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Speciale elezioni regionali Liguria 2020

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Breakfast, Invisibili e 'ndrangheta stragista

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Qualche novità sui Fotia, tra passati e presenti

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'Ndrangheta in Liguria | il contesto che ha colpito Rolando Fazzari

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Genova - Consiglio Comunale tra teatralità, negazione dei fatti e "paraventi"

C'è una "cupola" che sta crollando ed è come se nulla fosse. La maschera della teatralità cela la realtà. L'atmosfera del Consiglio Comunale di Genova, nella sua seduta di martedì è emblema della considerazione, pari allo zero, dell'intelligenza dei cittadini. Un insulto alla decenza...


Si è svelata l'ombra della ‘ndrangheta sulle Istituzioni locali, con il "voto di scambio" [Il Secolo XIX - Corriere - Il Sole 24 ore]. L'unico che ne ha fatto cenno è stato il consigliere Enrico Musso. Tutti gli altri hanno ignorato questo macigno!

Tutti hanno sorvolato sui fatti evidenziati dalle carte della Procura, ormai pubbliche da giorni e chiare. I personaggi più volte tirati in ballo direttamente o per funzioni dalla carte delle inchieste (come ed esempio Paolo Veardo per l'asse con la Curia e Gianfranco Tizzi per la Ge.Am nell'inchiesta sul Porto, o ancora la Sviluppo Genova nel cui Cda siede Mario Margini) sono rimasti silenti.

Non un'analisi complessiva delle inchieste della Procura, che smascherano quel "sistema" che domina e soffoca la città (e più in generale l'intera regione). Anzi, da parte della maggioranza del centro-sinistra il tentativo di cancellare la realtà dei fatti, ignorando le responsabilità non solo della Giunta ma dei partiti e dei gruppi stessi, è stato assoluto.

Antonio Bruno (RC) ha sottolineato la sua fiducia nella Vincenzi per la laicità dello Stato, la difesa dei Diritti, la lotta alla precarietà nelle partecipate, la politica del ciclo dei rifiuti.
Bruno Del Pino (Pdci) ha invece sottolineato la sua ispirazione ad Enrico Berlinguer e Sant'Alberto, ribadendo che non bisogna cedere al manuale cancelli per le pressioni dei falsi moralizzatori che vogliono solo aumentare il loro peso politico ("pucciare il biscotto"). [probabilmente riferito all'IdV che già dopo le elezioni politiche ha chiesto di avere un assessore in più]
Umberto Lo Grassio (Ulivo) ha sottolineato che la Giunta ha lavorato bene per poi avanzare un concetto su cui crediamo abbia fatto un po' di confusione: "l'attacco all'illegalità mi troverà sempre pronto a combatterlo" (mah).
Luca Dall'Orto (Verdi) ha sottolineato che la classe politica è onesta ed è la "tesi" di Alessio, secondo cui bisogna pagare per lavorare a Genova, che è sbagliata; evidenziando che Genova ha ancora fiducia nella Vincenzi e la necessità di rilancio di immagine della Giunta, per ribadire che "il nostro assessore" (dei Verdi, nrd) ha lavorato bene e quindi se la Vincenzi la conferma troverà la piena fiducia.
Manuela Cappello (IdV Lista Di Pietro) afferma che è interesse comune evitare derive antipolitiche e che quindi i partiti devono assumersi tutte le loro responsabilità, dicendo alla Vincenzi che il gruppo dell'IdV le ha dato la propria fiducia sabato e la ribadisce oggi perché "ci fidiamo di lei che vuole una nuova politica" e, quindi, chiede che gli altri partiti facciano un passo indietro, sottolineando che la Giunta in questo anno ha lavorato bene ma che la macchina comunale è troppo lenta.
Simone Farello (Pd) ha sottolineato che Genova non è quella "plumbea" dipinta dai giornali con gli articoli sui fatti accaduti, quella dei Tribunali per intenderci, ma invece è quella che lui vede negli occhi dei consiglieri e degli assessori; afferma che la vera Genova è quella di quell'Aula del Consiglio Comunale, poi riduce tutto l'accaduto a "4 mascalzoni" e attacca Zara urlando che non "non sa perdere" e gode delle disgrazie altrui.

