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Si è risentito il GIOVINAZZO Antonio... ma non conosce i fatti?

Signor GIOVINAZZO Antonio ma perché si lamenta della citazione? Come può affermare di aver “sempre frequentato persone perbene e non di malavita e/o criminalità”? Suvvia, lei sa bene che non abbiamo scritto nulla di diffamatorio nei suoi confronti, avendo noi riportato fedelmente dati ufficiali indicati dalla D.I.A. e, quindi, anche citando un procedimento penale e sequestro di imprese, che l'hanno coinvolta direttamente. Ora, visto che lei chiede di precisare, l'accontentiamo...

Andiamo per punti...


DEMASI Girolamo
[nato a Cittanova (RC) cl. 1948, socio e zio del CHIARO Vincenzo] risulta “affiliato alla cosca RASO-GULLACE-ALBANESE di Cittanova (RC), operante nella piana di Gioia Tauro, con ramificazioni in tutto il nord-ovest d’Italia”.

Ciò è vero. E' agli Atti, così come è vero che lo stesso DEMASI Girolamo “viene indicato nelle banche dati FF.PP: quale solito accompagnatore di soggetti che agli atti annoverano precedenti di polizia e provvedimenti per mafia, risulta, in particolare:
- destinatario nell’anno 1998 del rimpatrio con foglio di via obbligatorio e del divieto di ritorno nel comune di Besana in Brianza (MI) per anni tre;
- sottoposto ad identificazione nel corso di un controllo del territorio effettuato in data 06.02.2006 da personale della Stazione CC di San Giorgio Morgeto (RC) in compagnia di COSENTINO Angelo [nato a San Giorgio Morgeto (RC) cl. 1965], segnalato nel mese di aprile 2010 dal Comm. PS di Condufuri (RC) per associazione per delinquere di stampo mafioso, abuso d’ufficio, turbata libertà degli incanti, rivelazione di segreti d’ufficio;
- sottoposto ad identificazione nel corso di un controllo del territorio effettuato in data 23.09.2006 da personale della Stazione CC di Agnana Calabra (RC) in compagnia di RASO Giuseppe (detto “avvocaticchio”, fratellastro del GULLACE Carmelo, nato a Cittanova (RC) il 01.10.1941, con precedenti di polizia e condanne per associazione per delinquere di stampo mafioso, omicidio, porto e detenzione abusiva di armi e sequestro di persona), con a carico numerosi precedenti di polizia, tratto in arresto in data 13.07.2010 in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare emessa nell’ambito del Proc. Pen. nr. 1389/08 delle Direzioni Distrettuali Antimafia di Milano e Reggio Calabria per associazione per delinquere di stampo mafioso, unitamente ad altre 81 persone (operazione “Il crimine”);
- essere stato (in qualità di amministratore della società “Serra Bitumi di Demasi Girolamo & C. s.n.c.” con sede in Cittanova (RC), cancellata nel 2007, avente come oggetto sociale la produzione di conglomerati bituminosi) socio in affari con POLITI Rosario[nato a Cittanova (RC) cl. 1959], personaggio di assoluto rilievo criminale, perché nipote di RASO Francesco, cognato del capo clan ALBANESE Francesco dell’omonima cosca RASO-GULLACE -ALBANESE, entrambi deceduti;
- segnalato, nell’anno 2006, unitamente a CHIARO Giuseppe [nato a Cittanova (RC) cl. 1979], fratello di CHIARO Vincenzo, dal Nucleo PT della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, per i reati di cui all’art. 2 D.Lgs. 74/2000 (dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti) e art. 640 aggravato (truffa), in concorso con GIOVINAZZO Antonio [nato a Cittanova (RC) nel 1962], (nella sua qualità di amministratore unico della società Oliveto Principessa srl) di Cittanova (RC) e altri soggetti, tutti pregiudicati. Reati commessi con il fine di consentire alla citata società del GIOVINAZZO di percepire indebite erogazioni da parte dello Stato ai sensi della Legge 488/92.”

Ed ancora:

In data 15 giugno 2011, la Compagnia della Guardia di Finanza di Palmi (RC), coordinata dalla locale Procura della Repubblica, nell’ambito dell’operazione “Principessa”, ha sottoposto a sequestro preventivo nr. 8 società (tra cui la citata Oliveto Principessa srl), tutte operanti nei settori imprenditoriali olivicolo e turistico-alberghiero, per un valore di circa 30 milioni di euro.
Nel corso dell’operazione, sono altresì stati notificati 37 avvisi di garanzia nei confronti di vari soggetti, tutti indagati per il reato di truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

Ora sig. GIOVINAZZO Antonio come può quindi dire che tali fatti, da noi indicati in quanto fatti accertati da chi di dovere, sarebbero offensivi e non veritieri? Suvvia, non scherziamo... Ma volendole venire incontro, precisiamo ancora meglio. Andiamo avanti, prima sul DEMASI e poi su ciò che direttamente riguarda lei e le società in cui lei compariva...

Sempre sul DEMASI Girolamo si deve ricordare che: “è altresì il fratello di DEMASI Antonio [nato a Cittanova (RC) cl. 1943], gravato da pregiudizi penali per omicidio volontario tentato, estorsione, violenza privata, detenzione e porto abusivo di armi, indicato, negli atti presenti negli archivi D.I.A., come organico prima alla cosca FACCHINERI e successivamente alla cosca RASO- GULLACE- ALBANESE.

