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Anm su Finanziaria e Ordinamento Giudiziario

Roma, 7 ottobre 2006
Associazione Nazionale Magistrati - Comitato Direttivo Centrale...


1. Esprime sorpresa e sconcerto per il fatto che la presentazione del disegno della legge Finanziaria non sia stata preceduta da alcun previo confronto con la Associazione nazionale magistrati, seguendo un metodo inaccettabile. 
Rileva che l'art. 64 del ddl nel quale è previsto un taglio del 50 % delle classi stipendiali e degli scatti di anzianità dei magistrati ("in attesa di una specifica disciplina intesa alla revisione delle relative strutture retributive,finalizzata al superamento delle progressioni economiche articolate per automatismi stipendiali per anzianità nonché alla introduzione di specifici elementi di valutazione di produttività") introduce una vera e propria"diminuzione" dello stipendio dei magistrati.  
Osserva che si tratta di una iniziativa del tutto inaccettabile perché:
a) penalizza in modo gravissimo i magistrati più giovani;
b) accresce l'inspiegabile divario tra magistratura ordinaria ed altre magistrature(per non parlare del trattamento dei dirigenti della PA);
c) costituisce un grave e improvvisato intervento di radicale trasformazione della struttura della retribuzione, (che rappresenta il risultato di plurimi interventi normativi tutti ispirati ad assicurare ai magistrati uno status economico coerente con le garanzie costituzionali dell'indipendenza e dell'autonomia ad essi riconosciute).  
Osserva che la ventilata introduzione di criteri di retribuzione legati alla"produttività" non considera, da un lato, la peculiarità delle funzioni giurisdizionali, nell'ambito delle quali non è concepibile una "retribuzione a cottimo", e dall'altro lato non rappresenta uno strumento idoneo per incidere sull'intollerabile lunghezza dei tempi della giustizia, che dipende da altri fattori da tempo segnalati dall'ANM (carenze di mezzi, di innovazione, di strutture, di norme processuali adeguate e risorse umane qualificate). 
2. Sulle modifiche parlamentari ai decreti legislativi concernenti la riforma dell'ordinamento giudiziario, prende atto della positiva intenzione manifestata
di sospendere l'efficacia del decreto legislativo sull'accesso e la carriera in
magistratura e delle modifiche migliorative intervenute nella redazione del decreto sulla giustizia disciplinare;
- esprime preoccupazione riguardo al tipo di gerarchia prefigurato per le Procure della Repubblica, soprattutto per quanto attiene l'assenza di previsione del vaglio valutativo del C.S.M. sui criteri organizzativi degli uffici del P.M.;
- rappresenta l'assoluta necessità della entrata in vigore della legge di sospensione del decreto su accesso e carriera in magistratura entro il 27 ottobre 2006;
- ribadisce la disponibilità dell'A.N.M. ad un confronto serio per dare contenuti nuovi alla riscrittura del decreto sullo status e la professionalità dei magistrati. 
3. Approva l'opera svolta dalla GEC e la posizione dalla stessa assunta nell'incontro con il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio del 28 settembre 2006, nel corso del quale è stata prospettata con forza la adozione di forme di protesta adeguate alla gravità della situazione e si è esplicitamente preannunciato il possibile ricorso allo sciopero.  
Prende atto della convocazione da parte del Presidente del Consiglio dei ministri di un incontro per il 17 ottobre 2006.  
Mantiene lo stato di agitazione, si considera convocato in permanenza, riservando all'esito dell'incontro l'adozione di tutte le forme di protesta più efficaci, anche lo sciopero secondo le modalità che si riterranno più incisive.
Invita la GEC ad elaborare ulteriori forme di protesta, ivi compresa quella volta aduna riduzione del ruolo di supplenza assunto dalla magistratura per colmare le carenze di risorse in cui è costretta ad operare. 

 

Tags: anm, finanziaria, ordinamento giudiziario

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