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Cisano-Zuccarello, la “puzza” del centrodestra diventa “profumo” con il centrosinistra

E' la storia dell'impianto Icose di bitume e del fluttuante concetto di “tutela ambientale e della salute” che si evidenzia sull'entroterra savonese.

L'ambientalismo (e tutela della salute), diciamocelo, non è mai stato e non è patrimonio del centrodestra di Giovanni Toti e non lo è nemmeno però di chi parla tanto di “green”, ovvero il centrosinistra di Ferruccio Sansa. Questi, ad esempio, fa un tour in Val Bormida, lo racconta e documenta lui stesso, e si scopre che nulla dice sull'inquinante Italiana Coke che oltre ad inquinare quel territorio, produce carbone che viene bruciato altrove (seminando danni ad ambiente e salute)...

Ma quello che appare utile affrontare qui è come cambia la narrazione e la visuale su un sito inquinante, come quello della Icose di Cisano e Zuccarello, da parte di un certa informazione che prima è giornalismo di denuncia ma poi ribalta tutto perché sceglie di fare campagna elettorale. Scelta legittima, per carità, già conosciuta con altre testate savonesi, ad esempio su Tirreno Power, ma scelta onestamente spregevole.

E' così che se ciò che sino qualche settimana l'impianto della Icose faceva male e danneggiava salute, ambiente e stroncava il possibile sviluppo turistico della zona, ora diviene, d'emblée, una cosa bella e giusta che trova – ma guarda te – un solo ostacolo: il comportamento dei cittadini che rivendicano diritto a vita, salute e ambiente salubri.

I miasmi ci sono sempre, l'inquinamento è una costante, il progetto di ampliamento dell'impianto è sempre lo stesso;l'unica cosa che, in queste settimane di “svolta” di certo ambientalismo, è che il sindaco di Cisano sul Neva, consigliere della Provincia di Savona ed ora anche candidato al Consiglio Regionale nella lista savonese del Pd con Ferruccio Sansa candidato presidente.

Non è stata, dopo anni, ancora collocata nemmeno una centralina per misurare i livelli di inquinamento, ma passiamoci sopra, suvviail Sindaco (consigliere Provinciale) e candidato alle regionali, Massimo Niero (nella foto a lato con Ferruccio Sansa), ha necessità di apparire “green”e difensore della “salute”, parole d'ordine della campagna elettorale di Sansa.

Andiamo con ordine prendendo spunto, passo dopo passo, da quella testata giornalistica che si definisce “ambientalista”, e che prima sosteneva la richiesta di chiusura dell'impianto Icosementre ora quell'impianto non è poi mica tanto male che ci sia, che si sviluppi e si ampli senza più il freno dell'opposizione dei cittadini.

Il 20 maggio 2019 sul sito di una testata giornalista savonese, che si classifica “ambientalista”, si legge: «La protesta dei cittadini della Val Neva: il disagio negli ultimi mesi è peggiorato, le case sono invase da un forte odore di bitume, petrolio e uova marce che si dilegua solo dopo molte ore».Ed ancora: «Sicuramente non deve essere piacevole per gli abitanti della Val Neva, nel verdeggiante entroterra di Albenga, respirare un fastidioso puzzo di petrolio e di uovo marcio, un giorno sì e uno no a seconda di come tira il vento. Mentre fino a poco tempo fa, il raggio era limitato e la puzza si sentiva solo in prossimità e solo ogni tanto, ora la sentono in molti, anche a finestre chiuse, a fasi alterne che si susseguono sempre più frequentemente.
Recentemente, infatti le emissioni odorigene sono andate intensificandosi, causando nelle persone più sensibili una combinazione di sintomi correlati agli odori, come per esempio, bruciore degli occhi, nausea, irritazione di naso e gola».

