Desio, scioglimento del Comune per mafia, una balla! Vi spieghiamo perche'...
Ormai la confusione regna sovrana... e si rischia così di rendere più semplice la vita alle cosche ed alle loro contiguità. Vediamo alcuni fatti e dati certi, partendo dalla recente "caduta" del Comune di Desio, sintomo che dal "silenzio" sulle mafie al Nord si è passati al "delirio" sulle mafie al Nord.
Blog, siti, giornali e tv titolano: Desio sciolto il Comune per infiltrazioni mafiose. Ma questa è una balla! I fatti dicono che il Comune si è auto-sciolto per dimissioni della maggioranza dei Consiglieri Comunali eletti. A Desio (come negli altri Comuni della Lombardia) non è mai stata inviata una Commissione di Accesso, quindi non vi è mai stata una relazione della stessa che evidenziasse le infiltrazioni e/o i condizionamenti mafiosi sull'Amministrazione Comunale. Quindi non è stato sciolto, il Comune di Desio, per infiltrazioni mafiose, tanto è vero che vi è un Commissariamento "ordinario".
Ma in Italia i fatti non contano... a tanti va bene così e la confusione regna sovrana e poco conta quindi che si sia davanti ad un auto-scioglimento "politico" del Comune che nei fatti non va (e non andrà) minimamente ad intaccare le pratiche, così come uomini contigui, asserviti o condizionati, nella sfera elettiva ed in quella burocratica.
L'antimafia non c'entra nulla... A qualcuno serviva far cadere, nel nome dell'Antimafia, quell'Amministrazione... Serviva all'Opposizione di centrosinistra e serviva alla Lega Nord che così possono dire di essere antimafiosi... ma questo "auto-scioglimento" serve più, come visto alla Maggioranza, ovvero alla Giunta, ed anche all'apparato amministrativo, per evitare di essere posti sotto attenta verifica di una Commissione di Accesso e, quindi, di rischiare lo scioglimento per infiltrazioni mafiose da parte del Ministero dell'Interno.
Cerchiamo di andare con ordine e poi di conoscere meglio il "locale" della 'ndrangheta di Desio... così come abbiamo già fatto quello di Pavia. Siamo certi che dai fatti, dalla corretta esposizione degli stessi si possa arrivare ad una conoscenza del fenomeno e del contesto, e quindi alle valutazioni di merito, fuori da qualsiasi propagandismo.
Sul Comune di Fondi scoppiò il putiferio quando, per evitare lo scioglimento per infiltrazioni mafiose, la maggioranza dei consiglieri comunali (della Maggioranza che amministrava il Comune) si dimise, portando al Commissariamento "ordinario". Giustamente in molti si denunciò che era un fatto gravissimo che, davanti alla richiesta documentata di scioglimento del Comune di Fondi per infiltrazioni mafiose, avanzata dal Prefetto, il Ministro dell'Interno e il Governo non procedettero allo scioglimento.
Infatti se un Comune si scioglie prima dell'invio di una Commissione di Accesso non si può procedere allo scioglimento per infiltrazione mafiosa e quindi alla nomina "per un periodo da dodici a diciotto mesi prorogabili fino ad un massimo di ventiquattro mesi in casi eccezionali" di "una commissione straordinaria per la gestione dell'ente, la quale esercita le attribuzioni che le sono conferite con il decreto stesso" composta da tre membri "scelti tra funzionari dello Stato, in servizio o in quiescenza, e tra magistrati della giurisdizione ordinaria o amministrativa in quiescenza".
Quando il Comune di Fondi, per dimissioni dei consiglieri di maggioranza, si sciolse si urlò contro la scorciatoia adottata dall'amministrazione infiltrata dalla mafia per evitare il Commissariamento previsto dalla Legge. Una delle dichiarazioni degli esponenti dell'Opposizione di centrosinistra era stata: "la mafia ha sconfitto lo Stato ancora una volta. Il Governo ha ceduto alle pressioni dei partiti locali del centrodestra, contraddicendo e dunque esponendo il prefetto e tutte le forze dell'ordine".
Il caso di Desio è all'incontrario, come rapidamente detto, in quanto non vi era una Commissione di Accesso che avesse accertato l'infiltrazione/condizionamento della mafia, non vi era stato quindi un provvedimento che permettesse lo scioglimento per tale ragione e, semplicemente, i consiglieri dell'Opposizione e quelli della Lega Nord (che facevano parte della maggioranza insieme al Pdl) si sono dimessi producendo un normale scioglimento, che andrà ad un normale Commissariamento, senza verifiche amministrate di alcun tipo rispetto alle infiltrazioni mafiose ed ai condizionamenti mafiosi. Il risultato è che la Giunta del Comune di Desio l'ha scampata, e con la Giunta l'hanno scampata anche quei funzionari che si potrebbero essere piegati alle richieste delle cosche.
