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Dannati intrecci dietro le "sante" speculazioni, tra Galliera, Opus Dei e Ior

Sante Speculazioni tra Galliera, Opus Dei e IorFatti, protagonisti e intrecci, prevalentemente già più o meno noti, ma che mai erano stati proposti in una visione d'insieme e che, integrati con alcuni inediti, rendono l'idea della ragnatela di un blocco di potere centrato sugli uomini della gerarchia vaticana, a partire dal Segretario di Stato cardinal Tarcisio BERTONE ed il Presidente della CEI Angelo BAGNASCO. Il volto delle speculazioni (spesso con soldi e concessioni pubbliche come nel campo della Sanità) che si cela dietro ad opere che con la "fede" (ma anche con l'etica e spesso con la legalità) hanno ben poco a che spartire e che, mascherate da opere di bene e di interesse generale sono in realtà l'ennesimo volto del Partito del Cemento, nuova "vocazione" delle DIOCESI del nuovo millennio.
10 capitoli che partendo da Genova e la Liguria ci portano in VATICANO ma anche dalla Calabria al Piemonte, senza alcuna interpretazione ma in una pura sequenza di fatti e circostanze, ci rendono un idea più pratica, realista e molto materialista dell'OPUS DEI, dei "fedeli" amici in un orgia di potere con politici, uomini delle banche "laiche", faccendieri del mattone e della finanza, avvocati, medici, massoni e qualche mafioso... per arrivare al presente e futuro IOR, ovvero la Banca del Vaticano dove, come nelle altre grandi ragnatele del potere ecclesiastico, omertà e impunità sono una costante nei secoli dei secoli...

 

Beppe Grillo dal cardinal Bertone "Tarcisio Bertone è un uomo di Chiesa
che si occupa dell'aldiquà oltre che dell'aldilà.
Della bellezza di questo mondo e delle energie alternative.
Un uomo così lo vedo come un segno
che le cose possono cambiare.

La Chiesa, pur con i suoi limiti, i suoi dogmi
sembra
più avanti della società italiana"
Beppe Grillo - Genova




1 - Neurologia, mense e mazzette


Le cucine delle mense comunali delle Scuole è al Galliera con NeurologiaCon il 2000 all'Ospedale Galliera ha inizio un vero e proprio delirio. Il già infelice reparto di Neurologia sito nei fondi (e già questo è alquanto grave) vede la realizzazione di cucine industriali con cui i pazienti dovranno imparare a convivere in una costante promiscuità. Le vecchie cucine dell'Ospedale Galliera divengono le cucine delle mense scolastiche del COMUNE DI GENOVA. Così i degenti colpiti da ictus, tumori celebrali, alzheimer, sclerosi multipla e delle altre patologie del Sistema Nervoso, devono passare le loro giornate tra un via vai del ciclo di produzione delle mense (dalla preparazione alla movimentazione, dallo smaltimento alle manutenzioni).
La partita "mense" non è proprio felice anche da un altro punto di vista. La società GAMA spa, che vince l'appalto per le mense, finisce sotto inchiesta per corruzione e si porta con sé uno degli uomini di fiducia dei vertici Istituzionali genovesi, Carlo ISOLA, all'epoca dei fatti direttore dell'Unità Organizzativa gare e contratti del Comune di Genova - sindaco era Giuseppe Pericu - e poi Capo di Gabinetto della Regione Liguria chiamato direttamente dal presidente Claudio Burlando. Con la GAMA ed ISOLA finiscono nell'inchiesta Giovanni CAZZULO, direttore amministrativo del Galliera, Roberto GALIANO mobility manager del Galliera, oltre a Marco BURIANI, funzionario con l'incarico di coordinare i progetti per la mensa e Mario Giovanni ROSSI, direttore commerciale della GAMA. L'accusa per la partita "Mense" è quella di corruzione aggravata, falso, turbativa d'asta. Il corruttore della GAMA è stato l'agente della società Orazio CARRARO. Queste mense industriali nel piano fondi del Galliera sono assai insidiose... con la mazzetta, secondo quanto ricostruito dai giudici vi erano anche in gioco quote di una società ed assunzioni all'interno di una società privata di una società pubblico-privata che si sarebbe dovuta costituire per la gestione complessiva della ristorazione scolastica del Comune di Genova, di quella ospedaliera del Galliera e che avrebbe dovuto seguire il progetto di ristrutturazione dello stesso Ospedale Galliera.il sindaco Marta Vincenzi con il consulente per la promozione di Giunta e Città
Tutto questo viene naturalmente tenuto il più possibile in sordina. Se ne parla, ma per il minimo indispensabile e facendo dimenticare in fretta l'accaduto, anche perché, ad esempio, il Carlo ISOLA, dopo gli arresti ed in attesa del processo, è tornato in Comune con l'incarico di Vice-Segretario Generale del Comune di Genova, sotto la nuova amministrazione di Marta Vincenzi, e si occupa, tra le altre cose, di stendere e seguire i bandi di gara per "operuccie" quali il futuro dell'area ex Mercato di Corso Sardegna che rappresenta la più grande area di trasformazione nel cuore della città, ed altri project financing che tanto producono commistioni di interessi pubblici e privati con grande vantaggio per i secondi.
Nel frattempo l'incompatibilità di tali cucine industriali con il reparto di Neurologia è stata sottolineata solo dai medici del reparto, a partire dal Dott. Angelo Patrone. Unico effetto è stato il mobbing a danno del Patrone, messo in atto con "chirurgica" azione da parte dell'Ospedale ed in primis dal primario del reparto stesso, Dott. Sandro RATTO, anche presidente dell'Associazione Medici Cattolici, sino ad un licenziamento illegittimo, figlio di una procedura pilotata su elementi artificiosi.
Il braccio destro del Sindaco Vincenzi, Stefano Francesca, agli arrestiSulla questione l'unica cosa sollevata invece da Marta Vincenzi è stata la preoccupazione per la sicurezza dei pasti per le mense delle scuole, minacciata dalla presenza di un reparto ospedaliero, quale quello di Neurologia. Straordinario... vanno a costruire mense industriali nei fondi un Ospedale, dove vi è un reparto di Neurologia e che dice il Sindaco? Che il problema è il reparto ospedaliero, non la scelta folle di realizzare e gestire lì le mense per ospedale e scuole genovesi! Sul resto della "questione" naturalmente, invece, silenzio tombale!
Tra l'altro non si può nemmeno dire che il COMUNE DI GENOVA non sapesse cosa avveniva e cosa avviene nell'Ospedale Galliera. Infatti nel Consiglio di Amministrazione dell'Ospedale siede per il Comune di Genova - giunta di Marta Vincenzi - Paolo VEARDO, alias assessore proprio della Giunta Vincenzi che si sa, dalle indicazioni investigative relative ad un'altra inchiesta "Mensopoli" (in cui sono stati coinvolti con PROFITI anche diversi imprenditori, uomini della sanità pubblica savonese, esponenti diessini e margheriti, sino al braccio destro della Vincenzi Stefano Francesca) essere l'uomo voluto in Giunta proprio dalla Diocesi genovese, ed in particolare dall'erede del BERTONE, ovvero dal nuovo Arcivescovo di Genova e presidente della CEI, Angelo BAGNASCO.
Ed è proprio lungo l'asse DIOCESI-POLITICA-AFFARI & MAZZETTE che troviamo l'arresto ed il rinvio a giudizio di Giuseppe PROFITI, difeso dal potente avvocato Giuseppe Maria GALLO (la cui moglie è giudice proprio a Genova) per l'inchiesta seguita dal pm Francesco Pinto, ribattezzata "MENSOPOLI" o "Tangentopoli genovese" (poi lo stesso Giuseppe PROFITI - che ora è direttore dell'Ospedale del Vaticano BAMBIN GESU' di Roma - è anche rinviato a giudizio ad Imperia per minacce ad un pubblico ufficiale, in quanto aveva inviato e-mail minatorie atte ad intimidire un agente della Guardia di Finanza per dissuaderlo dall'indagare).
Profiti e Ratzinger durante la bufera della Tangentopoli genoveseNell'inchiesta che abbiamo già seguito [nello speciale l'Ordinanza di custodia cautelare integrale, approfondimenti e rassegna - clicca qui] il PROFITI c'è dentro sino al collo, insieme al manager dell'ASL 2 Alfonso DI DONNA (anche lui rinviato a giudizio) e FEDRAZZONI, FRANCESCA & C. per la turbativa d'asta e corruzione relativa alla ristorazione e nulla sono valsi i tentativi dell'avvocato GALLO per far distruggere e quindi escludere dalle prove le intercettazioni telefoniche. E non è valso nulla nemmeno il tentativo di influenzare l'indagine da parte del VATICANO, che si è da subito schierato a difesa del PROFITI, con una nota stampa ufficiale della Santa Sede e con diverse dichiarazioni, sia da parte di BAGNASCO sia di BERTONE sino al RATZINGER, che nella vista papale in Liguria ha voluto dare udienza privata (ma con ampio risalto mediatico!) al PROFITI (con BERTONE) in terra di Savona.
Tra i tentativi di interferenza nell'attività della Giustizia italiana, il VATICANO, nella sua miglior tradizione, cerca di impedire l'arresto del PROFITI. Essendo questi Presidente dell'Ospedale pediatrico BAMBIN GESU' la Santa Sede proclama la territorialità della struttura come di competenza dello Stato Vaticano, scusa che non regge troppo anche perché, ad esempio, per gli interventi di ristrutturazione del BAMBIN GESU' si usano soldi italianissimi, come, in ultimo, 50 milioni di euro dello Stato italiano e non quindi "vaticani"!


2 - Tra Villa Esperia ed il Ratto

Nel frattempo all'Ospedale Galliera giunge Giuseppe PROFITI, l'ometto del cardinal Tarcisio BERTONE. Il prescelto dell'Arcivescovo genovese è già in servizio in REGIONE LIGURIA come Direttore delle Risorse Finanziarie, lo è per sette anni, sia con la giunta Biasotti sia con la giunta Burlando. Un ennesimo conflitto di interessi che si innesca tra pubblico e privato, in questo caso la potente DIOCESI genovese. Infatti l'ente ospedaliero Galliera è della Diocesi di Genova, presieduto dal Arcivescovo del capoluogo ligure, incassa fondi regionali!
Sandro RattoMa veniamo a questo nuovo capitolo sui pazienti colpiti da Ictus. Partiamo dal conoscere un po' meglio il primario del reparto, Sandro RATTO. Questi dal suo arrivo, nel 2000, ha proceduto in pieno accordo con il vertice dell'Ospedale, sviluppando una gestione via via sempre più accentrata nelle sue esclusive mani. cardinal Bertone e Giuseppe ProfitiOgni decisione, così come i dialoghi con i parenti dei pazienti, alle dimissioni, sino alle scelte più delicate, sono state concentrate nelle sue mani, esautorando ed emarginando gli altri dirigenti medici del reparto. Non vi era più alcuna collegialità nelle scelte, tutto veniva deciso ed imposto a tutto il reparto, medici e personale infermieristico. Chi non era incline ad accettare le imposizioni veniva isolato, tanto che, dopo l'accorpamento in un unica corsia dei Reparti Donne e Uomini, ha proceduto alla sostituzione praticamente per intero del personale infermieristico che essendo da anni operativo e professionalmente, forse, il più preparato dell'intero ospedale, rappresentava un pericolo. Al RATTO come Caposala serviva un soggetto che operasse in simbiosi ed ha individuato Franco TRAVERSO che era stato rimosso dall'analogo ruolo nel reparto Rianimazione. Tutto nelle mani del RATTO e tutto eseguito con il TRAVERSO, i medici ed il personale ridotti a pure comparse. E' in questo quadro che quindi la via dell'agevolazione alle strutture private può farsi strada. Infatti quando vi era necessità di riabilitazione per i degenti non ha mai avuto dubbi: andate a VILLA ESPERIA di Salice Terme, Casa di Cura accreditata dal Servizio Sanitario Nazionale. Ebbene sì da Genova sino su in Lombardia, nella struttura nell'Oltrepò pavese di Giuseppe "Beppe" CROCE BERMONDI, amministratore delegato. Poco importava che poi, una volta terminate le cure in Lombardia i pazienti non risultano inseriti negli elenchi della Regione Liguria per il proseguo dell'assistenza necessaria... l'importante era dirottare più pazienti possibili - che venivano trasferiti direttamente dall'Ospadale Galliera a VILLA ESPERIA -... più pazienti trasferiti più introiti pagati con i soldi pubblici dalla Regione Liguria, alla clinica privata convenzionata di Giuseppe CROCE BERMONDI.
Giuseppe Croce Bermondi di Villa EsperiaNaturalmente diversi medici del reparto hanno posto la questione, considerando che per i trattamenti e l'assistenza ai pazienti che veniva dimessi esistevano/esistono possibilità di cura e assistenza in Liguria, con le diverse RSA, con la normale rete assistenziale per quella tipologia di pazienti... sino anche nello stesso Ospedale Galliera con il Reparto Cure Intermedie. Ma niente da fare il RATTO va per la sua strada che porta tutti a VILLA ESPERIA ed una volta ai medici che contestavano tale gestione lo disse chiaramente: "E' una persona (Giuseppe CROCE BERMONDI, ndr) perfettamente conosciuta ed inoltre sta realizzando dei progetti e dei programmi con la Direzione del Galliera". Quali fossero questi progetti e questi programmi non è dato saperlo... che si tratti forse dell'eventuale apertura presso gli spazi del Galliera di una clinica privata accreditata? Vedremo... quello che è certo è che Giuseppe CROCE BERMONDI ha buone entrature politiche, con il gruppo già ben piazzato nella lottizzazione della Sanità pubblica in Liguria, alias il gruppo di Claudio BURLANDO. Non è un caso che, spostandoci a Busalla, quando il sindaco indipendente del comune dell'entroterra cerca di salvare l'Ospedale dalla chiusura con l'apertura di un centro di Eccellenza, rivolto non solo al bacino ligure ma anche a quello del sud Piemonte, si vede arrivare proprio Giuseppe CROCE BERMONDI di VILLA ESPERIA. E' interessante per capire come vi fu quell'arrivo che di fatto pose fine al progetto del sindaco di Busalla che avrebbe permesso all'Ospedale della zona di restare in vita e di autogestirsi dal punto di vista del bilancio. Il sindaco Pastorino andò in Regione, l'ente che stava promuovendo il piano di "razionalizzazione" - alias alienazione - della Sanità pubblica, lì parlò del progetto all'assessore al Bilancio, G.B. PITTALUGA. Questi mandò da Pastorino il Giuseppe PROFITI che era il direttore delle Risorse Finanziarie della Regione ma era anche il Vice Presidente dell'Ospedale Galliera. Il PROFITI a sua volta chi manda da Pastorino a Busalla? Naturalmente Giuseppe CROCE BERMONDI, che avrebbe dovuto aiutare una struttura pubblica per creare una struttura concorrente alla sua struttura privata accredita! In tutto questo potrebbe sfuggire un'altra particolare coincidenza: Giuseppe CROCE BERMONDI è anche il proprietario del palazzo di Piazza De Marini nel centro storico genovese dove ha preso sede la struttura provinciale e regionale del PD (e già sede dei DS).
Il principale medico del reparto che si opponeva a tale gestione verticistica, tutta a vantaggio del provato, nel reparto Neurologia, il dott. Angelo Patrone, alle note di denuncia interna non vede alcuna risposta da parte dei vertici dell'Ospedale, bensì due mesi dopo aver raccontato tutto al nuovo Direttore Generale, Adriano LAGOSTENA, si vede recapitare una lettera di licenziamento!


