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Speciale elezioni regionali Liguria 2020

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Lo speciale sulle elezioni regionali in Liguria 2020 con tutte le pubblicazioni

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Breakfast, Invisibili e 'ndrangheta stragista

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Qualche novità sui Fotia, tra passati e presenti

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'Ndrangheta in Liguria | il contesto che ha colpito Rolando Fazzari

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Rolando Fazzari ha denunciato la 'ndrangheta, a partire dai suoi familiari. Lo hanno isolato e colpito, portandolo alla chiusura della…

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Blitz del Gico di Genova sulle bische

Bische mascherate da Circoli Culturali e Ricreativi scoperti dal Gico di GenovaLo abbiamo sempre detto e sostenuto. Lo abbiamo denunciato pubblicamente ed abbiamo segnalato a chi di dovere. Ringraziamo pubblicamente il Gico della Guardia di Finanza di Genova che a conclusione di una lunga indagine ha iniziato a colpire quelle bische clandestine che, mascherate da circoli ricreativi e culturali, alimentano la piaga dell'azzardo (e, quindi, quella connessa dell'usura), piaga sociale colpevolmente dimenticata e ignorata dalle Istituzioni come dagli Enti di promozione sociale che evitano, sistematicamente, di effettuare quei controlli sui propri affiliati che permetterebbero di evitare la nascita stessa di bische mimetizzate. La cosa curiosa è che in questo "nuovo panorama" dell'azzardo si ritrovino personaggi che precedentemente erano e agivano su fonti contrapposti... ma come si sà il business del crimine organizzato non conosce limiti e fa superare contrapposizioni che rischierebbero di compromettere l'invisibilità e l'insabbiamento delle attività criminali. La rassegna stampa sull'operazione del Gico del 28 e 29 novemvre 2008...



28.11.2008 - Il Secolo XIX
Blitz della Finanza nelle case da gioco clandestine
Emanuele Capone

Duro colpo della guardia di Finanza di Genova a un'organizzazione impegnata nella gestione di alcune case di gioco clandestine. Nella notte fra il 26 e il 27 novembre, i militari hanno fatto scattare il blitz, che alla fine ha portato all'individuazione di vere e proprie bische fra il capoluogo ligure, il basso Piemonte e la Toscana, al sequestro di un'ingente mole di materiale e alla denuncia di 35 persone.

I finanzieri hanno accertato che in alcuni "circoli ricreativi" in realtà si organizzavano abusivamente tornei di poker con premi in denaro, si giocava d'azzardo e si gestivano scommesse clandestine su molti eventi sportivi, in prevalenza quelli calcistici. In particolare, nel mirino sono finiti l'Italian Rounders Genova di corso Torino, il Genoa Club di via Geirato e l'Himpero's di via Bari.

Nel Genoa Club di via Geirato sono stati sequestrati circa 27.000 euro fra contanti e assegni, documenti che testimoniano le scommesse sportive, fiche, carte, timer e altro materiale; in corso Torino, invece, secondo quanto riferito dagli inquirenti in una nota stampa, i militari hanno scoperto che venivano utilizzate raffinate apparecchiature elettroniche (come microcamere nascoste in bottoni o negli arredi) per truccare l'esito delle partite ai danni dei giocatori. Dal verbale di sequestro in possesso del legale difensore dei dirigenti del circolo, l'avvocato Stefano Sambugaro, non risulta il sequestro di alcun tipo di apparecchiatura tesa al monitoraggio delle giocate al tavolo verde.

Secondo la Finanza, a capo dell'organizzazione c'era Ubaldo Mario Rossi, un pregiudicato che nel suo passato conta un sfilza di malefatte (leggi in coda), a cominciare dal rapimento di Sara Domini - capo della cosiddetta "banda degli ergastolani", contrapposta in passato ai clan mafiosi presenti in Liguria - attualmente in semilibertà nel carcere di Chiavari; il suo braccio destro, l'esperto di questioni "tecniche", sarebbe Carlo Musso, altro pregiudicato. Secondo quanto accertato, parte dei proventi venivano utilizzati per il sostentamento di altri componenti storici della "banda degli ergastolani", come Vittorio De Vincenzi (in carcere a Sulmona), Paolo Dongo (detenuto a Volterra) e Bruno Turci (in carcere a Opera).