Chiaro? Se non lo è ancora partiamo da qualche specifica sintetica su Desio, il "locale" della 'Ndrangheta ed il Comune...
In merito al "territorio" di Desio la DDA di Milano scriveva: "Per definire l'ambito territoriale di attività della cosca, occorre precisare che per quanto concerne il Locale di Desio, esso non esercita un controllo totale sulla attività criminale attraverso una rigida perimetrazione dell'ambito territoriale che non appare pertanto definito geograficamente. Certamente, si puo' parlare di un'area d'influenza anche per quanto concerne l'infiltrazione nella Pubblica Amministrazione che riguarda i Comuni di Desio e Cesano Maderno. Si puo' altresi parlare di attività criminale svolta e programmata soprattutto nel territorio di Desio ma che si estende anche in altri comuni."
Quindi, stando al solo "locale" di Desio si comprende che l'influenza non è solo sul Comune di Desio ma anche di Cesano Maderno. Nello specifico si legge, sempre negli atti della DDA:
"Da sottolineare inoltre come ci sia stato un tentativo da parte della cosca desiana di infiltrare SGRO' Eduardo Salvatore nella vita politica della pubblica amministrazione; infatti si è presentato, nel Giugno del 2009, alle elezioni amministrative per il Comune di Cesano Maderno, tuttavia non è stato eletto. La sua campagna elettorale è stata caldeggiata dal Capo Società PIO Candeloro, il quale, in una circostanza, è intervenuto presso il Presidente del Circolo Territoriale di Alleanza Nazionale di Desio MARRONE Natale cl. 68". Ed ancora: "La posizione di PIO Candeloro quale persona di spicco nell'ambito della malavita locale non è riconosciuta solo all'interno della cosca desiana, ma anche da settori della vita civile che si rivolgono a lui allorchè hanno bisogno di intimidire eventuali avversari personali.
A lui si rivolge infatti MARRONE Natale cl. 68 (cugino dei fratelli MARRONE), personaggio inserito nella vita politica di Desio, peraltro neo eletto consigliere comunale a Desio [Eletto nelle elezioni comunali del mese di Aprile 2010 con oltre 400 voti di preferenza], il quale per proprie ambizioni chiede a PIO Candeloro di esperire un'azione violenta nei confronti di PERRI Rosario, all'epoca capo area tecnica del settore edilizia privata del Comune di Desio.
Peraltro il rifiuto di PIO Candeloro è dovuto esclusivamente al fatto che il PERRI Rosario è "appoggiato" da persone evidentemente di rispetto (sic)."
PIO Candeloro, inoltre, fa capire quali siano i mezzi di persuasione e la fama che riguarda la sua cosca, quando vuole imporre la propria volontà."
Se anziché auto-sciogliere il Comune di Desio per dimissioni vi fosse stata la nomina di una Commissione di Accesso da parte del Prefetto (che i gruppi di opposizione di centrosinistra e quello della Lega potevano richiedere) si sarebbe proceduto ad una inchiesta amministrativa per accertare il livello di infiltrazione e la capacità di condizionamento della 'Ndrangheta sulla Pubblica Amministrazione. Un'inchiesta che, passando al vaglio licenze, concessioni, appalti, incarichi ed ogni altro tassello della gestione del Comune (sia da parte dei funzionari, sia degli eletti in Consiglio ed in Giunta), avrebbe potuto essere utile strumento per la Magistratura ma anche strumento essenziale per promuovere uno scioglimento per infiltrazione mafiosa, con nomina di Commissari preparati alla guida del Comune. Tutto questo non ci sarà a Desio, grazie all'auto-scioglimento, per buona pace delle responsabilità che resteranno indefinite e senza conseguenze.
I consiglieri comunali di opposizione e la Lega Nord hanno preferito evitare questa inchiesta, non l'hanno pretesa, non l'hanno richiesta... hanno preferito dimettersi.
Vediamo ora altri esempi per rendere la questione più comprensibile, rimanendo nell'ambito del nord Italia, brevemente sulla Liguria (dove i Prefetti si stanno muovendo) e dedicando un approfondimento su larga scala alla Lombardia (dove i Prefetti non si muovono).
In Liguria dove la politica (trasversalmente) fa finta di nulla e si dedica solo ad iniziative "paravento" i Prefetti ci sono. E quando i Prefetti ci sono e fanno il loro lavoro si attivano le istruttorie sulle infiltrazioni mafiose nei Comuni, si mandano le Commissioni di Accesso e quindi si pongono le basi sia dell'accertamento amministrativo di fatti e responsabilità (utili anche all'azione dell'Autorità Giudiziaria), sia per procedere agli scioglimenti per infiltrazioni mafiose.
