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Weekend romantici e “articoli per parrucchieri” con i soldi dell’antimafia

REGGIO CALABRIA Weekend romantici, forniture per parrucchieri, manuali per la dieta Dukan, oltre 170 viaggi in taxi. Queste non sono che alcune delle operazioni – scrive la Gdf – «che…

REGGIO CALABRIA Weekend romantici, forniture per parrucchieri, manuali per la dieta Dukan, oltre 170 viaggi in taxi. Queste non sono che alcune delle operazioni – scrive la Gdf – «che sono state saldate mediante i conti dell’associazione e che, almeno allo stato degli atti, non appaiono giustificabili in termini di coerenza con quanto risulta essere oggetto delle finalità di Riferimenti».

PRESCRIZIONE SALVA (QUASI) TUTTI Sebbene parte degli episodi di malversazione contestati ad Adriana Musella siano caduti in prescrizione e solo in parte sia possibile sequestrare per equivalente le somme di cui la presidente si sarebbe appropriata per limiti di applicabilità della normativa, è un quadro sconfortante quello che emerge dal decreto con cui il gip Domenico Santoro ha convalidato il sequestro chiesto dal pm Sara Amerio e dal procuratore Gerardo Dominijanni.

IL TESORETTO Dal 2010 al 2016, l’associazione nazionale Riferimenti- Gerbera Gialla e la sua inamovibile presidente, Adriana Musella, hanno percepito circa 523 mila euro, quasi esclusivamente da enti pubblici o semi-pubblici, come il Consiglio Consiglio regionale della Calabria, le Province di Reggio Calabria, Vibo Valentia, Verona, Salerno, i Comuni di Santa Maria Capua a Vetere, Bollate, Gioia Tauro, il Miur, il Consiglio Ordine degli Ingegneri di Salerno e la Camera di Commercio di Reggio Calabria. Ma quei fondi – emerge dagli accertamenti degli investigatori –  sono stati sperperati in una serie di spese che – secondo quanto emerso dalle indagini della Gdf – con l’antimafia non hanno nulla a che fare.

DAI GIOIELLI AI MANUALI PER LA DUKAN  Dall’analisi dei movimenti bancari effettuate dalla Finanza risultano addebitate all’associazione spese per treni (pagati anche ai parenti), corse in taxi (ben 170), biglietti aerei, strumenti musicali, abbigliamento, libri di ricette, manuali sulla dieta Dukan, arredi, casalinghi, telefonia, elettrodomestici, pranzi e cene “non giustificabili in relazione a eventi o manifestazioni organizzate dall’associazione, pernottamenti, soggiorni “non correlati ad alcun episodio pubblico in cui Riferimenti sia stata coinvolta. In conto all’associazione sono finiti poi pranzi anche ad un lido di Positano, prodotti per parrucchieri, un passaggio alla Sagra del vino, una registrazione vocale, cartelle esattoriali e – sottolinea il gip – “finanche per un acquisto di arte orafa”.

LA FAMIGLIA PRIMA DI TUTTO Molte di queste spese – emerge dal provvedimento – sono state dettate da esigenze personali e familiari dello stretto entourage di Musella, che dell’associazione sembra aver fatto una “cosa di famiglia”. Non a caso, la Guardia di finanza ha evidenziato come nel consiglio direttivo di Riferimenti siedano, oltre alla presidente Musella, una delle nipoti, la madre e una sua storica amica. Fino al 2014, c’era anche l’ex compagno della donna, Salvatore Ulisse Di Palma (non indagato), medico di mestiere ma chiamato a firmare un libro sulla storia del padre di Musella, poi sparito dal “board” quando la liaison fra i due è finita. Un dato che i finanzieri non hanno dimenticato di sottolineare perché l’uomo negli anni è stato spesso ospite dell’associazione, in luoghi e periodi in cui Riferimenti non aveva alcuna manifestazione o evento in programma.

ANTIMAFIA DI COPPIA Nel corso degli anni, Musella e il suo compagno hanno soggiornato in alberghi di buon livello a Orvieto, Assisi, Verona, Firenze e Salerno e hanno fatto un romantico capodanno a Bolzano, di cui la presidente sotto interrogatorio non sembra avere memoria. A spese dell’antimafia i due hanno anche dormito in hotel a Roma, esattamente – si legge nelle carte – nei giorni che hanno preceduto i viaggi di piacere organizzati e pagati dai due alle Maldive, in Messico e in Marocco e Andalusia.

