodalizio di stampo mafioso di cui al capo [di imputazione] 1... In Emilia Romagna ed Isola Capo Rizzuto in epoca antecedente e prossima all'11 febbraio 2006.
Passando alle attività estorsive, al capo di imputazione 52 si legge: "(estorsione VERTINELLI Palmo e GIGLIO Giuseppe) NICOSCIA Salvatore, NICOSCIA Antonio, PUGLIESE Michele, GUALTIERI Antonio, MANFREDI Pasquale, MANFREDI Luigi e ROSINI Dario... per avere, in concorso tra loro - in particolare, NICOSCIA Salvatore e PUGLIESE Michele pianificando, in Isola Capo Rizzuto, successivamente alla liberazione del primo, avvenuta il 28 novembre 2005, la complessiva azione criminosa, poi eseguita unitamente ai còrrei - al fine di procurare, a se' ed alla consorteria di appartenenza, un ingiusto profitto con conseguente danno per le persone destinatarie delle condotte, con diverse azioni, esecutive di un medesimo disegno criminoso, costretto diversi imprenditori operanti in provincia di Reggio Emilia, tra i quali GIGLIO Giuseppe e VERTINELLI Palmo, titolari e/o gestori di importanti attività imprenditoriali - precisamente, il primo, all'epoca dei fatti, della AUTOTRASPORTI GIGLIO, sita in Gualtieri di Reggio Emilia, il secondo della MILLEFIORI SERVICE s.as di VERTINELLI Giuseppe (fratello) e c., ristorante, pizzeria, bar" ubicato in Montecchio di Reggio Emilia - a consegnare, con cadenza pressoché mensile, somme di denaro, allo stato non specificatamente quantificabili nell'entità, ma, certamente, superiori ai 10.000 euro nel febbraio 2006, 2000 euro nel maggio 2006 da parte del solo GIGLIO Giuseppe, nonché complessivamente superiori ai 50.000 euro nel dicembre 2006, il tutto con sfruttamento della condizione di appartenenti al sodalizio mafioso, denominato cosca NICOSCIA, descritto al capo [di imputazione] 1... e prospettando alle persone offese - nel corso di un incontro avvenuto tra il 20 ed il 21 gennaio 2006, al quale prendevano parte i due NICOSCIA, PUGLIESE Michele e GUALTIERI Antonio, nonché durante vari incontri successivi, ai quali prendevano parte anche MANFREDI Pasquale - nei mesi di maggio, giugno e dicembre 2006 - e ROSINI Dario - nei mesi di febbraio e giugno 2006 - il versamento del denaro come unica strada per continuare il tranquillo esercizio dell'attività, sia nel crotonese che in Emilia Romagna e per evitare problemi all'incolumità fisica dei loro familiari, residenti tra Isola Capo Rizzuto e Cutro, nonché a loro stessi, e per garantirsi, al contempo, la "protezione" da parte dell'organizzazione, non solo nel crotonese, ma anche in Emilia Romagna, denaro alla cui raccolta hanno provveduto, in alcune occasioni - in particolare, nel FEBBRAIO 2006 - NICOSCIA Antonio, in altre direttamente lo stesso NICOSCIA Salvatore - in particolare nel MAGGIO E NEL GIUGNO 2006 - ed in altre - in particolare quelle dei mesi di maggio, giugno e dicembre 2006 - il MANFREDI Pasquale, nel giugno 2006 unitamente, oltre al predetto NICOSCIA Salvatore, a ROSINI Dario e a MANFREDI Luigi, il quale provvedeva ad occultare la somma in casa di una cugina; il tutto sempre con l'attiva partecipazione di PUGLIESE Michele, il quale, anche perché anch'egli titolare di attività d'impresa in Reggio Emilia, funge costantemente da raccordo tra gli affiliati di volta in volta incaricati di raccogliere materialmente il denaro e portarlo in Isola Capo Rizzuto - compito pressoché stabilmente assegnato a MANFREDI Pasquale - e gli imprenditori estorti, provvedendo, in alcuni casi, egli stesso alla raccolta del denaro, così come accaduto nei giorni antecedenti e prossimi al natale 2006, facendo, poi, custodire una borsa contenente i circa 30.000 euro ricevuti, tra il 22 ed il 28 dicembre 2006 nei locali dell'impresa NUOVA INERTI SRL da lui gestita in GUALTIERI (Reggio Emilia), dai suoi dipendenti, PROCOPIO Salvatore e MARCHINI Marzia, atteso che MANFREDI Pasquale, in data 22 dicembre 2006, aveva portato con sé ad Isola Capo Rizzuto, solo una parte - in contanti e molto consistente - dei proventi estorsivi raccolti; i restanti 30.000 euro venivano ritirati dal MANFREDI Pasquale il 28 dicembre 2006, per come accordatisi con il PUGLIESE. Condotte pluriaggravate, perché poste in essere da persone appartenenti ad associazione di stampo mafioso, avvalendosi del metodo mafioso ed al fine di agevolare le attività del medesimo sodalizio. In Isola Capo Rizzuto e Reggio Emilia, dal 20 gennaio 06, nei giorni sopra indicati e con condotta tutt'ora perdurante..."

"...Ebbene, l'esame di alcune conversazioni oggetto di intercettazione dimostra appunto la disponibilità, in capo agli appartenenti alle cosche, di armi di ogni tipologia ed emerge inequivocabilmente che uno dei canali di rifornimento era costituito dai familiari residenti nella provincia di PAVIA, nel cui territorio risulta risiedere VITTIMBERGA Carmine, in strettissimi legami parentali con il MANFREDI Mario ucciso il 3 dicembre 2005 e con i suoi figli. Risulta, inoltre, che la cosca NICOSCIA ha addirittura mandato il proprio esponente di spicco, MANFREDI Pasquale - chiamato PASQUALEDDU - a frequentare una sorta di scuola di guerra attiva proprio nella suddetta provincia di Pavia.