In Liguria, ad esempio, presso il Comune di Bordighera è stata inviata dal Prefetto di Imperia la Commissione di Accesso a cui è stata affiancata Dia, Gico e Ros. Quando i Carabinieri chiesero al Prefetto di procedere sul Comune di Bordighera guidato dal sindaco Bosio (Pdl) ad intervenire per fornire (volente o meno) la "via di fuga" all'Amministrazione condizionata dalla 'ndrangheta è stato nientemeno che l'On. Andrea Orlando, responsabile Giustizia del Pd e membro della Commissione Parlamentare Antimafia. L'On. Orlando infatti non sollecitò il Prefetto ad inviare subito la Commissione ma invitò la Giunta Bosio a dimettersi per andare ad elezioni. Se questo invito fosse stato accolto nessun accertamento su fatti e responsabilità si sarebbe potuto effettuare. Per fortuna il Prefetto ha inviato la Commissione e gli accertamenti sono in corso.
Poco più a ponente vi è Ventimiglia. Qui l'amministrazione in carica, guidata dal Sindaco Scullino (Pdl), è stata eletta grazie all'apporto determinante di un affiliato alla 'ndrangheta, Vincenzo Moio. A seguito della nostra richiesta al Prefetto questi ha proceduto ad avviare l'iter per tutte le verifiche necessarie. Il risultato è stato che sul tavolo del Prefetto sono arrivate le relazioni di Polizia, Finanza e Carabinieri. Quella dei Carabinieri, che in parte è stata poi ripresa dalla stampa, afferma che a Ventimiglia non c'è solo infiltrazione ma un vero condizionamento della 'Ndrangheta sul Comune. Ora si è in attesa che il Prefetto invii la Commissione, alla luce di quei Rapporti investigativi netti. E l'opposizione che fa? Perché non lo ha mai chiesto? Forse per le comune e ampie appartenenze massoniche di entrambi gli schieramenti (e pure della 'ndrangheta)? Non è dato saperlo, al momento. Poi vi sono le verifiche in corso - sempre a seguito delle nostre istanze - da parte dei Prefetti di Savona e di Genova su molteplici comuni del savonese e del ponente di Genova, tra cui Arenzano. Alcuni a guida di centrosinistra, altri di centrodestra.
In Lombardia dove nuovamente la politica (trasversalmente) fa finta di nulla (tranne alcune eccezioni) dedicandosi anche qui ad iniziative "paravento", i Prefetti non ci sono!
Da quanto è già emerso in merito alle ultime pesanti inchieste sulla 'ndrangheta (PARCO-SUD, IL CRIMINE, INFINITO, TENACIA) risulta che la 'Ndrangheta anche in Lombardia ha pesanti rapporti con la politica... quando addirittura non si fa direttamente attore nelle competizioni elettorali.
Gli elementi ci sono tutti... fatti e circostanze ben documentate che riguardano molteplici Comuni sono evidenziati nelle Ordinanze relative alle ultime (per non andare troppo lontani nel tempo) operazioni antimafia.
L'Operazione Parco-Sud che ha scardinato la cosca Barbato-Papalia metteva in evidenza, già dall'ottobre 2009, che gli 'ndranghetisti avevano consolidato il loro controllo non soltanto nell'ambito prettamente criminale del mercato della coca, ma anche una sorta di monopolio nei movimenti terra in molteplici Comuni, a partire da Buccinasco, Trezzano sul Naviglio, Corsico... in altre parole e per essere più sintetici sull'hinterland milanese. Minacce, intimidazioni, accordi e corruzione erano gli strumenti con cui la cosca condizionava la gestione della cosa pubblica, conquistando spazi e appalti. Il Prefetto ha mai inviato una Commissione di Accesso in questi Comuni? No! Eppure anche qui non è una questione "politica", visto che i coinvolti sono da ambo le parti, considerando che se, ad esempio, a Trezzano sul Naviglio a finire in manette - con l'Operazione Parco-Sud 2 - perché intascavano mazzette dalla 'ndrangheta, sono stati Tiziano Butturini del Pd ex Sindaco e poi presidente di aziende pubbliche che si occupano della tutela e della gestione delle risorse idriche dell'area milanese, e Michele Iannuzzi, consigliere comunale Pdl a Trezzano (fino al giugno 2005 assessore ai Lavori pubblici ed Ecologia). [vai all'Ordinanza Parco-Sud 2]
A Pavia operava il potente "locale" della 'Ndrangheta con il boss e massone Giuseppe Neri e l'Antonio Chiriaco che aveva conquistato anche la Direzione Generale della Asl di Pavia. Qui la precedente amministrazione comunale di centrosinistra negava che la 'Ndrangheta ci fosse e la 'ndrangheta si è rafforzata... così come con la nuova amministrazione di centrodestra. In entrambi i Consigli Comunali (del precedente ed attuale ciclo amministrativo) sedevano soggetti in contatto, come si evince dalle risultanze investigative e giudiziarie, con gli esponenti della 'Ndrangheta. E' qui, ad esempio, che la 'Ndrangheta prende i contatti con l'esponente della Lega Nord, ora consigliere regionale. E' qui che uomini del Pdl avevano soldi rapporti con la cosca... Di tutto questo abbiamo dato ampio resoconto nello speciale "Pavia, le 'ndrine dal camice bianco" in cui abbiamo riportato il contenuti degli atti della DDA di Milano.