3. Il centro ictus, la targa benedetta e le nomine ASL

I Centri Ictus nascono per il trattamento di circa il 3% dei pazienti colpiti da ischemia celebrale ed è motivato con la necessità di offrire una nuova terapia denominata "trombolisi". A Genova ne esistono già due presso l'Ente Ospedaliero San Martino. Per dare l'idea delle proporzioni a Roma ne esiste uno soltanto. Nonostante manchino i requisiti all'Ospedale Galliera il dott. RATTO con l'Amministrazione decide che bisogna aprirne uno. Siamo nel 2004 e il presidente dell'Ospedale è Tarcisio BERTONE ed il suo ometto Giuseppe PROFITI è il vice presidente. A fine 2004 apre il Centro Ictus del Galliera, con tanto di inaugurazione in pompa magna tra REGIONE LIGURIA e santa benedizione del BERTONE. Questo Centro Ictus ha 3 letti, due dei quali in uno stanzino senza finestre che prima ospitava la stanza per le salme dei defunti. Nel Centro, che rimane aperto 4 anni sotto la responsabilità della dott.ssa Daria BIANCHINI, quanti pazienti sono trattati con "trombolisi"? Zero! Non solo: nessun paziente viene nemmeno proposto per essere curato in tale Centro!
Claudio Montaldo, assessore Sanità Regione LiguriaLa REGIONE LIGURIA senza battere ciglio paga e l'Ospedale Galliera incassa. PROFITI è sempre sia in Regione sia nel Cda del Galliera, dove si dà e dove si prende. Nonostante si fosse in periodi di tagli alla Sanità pubblica, con un piano "assassino" dell'assessore Claudio MONTALDO, a nessuno in Regione viene il dubbio che non si può aprire un Centro Ictus quando non solo ne esistono già due presso l'Ospedale pubblico San Martino, ma anche considerando che al Galliera mancano i requisiti di fondo per poterlo far funzionare. Silenzio, si paga e basta!
Qualcuno potrebbe pensare che i requisiti mancanti fossero "strutturali" (ad esempio la stanza delle salme)... ma invece no, tanto che il RATTO scrisse anche a Roma per cercare di ottenere le deroghe necessarie senza risultato. Cosa manca quindi al Galliera? Semplice: mancano praticamente tutti i requisiti obbligatori, tra cui una "bazzecola", manca il Neuroradiologo di guardia (per un Centro Ictus non si può andare avanti con la "reperibilità") e manca la formazione del personale da dedicate a detta struttura. Nessuno in REGIONE vede e dice nulla, si paga e basta, anzi si inaugura e poi chissenefrega!
Ma la REGIONE LIGURIA deve assicurarsi un controllo assoluto della Sanità, altrimenti rischia che il "tappo" salti. E che il rischio concreto di un crollo a domino sia quanto mai possibile non solo lo dimostra l'inchiesta sull'uso privato delle strutture e risorse pubbliche scoperchiato dai NAS, ma anche quanto avevamo già sollevato in merito alle nomine ed alle promozioni piegate dalla lottizzazione politico-massonica sotto la regia della giunta BURLANDO. Per fare quello che si vuole, cioè per agevolare i privati amici con soldi pubblici, serve avere una ragnatela di uomini "giusti" al posto giusto e poco importa se le leggi esistenti pongono qualche vincolo... perchè i vincoli vengono ignorati o raggirati abilmente. Basta vedere le ultime nomine del duo BURLANDO-MONTADO - seguite agli scandali ed alla bufera sull'associazione (se così la si può chiamare) MAESTRALE, ampiamente conosciuta grazie alle pubblicazioni de Il Secolo XIX e del libro-inchiesta "Il Partito del Cemento" - con cui la REGIONE LIGURIA, che vede sempre in contemporanea quale Direttore delle Risorse Finanziarie il Giuseppe PROFITI, ha compiuto un azione che si può tranquillamente definire spregiudicata, nel solco del detto: fatta la legge trovato l'inganno. La normativa prevede che nessun medico appartenente ad una ASL possa assumere incarichi di direzione generale all'interno della ASL di cui è dipendente.
A garantire il "controllo" della Sanità pubblica e lo scivolamento verso gli interessi dei Privati ci devono essere i direttori generali ed i primari, altrimenti se non ci sono fidati esecutori e registi nessun piano può andare in porto. Ed ecco che su questo a squarciare il velo è stato proprio uno dei medici genovesi, Edoardo Berti Riboli, presidente della società ligure di chirurgia, che pubblicamente ha denunciato quanto stava (e sta accadendo) in Liguria. Lo stesso Edoardo Berti Riboli, non dimentichiamolo era stato allontanato con il pensionamento anticipato tre anni fa dal Direttore dell'Ente Ospedaliero San Martino, Gaetano COSENZA, massone della potente loggia bolognese, e marito di un magistrato ai vertici della ANM dell'Emilia Romagna.
la foto manifesto del Burlando con i medici che saranno promossiSe sappiamo che in Liguria per le promozioni e gli incarichi nella Sanità pubblica bastava farsi fotografare con il presidente Claudio BURLANDO, abbiamo poi assistito - con lo scemare dell'attenzione mediatica sulla vicenda - alle nomine illegittime rese legittime da trasferimenti lampo. Cosa è avvenuto, nel particolare, per le nuove nomine tra cui, per esempio quella di Fulvio NEIROTTI a direttore dell'ASL 2 del savonese, così come per Paolo CAVAGNARO a direttore ASL 4 del chiavarese? Semplice gli stessi erano entrambi incompatibili ed allora nel giro di mezza giornata cosa è successo? Ecco l'iter a tappe forzate per renderli compatibili: richiesta di trasferimento in altra ASL, accoglimento del trasferimento qualche ora dopo, quindi nomina della REGIONE LIGURIA alla guida dell'ASL di cui erano dipendenti sino a poche ore prima e quindi, in ultimo dimissioni dalla ASL in cui sono stati trasferiti senza mai metterci piede!
Una procedura beffa... una truffa alla legalità ed alla decenza. Trasferimenti lampo per sanare l'illegittimità della nomina, persino dichiarata come dichiara uno dei protagonisti nella delibera della REGIONE LIGURIA: "La Regione ovviamente sapeva che io avevo questo problema, tanto che nella delibera della Giunta è scritto che la nomina è subordinata al superamento dell'incompatibilità. Mi viene, però, concessa una proroga per risolvere la questione". Inganno e beffa si sommano e si moltiplicano in almeno il 25% delle nuove nomine ASL promosse dal duo BURLANDO-MONTADO... e diciamo che il fatto dà abbastanza nell'occhio anche perché quando, e non sempre, vengono accolte solitamente le richieste di trasferimento dei medici "normali" da una ASL all'altra i tempi sono categoricamente biblici!


4- Enti di controllo e conflitti di interesse permanenti

L'ex Procuratore Meloni, ora Presidente del Comitato Garanti nominato dalla RegioneSe già è curioso il conflitto di interessi nell'era BERTONE del suo ometto Giuseppe PROFITI, in contemporanea in REGIONE LIGURIA ed al vertice dell'Ospedale Galliera, nella veste del soggetto pubblico che dà ed in quella dell'ente diocesano che prende, la storia delle commistioni di interessi nell'Ospedale e sull'Ospedale è davvero senza fine e segna la grande volontà di tenere sotto un unica grande regia sia la gestione che il controllo. Tutto questo in Liguria, non dimentichiamolo, dove da sempre il potere della DIOCESI, come dell'OPUS DEI, è quello che ha dettato il da farsi anche alle logge massoniche e quindi anche alla politica che da sempre, nei suoi vertici istituzionali, a parte la parentesi del sindaco indipendente Adriano Sansa, si è mostrata china, se non addirittura parte.
Prendiamo il caso del COMITATO DEI GARANTI. Questo organismo regionale che, ad esempio, deve valutare con parere vincolante i provvedimenti quali i licenziamenti, è nominato dalla REGIONE LIGURIA. Quindi la REGIONE, dove il peso di PROFITI è evidente, nomina il COMITATO DEI GARANTI che deve vagliare, guarda caso anche i provvedimenti sul personale medico proposti dal vertice del Galliera, dove siede PROFITI. Ma non basta. Il Presidente del COMITATO DEI GARANTI è Francesco MELONI, ex Procuratore capo di Genova, ed anche Presidente del COMITATO ETICO DI SAN MARTINO. La figlia, Maria Gavina, di MELONI è giudice presso la Corte d'Appello di Genova nella sezione che si occupa delle cause di Lavoro. Quindi per esempio il COMITATO DEI GARANTI dà un parere vincolante su un licenziamento, questo viene quindi eseguito dall'Ospedale Galliera e chi viene licenziato ingiustamente ricorre alla magistratura e si ritrova davanti alla figlia del presidente del COMITATO DEI GARANTI. Nel COMITATO, ad esempio, all'epoca dell'illegittimo licenziamento del Dott. Patrone che poi vedremo, siedeva anche Fulvio NEIROTTI che abbiamo visto prima, in quanto promosso dalla REGIONE LIGURIA alla guida dell'ASL 2 del savonese, tanto cara al PROFITI.
Ma non finisce qui.
PROFITI nella sua veste di Direttore delle Risorse Finanziarie della REGIONE LIGURIA si occupa poi della cartolizzazione dei beni ASL della Liguria per ripianare il debito della Sanità regionale. In altre parole per ripianare il buco targato "sanità" della REGIONE LIGURIA si procede alla vendita del patrimonio immobiliare delle ASL. L'introito è di 203 milioni di euro. A vincere l'asta è la FINTECNA IMMOBILIARE SPA, ovvero una società che fa capo per il 100% a FINTECNA SPA del MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE. Ma come è possibile questo se lo Stato - ovvero anche le società a capitale interamente pubblico dello Stato - non possono per legge ripianare i bilanci delle REGIONI, come nel caso del buco "sanità" in Liguria? Anche qui si è aggirata la legge, anzi la si è sbeffeggiata, facendosi un baffo dei vincoli.
Gian Battusta Pittaluga, assessore al Bilancio della RegioneMa se c'è PROFITI poteva mancare l'Ospedale Galliera? Certo che no. Ed ecco che l'uomo del Vaticano (e della Regione), inserisce nella cartolizzazione dei beni ASL all'asta anche beni dell'Ospedale Galliera. Più o meno il valore dei beni del Galliera alienati con l'operazione doppio duo PROFITI-PITTALUGA e BURLANDO-MONTADO è di 9/10 milioni di euro. Praticamente il Galliera si è venduto tutto ciò che per lasciti o donazioni costituiva il patrimonio immobiliare esterno alla struttura occupata dall'Ospedale (resta soltanto qualcosa a Coronata).
Qui viene il bello. Infatti l'Ospedale della DIOCESI genovese vende attraverso la REGIONE LIGURIA, con PROFITI sia di qua che di là, il proprio patrimonio fatto di lasciti e donazioni, senza minimamente andare a guardare due semplici bazzecole. La prima è se tali donazioni e lasciti fossero vincolati (ovvero lasciati a fini specifici) e quindi inalienabili, la seconda è che gli inquilini dell'Ente della DIOCESI che tanto pensa alle persone ed alle famiglie, si sono ritrovate dal giorno alla notte, senza alcuna comunicazione preventiva (e senza che sia stata data la possibilità di prelazione) con lo sfratto da parte delle società acquirenti i singoli immobili alienati. Dal giorno alla notte gli inquilini dell'Ente diocesano buttati fuori!
Ed anche qui occorre stare attenti e la legalità torna ad essere un concetto elastico per il mondo ecclesiastico quanto per quello politico. Il Galliera per Statuto non può cambiare destinazione d'uso, pena il ritorno della struttura alla famiglia della duchessa di Galliera (o eredi). il cardinal Siri all'incontro con i portuali, alla sx di Siri vi è Paride BatiniInfatti nel suo testamento la Marchesa Maria Brignole Sale, Duchessa di Galliera, aveva precisato che se in caso di venuta meno dell'attività ospedaliera nel proprio lascito tale struttura doveva passare al Comune di Parigi. Non è un caso che nel finire degli anni sessanta il potente cardinal SIRI accompagnato dal potente avvocato cattolico (per decenni nel Consiglio di Amministrazione del Galliera) Lorenzo ACQUARONE, si recarono proprio a Parigi per verificare e scongiurare tale possibilità (come recentemente raccontato da Marco Preve su Repubblica). Ma non è detto che, davanti a pesanti stravolgimenti e soprattutto a gestioni non corrette o non coincidenti con il volere espresso nel lascito dalla Duchessa di Galliera, l'Ente parigino non decida di far valere i propri diritti.
Chiusa questa breve parentesi sul lascito originario che sta alla base dell'esistenza stessa dell'Ospedale Galliera, torniamo per un attimo ancora sul PROFITI prima di chiudere il capitolo e passare al resto di questa storia. Giuseppe PROFITI con la cartolarizzazione dei beni ASL, finita all'asta ad una società dello Stato, incassa il plauso sull'operazione da Claudio BURLANDO perché con questa dismissione e vendita si sono trovati i soldi per la Sanità ligure (sic!). Dall'altra parte sempre il medesimo Giuseppe PROFITI che ha inserito una decina di milioni di beni del Galliera nell'alienazione dei beni ASL, riducendo il debito dell'Ente verso la REGIONE, incassa il plauso di Bagnasco, con Burlando, Livia Turco allora Ministro Sanità, accanto Vincenzo LorenzelliBERTONE e di BAGNASCO per aver ripianato il buco del Galliera... il resto del "buco" e soprattutto l'aver venduto il patrimonio del Galliera così come della REGIONE non conta... è la stagione degli applausi e delle benedizioni!
Prima di chiudere questo capitolo sui conflitti di interesse, che poi dovremo riaprire forzatamente nei capitoli del "nuovo Galliera" e sulle "spese pazze con vista demolizione", non possiamo non citare due casi. Il primo è relativo al Dott. Stefano SIMONETTI, che faceva (e forse fa) coppia con la Dott.ssa Daria BIANCHINI, la responsabile del Centro Ictus da zero pazienti in 4 anni. Questi era responsabile del reparto di Neurofisiologia dell'Ospedale Galliera, ma anche impegnato "privatamente" presso la clinica privata MONTALLEGRO. Il reparto del SIMONETTI confinava con gli ambulatori ma nonostante questo i pazienti che volevano eseguire gli esami con il "pubblico" dovevano andare presso il San Martino in quanto il reparto del SIMONETTI aveva liste d'attesa talmente lunghe che la risposta del SIMONETTI era sempre quella solita: "ma privatamente si può far prima". E quel "privatamente" era alla Clinica MONTALLEGRO cioè dove esercitava lui stesso in "privato". Addirittura nei giorni di ferie c'è chi ricorda che sulla porta del reparto veniva indicato sul cartello il numero telefonico per eventuali urgenze... ed il numero era quello per prenotare gli esami "privatamente". Nel momento in cui il vertice del Galliera decide di fare fuori il dott. Angelo Patrone perché non stava ai giochi del RATTO e compari dirigenti, la posizione del SIMONETTI diviene scomoda, ma qui il vertice del Galliera non denuncia e non licenzia, accetta le dimissioni volontarie del SIMONETTI che così non ha alcuna macchia sul suo curriculum e può tranquillamente continuare ad esercitare privatamente alla Clinica MONTALLEGRO.
L'altro caso riguarda il proprietario dell'ISTITUTO SALUS, il principale istituto privato che opera in convenzione con la REGIONE LIGURIA. Si tratta di Enrico BARTOLINI che, ex braccio destro di Sergio Castellaneta (esponente del centrodestra), ricopre il ruolo di Presidente dell'ORDINE DEI MEDICI. Davanti a questo lapalissiano conflitto di interessi, denunciato anche dai molti medici genovesi, l'Ospedale Galliera non vuole certo arrecare disturbo. Vediamo come. L'ISTITUTO SALUS, che dista pochissimo dall'Ospedale Galliera, realizza esami diagnostici in convenzione con la ASL, quindi pagati dalla REGIONE. Tra questi esami uno dei più costosi è certamente quello della PET. Così l'Ente ospedaliero Galliera fa sì che la sua PET, apparecchiatura e funzionamento estremamente costosi, alle 14 del pomeriggio smetta di essere in servizio. Non ci vuole molto: basta che alle 14:00 smonti il personale addetto e così la PET attuale (e quella che è in via di collocamento) per mezza giornata non può funzionare e se le liste d'attesa presso l'Ente Ospdaliero si allungano c'è sempre l'alternativa del "privato" pagato dalla REGIONE: l'ISTITUTO SALUS poco distante, nella vicinissima Piazza Dante, servita dalla stessa linea bus, il 35!


