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“Un rapporto di dominanza assoluta”. Processo San Michele, udienza 3 maggio 2016

“Era terrorizzata…con gli occhi lucidi”.

Prosegue a ritmo serrato i processo alla ‘ndrina di San Mauro Marchesato , meglio nota come operazione “San Michele”. Qui trovate i resoconti delle udienze precedenti.

La prima testimone del giorno è legata alla deposizione del teste Vesentini Danilo all’udienza del 31 marzo.

Secondo l’indagine a partire dal marzo 2011 sarebbero emersi rapporti di natura usuraria tra i Greco e Vesentini Danilo, titolare della Vesentini Costruzioni (La Cassa, Torino), una vicenda dalla quale si rileverebbe l’utilizzo del metodo intimidatorio. “Ma son passati anni”, ha spiegato il teste all’udienza del 31 marzo, “e io non è che ricordo”. Ci è voluta ben più di un’ora per ricostruire la vicenda: l’azienda di Vesentini è in difficoltà e si rivolge ai Greco per un prestito di 15.000 Euro che viene restituito a rate mensili, fino a raggiungere l’importo di 30.000 Euro. Siamo nell’estate 2011, quando avviene qualcosa che per la procura è un chiaro atto intimidatorio ma che Vesentini sembrerebbe sminuire.
La sig.ra Gilli, madre di Vesentini Danilo, era già attesa in altre udienze ma aveva rinviato la sua deposizione per problemi di salute. Il suo coinvolgimento si riferisce in particolare ad un episodio nel quale la stessa risultò particolarmente scossa, come si rileva da un’intercettazione telefonica del 20 dicembre 2011 a seguito di una visita di Greco Pasquale e Palmiere Giuseppe presso l’abitazione di Vesentini Danilo che risultava però altrove. Informato della visita, Vesentini avrebbe chiamato Donato Vincenzo per riferirgli l’episodio, non mancando di far notare che non sapeva come tranquillizzare la madre che “era terrorizzata… con gli occhi lucidi” e piangeva, perché “uno ti viene a casa per minacciarti… (..) sembravano due mafiosi (…)”. Rilevante, per delineare il contesto di questa visita, anche il commento di Donato Vincenzo: “è un mio paesano questo qua… che lui lo chiama sempre quando c’ha…. per far spaventare la gente”...

Arrivo ad udienza già iniziata, quando alla Sig.ra Gilli viene fatta ascoltare proprio quella telefonata tra il figlio Danilo e Donato Vincenzo.

PM: lei era preoccupata dopo alcune ore da questa visita?
teste: no ero preoccupata subito e poi son sempre stata preoccupata fin quando non è arrivato mio figlio per chiarire le cose
PM: qui dice “mia madre è terrorizzata… ha gli occhi lucidi
teste: beh certo io non ho mai visto venire persone così a casa mia… un’impressione che non mi piaceva
PM: poi Danilo cerca di passare la moglie a Vincenzo ma la moglie non vuole parlare quindi parla lei a Vincenzo
teste: sì perché mio figlio mi ha visto preoccupata tantissimo e allora mi ha passato …
PM: Vincenzo.. il cognome lo può indicare? Lo vede in aula?
teste: lì
Presidente: diamo atto che l’imputata indica l’imputato Donato Vincenzo
PM: sa per quale motivo la moglie di Danilo non voleva parlare con Vincenzo?
teste: questo non lo so
PM: non lo sa. lei perché conosce Donato Vincenzo?
teste: come amicizia non posso dire niente, veniva lì. lo conoscevo come amicizia
PM: frequentava casa sua?
teste: pochissime volte ma solo per amicizia, il resto….
PM: frequentavate la famiglia di Donato lei e i suoi famigliari?
teste: qualche volta, però…

Le domande del pubblico ministero insistono sui rapporti tra il figlio e Donato Vincenzo, la teste risponde che si tratta di un’amicizia “normalissima” e lei non è a conoscenza dei rapporti di lavoro tra i due, “io sono per conto mio e mio figlio fa gli affari suoi per conto suo, non lo viene a dire a me“. A tutt’oggi la sig.ra Gilli non sa quali problemi vi fossero con “queste persone”.

PM: lei ha pensato di denunciare questa visita?
teste: no perché a me personalmente non mi hanno né inveito,.. né… cosa andavo a denunciare? Io ho solo parlato con i miei, mio figlio, gli ho detto di quello che non mi piacevano, sempre la solita storia, questi due non mi piacevano e bon
PM: ma lei viene tranquillizzata da questo parlare con i suoi?
teste: si… io più di questo
PM: ma lei una volta che viene tranquillizzata è tranquilla, da quel giorno non ha avuto più problemi di questo tipo?
teste: no
PM: quindi non pensa di rivolgersi alle forze dell’ordine perché è tranquilla…
teste: no cosa vado a denunciare.. mi hanno chiesto solo di mio figlio, cosa vado a denunciare?
PM: signora era terrorizzata… 
teste: si ma poi ero tranquilla….
PM: e quindi non avete fatto nulla. Ci può descrivere queste persone che cercavano suo figlio?
teste: erano un po’ grossi, scuri in faccia, però ripeto io non posso dire… non me la sento di dire….
PM: signora può vedere se nell’aula riconosce qualcuna di queste persone che sono venute a cercare Danilo?
teste: sarà molto difficile (si guarda intorno)… io non lo so
Presidente: guardi lentamente, ci sono persone dentro l’abitacolo poi ci sono questi soggetti … come prima cosa guardarli attentamente
teste: non posso dire, non mi ricordo proprio, mi scusi ma in questo momento io sono in pallone