Il 24 giugno 2019, la stessa testata titolava un nuovo articolo «L’insostenibile pesantezza del bitume». E qui si leggeva:«Ve lo ricordate il casino che scoppiò a Savona nell’estate 2015, quando si venne a sapere che in darsena era previsto un deposito di bitume? Il comitato Savona Porto Elettrico produsse valanghe di dati scientifici sulla pericolosità di tal progetto. Se il bitume non presenta rischi per la salute, perché l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 2005 conclude che è verosimile che nei fumi liberati dal bitume siano presenti sostanze carcinogenetiche?
E perché la stessa INAIL, nella sua Guida per le attività di asfaltatura, sottolinea la pericolosità per la salute del prodotto?
Dobbiamo dedurre che l'odore poco gradevole sarà una certezza per i Savonesi?”.
I savonesi, al netto delle gradite puzze turbodiesel delle navi, da quella di bitume per ora si son salvati, ma non a tutti è andata altrettanto bene.
Sulle prime alture di Albenga, tra Cisano e Zuccarello, due splendidi paesini sulle rive del torrente Neva, ha sede l’impianto di tale ICOSE Spa.
Spicca per puzza la produzione di bitume. Quasi inutile menzionare la disperazione di molti dei pochi abitanti, assaliti dai miasmi. Nausee e cefalee, occhi che lacrimano e gola che brucia alcuni dei sintomi più frequenti».
Veniva indicata una scientifica carrellata sui dati e si sottolineava:
«La Icose Spa dichiara che ad ammodernamento concluso otterrà dal nuovo impianto e tra le altre, una concentrazione di ossidi di zolfo (SOx) inferiore a 500 mg/nmc.
Cinquecento.
Ma è scorrendo il documento che troviamo la sorpresa: l’impianto attuale viene dichiarato come concentrazioni di SOx e salvo errori ed omissioni (avremo certo capito male noi) nientemeno che ad una soglia di 1700 mg/nmc.
Millesettecento.
Che stando alle ore di attività dichiarate da Icose sull’anno farebbe 59,16 tonnellate di ossidi di zolfo (SOx) l’anno in atmosfera. Senza contare tutti gli altri inquinanti inclusi gli IPA, che sono tanti e pericolosi, ci sia concesso.
Il nuovo impianto senza VIA - secondo quanto dichiarato da Icose - porterà si ad un raddoppio della produzione, ma anche, aggiungiamo, al raddoppio della portata emissiva, da 29000 mc/ora a 58000 mc/ora passando così a oltre 118 Tonnellate di ossidi di zolfo annui.
Ma a questo nessuno sembra far caso
».

Il 3 luglio 2019, si leggeva sulla testata giornalistica “ambientalista” savonese che «da più di tre anni una buona parte della popolazione di Cisano sul Neva e Zuccarello, nell’entroterra di Albenga, subisce un forte disagio dovuto ad un fetore tremendo, presumibilmente provocato da un impianto per la lavorazione del bitume, classificato come azienda insalubre di prima classe ai sensi del D.M. 5 settembre 1994. La normativa prevede che le industrie insalubri di prima classe debbano essere isolate nelle campagne e tenute lontano dalle abitazioni ma qui si trova a poche decine di metri dalle case, in una zona sottoposta a vincolo ambientale e a vincolo idrogeologico, a distanza inferiore di 150 m dal Torrente».
Due giorni dopo si sarebbe tenuta un'assemblea pubblica, a Cisano sul Neva, organizzata dal Comitato con Marco Grondacci (giurista ambientale) Valerio Gennaro (epidemiologo), Maurizio Loschi (di “Medicina Democratica”) ed il giornalista Mario Molinari per«illustreranno alla popolazione la situazione attuale e lo scenario futuro in termini di impatto ambientale e sanitario, nel caso in cui il nuovo progetto di ampliamento dell’impianto di bitume diventi realtà».