Al riguardo appare opportuno riportare la conversazione n. 918 ... del 9 maggio 2006... intercettata a bordo dell'autovettura Mercedes in uso a Pugliese Michele. Questi, parlando con Lentini Nicola, lo informava appunto del fatto che Pasqualeddu aveva fatto una scuola di guerra per 14 mesi a Pavia.
Interlocutori: PUGLIESE Michele e LENTINI Nicola, cl. 87.
MICHELE: Che Pasqualeddu (Manfredi Pasquale) ha fatto la scuola di guerra....ha provato le cartucce...ha fatto 14 mesi..... si buttava con le corde dalle rocce dalla (inc).....con il paracadute....a Pasqualeddu l'ha mandato ad impararsi (inc)....un corso pagavano ogni mese......al tiro a segno....ha fatto una scuola...a Pavia...però Pasquale....non lo ha detto mai a nessuno solo ad un amico (inc)" ha detto mi devi mandare a Gino (Manfredi Luigi)....
A riscontro di quanto riferito dal Pugliese al Lentini, la Squadra Mobile di Pavia ha accertato che a Pavia esiste ed opera effettivamente l'associazione di SOFT AIR denominata "GREEN TEAM Pavia", con sede in Siziano (PV): si tratta di una vera e propria scuola in cui i praticanti si esercitano in attività di guerra e guerriglia, in aperta campagna o in edifici disabitati. Gli allievi indossano abbigliamento militare ed impiegano armi giocattolo, perfette riproduzioni di armi da guerra, funzionanti a pile o aria compressa, che sparano innocui pallini di gomma...
A ciò deve aggiungersi che in numerose conversazioni risulta chiaramente la disponibilità, per la cosca, di varie armi di ogni tipologia, comuni e da guerra, e tra queste appare opportuno ricordare:
a) la n.17 del 21 gennaio 2006..., che intercorre tra PUGLIESE Michele, NICOSCIA Salvatore, NICOSCIA Antonio e GUALTIERI Antonio..., nel corso della quale i quattro, che sono in auto per raggiungere il carcere di Livorno per una visita al detenuto NICOSCIA Domenico, cl. 62, fratello di Salvatore, cl. 72, il PUGLIESE e NICOSCIA Antonio rammentano di aver percorso la stessa strada con una Lancia K, insieme ad una persona, indicata come bazookista, con evidente riferimento alla sua abilità rispetto all'uso del BAZOOKA.
Si tratta di un riferimento di grande interesse per la sua genuinità oltre che per il fatto che a parlarne siano esponenti di primo piano della cosca NICOSCIA-MANFREDI-CORDA, a cui deve farsi risalire l'omicidio di ARENA Carmine, cl. 59, commesso proprio con l'impiego di un bazooka, ad Isola Capo Rizzuto, nell'ottobre del 2004:
Conv. N° 17 del 21/01/06 ore 09,46... ambientale auto Range Rover sport tg. CS859DH in uso a PUGLIESE
Michele...
Interlocutori:
PUGLIESE Michele;
NICOSCIA Salvatore;
NICOSCIA Antonio;
GUALTIERI Antonio.
----------------
PUGLIESE: Ti ricordi qua', quando siamo venuti qua' TOTARE'.. una mattina......//
NICOSCIA A: C'era il bazoochista....//
PUGLIESE:
C'era il bazoochista con la Lancia Kappa, diglielo... di....//
b) la n.200 del 14 febbraio 2006... tra PUGLIESE Michele e PAGLIUSO Antonio..., nel corso della quale vi è un ripetuto ed espresso riferimento alla guerra in corso, ed alla maggiore potenzialità offensiva del bazooka rispetto al kalasninkov, al punto che con il primo, per come testualmente affermato dal PUGLIESE, "...si può far volare all'aria una caserma..".;
c) la n.486 del 5 marzo 2006... tra PUGLIESE Michele e SAVOIA Francesco..., dalla quale emerge che PUGLIESE Michele era stato accusato dalla famiglia ARENA (la sorella, Pugliese Mery, era all'epoca fidanzata con Fabrizio ARENA, figlio di Carmine ARENA) di aver procurato il tubo. Il Pugliese però si difendeva affermando che quando le due famiglie erano affiancate, erano stati loro a procurarsi due TUBI. Ebbene, il contesto del discorso consente di affermare che il termine TUBO sia usato con riferimento al bazooka, attesa appunto la sua forma a tubo; se ne trae conferma anche dal seguito della conversazione nel prog. 487:
d) la n.487 del 5 marzo 2006 rit. 39/06, tra PUGLIESE Michele e SAVOIA Francesco (all.n.143 inf.cit.), nel corso della quale il PUGLIESE rappresenta le potenzialità offensive dei NICOSCIA, indicati con l'appellativo di macchietta (soprannome dello storico capo cosca, NICOSCIA Pasquale) per sostenere una guerra di mafia contro gli ARENA. In tale contesto, NICOSCIA Salvatore aveva programmato l'acquisto di ulteriori due bazooka:
PUGLIESE: ..Vedi che i MACCHIETTA con centomila euro nelle mani ti fanno vedere gli elicotteri che volano in aria, i MACCHIETTA con centomila euro nelle mani si ubriacano.... Se gli dai centomila euro a SALVATORE dice "Ma quanti sono questi soldi, non è che li capisco io?".... SALVATORE con tremila euro vince una guerra, si compra due cose di quelle (Bazooka) con tremila euro......
Poi PUGLIESE spiega che i NICOSCIA dispongono di un'organizzazione molto sofisticata, con associati esperti nella creazione di mezzi speciali, realizzati adattando illegalmente le auto agli scopi criminali della cosca tramite significativi interventi su motori e carrozzerie. La cosca, inoltre, è in grado di reperire veicoli analoghi a quelli degli organi di Polizia, provvisti perfino dei relativi distintivi. Ciò non deve sorprendere ove si consideri che, come si vedrà avanti, il clan NICOSCIA ha aiutato gli affiliati di GRANDE ARACRI Nicolino, nell'eliminazione di RUGGIERO Giuseppe, capo della malavita di Reggio Emilia, ucciso da sicari travestiti da Carabinieri.