Anche qui: il Prefetto ha proceduto ad inviare una Commissione di Accesso? No! La Commissione è stata mandata solo (almeno!) alla ASL che era guidata dal boss. Quando Elio Veltri ha chiesto al Prefetto di nominare una Commissione di Accesso per il Comune di Pavia, si è assistito, di nuovo all'assurdo: il sindaco in carica Alessandro Cattaneo (Pdl) dichiarò di essere favorevole, l'opposizione con il Pd insorse contro l'invio della Commissione di Accesso al Comune di Pavia. Anche qui la ragione è molto semplice: le responsabilità sono da ambo le parti. Come non ricordare, ad esempio, che quando Veltri e Campari, nel precedente consiglio comunale, segnalarono la presenza delle cosche, indicando quegli stessi nomi che la Commissione Antimafia aveva messo nero su bianco, si sentirono rispondere dall'allora sindaco Piera Capitelli (Pd) che erano state fatte le verifiche con gli uffici e non risultavano pratiche intestate ai boss... (perché per la signora ex sindaco è scontato che i boss facciano le domande a proprio nome, sic!).
A Bollate addirittura la 'Ndrangheta lavora per far cadere la Giunta e per presentarsi "direttamente" con una lista civica alle elezioni. Ecco un estratto degli atti relativi all'Operazione INFINITO:
"Dalle conversazioni telefoniche è emerso un progetto elettorale piuttosto allarmante:
MANDALARI, unitamente ad altri soggetti, vuole costituire una lista civica destinata a competere alle elezioni comunali di Bollate. In tale progetto vengono coinvolti ASCONE Rocco, SIMETI Francesco (consigliere comunale di Bollate), ASCONE Stefania, ALECCI Salvatore e CARBONARA Lorenzo (nipoti di Ascone Rocco), Marcella MANDALARI (figlia di Nunziato, fratello di Mandalari Vincenzo), avv. FAZZARI Gianantonio.
La strategia portata avanti in prima battuta da Mandalari e Simeti è la seguente: far cadere la giunta comunale di Bollate attraverso un voto contrario sull'approvazione del bilancio comunale; successivamente, alle elezioni comunali, presentare un proprio candidato sindaco e allearsi con qualche altra forza politica. Come più volte affermato nel corso delle intercettazioni telefoniche, l'interesse di Mandalari non è certo di carattere politico quanto piuttosto di carattere affarististico: Mandalari vuole che la nuova amministrazione favorisca i suoi interesse imprenditoriali affidandogli lavori.
Lo sviluppo degli avvenimenti è attestato dalle conversazioni intercettate e riportate per stralcio nella richiesta del PM.
- Il 16.04.08 Mandalari conversa in macchina con Panetta e enuncia quali che sono i suoi interessi.
- Il 1.11.08 vi è il primo accenno al programma politico di Mandalari.
- Per il 28 novembre viene indetta una "riunione politica" di cui si fa menzione nel corso di una conversazione intercorsa il 27.11.08 tra Simeti e Mandalari, allo scopo dichiarato di "mandare a casa il sindaco".
- La riunione del 28.11 viene rinviata al 18.12.08 presso il ristorante Cavazzana di Paderno Dugnano. Mandalari è particolarmente interessato all'appuntamento come attesta una conversazione del 18.12 con Iorino Rocco: "E' una cena di quelle che....sai non puoi mancare! Perchè è più politica che altro".
- L'importanza del progetto è comunicata da Simeti a Moro Walter, vice sindaco di Bollate"c'è un movimento grosso di persone che costituisce una lista civica".
- Il 29.12 Simeti e Moro riprendono il tema della nuova forza politica a Bollate.
- Nel gennaio 2009 iniziano a farsi i primi conti in termini elettorali, come emerge da una conversazione del 27.1.09 tra Simeti e Mandalari in cui si stima di arrivare al quorum di 800 voti per avere almeno un consigliere allo scopo di "avere una voce in capitolo".