5- Via Profiti arriva Romano, è il gran restauro targato Opus Dei

Giuseppe ProfitiGiuseppe PROFITI a Genova (e ponente ligure) ha fatto molto e le attenzioni giudiziarie sono ormai troppe, così l'ometto del cardinal Tarcisio BERTONE, che da Genova è diventato Segretario di Stato del VATICANO, si concentra su Roma, alla direzione del BAMBIN GESU', ospedale della Santa Sede. Lascia l'incarico in Regione e la vice presidenza dell'Ospedale Galliera, così come aveva lasciato quello di Presidente dell'AMI spa, la società pubblica creata per spostarci il buco di bilancio dell'AMT spa (la società per il trasporto urbano di Genova), che deve procedere, ma guarda caso, alla dismissione del patrimonio immobiliare che daranno vita a nuove iniziative speculative dei cementificatori rossi della Lega Cooperative ed altri sodali, con pesante danno e perdite per il Pubblico (solo per la rimessa di Boccadasse, la Corte dei Conti ha calcolato un danno di circa 10 milioni di euro!). Il buon PROFITI, che nel frattempo, stando alle inchieste giunte a conclusione, ha conquistato due rinvii a giudizio - uno per corruzione e turbativa d'asta e l'altro per minacce a pubblico ufficiale -, è in corsa per il Consiglio dello IOR, la potente e oscura banca vaticana.

Giuseppe RomanoA sostituire il Giuseppe PROFITI alla vice presidenza del Consiglio di Amministrazione viene chiamato Giuseppe ROMANO. Si quel Giuseppe ROMANO ex Prefetto di Genova che quando svolgeva l'incarico di Prefetto a Genova sosteneva che la mafia a Genova ed in Liguria non vi fosse, lo stesso che quando era Prefetto a Roma fu arrestato dai CC per un giro di false autodemolizione in cui era coinvolto per precedente incarico (venne "graziato" da una modifica legislativa che depenalizzava tale reato)... lo stesso che scrisse il Rapporto al Ministero degli Interni sulla base del quale venne negata la scorta a Marco Biagi [per rileggere quanto avevamo già scritto clicca qui]. Si potrebbe dire tranquillamente un uomo benedetto - benedetto dall'OPUS DEI visto il contesto e vista la sua vicinanza a tal struttura - che tanto amava giocare anche a biliardo in Prefettura e che da quando è andato in pensione ha avuto una raffica di incarichi delicatissimi, tutti su nomina politica, come Commissario per l'ACNA di Cengio e Commissario straordinario per i Rifiuti a Imperia.

Ma adesso facciamo un po' il punto sul vertice tra incarichi confermati e nuovi arrivi.

Marco SimeonNel Consiglio di Amministrazione del Galliera è arrivato anche Marco SIMEON. L'uomo del OPUS DEI del ponente ligure, legato a Claudio SCAJOLA, è Priore del MAGISTRATO DI MISERICORDIA e membro del Consiglio di Amministrazione della FONDAZIONE CARIGE (consiglio il cui rappresentante del REGIONE LIGURIA è stato, dal Presidente Claudio BURLANDO, lasciato alla nomina della DIOCESI di Genova). Ma l'avvocato SIMEON è anche addetto ai rapporti con il VATICANO del Consiglio di MEDIOBANCA, ruolo che aveva svolto a partire dal 2005 per CAPITALIA. Per inquadrare bene il personaggio basta scorrere i presenti all'iniziativa di inaugurazione della sede storica della Fondazione di cui è Priore, in via dei Giustiani 25.Claudio Scajola La stessa è stata inaugurata dal Presidente della CEI, Angelo BAGNASCO, ed alla cena di presentazione, correva l'anno 2007, tra gli ospiti accorsi all'iniziativa di SIMEON vi sono: il presidente della REGIONE LIGURIA Claudio BURLANDO e il suo predecessore Sandro BIASOTTI, il Claudio SCAJOLA così come il presidente della BANCA CARIGE Giovanni BERNESCHI [di cui abbiamo già parlato] e il presidente della FONDAZIONE CARIGE Flavio REPETTO, con il vice presidente Pierluigi VINAI (che con la Fondazione finanziava associazioni con sede presso la sua abitazione, come denunciato da Marco Preve su Repubblica), l'allora presidente dell'AUTORITA' PORTUALE di Genova Giovanni NOVI (prima di essere arrestato), ed i parlamentari Luigi "furbetto-scalatore" GRILLO, Graziano MAZZARELLO, Eugenio MINASSO, Daniela SANTANCHE'. Con loro anche il PROCURATORE CAPO di Genova Francesco LALLA, il COMANDANTE REGIONALE DELL'ESERCITO, generale Pier Corrado MEANO, il CONSOLE del LUSSEMBURGO Cesare Castelbarco ALBANI e l'AGENTE CONSOLARE DEGLI USA Anna Maria SAIANO. Chiaro il peso dell'ambasciatore di GERONZI, il SIMEON? Infatti, anche lui, è in corsa, in tandem con PROFITI, per entrare nel Consiglio dello IOR!

Nel vertice dell'Ospedale Galliera nominato con BERTONE e mantenuto dal BAGNASCO, ci sono poi tanti buoni esecutori. Vediamo il principale: il Direttore Generale. Tale incarico è assegnato ad Adriano LAGOSTENA, che non solo copre tutto quanto è accaduto e accade, come le denunce sulle agevolazioni verso i privati o l'eliminazione con mobbing o illegittimi licenziamenti del personale scomodo ai "santi" piani, ma avvalla anche un letterale sperpero dei denari pubblici (e vedremo nel dettaglio, in un apposito capitolo, come vengono sperperati) che dalla REGIONE LIGURIA arrivano al Galliera oltre che Adriano Lagostena, direttore generale Ospedale Gallieraperseverare per la grande speculazione targata "nuovo Galliera". E', ad esempio, sotto la sua Direzione che l'Ospedale Galliera rifiuta di consegnare alle pazienti che ne fanno richiesta la "pillola del giorno dopo", perché struttura ecclesiastica, peccato che stia in piedi con i soldi pubblici e debba rispettare la legge! Anche il LAGOSTENA ama, come SIMEON, le cene con i confratelli. Correva l'anno 2005, per fare un esempio, ecco la lista di una cena della "Sanità Ligure", all'Osteria Nuova nel cuneese, con il LAGOSTENA, già passato alla Direzione dell'Ospedale Galliera dalla direzione sanitaria dell'IST, ci sono: Maurizio MAURI commissario dell'Ist, Giovanni Battista PITTALUGA assessore al Bilancio della Regione, Ferdinando CAFIERO direttore del dipartimento di chirurgia dell'Ist, Angelo FERRARI, Emanuele PORCILE portavoce di PITTALUGA, Gaetano COSENZA direttore generale del San Martino, Giuliano REBORA direttore della divisione di proctologia del San Martino, Claudio GUSTAVINO ginecologo e capogruppo della Margherita in Regione (ora parlamentare del Pd), Giuseppe PROFITI ometto di BERTONE nonché direttore Risorse Finanziarie della REGIONE LIGURIA e vice presidente del Galliera, Domenico CRUPI direttore generale Sanità in Regione. In un tavolo tutto il potere margherita-diessino-diocesano della Sanità ligure... è vero due mancavano, ma in fondo MONTALDO non conta molto è solo un assessore che deve ratificare (mica ha la "cassa") e BURLANDO aveva già la foto di gruppo con i camici bianchi ed altre occasioni d'incontro sotto il soffio del suo MAESTRALE.
Sul LAGOSTENA ancora una semplice osservazione. Lo stesso con il MAURI commissario dell'IST di Genova era stato chiamato a ricoprire l'incarico di Direttore Sanitario, e l'obiettivo della nuova gestione dell'Istituto ligure era quello di far rientrare i "cervelli". In altre parole richiamare i ricercatori che avevano scelto altre mete di impegno. Ci domandiamo come riuscisse il LAGOSTENA nell'operazione di conciliare l'oscurantismo ecclesiastico in materia di ricerca (vedasi le posizioni clericali sulle cellule staminali o sulle terapie del dolore e della dolce morte) con il rilancio della ricerca che non può prescindere dalla laica e piena libertà della scienza, per garantire ai "cervelli" che si volevano richiamare all'IST la libertà di azione necessaria al loro lavoro? Ovvero: se è una mente aperta, laica, e che non piega la cura e le terapie a posizioni reazionarie e retrograde come fa a conciliare la sua professionalità in un Ospedale che nega addirittura la pillola del giorno dopo?

Bertone, Biasotti e ProfitiUn altro degno di nota è certamente il Direttore Amministrativo del Galliera, Luciano GRASSO. Questi già alla vertice della ASL di Imperia, il regno di Claudio SCAJOLA, era stato chiamato a Genova da Sandro BIASOTTI quando questi era per il centrodestra Presidente della REGIONE LIGURIA. Con la nomina di BIASOTTI il GRASSO diviene Direttore Generale dell'ASL 3. Il suo operato non è stato solo oggetto di contestazioni davanti al TAR per le scelte di incarico ma è finito all'attenzione della Procura di Genova per l'inchiesta sugli appalti e la questione DATASIEL. Ma niente paura, per lui ecco che arriva la "santa" nomina all'Ospedale Galliera.

Un altro dei nuovi Consiglieri di Amministrazione dell'era BERTONE-BAGNASCO lo vediamo nel prossimo capitolo.


6- Personaggi nell'ombra tra mazzette e "sante" speculazioni

Giuseppe ProfitiCon il Giuseppe PROFITI, vi è un altro fedele amico del cardinal BERTONE, anche questo, naturalmente, esce allo scoperto grazie alle inchieste della Procura Genovese, seguite dalla Guardia di Finanza. Si tratta di Paolo AMBROSINI, della Cooperativa ARCIERE di Vercelli e della società FIORILE srl di Varazze (Savona). Il nome di AMBROSINI emerge dalla lettura dell'Ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP Fucigna per la Tangentopoli genovese esplosa nella primavera del 2008 ma ci porta anche in Calabria, oltre che alle Terme di Acquasanta ed al Galliera stesso, sempre in odore di "santità".

Fedrazzoni agli arresti, insieme a Francesca, Casagrande, Alessio e ProfitiPartiamo da Genova e l'inchiesta della Guardia di Finanza e del pm Francesco Pinto. Nell'Ordinanza si legge che: "L'indole corruttiva di ALESSIO Roberto emergeva chiaramente nel corso di un colloquio telefonico 14 giugno 2007 intercettata sull'utenza di ALESSIO Roberto con PaoloAMBROSINI, suo amico nonché socio occulto in altri affari, concernente i rapporti in via di consolidamento (nell'ambito della valorizzazione del Seminario del Galliera e di un'area di Coronata curata dalla FIORILE S.r.l. di AMBROSINI), tra Giuseppe PROFITI, Giovanni CIARLO e lo stesso AMBROSINI, grazie alla intercessione del FEDRAZZONI" e si legge ancora che per il gruppo indagato e poi arrestato per associazione a delinquere finalizzata a corruzione e turbativa d'asta vi era "Fra le loro priorità, quella: di rendere partecipe l'assessore alle scuole Paolo VEARDO; l'ALESSIO intendeva riavvicinarlo con la collaborazione di Paolo AMBROSINI e Paolo PETRALIA, entrambi molto vicini ad ambienti del clero, come lo stesso VEARDO..." ed ancora: "ALESSIO:... perché quando lui ha visto Paolo ha capito che c'era BER.. c'è Paolo e BERTONE, perciò lui lo sa perfettamente perché è l'unico che ha un appuntamento.. cioè lui sa, lui sa l'ha conosciuto per quello, quando c'era BERTONE qua come uomo di BERTONE, perciò sai ha capito chi si è mosso e tutto quel meccanismo che c'è che c'è in orbita.. e poi nel frattempo Paolo ha detto se mi faccio seguire le cose da PETRALIA che è un altro uomo molto vicino a BAGNASCO, che è nel consiglio del Galliera, che è un uomo molto amico di VEARDO perché sono.. hanno la stessa DNA, no.. e questo sta seguendo.. e perciò diciamo il lavoro sporco lo facciamo fare a ‘sto PETRALIA che sta tutt.. tutti i g.. tutte le settimane a a tastargli il polso.. essendo ‘sto PETRALIA.. è un bravo ragazzo ma ha quel difetto lì secondo me, sono molto amici ma lui è troppo bravo secondo me, però lui va bene aa.. per fare sai, il lavoro quotidiano e lui mi ha detto "guarda, gli ho parlato, non c'è problema, lui ha detto che in questo momento" questo prima della cena di inc.le sera "che il pr.. ci sono dei tagli della Madonna sul comune di Genova perciò non sa neanche 'sta gara come cazzo andrà avanti, non sa neanche se ci sono i fondi, non sanno neanche che gara fanno perché." [l'Ordinanza integrale e lo speciale - clicca qui]

Nostra Signora dell'AcquasantaPassando invece dalle Terme di Acquasanta, rispunta BERTONE e si arriva ad un Paradiso... fiscale, quello spirituale non c'entra. Questa è la FIORILE srl di Paolo AMBROSINI, si passa dal centro sanitario polifunzionale del SEMINARIO DEL CHIAPPETO alle Terme di Acquasanta, alle case di risposo nel Piemonte, da Vercelli ad Ivrea, (la comune terra dell'ALESSIO ROBERTO - dell'ALESSIO CARNI - e del BERTONE), sino alle isole Guernsey, ad Alderney, segnalate non solo nelle carte geografiche del canale delle Manica ma anche nella black list del Ministero delle Finanze. Non solo lavori per la DIOCESI, per il clero... ma anche finanziamenti che arrivano dalla FONDAZIONE CARIGE e dalla REGIONE LIGURIA lungo questa rotta. L'AMBROSINI deve costruire ed ha bisogno di una mano... no, non quella dello Spirito Santo, una mano più terrena... anche "peccaminosa", tanto poi ci si confessa per espiare la colpa. E così la FIORILE srl, il cui amministratore è il commercialista Giovanni CIARLO, si occupa dei restauri del SEMINARIO DEL CHIAPPETO, finanziati da FONDAZIONE CARIGE e REGIONE LIGURIA... opera - stando alle intercettazioni - di cui si è interessato direttamente il cardinale di Genova e Presidente della CEI, Angelo BAGNASCO.
Nella FIORILE srl soci del AMBROSINI sono Tullio MARINI e la CLO REAL ESTATE srl. Il MARINI lo troviamo anche ai vertici di cooperative sociali come PROGETTO OMNIA e GERICO di Novara, che casualità si occupano di assistenza e sanità. La CLO REAL ESTATE srl è proprio l'immobiliare di Savona, il cui amministratore è Monica CHIMERI, che è socia insieme alla GED WORLDWIDE LTD, a portarci ci porta nel Paradiso... "fiscale", visto che ha la sede presso le isole Alderney Aurigny.