PUGLIESE: Che ha scienziati dentro con lui, scienziati che tagliano le cappotte alle macchine, scienziati con macchine dei carabinieri, o si pensa che non sono organizzati, che hanno pure le macchine, con le palette, con i tetti tagliati, che escono e si girano, ahaaa....
e) la n.576 dell'11 marzo 2006... tra MANFREDI Pasquale e PUGLIESE Michele..., nel corso delle quale è continuo ed esplicito il riferimento ad armi soprattutto automatiche - fucili mitragliatori e pistole - di cui hanno o, comunque, hanno avuto la disponibilità, nel senso che le hanno materialmente usate, anche se spesso solo per esercitarsi;
f) la n.911 del 9 maggio 2006... tra PUGLIESE Michele e LENTINI Nicola..., nel corso delle quale i due interlocutori, prima, affermano che, nel precedente mese di marzo, diversi fucili sono stati trasportati con un fiorino; subito dopo fanno riferimento a tre armi di notevole potenza, individuati dalla p.g.... come lanciarazzi, acquistati dalla cosca NICOSCIA dopo l'uscita dal carcere di NICOSCIA Salvatore;
g) la n° 568 del 26/03/2006 ore 22,31... ambientale auto BMW 530 tg CK356LL in uso a PUGLIESE Michele ..., nel corso della quale il PUGLIESE - che dialoga con LENTINI Nicola - menziona un particolare giubbetto antiproiettile e un mitragliatore MG "REMINGTON" che la cosca NICOSCIA avrebbe distrutto dopo l'utilizzo in un'imprecisata azione delittuosa. il PUGLIESE, inoltre, fa riferimento a quattro mitragliatori MG REMINGTON che la consorteria possedeva in passato. Ebbene, la sigla " MG REMINGTON ", così come descritto nell'allegata relazione tecnica dell'operatore antisabotaggio della Polizia di Stato, ha il seguente significato: le lettere MG sono le iniziali di Machine/Gun (arma da fuoco) e possono indifferentemente contraddistinguere pistole mitragliatrici, carabine o mitragliatori, mentre il termine REMINGTON designa sia una casa produttrice di armi, ma anche di tipologie di munizioni di diverso calibro...
Appare opportuno riportare il contenuto della conversazione richiamata:
Interlocutori: PUGLIESE Michele; LENTINI Nicola, cl 87.
PUGLIESE: Pare che.... inc..... un giubbino.....Inc...l'anti-proiettile, poi ne hanno uno col caricatore...
NICOLA: (ride)....
PUGLIESE: Quando.... inc.... che
tengono "l'MG" che.... inc...
NICOLA: Si, lo hanno ancora?....
PUGLIESE: Poi
l'MG... inc.... E di quelle là, NICOLI', quando all'epoca là sotto, ne avevamo quattro.... inc..... quattro ed adesso?...
NICOLA: Inc.... perchè all'epoca non lo hai fatto trovare MICHELE'....
PUGLIESE: Ah?.... Guarda che "cunnu", guarda che "cunnu"....
Lo puoi fare trovare un coso di quelli, "REMINGTON".....
NICOLA: Poi.... inc...
PUGLIESE: Ah?..... No,
lo hanno fatto a pezzi.....
Il PUGLIESE, nel prosieguo del dialogo, oltre a ribadire che il mitragliatore MG è stato distrutto, mette a conoscenza il Lentini di un conveniente acquisto di armi, espressamente indicato come un un blocco da sei, servito alla cosca per la realizzazione di particolari azioni delittuose. LENTINI Nicola chiede allora al PUGLIESE di metterlo in contatto con i fornitori:
PUGLIESE: Lo hanno tagliato, si.... inc... NICO', l'altra volta mi hanno.... inc... che si pagano di meno..... Gli ho detto, "A me non.... che cazzo me ne devo fare", gli ho detto io...//
NICOLA:
Ma com'è con un blocco, tutti in una volta li prendono?.....//
PUGLIESE:
Hanno preso quello che dici tu e quelli e per il fatto di... inc......//
NICOLA: Si?....//
PUGLIESE:
Sei di quella là?....//
NICOLA: Si?....//
PUGLIESE:
Sei di quelli là....//
NICOLA:
Chiamagli MICHELI', chiamagli....//
Nelle conversazioni intercettate, poi, in molti casi le armi sono indicate con il loro nome - kalasninkov, bazooka, il C4 (esplosivo composite four), fucile, pistola. In altri casi vengono usati termini il cui significato è oltremodo palese, quali, ad esempio:
- il tubo, il razzo, il siluro, per indicare il bazooka;
- "quella corta e quello lungo", per diversificare una pistola da un fucile.
In molti casi viene, poi, utilizzato il termine GACCIA, termine usato per indicare la pistola ( cosa che traspare fin troppo chiaramente dal contenuto dei dialoghi).
Al riguardo basta richiamare, la conversazione n. 1019 del 12 marzo 2006... nel corso della quale, MANFREDI Pasquale, MANFREDI Luigi e PUGLIESE Michele commentano l'arresto, appena avvenuto, degli affiliati CORDA Vincenzo e CORDA Paolo, e, a MANFREDI Pasquale che chiede se gli hanno trovato pure le gacce, MANFREDI Luigi risponde affermativamente. Per come già detto, al momento dell'arresto, CORDA Vincenzo e CORDA Paolo, sono stati trovati in possesso di due pistole e, precisamente:
- una pistola calibro 9x19, NORINCO BY, mod. 201C, completa di caricatore con 9 cartucce e colpo in canna;
- una pistola calibro 9 corta, Beretta, matricola abrasa, completa di caricatore con 7 cartucce e colpo in canna...
La conversazione viene di seguito riportata:
Conv. N° 1019 del 12/03/06 ore 20:24... utenza 347/0446499 in uso a MANFREDI Luigi...
Interlocutori:
G - MANFREDI Luigi;
M -PUGLIESE Michele;
P - MANFREDI Pasquale.
