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Risposte ad uso improprio... (del Meetup)

E’ curioso che un assessore provinciale, presidente di un Civ e consigliere comunale, usi il meetup di Beppe Grillo (Genova 1), per “rispondere” agli articoli che abbiamo scritto. Ci si accusa di aver fornito informazioni false, ma l’unica cosa falsa è l’accusa che ci viene mossa. Inoltre si afferma dal “Meetup Genova 1 di Beppe Grillo” (parlando, equiparandole, di “CdL – Casa della Libertà” e di “CdL – Casa della Legalità”), ed usando crediamo anche impropriamente quel sito,  che dietro a questo nostro “attacco” vi sono le ragioni della nascita del "Meetup Genova 2 di Beppe Grillo"...

Peccato che le ragioni per cui è nato il Meetup Genova 2 siano evidenti (soprattutto a chi ci accusa!) e vanno dalla concezione stessa del Meetup (per Genova 2 aperto ed inclusivo in cui chi aderisce on line è parte integrante del meetup e non solo di un forum virtuale; per il Genova 1 vi è una scissione che sancisce essere parte del Meetup solo il gruppo operativo composto per captazione e rinchiude al solo forum gli iscritti), ma anche sulla pratica di azione (per Genova 2 assolvere alla funzione di “controllore” delle Istituzioni non permette a militanti e dirigenti di partiti e nemmeno ad amministratori pubblici di far parte del Meetup; per Genova 1 che ritiene che tra i “controllori” ci possano essere anche direttamente i “Controllati”, tanto da aver nel gruppo operativo - per loro il Meetup -. diversi dirigenti di partito (principalmente IdV) e movimenti politici ed un amministratore pubblico ed eletto). Peccato anche che i sottoscritti non abbiano usato il Meetup Genova 2 per scrivere su Davagna e su San Gottardo. Ma anche questa volontà di confondere è lecita quando non si hanno risposte nel merito, e si cercano scudi dietro i quali proteggersi.

Ma veniamo, rapidamente, al merito delle “risposte”, improprie di Giacomo e Manuela, su cui torneremo con più calma nei prossimi giorni.

”Rispondere” è tra virgolette perché non vi è stata risposta, o meglio è stata fornita una denigrazione dei sottoscritti (o meglio di uno solo, come se gli articoli firmati con nome e cognome di entrambi gli autori, non fosse stata notata!) che vengono equiparati alla “Casa della Libertà”, con cui, come è noto, non abbiamo proprio nulla a che fare, ma forse non hanno memoria.

1) Su Davagna. Se la risposta quella fornita tramite Giacomo nel “meetup Genova 1” è: “ho chiesto di procedere alle verifiche” questa è sbagliata e ingannevole. In quanto i lavori, in difformità da ogni normativa di legge e disposizioni normative (Piano di Bacino ecc.), stanno continuando, con sempre maggiori rischi di frane e cedimenti strutturali! I carotaggi che il Comune ha dichiarato di aver effettuato a luglio, sono lì! Quali esiti ha ricevuto quindi l’Assessorato all’Urbanistica della Provincia a seguito delle verifiche disposte??? E poi perché nell’approvazione della delibera in cui si pongono giuste rigidità in merito alle deroghe su aree di pregio paesaggistico ed ambientale, non si è proceduto a porre ristrettezza rigorosa a deroghe su terreni, non di pregio, ma ad alto rischio? E perchè non si è proceduto ad ulterione provvedimento separato?
Inoltre: l’Assessore provinciale che dice di aver proceduto alle verifiche non si è accorta che quella “strada” non è affatto un opera “di pubblica utilità”? Non ha informato gli altri Uffici e le altre Autorità delle gravi irregolarità di quell’opera?
Dubbi? Abbiamo pubblicato una ampia relazione dettagliata sull’argomento con i link ai documenti, documentazione fotografica ed il video che rende bene l’idea – ecco il link.

2) Su San Gottardo. Chi ci ha segnalato la questione riguardante il CIV non è affatto un esponente del Polo, tuttaltro! Sono molti i cittadini che “discutono” di quel restauro a San Gottardo. Poi c’è anche l’articolo di una testata giornalistica locale (Valbisagno.net), registrata regolarmente.
Che il progetto presentato non sia stato realizzato – stando al progetto che era stato anche riportato da “Spazio Aperto” (che non ci risulta affatto un organo di qualche partito o di qualche consigliere circoscrizionale), distribuito con “Il Secolo XIX”, - non è una nostra opinione e nemmeno che i fondi che sono stati stanziati per tale progetto non si trovino.
Anche qui la risposta, che essendo l’accusa portata da un esponente di Forza Italia che ha una ditta che fa quello stesso tipo di lavori, è alquanto triste. Non è che ad un eventuale conflitto di interessi si può rispondere con “ma ce lo avrebbe avuto anche lui”. Eticamente è una pessima risposta! Se non è vero che la ditta che ha proceduto ai lavori è quella dei propri parenti prossimi, bensì un’altra, si può conoscere il nome? E poi se i fondi restanti sono nelle casse Comunali si può sapere perché non siano stati stanziati e usati come doveroso per le finalità deliberate?
Certo, viviamo ormai nella società dell’apparire e quindi dopo che il CIV aveva presentato una serie di lavori nell’ambito del progetto di riqualificazione del CIV (fioriere in legno lavorato, impianto di illuminazione a basso consumo, panchine,…), progetto che aveva riscosso ampio consenso e piena condivisione, si scopre che quella (ECOciv) era solo un “idea”, un’astrattezza,  perché il progetto realmente alla base del finanziamento era radicalmente diverso.
Se il Presidente del Civ ha presentato pubblicamente quel progetto e non ha denunciato le resistenze del Comune, non ha denunciato le modifiche o le eventuali distrazioni di fondi, i ritardi, che hanno portato allo stato dei fatti, ci può spiegare perchè? E poi se una persona si presenta come promotore di un progetto, si assume in quel momento oneri e onori, che, dagli sviluppi del progetto stesso, giungono!
Ma su questo torniamo nei prossimi giorni.

 

 

 

 

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