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Sempre piu' vicini... Il cerchio si chiude, passo dopo passo... PANDORA e' solo l'inizio!

Tirreno Power (foto Il Secolo XIX)Partiamo da Savona. Partiamo dai traffici illeciti di rifiuti che tra Liguria e Piemonte ed un epicentro la TIRRENO POWER di Vado Ligure, secondo l'indagine della DDA di Genova (a seguito del lavoro della Procura di Savona) che ieri ha mandato i Carabinieri del NOE. Una decina sono le persone indagate per lo smaltimento delle ceneri di carbone centrale. Dai documenti acquisiti dai militari del NOE - per conto della pm Arena (componente della DDA con delega al Ponente ligure) - si apprende che le attenzioni dell'antimafia sono, ancora una volta, centrata sull'asse Liguria-Piemonte, ed in particolare su alcune imprese piemontesi che si occupano di smaltimento delle ceneri, autotrasportatori, oltre, ad alcuni responsabili della Centrale Tirreno Power (che, con una comunicazione ufficiale, si dicono tranquilli, affermando che loro sono trasparenti e disponibili tanto che (e ci mancherebbe pure) hanno consegnato i documenti richiesti ai Carabinieri.

Aldo DELLE PIANE con il vertice della DEMONTE Savona torna, quindi, ancora, come nei decenni passati al centro di un inchiesta per traffico illecito di rifiuti speciali... E Savona vede coinvolto uno dei suoi principali imprenditori, Aldo DELLE PIANE, in una delle più pesanti inchieste della Procura di Genova – coordinata dal pm Pinto e seguita dalla Guardia di Finanza -. E' l'indagine che prende il nome di “PANDORA” (di cui abbiamo già parlato), avviata con perquisizioni e sequestri nel 2009, e che ha individuato il “cartello di imprese” facente capo a Gino MAMONE della ECO-GE (famiglia indicata ancora nell'ultima relazione della DNA, come abbiamo recentemente ricordato) per il controllo degli appalti e dei subappalti del colosso pubblico genovese SVILUPPO GENOVA, ed in particolare per le demolizioni e bonifiche delle aree delle ex Acciaierie di Cornigliano...

La Direzione Nazionale Antimafia, come ricordato, a dicembre 2012, scriveva: “Già negli ultimi anni era emersa la presenza di infiltrazioni della ‘ndrangheta nel tessuto economico ed amministrativo nella provincia di Genova, nell’ambito dell’operazione denominata “PANDORA ”, svolta dal II Gruppo di Genova . Le indagini hanno consentito di segnalare alla locale A.G. le attività illecite di un consolidato “cartello di appalti pubblici”, capeggiato da MAMONE Gino, sottoposto ad indagini dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Genova, ed al cui esito è stato condannato, nel gennaio 2012, in quanto ritenuto colpevole del reato di corruzione con la sanzione accessoria dell’incapacità di contrarre per due anni con la Pubblica Amministrazione. In virtù di tale provvedimento, il Prefetto di Genova ha richiesto all’Avvocatura Distrettuale un parere riguardo all’efficacia di tale interdizione sui rapporti contrattuali già in vigore con la P.A.. Dalle indagini sono emersi rapporti e cointeressenze legate al settore degli appalti pubblici tra la famiglia MAMONE e note famiglie calabresi (tra cui i FOTIA, attivi nella provincia di Savona, e gli AVIGNONE)”.

Ora a scrivere è stata la Procura di Genova. Lo ha fatto con gli Avvisi di Conclusione delle Indagini Preliminari, notificato, tra gli altri indagati, anche a: GHIO Alberto all'ex Amministratore Delegato di SVILUPPO GENOVA SPA (nonché anche vice sindaco di Genova con Giuseppe Pericu) e SAFFIOTI Salvatore, all'ex Direttore Generale di SVILUPPO GENOVA SPA.