Prima di scendere lungo lo stivale, tra la Manica e Acquasanta ritroviamo il Paolo AMBROSINI, con la cooperativa ARCIERE di Vercelli, visto che è con lui che, nel regno di SCAJOLA, giungono gli amici di Marcello DELL'UTRI, di cui già ci siamo occupati: i fratelli PIZZIMBONE che con il GRUPPO BIANCAMANO, ormai lanciato in Borsa, si dilettano nella DISCARICA (esaurita) di PONTICELLI... in quella provincia di Imperia dove chi ha nominato il Claudio BURLANDO come Commissario per i Rifiuti? Ma l'ex Prefetto Giuseppe ROMANO, che ha ricevuto da Giuseppe PROFITI la staffetta di vice-presidente dell'Ospedale Galliera, ovvero il vice del Cardinale Angelo BAGNASCO, legato, come Tarcisio BERTONE, proprio al Paolo AMBROSINI.

Ed ora possiamo scendere in Calabria, altra terra prediletta da massoni (deviati e non) ed OPUS DEI, oltre che dalle cosche della 'ndrangheta e politici corrotti e conniventi. Qui la DIOCESI è quella di Cosenza... ma dalla Segretaria di Stato vaticana e dalla Presidenza della CEI le strade sono certamente infinite. A Serra D'Aiello vi era una Casa di cura... un ultimo manicomio che cadeva a pezzi, all'ISTITUTO PAPA GIOVANNI doveva sbarcare la FIORILE srl di Paolo AMBROSINI.

L'Istituto Papa Giovanni in Calabria sotto scacco delle inchiesteQui mentre la struttura della DIOCESI cadeva a pezzi ed il gas vagava odorando l'aria, qualcuno con i soldi del PAPA GIOVANNI comprava gioielli nel centro di Roma, harley davidson, mobili di lusso, camere in alberghi romani da 5 stelle (con stanze matrimoniali)... Ma l'inchiesta della Procura di Paola, con la Guardia di Finanza, non ha solo fatto emergere che milioni di euro destinati alla struttura ed alla cura dei pazienti venivano invece spesi per altro. Rivela il 20 ottobre 2006 il quotidiano La Stampa: "I trecentosessanta fantasmi condannati a scontare la malattia mentale - chi vent'anni, chi trenta e più - all'istituto PAPA GIOVANNI di Serra d'Aiello sono vestiti con roba di recupero. Oggi arriva un furgone carico di scarpe, domani si spera nelle maglie di lana. Nel superattico intestato all'ex presidente della Fondazione che gestisce l'istituto monsignor AlfredoLUBERTO, dice il faldone custodito a Palazzo di Giustizia, hanno trovato un televisore al plasma in ogni stanza, una sauna e la palestra. I dipendenti del manicomio-lager travestito da casa di cura mendicano credito dal fornaio per i loro assistiti (150 mila euro gli arretrati per il pane) e affidano nella Provvidenza, in attesa di uno stipendio che non arriva intero da anni. Dai conti della Fondazione qualcuno ha spiccato assegni intestati alle gioiellerie più esclusive di Roma, boutique di grido, ad alberghi a cinque stelle nei registri dei quali sono annotati soggiorni da favola «in camera matrimoniale». I dipendenti, protagonisti di proteste accese contro LUBERTO, raccontano che il monsignore si faceva vedere in giro a cavallo di una Harley Davidson... I pazienti del PAPA GIOVANNI convivono con le zecche, i casi di scabbia sono diversi. Dormono in letti sgangherati e senza lenzuola tra servizi in condizioni penose, pareti scrostate, finestre che fanno aria: altro che ospedale, altro che casa di cura". Ma non basta e se la lista delle accuse aumenta con appropriazione indebita, associazione a delinquere finalizzata alla truffa, false fatturazioni, abbandono di persone incapaci, vi è un altro filone dell'inchiesta che scuote le coscienze della magistratura (ma non pare quelle diocesane): morti sospette e traffico di organi.
Davanti a tutto questo la DIOCESI faceva finta di nulla ed aveva intessuto un tavolo con la REGIONE CALABRIA e la FIORILE srl di Paolo AMBROSINI per il rinnovo dell'accreditamento della struttura presso il Sistema Sanitario Regionale e la cessione della struttura stessa. L'intenzione della DIOCESI di Cosenza era evidente: rinnovo dell'accreditamento, acquisizione della struttura da parte della REGIONE e gestione dei beni e delle attività, a partire dal restauro di una struttura che cadeva a pezzi in testa ai degenti e la cura dei pazienti alla "Provvidenza" della FIORILE srl. Se l'operazione fosse riuscita si potrebbe dire che i panni sporchi si sarebbero lavati in casa... con i soldi pubblici. Però la Procura e la Guardia di Finanza non credono che esistano le minime condizioni per mantenere aperta l'attività Mons. Alfredo Lubertodell'ISTITUTO PAPA GIOVANNI, altro che rinnovo dell'accreditamento, e così dispone con un ordinanze lo sgombero, il monsignor Alfredo LUBERTO resta indagato e finirà sotto processo nonostante la DIOCESI ne tenti una strenua difesa. A quel punto la REGIONE - che sulla Sanità calabrese solitamente ha chiuso non uno ma due occhi, non poteva certo procedere (questa volta Finanza e Procura erano, se così si può dire: in casa) e, su proposta della direzione della Azienda Sanitaria Provinciale, non concede quindi il rinnovo dell'accreditamento, figurarsi se poteva acquisire l'ISTITUTO... e così anche la FIORILE srl si defila nelle retrovie... senza accreditamento e senza soldi pubblici perché mai prendere la gestione e restaurare la struttura? Naturalmente la colpa viene imputata alla Magistratura che ha scoperchiato quel lager e sicuramente 80 milioni di debiti (che che si appesantivano al ritmo di 500mila euro al mese) e poi della stampa che ne ha parlato... mica responsabilità dei "santi" gestori che si intascavano i soldi e volevano farse l'ennesima speculazione alle spalle dei malati e dei soldi pubblici... Figuriamoci: la speculazione, tuonano gli ambienti diocesani, è perseguita da Magistratura e stampa! Ma non basta infatti, come rileva sempre La Stampa, scavando nei fondi Antiusura gestiti dalla DIOCESI di Cosenza l'Autorità Giudiziaria scopre che: "anche il denaro destinato a combattere i cravattari (in una terra in cui povertà e omertà combinate rendono ancora più difficile una guerra del genere) sarebbe finito in una società-calderone architettata dai cinque indagati. La stessa società che avrebbe raccolto i milioni dei rimborsi per le prestazioni sanitarie pagati dalla REGIONE CALABRIA e dallo STATO al PAPA GIOVANNI e mai convertiti in medicinali, stipendi per gli infermieri, abiti decenti, lenzuola eccetera eccetera".
Ma qui si è in terra di Calabria, dove la MASSONERIA e l'OPUS DEI sono potenti e le vie degli alti prelati sono infinite... figuriamoci poi quando queste corrono lungo un asse con la Liguria, dove di nuovo MASSONERIA, OPUS DEI e collusioni politico-mafiose sono di casa... In Calabria se si osa mettere in naso nella segretezza degli affari di MASSONERIA ed OPUS DEI si finisce male, è un impudenza che non verrà mai perdonata... lo ricorda per primo il procuratore Agostino Cordova che indagò in quella direzione arrivando alle collusioni con la 'ndrangheta e pezzi dei Servizi... e stesso scenario quando finisce al centro dell'inchiesta WHY NOT il potente uomo della COMPAGNAI DELLE OPERE, il SALADINO con la sua rete di potere che arriva direttamente a PRODI e MASTELLA, passando per gli omuncoli locali quali Agazio LOIERO o il gruppo di Giuseppe CHIARAVALLOTI ed ex potenti P2 come il Luigi BISIGNANI.
Ed in questo caso che succede? Il processo va avanti ma la DIOCESI di Cosenza non molla e con la FIORILE srl - e la REGIONE CALABRIA - nel 2009 l'ISTITUTO PAPA GIOVANNI finisce nella rete degli affari del Paolo AMBROSINI con la sua FIORILE srl, come da copione più che da Sacre scritture... mentre intanto, qualche da qualche settimana fa i Carabinieri di Cosenza su mandato dell'Autorità Giudiziaria hanno iniziato ad aprire le tombe per le indagini che hanno sconvolto la DIOCESI cosentina, e che tra le altre gravissime imputazioni vedono, come abbiamo detto, quelle relativa alla scomparsa di 12 pazienti dell'ISTITUTO PAPA GIOVANNI.

Ratzinger e BertonePrima di passare al prossimo e penultimo capitolo, dobbiamo ancora vedere uno dei personaggi che, sempre grazie alle inchieste giudiziarie è emerso operare nell'interesse degli "amici" del Cardinale... quando Cardinale significa TARCISIO BERTONE. Si tratta del giudice Mario D'ANTINO, presidente della sezione ligure della CORTE DEI CONTI.
Marco Preve e Massimo Calandri su Repubblica ricostruivano così quanto emergeva dagli atti dell'inchiesta [lo speciale clicca qui]: "Una raccomandazione per la Sacra Rota, un aiuto per diventare presidente dell'ospedale di PADRE PIO. Sarà stato per quei suoi modi gioviali, per quelle passioni popolari come il calcio e quelle piccole vanità come trasformarsi in telecronista. Fatto sta che alla porta del cardinale Tarcisio BERTONE, ex vescovo del capoluogo ligure e oggi potente segretario di stato del VATICANO, hanno bussato tanti genovesi. Per favori piccoli e grandi. L'inchiesta sugli appalti per le mense ha svelato che su di lui contava l'imprenditore Roberto ALESSIO per fare un favore ad un magistrato, e ottenere da questi l'aiuto decisivo per una causa da 15 milioni di euro. Ma c'è una seconda indagine, di pochi mesi fa, che racconta di un altro favore, o presunto tale, perché in tutti questi casi, sia chiaro parlano gli indagati e ognuno di loro potrebbe aver millantato l'interessamento dell'alto prelato. E' Vincenzi e Bagnasco Giovanni NOVI, ex presidente dell'AUTORITA' PORTUALE coinvolto nella bufera giudiziaria sulla spartizione del Multipurpose, a raccontare al telefono di aver chiesto e ottenuto un aiuto per il Tribunale della SANTA SEDE. Il 25 novembre, NOVI, intercettato, spiega all'avvocato SERGIO MARIA CARBONE di essere stato a Roma da BAGNASCO in occasione della sua nomina a cardinale: «ero invitato solamente la mattina... perché se no non facevo a tempo ad andare da BERTONE che ci tenevo... eh sì che tra l'altro gli ho parlato della pratica di mia figlia, è stato gentilissimo guarda... si, si ha detto che lui ha dato una... ha dato un'accelerata al processo, che è 10 anni che dura non è possibile, che l'ha data e difatti ne abbiamo avuto riscontro e poi mi ha detto mi informo di come vanno le cose, quindi...».
Se
NOVI non si è inventato tutto, quello ricevuto è stato un "aiutino", un'"accelerata" appena. Nella vicenda di mensopoli, invece, il segretario di stato vaticano viene tirato in ballo per una vicenda ben più importante. Roberto ALESSIO, attraverso il costruttore Paolo AMBROSINI - anche lui indagato - promette a Mario D'ANTINO, presidente della sezione giurisdizionale della CORTE DEI CONTI della Liguria un canale preferenziale per diventare presidente della CASA SOLLIEVO DELLA SOFFERENZA, cioè il POLICLINICO intitolato a PADRE PIO di San Giovanni Rotondo. In cambio, D'ANTINO, che per ora non è indagato, fa da consulente ad ALESSIO e - così sostiene lo stesso magistrato nelle telefonate intercettate - si attiva, presso un giudice suo amico del CONSIGLIO DI STATO, per intercedere a favore dell'azienda di Vercelli. La causa andrà a sentenza nel gennaio 2009."
Ferruccio Sansa e Paolo Crecchi su Il Secolo XIX rincarano pubblicando ampi stralci degli atti della Procura [la versione integrale nello speciale sulla tangentopoli - clicca qui]: "C'è «un mondo bertoniano», dietro le accuse. Detto proprio così. E il mondo bertoniano riguarda il cardinale BERTONE, ex arcivescovo di Genova e attuale segretario di Stato VATICANO, citato nelle intercettazioni quaranta volte. Appuntamenti, interessamenti, favori che gli indagati dicevano di aspettarsi da lui. Episodi che hanno tra i protagonisti quel Giuseppe PROFITI... Oppure Roberto ALESSIO, amico di BERTONE... La telefonata rivelatrice è del 7 novembre scorso. Da una parte c'è Roberto ALESSIO, titolare dell'omonima azienda di ristorazione, accusato di aver corrotto amministratori genovesi e savonesi. Dall'altra Mario D'ANTINO, presidente della CORTE DEI CONTI. D'ANTINO: «Vede, caro, per noi è molto Burlando, Vincenzi e Bagnasco... fanno inaugurazioniimportante che ci sia sempre una copertura del cardinale...». ALESSIO: «E certo». D'ANTINO: «Perché insomma, se poi va allo sbaraglio e non è coperto...». ALESSIO: «...Tra lei e il cardinale io sono un microbo...». D'ANTINO: «Ma no, non dica, per carità. Lei ha tanta bella esperienza, poi magari avessi io la sua età...». Fine dei convenevoli. L'episodio potrebbe suscitare qualche disagio a D'ANTINO. Scrive il gip: «I contatti telefonici tra l'ALESSIO e il D'ANTINO divenivano frenetici e di particolare rilevanza, non solo per la posizione istituzionale del D'ANTINO ma, soprattutto, per la personalità dell'indagato risultato avvezzo alla corruzione di funzionari pubblici». Ma quale sarebbe il fine dei contatti? «Il D'ANTINO si adoperava, attraverso alcune amicizie all'interno del CONSIGLIO DI STATO (in particolare, come dallo stesso dichiarato, quella del Presidente della V Sezione), affinché il ricorso sulla gara d'appalto della ASL 2 si risolvesse in favore dell'ALESSIO s.p.a. (proprio la V sezione doveva decidere l'appello contro la decisione del Tar che aveva tolto alla ALESSIO l'appalto da 14 milioni di euro, ndr)». Conclude il gip: «Come contropartita l'imprenditore di Vercelli prometteva la sua intercessione verso alti esponenti del clero per affidare al D'ANTINO l'incarico di presidente dell'ospedale "CASA SOLLIEVO DELLA SOFFERENZA" di San Giovanni Rotondo (a Foggia). Non a caso otteneva, tramite Paolo AMBROSINI, un appuntamento con il Cardinale Tarcisio BERTONE, Segretario di Stato VATICANO».... BERTONE ha rapporti strettissimi con il ristoratore vercellese appena arrestato. Altra telefonata tra ALESSIO e D'ANTINO, che spiega cosa i due pensino del (presunto) protettore. ALESSIO: «Mi sembra di poter dire che BERTONE sia abbastanza efficace, eh. Come persona. Nel senso che lui...». D'ANTINO: «È un decisionista». ALESSIO: «Naturalmente questo comporta che l'uomo sia molto guardingo... Non può fidarsi di nessuno altrimenti gli fanno le scarpe, nonostante il Pontefice lo tenga proprio in una... Cioè, lo protegga, gli abbia dato proprio un imprimatur fortissimo, ha poter...». D'ANTINO: «Camerlengo!». ALESSIO: «Camerlengo». D'ANTINO: «Sì, sì. Camerlengo è il massimo grado di fiducia, insomma, quello che ha il potere di entrare nella stanza anche se non lo vuole il Papa...». L'intermediario, citato molte volte, è un segretario chiamato in causa come don LEC..."