VIAGGI DI GRUPPO Grazie all’associazione, hanno invece soggiornato in Folgaria – sede della “Settimana bianca dell’antimafia” – non solo l’ex compagno e la nipote di Musella, entrambi chiamati a fare da relatori – ma anche il figlio della parente. Ad Assisi, dove il figlio maggiore della presidente di Riferimenti è stato ospite per un lungo periodo –  a spese di Riferimenti sono più volte andati non solo Musella, ma anche il compagno, il figlio minore della donna e la fidanzata del maggiore.

FIGLI «ECONOMICAMENTE DIPENDENTI» Proprio quest’ultimo, nota la Gdf è stato quello che maggiormente ha beneficiato della generosità dell’antimafia, con esborsi pari a 45mila euro. Formalmente, per un periodo è risultato anche “collaboratore esterno” di Riferimenti sebbene – scrivono gli investigatori – non fosse nelle condizioni di svolgere gli incarichi per cui era pagato e le relazioni sulla sua attività siano state tutte firmate dalla madre. Tuttavia al suo indirizzo risultano innumerevoli spedizioni – pagate da Riferimenti, ovviamente – e per lui sono stati inseriti in rendiconto molti acquisti che poco hanno a che fare con l’antimafia, inclusi 47 pacchetti di sigarette. Anche il fratello minore risulta ex collaboratore dell’associazione. Ma a lui sono andati “solo” 27mila euro fra compensi e rimborsi. Per gli investigatori erano in «condizione di dipendenza finanziaria» dalla madre, che però – tramite Riferimenti – si è dimostrata generosa anche con un amico e un’altra ex fidanzata di uno dei due figli, così come la sorella di Musella e il marito, ex socio di un ristorante di Reggio Calabria. Molti di loro sono stati interrogati dai finanzieri e – hanno svelato le intercettazioni – sono stati debitamente istruiti da Musella su cosa dire, prima di sedersi davanti agli investigatori.

DISATTENZIONI E FALSE ATTESTAZIONI Tutto il denaro impiegato da Riferimenti è stato fatto confluire nelle casse dell’associazione da diversi enti pubblici, ma sul suo impiego nessuno ha voluto o potuto effettivamente effettuare dei controlli. Stando al protocollo sottoscritto, il Miur avrebbe dovuto costituire un comitato tecnico formato da esperti ministeriali e membri dell’associazione per vigilare sull’impiego dei (tanti) fondi fluiti nelle casse di Riferimenti, ma quell’organo di controllo è rimasto solo sulla carta. Il Consiglio regionale della Calabria invece sembra aver quanto meno tentato di capire cosa l’associazione facesse dei tanti soldi che le venivano destinati. Ma per i finanzieri c’è una «falsa attestazione di spese sostenute per gli obbiettivi dell’associazione che vengono indicate sul documento di rendiconto destinato a dimostrare, ex post, il corretto impiego dei fondi regionali impiegati». Insomma, quei rendiconti erano “creativi”.

«AFFERMAZIONI GENERICHE» Quando Musella è stata chiamata a dare spiegazioni, per i magistrati non è stata in grado di fornire altro che affermazioni generiche e poco convincenti. A molte delle domande del pm Sara Amerio si è limitata a rispondere «non so, non ricordo» o ha affermato di dover controllare carte e fattura. Ma anche quando mesi dopo è stata riconvocata non è stata in grado di fornire elementi utili. Anzi si è avvalsa della facoltà di non rispondere, e mai ha presentato una più volte annunciata memoria difensiva. Quanto meno per adesso.

ULTERIORI INDAGINI IN CORSO? Nel frattempo però, la Finanza potrebbe essere ancora al lavoro. Secondo gli investigatori ci sarebbero altre spese di «dubbia natura»-  si legge nel provvedimento – da approfondire. Si tratta di una serie di passaggi di denaro fra i conti dell’associazione a quelli di Musella che lei giustifica come «rimborsi delle mie anticipazioni», mentre per spiegare i 126mila euro apparsi un bel giorno sui suoi conti dice che si trattava di «contanti che avevo in una cassetta di sicurezza e li ho versati tutti in una volta. Nel 2012 li ho prelevati perché avevo paura che me li prendessero. Preciso che intendevo lo Stato, perché eravamo a rischio default». Altri «movimenti ritenuti dalla pg sospetti» riguarderebbero l’appartamento in un prestigioso condominio di Reggio Calabria, comprato da Musella all’esito di un’asta fallimentare. Interrogata al riguardo, la presidente di Riferimenti sostiene di averla «acquistata dopo anni con la liquidazione dal mio ente e dal ministero del Tesoro. Sono 170mila euro, soldi che avevo sul mio conto corrente». Sarà la Finanza a verificare?

 

Tags: riferimenti, vibo valentia, reggio calabria, antimafia, fondi pubblici

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