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Una esecuzione in piena regola nel tranquillo Tigullio.

Una esecuzione in piena regola nel tranquillo Tigullio.
[in coda i link agli articoli, dal 24 al 28 luglio, in pdf de Il Secolo XIX]


Nella ridente terra turistica del Tigullio è andata in scena una esecuzione in piena regola. Chi ha commesso l’omicidio, in pieno giorno, lungo una strada di passaggio, certamente era sicuro di quello che faceva. Al momento si sa solo che l’autopsia ha confermato che i colpi di arma da fuoco sono stati sparati da circa un metro di distanza. Difficile pensare ad un delitto occasionale...

Più difficile comprendere se il messaggio dell’omicidio era rivolto alla vittima o non fosse anche lanciato ad altri perché: si capisca che non si può sgarrare. Della vittima, il Secolo XIX on line, il 24 luglio, su Adriano Costa afferma: “Era conosciuto come persona legata al mondo del gioco d’azzardo e delle scommesse sui cavalli, coinvolto in ricettazioni (merce, denaro, assegni) per cui era stato più volte processato e giudicato dal tribunale di Chiavari. Da quasi un anno era un uomo libero (anche se con alcuni carichi pendenti) e continuava a vivere come sempre: di gioco e di espedienti. Forse, dai margini della malavita locale, era finito in un giro più grande di lui.”, ed aggiunge “La polizia (squadra mobile e sezione omicidi di Genova) ha già ascoltato decine di persone per capire che cosa facesse da ultimo. Di recente, raccontano i vicini, non si vedeva molto a Chiavari…”.
Ma come in Liguria? Nel Tigullio dove anche zio Binnu u tratturi era di casa i(Rapallo) in diversi sui viaggi lontani dalla sua Corleone, dove è stata individuata con certezza la presenza di un "locale" della 'ndrangheta, dove le attività del traffico illecito dei rifiuti di noti ‘ndranghetisti come i Nucera, si sommano a quelle del riciclaggio e dell’infiltrazione in appalti pubblici e nell’economia cosiddetta “legale” (non dimentichiamo a chi è in mano il Porticciolo di Lavagna), vi sarebbe stato un “regolamento di conti”, “un’esecuzione” nell’ambito della “malavita”? Ma se qui il prefetto di Genova, il Romano Giuseppe, non perde un colpo per dire che: la mafia qui non ha mai attecchito e non esiste?!?
Dopo gli spari che hanno gambizzato un ex pugile nel centro di Genova da parte di un esponente della famiglia di ‘ndrangheta Macrì (arrestato in Valpolcevera), e dopo l’omicidio di mafia nel centro storico genovese di Alessi (‘ndrangheta) da parte di Pitino (Cosa Nostra), un nuovo sparo rompe il silenzio. Questo al di là di quanto risulterà come movente dell’omicidio Costa, sulle alture di Lavagna, ci dice che occorre tenere alta la guardia e mai, e poi mai, minimizzare.
Al momento i nucleo speciale della Squadra Mobile, con la Procura di Chiavari, stanno procedendo al vaglio degli elementi raccolti ed hanno già interrogato alcuni pregiudicati.



Gli articoli de Il Secolo XIX:

 

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Tags: genova, tigullio, esecuzione, mafiosa, costa

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