- Il 13 febbraio Mandalari, nel corso di una importantissima conversazione ambientale afferma a chiare lettere qual è la ragione del suo ingresso in politica, parlando con l'avv. Gianantonio Fazzari (cl. '73, foro di Milano): MANDALARI Vincenzo dice testuali parole: "c'e' stato un momento, in cui ad Assago (mi) comandavo io! credimi! per mia negligenza, sempre per il fatto di essere abusivista, io ce l'ho nel sangue di essere abusivista! gli ho detto ‘Paolo: spostiamola questa strada facciamola di qua'. e questo mi ha risposto ‘Mandalari, vediamo cosa possiamo fare', e io convinto che lo avrebbe fatto gli ho sparato (costruito) i box. Poi mi e' cambiato un assessore, e di conseguenza la strada non si muove di la." MANDALARI continua raccontando all'avv. GIANNI varie opere abusive tra cui degli appartamenti ricavati all'interno di alcuni capannoni abusivi costruiti a Cascina del Sole fraz. di Bollate.
Al min. 19:50 la conversazione poi verte sulle scarse possibilità di costruire attualmente nel comune di Bollate e a tal proposito MANDALARI dice che con questa amministrazione è difficile, ma forse, testuali parole di MANDALARI: "adesso riusciamo a farla cadere. perché io mi sono intrufolato in politica; MANDALARI ribadisce il concetto dicendo: "la volontà e' quella di farlo cadere ed i responsabili siamo noi, i miei amici (si riferisce a SIMETI Francesco n.d.r.)" dice poi di aver parlato di questo anche con Salvatore (ALECCI salvatore, nipote di ASCONE Rocco n.d.r.) che gli faceva notare che quelli sono di sinistra mentre lui è di destra, ma lui (MANDALARI n.d.r.) ha ribattuto dicendo che non è importante destra o sinistra a livello locale, quindi ha proposto a Salvatore di fare qualcosa insieme, perché gli amici a cui andranno a chiedere il voto (sia Salvatore che MANDALARI n.d.r.) sono gli stessi e quindi non possono presentare candidati diversi, gli ha quindi proposto di fare un partito, una lista civica, di associarsi in qualche modo per presentarsi assieme alle prossime elezioni amministrative per il Comune di Bollate.
- Il 13 marzo 2009 viene organizzata una riunione elettorale commentata poi in diverse conversazioni intercettate. La cifra mafiosa esplicita dell'impegno politico di MANDALARI e dei suoi accoliti si coglie bene in una conversazione di costui con ASCONE a proposito dell'avv.to Fazzari, le cui posizioni sono pienamente condivise e ciò a tal punto che Mandalari pensa di affiliarlo formalmente:
ASCONE chiede a MANDALARI se lui l'avvocato (ndr FAZZARI Gianantonio) lo ha conosciuto adesso o lo conosceva da prima. Il discorso viene interrotto da PANETTA che asserisce che MANDALARI ha conosciuto l'avvocato adesso tramite SALVATORE (ndr ALECCI Salvatore). MANDALARI risponde ad ASCONE confermando il discorso di PANETTA. ASCONE aggiunge che l'avvocato è uno di loro. MANDALARI da prima non capisce e chiede in che senso. ASCONE replica dicendogli che è dalla loro parte.
MANDALARI ribatte dicendo ad ASCONE che aveva capito un'altra cosa (ndr che era affiliato alla 'ndrangheta) e che comunque volendo lo potrebbero portare all'orto per fargli il battesimo. MANDALRI racconta ad ASCONE che l'altro giorno NINO (ndr LAMARMORE Antonino) gli ha detto che un suo cugino aveva a che ridire su l'avvocato FAZZARI, ma che lui (ndr MANDALARI ) lo ha subito interrotto dicendo a LAMARMORE di riferire a questa persona che l'avvocato ha fatto del bene sia a MANDALARI che a tutto Bollate e che è un nostro amico, tanto per fargli capire che è una cosa nostra.
- Il 23.5.09 Mandalari inizia a fare campagna elettorale, parla con Runca Giovanni, dicendogli di non prendere alcun impegno elettorale a Bollate in quanto vi sarà la lista di Mandalari e parlando del nuovo "partito". E' inquietante - e merita di essere trascritta - la conversazione laddove RUNCA quasi per celia paventa che stavolta li arresteranno tutti e MANDALARI parla della utilità di "arruolare" avvocati da presentare come professionalmente utili per i "problemi" degli elettori in pectore, il che la dice lunga su chi possano essere costoro.