7. Non si recupera si specula... ecco il "nuovo Galliera"

Gli Uffici della DIOCESI genoveseLa struttura del Galliera era all'avanguardia un tempo e certamente oggi necessità di un ammodernamento. Fatto questo che nessuno mette in discussione. Il problema, o meglio la questione, sta nel come si "cambia". Andiamo con ordine.

All'epoca del cardinale CANESTRI, siamo negli anni novanta, risale il primo progetto di "rifacimento" dell'Ospedale Galliera. Allora a disegnare il "GALLIERA 2000" era l'arch. Strata di Genova. La proposta consisteva nella ristrutturazione dell'esistente, ovvero non solo nella parte principale (il blocco frontale) ma anche con il restauro e adattamento ai nuovi standard di legge e funzionalità dei 7 raggi dove sono suddivisi i vari reparti. Era prevista la costruzione di una sola singola palazzina nuova. Per questo progetto vi erano tutte le concessioni edilizie, anche considerando che era compatibile con il Piano Regolatore.

Poi arriva a guidare la DIOCESI genovese Dionigi TETTAMANZI. Questi nomina Direttore Generale il manager dell'Elsag Bailey il dott. Franco DE BENEDETTI. Il vecchio progetto "Galliera 2000" viene abbandonato e viene dato incarico al dott. Maurizio MAURI (già commissario all'IST) di seguire un nuovo progetto che prevede già di costruire un nuovo ospedale. L'ipotesi di recupero dei costi è: finanziamento REGIONE LIGURIA, vendita della palazzina del Pronto Soccorso alla Questura/Ministero degli Interni (che avrebbe dovrebbe fruttare 8 miliardi), finanziamenti privati (non provenienti da Genova).
Per occuparsi del trasferimento della struttura sanitaria arriva il dott. LOMBARDO. Il progetto viene presentato nel 2001 ma poi anche questo svanisce... ed è l'arrivo di BERTONE.

Antonio Fazio, tra banche ed Opus Dei... un gran Con le guida di Tarcisio BERTONE arriva Giuseppe PROFITI, il LOMBARDO viene messo in un angolo, e spuntano i personaggi che abbiamo visto nel primo capitolo: ISOLA, CAZZULO & C.
La coppia "di fatto" BERTONE-PROFITI partorisce (senza dolore loro) il nuovo progetto che è quello dei giorni nostri. Già molto ci dice il piano di reperimento fondi studiato: 1/3 dai fondi della REGIONE LIGURIA, 1/3 da un prestito (60 milioni di euro) di una BANCA non meglio precisata che non dovrebbero aver problemi tra le influenze sul settore che possono portare amici di rilievo dell'OPUS DEI quali gli "scalatori" Antonio FAZIO, Luigi GRILLO, Giovanni BERNESCHI (il "boss" della CARIGE responsabile di pesanti violazioni per il "patto occulto" con UNIPOL per la scalata alla BNL, per cui è scattato non solo il pesante intervento della Consob ma anche la richiesta di rinvio a giudizio insieme a CONSORTE, FIORANI, FAZIO & C da parte della Procura di Milano), o come Vincenzo LORENZELLI e l'asse ponentino SIMENON-SCAJOLA.

Il nuovo progetto [nella tabella più in basso i link a relazioni e planimetrie] è semplice: si costruisce una nuova struttura faraonica dove vengono spostate tutte le attività ospedaliere, si mantiene in piedi solo, esclusivamente, la palazzina storica (protetta e vincolata), e si demolisce e destina a nuove residenze extra lusso il resto. Giù la palazzina del Pronto Soccorso, giù la palazzina di Via Vannucci sede dell'Amministrazione, giù i reparti... Largo a case e box auto... e qualche struttura sanitaria privata convenzionata no? I contatti e legami ci sono proprio tutti, come abbiamo visto...
Paolo Veardo assessore comunale, Il progetto del nuovo Ospedale Galliera però è incompatibile con i vincoli del PUC, il Piano Urbanistico Comunale. E cosa fa il Comune guidato dalla "laicissima" Marta VINCENZI-MARCHESE? Vota ed approva una bella VARIANTE al PUC per rendere compatibile il PUC al progetto speculativo del Galliera... votata da tutti (2 soli voti contrari uno del Gruppo misto ed uno della LEGA NORD e 2 non partecipanti al voto, uno del PdCI ed uno di RC). Il 28 maggio 2009 ad approvare la delibera di via libera al progetto di cementificazione del Galliera, in Consiglio Comunale - alla cui seduta partecipa anche il Consigliere di Amministrazione del Galliera, alias l'assessore Paolo VEARDO - si registra il voto favorevole di PD, PDL e persino dei VERDI e la "pura" e "rigorosa" ITALIA DEI VALORI - LISTA DI PIETRO con anche la consigliera - sempre in prima fila agli spettacoli di Beppe Grillo, ed attivista dei "grillini" (nel senso del Meetup degli Amici di Beppe Grillo di Genova) - Manuela CAPPELLO (che è anche assessore in Provincia con Alessandro REPETTO) [la delibera con l'esito della votazione - clicca qui]. Lo "Spirito Santo" è sceso sulla sala Rossa di Palazzo Tursi senza lasciare nulla al caso, con qualche emendamentino innocuo tanto per dare l'idea che non ci si è chinati a 90 gradi, ma solo a 89 gradi e mezzo!

foto di gruppo con Bagnasco, Lorenzelli e MontaldoPer far approvare la VARIANTE al PUC rendendo i vincoli urbanistici compatibili con il desiderato della DIOCESI non si è nemmeno dovuto scomodare il buon vecchio uomo dell'OPUS DEI, ovvero il consigliere eletto nelle file dell'UDC, Vincenzo LORENZELLI, già Presidente della FONDAZIONE CARIGE, Commissario Straordinario all'ISTITUTO GASLINI (importantissima struttura pediatrica nel cui Consiglio di Amministrazione avevano anche nominato quel Salvatore OTTAVIO COSMA, ora nuovamente dirigente dell'IDV di DI PIETRO dopo una parentesi nell'UDEUR, e che è uno dei fulcri principali del rapporto POLITICA-'NDRANGHETA secondo i rapporti della Guardia di Finanza, nonché fondatore e dirigente, insieme all'ex vice del Prefetto ROMANO, Pasquale GIOFFRE' e del Gaetano FOGLIANI, dell'associazione "CITTA' DEL SOLE") ma soprattutto uomo di vertice della FONDAZIONE RUI, altra struttura che con l'OPUS DEI, nata sotto il marchio ed il volere del fondatore JOSEMARIA ESCRIVA', e che si occupa di perseguire le indicazioni dell'OPUS DEI per la formazione con Collegi e Università.

Bertone, con l'ex Prefetto Romano, Veardo, Costa e Tizzoni uomo di fiducia della VincenziE poi mica si fa tutto nell'ambito ecclesiastico... una fettina c'è anche per il partito cazzuola e martello... Infatti per la serie "indovina chi viene a cena", lo studio di fattibilità per il progetto alla base della gara di progettazione indetta dall'Ospedale Galliera, chi lo fa? Naturalmente uno dei "discepoli" del grande maestro dell'archittetura Bruno GABRIELLI, nonché della nota associazione "scoperta" MAESTRALE di Claudio BURLANDO, ovvero l'architetto Carlo ALBERINI. Lo stesso, per intenderci che presentò per il MAESTRALE (con Giuseppe PERICU e l'attuale capogruppo PD in Comune Marcello DA NOVARO) il progetto di water front genovese con un bell'isola davanti alla martoriata Sampierdarena per ospitare polo petrolchimico, depositi petroliferi e riparazioni navali. Ma soprattutto lo stesso Carlo ALBERINI, dopo essere stato consulente dell'Assessorato all'Urbanistica del COMUNE DI GENOVA, con assessore Bruno GABRIELLI, ed aver ricevuto incarichi da un altro Assessore della medesima Amministrazione, Arcangelo MERELLA (realizzazione di una proposta progetto da 25 milioni di euro, mai realizzato ne approvato, per per realizzare un nuovo edificio,negozi e spazi vip all'aeroporto Cristoforo Colombo), è stato incaricato dall'AMI spa del Comune di Genova (la società su cui si concentrano pesanti attenzioni della Procura e della Corte dei Conti), guidata prima da Giuseppe PROFITI e poi dal confratello di Bruno GABRIELLI e Giuseppe PERICU, alias Alberto GHIO ("graziato" dalla prima Tangentopoli degli anni novanta perché non sapeva che i suoi sottoposti portavano lingotti d'oro al gruppo parlamentare socialista ed ora inguaiato sin oltre i capelli dalle inchieste sul SVILUPPO GENOVA spa [vedasi operazione Pandora - clicca qui]), per un ammontare complessivo di 82.068 euro relativi all'incarico professionale di "studio ipotesi e trasformazione e rifunzionalizzazione rimessa Staglieno" e "predisposizione ipotesi di intervento, predisposizione progetto preliminare, consulenza relativa allo studio di ipotesi rifunzionalizzazione rimessa Boccadasse" alias le ennesime speculazioni edilizie, la prima in Val Bisagno e l'altra targata già COOP "ROSSE" nello storico borgo sul mare del levante genovese (su entrambe, naturalmente, il fronte del Partito del Cemento in Consiglio Comunale si è mostrato compatto, compresa l'IdV con la "grillina").

Graduatoria offerte gara progettazione Galliera - clicca per ingrandire Identica origine di "delfina" prediletta del Bruno GABRIELLI è la già nota "tutto fare" da Ponente a Levante (e non solo) della progettazione anche in salsa conflitto di interessi, che è nella cordata in pol position per l'aggiudicazione della progettazione del nuovo Galliera, con vertiginoso ribasso e super velocità di redazione: l'architetto Egizia GASPARINI. Nel vedere tale offerta [vedere scheda a lato e per ingrandire cliccare sull'immagine] persino il sempre silente e dormiente mondo degli architetti ha avuto un capogiro. Giorgio Parodi, presidente dell'ORDINE DEGLI ARCHITETTI di Genova ha infatti dichiaro: "Per un professionista l' onorario deve essere commisurato alla complessità e importanza della prestazione. Potremmo mai tollerare un super sconto da un chirurgo per un' operazione al cuore? Non ci verrebbe da dubitare sulla qualità dell'intervento?".
Egizia GaspariniPrima di proseguire vediamo un attimo chi è la professionista di cui ci siamo già approfonditamente occupati. Egizia GASPARINI "architetto e soprattutto la "consulente". E' entrata nel PDS di Genova negli anni Novanta con la segreteria di Ubaldo Benvenuti (ora Consigliere Regionale), da sempre fedelissimo di Claudio Burlando. Entra in auge mentre la nomenklatura decide di silurare Adriano Sansa e sostituirlo con Giuseppe Pericu, l'ex consulente di Alberto Teardo. Siamo nel biennio 1995-1997, quando ormai hanno capito che con Sansa a Palazzo Tursi le vecchie pratiche di lottizzazione e corrutela non passano...
Dall'incontro con la nomenklatura la sua carriera è un ascesa direttamente proporzionale alle colate di cemento che le amministrazioni promuovono a
Genova, in Liguria, sino in Sicilia, dove si ritrova con l'Assessore all'Urbanistica della Giunta Pericu, Bruno Gabrielli (uomo di fiducia di Pericu che dal 1976 al 1981, in piena epoca "teardiana" membro del Comitato Tecnico Urbanistico della Regione Liguria), che ha seguito il nuovo Piano Urbanistico Comunale di Siracusa. Non deve aver avuto nemmeno problemi a raccordarsi con gli Uffici, visto che l'ex Dirigente dell'Urbanistica del Comune di Genova, Gian Poggi, si è trasferito negli Uffici della Regione Liguria.
Opera per l'
Autorità Portuale di Genova durante la presidenza di Giovanni Novi (arrestato nel 2008 per l'inchiesta sulle concessioni di aree portuali e finanziamenti alla Culmv), ma anche per quella di Savona, del buon Rino Canavese (ex parlamentare di Forza Italia). Non mancano le progettazioni e gli studi per Coop/Coopsette e nemmeno quelle per le aziende pubbliche/partecipate come ad esempio Filse, Amiu, Sviluppo Genova, Cerjac, Ecosavona, Tigullio Pubblici Trasporti. Le Istituzioni sono tante, dalla Regione Liguria, alla Provincia di Genova, per il Comune di Genova, di Savona e delle altre località delle riviere, più colpite dal cemento. Anche tra discariche e impianti per incenerimento dei rifiuti è presente, tra la discatica della "Stoppani", ovvero quella di Mulinetto, e quella di Ponticelli degli amici di Marcello Dell'Utri. Si passa dai territori "rossi" e quelli "azzurri", tra Scajola e Burlando.
Emblematica è la "partita" del centro città del capoluogo ligure. Qui da una parte lavorava per l'
interesse pubblico per conto del Comune di Genova e dall'altra per l'interesse privato di una società (la Rizzani De Eccher)- il progetto in project financing seguito dal Carlo ISOLA arrestato e rinviato a giudizio per la questione Mense e Galliera di cui abbiamo parlato nel primo capitolo -. Ma questa, in fondo è una bazzecola nella Paese dei Conflitti di Interesse, come quando uno fa un progetto di edificazioni e poi realizza anche la valutazione dell'impatto ambientale, dopo, magari, aver collaborato o redatto la pianificazione urbanistica del territorio su cui si propone il progetto (o prima di promuoverne una dette tante varianti)..." [per leggere il resto clicca qui]

Bruno GabrielliAlla gara per il "Nuovo Galliera", per cui Giunta e Consiglio Comunale di Genova hanno rapidamente risposto al "Santo" richiamo, la cordata di cui fa parte Egizia GASPARINI, offre un ribasso economico del 71,1% ed un risparmio di tempo del 72%. Questa pare proprio una di quelle offerte che non si può rifiutare e se mai dovesse esserci qualche problema, anche considerando la posizione netta assunta dall'Ordine, è già pronta con un ribasso 45,05% (economico) e di 64% (tempo) l'offerta direttamente del grande maestro dell'architettura Bruno GABRIELLI, già assessore all'Urbanistica del Comune di Genova con Giuseppe PERICU nonché sbarcato in Sicilia come consulente di quella REGIONE SICILIA guidata da Salvatore "Vasa Vasa" CUFFARO, per la nuova legge urbanistica regionale.