M: Pure voi siete in Questura?.---
G: Si.---
M: Ma perché dov'è che li hanno presi? Erano con te?.--
G: Noo, sooo, erano qua, in queste fronde dentro qua.---
M: Dove?.---
G: In queste fronde.---
M: Ah, aspè che ti passo Pasquale.---
G: Si, si.---
P: Che c'è, com'è che è andata?.---
G: Eee,com'è andata,
li hanno presi!.---
P: Ma mentre che erano là?.----
G: Ehe.---
P:
E come hanno fatto a sapere che si trovavano là?.---
G: Eh, e come hanno fatto?.---
P: Col cellulare? Con qualche cazzo di cosa?.---
P:
Ohi Gì, e dimmi una cosa, ma gli hanno trovato pure i gacce?----
G:
Si, si.----
Dunque, tale conversazione dimostra, oltre alla veridicità dell'equazione - GACCIA=PISTOLA ,-anche la circostanza che gli altri affiliati fossero pienamente a conoscenza che i due CORDA si muovevano, da latitanti, armati di due pistole, evidentemente fornite dalla consorteria o nel suo interesse...".

"...E le armi servono ad uccidere. Così con la disponibilità di armi da guerra, gli uomini della cosca, a partire dall'uomo di Reggio Emilia, il PUGLIESE, scendono in Calabria per portare un "regalo di Natale", ovvero un omicidio. Su questo punto nell'Ordinanza:
"CORDA Vincenzo, CORDA Paolo, GUALTIERI Antonio MANFREDI Pasquale, NICOSCIA Salvatore (TURIDDU) PUGLIESE Michele e GRANDE ARACRI ERNESTO... per avere, in concorso tra loro e con altri soggetti allo stato non identificati, detenuto e portato in luogo pubblico armi comuni e da guerra, con le condotte di seguito descritte, tutte esecutive di un medesimo disegno criminoso:
tutti, su indicazione di NICOSCIA Salvatore (TURIDDU), si davano appuntamento in un luogo del comune di Isola Capo Rizzuto, allo stato non meglio individuato, al fine di eseguire un'azione di fuoco contro affiliati all'avversa cosca ARENA, (azione) che avrebbe costituito la risposta all'omicidio di MANFREDI Mario, ucciso il 3 dicembre 2005; a tale scopo, avevano preventivamente scelto tre potenziali vittime, con la decisione di uccidere la prima di esse che avrebbero incontrato;
PUGLIESE Michele accompagnava sul posto il GUALTIERI Antonio (detto LEMA);
CORDA Vincenzo (CECIAREDDU) portava materialmente un'arma da guerra tipo bazooka;
CAPICCHIANO Francesco e MANFREDI Pasquale (PASQUALEDDU) portavano materialmente due fucili mitragliatori tipo kalasninkov;
CORDA Paolo (PAOLEDDU) portava materialmente una pistola ed un fucile, di marca e calibro non identificati;
Condotta pluriaggravata, perché commessa in concorso da un numero di persone superiore a cinque, nonché perché posta in essere al fine di agevolare le attività del sodalizio di stampo mafioso...
Fonte di gravità indiziaria rispetto a tale condotta è costituita dalla conversazione n.922 del 9 maggio 2006... tra Pugliese Michele e Lentini Nicola...
Trattasi della stessa conversazione che verrà richiamata in relazione all'omicidio di TIPALDI Pasquale. Emerge dalla lettura della stessa che:
-MANFREDI Pasquale in almeno un' occasione, si è esercitato, davanti al PUGLIESE Michele, con un bazooka, indicato, prima come "il coso", poi come "il RAZZO", condotta, questa, che forma oggetto del capo n. 3 della rubrica;
-lo stesso MANFREDI Pasquale, unitamente a CAPICCHIANO Francesco cl.75, CORDA Vincenzo e CORDA Paolo, armati, i primi due con dei kalasninkov, CORDA Vincenzo con un bazooka - definito nella conversazione, prima "..il coso nelle mani", e, poco dopo "il SILURO (che non è, né un kalasninkov, né altro tipo di fucile, atteso che tali armi vengono espressamente indicate come in possesso degli altri affiliati;) - il fratello Paolo con pistola e fucile , nei giorni antecedenti al Natale del 2005, si erano mossi nel territorio di Isola Capo Rizzuto, vestiti con abiti militari, con l'esplicitato intento di colpire affiliati alla cosca avversa; avevano, in particolare, individuato tre possibili obiettivi, il primo che capitava sarebbe stato ucciso: l'omicidio di TIPALDI Pasquale è stato commesso, appunto, la sera del 24 dicembre 2005;
-a tale incontro aveva preso parte anche NICOSCIA Salvatore cl.72, unitamente all'interlocutore PUGLIESE Michele, nonché a GUALTIERI Antonio alias LEMA' e GRANDE ARACRI;
Si riporta, di seguito, la conversazione:
Nella prima parte della stessa, che afferisce più specificatamente alla condotta di cui al capo [di imputazione] n. 3 della rubrica, I due interlocutori parlano di attentati, fatti, subiti e progettati, nonché delle capacità criminali di MANFREDI Pasquale, definito dal LENTINI Nicola nel modo seguente:"...PASQUALEDDRU è uno chi mina, vale a dire, uno che spara. PUGLIESE Michele ne esalta le capacità tecniche nell'uso dei bazooka, strumento prediletto dal Manfredi, che arrivava a baciarlo indicandogli poi, la grossa ogiva lucente che si intravedeva all'interno.
L'indicazione di tale particolare è significativa della veridicità del narrato del PUGLIESE, il quale ha descritto con estrema precisione la condotta del MANFREDI, il quale, prima di caricare l'arma,: "ha strappato la busta..".
Trattasi di un dettaglio che può essere noto soltanto a chi ha partecipato alle operazioni perché, effettivamente, i razzi di queste armi sono avvolti in buste protettive di plastica trasparente, così come illustrato dall'artificiere antisabotaggio della Polizia di Stato nella specifica relazione tecnica...
La conversazione intercorre tra PUGLIESE Michele e LENTINI Nicola e si parla, quindi, di Pasqualeddu, ovvero Manfredi Pasquale.