Nella stessa operazione, durante una serie di perquisizioni, in casa di Alessandro Moretti (32 anni, aretino, residente a Genova) sono state trovate sette piante di cannabis e 380 grammi di foglie di marijuana; Moretti è stato arrestato.


28.11.2008 - AGI

CHIUSE BISCHE CLANDESTINE, OPERAZIONE GDF GENOVA

Una ramificata organizzazione criminale operante a Genova e dedita al controllo ed alla gestione di "circoli ricreativi" all'interno dei quali si consumavano gioco d'azzardo e scommesse clandestine su eventi sportivi (prevalentemente calcistici) e' stata individuata e disarticolata dagli uomini del Gico (Gruppo di Investigazione sulla Criminalita' Organizzata) del Nucleo di Polizia Tributaria del capoluogo ligure. Le indagini erano state avviate alcuni mesi fa. L'avvio degli approfondimenti investigativi ha consentito di scoprire l'esistenza di un'associazione "sportiva" ubicata in corso Torino. Le indagini hanno permesso di delineare con chiarezza l'organizzazione criminale, che aveva al vertice il pluripregiudicato Ubaldo Mario Rossi, capo della cosiddetta "Banda degli Ergastolani" - la ben nota realta' criminale genovese tradizionalmente antagonista dei clan mafiosi presenti in Liguria, - detenuto in regime di semiliberta' a Chiavari,che si avvaleva per gli aspetti "tecnici" di Carlo Musso, gia' condannato per reati specifici. Il sodalizio ha riproposto un modello gia' collaudato in passato, riavvalendosi di soggetti di comprovata fedelta' ed affidabilita' "professionale", che consentivano di ottenere percentuali dell'illecito profitto derivanti dalla gestione di alcuni circoli socio - ricreativi di Genova, come il Circolo "Italian rounders Genova" di corso Torino, il Circolo Endas U.S. "Pro Figaro - Genoa Club" di via Geirato ed il Circolo Endas "Himpero's" di via Bari. Durante l'indagine sono state riscontrate evidenze sul fatto che i fraudolenti introiti potessero essere destinati al sostentamento di altri componenti storici della "banda degli Ergastolani", individuati in Vittorio De Vincenzi, attualmente detenuto presso la Casa di Reclusione di Sulmona, Paolo Dongo, attualmente detenuto presso la Casa di Reclusione di Volterra e Bruno Turci, attualmente detenuto nel carcere di Milano/Opera. Il giro d'affari illecito non e' trascurabile: nel corso dell'indagine, infatti, qualche mese fa, un blitz presso il Circolo Endas "U.s. Pro Figaro - Genoa Club" di via Geirato permise di infliggere un primo, durissimo colpo all'organizzazione sotto indagine: furono sequestrati circa 27mila euro tra denaro contante ed assegni; documenti relativi a giocate effettuate su incontri di calcio nazionali ed esteri, materiale strumentale all'esercizio abusivo di scommesse clandestine (ex art. 4 L. 401/89), nonche' fiches, carte, timer ed altro materiale strumentale all'esercizio del reato di gioco d'azzardo.