Vediamo meglio questo Consorzio stabile dai ribassi da vertigine della cordata "MYTHOS". La società consortile, oltre alla professionalità di Egizia GASPARINI, gode anche di una già CONSULENTE dell'Ospedale Galliera, ovvero del geologo dott.ssa Elisabetta BARBORO. Ma nel MYTHOS vi è anche altro, vediamo. Questa volta non scendiamo in Calabria, torniamo in Piemonte, e più precisamente a Torino ed anche qui torniamo su un intreccio di fondi pubblici, corruzione, forniture sanitarie, Ospedali e naturalmente un bel conflitto di interessi. Fabio INZANI è il componente del Consiglio di Amministrazione di MYTHOS, ed è attualmente uno degli indagati per cui è stato richiesto il rinvio a giudizio a Torino, con accuse pesanti: turbativa d´asta, corruzione e abuso d´ufficio. Agli inizi del 2000 INZANI era stato nominato capo dell'Ufficio Tecnico dell'Ospedale CTO di Torino, per oltre 280mila euro l´anno. Lo stesso INZANI ricadeva, stando ai rilievi della Procura di Torino, in una posizione di palese conflitto di interesse per i suoi altri incarichi (da una parte per il pubblico e dall'altra per i privati). Per capire il quadro della questione ci aiuta un articolo de la Repubblica di Torino del 12 febbraio scorso: "È accusato di aver preso una tangente di cento milioni delle vecchie lire: per Angelo BURZI, capogruppo di FORZA ITALIA in REGIONE, il sostituto procuratore generale Vittorio Corsi ha chiesto il rinvio a giudizio. Il magistrato, che è stato tra i protagonisti della tangentopoli torinese, ha indagato in questi mesi il fitto intreccio degli appalti della sanità e ha svelato, anche grazie alle ammissioni di un ex fornitore fallito, un giro di mazzette e di gare truccate nel quale sarebbero finiti anche due noti manager piemontesi: Claudio BRAMBATI ed Enrico BIGHETTI che rischiano entrambi di finire sul banco degli imputati con l´accusa di corruzione. Il gip, Roberto Ruscello, dovrà fissare una data per l´udienza preliminare nella quale si deciderà chi andrà a processo. I fatti per loro risalgono agli anni 2001, 2002 e 2003, quando BRAMBATI era commissario dell'ASL 2 e BIGHETTI direttore generale del CTO. E si riferiscono a presunte procedure viziate negli appalti per forniture e lavori, tra cui l´adeguamento del pronto soccorso dell'ospedale Martini e la costruzione dell'Unità spinale del Cto. Secondo l'accusa, in tutte queste vicende le aste si svolgevano in maniera irregolare, complice un consulente esterno, Fabio INZANI, nominato dai manager nelle commissioni esaminatrici. INZANI intratteneva contemporaneamente rapporti sia con l´azienda che con le ditte concorrenti. Anche l'accusa nei confronti di Enrico BIGHETTI è di corruzione, come è spiegato nella richiesta del magistrato. Dalla ricostruzione di Corsi emerge che il manager, prima commissario e poi direttore generale dell'ospedale, chiedeva e otteneva dal consulente, denaro in misura proporzionale a quanto il CTO pagava per le sue prestazioni. E solo sulla vicenda dell'Unità spinale le fatture sfioravano i cinquecentomila euro. Sempre seguendo il percorso del consulente "tuttofare" si arriva a Mario BONARDO, il principale accusatore di Angelo BURZI e titolare della ditta EUROMEDICAL che partecipò a diverse gare "incriminate". Da BONARDO ha origine tutta l´inchiesta, rimasta ferma diversi anni nell'ufficio del magistrato Donatella Masia, ed ereditata dal sostituto procuratore generale Vittorio Corsi al momento del trasferimento della Masia. L'imprenditore, aderente a SOCIETA' APERTA, che fa capo ad Angelo BURZI, è indagato dal pm Giuseppe Riccaboni per bancarotta fraudolenta e per distrazione. Avendo ottenuto un finanziamento a fondo perduto durante le Olimpiadi per trasformare un vecchio convento in un albergo di lusso, BONARDO aveva acquistato un vasto campionario di mobili di antiquariato e ne aveva poi denunciato il furto. Ma il magistrato Vittorio Corsi ha scoperto che in realtà quei mobili li aveva venduti a un antiquario di Milano. Durante l´interrogatorio è stato proprio BONARDO a raccontare che, prima dell'avventura imprenditoriale come albergatore, si era dedicato alle forniture nel campo della sanità attraverso la sua società EUROMEDICAL. E aveva "regalato" al capogruppo di FORZA ITALIA cinquantamila euro per essere accreditato tra i direttori generali di ospedali e Asl..."

La planimetria del nuovo e del vecchio (attuale) GallieraIl progetto in questione, dietro le classiche parole d'ordine del Partito del Cemento, come "riqualificazione" nasconde l'ennesima grande speculazione edilizia nel centrale quartiere di Carignano. Quartiere su cui gli appetiti sono molti. Enrico PREZIOSI (con il fallimento e la bancarotta da 6 milioni di euro con il COMO calcio e la combine di Genoa-Venezia nel 2004 costata la serie C alla squadra della lanterna) ormai fa "coppia" con l'egemone COOPSETTE (ad esempio per due parcheggi a Santa Margherita Ligure e Portofino) e per l'HOTEL BENTLEY a cinque stelle di Via Corsica, come per gli armatori MESSINA (quella dei carichi di rifiuti tossici... della Jolly Rosso per intenderci)che hanno acquisito il palazzo di Via Ilva... E quello del "Nuovo Galliera" è senza alcun dubbio una pesante opera speculativa... con la nuova costruzione che va praticamente a raddoppiare i volumi dell'Ospedale attuale. Un nuovo monoblocco alto 8 piani per le attività ospedaliere e la riconversione dell'attuale struttura (fronte e raggi dei padiglioni) per residenziale di lusso, centri direzionali, albergo, parcheggi a raffica nel sottosuolo e spazi commerciali e servizi quali attrezzature sportive quali palestra e impianti vari. Il tutto naturalmente partorito (con la benedizione degli alti vertici ecclesiastici quali Angelo BAGNASCO e Tarcisio BERTONE) dal vertice dell'Ospedale Galliera con in primis l'ex Prefetto Giuseppe ROMANO ed il Direttore Generale Adriano LAGOSTENA per il bene dei pazienti e del quartiere... Un vero e proprio dono del "creato" alla città ed ai suoi poveri abitanti.

 

                                    

                
I DOCUMENTI DEL
                
PIANO DI
FATTIBILITA'

PER LA
PROGETTAZIONE
DEL
"NUOVO GALLIERA"

- fotmato .pdf -

RELAZIONE
INTEGRALE


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Le caratteristiche del progetto sono ben visibili a chiunque nei documenti ufficiali del Piano di Fattibilità del progetto che pubblichiamo integralmente e nella relazione di presentazione. Certo con questa pubblicazione integrale, ci rendiamo conto, andiamo a sbugiardare le "palle" raccontate da lor signori, così come quelle dei consiglieri comunali ed amministratori pubblici che hanno approvato la VARIANTE al PUC per rendere possibile questo scempio... certamente godranno del "perdono" divino... di quello dei comuni mortali, ovvero dei cittadini, probabilmente nulla gli può importare. D'altronde di fronte al "Nuovo Galliera" anche i vincoli ai beni storici vengono bene... si può demolire, modificare, stravolgere... ed anche qui deve essere giunto lo "Spirito Santo" ad illuminare la strada visto che quando si è redatto il Piano di fattibilità i vincoli vi erano ancora e solo dopo sono svaniti come le apparizioni.

Su questo capitolo vi è solo una cosa da affrontare. Se si vuole convertire i padiglioni del vecchio Ospedale ed alcuni li si vuole demolire del tutto perché si continuano a spendere milioni su milioni per il loro restauro? I soldi pubblici che dalla REGIONE LIGURIA arrivano al Galliera in questi anni devono proprio essere buttati al vento?

Bagnasco con Burlando, Costa, Pittaluga e MonteleoneLa questione è seria. Infatti la spesa per le strutture Sanitarie in Liguria rappresenta, da sola, il 60% delle spese complessiva della REGIONE LIGURIA... ed è un capitoletto su cui la Corte dei Conti (e non solo) vuole vederci chiaro. Qui al Galliera non si riesce mai a capire bene la questione dei fondi... ed in REGIONE non è certamente migliore la situazione in termini di trasparenza. Ma che le cose non filino correttamente è lapalissiano. Se si decide, infatti, di abbandonare una struttura, per restaurarla facendola diventare luogo di attività commerciali perché si rifanno tutti i pavimenti in marmo di quel piano terra? Non è dato saperlo. E poi perché si rifanno interi piani di questi padiglioni che si vogliono dismettere (riconvertire ad altro o demolire)? Vediamo uno dei padiglioni. Sono 8 piani destinati alla dismissione delle attività ospedaliere, ma nell'ultimo anno, si va a spendere oltre 10 milioni di euro per l'ammodernamento degli ultimi due piani (per la "Casa di Salute") che però è sempre chiusa (fa compagnia al Centro Ictus?). Ora si restaurano le sale operatorie... ed altri milioni per che cosa visto che le si chiude? Mentre i finanziamenti per la sanità arrivano dalla REGIONE LIGURIA al Galliera e si fanno questi lavori ci sono gli ingegneri che studiano già dove mettere le cariche per far implodere quel padiglione! Proprio alcune settimane fa, ancora, l'Ospedale Galliera ha concluso la gara per il restauro del settore Ortopedia, con una somma di oltre 1.500.000 di euro. Anche qui ci sarà giusto il tempo di finire il restauro che dovranno avviare il trasloco.

Non basta. Anche sulle attrezzature vi è qualcosa che non torna. Nel 2008 è stato acquistato un Acceleratore Nucleare per Radioterapia. Questi è già stato collocato e via con 2 milioni di euro! Un altro Acceleratore è stato comprato ed è in attesa di collocazione... altri 5 milioni di euro. Tra il 2008 ed il 2009 sono state comprate e collocate due Tac ed una Rm (risonanza magnetica). Anche queste in strutture che si è deciso di dismettere! Andiamo avanti. Al Galliera come abbiamo già visto vi è anche una PET, costosa sia per l'acquisto che per la posa ed il funzionamento. Questa apparecchiatura che funziona con fluoro radioattivo, una cui dose costa da sola 230 euro, funziona solo sino alle 14 del pomeriggio perché poi mancano i tecnici per farla funzionare (mentre come abbiamo visto all'ISTITUTO SALUS, poco distante, del Presidente dell'Ordine dei Medici, vi è una PET che attende solo l'accreditamento della REGIONE). Anche qui: se spendo milioni e milioni di soldi per comprare attrezzature - da collocare in padiglioni in cui ci andranno appartamenti di lusso, centri direzionali, spazi commerciali - perché poi non assumo il personale per farle funzionare riducendo quindi le liste di attesa che sono infinite? Non è dato sapere... anche questo è un nuovo mistero della Fede (anche se i soldi sono pubblici!)


8. Il tiro al bersaglio della "Santa Provvidenza" è strabico

Bertone e RepettoLa SANTA ROMANA CHIESA come abbiamo visto finora - e non è ancora tutto! - non nota certe "sfumature". Infatti i signori che abbiamo visto sino ad ora vengono promossi e strenuamente difesi e benedetti nel nome di Dio (e poi dicono che non va nominato invano!).
Allo stesso identico modo, per fare un semplice esempio, nessuno nella DIOCESI di Genova ha osato porre anche una semplice domanda sulla vicenda di Davagna, figuriamoci se mai hanno dato una risposta! Vediamola brevemente. In questo piccolo Comune dell'entroterra della Val Bisagno, succede un po' di tutto. Qui l'ex sindaco Candido Claudio CEVASCO - che molti aiuti ha avuto per le sue delibere dalla Provincia di Genova di cui è Presidente Alessandro REPETTO, molto legato alla DIOCESI - ha lasciato oltre 1.830.000 euro di buco nel Bilancio comunale ed una strada di "Pubblica Utilità" che dalla provinciale non collegava due nuclei abitati bensì sale in un bosco (alla faccia dei vincoli per una zona come quella ad elevato rischio di frana ma con "deroghe" ad hoc della Provincia come abbiamo già visto) dove, guarda caso, arrivava ai terreni di proprietà del Sindaco stesso, della sua consorte e familiari. Qui a Davagna la Casa di Riposo "MOSE' DE' NEGRI" del Comune è gestita con il Consorizio cattolico AGORA', ma con un non meglio precisato ruolo "di responsabilità" del Funzionario della Polizia Municipale di Davagna, Agostino - detto Danilo - CAPURRO, nipote del Candido Claudio CEVASCO (Sindaco sino a pochi mesi fa), nonché anche titolare (con fratello e madre) della società di onoranze funebri del Comune. Ebbene in questo già curioso Paese anche la CHIESA ha qualcosa che non torna. E' il Parroco don Lorenzo NANNI, sulla quarantina, inviato sulle alture della Val Bisagno da Tarcisio BERTONE. La questione è emersa quando sono stati pubblicati gli elenchi della famosa black list dei conti bancari nascosti in Liechtenstein. In quell'elenco infatti è emerso proprio il conto di don Lorenzo NANNI, insieme a due familiari, per un importo di 650.000 euro. Fatto eclatante anche considerando che in Paese tutti pensino sia un poveraccio ridotto a mangiare pane e cipolle e girare quasi con le scarpe rotte. La DIOCESI ha detto qualcosa? Assolutamente no... ha rinnovato semplicemente come tutti gli anni l'appello a destinare l'otto per mille per sostenere i poveri parroci!

Invece l'atteggiamento diocesano e dell'entourage cambia radicalmente nel momento in cui qualcuno rischia di mettere in discussione i piani degli ometti delle alte gerarchie ecclesiastiche. Vediamo due esempi, uno relativo ad un prelato ed uno invece all'Ospedale Galliera.

Al CEP di Prà, periferia popolare del ponente Genovese, grazie al lavoro dei volontari del Consorzio Pianacci, si è ridato senso alla parola "comunità". In questo lavoro di integrazione e inclusione sociale, si è costruita una convivenza piena e solidale, tra la comunità cristiana guidata dal Parroco e la comunità islamica. Si realizzavano (e per fortuna si realizzano) feste comuni, scambi culturali, mutuo sostegno tra cattolici e islamici, senza alcun problema e nel massimo rispetto delle reciproche fedi. Questo fatto diviene via via sempre più conosciuto e cosa avviene? La DIOCESI di Genova, guidata dal Presidente della CEI, Angelo BAGNASCO, richiama il Parroco ai suoi doveri e lo esorta pubblicamente ad interrompere tale rapporto di convivenza con la Comunità Islamica. Chiaro?

Bagnasco al GallieraAl Galliera qualcuno si opponeva ai disegni speculativi sulla pelle dei pazienti e sulla spalle della spesa pubblica. Quando questo qualcuno si è rivolto ai vertici, a voce e per iscritto, come con il Direttore Generale LAGOSTENA... quando si è rivolto direttamente al presidente dell'Ospedale Galliea, Angelo BAGNASO, nessuna risposta è giunta... anzi è stato un tiro al bersaglio ed il bersaglio era chi denunciava le storture della gestione.
Stiamo parlando del dott. Angelo PATRONE, neurologo dell'Ospedale Galliera. Vediamo in sintesi la sua storia che è pubblica, non solo attraverso la rete con un blog, ma anche attraverso molteplici articoli sulla stampa (da Il Secolo XIX a Repubblica), ma che continua ad essere ignorata da chi di dovere... perché se si tocca il Galliera, cioè il potere della DIOCESI e del VATICANO, si finisce male... come dimostra proprio la storia di questo medico.