OMISSIS
MICHELE: Se lo vedi quando.... in tre - quattro secondi ti attiva il coso.... L'altra volta mi ha detto: "Ma lo hai visto qualche volta questo razzo".... Gli ho detto: "mai".... inc.. assieme.... Gli ha detto: "Vai a prenderne due a...." Ha strappato la busta, mi ha detto: "Cugì, guarda" e lo accarezzava, "mua (mima un bacio), gioia mia che sei bello".... Mi ha detto: "Tieni, mi ha detto".... Ha fatto la prima "TAM".... Dopo ne ha schizzato un altro e si è alzato le cose e poi mi ha detto: " Prenditi questo è l'ultimo, tieni, mi ha detto".... "TANCHETE", è lo ha tirato.... "Adesso come lo chiudi?"..... Mi ha detto: "C'è ne un'altra, mi ha detto.... inc.... Si è messo inginocchiato a terra, mi ha detto: "E tieni merda, prendilo, mi ha detto"... "Aia la Madonna, non scherzare, Gesù Cri, gli ho detto, caccia questo coso".... Che io lo sai come l'ho guardato, là a terra no, mi ha detto: "Guarda che testa che ha di dentro lucida".
Subito dopo è sempre il PUGLIESE Michele a riferire del gruppo armato che, nei giorni antecedenti e prossimi al Natale 2005, si muoveva in Isola Capo Rizzuto per compiere un omicidio, come regalo da fare a MANFREDI Mario, ucciso appena 20 giorni prima:
MICHELE: .. Stavo dicendo che erano i CAPICCHIANO, TOTAREDDRU.--
NICOLA: TOTAREDDRU, chi?
MICHELE: Erano tutti.......//
NICOLA: TOTAREDDRU?.
MICHELE: TOTAREDDRU..... C'era
TURIDDRU (Salvatore NICOSCIA), LEMA'
(GUALTIERI Antonio), CAPICCHIANO, CECIAREDDRU (CORDA Vincenzo),
PAOLEDDRU
(CORDA Paolo), chi c'era più?..... GRANDE ARACRI..... E c'era.... Eheeee, io
dico.... Praticamente io, praticamente
io ho portato a TURIDDRU.... No, io ho portato a
LEMA', io.... Mi ha detto LEMA': "Cugì, accompagnami tu".
NICOLA: Inc.....
MICHELE:
Siamo entrati.... Arriva PASQUALEDDRU con un...inc....
NICOLA: PASQUALEDDRU, chi?.
MICHELE:
PASQUALEDDRU... inc... parla a bassa voce.
NICOLA: Si?.
MICHELE:
Con un kalasnikov, CAPICCHIANO con un kalasnikov, CECIAREDDRU con il coso nelle mani (trattasi, evidentemente, del bazooka poco più avanti definito siluro), PAOLEDDRU con la pistola ed il fucile.... aia alla Madonna Greca, tutti vestiti da militari....
MICHELE: Gli ha detto: "CAPICCHIA', gli ha detto, quante persone la vincono una guerra?".... Gli ha detto: "Compà, io, tu ed uno che guida".--
NICOLA: Come?.
MICHELE: Gli ha detto: "
Io, tu ed uno che guida"..Voleva dire con tre persone gli meniamo a quelli.. Che avevano deciso a chi dovevano menare.. inc....... Gli ha detto: "Meniamoci dentro Isola e ci meniamo".
MICHELE: ...Poi prende e gli ha detto un altro: "Non facciamo in questa maniera, che devono ricordare il Natale".
NICOLA: Come?.
MICHELE: "
Si devono ricordare il Natale, quest'anno".
NICOLA: Davvero?.
MICHELE: Che ora parliamo.... Inc...
NICOLA: Erano in giro erano?.... Inc....
con il siluro (trattasi, evidentemente, del bazooka)
MICHELE: No, no, no.... Ahaaaa,
c'è ne erano tre in palio, a chi incappavano.-
PUGLIESE precisa che uno dei killer aveva proposto di uccidere una persona come
regalo di Natale a MANFREDI Mario e che, al rientro del commando, CAPICCHIANO Francesco, ha chiesto se il regalo era stato di suo gradimento:
MICHELE:
Poi gli ha detto uno di quelli....."Facciamoci a quell'amico che".
NICOLA: Gloriava sulla morte di mio cognato.
MICHELE: No, un altro gli ha detto in quella maniera.
NICOLA: Eh!.
MICHELE: E lui gli ha detto: "Vuoi questo".... Gli ha detto: "
Si deve fare un regalo all'ultimo morto".
NICOLA: Chi è?.
MICHELE:
Dice che gli deve fare il regalo di Natale a MARIO (Manfredi Mario, ucciso il 3 dicembre 2005)...Gli ha detto: "Per domani ti faccio il regalo".... Dopo che è tornato, gli ha detto: "Cugì, il regalo ti è andato bene?".... Gli ha detto: "Per ora questo regalo....va bene"... Inc...compare FRANCO, gli ha detto.
Quanto all'individuazione delle persone indicate con il solo nome di battesimo, o con il soprannome - TURICEDDRU/TURIDDRU, CECIAREDDRU, PAOLEDDRU, PASQUALEDDRU, LEMA', CAPICCHIANO si ribadisce quanto già evidenziato con riferimento all'individuazione dei conversanti e delle persone oggetto dei colloqui chiamati con diminutivi. Si tratta degli affiliati di maggior spessore, tutti protagonisti assoluti delle conversazioni intercettate, quali interlocutori o quali soggetti di riferimento. CORDA Vincenzo, CORDA Paolo e MANFREDI Pasquale sono stati peraltro tratti in arresto in flagranza di reati in tema di armi nel corso dell'indagine.
Vi è da aggiungere che l'individuazione del CAPICCHIANO Francesco e non di Capicchiano Salvatore, quale componente del gruppo armato che ha materialmente fatto il regalo, compiendo l'azione programmata, è supportata dall'indicazione, accanto al cognome - "..CAPICCHIANO con un kalasniko..", del nome FRANCO: "...Dopo che è tornato, gli ha detto: "Cugì, il regalo ti è andato bene?".... Gli ha detto: "Per ora questo regalo....va bene"... Inc...compare FRANCO, gli ha detto..".