La testata “ambientalista” savonese pubblicava, il 6 luglio 2019, un ampio resoconto dell'assemblea pubblica: «La popolazione è preoccupata non solo per i disagi che ciascuno vive sulla propria pelle ogni mattina (nausea, gola irritata, riniti e lacrimazione i sintomi più frequenti), ma anche e soprattutto per i potenziali rischi sanitari legati alle emissioni dell’impianto.
Marco Grondacci, giurista spezzino che da trent’anni si occupa di vertenze ambientali in tutto il Nord Italia, ha rilevato diverse carenze nell’istruttoria regionale che autorizza l’azienda ad ampliarsi senza passare dal VIA, la Valutazione ordinaria di Impatto ambientale, che pure sarebbe stata utile anche per tutelare gli stessi funzionari di Regione Liguria.
Questi vizi - spiega Grondacci - potrebbero costituire l’ossatura per un ricorso al TAR.
Non ultima, tra le criticità puntualmente rilevate dal giurista, quella relativa alle osservazioni presentate dai comitati: osservazioni che nel decreto dirigenziale regionale sono citate, ma alle quali non vien data risposta nella sostanza.
Il nuovo impianto, che raddoppierebbe la produzione, dovrebbe mitigare i disagi, stando a quanto dichiarato e auspicato: ma i cittadini pretendono garanzie sulla salute pubblica.
E la salute, ha ricordato il portavoce di Medicina Democratica Loschi, non si misura solo con l’incidenza di eventuali patologie ma anche con riscontri sulla qualità della vita degli abitanti.
Qualità della vita che molti, tra coloro che ieri erano presenti, vedono minacciata dai miasmi e dagli inquinanti: tanti e precisi gli interventi della cittadinanza, e tante le domande rivolte ai relatori e ai rappresentanti delle Istituzioni
».

L'incontro pubblico e la mobilitazione non smuovono nulla. La Regione Liguria, con la Giunta Toti, approva sia il progetto di ampliamento dell'impianto inquinante nonché, con il Piano Cave, il via libera ad altri decenni di estrazione. Eppure la gravità della situazione era evidente.

Il 22 novembre 2019, il Comitato degli abitanti della valle denunciava pubblicamente che la Regione Liguria (sotto la guida di Giovanni Toti) aveva approvato (senza procedura di Valutazione di Impatto Ambientale) l'ampliamento dell'impianto di bitume (per raddoppiare la produzione) e scriveva «Il progetto dell’Azienda presentato in Regione, che dichiarava emissioni davvero preoccupanti e fuori norma, è stato comunque approvato senza ulteriore VIA, Valutazione di Impatto Ambientale»ed ancora:«Non pare proprio uno sviluppo adatto, per una zona come questa, con vocazione turistica e con moltissime attività agricole, dove nel corso degli ultimi decenni sono stati investiti, a questo scopo, ingenti fondi anche Europei e dove anche molti privati hanno deciso di utilizzare i loro risparmi per ristrutturare rustici abbandonati. Un progetto del genere, affiancato da un Piano Cave che prevede l’ennesimo depauperamento del territorio, provocherà molto probabilmente una svalutazione di tutto ciò che è parte integrante del tessuto economico locale (…) Gli abitanti stanno lottando e durante questi mesi hanno fatto il possibile, di tasca propria, per bloccare quella che viene fatta passare come economia essenziale ma che invece, secondo loro, rappresenta la fine di un territorio, trasformandolo in una periferia urbana, quando invece si tratta di una zona vincolata». Ancora il Comitato raccontava dell'azione di tutela ambientale e della salute portata avanti dai cittadini che, tra l'altro, si sono fatti carico di un ricorso al Tar per chiedere di «sospendere qualsiasi atto che possa portare all’autorizzazione dell’impianto».