L'inquisizioneAngelo Patrone dal 1991 lavorava come neurologo presso la Struttura Complessa di Neurologia del Galliera. Non è uno di quelli che sta zitto. Se qualcosa non funziona lo dice e lo scrive. E non potrebbe essere altrimenti se uno fa il medico e deve curare le persone in una struttura ospedaliera cercando di dare professionalità e qualità degna a pazienti e degenti.
E' così che incomincia a sottolineare l'incompatibilità della degenza di Neurologia con le cucine industriali... è così che segnala la gestione del reparto attuata dal RATTO... entrambe questioni che abbiamo esaminato nei primi capitoli. Nessuna risposta giunge, anzi il RATTO porta avanti la sua gestione mentre il vertice del Galliera tace e avvalla l'operato del RATTO. A Patrone non arriva nessuna risposta sulle questione sollevate... bensì una risposta inequivocabile: inizia il tiro al bersaglio su di lui. Si chiama mobbing e demansionamento. Per questo Patrone, nel 2005, fa causa al Galliera e la vince presso la sezione Lavoro del Tribunale di Genova. Angelo Patrone è stato colpito perché "non allineato" e così prima è stato sottoposto a demansionamento e mobbing e poi, per chiara risposta dal sapore di vendetta licenziato ingiustamente. Il Tribunale di Genova condanna quindi l'Ospedale Galliera alla riassunzione immediata ed al pagamento dei danni.
Intanto Patrone presenta anche dettagliati esposti alla Guardia di Finanza presso gli Uffici di Corso Europa, in cui denuncia nel dettaglio tutto quanto sta avvenendo al Galliera. Racconta del RATTO, e del passaggio di pazienti alla Clinica privata accredita di CROCE BERMONDI, del Centro Ictus e via discorrendo. Parte un attività di indagine e da parte dei militari viene costantemente chiesta la collaborazione di Patrone.
Intanto il Galliera aveva avviato la procedura di licenziamento per Patrone. Un artificiosa motivazione viene prodotta dal vertice dell'Ospedale della DIOCESI genovese: Patrone avrebbe fatto visite private ai pazienti del Galliera per qualche decina di ore presso la Clinica MONTALLEGRO (struttura convenzionata con il Galliera per permettere di realizzare le visite ai medici del Galliera che operano in intramoenia -che consta nell'adempimento dell'attività professionale libera all'interno della struttura ospedaliera e comunque al di là dell'impegno di servizio-) mentre si affermava risultasse presente all'Ospedale Galliera secondo una fantomatica "timbratura" di cartellino. Fatto non veritiero e dimostrato anche da una lettera della stessa Clinica MONTALLEGRO, infatti tutte le visite presso tale struttura erano realizzate per il Galliera e non per pazienti privati del Patrone. Tutto è registrato nelle ricevute computerizzate. Ma il Galliera non può permettere che un "non allineato" la faccia franca, gli affari in gioco sono troppo pesanti e troppe sono gli interessi da tutelare degli "amici" della DIOCESI. E così mentre la Guardia di Finanza L'Inquisizioneassiste in diretta a tutta la partita del licenziamento, la palla passa al COMITATO DEI GARANTI che abbiamo già conosciuto prima. Questa struttura, nominata dalla REGIONE LIGURIA, con i soggetti già ben noti, nell'ultimo giorno utile esprime il proprio parere "vincolante" ed accoglie, con il solo voto contrario del rappresentante dei lavoratori, la "giusta causa", avvallando il licenziamento. Naturalmente per poterlo fare il COMITATO DEI GARANTI ha omesso di acquisire la lettera della Clinica MONTALLEGRO, che avrebbe confermato la regolarità dell'operato di Patrone. La scusa è: non ci è stata trasmessa dalla Direzione dell'Ospedale. Compreso? La Direzione dell'Ospedale Galliera non ha trasmesso alla COMISSIONE DEI GARANTI la lettera in suo possesso che dimostrava che la sua decisione di licenziare Angelo Patrone era completamente artificiosa, fondata su accuse false. E' come dire assolviamo il mandante dell'omicidio, perché sappiamo che vi sono le prove, ma il mandante non ce le consegna!
Ma andiamo avanti. Gli esposti di Patrone alla Guardia di Finanza intanto sono finiti sul tavolo del sostituto procuratore Patrizia PETRUZZIELLO. Dopo il parere favorevole del COMITATO DEI GARANTI il Patrone è licenziato. Dopo il licenziamento, saputo delle denunce ripetute e documentate del Patrone resta una sola cosa da fare: annientarlo e renderlo non credibile. Quindi il Galliera procede (dopo, si badi bene al procedimento di licenziamento) a denunciare Patrone all'Autorità Giudiziaria per il comportamento lesivo degli interessi dell'Ospedale. A chi viene assegnata la denuncia del Galliera? Al sostituto procuratore Patrizia PETRUZZIELLO che assegna l'indagine allo stesso nucleo di Polizia Giudiziaria della Guardia di Finanza che segue le denunce fatte da Patrone. Da quel momento lo stallo delle indagini, come per mano divina, si sblocca e cosa succede? Patrone è l'indagato per eccellenza, i suoi pazienti vengono torchiati per cercare di trovare una virgola con cui farlo crollare. Nel giugno 2007 Angelo Patrone, adesso indagato per peculato e truffa, viene interrogato per 4/5 ore da dal pm PETRUZZIELLO. Racconta: 5 minuti sulla denuncia del Galliera (parte lesa, sic!) ed il resto sui suoi esposti.
Il tempo scorre e nulla si muove. Intanto emerge che presso un altro pm della Procura di Genova vi è aperta un indagine per truffa e peculato nei confronti del Dott. Sandro RATTO, Dott. SIMONETTI e Dott.sa BIANCHINI. I soggetti ed i fatti della Neurologia dell'Ospedale Galliera di cui abbiamo parlato. Soggetti che però sono proprio quelli che godono nella divina provvidenza direttamente seguita dai vertici della DIOCESI e quindi del Galliera. E cosa succede: il procedimento viene archiviato.
Arriviamo al 2009 e la Corte d'Appello di Genova accoglie il ricorso del Galliera alla sentenza di condanna per l'ingiusto licenziamento di Angelo Patrone, ribaltando completamente il giudizio di primo grado.
Lesa omertà e santità sono proprio peccati che non possono essere tollerati, dove DIOCESI, OPUS DEI, parentele e confraternite più o meno massoniche o politico-affaristiche dominano nell'orgia del Potere... proprio come a Genova!


9. La "vocazione" del creato, adesso è park & mattone... in un orgia di interessi

la nuova Eccoci dunque alla nuova "vocazione" apostolica delle gerarchie ecclesiastiche: la speculazione edilizia. Si, l'immenso patrimonio raccolto dalla CHIESA grazie a lasciti e donazioni, nonché le strutture ecclesiastiche come vecchi conventi, appartamenti e terreni sono sempre più oggetto di speculazioni edilizie, alla faccia della beneficenza per i poveri. Questo lo è sempre di più con un crescendo di spudoratezza. Il vecchio detto secondo cui "il denaro non ha odore" è ormai stato assunto quale postulato dalle gerarchie ecclesiastiche come già ci aveva fatto capire l'era di Marcinkus con il Sindona e Cosa Nostra, Calvi e Carboni.

Oggi, per non andare troppo distanti, troviamo terreni della CHIESA che diventano parcheggi. Anche la "casa di Dio" si tramuta in box auto. Ed è così che avviene a RECCO in un terreno della DIOCESI, e poi a GENOVA con i box sotto le chiese di Voltri o San Fruttuoso in Piazza Martinez ed ancora... sino a SAVONA in Via Beato Taviano ed a VARAZZE con la Chiesa dell'Assunta.
Non parliamo poi della cittadina di ARENZANO, territorio che per la DIOCESI genovese è seguito dall'influente monsignor Giorgio NOLI, che, come ricordano i giornalisti Marco Preve e Ferruccio Sansa nel libro-inchiesta "Il Partito del Cemento" è protagonista di uno dei tanti inciuci del duo BURLANDO-SCAJOLA: "...in quel luogo di mediazione politica che è il consiglio di amministrazione della FONDAZIONE CARIGE, cosa fa il governatore eletto da cittadini del centrosinistra (BURLANDO, ndr) che si presumono in larga parte laici? Cede il posto che spetta alla REGIONE nel cda della FONDAZIONE al vescovo di Genova, nonché presidente Cei, Angelo BAGNASCO, che ci mette un paio di minuti ad accettare e pochi altri a nominare monsignor Giorgio NOLI, uno dei prelati che contano nella curia genovese. Alla sorprendente iniziativa di BURLANDO plaude Claudio SCAJOLA, che di CARIGE se ne intende visto che nel cda della banca ha suo fratello Alessandro e l'immancabile consuocero di lui, Pietro ISNARDI, più altri amici come Marco SIMEON, Riccardo GUATELLI, e l'ex sindaco di Sanremo Giovenale BOTTINI". Ed è ad ARENZANO dove per meglio intercettare il business derivante dalle visite dei fedeli al BAMBIN GESU' DI PRAGA, sono stati realizzati redditizi posti auto a pagamento.
I lavori per trasformare il Seminario di Savona in box autoTutto questo per restare in Liguria e non scendere nelle altre strade del business della fede, tutto questo, in grande parte dei casi, con apposite VARIANTI ai Piani Urbanistici Comunali per rendere rendere legittime le "sante" opere per le macchine delle povere anime smarrite. Il caso del SEMINARIO di Savona è in questo emblematico. Scriveva La Stampa di Savona nell'ottobre 2006: "Al complesso del Seminario, infatti, è stata riconosciuta una particolare importanza culturale ed archeologica, in quanto la struttura, prospiciente il complesso dell'ex convento di San Giacomo dei Minori Osservanti fondato nel 1470 con il patrocinio di Papa Sisto IV e delle più facoltose famiglie savonesi dell'epoca, è diventata nel tempo uno dei più fecondi centri culturali e artistici di Savona". Ma il COMUNE DI SAVONA, con il Sindaco Federico "bocconiano" BERUTTI e l'assessore all'urbanisticaRosario Tuvè, assessore savonese (Italia dei Valori)Rosario TUVE' (ITALIA DEI VALORI-LISTA DI PIETRO), portano alla firma della convenzione ed al via libera al progetto speculativo della DIOCESI in quell'area e le ruspe potranno partire... anzi sono partite, come scrive sempre La Stampa il 26 gennaio 2009: "Per il parco del Seminario alla Villetta è scattata l'ora zero. Le ruspe sono entrate in azione la settimana scorsa in via Beato Ottaviano, dove verranno costruiti 134 box interrati. E la zona ha già cominciato a cambiare faccia. I lavori sono partiti subito dopo che, all'inizio dell'anno, il Comune aveva dato il via libera a costruire, ponendo fine a un lungo iter iniziato quasi tre anni fa e accompagnato sin dalle prime battute dalle proteste del Comitato civico degli abitanti del quartiere che non si è ancora rassegnato al sacrificio dell'ultimo polmone verde della zona".

cardinal SiriConventi trasformati in alberghi, magari con qualche aiutino urbanistico quando non anche economico dal Pubblico, ruderi che divengono ampli volumi per Residenze Protette con cui la REGIONE potrà stringere nuove convenzioni. E pensare che già il vecchio cardinal SIRI ci aveva provato... quando tentò di dare il via libera alla speculazione del vecchio SEMINARIO di Genova, dove ora sorge la Biblioteca Civica. Il allora gli appetiti speculativi della DIOCESI trovarono un fermo blocco nell'azione di un Pretore, Adriano Sansa, che fece valere i vincoli e le leggi di tutela del patrimonio storico e blocco il potente e papabile cardinal SIRI.

E se vogliamo poi possiamo spostarci a Sampierdarena dove l'ISTITUTO DON BOSCO, che tanto piangeva per garantirsi il permanere dell'esenzione dall'ICI (naturalmente prontamente riconosciuta dalla "rossa" amministrazione), con la scusa della Scuola e degli impianti sportivi ha realizzato una buona dose di box e parcheggi interrati, naturalmente privati, che ha fruttato e frutta tante belle entrate alla "baracca" del Santo Padre.

Non entriamo poi nei terreni... un capitolo troppo lungo e nel quale possiamo anche incappare in DISCARICHE ABUSIVE come nel caso dei terreni della PICCOLA OPERA DIVINA PROVVIDENZA DON ORIONE in località Sassello sulle alture savonesi. Così come non possiamo entrare nella partita degli immobili, quella miriade di appartamenti lasciati o donati alla CHIESA perché pensassero ai poveri e bisognosi e che invece restano chiusi, o vengono venduti od ancora vanno ad "amici" fedeli anche se non molto bisognosi i poveri. Sarebbe, anche questo un capitolo infinito, a partire da dai soli beni del DON ORIONE, disseminati un po' ovunque e come tutti gli altri possedimenti del VATICANO e dei suoi istituti ed ordini non hanno un briciolo di censimento ufficiale. Infatti si stima che il patrimonio immobiliare italiano che fa capo alla CHIESA sia circa il 20/22%. Ci ricorda una pubblicazione de "Il Mondo": "Negli ultimi due anni il VATICANO ha cominciato a fare trading immobiliare, vendendo beni per quasi 50 milioni. Nel 2006 a Roma si sono registrate più di 8 mila donazioni di beni immobiliari, in provincia sono state 3.200. Il doppio rispetto a una città come Milano. Il più grande intermediario immobiliare che lavora con la CHIESA, il gruppo RE spa, realizza da questa attività circa 30 milioni di fatturato". Ed in questo dato non sono compresi i giri d'affari dei posti letto, case per ferie, hotel, centri di accoglienza per pellegrini... gestiti da istituti religiosi.

Giovanni Berneschi... amante delle E se questa è la "vocazione" del nuovo millennio per lo STATO PONTIFICIO, la Liguria, come abbiamo visto, è davvero ben messa. Così per scorrere ancora alcuni esempi nell'ex CONVENTO dei PADRI CAPUCCINI di Voltri nascerà un ostello ed un bed and breakfast di lusso... solo per pecorelle smarrite di alto bordo; così come la FONDAZIONE CONTUBERNIO DE ALBERTIS sta cercando di poter partire con la cementificazione della collina che sovrasta il quartiere di San Fruttuoso con la motivazione dell'ampliamento della Scuola (privata), al momento stoppato dal TAR per un ricorso dei cittadini che intendono anche tutelare l'adiacente Chiesa del XVII° secolo. Invece per fare un ultimo esempio molto attuale, ci si sposta nella competenza ed attività della CURIA di Savona. Qui i prelati sono alla guida di un operazione immobiliare da 50 milioni di euro, tutti coperti - come quasi sempre - dalla Banca CARIGE del buon fedele BERNESCHI. Con la DIOCESI savonese troviamo in società i buoni laici Aldo SPINELLI (coinvolto nelle inchieste sul PORTO DI GENOVA insieme ai rossi della CULMV ed all'ex Presidente dell'Autorità Portuale Giovanni NOVI che tanti piacere amava fare agli amici portuali, terminalisti, giornalisti e politici dell'una e dell'altra parte - vedi lo speciale e la storia del biografo di Scajola ed altri "raccomandati") e Silvio ACCINELLI. L'oggetto della speculazione edilizia qui sono le COLONIE BERGAMASCHE di Celle Ligure, di proprietà della FONDAZIONE AZZANELLI che, manco a dirlo, è un ente religioso. Aldo SpinelliScrive, il 25 luglio 2009, sulla vicenda Marco Preve su Repubblica: "Ad acquisire è la PUNTA DELL'OLMO spa, società di cui ha la maggioranza l'ISTITUTO DIOCESANO PER IL SOSTENTAMENTO DEL CLERO (IDSC) della DIOCESI di Savona, il cui presidente è don Pietro TARTAROTTI, bersaglio di critiche un anno fa per lo sventramento del SEMINARIO di Savona in funzione di un autosilos. TARTAROTTI è anche il presidente del Cda della PUNTA DELL'OLMO. Gli altri proprietari sono le INDUSTRIE REBORA (con il figlio di Aldo, Roberto SPINELLI) e poi il GIS di ACCINELLI. Capitale di un milione di euro, versati 250 mila. Tra i compiti affidati al presidente-sacerdote quello di procedere all'acquisto per 23 milioni di euro del complesso e di accendere un mutuo di 48 milioni (25 è il costo ipotizzato per gli interventi di ristrutturazione) presso la CARIGE, attraverso la controllata CARISA. Impossibile sapere se l' IDSC, che ha come unica finalità quella di provvedere al sostentamento dei sacerdoti in pensione (ma lo statuto probabilmente consente operazioni finanziarie di questa portata), abbia fornito a garanzia del consistente mutuo propri immobili oppure depositi della CURIA. Un altro mistero, se così si può dire, riguarda il destino delle COLONIE BERGAMASCHE, un tesoro da 13mila metri quadri di edifici e 70mila di parco. Dieci anni fa era abortito un progetto per un centro di formazione europeo. Negli ambienti finanziari savonesi c' è chi parla di nuova destinazione in senso residenziale...".