In quell'occasione, furono anche colti in flagranza nel momento della "spartizione" dei proventi delle scommesse clandestine e denunziati all'A.G. genovese Marco Dalta, Giovanni Calautti e Pietro Badagliacca i cui ruoli all'interno dell'organizzazione sono stati poi chiariti in modo tale da poterli considerare organicamente inseriti nel sodalizio criminale. Le indagini hanno inoltre consentito di individuare un sofisticato sistema audiovisivo occulto, installato presso il Circolo "Italian Rounders Genova" di corso Torino, utilizzato per truccare l'esito delle partite di poker, ai danni degli ignari giocatori. All'interno di quest'ultimo circolo e' stata inoltre appurata l'organizzazione e la gestione clandestina (senza le previste autorizzazioni AAMS e di P.S.) di tornei di poker nella versione denominata "Texas Hold'em". Questi eventi, infatti, a seguito del D.L. 223/2006 (il c.d. decreto "Visco - Bersani"), sono stati classificati dal legislatore quali "giochi di abilita'", attivita' che la normativa vigente riserva allo Stato e soggetti, ai sensi della Legge 401/89, a concessioni AAMS e autorizzazioni di Pubblica Sicurezza. L'epilogo dell'altra notte ha portato all'esecuzione di oltre 20 perquisizioni personali e domiciliari, di persone e circoli ricreativi in Genova, Basso Piemonte e Toscana.
  Impressionante la mole di materiale sequestrato, tra cui sofisticate microapparecchiature video occultate in "pochette" e bottoni o inserite all'interno di elementi di arredamento (quadri e lampade), computer abilitati alla connessione web a siti illegali per il gioco del poker, ricetrasmettitori, sistemi di segnatura delle carte da gioco, titoli di credito per oltre 6.000 euro. L'effetto sorpresa determinato dagli accessi effettuati in piena notte ha permesso di rinvenire, all'interno dell'abitazione di uno degli indagati, anche 7 rigogliose piante di cannabis e 380 grammi di foglie marijuana pronte per l'illecito uso. Nella circostanza e' stato arrestato, in flagranza di reato, Alessandro Moretti, trentaduenne, genovese di nascita ma aretino di adozione. Al termine della massiccia operazione notturna, pertanto, 35 soggetti (15 dei quali giocatori d'azzardo sorpresi in flagranza di reato) sono stati denunziati per svolgimento di tornei di poker non autorizzati.


 

dal sito "ildue.it" Net Magazine di San Vittore

L'evasione fallita da Porto Azzurro nel 1987
Guido Conti

Il 25 agosto 1987 alle ore 10.30 sei detenuti del carcere di Porto Azzurro sull'isola d'Elba (Li) tentarono una clamorosa evasione.

Si trattava di personaggi noti alla cronaca nera: Mario Tuti, Mario Ubaldo Rossi, Mario Marrocu, Gaetano Manca e Mario Cappai.
Il piano era stato studiato con cura: per prima cosa immobilizzarono, nei pressi del campo sportivo, due agenti di custodia, Sebastiano De Muro e Antonio Fedele.
Marrocu e Cappai rimasero sul posto, mentre Rossi e Manca si diressero verso la Galleria per raggiungere Mario Tuti e Mario Tolu, che si trovano nel corridoio in attesa di un'udienza con il direttore del carcere, il dott. Cosimo Giordano.

Tutto era pronto per mettere in atto un'evasione lampo usando l'auto blindata in dotazione al direttore con la quale guadagnare rapidamente l'uscita e quindi la libertà.
Rivolsero la richiesta al maresciallo Stanislao Munno che si offrì per andare a prendere l'auto; Tuti gli ordinò allora di tornare entro cinque minuti, altrimenti avrebbe ucciso il brigadiere Matta.
Egli tuttavia, invece di fare ritorno con l'auto del direttore, fece scattare l'allarme nel carcere.

I detenuti si resero ben presto conto che la macchina non sarebbe arrivata e così, dopo aver lasciato andare un agente colpito da collasso, l'appuntato Luigi Erme, decisero di spostare il loro teatro di manovra dalla zona del piano terra della sezione chiamata "Porta Ergastolo" al quarto piano, dove si trova l'infermeria.

Le chiavi furono sottratte in un lampo agli agenti di custodia che erano in servizio in quel posto, e al terzo piano l'appuntato Luciano Buono, preso anche lui in ostaggio, fu costretto ad aprire anche quel cancello.
L'infermeria diventò in questo modo il nuovo luogo d'azione.