Questa è la 'ndrangheta: un organizzazione criminale, ramificata nel nord Italia, e nel caso specifico con gruppi operativi tra Pavia e Reggio Emilia, con in uso "ARMI DA GUERRA A PIU' ALTO CONTENUTO OFFENSIVO, il BAZOOKA". Soggetti che viaggiano in auto blindata armati, come nel caso del MANFREDI Pasquale che, unitamente a CAPACCHIANO Salvatore (1975) vennero appunto arrestati in flagranza sulla vettura blindata Nissan Ptrol targata CZ176MD, con una "pistola calibro 6,35, con matricola punzonata caricata con 7 proiettili e con colpo in canna".
Il 6 marzo 2006 viene intercettato un dialogo tra il MANFREDI Pasquale (1977) ed il PUGLIESE Michele, in cui risulta che: "MANFREDI Pasquale, nell'auto di PUGLIESE Michele, lo informa di essere armato con una pistola, indicata con il solito termine GACCIA. Inizialmente, i due discutono su chi si sarebbe accollato la responsabilità della detenzione, in caso di controllo delle Forze dell'Ordine (il Pugliese dice al Manfredi: basta che te l'accusi); subito dopo MANFREDI Pasquale aggiunge che, qualora si fosse verificata l'occasione, sarebbe stato pronto a far fuoco contro esponenti della cosca nemica eventualmente incontrati". Questi sono i vicini di casa che si possono incontrare nella pianura padana e reggiana, oltre che in terre di Calabria: "Sempre il MANFREDI fa udire al PUGLIESE il tipico rumore dello scarrellamento dell'arma, operazione manuale che immette la cartuccia nella camera di scoppio della pistola e la predispone al fuoco. Al riguardo, PUGLIESE fa presente al MANFREDI che, in passato, altri soggetti, nel compiere la medesima operazione, gli avevano forato l'auto con un colpo esploso inavvertitamente... [nell'intercettazione ambientale effettuata il 06/03/06 alle ore 10:54 nell'auto Range Rover sport tg. CS859DH in uso a PUGLIESE Michele]:
Interlocutori:
Michele : PUGLIESE Michele;
Pasquale: MANFREDI Pasquale, cl. 77;
Antonio: MANFREDI Antonio, cl. 78;
Pasquale: San Giovà...ci ho la gaccia (pistola) addosso... tranquillo no?.
Michele:
basta che te l'accusi!.
Pasquale:
Non coglionii tu...meglio tu.
Michele: Meglio io.
Pasquale: se no la poso.
Michele: la butti...dici che sono sopra quelli.
Pasquale: così è arrivata l'imbasciata!.
Michele:
Oggi c'erano Fabrizio (ARENA) e Tommaso (GENTILE) .-
Pasquale: Dove ?.
Michele: con la Kappa...erano dietro di me.
Pasquale:
Digli di venirsene...di venirsene...come gliele libero......glieli libero 4 o 5 e...non mi faccio vedere più in giro...........quando vengo poi gli dico San Giovà posso entrare.
A QUESTO PUNTO SI SENTE SCARRELLARE UNA PISTOLA PER INSERIRE IL COLPO NELLA CANNA. La conversazione così prosegue:
Michele: una volta...chi cazzo ha fatto così...e mi ha bucato la macchina....."

"...
L'attività di intercettazione sull'utenza 335/6214486, in uso a MANFREDI Pasquale ... - attivata dal giorno 6.11.2006 ha permesso di constatare che il MANFREDI era operativo nella provincia di Reggio Emilia. Le emergenze, di natura intercettiva di seguito riportate - che sono quelle che hanno consentito il rinvenimento dell'arma e l'arresto del PROCOPIO - comprovano, da un lato, che la condotta detentiva della pistola è addebitabile anche al MANFREDI ed al PUGLIESE, nonché, per altro verso, che, nella serata precedente, l'arma era stata consegnata dal PROCOPIO al MANFREDI Pasquale, su sua esplicita richiesta, e restituita nelle prime ore del mattino precedente. Condivisibilmente, secondo il Pm si tratta di condotta diversa da quella per la quale il PROCOPIO è stato tratto in arresto e successivamente condannato dal Tribunale di Reggio Emila (cfr. sentenza n.202/07 del 15 maggio 2007), in quanto, ciò che è contestato nel presente procedimento al Procopio PROCOPIO, non è la detenzione dell'arma del 30 novembre 2006, bensì una condotta detentiva temporalmente più ampia, nonché, soprattutto il porto in luogo pubblico della pistola nella giornata precedente.
Dalla sera del 29.11.2006, sull'utenza 335/6214486 sono state registrate una serie di conversazioni del MANFREDI con PROCOPIO Salvatore ed altro soggetto non identificato, dalle quali emerge che MANFREDI Pasquale, in procinto di tornare da Reggio Emilia a Isola di Capo Rizzuto, ha chiesto ed ottenuto dal PROCOPIO un qualcosa, che il rinvenimento e sequestro del 30 novembre, dimostrerà essere una pistola.
Nella prima di queste conversazioni, alle 19.52 del 29.11.2006, MANFREDI Pasquale, nel parlare con il PROCOPIO, diceva in modo criptico : "per domani mattina alle sei mi servono due documenti che vi ho dato....avete capito compà?":
Conv. N° 1785 del 29/11/2006 ore 19.52... utenza nr. 335/6214486 in uso a MANFREDI Pasquale
Interlocutori: MANFREDI Pasquale e PROCOPIO Salvatore.
PASQUALE: per domani mattina alle sei mi servono due documenti che vi ho dato....avete capito compà?
SALVATORE: si...
PASQUALE: ah!
SALVATORE:
ho capito...mi sembra di aver capito...
PASQUALE: come dobbiamo fare... quelli che ti sei preso quella sera e ...inc...ti sei preso tu ..poi..
SALVATORE:
e che facciamo, ci vediamo più tardi, un'altra mezz'ora...
PASQUALE: eh!!
SALVATORE: un'altra mezzora, un'altra ora?