(…)

PM: allora nelle sommarie informazioni che lei rende il 19 febbraio 2015 ai carabinieri viene svolta anche un’individuazione fotografica e lei così dice… “posso affermare che la persona che si rivolse a me chiedendo dove fosse Danilo potrebbe essere quella ritratta nella foto numero 1
teste: si potrebbe

 

 [GRECO Pasquale]

PM: “dell’altra persona non ricordo nulla”… ma lei da queste persone a che distanza era?

teste: mah, 6 o 7 metri… ero sul balcone…. e da sopra a sotto (cancello) ci sono 6-7 metri
PM: signora presidente signori giudici nel verbale si legge che la persona dà atto che nella foto n.1 è ritratto Greco Pasquale . Sig.ra Grilli lei ha più parlato di questa vicenda con sua nuora, suo figlio, con Donato Vincenzo, altre persone?
teste: no.. no no.

(…)

PM Smeriglio: vorrei che ci desse qualcosa di più per capire la reazione della signora alla richiesta “dov’è tuo figlio”, che è una domanda normalissima che a chiunque di noi, credo, venga rivolta quotidianamente, io vorrei capire da dove nasce quell’agitazione, quel terrore, quel pianto, tant’è vero che il fatto avviene alle 12 e la telefonata è delle 18 e qualcosa, sono passate 5 ore e ancora c’è agitazione in quella casa… lei dice “mi hanno detto dov’è tuo figlio”… ma perché non ha detto a questi signori dov’era suo figlio?
teste: perché mio figlio non era a casa, era a lavorare
PM: gliel’ha detto, guardate che lo trovate presso il luogo di lavoro?
teste: no, io non so mai dov’è
Presidente: la domanda del pubblico ministero è chiarissima, fa notare il PM che lei era in lacrime a parecchie ore da questo incontro quindi era visibilmente molto spaventata, il PM le dice il fatto che due persone le siano venute a chiedere dov’era suo figlio non è un fatto che possa provocare un simile turbamento che invece mi pare oggettivo quindi la domanda è perché aveva questo stato di agitazione evidente?
teste: perché queste erano due persone che non avevo mai visto che frequentassero questa casa e due persone che dal lato così non mi piacevano mi davano un‘impressione brutta,  ecco, io questo ho detto
PM: le faccio questa forma di conversazione e le chiederei veramente un chiarimento, lei nel verbale del 19 febbraio 2015 dice <<non appena mi affacciai uno dei due mi chiese bruscamente dov’è Danilo (…) e il modo in cui questa persona mi si rivolse non lasciava dubbi sul fatto che avesse cattive intenzioni>> e la domanda è: quali sono gli elementi sulla base dei quali ha valutato che questi soggetti avessero cattive intenzioni?
teste: perché me l’ha detto in un certo modo che non mi è piaciuto  ecco perché mi sono preoccupata

(…)

PM: io le faccio ascoltare una conversazione delle 16:17 in cui suo figlio riferisce a Vincenzo che… sentiamola : “è venuto a far casino fino a casa…quel bastardo di merda! Il padre … è venuto su con il cugino, adesso io sto andando a prendere un poliziotto qui, sta arrivando su di corsa da Torino in borghese  [ si riferisce a Giò, Ardis Giovanni, investigatore privato definito lo 007 della ‘ndrangheta, assolto nella prima tranche del processo dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa]  …mia moglie da dentro si è spaventata.. perché lui…questo qua gridava in macchina… era Pasquale..gli ha preso il telefono al mio dipendente su… non me ne frega un cazzo né di Giò né di nessuno…. questo è proprio pazzo, non ha paura di niente…
PM: ha sentito il passaggio in cui suo figlio riferisce di questa cosa del telefono e delle grida.. da parte di Pasquale?
teste: io non so niente…

(…)

PM (SPARAGNA): lei dice “si sa che al giorno d’oggi una questione di lavoro”
teste: col lavoro che c’è oggigiorno non so, io non sono nell’ambito del lavoro non ne capisco niente
PM: lei si tranquillizza sentendosi dire da suo figlio,e  Vincenzo Donato che è una questione di lavoro… di che cosa aveva paura, che cosa la terrorizzava se è una questione di lavoro?
teste: io ripeto mi sono agitata perché erano due persone che non avevo mai visto a casa ed erano delle brutte facce
PM: ecco ma le facce rimanevano brutte anche se era una questione di lavoro invece lei si tranquillizza se è una questione di lavoro
teste: non so io mi sono tranquillizzata

