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Subito contro la guerra

Subito contro la guerra: via i militari dall'Iraq

La Casa della Legalità e della Cultura di Genova, di Locri e di Firenze, insieme al gruppo dei ragazzi di Locri della "Gurfata" aderisce all'appello e invita ad aderire, senza se e senza ma!

APPELLO...

Subito contro la guerra: via i militari dall'Iraq Onorevoli deputate e deputati, onorevoli senatrici e senatori, questo appello, scritto nell'ora tragica in cui le vittime di guerra italiane dei due teatri di guerra Iraq e Afghanistan, tornavano in Italia per ricevere i funerali di stato, cade anche nel momento in cui il nuovo Parlamento della Repubblica ha appena iniziato í suoi lavori.

Vorremmo che fosse un nuovo inizio o meglio una svolta.
Una decisa svolta in politica estera con scelte coraggiose per una vera politica di disarmo, per attuare con scelte concrete l'articolo 11 della nostra Costituzione.

Poiché, secondo l'articolo 11, non è possibile usare la guerra come mezzo per risolvere le crisi internazionali, la prima scelta che si impone, che chiediamo al nuovo Parlamento, è quella di interrompere le missioni militari in teatri di guerra e ritirare le truppe italiane dall'Iraq e dall'Afghanistan.

L'unica verità della guerra sono le sue vittime.

Purtroppo in tanti ci accorgiamo di questa verità solo quando le vittime sono i soldati italiani e fatichiamo a realizzare questa stessa verità quando le vittime non le vediamo, sono «altre», anche se abbiamo saputo in modo indiretto che migliaia di persone sono state trucidate a Falluja, a Ramadi, torturate a Abu Ghraib, bombardate nei villaggi afghani o saltate in aria e mutilate dalle cluster bomb sia in Afghanistan che in Iraq.

Ma se è vero che l'unica verità della guerra sono le sue vittime, se è vero che in nome di questa verità migliaia di persone sono scese in piazza con la bandiera arcobaleno nel nostro paese, reclamando una politica di pace, allora vi chiediamo, facendo appello alla libertà di coscienza, e al rispetto dell'articolo 11 della nostra Costituzione, di porre fine alla presenza militare italiana in Iraq e in Afghanistan, decidendo di non rifinanziare queste missioni di guerra.

Le missioni di pace devono tendere alla pacificazione e alla ricostruzione, pertanto dovrebbero essere senza armi, a nostro parere, senza eserciti, fondate sulla cooperazione con gli altri popoli, sulla diplomazia, sul dialogo e la solidarietà. L'intero sistema di intervento va ripensato all'insegna di una nuova politica estera.

Ma per l'immediato, per salvare vite umane, per interrompere la spirale di morte, per operare una pressione internazionale che provochi la fine delle occupazioni militari, chiediamo che il Parlamento italiano dia un segnale forte di discontinuità, immediatamente e senza ambiguità.

II nostro saluto sia con le parole di Gandhi: «Non c'è una strada che porta alla pace, la pace è la strada».

Primi Firmatari:
Don Luigi Ciotti
Tonio Dell'Olio
Gino Strada
Alex Zanotelli


N. B
Tutte le persone e le associazioni che si sentono impegnate per la pace e la difesa dell'articolo 11 della Costituzione, per rendere visibile l'ampia unità del popolo della pace, possono aderire a questo appello scrivendo a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

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