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"Sequestrate i beni di Bassolino"

La Regione Campania chiede il sequestro "conservativo" dei beni di Antonio Bassolino e degli altri 27 imputati dell´inchiesta sul ciclo dei rifiuti. L´avvocato Pino Vitiello depositerà l´istanza all´udienza preliminare in programma questa mattina davanti al giudice Marcello Piscopo...
A giudizio del penalista, indicato come difensore di Palazzo Santa Lucia dal curatore speciale, il provvedimento dovrebbe scattare in caso di un eventuale rinvio a giudizio allo scopo di «tutelare i diritti della Regione come ente e dei suoi cittadini per il danno subito, anche istituzionalmente, dal disastro ambientale in cui le condotte contestate hanno precipitato il nostro territorio».

Alla richiesta sono allegate anche le visure, in tutto 190 pagine, relative alle proprietà degli imputati. «La norma - spiega Vitiello - richiede che debbano essere allegati i beni sui quali si deve svolgere la valutazione del giudice. Per quanto riguarda la posizione di Bassolino, non siamo stati in grado di trovare alcuna proprietà immobiliare intestate al governatore». Nella stessa situazione si trovano altri sette imputati. Nei loro confronti, qualora la richiesta dovesse essere accolta, le norme prevedono la possibilità di sequestrare una somma pari al quinto dello stipendio percepito.

La mossa della parte civile aggiunge dunque altro sale all´appuntamento di questa mattina. In programma ci sono le arringhe degli ultimi avvocati degli imputati. Fra gli altri, prenderà la parola il professor Alfonso Maria Stile, difensore delle società del gruppo Impregilo coinvolte nell´inchiesta. Poi il giudice Piscopo potrebbe chiudersi in camera di consiglio per decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dai pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, del pool coordinato dal procuratore aggiunto Aldo De Chiara. Se le cose andassero così, il dispositivo potrebbe essere emesso in serata. Il gup però potrebbe anche scegliere di indicare un´ulteriore udienza da riservare alle repliche del pubblico ministero rinviando pertanto il procedimento a un´altra data. Entrambe le ipotesi, allo stato attuale, sono valide. La certezza comunque è che l´udienza preliminare si avvia ormai in prossimità del rettilineo finale, grazie anche alla marcia spedita impressa dal giudice e alla disponibilità fornita dagli avvocati, dopo le iniziali perplessità, a celebrare alcune udienze anche di sabato.

L´indagine ha preso in esame il contratto sul ciclo dei rifiuti, poi risolto con decreto il 30 novembre 2005, che secondo la Procura non poteva essere rispettato.
A cinque società, Impregilo, Fibe, Fisia Italimpianti, Fibe, Campania e Gestione Napoli, viene contestato l´illecito amministrativo. Nei confronti di Bassolino, coinvolto per il periodo trascorso alla guida del commissariato straordinario, i pm contestano accuse che vanno dalla truffa alla frode in pubbliche forniture fino a un´ipotesi di falso formalizzata a udienza già iniziata.

Sul banco degli imputati ci sono anche l´ex amministratore delegato di Impregilo (che rispetto ai fatti sotto inchiesta ha cambiato dirigenza e compagine societaria) Piergiorgio Romiti, l´ex amministratore delegato di Fibe, Armando Cattaneo, l´ex sub commissario Giulio Facchi, l´ex vicecommissario Raffaele Vanoli. Nella loro requisitoria, i pm Noviello e Sirleo hanno chiesto il rinvio a giudizio e quindi la celebrazione di un processo sui fatti ripercorsi in un´inchiesta lunga oltre 100mila pagine di atti. I difensori di tutti gli imputati hanno invece respinto le accuse chiedendo il non luogo a procedere. Bassolino è difeso da Giuseppe Fusco e Massimo Krogh. I due penalisti hanno discusso nell´udienza di sabato scorso parlando fra l´altro di procedimento «diventato politico» e che «trasforma in frode e truffa un disastro politico-amministrativo ascrivibile a molti, ad amplissimo raggio nel tempo e nello spazio».

Dario Del Porto

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