1993 il brindisi di Gino MAMONE con i boss della 'ndrangheta RAMPINO e GULLACEL'accusa per il cartello di imprese capeggiato da Gino MAMONE è l'associazione a delinquere in quanto “si associavano tra loro mediante accordi collusivi o altri mezzi fraudolenti al fine di commettere più delitti di turbativa d'asta, predisponendo e presentando, per le gare relative alla bonifica e riconversione dell'ex area acciaierie ILVA -ITALSIDER di Genova-Cornigliano, le singole offerte con modalità in precedenza pianificate e coordinate con ribassi concordati, in modo da influire in maniera decisiva sulla individuazione dei soggetti di volta in volta aggiudicatari delle gare pubbliche – e successivamente dopo l'aggiudicazione anche sulla scelta del sub-appaltatore, nonché sulla conseguente determinazione del prezzo di aggiudicazione, con conseguente danno per l'ente pubblico appaltante “Sviluppo Genova”. In particolare, il MAMONE quale promotore della suddetta associazione di volta in volta coltivando i rapporti d'affari con gli altri soggetti partecipi dell'associazione, individuava le opportune modalità di partecipazione alle gare, determinando il ruolo dei soggetti partecipanti in modo da far aggiudicare alla propria impresa ECO.GE, la gara indetta, oppure di fare in modo che la ditta aggiudicataria gli concedesse il sub-appalto delle opere oggetto di gara. Il tutto con conseguente vantaggio patrimoniale per ciascun membro dell'associazione e con conseguente danno dell'ente pubblico appaltante, essendo impedito, ristretto o comunque falsato in maniera consistente il gioco della libera concorrenza”.

E la lista degli appartenenti al “cartello” dei MAMONE (gestito dal Gino MAMONE insieme a LAMBERTI Alfio, sempre della ECO-GE) è lunga ed eccellente... Ci sono dei “colossi” e non solo aziendine di provincia... 

Se abbiamo già citato il DELLE PIANE Aldo con la DEMONT srl, troviamo anche la F.LLI BARALDI di Modena (con BARALDI Claudio e GAZZETTI Ivan), oggetto di una misura interdittiva antimafia (come la ECO.GE) della Prefettura di Modena e che, a Genova, aveva avuto anche una buona fetta, così come altre imprese, nella partita della “messa in sicurezza” del sito della STOPPANI dopo le false bonifiche pre-commissariamento e dove, di nuovo, vi era un ruolo cardine della ECO-GE dei MAMONE.

Abbiamo la DESPE SPA di Bergamo con PANSERI Giuseppe ed uno dei capisaldi del mondo cooperativo, la C.C.C. (CONSORZIO COOPERATIVE COSTRUZIONI”) di Bologna con COLLINA Pietro.

E poi ancora: la I.CO.STRA srl di Genova con BERTUCCI Giorgio; la TORINO SCAVI MANZONE spa di Torino con MANZONE Renzo e MANZONE Giorgia; la veneta IDEA Snc con DITTADI Valerio; la ISE srl di Genova con FANELLI Diego; la FURIA HOLDING srl di Fidenza (PR) con il FURIA Gino; la M.S. ISOLAMENTI spa di Seveso (MG) con RAINERI Roberto e MOSCARDO Ivana.

Nelle indicazioni dei singoli capitoli dell'inchiesta, quelli dedicati ai singoli appalti ed ai soggetti che hanno concorso con “accordi collusivi” alla turbativa della gara, compaiono anche i nomi di altre note imprese genovesi, come la PA.MO.TER. scarl (CABRIA Alberto) e la SIRCE spa (MUSSO Andrea)... ed ancora altre aziende come la AGRIDECO srl (ROSI Stefano) o la NEC srl (BIAGIONI Eugenio).

Questo di PANDORA è quindi un altro lungo capitolo. Anche qui siamo soddisfatti di aver contribuito, con alcuni elementi forniti come Casa della Legalità, ad individuare il meccanismo con cui i MAMONE controllavano le assegnazioni delle gare.... Ora attendiamo che si chiudano gli altri capitoli... quelli ancora più pesanti... quelli che dovrebbero mettere, finalmente, la parola “fine”.

Su Genova, su quell'asse Liguria-Piemonte... sul savonese... Non c'è più tempo da perdere!
 

PS
Sappiamo del nervosismo ormai dilagante nella famiglia MAMONE. Così come che chi mandò i capitali li rivorrebbe indietro... Sappiamo che se l'obiettivo comune è chiudere e fare cassa, la famigliola è spaccata su “chi” deve farlo... Speriamo solo che gli altri capitoli, su cui abbiamo, ancora una volta, fornito elementi importanti, in questi anni, si concludano in fretta, non solo per chiudere la partita, ma soprattutto per evitare che quando si arriva i buoi siano già scappati dal recinto!



Qui gli articoli sulla chiusura indagini de IL SECOLO XIX (formato .pdf) 


Qui l'articolo di Marco Preve su REPUBBLICA


Qui il nostro speciale sui MAMONE...


Questo il grafico della "ragnatela" degli appalti
oggetto dell'indagine PANDORA
(clicca sull'immagine per ingrandire)
 
RAGNATELA CONTROLLO APPALTI CARTELLO MAMONE - mignatura 

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