(…)

AVV.ROMERO : questa scena, lei affacciata al balcone e quelle due persone davanti al portone
teste: si ho sentito il cane abbaiare
Avv: quanto tempo dura?
teste: ma non so, un quarto d’ora, neanche, il tempo di.. io sono andata dentro e basta
Avv: quando lei dice non c’è ci hanno creduto oppure hanno detto….
teste: no si vede che ci hanno creduto perché se ne sono andati
Avv: in un quarto d’ora?
teste: non so io gli ho detto mio figlio non c’è io sono stata sul balcone e dopo un po’ se ne sono andati
Avv: le hanno rivolto qualche minaccia?
teste: no
Avv: le hanno detto qualcosa di offensivo?
teste: no assolutamente no
Avv: poi sono andati via?
teste: si
Avv: grazie signora

(…)

PM: quando lei è stata sentita dai carabinieri nel 2015, son passati 4 anni dai fatti, lei dice <<questa vicenda ha scosso me stessa e la mia famiglia, mio figlio adesso lavora fuori Torino, sono rimasta molto scossa, ricordo ancora il timore provato che queste persone stessero cercando Danilo per fargli del male>>  così dice ai carabinieri
teste: si perché vedendo queste facce dico chissà cosa sarà successo
Avv: chiedo scusa è la quindicesima volta che le viene fatta la stessa domanda alla quale ha già risposto se vogliamo porre un limite
PM: il problema è che la signora ha detto che il discorso del lavoro la tranquillizzò e che non sapeva riportare ad altre causali ….
(l’avvocato interrompe di nuovo)
PM: volevo comprendere se il timore fosse derivato dal fatto che questi signori volessero entrare nel domicilio per rubare, per violentare o se aveva paura per il figlio… e un’altra cosa… dopo aver parlato con suo figlio e Vincenzo Donato si è tranquillizzata, è vero?
teste: si
PM: nel verbale del 19 febbraio 2015 lei dice <<sono stata per molto tempo preoccupata e lo sono ancora oggi che a mio figlio e ai miei famigliari potesse accadere qualcosa di spiacevole, ritengo che quelle persone volessero spaventare Danilo e abbiano raggiunto in pieno il loro scopo>>, questo nel 2015…
Presidente: lei oggi ha dichiarato che dopo aver parlato con suo figlio si è tranquillizzata e poi non ha più avuto problemi, invece quando è stata sentita davanti ai carabinieri nel febbraio 2015 quindi non tantissimo tempo fa ha spiegato di essere rimasta preoccupata per parecchio tempo ed è diverso da quello che ha detto stamattina di essersi tranquillizzata, poi ha anche detto di essere ancora preoccupata allora, nel febbraio 2015 e di ritenere che fosse stato raggiunto lo scopo nei confronti di suo figlio, di minacciarlo … 
teste: io non so cosa dire
Presidente: conferma quello che ha detto allora o è vero quello che dice oggi?
teste: io quando è successa questa cosa io in cuor mio mi sono tranquillizzata, certo, però avevo sempre quell’affare in me speriamo che non succeda a mio figlio
Presidente: quindi si è tranquillizzata ma in realtà non si è tranquillizzata
teste: proprio del tutto no… son sempre una mamma…. per i figli…

La sig.ra Gilli viene congedata, entra teste successivo. Vengono acquisiti agli atti 16 documenti per posizione teste IMPELLIZZERI Biagio Claudio. Nel quadro accusatorio la vicenda di Impellizzeri Biagio rivelerebbe le pressioni esercitate sul teste e sfociate in condotte estorsive riferibili in particolare alla condotta di Mirante Nicola.

“Un rapporto di dominanza assoluta”, “io esco da qui e mi sparano, vengo da lei avvocato ? la mia famiglia chi la tutela?” la testimonianza di Impellizzeri Claudio ed il caso della Residenza San Carlo di Rivoli.

Nel quadro accusatorio i sospetti sulla figura di Mirante Nicola vertono in particolare sulla commessa di lavori per quasi dieci milioni di euro aggiudicata nel 2009 dalla EdilRivoli 2006 srl, una società facente capo all’imprenditore TOSATTO FABRIZIO e ad investitori legati alla Banca Intermobiliare di Investimenti e Gestioni meglio nota come BIM SPA, con sede a Torino, il cui amministratore delegato è D’AGUI’ Pietro, originario di Palizzi (RC).Stando a quanto comunicato sul sito nell’aprile di quest’anno la BIM SPA ha chiuso il bilancio 2015 con una perdita d’esercizio di 28,8 Milioni di Euro (perdita di 11,1 Milioni di Euro al 31.12.2014).

Un’azienda neo nata e di fatto ancora priva di mezzi d’opera e di operai, alla quale viene affidata la costruzione di quattro palazzine per un totale di 85 abitazioni e locali commerciali nel comune di Rivoli (TO), “Residenza San Carlo”.