Chi sono i protagonisti dell'evasione:

Il leader: Mario Tuti
A capo della rivolta sembrava esserci Mario Tuti, noto pluriomicida, e terrorista nero.
Curiosa la storia di Tuti, una doppia vita scoperta quasi per caso la sera del 24 gennaio 1975.
Tuti, fino a quel giorno, veniva descritto come "una brava persona", tanto da essere raccomandato 'caldamente' per un posto alla Cassa di Risparmio addirittura dall'arcivescovo di Firenze, Ermenegildo Florit.
Tuti, impiegato grigio di giorno, bombardiere nero di notte.
Fino al gennaio 1975 era un tranquillo geometra di Empoli, con un comodo posto in comune e la passione delle armi e delle arti marziali; un fascista con un forte senso del sociale, ma che pareva accontentarsi delle chiacchiere.
Questa immagine è probabilmente quella che avevano il brigadiere di pubblica sicurezza, Leonardo Falco, e gli appuntati Giovanni Ceravolo e Arturo Rocca che, su ordine della questura di Firenze, andarono a casa di Tuti per un controllo sulla sua collezione di armi.
Tuti quel giorno avvertì un immaginario pericolo, pensò a un suo coinvolgimento negli attentati dinamitardi dell'epoca e, mentre mostrava ai poliziotti la sua "Santabarbara", imbracciò un fucile uccidendo sul colpo il brigadiere Falco e l'appuntato Ceravolo.

Poi si diede alla fuga dirigendosi verso la Francia, dove rimase in libertà fino al 27 luglio 1975.
Nel mese di maggio la magistratura italiana lo condannò all'ergastolo per il duplice omicidio in casa sua, così il 26 agosto il tribunale di Aix en Provence concesse la sua estradizione.
Iil 13 dicembre Mario Tuti arrivò in Italia dopo un arresto con tanto di sparatoria, e la storia di questo personaggio inquietante cominciò a trapelare.
Ci vollero però più di dieci anni per cominciare a sbrogliare l'intricata matassa della strategia della tensione e provare che Tuti era stato uno dei protagonisti della destra eversiva, una persona pronta alla strage.

Il 26 aprile 1976 la Corte d'Assise di Arezzo condannò Tuti a venti anni di reclusione per reati connessi alla sua appartenenza al Fronte nazionale rivoluzionario. Il 30 novembre la Corte di Cassazione confermò la condanna all'ergastolo per gli omicidi di Empoli.
Saltarono fuori anche gli attentati commessi nel 1974 e nel gennaio 1975 sulla linea ferroviaria Firenze-Roma, e la catena si allungò con la strage dell'Italicus del 4 agosto 1974 che causò 12 morti e 48 feriti.
Il processo Italicus ebbe inizio il 3 novembre 1981, ma il 20 luglio 1983, fra la delusione della gente che credeva che, dopo tanti anni, fosse ormai arrivata l'ora della giustizia, Mario Tuti venne invece assolto in primo grado per insufficienza di prove.

Tuttavia al processo d'appello, con sentenza 18 dicembre 1986, i giudici lo condannano di nuovo all'ergastolo.
Nel frattempo il terrorista nero non era rimasto inattivo: il 13 aprile 1981, insieme a Pierluigi Concutelli aveva strangolato, nel carcere di Novara, Ermanno Buzzi, condannato per la strage di Brescia.
Sembra che Buzzi stesse per fare "importanti rivelazioni" alla magistratura sul conto del Tuti, anche se quest'ultimo diede una diversa motivazione.

Il neofascista empolese nel frattempo non si è mai pentito, non ha mai chiesto perdono e dal carcere continuava ad inviare messaggi ai neri in libertà, sempre pronti a vendicarlo e ad uccidere in suo nome.
Si considerava un "prigioniero politico", serbava rancore nei confronti della "democrazia senza popolo" e un profondo odio verso "un regime sempre più dispotico e partitocratico", (così era scritto sul suo diario sequestrato nel 1975).
In seguito fu assolto dall'accusa di strage del treno Italicus.

Il gangster Ubaldo Mario Rossi
Ruolo di notevole rilievo nel gruppetto dei sei detenuti in rivolta fu svolto da Ubaldo Mario Rossi, 33 anni, gangster genovese condannato per il rapimento della piccola Sara Domini, bambina di dieci anni figlia del titolare della "Geloso", e per quello di Giovanni Schiaffino, figlio ventenne di un dirigente d'azienda.