Ecco che ancora una volta compare una delle più pesanti commistioni di interessi tra gerarchie ecclesiastiche e politica. Da sempre - come ci ha confermato, con alcune indiscrezioni, uno dei protagonisti della prima Tangentopoli genovese - la contrapposizione "rossi" e "chiesa", a Giuseppe Pericu e Angelo Bagnascoparte qualche diatriba teatrale per salvare le competenti facce agli occhi dei reciproci "fedeli", è stata superata da lungo tempo sotto l'insegna degli affari, proprio a partire da Genova. Non è un caso se, ad esempio, il colosso "rosso" delle cooperative in campo di servizi, la COOPSERVICE è l'aggiudicataria degli appalti delle pulizie presso l'Ospedale Galliera guidato dall'arcivescovo della città. Così come invece la partita di grandi appalti pubblici per le pulizie nelle ASL genovesi, non vede l'esclusiva di COOPSERVICE, bensì una buona spartizione con la SERVIZI & SISTEMI di Vincenzo SCALISE (già condannato nella prima tangentopoli e e nuovamente oggetto di attenzioni investigative soprattutto dopo l'appalto dell'azienda pubblici di trasporti genovese, l'AMT spa, che che sembrava proprio tagliato su misura per essere vinto - come poi è avvenuto anche se dopo un breve rinvio - dalla società della famiglia di Vincenzo SCALISE). Altro curioso tassello che testimonia, se ancora ve ne fosse bisogno, il livello di commistione tra il pubblico ed il privato ecclesiastico è ad esempio la "convenzione", non si capisce bene per cosa, dei LABORATORI dell'Ospedale Galliera con la società SPIM spa del COMUNE DI GENOVA che, creata appositamente dall'amministrazione di Giuseppe PERICU (il craxiano già consulente di Alberto TEARDO, Ludovico LIGATO e Lorenzo NECCI), con oggetto sociale "la costruzione, l'acquisto, e la vendita di immobili di qualsiasi natura; la gestione e/o l'affitto di immobili proprio e per conto terzi; l'esecuzione di opere di urbanizzazione primaria e secondaria e tutte le operazioni connesse e relative". Misteri anche qui tra le navate diocesane ed i vertici politico-amministrativi.

La Madonna dei PolsiCarmelo Gullace La CHIESA si pone quindi sempre meno problemi lungo la"vocazione" del mattone e come detto non si fa problemi (come non se li è mai fatti) nemmeno nella scelta delle frequentazioni. La "scomunica" ai mafiosi, ad esempio non l'hanno mai fatta ed è così che, ad esempio, uno dei più "fedeli" cattolici ad entrare in Chiesa nella terra savonese, è un pluri-pregiudicato, tra i responsabili della faida di Cittanova, quale Carmelo GULLACE, esponente apicale della cosca RASO-GULLACE-ALBANESE della 'ndrangheta, a cui viene riconosciuta la giusta statura morale per poter far da padrino anche in importanti sacramenti quali i battesimi.
Da sud a nord la storia non cambia proprio... e così se le mafie hanno sempre avuto libero accesso non solo alle funzioni religiose ma anche alla possibilità di spacciarsi per rigorosi fedeli di Dio e della Chiesa, piegando ai propri fini i Santi e le cerimonie religiose come, ad esempio, quelle per la Madonna dei Polsi in Calabria o la Madonna della Catena in Sicilia... e via discorrendo.
Pochi e isolati sono stati i parroci che hanno osato opporsi a queste presenze ed abusi della fede. Uno di questi è don Renzo che da parroco di San Bartolomeo di Certosa, nel quartiere di Rivarolo a Genova, aveva posto fine alla festa della Madonna della Catena, scontrandosi con la famiglia MAURICI legata a Cosa Nostra - come ci rivelò e come ci disse anche aver comunicato più volte alla CURIA - perché questa era stata usata per coprire incontri di mafia... fatti che purtroppo non potrà più raccontare essendo deceduto volando giù da una scarpata, durante un escursione.
Bagnasco benedici la Madonna restaurata grazie ai MamoneEd è tanto vero che per la CHIESA i soldi non hanno odore, che si può prestare anche una Madonna ad un restauro che serve soprattutto per rifare la facciata di una delle famiglie della 'ndrangheta, secondo la DIA e coinvolta in molteplici inchieste giudiziarie, presenti ed operanti a Genova. In questo caso si tratta della MADONNA DELL'AGUGGIA sugli scogli di VESIMA a Genova; opera sponsorizzata interamente dalla ECO.GE dei MAMONE che si è conclusa il 1 Ottobre 2006 con la benedizione dell'Arcivescovo di Genova, Angelo BAGNASCO, alla presenza delle Autorità e, naturalmente, dei MAMONE.

Matrimonio figlia di Riina con lettura pensieri dedicati a Totò RiinaCi dicono che per volere di Dio ad esempio i divorziati non possono fare la comunione, così come che l'aborto è omicidio ed un grave peccato l'omosessualità... ma poi questa stessa CHIESA non disprezza nelle processioni la presenza dei mafiosi, mandanti o esecutori di assassini e dei peggiori crimini, anzi... così come non nega ai mafiosi i sacramenti... la comunione e matrimoni ostentanti il "potere" criminale della mafia, dove magari si leggono messaggi indirizzati a boss di vertice di Totò RIINA, lamentandone l'assenza dalla casa di Dio perché costretto al regime del 41 bis. Legittimano l'uso della "fede" da parte dei boss più sanguinari e mai hanno tenuto fuori dalle proprie CHIESE e funzioni tali barbari... d'altronde come scriveva nei pizzini, dando comandi ed ordini, Bernardo PROVENZANO: "... niente per me ringraziamenti. Ringrazia a Nostro Signore Gesù Cristo".

Anche Vincenzo Ceruso, ricercatore al Centro studi gesuita "Pedro Arrupe" ed impegnato nel volontariato a Palermo: afferma: "La strumentalizzazione della religione non la scopro io: fin dalle sue origini la mafia ha utilizzato simboli, linguaggio e tradizione della Chiesa per consolidarsi al suo interno e trasmettere un'immagine di sé alla popolazione. Cosa nostra usa la religione come collante con la società civile, perché i mafiosi non sono degli emarginati. Medico, avvocato, uomo politico, oltre che killer o mandante, in Sicilia il mafioso è il vicino di casa. Ed è anche un cattolico, che tenta di insinuarsi nel tessuto ecclesiale, spesso con successo, a partire dalle CONFRATERNITE... È dimostrato che queste associazioni, pur esprimendo una devozione popolare di tutto rispetto, in certe zone sono facilmente permeabili a infiltrazioni mafiose, così come avviene per altri strumenti ecclesiali, basti pensare agli affari che girano intorno ai cimiteri, alle Opere pie. Non è tanto per i soldi, perché quelli li fanno soprattutto con altre attività, quanto per un fatto di consenso sul territorio che diventa anche consenso politico, da barattare nel momento in cui ci sia l'interlocutore giusto. Il fatto principale è l'ansia di "rispettabilità" che muove il mafioso." e sulla zona grigia della Chiesa si indicano le sagrestie "innanzitutto come luogo dove persone non direttamente affiliate alla mafia la favoriscono in qualche modo. Ma anche luogo fisico, dove i mafiosi utilizzano strumentalmente i sacramenti: se un capomafia fa da padrino di battesimo, da testimone o si sposa, istituisce un'alleanza militare e giuridica con un'altra famiglia".


10. In conclusione, tra inchini e scalate, spunta lo IOR

Ed eccoci quindi alla conclusione che sarà la parte più breve perché non siamo certo noi a dover concludere. Qui si sono esposti fatti, rapporti e protagonisti. Ognuno può prendere atto di questa realtà di intrecci di potere ed affari che ruotano attorno alle alte gerarchie del VATICANO. Non sono certo novità, quasi tutto, tranne qualche aspetto inedito, è già conosciuto, ma mai presentato nel suo insieme. Ed allora ecco che viene fuori una commistione di interessi deliranti che nulla hanno minimamente a che fare con la fede. Interessi ed affari che superano di gran lunga, come si è visto in molteplici casi e circostanze, non solo l'etica ma anche la linea di demarcazione tra legalità ed illegalità.

Gelli, Calvi, Sindona, MarcinkusLa storia dei "BANCHIERI DI DIO" si ripete... anzi si perpetua ancora nei secoli dei secoli. Cambiano i personaggi, cambiano le coppie ma la grande "lavatrice bianca" del denaro sporco, che assolve le coscienze intrise persino da delitti più o meno efferati, non è abituata a fermarsi, bensì programmata per continuare a nascondere l'indicibile. Non è un caso che come riporta il libro "Vaticano s.p.a.": "Dal 1996 un apparente colpo di scena: 'Lo IOR ha deciso autonomamente di adottare i principi fissati dal Gafi (Gruppo di azione finanziaria internazionale) in tema di misure contro la criminalità per impedire il riciclaggio di denaro sporco'. Ma si tratta di un'adesione assi debole; essendo autonoma è infatti priva di verifiche da parte di qualsiasi organismo. Il VATICANO non fa parte dei trentaquattro paesi membri del Gafi, tra i quali troviamo invece Lussemburgo, Svizzera, Singapore e Hong Kong. Ancora. I dirigenti dello IOR non possono essere né indagati, né arrestati, né processati in Italia. L'articolo 11 dei Patti Lateranensi recita: 'Gli enti centrali della CHIESA CATTOLICA sono esenti da ogni ingerenza da parte dello Stato italiano (salvo le disposizioni di legge italiane concernenti gli acquisti dei corpi morali), nonché dalla conversione nei riguardi dei beni immobili'. Secondo l'interpretazione della Cassazione, chi lavora in strutture centrali della SANTA SEDE non può quindi essere sottoposto a giudizio né arrestato in Italia. In pratica gode di un'immunità non contemplata in alcun codice e che invece ricorda quella prevista solo per il presidente della Repubblica, o quelle introdotte di recente nel paese dal cosiddetto 'Lodo Alfano', riservate però ovviamente a cariche istituzionali italiane."

Giulio Andreotti e Tarcisio BertoneCosì ben oltre alla gestione MARCINKUS, l'ISTITUTO PER LE OPERE DI RELIGIONE, ovvero lo IOR, ha garantito, ad esempio, l'impenetrabilità di 4,5 miliardi di lire, del conto "FONDAZIONE SPELLMAN", ma che in realtà avevano un nome e cognome ben preciso: GIULIO ANDREOTTI (che qualche tempo fa ricevuto con tutti gli onori dalla DIOCESI genovese nonostante sia stato riconosciuto colpevole del reato di associazione mafiosa - vedi il resoconto ed il video); ed un origine ben definita: la maxitangente ENIMONT.
Adesso dovrebbe essere più chiara l'importanza dello IOR non solo per la CHIESA ma anche per i suoi "fedeli" amici, come possono essere politici, amministratori, bancari, faccendieri della finanza o del mattone... come anche per mafiosi e massoni. La Banca del Vaticano da un lato e l'OPUS DEI dall'altro, con i legami massonici di alti prelati che se suonano come una bestemmia sono taciuti e accettati nell'interesse del profitto comune, sono una combinazione devastante e destabilizzante... una spina nel fianco di una democrazia fragile come quella della nostra Repubblica.
D'altronde Licio GELLI alla domanda "Molti sospettano che la P2 esista ancora. E che continui a operare, magari sotto un altOpus Deiro nome" ha risposto: "La loggia massonica P2 è stata una realtà unica e irripetibile. Che oggi non avrebbe più senso. Ci sono organizzazioni molto più potenti, di respiro internazionale ma nello stesso tempo riservatissime". Ed al successivo quesito: "Può citarne qualcuna?" ha risposto "L'OPUS DEI. Una ragnatela che copre tutto il pianeta, tessuta da persone validissime. E' chiamata MASSONERIA BIANCA".

Comunque si può stare più che tranquilli visto che nella Commissione cardinalizia di vigilanza sullo IOR il Santo Padre RATZINGER ha nominato alla presidenza proprio il cardinal Tarcisio BERTONE che abbiamo avuto occasione in questa inchiesta di conoscere un po' meglio. Ed ora proprio il cardinal BERTONE vuole fare entrare in consiglio (composto da 6 consiglieri) altri due dei personaggi incontrati nel susseguirsi dei fatti oggetto di questa pubblicazione: l'ometto stesso del cardinale, alias Giuseppe PROFITI e l'ambasciatore di Cesare GERONZI in VATICANO, alias Marco SIMEON direttamente dalla terra del regno di SCAJOLA. Entrambe figure eminenti del vertice dell'Ospedale Galliera di Genova.

Questo è il tassello che manca per chiudere il cerchio e rendere definitamente impenetrabili e intoccabili quegli intrecci che abbiamo provato a mettere in fila.


PS 1
Ma che fine hanno fatto le inchieste sugli appalti della Sanità? E quella sulle nomine? E la questione della vendita a Fintecna che aggira la legge? E l'abuso nel licenziamento di chi unico si è opposto ed ha denunciato anche all'Autorità Giudiziaria ciò che avveniva al Galliera? I ladroni vanno cacciati dal Tempio, non sono intoccabili... questo diceva qualcuno... e questo dice, comunque sia, la nostra Costituzione o l'inchiostro si è sbiadito schizzato da "acquasanta"?


PS 2
Cosa diceva un noto genovese quale Beppe Grillo?
"Tarcisio Bertone è un uomo di Chiesa che si occupa dell'aldiquà oltre che dell'aldilà. Della bellezza di questo mondo e delle energie alternative. Un uomo così lo vedo come un segno che le cose possono cambiare. La Chiesa, pur con i suoi limiti, i suoi dogmi sembra più avanti della società italiana"


RuiniINTEGRAZIONE: nuovo arrivo in VATICANO dalla DIOCESI genovese
Mentre chiudiamo questo dossier giunge la notizia di un nuovo "genovese" chiamato da Joseph Alois RATZINGER al VATICANO. Si tratta della nomina a vice-segretario di Stato e vescovo, con delega ai rapporti con le diplomazie straniere di monsignor Ettore BALLESTRERO, classe 1966, genovese di nascita, romano d'adozione, ordinato sacerdote per il clero di Roma nel 1993 da quel cardinale RUINI potente ecclesiasta da sempre protettore dell'OPUS DEI, tanto da esprimersi nei confronti del Josemaria ESCRIVA' così: "Di fronte a tale prospettiva, lo spirito testimoniato di Josemaría Escrivà è un sicuro riferimento per addentrarsi efficacemente lungo le strade del terzo millennio. La vita e le opere del Santo ci offrono in questo compito il giusto orientamento per non perdere di vista la prima e più fondamentale delle ‘priorità pastorali' segnalate dal Papa a tutta la Chiesa, ovvero la santità"... e nei confronti del successore dell'ESCRIVA': "DON ALVARO è stato un esempio di fedeltà nel seguire lo spirito di santificazione nel lavoro e nella vita ordinaria".


NOTA
Ogni riferimento a fatti e persone è perfettamente reale. Questa inchiesta non è un atto di accusa verso i cattolici e la fede in Cristo, bensì un atto di accusa verso coloro che usano la Fede per propri affari e quelli della loro cerchia di potere. Come in altri casi, a scanso di equivoci, sottolineiamo da subito questo aspetto in quanto indicare e denunciare le responsabilità ed i comportamenti di alti prelati come di esponenti degli enti ed organismi ecclesiastici, significa indicare quelle responsabilità e quei comportamenti specifici e non quelli di una comunità religiosa, che anzi è vittima di gerarchie.

 

 

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