Rispondendo alle domande del PM Smeriglio il teste si presenta come libero professionista, architetto, attualmente in viaggio tra Tunisia, Ciad.

Racconta di aver conosciuto MIRANTE NICOLA in una “circostanza abbastanza fortuita per mezzo di un mediatore mobiliare, un tale Antonio AVERSANO. All’epoca, 2008, Mirante Nicola si presentava come ingegnere e socio della Edil Nic insieme ad un certo Nicola Taverniti con il quale non andava d’accordo e si preannunciava una rottura. Mirante voleva intraprendere la carriera di imprenditore e chiese a Impellizzeri se fosse interessato e quest’ultimo, visto il periodo di forte calo del lavoro, pensò che “una società tra un architetto ed un ingegnere potesse dare buoni frutti“. Mirante, infatti, si presentava come ingegnere laureato al Politecnico di Torino.

PM: poi questa prospettiva iniziale di cui parlate ha un seguito?
teste: sì, adesso non ricordo bene se già in quel periodo mi presenta un’altra persona interessata a far parte del gruppo, un certo GRAZIANO MASSIMO, ho ritenuto un bravo ragazzo che aveva un’impresa di impianti nel settore idraulico, credo che sia in quel periodo .. e niente,si decide poi di fare questa società, con l’acquisizione di un lavoro che era in ballo che erano delle mansarde da fare in via for (non si sente…)
PM: la società come viene chiamata?
teste: aveva fatto la NR costruzioni, era solo lui titolare, per fare questo lavoro in via FUA (non si sente) poi non ricordo se contestualmente o quando è stato avanzato questo lavoro delle mansarde che ha costituito il Gruppo R.E.A.

Impellizzeri Biagio Claudio non entra direttamente nella società ma tramite la sorella Marisa, perché lui aveva un precedente fallimento della sua società edile causato da mancati pagamenti.

PM: (…) nel S.I.T. (Sommarie Informazioni) 15 luglio 2011 lei fa riferimento al giugno 2008 come costituzione della società… in merito a questo lavoro di Rivoli, di cosa si trattava?
teste: immobili di civile abitazione con negozi, un lavorone… in cui io , secondo quello che ci eravamo detti all’inizio, avrei dovuto occuparmi di tutta la parte tecnica nella mia qualità di architetto, seguire il cantiere, vedere con il professionista incaricato del progetto tutte le situazioni… la parte progettuale apparteneva allo studio ME di Mauro Esposito, c’era già il progetto approvato dal Comune, io in quell’occasione ho rivisto MAURO ESPOSITO perché mi conoscevo con lui in quanto eravamo insieme in una commissione edilizia nel comune di CORIO (nel canavese, ndr)
PM: e l’ammontare dei lavori di questa residenza a Rivoli?
teste: non mi ricordo, dai 9 agli 11 milioni di euro
PM: la cifra di 9 milioni di euro… lei aveva indicato oltre i 9 milioni di euro
teste: mi viene il flash che c’erano 7 milioni di pagare in fatture e il resto era in cambio…
PM: ecco siccome noi non siamo molto addentrati… queste cifre ci spieghi bene, lei sa le vicende relative al terreno, di chi era, chi era la committenza…..
PM: allora la committenza senz’altro, io delle vicende relative al terreno sono venuto a conoscenza recentemente, non le sapevo, io so solo che allora c’era il signor TOSATTO che era il …dava incarico a Nicola Mirante, Mirante non so in quale frangente avesse conosciuto Tosatto ma ricordo che in quel periodo gli faceva una corte spietata, di lavoro, imprenditorialmente devo dire chapeau perché è riuscito ad avvicinarlo e ad avere il lavoro

(…)

PM: qual era la progettualità di Mirante?
teste: era verso gli altri soci, eravamo in 3, aveva detto… quest’operazione verrà un determinato utile che divideremo tra soci… il ruolo di ognuno era ben definito, il mio era quello della parte tecnica e quello del signor Graziano doveva occuparsi della parte ….. aveva ricevuto un incarico se non erro può essere 700 – 800 mila euro per fare tutti gli impianti, parliamo della parte idro -termo -sanitaria, quest’incarico dal gruppo REA pur essendo lui socio ma nulla vietava questa cosa
PM: va bene ma rispetto alla progettualità forse non mi sono spiegato bene, non l’aspetto interno ma se con Mirante avete parlato o le ha dato indicazioni sui contatti, su cosa stava facendo per i lavori
teste: solo Tosatto, io ho partecipato forse a una due riunioni con Tosatto ma molto tecniche sul cantiere e poi un’altra riunione in cui c’era un altro signore negli uffici di Tosatto vicino al gruppo REA, un certo CHIANTELASSAQuesto signore ho saputo dopo che faceva parte di una banca ma questo l’ho saputo dopo, io ho individuato come Tosatto, la committenza