DEMASI Antonio, sottoposto a controllo di polizia, in data 15.05.1998, da personale appartenente al Comando Stazione Carabinieri di Cittanova, è stato fermato in compagnia di GULLACE Francesco [detto “Ciccio” nato a Cittanova (RC) cl. 1949], elemento di spicco della summenzionata cosca mafiosa perché “notati conversare in modo assai confidenziale.”

Si rileva che da una nota del 24 marzo 2000 prodotta dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Savona, avente per oggetto “Mappa della Criminalità Organizzata nella provincia di Savona”, GULLACE Francesco, già residente in Albenga, emigrato per Cittanova in data 03.06.1986, è indicato come elemento costituente la “famiglia GULLACE” stanziata nel ponente savonese capeggiata dal fratello GULLACE Carmelo [Carmelo, nato a Cittanova (RC) 06.01.1951; lo stesso è soggetto pluripregiudicato per reati gravissimi, quale omicidio, associazione a delinquere di stampo mafioso, porto abusivo e detenzione di armi, sequestro di persona, sottoposto inoltre, alla misura di prevenzione antimafia della sorveglianza speciale, in quanto indiziato di appartenere ad un’associazione di stampo mafioso quale affiliato alla cosca della ‘ndrangheta dei ALBANESE-RASO-GULLACE].

Ora, acquisiti questi dati (veri), andiamo avanti... e veniamo direttamente a lei, sig. GIOVINAZZO Antonio...

8 imprese sequestrate (con un valore di circa 30 milioni di euro). 37 indagati con, a vario titolo, contestazioni di: truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falso, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Questi sono i dati dell'Operazione “PRINCIPESSA” che l'ha vista coinvolta direttamente.

Quella individuata dalla Procura di Palmi è un associazione a delinquere di imprenditori (prevalentemente legati da vincolo familiare) che attraverso tali reati era riuscita a costruire un “impero” imprenditoriale prevalentemente nel settore oleario e turistico-alberghiero. La famigliola è quella dei GIOVINAZZO (la sua).

Nei primi anni 2000 venivano costituite le società ASCRIZZI GAETANO e la SCAM SRL che venivano quindi usate per fatturazioni di operazioni parzialmente o totalmente inesistenti e con parallele fittizie movimentazioni bancarie. Seguendo i “piccioli”, come si suol dire, si arrivava alla “RE. GI. OLEARIA SAS” ed alla struttura alberghiera “ULIVETO PRINCIPESSA PARK HOTEL”.

Oltre ai finanziamenti pubblici le imprese della famigliola GIOVINAZZO, attraverso la creazione di falsi crediti Iva, ricavavano profitti di 5 milioni e 400 mila euro, poi utilizzati per le due ultime imprese citate. Con la “ULIVETO PRINCIPESSA” richiedono 7 milioni di denaro pubblico tra il 2001 ed il 2006, ma ne vedranno solo 2 milioni visti che l'indagine ha permesso di fermarli prima che continuassero nella truffa.
Basta per chiarire che non avevamo detto “diffamazioni” ma solo indicato fatti? Nel dubbio, andiamo avanti...

Le indagini coordinate dalla Procura di Palmi hanno fatto emergere anche quanto era relativo al settore oleario. Qui si incappava nelle imprese “G. M.” e “D. M. C.” (produttrici di olio di oliva) e nella “OLEARIA CASALNUOVO SRL” congiuntamente alla “RE. GI. OLEARIA SAS” (che ha anche percepito, tra il 1999 ed il 2002, finanziamenti pubblici pari ad oltre 520 mila euro), in qualità di acquirenti, attraverso l'utilizzo di documenti fittiziamente emessi dal “GRUPPO GIOVINAZZO SRL” (queste questo beneficiario di un finanziamento di circa 670 mila euro) per la presunta molitura delle olive, e così da conseguire, tra il 1999 ed il 2010, indebiti contributi

pubblici Agea complessivamente di oltre 2,7 milioni di euro.
Il sequestro disposto dalla magistratura, oltre alle citate imprese, ha visto porre i sigilli anche all' “HOTEL GRIMALDI PALACE” di Cittanova, alla “AN.LU.GI. di CURINGA URBANO & C SAS” ed alla “I FALEGNAMI di CHIARO GIUSEPPE & C SAS”...

operazione-principessa
Ci fermiamo qui... anzi no. Anche se dovrebbe, ormai, essere ben chiara la situazione ed il contesto (vero sig. GIOVINAZZO Antonio?), noi portiamo ancora un dettaglio. Ha presente, signor GIOVINAZZO Antonio, la “GREATH SOUTHEM MOTELS & RESIDENCE SRL”, con sede a Cittanova in Via Lombardia 43?
Dovrebbe. Anzi certamente il sig. GIOVINAZZO Antonio ce l'ha ben presente visto che era tra i soci della stessa impresa unitamente a GIOVINAZZO Luciano [nato a Cittanova cl. 1964], GIOVINAZZO Maria Concetta [nata a Cittanova cl. 1968] e CURINGA Caterina [nata a Cittanova cl. 1968]. Bene... Dall'utenza telefonica 0966653512, intestata proprio al “GREATH SOUTHEM MOTELS & RESIDENCE SRL”, veniva contattato il 28 gennaio 2008 il MAESANO Giovanni, che risulta non soltanto legato per parentela con la cosca LIBRI di Reggio Calabria, ma ben inserito nell'organizzazione 'ndranghetista, come emerso con estrema nitidezza nell'ambito dell'inchiesta “SAGGEZZA” (vedi l'O.C.C. integrale). Era una chiamata perché si era finita la carta igienica nei bagni ovviamente, vero?

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