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Speciale elezioni regionali Liguria 2020

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Lo speciale sulle elezioni regionali in Liguria 2020 con tutte le pubblicazioni

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Breakfast, Invisibili e 'ndrangheta stragista

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Qualche novità sui Fotia, tra passati e presenti

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'Ndrangheta in Liguria | il contesto che ha colpito Rolando Fazzari

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Quando l'omertà fa negare anche un agguato in pieno giorno

Siamo nello specchio della Calabria, in Liguria. Qui l'omertà è più ferrea che in Calabria. Qui è soprattutto figlia dell'opportunismo e di pesanti cointeressenze. Non dettata dalla paura, ma da una consapevole scelta di cessazione di sovranità. Un omertà protetta (e alimentata) prima di tutto dal negazionismo istituzionale di quei Sindaci, amministratori pubblici, politici, ed in alcuni casi anche esponenti delle Forze dell'Ordine e della Magistratura...

Albenga terra storica, con la sua piana, del radicamento conclamato dei GULLACE-RASO-ALBANESE, ha visto ancora di recente il Sindaco intervenire pubblicamente per negare che lì ci sia la 'ndrangheta. A Ceriale idem, anche dopo la più tipica intimidazione mafiosa: tre colpi d'arma da fuoco sparati su una serranda nella notte. A Camporosso, nell'estremo ponente ligure, in quella terra dell'imperiese di Scajola, ci risiamo e sembra andare in scena quanto già visto con il noto PARODI Pier Giorgio. Nel suo caso, due uomini del MARCIANO' Giuseppe detto “Peppino”, il ROLDI ed il CASTELLANA, lo attesero in pieno giorno lunga la strada, lo fermarono e spararono i loro pallettoni all'auto del PARODI. Lui non denunciò. Coprì i fori dei proiettili con gli adesivi. Quando venne convocato dagli inquirenti negava l'accaduto. Disse che era solo uno scherzo, pur di negare i suoi rapporti con la malapianta.

Ora a Camporosso i colpi d'arma da fuoco sono finiti non su un auto e nemmeno su un muro o una serranda. Hanno colpito alle gambe due persone, uno dei quali un Consigliere Comunale, CORDI' Francesco detto “Gianfranco” e di un suo amico, SIMBARI Emilio. Gambizzati nella mattinata, non facevano denuncia e nemmeno si recavano al pronto soccorso. Andranno a farsi medicare all'Ospedale (12 ore dopo) solo la sera... e CORDI' sulla sua pagina facebook cercava di negare l'accaduto: sto bene, tutto falso quel che scrivo i giornali.

E questa non è forse una cappa omertosa più pesante di quella che permane al sud? Si. Lo è. Così come nel savonese, ci sono imprese vittime di attentati e/o furti da parte degli uomini dei GULLACE-RASO-ALBANESE, ad esempio, che invece che denunciare, cedono i lavori agli uomini della 'ndrangheta. Alcuni degli imprenditori vittime addirittura si addossano le colpe: se mi hanno incendiato il camion, dopo che gli ho negato la cessione di un lavoro, è perché ho sbagliato io. Chiaro?

Torniamo a Camporosso. Qui già negli anni passati si erano visti recapitare al parroco dei proiettili. Qui gli attentati si susseguono come se nulla fosse. Ancora nella recente campagna elettorale abbiamo assistito a due attentati eclatanti che hanno distrutto due stabilimenti balneari, il "BARAONDA" e poi il "TABLE TOP NERVIA TEAM". In campagna elettorale ovviamente “silenzio assoluto” sulla bazzecola.
Le elezioni qui hanno visto trionfare nella corsa del più votato (e poi nominato Vice-Sindaco) MORABITO Maurizio, nipote del più noto MORABITO Antonio, l'Ambasciatore italiano al Principato di Monaco (quello del caso MATACENA-SCAJOLA). Con MORABITO “mister preferenze” appoggiato dal “FAI” (che a Ventimiglia candidava GIACOBELLI Vincenzo, sindacalista legatissimo ai MARCIANO') è stato eletto in Consiglio Comunale, nella Maggioranza, anche quel CORDI' Francesco (lavoratore frontaliere al Principato di Monaco presso la SBM), ora vittima dell'agguato (prima pestato e poi gambizzato) insieme e come il suo amico SIMBARI Emilio.

Un passo indietro. Il SIMBARI era già stato vittima nel 2013 di un attentato. Il suo bar “Vecchia Trattoria degli Amici” era stato devastato da un incendio doloso il cui autore è stato individuato (con tanto di riprese delle videocamere) il CRUDO Francesco (residente a Mentone) della nota famiglia CRUDO di Camporosso, il cui anziano padre negli anni scorsi è stato tratto in arresto perché nell'armadio, tra una sciarpa, la coppoletta (d'ordinanza) e la sciarpina, teneva pure bello funzionante un bel cannemozze (mica può mancare in una casa di “rispetto” no?). Il CRUDO dopo essere finito all'ospedale con una prognosi di 30 giorni per aver perso un corpo a corpo con il SIMBARI pensò bene, incurante di essere ripreso dalle telecamere (foto a lato), di andare con tanica di benzina e fiamma a compiere la sua personale vendetta... Cosa si pretendeva, che andasse a far una denuncia per le percosse subite? Suvvia...

Tornando ai nuovi fatti al SIMBARI il proiettile ha oltrepassato la coscia... una “bazzecola” per gli uomini duri, che non è mica da denunciare. Figuriamoci. Il problema è invece sorto perché a CORDI' Francesco il proiettile si è conficcato nel piede ed alla fine stringere i denti non è bastato. Ha resistito dalla mattina alla sera, ma poi è dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso per far estrarre il proiettile. Denuncia, ovviamente manco a parlarne. Da queste parti? Mai!

Eppure, visto l'esito dell'efficace e rapida indagine della Polizia di Stato, il CORDI' conosceva bene chi prima lo ha menato e poi gli ha sparato, in pieno giorno a Camporosso. Infatti è emerso che CATALANO Domenico, 55 anni di Ventimiglia ed originario di Gioia Tauro,  si è risentito perché il contratto di lavoro del figlio non fosse stato rinnovato dalla SBM di Montecarlo (da cui dipendono 32 ristoranti, 5 casinò, 4 alberghi, 7 bar e night club, 3 spa, 4 club sportivi e 3 sale da spettacoli). Il CATALANO Domenico riteneva quindi il CORDI' responsabile e che ha fatto? Semplice: ha fatto salire da Gioia Tauro il nipotino ventiduenne CATALANO Antonio. Questi ovviamente è salito con un tipico "pacco natalizio": una pistola cal. 8 con matricola abrasa. Insieme, i CATALANO, sono andati a regolare i conti con il CORDI' ed il suo amico. Ora i due CATALANO sono stati arrestati solo grazie alla rapida attività di indagine della Polizia di Stato.

La questione centrale però resta aperta e si chiama OMERTA'.

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