Tosatto Fabrizio e Chiantelassa Pier Mario sono, rispettivamente, Presidente ed amministratore delegato e vicepresidente e  consigliere della EDILRIVOLI 2006. Nel settembre del 2009, la società EDILRIVOLI 2006 srl, contraeva un mutuo fondiario per 14 milioni di euro dalla Banca Intesa San Paolo di Torino, con contestuale concessione di garanzie personali per 28 milioni di euro, di cui cinque milioni derivanti da finanziamenti infruttiferi da parte dei soci.
PM: lei faceva riferimento a 7 miloni di euro più un cambio camere… cosa vuol dire?
teste: che era un’operazione da 12 milioni di euro circa con il cambio camere …..
PM: il gruppo REA si impegnava a realizzare quel cantiere ad un prezzo di 7 milioni di euro in fattura, in soldi, il resto… cosa vuol dire?
teste: la differenza del costo dell’operazione, è una pratica abbastanza frequente in edilizia, è chiaro che costa di meno al committente perché dà in cambio degli alloggi e quindi ha meno rischio d’impresa e rende di più al prestatario …
PM: lei quando è stato sentito parla del 27%con sistema del cambio alloggi
teste: si il 27% del valore dell’operazione, è la media, a Torino va dal 20 al 30 %
PM: è quello che Gruppo REA ha proposto a EDILRIVOLI?
teste: sì
PM: rispetto a queste condizioni poste come base per ottenere l’appalto, ne avete parlato con Mirante?
teste: Mirante ne parlava ma non….
PM: lei era d’accordo?
teste: lì sono cominciate le prime cose che mi hanno creato dei dubbi come anche adesso mi viene un flash il fatto di essere cominciato in azienda… avere 6 segretarie, io dicevo cosa ne facciamo, ma non c’era mezzo di piazzare parola perché o si andava al litigio, che portava alla rottura di un rapporto che non è neanche cominciato

Impellizzeri spiega che all’epoca sollevò dubbi rispetto alla sostenibilità finanziaria dell’operazione, secondo lui impossibile da portare a termine se non si fosse già venduto. Segretarie in abbondanza “le veline di turno…tutte bellissime eh, una più bella dell’altra”, spiega il teste, ma nessun mezzo, tutto in subappalto.

PM: tornando ai lavori su Rivoli, lei rappresenta a Mirante perplessità su questi 7 milioni di euro, non ne vuole sapere, avete delle discussioni?
teste: iniziamo le discussioni…. comincio a essere trattato come persona che non capisce… vengo definito più volte un vecchio rincoglionito davanti alle segretarie e questa faccenda va avanti per parecchio tempo, per dei mesi e praticamente mi annullo come personalità, mia moglie stessa mi dice “cosa ti sta succedendo? Devi reagire…” chiaramente un momento in cui lavoro non ce n’è, prendere una decisione di rompere questo rapporto è dura, quindi le vessazioni continuano
PM: però in realtà eravate soci il rapporto gerarchico come mai si è venuto a creare?
teste: era un rapporto di dominanza assoluta come ce l’aveva con le segretarie, in pratica ero lì e non sapevo più cosa fare e come dire, poi ero stato dirottato nell’ufficio questo che aveva preso sempre contrariamente al mio parere, cominciavano già le liti, anzi prima di questa cosa qui al signor Graziano Massimo era stata persino tolta la scrivania dall’ufficio, un giorno si ritrova senza scrivania e senza sedia ed è stato escluso così. Graziano Massimo che aveva preso questo appalto nel cantiere di Rivoli e avesse perso questo lavoro avrebbe messo in crisi l’azienda io gli dicevo “guarda Massimo qui c’è qualcosa che non va, qualcosa che puzza, vediamo di andare a fondo”, aveva tantissima paura. Un giorno davanti a me, aveva appena avuto un bambino, disse “o mi cedi le quote o ti tiro giù il bambino dal balcone”.
PM: e la reazione di Graziano?
teste: sparito
PM: quindi le ha cedute le quote?
teste: sì
PM: è uscito dalla società ma quel lavoro da 800mila euro è proseguito?
teste: non glielo so dire
PM: lei ha fatto riferimento all’espressione “sei un vecchio rincoglionito”
teste: si ormai la vessazione era quotidiana, soprattutto in presenza di altre persone
PM: e sua moglie?
teste: a mia moglie telefonava dicendo che ero incapace di intendere e di volere, che non sapevo fare nulla e che non sapevo un cazzo e anche mia moglie era in completa depressione … io sono ancora in depressione… ma in maniera tosta… perché ho un’angoscia dentro da fare paura, e anche la paura
PM: perché queste espressioni colorite che potrebbero essere sintomatiche anche di punti di vista diversi, si è andati oltre l’ingiuria verbale?
teste: sì, nel senso che spesse volte mi ha portato nella sala riunioni dell’ufficio mettendomi la mano sulla spalla mi diceva che lui era la mia unica salvezza e che io dovevo fare quello che diceva lui, le minacce venivano fatte anche a mia sorella che aveva la sclerosi multipla e la minacciava di farla finire sulla sedia a rotelle e anche a me minacciava “ti sparo in testa”
PM: le minacce le faceva lui o si riferiva anche ad altri?
teste: le faceva lui
PM: fece riferimento a vincoli familiari?
teste: si, lui diceva sempre di avere una famiglia che poteva fare quello che voleva, non so, non sono dell’ambiente
PM: che lui avesse una famiglia calabrese è noto
teste: no, famiglia nel senso famiglia allargata…. io sono di origine siciliana ma parliamo di origini allargate
PM: parliamo di famiglia in senso?
teste: in senso MAFIOSO
PM: in senso MAFIOSO. Fece riferimento alla disponibilità di armi?
teste: lui si vantava di essere esperto nella lotta israeliana, dei servizi segreti israeliani, certe cose mi facevano anche ridere.. erano anche macchiette, con queste sei veline a guardarlo in una maniera…era una cosa patetica, armi si parlava spesso che aveva una pistola, un nome strano, tedesco
PM: Glock? [ arma semiautomatica prodotta in Austria, ndr ]
teste: sì, mai sentito
PM: ma queste situazioni all’interno dell’ufficio… le segretarie hanno colto?
teste: coglievano benissimo e penso che vivessero anche… io non credo che queste belle signorine fossero al corrente di tutte queste cose quando hanno scelto di venire da Nicola Mirante ma negli ultimi tempi che io stavo lì c’era il gelo totale, una non parlava più all’altra e leggevo abbastanza il terrore negli occhi. Io sollecitavo sempre di avere documenti e carte della società, volevo vedere i conti, non mi era possibile avere accesso ai conti, una certa SABRINA D.P. era incaricata e mi negava sempre di avere la contabilità perché mi diceva che Mirante le diceva di non darla oppure che era in una chiavetta da un’altra parte, non so collocare in ordine di tempo l’episodio in cui ci fu un furto di computer di tutto nell’ufficio, col senno di poi dico che è stata tutta una farsa per poter far sparire i documenti perché io non ho più avuto le chiavi dell’ufficio

