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La ’Ndrangheta punta alla Brianza Sequestri per oltre dieci milioni

Ancora infiltrazioni della 'Ndrangheta in Brianza. È quanto è emerso dall'ultima maxi operazione dei carabinieri del Gruppo di Monza, che ieri all'alba hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 20 persone (la metà residenti in Brianza)...

Ancora infiltrazioni della 'Ndrangheta in Brianza
. È quanto è emerso dall'ultima maxi operazione dei carabinieri del Gruppo di Monza, che ieri all'alba hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere richiesta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano nei confronti di 20 persone (la metà residenti in Brianza) indagate a vario titolo per associazione per delinquere di stampo mafioso, detenzione e porto illegale di armi, tentato omicidio, estorsione, con il sequestro di immobili, conti bancari e postali, polizze assicurative e società riconducibili agli indagati per un valore di oltre 10 milioni di euro e 18 perquisizioni che hanno portato al sequestro di numerose armi da fuoco e una grossa mole di documentazione ora al vaglio degli inquirenti.  

Le indagini sono partite dopo un avvertimento a colpi di pistola commesso nella notte tra il 3 e il 4 ottobre 2004 a Cologno Monzese contro l'auto di Marcello Paparo, 45 anni, imprenditore ritenuto dagli inquirenti esponente in Lombardia della 'ndrina dei Paparo, in collegamento tra i clan della 'ndrangheta legati alle famiglie Nicoscia, Arena e Barbaro di Isola di Capo Rizzuto, una volta in guerra ma ora sembra uniti in affari in queste attività finalizzate al riciclaggio di denaro sporco, favoreggiamento di latitanti e sfruttamento dell'immigrazione clandestina.

Proprio dopo questo avvertimento Marcello Paparo si era trasferito con la famiglia in una elegante villa a Brugherio dove è stato arrestato. E a Brugherio in viale Europa aveva sede la "Ytaka", un consorzio di 6 cooperative specializzate in fornitura di manodopera per facchinaggio e pulizie che, insieme alla "P&P" di Cernusco sul Naviglio specializzata invece nel movimento terra (che sarebbe riuscita ad inserirsi nelle procedure di assegnazione di appalti di importanti società impegnate nella realizzazione di opere pubbliche, tra le quali quelle della realizzazione di alcune tratte dell'Alta velocità delle Ferrovie Italiane nel Nord Italia e della quarta corsia della A4 in Lombardia) cercavano, secondo gli inquirenti, di impossessarsi con intimidazioni mafiose dei grossi appalti sul territorio in questi settori (che sono sottratti ai controlli sulla normativa per la trasparenza negli appalti) come ad esempio per gli appalti di facchinaggio e pulizie all'interno della catena di supermercati Esselunga. Quando i presidenti dei consorzi o delle cooperative non accettavano le «pressioni» finivano vittime di attentati a colpi di arma da fuoco. Come è successo nel 2007 al presidente di una cooperativa di Milano, che era rimasto lievemente ferito.

Secondo gli inquirenti a Marcello Paparo facevano capo tutta una serie di società con sedi anche in Brianza, come un'immobiliare a Brugherio e immobili a Concorezzo e Besana Brianza, Cassano d'Adda e Gessate. Notevole la qualità di armi a disposizione dell'organizzazione. Marcello Paparo è stato già condannato proprio per detenzione e porto illegali di due pistole, con cui si sarebbe armato proprio dopo l'avvertimento che lo aveva visto bersaglio. In un'intercettazione telefonica, poi, sembra che la figlia di Paparo abbia dato l'ordine ad un «picciotto» di andare a recuperare 8 armi da fuoco murate in un'abitazione a Brugherio.

Nell'operazione denominata "Isola" è stato anche arrestato con l'accusa di favoreggiamento un maresciallo del Nucleo tributario della Guardia di Finanza del Gruppo di Monza, in servizio proprio nella sede del comando in via Manzoni a Monza, Giuseppe Russo, 39enne. Ad arrestarlo sono stati proprio i suoi colleghi finanzieri informati delle indagini.

Secondo gli inquirenti il maresciallo avrebbe favorito l'attività del presunto gruppo criminale, alleggerendo i controlli sulle società facenti capo all'organizzazione e omettendo denunce fiscali. Il maresciallo sarebbe venuto in contatto con esponenti della 'ndrina dei Barbaro chiedendo consiglio per una vacanza in Calabria ed invece avrebbe ottenuto un soggiorno gratuito in località Le Castella di Isola Capo Rizzuto. Poi in cambio della sua collaborazione avrebbe ottenuto la cessione gratuita di parte delle quote della società del ristorante "La Taverna dell'Isola" di Villasanta, un locale che poi non ha avuto successo ed è stato chiuso.

Stefania Totaro

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