MANDALARI " Oh A BOLLATE no facciamo che qualcuno prende impegni, che stiamo facendo un partito, io, Rocco (ndr Ascone Rocco), non facciamo...non mi fate...io sto facendo un partito, una cosa seria!.Giovanni! "
RUNCA "Ho capito! "
MANDALARI "Avvocati, imprenditori, qua.. "
RUNCA "A questo giro.... "
MANDALARI "C'è dentro la figlia di Rocco! Personalmente "
RUNCA "Ho capito, che a questo giro ci levano (ndr arrestano) a tutti! "
MANDALARI "Non ti levano proprio stai tranquillo! "
RUNCA "A sto giro con questa scusa..... "
MANDALARI "Stiamo facendo i bravi ragazzi, non ti...stiamo lavorando puliti! "
RUNCA "E ..bisognerebbe ... "
MANDALARI "Non prendere impegni a Bollate con nessuno! "
RUNCA "Bisognerebbe fare, con i ragazzi, di 20, 25 anni"
MANDALARI "Ce li abbiamo! "
RUNCA "Si? Tutti quelli che ...inc...in via Turati, in zona Rho, un centinaio, no? "
MANDALARI "Quelli che dici tu. E a quello ci devi pensare tu! "
RUNCA "Bisognerebbe prenderli.. "
MANDALARI "Giovanni! Ascolta.! Non ti preoccupare!"
RUNCA "Anche una serata! "
MANDALARI "Se li conosci tu...non ti preoccupare! Noi stiamo facendo un partito nuovo, i nipoti di Rocco (ndr ALECCI Salvatore e CARBONARA Lorenzo), due avvocati, "
RUNCA "Salvatore? "
MANDALARI " Salvatore! Un avvocato di la sopra, un altro avvocato glielo sto portando, forse io gli metto mia nipote che è un avvocato (ndr MANDALARI Marcella figlia di MANDALARI Nunziato), e ‘sti ragazzi hanno pure bisogno dell'avvocato! Perché ogni tanto gli arrestano! Comincia a spendere qualche parola, che la faremo una cena di queste non ti preoccupare! "
RUNCA " ...inc... "
MANDALARI " Tu si però! Salvatore ci vuole! Noi non ci siamo. io e Rocco non veniamo! Ma uno di noi ci deve essere! " (...)
RUNCA "No ma io... "
MANDALARI "Noi in questo momento dobbiamo cambiare residenza! Noi dobbiamo cambiare residenza! Dobbiamo cambiare residenza! Ciao Giova..ti chiamo lunedì eh.. "
In diritto, la finalità politico - elettorale è stata inserita nel corpo dell'art. 416 bis c.p. dall'art. 11 bis d.l. 306/92.
Richiamando quanto emerge dall'intercettazione della conversazione di cui sopra intercorsa tra Mandalari e Runca Giovanni, il PM afferma che quando Mandalari, capo della locale di Milano, invita Runca a non prendere impegni elettorali, in buona sostanza commette il reato di coercizione elettorale di cui all'art. 87 dpr 570/1960, posto che "Ai fini della configurabilità del delitto previsto dall'art. 97 d.P.R. 30 marzo 1957 n. 361 (in tema di elezioni della Camera dei Deputati, ma la medesima condotta è prevista per le elezioni comunali dall'art. 87 dpr 570/1960) costituisce mezzo illecito atto a diminuire la libertà degli elettori, e quindi mezzo di pressione per costringere costoro a votare in favore di un determinato candidato, il procurato sostegno alla candidatura da parte di un'associazione mafiosa operante nella zona interessata alle elezioni, comunque esso si manifesti pubblicamente ovvero con modalità tali da darne sicura contezza, (nella specie attraverso la propaganda elettorale, mediante la presenza del capo dell'associazione o degli associati nell'organizzazione e nei luoghi della campagna elettorale, ovvero dinanzi alle sezioni elettori nei giorni delle votazioni) in forza della capacità di intimidazione dell'associazione, non essendo invece necessario l'adozione di mezzi violenti o di specifiche minacce nei confronti dei singoli elettori. (Cass. 3128 / 1992).
In realtà, dal tenore delle conversazioni intercettate alle quali ha partecipato RUNCA, non si può allo stato affermare che vi sia stata alcuna intimidazione ancorché ambientale: anzi, RUNCA - che sarebbe primo cugino della moglie del fu NOVELLA Carmelo - appare piuttosto connivente "avvicinato" e convinto collaboratore del MANDALARI che vittima (capo 93)".
Anche qui il Prefetto ha mai mandato una Commissione di Accesso per accertare i condizionamenti del Comune di Bollate? No! Se ne parla? No!