Chiuso fuori e relegato ad altra sede, da Via Cibrario a Via Collegno, con un computer senza un monitor. E quel furto che sembra una farsa avrebbe fatto sparire anche i documenti amministrativi, tenuti su una chiavetta USB. “Si tiene la documentazione di n’azienda in una chiavetta USB?” si chiede il teste. Riesce poi ad accedere ai server e scaricare una parte dei documenti.

C’è poi un episodio apparentemente scollegato ma significativo, che racconta il teste.

teste: io un giorno ero stato … Mirante mi aveva detto che bisognava fare la perizia su uno stabile corso Re Umberto di cui aveva preso l’appalto per la facciata, e comunque poi mi aveva chiesto di fare una perizia di questo stabile che era di proprietà di una ONLUS siciliana, non ricordo come si chiamasse questa ONLUS, e la perizia doveva essere molto al ribasso perché c’era un accordo fra i vari personaggi per ribassare e poi acquistare a poco prezzo
PM: e questa perizia di cosa doveva dare atto?
teste: problematiche strutturali, in edilizia è la cosa più frequente per abbassare i valori
PM: e lei l’ha fatta?
teste: no io non la faccio questa cosa

(…)

PM: veniamo a queste pressioni, minacce per ottenere la quota ma parlò anche di offerte di denaro? Di pagarla questa quota?
teste: siì, dopo che c’erano stati i revisori dei conti alla fine si sono messi d’accordo con lui ma dopo lunghissime trattative per 300mila euro che coprivano praticamente quello che avevamo investito di tasca propria, avevano consigliato di chiudere con quella cifra lì perché non se ne poteva uscire e io non ce la facevo più a combattere contro i mulini a vento
PM: quindi la quota venne ceduta?
teste: sì
PM: lei prima ha parlato di GALLO, dr.Gallo?
teste: si, studio in Torino, revisore dei conti, gli ho dato la contabilità che ero riuscito a recuperare… c’era un ammanco se non vado errato di circa 700mila euro, quando ho guardato io i conti c’era un assegno fatto a TOSATTO di 180mila euro, mi aveva fulminato questa cosa, ho chiesto spiegazioni ma niente, poi c’erano dei soldi dati a qualcuno della famiglia, non so se il nipote, o qualcosa, mi pare 72mila euro, e c’erano alberghi a Taormina, penne Montblanc, di tutto di più che usciva dalle casse della società.