Il 5 agosto 2020, terminato il lockdown, si legge sulla stessa testata “ambientalista” savonese: «Torna il fetore di bitume a Cisano». «Avevano detto che la produzione di bitume sarebbe stata sospesa. Sì, ma solo durante il periodo del lockdown. Ora i miasmi son ripresi alla grande» veniva pubblicata una lettera degli abitanti della val Neva: «Come era facile prevedere, vista la buona stagione, eccoci alle prese nuovamente con le esalazioni e i fumi provenienti dall’impianto di bitume sito in Cava Isola a Zuccarello.
L’aumento della produzione di asfalti per “rattoppare” l’autostrada A10 ridotta ad unico cantiere sta gioiosamente rimpinguando le casse della Icose spa ma contemporaneamente ricacciando la popolazione della Val Neva e della Val Pennavaire nell’incubo del soffocamento.
Sull’argomento una parte di cittadini locali ha svolto un lavoro di “contrasto” sia sul piano legale che amministrativo per individuare una soluzione al grave e reiterato disagio.
Oggi a distanza di oltre due anni dalle prime segnalazioni di insofferenza al disagio, le cose non sono cambiate: vuoi la bella stagione che invita ad aprire le finestre al piacevole clima, vuoi per l’aumento delle asfaltature i cittadini sono nuovamente sul piede di guerra.
Le Amministrazioni sul territorio hanno speso fiumi di parole per assicurare i loro cittadini che si sarebbero trovate le soluzioni: chi promettendo l’installazione di centraline ad oggi non pervenute, chi istituendo un tavolo tecnico inconcludente con l’azienda. In realtà però è tutto come PRIMA.
Mentre le istituzioni a vario titolo dimenticano le loro responsabilità verso la salute pubblica e si preoccupano solamente della ricaduta economica dell’impianto sul territorio, noi abitanti di serie B che non viviamo del contributo diretto del nostro illustre “benefattore” ne subiamo non solo un danno alla salute ma anche una grave perdita economica.
Questo che esprimiamo è un appello che deve trovare una risposta concreta nell’immediato perché una nuova estate chiusi nelle nostre case o svegliati in piena notte per il bruciore in gola non è umanamente tollerabile.
Viste le condizioni che “suggeriscono” a queste ditte la lavorazione notturna perché la viabilità “riposa” noi abitanti chiediamo che i nostri sonni siano monitorati costantemente perché il “buio legislativo” non ci rassicura anzi ci fa paura.
Visto inoltre, che rispetto all’AUA rilasciata nel dicembre 2019 già a Gennaio 2020 l’ARPAL rilevava due gravi infrazioni da parte di Icose spa, ci chiediamo se le autorità comunali hanno vigilato sulle prescrizioni indicate sull’AUA e se sì, quando e con quali esiti.
Come precedentemente sottolineato pensiamo che il tempo delle parole e dei proclami sia finito, chiediamo risposte concrete e immediate perché l’esasperazione delle persone non sempre si manifesta in modo civile e costruttivo, soprattutto quando gli interlocutori che a vario titolo dovrebbero tutelarle fanno “orecchie da mercante”».

Poi arrivano la campagna elettoralee la testata savonese “ambientalista” si schiera e sostiene lo schieramentoche candida alla presidenza della regione Ferruccio Sansa «che si sta consumando nelle dodici fatiche di Ercole»(testuale).

Il nuovo corso cambia la visione. Ed infatti il 31 agosto, quando l'impianto semina sempre lo stesso inquinamento, gli stessi odori nauseabondi, le centraline per il monitoraggio dell'aria non sono state installate, la parola la testata savonese “ambientalista ma schierata” non la da più la parola ai cittadini (che diventano i responsabili degli odori nauseabondi e dell'inquinamento... e non è uno scherzo) bensì al Sindaco Massino Niero, candidato alle elezioni regionali nella lista PD con Ferruccio Sansa. Quel Niero che mai ha sostenuto la richiesta di chiusura di quell'impianto inquinante(come documentava prima di schierarsi anche la testata “ambientalista” savonese), bensì ha sempre difeso tale attività produttiva e non quindi la cittadinanza, in sfregio anche al principio di precauzione per la tutela della salute e dell'ambiente.

Non ci credete? Ecco cosa scrive la testata savonese (e tenetevi forte):

«Abbiamo chiesto a Massimo Niero, sindaco di Cisano sul Neva e candidato col PD alle regionali, la sua posizione rispetto alla puzza che affligge il suo comune, un problema del quale ci siamo occupati diverse volte su questo giornale.
Ecco la sua risposta: “Ho recepito le istanze del comitato e ho realizzato una Commissione consiliare (in Consiglio provinciale) composta da membri di minoranza e maggioranza, per spiegare e valutare la questione. Contemporaneamente ho chiesto chiarimenti ad Arpal e Provincia, che hanno disposto degli interventi di miglioria (che abbiamo fatto eseguire come Provincia) e hanno confermato che la costruzione del nuovo impianto permetterebbe la produzione del bitume con tecnologia di ultima generazione che non comporterebbe la puzza e quindi risolverebbe il problema odorigeno.
La realizzazione del nuovo impianto però non è partita (pur essendo già approvato dal TAR) perché c’è in atto un ricorso al Consiglio di stato (portato avanti dal comitato contro il bitume ) e finché questo è in corso i proprietari non fanno investimenti.
Inoltre, ho fatto una forte pressione perché si realizzasse il metanodotto, che a breve sarà pronto, quindi Icose tra circa un anno potrà fare bitume bruciando non più BTZ (che genera la puzza) ma metano.
Infine ho fatto una mozione in Consiglio provinciale affinché la Provincia impegni la Regione a normare l’inquinamento odorigeno (ad oggi in Liguria non esiste alcun regolamento di questo tipo) e a mettere delle soglie.
Quindi io penso di essermi preso a cuore la situazione dei cittadini, per migliorare la situazione e produrre in condizioni che siano ottimali senza far chiudere l’impianto».