Mario Rossi era il più temuto componente di una banda che a Genova, oltre ai rapimenti, compiva rapine nelle banche e negli uffici postali.
Il suo certificato penale riportava anche un omicidio: quello di Moreno Quezel, pregiudicato argentino ucciso a Milano nel 1986 per un regolamento di conti.
Quando è iniziata la rivolta Rossi doveva scontare un ergastolo sostanziale e la data della scarcerazione era fissata, secondo gli archivi del Ministero di Grazia e Giustizia, per il 2094.
In Lombardia, secondo polizia e carabinieri, aveva allacciato contatti con personaggi del calibro di Renato Vallanzasca e Francis Turatello, ma Rossi, nonostante la sua fama, negli ultimi tempi non aveva più fatto parlare di sé e di recente aveva assicurato:
"Sono tranquillo e dove sono sto bene".

Gli altri rivoltosi:
insieme a Tuti e Rossi ci sono quattro sardi: Mario Marrocu nato a Pirri il 29 novembre 1959, il trentenne Mario Cappai, Gaetano Manca nato a Cagliari nel luglio del 1951 e Mario Tolu del 1934.
I primi tre hanno una storia giudiziaria comune.
Infatti il Cappai, condannato a 18 anni di reclusione per un omicidio a scopo di rapina, incontrò nel carcere dell'Asinara Ignazio Basciu, un giovane tossicodipendente, suo principale accusatore nel processo per l'omicidio.
Incontrò in quel carcere anche Mario Marrocu e Gaetano Manca, i quali scontavano alcuni anni per furto e rapina.
I due accettarono di vendicare il Cappai e assassinarono Basciu il 22 aprile 1982, massacrandolo con armi rudimentali, come un cucchiaio limato nell'impugnatura e un paio di vecchie forbici.
Furono condannati all'ergastolo.
Fra l'altro Mario Marrocu ha due fratelli arrestati per la detenzione di una pistola alla stazione di Firenze il 10 agosto, due settimane prima dell'inizio della rivolta a Porto Azzurro.
In quei giorni Romeo e Giampaolo Marrocu erano stati anche in visita al fratello in carcere.
Su di loro saranno rivolti principalmente i sospetti e le indagini riguardanti le modalità di ingresso delle armi nel carcere di Porto Azzurro, armi utilizzate durante l'originario tentativo di evasione e, in un secondo tempo, per immobilizzare e minacciare gli ostaggi.

Infine Mario Tolu, il quarto sardo: 53 anni, originario di Nurachi, un paese in provincia di Oristano.
Negli anni Cinquanta alcuni lo chiamavano "su macellaiu", altri Tarzan, per la sua brutalità e la sua forza.
Ventenne fu arrestato per un tentativo di scippo ai danni di due attrici della compagnia di Walter Chiari.
Ben presto divenne un boss potente e temuto e il 27 novembre 1957 la cronaca de L'Unione Sarda intitolava "Catturato a Tuvixeddu il re della malavita".
Il re era Mario Tolu.
Per primo egli aveva capito che, con l'entrata in vigore della Legge Merlin, l'organizzazione della prostituzione poteva diventare una miniera d'oro.

Fu condannato per plagio a 19 anni di reclusione, pena poi diminuita in appello a 14 anni.
Gli era rimasto da scontare solo un anno, ma nel 1971 Tolu non seppe resistere alla tentazione di fuggire dalla colonia penale di Mamone.
Nel 1972 fu sorpreso mentre svaligiava un appartamento e finì di nuovo in cella, ma scappò nuovamente dal carcere di Pianosa.
A Porto Azzurro deve scontare l'ergastolo per aver ucciso, il 21 gennaio 1976, Sebastiano Di Luciano, un suo compagno di fuga, colpevole di un grave sgarro nei confronti della mala...



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Gli articoli del 29.11.2008


Repubblica
Bische illegali, nei guai Marietto Rossi

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Il Secolo XIX
Gli "ergastolani" dietro le bische

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Tags: cosa nostra, genova, gelesi, bische, azzardo, italian rounders, genoa club, himpero's, ergastolani, marietto rossi

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