(…)

PM: ecco ma lei in quel momento, lasci perdere quello che è successo dopo, all’epoca… si riporti al 2011, c’è stato un momento in cui lei ha pensato “questo è un mafioso”?
teste: onestamente no, l’ho pensato dopo, quando sono iniziate le vessazioni
PM: io mi riferisco al periodo antecedente alla cessione delle quote
teste: nell’ultima fase perché prima pensavo che fosse un, come dire, il termine giusto, uno pieno di sé, uno molto in delirio di onnipotenza, ecco, la parola giusta è delirio di onnipotenza, la sua straordinaria abilità nello schiacciare gli altri e questo bisogna dargliene atto con le parole, il modo di fare eccetera, ti schiacciava e incuteva paura, ma da lì a pensare è un mafioso o non è un mafioso è un passo successivo
PM: le chiedevo questo perché nel verbale del 15 luglio 2011 lei subito dopo il… a parte tutto il racconto delle minacce, fa riferimento a questi viaggi in Calabria…. e dice <<in un’occasione assistetti ad una discussione nella quale Mirante disse alle segretarie che…. >>  e aggiunse che <<tutti questi comportamenti non facevano che rafforzare l’idea che Mirante fosse di una famiglia mafiosa >>
teste: pensavo al delirio di onnipotenza…
PM: questi 300mila euro poi sono stati pagati?
teste: si, nell’arco di un anno
PM: siccome chi doveva fare la cessione delle quote era sua sorella, vi siete parlati? era d’accordo?
teste: si, assolutamente, per venire fuori al più presto possibile da questa vicenda
PM:  è stata fatta una transazione, che ho io anche qui, quindi voi avete accettato 300mila euro però lei ci ha detto che la sua quota valeva 1milione di euro
teste: sì, mia sorella ha la sclerosi multipla, la malattia si è aggravata ulteriormente e io fisicamente non ce la facevo .. non è stata una transazione, è stata un’IMPOSIZIONE.

Impellizzeri non si rivolge alle forze dell’ordine fino a quando si confronta casualmente con ESPOSITO Mauro, la cui testimonianza è prevista nelle prossime udienze.  E’ il 15 luglio del 2011 quando,  su suggerimento di Esposito, si rivolge ai carabinieri del nucleo investigativo, proprio quelli che si stavano occupando di mafia e ‘ndrangheta.  Impellizzeri si trovava in Tunisia, tentando di prendere dei lavori lì perché “qui mi è stata fatta terra bruciata, non ho potuto più fare assolutamente nulla, ho tentato di andare lì e sfiga vuole che quando stavo prendendo dei lavori è arrivata la rivoluzione e siamo di nuovo qua”.

PM: la ragione di andare in Tunisia era legata anche a protezione?
teste: no, non protezione ma tanto se mi vogliono ammazzare mi ammazzano appena esco da qui, e lo sapete benissimo, non ho nessuna protezione, se mi volevano fare qualcosa me lo facevano o me lo faranno considerando quello che sto dicendo, in Tunisia sono andato per cercare lavoro
PM: lei all’epoca disse questo, e aggiungeva anche che maturò la decisione perché <<molto spaventato e in ansia per quello che poteva succedere a me e alla mia famiglia e pensavo che allontanandomi io li avrei messi al sicuro dalle ritorsioni del Mirante>>

E’ il turno dell’avvocato difesa parte civile Esposito, le domande vertono sulle richieste i varianti e ad un certo punto il Presidente interrompe.

Presidente: chiedo scusa se interrompo… il cancelliere mi fa notare che gli imputati Gatto e Lubine che sono attualmente ai domiciliari si sono allontanati…. voi siete agli arresti domiciliari non è che potete andare in giro (“ho preso acqua e ho fumato una sigaretta”, rispondono gli imputati) e per quanto riguarda Lubine? Dov’era andato?
imputato: non l’ho visto
Presidente: avvocato?
Avv: non ho idea di dove sia …..
avv. BENITO CAPELLUPO:  vado a vedere se è sopra che sta fumando una sigaretta
Presidente: pubblico ministero, se qualcuno vuole fare questo tipo di controllo perché …
(…)

Avv: lei qualifica come mafioso soltanto dopo un certo aggravio delle vessazioni
teste: è chiaro che all’inizio in una società sono rose e fiori, è dopo che si tirano fuori le unghie, quando cominciano ad esserci questioni di denaro come appalti importanti, io penso di essere stato usato fino a quel momento li come elemento ….. pulito, un povero professionista, che quando poi ha cominciato a chiedere spiegazioni la cosa ha iniziato a diventare pericolosa anche per gli altri, credo sia questo… parlo col senno di poi….
Avv: lei ad un certo punto riferisce di essere stato messo da parte, lei ha provato a contattare la committenza per far presente.. ?
teste: no perché capivo che la committenza era un tutt’uno con Mirante
Avv: non ho altre domande, grazie
teste: anzi, mi correggo, perché mi fa venire in mente una cosa, io sono andato da Tosatto per parlargli e dirgli che c’era qualcosa che non funzionava ma Tosatto non mi ha ricevuto, sono andato nel suo ufficio, non ricordo in che epoca….
Avv: prima lei ha riferito che gli uffici di Tosatto si trovavano vicino al gruppo REA
teste: si gruppo REA era in via Cibrario e Tosatto via Collegno …..

L’avvocato parte civile Comune di Rivoli chiede precisazioni  circa osservazioni sui prezzi del cantiere, il teste risponde che sono constatazioni oggettive, “non bisogna neanche essere esperti”, “c’è un prezziario e non si sgarra, sono abbastanza precisi, non bisogna essere esperti” .