PASQUALE: sono a casa che sto mangiando....

E', dunque, il MANFREDI che fa riferimento ad un qualcosa che lui stesso ha, in precedenza, dato al Procopio, e di cui ha bisogno con urgenza, tanto che i due, dopo circa un'ora e mezza, si incontrano per strada, per come emerge dalla conversazione che segue:
Conv. N° 1793 del 29/11/2006 ore 21.27... utenza mobile nr. 335/6214486 in uso a MANFREDI Pasquale...
Interlocutori:MANFREDI Pasquale e PROCOPIO Salvatore;
Salvatore dice di essere alla rotonda. Mentre gli spiega la strada Pasquale lo vede e interrompe la telefonata. Che Procopio abbia consegnato i documenti al MANFREDI, lo prova la conversazione seguente, registrata alle 6.53 del 30.11.06, laddove, MANFREDI Pasquale, appreso di un incidente automobilistico occorso ad una persona che lo stesso avrebbe dovuto incontrare, decide di riportare indietro i documenti, atteso che l'incontro dovrà necessariamente essere rinviato:
Conv. N° 1804 del 30/11/2006 ore 06.56... utenza mobile 335/6214486 in uso a MANFREDI Pasquale...
Interlocutori: Pasquale: MANFREDI Pasquale; Uomo: persona non identificata;
UOMO: vedi che mi hanno chiamato ieri sera alle 10.00
PASQUALE: uhmm
UOMO:
quello scemo si è rotto le corna con la macchina..
PASQUALE: porca miseria, stavo arrivando stavo..
UOMO: eh, vedi....ieri sera ti ho chiamato un casino di volte...
PASQUALE: era acceso il cellulare...
UOMO: ma c'era la segreteria....
PASQUALE: e quindi che dobbiamo fare?
UOMO: che dobbiamo fare,
si è rotto la testa...e...dobbiamo aspettare....più avanti...
PASQUALE: torno indietro, anzi me ne vado direttamente....mi faccio un'altra commissione e me ne vado...
UOMO: e va bene, ci vediamo
PASQUALE:
mi ero portato i documenti dietro, hai capito? Adesso devo andare di nuovo a lasciarli..
Il sottolineare con la domanda HAI CAPITO ? il riferimento ai documenti portati con sè, che ora deve riportare indietro, appare effettivamente significativo del fatto che non si tratta di documenti. Ed, infatti, poco dopo, MANFREDI Pasquale chiama PROCOPIO Salvatore per concordare di vedersi al capannone, aggiungendo che sta mettendo "quel borsone" in auto e che andrà al capannone, ossia che è pronto a restituirgli l'arma:
Conv. N° 1806 del 30/11/2006 ore 07.19... utenza nr. 335/6214486 in uso a MANFREDI Pasquale...
Interlocutori: MANFREDI Pasquale e PROCOPIO Salvatore.
SALVATORE: dice di essere a casa
PASQUALE: chiede tra quanto arriva al capannone
SALVATORE: chiede se è urgente e Pasquale dice di si perché se ne deve andare.
PASQUALE aggiunge che sta mettendo "quel borsone in macchina" e andrà al capannone.
Viene, allora, disposta una perquisizione nei capannoni della ditta "NUOVA INERTI s.r.l." di PUGLIESE Michele - ubicati in località Santa Vittoria di Gualtieri (RE) - dove lavora il PROCOPIO. All'esito veniva rinvenuta l'arma descritta in rubrica, grazie ad una ulteriore preziosa informazione che viene involontariamente da MANFREDI Pasquale.
Durante l'intervento, infatti, veniva registrata una conversazione di PUGLIESE Michele con MANFREDI Pasquale, quest'ultimo nel frattempo rientrato in Isola capo Rizzuto. Nell'occasione, PUGLIESE - il quale era stato avvisato dalla sua segretaria di ciò che stava accadendo (conv. N° 19628 del 30/11/06 ore 16.20... in uscita dall'ut. nr. 335/6828015 in uso a PUGLIESE Michele...) - preoccupato della possibilità che, durante la perquisizione, potessero rinvenirsi armi, chiedeva al MANFREDI dove avesse lasciato la pistola (la macchina) per Salvatore: "la macchina dove gliela hai lasciata a Salvatore che c'è la perquisizione al capannone e a casa mia..?..è pieno di Questura là...."
Il MANFREDI rispondeva di averla lasciata dove gli aveva indicato lo stesso PROCOPIO, ovvero sotto la cucina "..eeee.....hai visto..inc..la cucina...dove mi ha detto lui, nella cucina sotto là..".
Conv. N° 1828 del 30/11/2006 ore 16.35... utenza radiomobile 335/6214486 in uso a MANFREDI Pasquale...
Interlocutori: Pasquale: MANFREDI Pasquale; Michele: PUGLIESE Michele;
MICHELE: dove sei..?
PASQUALE: beh a Crotone sono arrivato..
MICHELE: Pasqualè..
PASQUALE: dimmi..
MICHELE:
ti stavo dicendo, siccome...la macchina dove gliela hai lasciata a Salvatore che c'è la perquisizione al capannone e a casa mia..?..è pieno di Questura là...
PASQUALE: eeee.....hai visto..inc..la cucina..dove mi ha detto lui, nella cucina sotto là..
MICHELE: eh no..inc...
PASQUALE: hai capito eh..!
MICHELE: ..la macchina..dico...gliela hai lasciata a Salvatore tu..?
PASQUALE: si..si...
MICHELE:
e c'è la perquisizione là..che dice che gli è arrivata una chiamata che ci sono armi nel capannone...