Ed a Cologno Monzese? La storia cambia? Cambia solo il mezzo. Qui non è una lista civica ma un candidato del centrosinistra, nella lista Riformisti in sostegno del del candidato Soldano del Pd, la testa di ponte della 'ndrangheta. Si tratta di Valle Leonardo "figlio del capobastone VALLE Francesco, è coniugato con LAMPADA Maria Concetta sorella di LAMPADA Francesco, mentre VALLE Maria, figlia di VALLE Fortunato, è coniugata con LAMPADA Francesco" "nato l'8.04.1972 a Reggio Calabria e residente a Cologno Monzese (MI) ... (S.D.I. positivo: associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere, usura, estorsione, favoreggiamento, disciplina della propaganda elettorale - sanzioni per chi distrugge o affigge manifesti L. 212 / 1956 art. 8 comma 1 e possesso ingiustificato di valori)".
Se negli atti della DDA vi è un resoconto dettaglio degli incontri e contatti per il sostegno elettorale del "locale" di Desio (così come degli altri "locali" della Provincia ed i massimi vertici 'ndranghetisti della Regione) al proprio candidato al Comune di Cologno Monzese, nell'Ordinanza dell'Operazione INFINITO il Gip di Milano ha sintetizzato:
"Nella conversazione di aui al prog. 3372 del 20 maggio 2009 PANETTA parla dapprima della cena elettorale che LONGO Bruno sta organizzando presso il ristorante la MASSERIA di Cisliano per sostenere la candidatura di VALLE Leonardo alle elezioni comunali di Cologno Monzese ( PANETTA, come molti altri affiliati della LOMBARDIA, vi prenderà parte). [...]
MAGNOLI è dunque uno ‘ndranghetista di lungo corso è ciò spiega la sua partecipazione al pranzo "elettorale" che si è svolto il 23 maggio 2009 presso il ristorante " LA MASSERIA" di Cisliano ed organizzato da LONGO Bruno al fine di presentare la candidatura di Leonardo VALLE alle elezioni comunali di Cologno Monzese.
Ovviamente come "numero due" di Cormano MAGNOLI partecipa alle varie cerimonie di affiliazione e concessione di doti che caratterizzano la vita del locale. In particolare, è presente il 31.10.2008 presso l'officina di PANETTA e poi presso il ristorante la RETE allorché si festeggia la concessione delle doti al fratello di PANETTA, a FUDA Pasquale e ad ALBANESE Giuseppe..."
Ed il clan VALLE è difficile non conoscerlo... soprattutto nei territori dove opera da tempo... da Vigevano a Pavia, tanto per rimanere in zona... [leggi l'estratto - l'Ordinanza integrale sulla cosca Velle, clicca qui]
Ed allora la domanda, di nuovo: a Cologno Monzese il Prefetto ha mandato una Commissione di Accesso? No! Se ne parla? No! E qui, nell'ambito politico, tutti silenti pur essendo noto lo spessore criminale dei Valle.
Poi si dovrebbe anche scendere nel particolare delle Amministrazioni (ed Imprese) che hanno fatto fare affari d'oro, ad esempio, al gruppo STRANGIO-PEREGO-PAVONE... Ovvero ad una delle fortezze degli affari della 'ndrangheta in Lombardia (e non solo), il Gruppo Perego, che sempre la DDA di Milano ci ha permesso di conoscere con gli atti dell'Operazione TENACIA a cui rimandiamo integralmente.
Ed il Comune di Cesano Maderno, su cui abbiamo accennato all'inizio, essendo sotto l'egida del "locale" di Desio? Anche di questo si parla chiaramente nell'Ordinanza INFINITO, ed anche qui appare evidente che il risultato elettorale rappresenta un futuro di "lavoro" per la 'ndrangehta... Ecco un estratto dagli atti della DDA di Milano:
"L'argomentata funzione di POLIMENI Candeloro, si sviluppa nel partecipare allo zio MOSCATO Saverio le notizie d'interesse, nel frattempo intervenute, anche nel campo della politica locale, che possono riguardare i progetti futuri della cosca (...va bene almeno lavoriamo...). In tal senso va letta la conversazione telefonica, nella quale il POLIMENI informa MOSCATO Saverio dell'esito, comunicatogli dai fratelli SGRO' Giuseppe ed Eduardo Salvatore, delle elezioni amministrative presso il Comune di Cesano Maderno, ove per 200 voti in più, è stato eletto sindaco ROMANO Maria Letizia. "...omissis...POLIMENI Candeloro:-vedi che ha vinto la ROMANO'. MOSCATO Saverio:-ha vinto la ROMANO'? POLIMENI Candeloro:- si, si...omissis...ma chi te lo ha detto? POLIMENI Candeloro:-ha chiamato Salvatore (ndr inteso SGRO' Eduardo Salvatore) a Peppe (ndr inteso SGRO' Giuseppe)...omissis...MOSCATO Saverio:-per 200 voti? POLIMENI Candeloro: si. prepara i soldi per la cena, per questa sera ha detto Peppe. MOSCATO Saverio:- va bene, almeno lavoriamo, va bene, dai...omissis..."