La parola passa all’avv. Ventrini, difesa Nicola Mirante.

(…)

Avv: Mirante invece cosa mise nel gruppo REA?
teste: che io sappia nulla
Avv: accerteremo poi con la PG
teste: ho detto a mio sapere
Avv: la trattativa per la cessione delle quote quanto è durata?
teste: parecchi mesi
Avv: lei ha detto prima che il valore della sua quota era un milione di euro…
teste: era stato valutato da Studio Gallo
Avv: nel verbale , solito verbale…. (legge una parte)
teste: una società quando ha un capitale sociale di 10mila euro e nessun lavoro in carico vale 10mila euro, una società quando ha un appalto che alla fine in denaro contante ha 7 milioni di euro più in alloggi arriva a 12 milioni di euro con utile del 3% circa, il valore delle quote viene determinato dall’utile che ne ricava la società
Avv: mi scusi il 30% di utile lei da dove lo ricava… ?
teste: no avvocato, qui erano 7 milioni in denaro e il resto in alloggi, io non ricordo….. forse il 27% in appartamenti e dalla vendita di questi alloggi ne derivava… perché l’utile vero era negli alloggi e non nei 7 milioni che si andava in perdita, dalla vendita degli alloggi ad operazione finita c’era il 30% di utile circa e veniva fuori il 10% a testa, circa 3 milioni di euro… quindi un milione di euro a testa, relativamente a questa operazione

(…)

Avv: (…)ha detto prima che le minacce che avvenivano nei suoi confronti le faceva Mirante nella sala riunioni, lei è stato minacciato anche davanti alle segretarie?
teste: assolutamente
Avv: per la cessione delle quote?
teste: non solo quello, dicevano anche che ero un vecchio rincoglionito
Avv: questi sono insulti, dicevo minacce
teste: minacce per la cessione delle quote, anche davanti alle segretarie dell’ufficio, soprattutto davanti a Sabrina e alla (…) addette alla contabilità….. Graziano invece non si è più ritrovato scrivania e computer da un giorno all’altro.

(…)

Avv: la richiesta di cessione di quote… lei ha detto che dopo la cessione di quote Mirante le fece terra bruciata, in cosa è consistita?
teste: che per me Torino era una piazza chiusa, professionalmente
Avv: ci vuole spiegare in cosa si concretizza?
teste: che per un professionista… qualcuno che va a contattare come probabilmente è stato fatto, io mi sono ritrovato delle persone che non mi hanno più dato fiducia
Avv: e con questo cosa c’entra MIRANTE?
teste: avranno parlato con Mirante
Avv: avranno o hanno?
teste: hanno parlato….
Avv: ci deve dire chi ha parlato con lei e chi ha parlato con MIRANTE
teste: io le dico che TORINO per me è stata OUT, chiuso completamente

(….)
Avv: Mirante le disse mai nel corso della trattativa per cessione quote che le avrebbe dato un valore diverso?
teste: sì, mi ha detto che mi avrebbe dato la differenza, 700mila
Avv: che poi evidentemente non le diede
teste: evidentemente no, non sarei qui
Avv: e in che modo?
teste: dice “adesso mi cedi le tue quote, stai tranquillo, non ti preoccupare”, erano minacce, poi cercava di imbonirmi, te lo giuro sui miei figli… poi minacce… per togliermi dai coglioni
Avv: lei non è andato dai carabinieri dopo l’incontro telefonico del dicembre 2010 con Esposito? (…) Perché?
teste: (…) per paura, come ho paura adesso avvocato
Avv: però rivolgersi alle forze dell’ordine è un modo per superare la paura
teste: dipende (…)
Avv: No perché nel suo verbale disse <<temevo che se mi fossi rivolto all’autorità questa non sarebbe stata in grado di proteggermi>>
teste: sì
Avv:  quindi non ha molta fiducia… nell’autorità
teste: questa sua affermazione la trovo molto sconveniente
Presidente: allora, evitiamo di fare domande provocatorie ed evitiamo di dare risposte polemiche
Avv: è un dato di fatto che ha dichiarato questa cosa, chiedevo il perché di questa cosa…
teste: e io le rispondo avvocato…le rispondo anche, mi permetta anche perché l’autorità giudiziaria non può stare dietro a tutti, è che lei lo sa meglio di me che mancano uomini per tutelare testimoni di giustizia, io esco da qui e mi sparano, vengo da lei avvocato ? la mia famiglia chi la tutela?
Presidente: ho già invitato a dare risposte … ci sono altre domande?
Avv: no, nessun’altra domanda

L’udienza del giorno 11 è annullata, prossime udienze 4 e 11 maggio, ore 9:30 maxi aula 3.

 

Tags: 'ndrangheta, san michele, san mauro marchesato, Banca Intermobiliare di Investimenti, BIM SPA, EdilRivoli 2006 srl, Residenza San Carlo, rivoli, TOSATTO FABRIZIO, Greco Pasquale, MIRANTE NICOLA

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