Il gran finale è poi per Lei, la grande interprete dell'incantesimo, con un'interpretazione degna da Oscar, che ci ha fatto pensare di essere ad una delle tante prime (saltate) del Carlo Felice.
Marta Vincenzi ha cercato di scaricare la responsabilità di quanto è accaduto sugli individui (sin qui) beccati dalla magistratura anziché rispondere per il "sistema" di cui quegli individui facevano parte. E' riuscita ad affermare che i "cattivi guaglioni" non erano suoi uomini di fiducia ma dei partiti, quando invece erano dentro a quell'Amministrazione e nel suo staff più stretto perché "suoi uomini" (vicini a lei da ben prima della sua elezioni a Sindaco)! E' arrivata a rievocare le porte di Atene, per ribadire la sua "nuova stagione" contro i disastri della passata amministrazione (Giunta Pericu con molti degli stessi da lei confermati in Giunta o nei CdA e che per alcuni anni l'ha vista anche Assessore prima di trasferirsi al Parlamento Europeo), per affermare che la sua Giunta ha lavorato bene, ad esempio perché obbliga le partecipate ad assumere con concorsi (dimenticando di dire che, come nel caso dell'Amiu, chi vince i concorsi sono i parenti dei dirigenti diessini, come evidenziato da Marco Preve su Repubblica), o perché ha attivato, ad esempio, il trasporto pubblico via mare (dimenticando di dire che lo ha fatto con una procedura illegale, tanto che ora la Regione Liguria deve modificare la legge regionale per rendere legittimo l'appalto realizzato dal Comune). Chiude quindi la sceneggiata con due "paraventi" per coprire le vergogne di questa Amministrazione: Andrea Ranieri quale nuovo assessore alla cultura e Nando Dalla Chiesa quale consulente per la promozione dell'immagine della città ed i grandi eventi.

Un dibattito davvero distante dalla realtà in cui l'unico intervento che crediamo abbia centrato il problema da punto di vista istituzionale, fuori dalle logiche di parte, è stato quello di Enrico Musso (clicca qui), ed in cui il centro-sinistra ha fatto quadrato intorno all'interpretazione, sinceramente, da Oscar di Marta Vincenzi.

Comprendiamo lo spirito di servizio, in qualità di funzionario di partito (già sindacalista di quella Cgil che nel "sistema" - come sottolineato da Il Sole 24 Ore - vi è come parte integrante) di Andrea Ranieri, non comprendiamo invece il ruolo di Nando Dalla Chiesa, una persona integerrima che non si sottrae alle sfide più dure [ha lavorato bene da Deputato e Senatore, ha portato avanti un ottimo lavoro come sottosegretario all'Università] e che l'oligarchia prima bastona e poi chiama in soccorso, per poi ricacciare in un angolo. Il fatto poi che per lui, in questa situazione, si pensi ad un incarico per i "grandi eventi e la promozione dell'immagine" è ulteriore elemento che ci fa pensare ad un uso da "paravento". Perché, infatti, in questa situazione in cui oltre alla questione morale ed etica si evidenzia una questione penale gravissima, non affidargli invece una consulenza per una ruolo di controllo sulla correttezza e trasparenza della gestione dell'Amministrazione e per promuovere quegli interventi di contrasto effettivo, concreto, sia all'infiltrazione nella gestione della cosa pubblica e negli appalti delle organizzazioni mafiose, sia ai fenomeni della corruzione e della commistione affari-politica?

Detto questo, aspettando i nuovi sviluppi delle indagini, ci piacerebbe sapere come si coniugano le pompose dichiarazioni contro la commistione tra "politica e affari" con la conferma di un superconsulente della Giunta Vincenzi quale Maurizio Maresca, del CdA di Impregilo (di Gavio, Ligresti, Benetton) società che delle grandi opere, degli inceneritori/termovalizzatori, delle grandi speculazioni con i denari e le aree pubbliche è sempre tra i primi protagonisti? Per non dire: società sempre più spesso coinvolta in indagini giudiziarie o relazioni investigative per "rapporti impropri" (Napoli non dice nulla? Il Ponte sullo Stretto nemmeno? La Tav? Solo per citarne tre, così tanto per vedere, in tempo di "verifica", se qualcuno trova ancora un briciolo di decenza)

 

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