Il contenuto della conversazione consente di affermare...:
a) che PUGLIESE è pienamente consapevole del fatto che nel capannone era occultata un'arma;
b) che l'informazione avuta in tempo reale e proveniente dall'allarmata telefonata del PUGLIESE al MANFREDI consentiva alle forze dell'ordine (cui il dato investigativo veniva comunicato) di rinvenire proprio all'interno del mobile di una cucina a gas, la pistola di fabbricazione argentina, con matricola abrasa, recante la sigla FM-H1 POWER INDUSTRIA ARGENTINA, completa di caricatore inserito e rifornito di 12 cartucce cal 9, in perfette condizioni di efficienza. L'arma era avvolta in un drappo di stoffa nero, annodato ad una estremità e recante due fori per gli occhi, tipo passamontagna per travisamenti. Il PROCOPIO rimaneva costantemente presente alla perquisizione, addebitandosi l'esclusiva disponibilità dell'arma...
c) che la condotta del Procopio, unitamente alle altre emerse nel corso delle indagini) è sintomatica del suo inserimento nell'associazione, essendo egli disponibile ad occultare armi e a fornirle a richiesta dei capi o degli altri affiliati per tutelare i quali si assume anche la responsabilità esclusiva.
d) Veniva poi registrata un'altra conversazione tra il MANFREDI ed il PUGLIESE, nel corso della quale, questi, nel manifestare stupore per il fatto che l'arma fosse stata trovata (non immaginando di essere intercettato) avvisava il MANFREDI che il PROCOPIO era stato arrestato; il MANFREDI raccomandava al secondo di mandare subito un avvocato in grado di consigliarlo per il meglio, scattando, dunque, il meccanismo classico della solidarietà associativa: altra prova della partecipazione a pieno titolo all'associazione del PROCOPIO
Conv. N° 1835 del 30/11/2006 ore 16.47... utenza mobile nr. 335/6214486 in uso a MANFREDI Pasquale...
Interlocutori: MANFREDI Pasquale e PUGLIESE Michele.
MICHELE: Pasqualè..
PASQUALE: Michelè dimmi..
MICHELE: l
'hanno arrestato a Salvatore, hanno trovato la pistola...
PASQUALE: si..?
MICHELE: poi vogliono me anche..
PASQUALE: hee...come cazzo...(bestemmia)...
MICHELE: dove cazzo è arrivata questa pistola vorrei sapere io...dove cazzo è arrivata..?
PASQUALE: .. a me me lo cazzo racconti tu..?
MICHELE: dove cazzo sono arrivati che li hanno chiamati..che gli hanno chiamati..che c'era una pistola nel capannone.... Procopio... ..adesso vanno a cercare me anche... mah...
PASQUALE: ma che cazzo Michelè...cha cazzo sai tu..la stessa cosa là..tu digli..tu digli così.."vedi che qua ho un sacco di persone..chi và, chi viene..inc..che ne so io di chi è questa cosa io..?..lo so io Michè..scusa..
MICHELE: va bene dai..
PASQUALE: ma sei stato stupido no.....vai la e glielo..
.manda da un avvocato...manda un avvocato e..digli così..che lì tu..è tutto aperto.."io..sono io il proprietario però chi va,chi viene.."
MICHELE: vabbè dai Pasquà..ci sentiamo cugì ciao..
e) Nella conversazione delle ore 17.01 successive, VERTERAME Luigina, moglie di MANFREDI Pasquale, invita i coniugi NICOSCIA Salvatore e ROSINI Sonia a raggiungerli a casa perché il marito aveva bisogno di parlare con SALVATORE, verosimilmente di quanto stava accadendo a Reggio Emilia.
Conv. N° 1839 del 30/11/2006 ore 17.01... utenza mobile 335/6214486 in uso a MANFREDI Pasquale...
Interlocutori:
Ginetta: VERTERAME Luigina, moglie di Manfredi Pasquale;
Sonia: ROSINI Sonia, moglie di Nicoscia Salvatore;
GINETTA: dice a Salvatore di dire a Sonia che lei è a casa e di andare da lei, poi dice di andare tutti e due. Poi Salvatore gli passa Sonia.
GINETTA: dice di andare a casa sua ma Sonia dice adesso non può..
GINETTA: aggiunge che "lui" voleva "lui".
GINETTA: dice a Sonia di dirgli se vuole andare perché "lui" è a casa.
f) Così chiariti gli elementi a carico del MANFREDI (per il quale si ritiene che la condotta integri sia il porto che la detenzione), vi è da richiamare, quanto alla posizione del PUGLIESE, per il quale emerge chiaramente soltanto la condotta di detenzione come agevolazione consapevole della stessa, le seguenti conversazioni, la prima delle quali registrata durante la perquisizione..."

"...Al Nord si compravano le armi, si facevano gli addestramenti nella "scuola di guerra" e poi quando servivano si portavano in Calabria, pistole, fucili, proiettili e quant'altro. Ed è a Cutro che verrà, quindi, sequestrato un arsenale. "MANFREDI Pasquale, MANFREDI Luigi, MANFREDI Antonio, NICOSCIA Antonio, TORNICCHIO Nicola, GAETANO Domenico e PUGLIESE Michele... per avere, in concorso tra loro e con altri soggetti allo stato non identificati, con diverse azioni, esecutive di un medesimo disegno criminoso, detenuto e portato in luogo pubblico, nonché, successivamente, occultato nelle adiacenze dell'azienda agricola di GAETANO Domenico, ove venivano rinvenute e poste sotto sequestro, le armi e le munizioni di seguito descritte:
un fucile con canne mozzate tipo doppietta a cani interni cal. 12, matricola punzonata;
una carabina cal. 7,62 fabbricata in Israele, con caricatore della capacità di 21 cartucce, con cui è stato sostituito il caricatore originale della capacità di 4 cartucce e priva di calcio;
un fucile mitragliatore marca Thompson cal. 45 ACP fabbricato negli U.S.A. in Israele, da ritenersi arma da guerra, corredato da n.3 caricatori della capacità di 30 cartucce.
n.18 cartucce cal. 12;
n.2 scatole di cartucce cal. 12, ognuna delle quali contiene 10 cartucce;
n.5 cartucce cal. 12;
n.41 cartucce cal. 45 ACP;
n.79 cartucce cal. 7,62 x 39;
Condotta pluriaggravata, perché commessa in concorso da un numero di persone superiore a cinque, nonché perché posta in essere al fine di agevolare le attività del sodalizio di stampo mafioso di cui al capo A) della rubrica...".

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