Capite quindi? L'impresa che inquinava e che doveva chiudere per uno sviluppo turistico della valle non deve più chiudere. E l'impresa avrebbe eliminato la “puzza” ma è colpa del ricorso dei cittadini se non lo ha fatto. L'Arpal ha detto tutto ok, anche se non esistono centraline per la misurazione degli inquinanti... ed anche in prospettiva perché il progetto di raddoppio della produzione, dell'impianto sarà, quasi quasi, un toccasana per la salute. E poi il fatto che ci sia una norma nazionale che punisce l'inquinamento odorigeno non conta nulla, quindi non lo diciamo nemmeno che esiste, come non diciamo nemmeno di sfuggita che il Sindaco ha il dovere di tutela della salute pubblica(prima di ogni altro) e che la normativa europea sancisce il dovere di applicare il principio di precauzione proprio per tutelare salute e territorio.

P.S.
Vista questa linea non ci stupisce proprio più nulla (sai cosa è la destra e cosa è pure la sinistra). Basta ricordare che questa è sempre stata la linea del Pd anche su Tirreno Power ad esempio... L'altro candidato del Pd con Ferruccio Sansa, Roberto Arboscello (foto a lato con Sansa), dopo il sequestro e la chiusura dei gruppi a carbone della Centrale di Vado Ligure, si schierò apertamente contro il provvedimento della Magistratura a tutela della salute e dell'ambiente, chiedendo che il Governo Renzi adottasse un Decreto per far ripartire quei gruppi a carbone.

P.S. 2
Appare così anche evidente la ragione che probabilmente sta dietro anche all'appuntamento prima fissato e poi svanito del candidato Ferruccio Sansa con i Comitati della Valpolcevera. Era stato fissato per la mattinata di sabato 5 settembre a Fegino, accanto all'impianto Iplom(quella Iplom che è una bomba innescata lì come a Busalla e che ha visto da decenni, così come la Erg, un rapporto consolidato con iMamone). I Comitati della Valpolcevera, a partire da quello di Fegino, già organizzatisi per l'appuntamento con il candidato “green”, scoprirono però da un video online del candidato Sansa che quella mattina del 5 settembre a Fegino non si sarebbe visto il candidato perché aveva organizzato la passeggiata sui monti dell'Alta Val Bisagnoper raggiungere i 900 metri sul livello del mare e parlare con i giovani.

P.S. 3
Nel “prendersi cura” dei cittadini indicato come caposaldo detta tutela della Salute da parte di Ferruccio Sansa, manca un tassello: ripristinare ciò che le Giunte di Claudio Burlando e poi Giovanni Toti hanno smantellato e negato, ovvero la prima azione di tutela della Salute, che non è “cura” bensì “prevenzione”. Manca infatti nel programma della coalizione di centrosinistra ciò che permette di individuare le cause di malattie e morti che provengono dal territorio ove le persone vivono. Ricostruire unnucleo epidemiologico che possa promuovere, senza interferenze di interessi privati, l'individuazione delle cause ambientali che fanno sì che vi siano zone ove ci si ammala di più e dove si muove di più. Nel programma non c'è. Non c'è questo primo tassello in materia di tutela della Salute (individuare e quindi eliminare le cause di malattie e morti determinate da fattori ambientali quali l'inquinamento) nel capitolo “prendersi cura”.

 

 

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