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SCAJOLA Claudio, a Ventimiglia si è conquistato una bella querela

Gli articoli del Corriere della Calabria e La Repubblica.

Corriere della Calabria

Scajola scatenato: «Nell'inchiesta contro di me errori enormi»
L'ex ministro, in una manifestazione di Forza Italia, critica le indagini della Procura di Reggio Calabria e si scaglia contro il presidente della Casa della Legalità

REGGIO CALABRIA Sarà forse per la ritrovata libertà di recente ottenuta, o per i lunghi mesi in cui era stato costretto al silenzio dalle misure cautelari – in carcere prima ai domiciliari poi – ma  è un Claudio Scajola scatenato quello che è intervenuto alla serata organizzata dal locale circolo di Forza Italia a Ventimiglia. Insieme a lui c’erano Giorgio Valfrè, coordinatore comunale di Forza Italia, e il nipote, Marco Scajola, attualmente assessore regionale...


Ma è toccato all’ex ministro il ruolo di grande mattatore della serata. 
Oggetto dell’incontro, le strategie del centrodestra per riconquistare il terreno perduto in Liguria, ma per l’ex ministro – tuttora imputato a Reggio Calabria nell’ambito del processo Matacena - è stata anche un'occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa. A farne le spese non sono stati solo vecchi e nuovi avversari politici, ma anche il presidente dell’associazione antimafia Casa della legalità, Christian Abbondanza, considerato uno dei principali testimoni dell’accusa nel procedimento che vede Scajola alla sbarra. Contro di lui, Scajola va a testa bassa. «Qui – dice a chi lo ascolta - c'è un vate, in questo territorio, che si chiama Christian Abbondanza che è un personaggio di uno squallore pauroso, di una bassezza morale unica. Abbondanza lo porta bene come cognome per l'abbondanza che ha e che avrà di denunce e di querele per le diffamazione che fa».
 La colpa di Abbondanza per l’ex ministro sarebbe stata non solo di aver attivamente collaborato con le procure svelando più di una volta la presenza delle ‘ndrine nelle città e nelle amministrazioni liguri, ma anche quella di aver informato la Dia su una serie di amicizie e rapporti quanto meno curiosi di Scajola, che investigatori e inquirenti devono aver tenuto in conto e valorizzato se è vero che molte di quelle dichiarazioni hanno trovato conferma e riscontri negli approfondimenti della Dia. 
Ma per Scajola non sarebbe che un’attività quasi intimidatoria, di dossieraggio contro un’intera classe politica. Non a caso avverte: «A Reggio Calabria, nell'inchiesta in corso su di me, ci sono tantissime pagine, con molti nomi vostri anche... Tantissime pagine spedite di qua, mandate di qua... Questo che dicevo prima, Abbondanza, ha fatto 150 pagine dove spiega che qui è un territorio di criminalità paurosa e che io in qualche modo (...inc.le...) con molti di voi, che siete dei birichini avanzati, io sono il vostro nume tutelare tanto è vero che ho sempre contestato lo scioglimento del Comune di Ventimiglia». Che lo sia o meno, di certo l’ex ministro si lascia andare a un’affermazione quanto meno inquietante: «Ho fatto la resistenza e qualcuno pagherà poi per quello che è successo. Oggi intendo recuperare il tempo perso».
 A chi si riferisca e come intenda fargliela pagare non è dato sapere, ma si tratta di affermazioni su cui l'ex ministro potrebbe essere chiamato a rispondere di fronte a un giudice. Abbondanza ha infatti annunciato di aver già pronta una querela, che non esiterà a trasmettere per conoscenza anche ai magistrati di Reggio Calabria. Ma l’ex ministro non sembra essere per nulla preoccupato – o almeno tale si mostra – dal procedimento che lo vede imputato di fronte ai giudici reggini. «Mi pare che quest'ultima vicenda, nel corso delle sue udienze, stia dimostrando l'assoluta superficialità, le lacune e gli errori enormi, e qualcosa di peggio – afferma convinto –. La verità emerge sempre con la pazienza. Anche questa volta si chiuderanno queste vicende, con la dimostrazione che anche nel pianeta giustizia bisogna operare perché ci sia giustizia vera». La sua segretaria storica Roberta Sacco, imputata con rito abbreviato, è stata già condannata a 1 anno e 4 mesi per reati commessi in concorso proprio con l’ex ministro.

Alessia Candito



La Repubblica
"I liguri avevano paura del mare, sono diventati pescatori grazie ai siciliani"
Dopo le sentenze sulla 'ndrangheta Scajola glorifica i calabresi: "Ci hanno insegnato a coltivare i fiori e hanno migliorato la nostra razza"

di MARCO PREVE


«I liguri con il loro gozzo andavano fuori dalla costa di un miglior solo. Perché i liguri avevano paura del mare. Chi ci ha insegnato ad andare a metà canale e a pescare bene sono stati i siciliani. E chi ha fatto partire l’agricoltura e in particolare le florovivaistica in Liguria sono stati calabresi e abruzzesi. Sono i meridionali che hanno portato al rilancio economico del nostro territorio e quindi al successo».

E’ una nuova corrente del “Meridionalismo” quella di cui si è fatto interprete due sere fa a Ventimiglia l’ex ministro Claudio Scajola nel corso di un incontro pubblico organizzato soprattutto per celebrare la conferma dell’assoluzione al processo per ‘ndrangheta dell’ex sindaco Gaetano Scullino.
Scajola ha anche aggiunto che senza i meridionali, in buona sostanza, i liguri ma soprattutto gli imperiesi starebbero ancora lì ad accoppiarsi tra di loro.
«L’immigrazione dal sud a Imperia è stata un esempio positivo a livello europeo. Ha migliorato anche la razza, oggi si vedono belle ragazze con occhi chiari e capelli scuri
Perché il nostro territorio era molto chiuso e aveva uno dei fenomeni più alti di matrimoni tra consanguinei che creavano grandi problemi nella storia».
Certo questo iperbolico riconoscimento  alle qualità degli immigrati meridionali (con lo stesso metro del rinnovamento della razza non si capisce allora perché Forza Italia sia così contraria all’immigrazione africana) ha probabilmente anche un’altra ragione oltre a quella storica.
Come disse l’ex consigliere regionale imperiese  del Pdl Alessio Saso, quando venne indagato per i suoi rapporti con esponenti delle cosche dell’imperiese.
E Scajola, ha quindi capito che, dopo le sentenze in materia di mafia nell’estremo ponente ligure, recuperare il rapporto con gli elettori meridionali sarebbe stata una mossa che avrebbe dato i suoi frutti al momento buono.
Va anche detto che nella stessa serata Scajola ha pesantemente attaccato Christian Abbondanza che come presidente della Casa della Legalità in tutti questi anni ha portato avanti il tema della legalità e degli intrecci tra potere, politica e criminalità in tuta la Liguria. Nonostante Abbondanza sia stato minacciato più volte di morte proprio da quegli esponenti della ‘ndrangheta calabrese che la stessa sentenza che ha assolto Scullino ha confermato essere dei boss (i Marcianò), Scajola ha  accusato Abbondanza di essere un personaggio squallido e i “una bassezza morale unica”. Abbondanza che su Scajola ha compilato dossier che la procura di Reggio Calabria ha allegato agli atti d’inchiesta, ha annunciato che querelerà per diffamazione l’ex ministro dell’interno.

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