Anche in questo caso il Prefetto ha mandato una Commissione di Accesso? No! Se ne parla? No!
Ed il Comune di Borgarello? E' uno degli Enti Locali provincia di Pavia in cui gli 'ndranghetisti la facevano da padroni. Qualche settimana, con i nuovi provvedimenti emessi dal Gip di Milano su richiesta della DDA di Milano, è finito in carcere, arrestato dalla Dia, anche il sindaco di Borgarello, Giovanni Valdes. Anche qui gli affari della 'Ndrangheta avevano porte aperte in Comune, come nel caso di aggiudicazione di aree per nuove speculazioni, come il Centro Commerciale della Pfp (di Novi Ligure). [Leggi qui i documenti pubblicati dal Circolo Pasolini di Pavia, da sempre in prima linea con Irene Campari nel contrasto a mafie e collusioni]
Ed ancora: il Prefetto ha mandato la Commissione di Accesso? No! Anzi qui supera se stesso (e pure i colleghi lombardi che restano immobili). Il Prefetto di Pavia, Ferdinando Buffoni, ha dichiarato: "Commissariare il Comune di Borgarello? Non ci sono i presupposti" aggiungendo "Il sindaco è impedito nelle sue funzioni, ma l'attività può essere portata avanti da chi riveste il ruolo di vice". Una dichiarazione inaccettabile perché la Commissione di Accesso doveva mandarla subito, dimissioni o meno del sindaco... anche perché, come già spiegato, in caso di dimissioni si procede ad un Commissariamento "ordinario" e non ad uno scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose con nomina di una Commissione per la gestione (e le verifiche) nell'Ente. Così, mentre il Prefetto faceva il Ponzio Pilato di turno, la guida del Comune di Borghello è passata al vicesindaco Giovanni Poma (che intanto è stato sospeso per tre mesi dalla Lega Nord, un provvedimento più duro pareva troppo ai "duri" leghisti, sic!)... e quando il sindaco-detenuto incassata la solidarietà anche dell'Opposizione si è dimesso formalmente cosa è successo? Il Prefetto ha tirato il suo sospiro di sollievo: nominare un commissario per la gestione dell'ordinaria amministrazione... così evitando di avviare un indagine amministrativa sul Comune di Borgarello e quindi lasciando senza accertamento delle responsabilità precise (di eletti e funzionari) anche questo Comune amico delle cosche.
Ed allora la questione Desio? E' un frammento dello scacchiere su cui la 'ndrangheta ha messo le sue radici grazie alla spregiudicatezza di politica (trasversalmente), amministrazione pubblica ed imprese, che, da un lato per ingenuità ed ignoranza e dall'altro per contiguità, corruttele e voglia di guadagni facili, hanno aperto le porte dell'inferno. Un frammento importante su cui non ci sarà, grazie all'auto-scioglimento del Comune, alcun inchiesta amministrativa!
Il problema è che la politica in Lombardia (come altrove) ha scelto la via più semplice: è passata dal negazionismo ad una devastante visione strabica... che, tra l'altro, per le ragioni dette all'inizio, rischia di negare l'accertamento delle responsabilità politiche ed amministrative nelle amministrazioni pubbliche. Infatti, con gli auto-scioglimenti, come nel caso di Desio (o quello citato eclatante di Fondi), si chiude il capitolo, non c'è verifica - se non quella difficile, tortuosa e lunga che eventualmente, e non sempre, può portare l'Autorità Giudiziaria, sul piano prettamente penale -, e si ricomincia.
La questione è quindi pretendere che i Prefetti facciano urgentemente il loro dovere pienamente... In altre parole: mandino Commissioni di Accesso, composte da persone competenti ed affiancate dai reparti investigativi (come Dia, Gico, Sco e Ros), nei Comuni dove i fatti dicono che la presenza delle cosche mafiose ha avuto, quantomeno, contatti con i settori amministrativi ed elettivi. Questa rivendicazione dovrebbe venire prima di tutto dalla politica... anche perché se non hanno nulla da temere, come sistematicamente affermano quando si alza il velo su ombre (se non peggio) delle loro amministrazioni, cosa temono da un indagine amministrativa? Non dovrebbero temere nulla, se hanno la coscienza a posto... anzi, una Commissione di Accesso competente potrebbe anche cancellare le "ombre", no?
Detto questo, ecco un ampio capitolo, dagli atti della DDA di Milano, sul "locale" della 'ndrangheta di Desio, così che chiunque possa leggerlo, capire e quindi valutare... clicca qui