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I legami di Coppola con il consulente dei Piromalli

03.01.2006 – Il Sole 24 ore
INCHIESTA

I legami di Coppola con il consulente dei Piromalli
di Claudio Gatti
Non c'è dubbio che Danilo Coppola, co-protagonista delle recenti scalate ad AntonVeneta e Bnl e azionista al 4% di Mediobanca, creda nella diversificazione.


Di immagine oltre che di business. E quella di prendere le distanze dal proprio passato sembra tratto distintivo di molti cosiddetti immobiliaristi. Ci ha provato per primo Stefano Ricucci, l'ex odontotecnico di Zagarolo. Ma è finita come tutti sappiamo. Danilo Coppola, ex borgataro di Finocchio, la periferia sudest di Roma, spera ancora di farcela. Ma la sua è una corsa contro il tempo, perché ha sul collo il fiato degli inquirenti. Che dopo aver scoperto passaggi societari che lo collegano con individui legati alla Banda della Magliana, stanno ora esaminando i suoi rapporti con personaggi in contatto con esponenti della 'ndrangheta. «Il Sole-24 Ore» è infatti in grado di rivelare che Coppola è oggi nel mirino degli inquirenti per i suoi affari con un professionista di Palmi emerso in più indagini come commercialista di fiducia del clan Piromalli.
L'ascesa di Danilo Coppola è stata tanto rapida quanto inspiegabile. Partito da una borgata romana, si è improvvisamente affermato come finanziere d'alto bordo, fino ad arrivare a soli 38 anni a gestire un gruppo che dichiara 2.378 milioni di beni immobiliari e 1.122 milioni di beni finanziari.
Ma come ha fatto? E soprattutto, sull'aiuto di chi ha potuto contare per arrivare dove è arrivato? In un'inchiesta durata circa sei mesi e pubblicata in più parti (la prima è del 18 dicembre scorso), «Il Sole-24 Ore» ha cercato di rispondere a queste domande.
Finora si era saputo solo che Coppola opera servendosi di una rete di parenti (in primis sua madre Francesca Garofalo e sua moglie Silvia Necci) e di collaboratori (tra i quali spiccano Andrea Raccis, Ernesto Cannone, Fabrizio Spiriti e Giancarlo Tumino), tutti privi di esperienze precedenti nel mondo degli affari. Come ha scritto il Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza in un suo rapporto: «Èragionevole pensare che Coppola Danilo abbia inteso costituire un'ampia rete di società... tali società risultano amministrate da persone sui cui documenti d'identità appare un'attività o non dichiarata, o estranea o comunque difficilmente compatibile con l'amministrazione di società (es. insegnanti, studenti, disoccupati, baristi etc). E ciò fa pensare che tali soggetti si prestino ad agire per conto di terzi».
Nel giro di persone con cui fa affari Coppola, che la Guardia di Finanza ritiene popolato da prestanomi, spicca un uomo che ha invece una lunga storia professionale: Roberto Repaci, presidente dell'ordine dei commercialisti di Palmi, provincia di Reggio Calabria. Il fatto è significativo perchè una decina di anni fa il nome di Repaci è emerso in più di un'indagine. Era stato infatti indicato come commercialista del clan dei Piromalli, una delle più potenti cosche della 'ndrangheta.
Fu una società di proprietà di Repaci, la Serin Srl , a introdurre Coppola alla fiduciaria della Bnl, Servizio Italia società fiduciaria e di servizi. Lo dimostra un fax di presentazione inviato alla Servizio Italia. Quel fax è stato trovato nel fascicolo di un'altra Srl registrata a Roma, l'Immobilbi, oggi al centro dell'attenzione degli inquirenti.
L'Immobilbi Srl fu costituita il 19 luglio 2001 dallo stesso Repaci (che ne possiede il 3%) con un socio che si era servito dello schermo della Servizio Italia per detenerne il 97%. La sede era all'epoca al numero 6 di Via Boezio, nel quartiere Prati, lo stesso indirizzo della succursale romana della Serin.
Dal fascicolo della Immobilbi depositato presso la Servizio Italia risulta che a partire dal 30 maggio del 2002 il titolare della pratica fiduciaria - e quindi socio di Repaci in Immobilbi con il 97% delle azioni - è Silvia Necci, moglie di Danilo Coppola. Il successivo 16 luglio, a prendere il timone della Srl è Giancarlo Tumino, braccio destro dell'immobiliarista di Finocchio.
«Èmolto semplice: in occasione dell'acquisto di un appartamento nel centro di Roma, ho acquisito una società precostituita da un commercialista», spiega in un'intervista telefonica Danilo Coppola, che nega di avere alcun rapporto di affari con Repaci. «Il dottor Repaci io l'ho visto nella mia vita due volte. O tre», dice.
Ma allora perché Repaci risulta tuttora suo socio, in quanto detentore del 3% della Immobilbi?
«Abbiamo comprato il 97% dalla fiduciaria ed evidentemente abbiamo lasciato al commercialista quel 3%, che doveva probabilmente anche passare di mano... Ma è solo il 3%», spiega Coppola.
L'Immobilbi potrebbe però non essere l'unica società che potrebbe vedere insieme, seppure indirettamente, Coppola e Repaci. Altra società di interesse per gli inquirenti è la Safimmobiliare , Srl costituita a Roma il 19 luglio 2001 (stessa data della Immobilbi). Anche questa ha inizialmente la stessa formula societaria, con Repaci al 3% e la Servizio Italia al 97%. Poco tempo dopo, quel 97% viene trasferito in gestione alla Finnat Fiduciaria, la fiduciaria della Banca Finnat, istituto romano poi divenuto titolare di 38 milioni di azioni della Banca Nazionale del Lavoro e schierato con il contro-patto diretto da Francesco Caltagirone (che siede nel consiglio di amministrazione di Banca Finnat).
A chi appartiene quel 97%? Nel già menzionato rapporto dalla Guardia di Finanza, citando l'Ufficio italiano cambi, si dice che la Safimmobiliare è una delle società «da ricondurre per il tramite di società fiduciarie o prestanome a tale Coppola Danilo».
Lui però smentisce: «Non appartiene al mio gruppo», dice.
Quel che è certo è che il 17 gennaio 2002, Repaci si recò nello studio notarile di Edmondo Capecelatro e Antonio Mosca - due notai di fiducia di Danilo Coppola (che singolarmente dall'anagrafe tributaria del 2000 risulta aver percepito dal loro studio un reddito di alcune decine di migliaia di euro) - dove firmò una delibera societaria in cui trasferì la sede della Safimmobiliare da Via Boezio 6 a Viale Guglielmo Marconi 440, indirizzo in cui risultano avere sede sociale svariate società del gruppo Coppola (e dove viene trasferita anche la Immobilbi ).
La stessa delibera nomina Ernesto Cannone, altro uomo di Coppola, amministratore unico di Safimmobiliare. Il verbale di un'assemblea tenuta da quella società il 15 maggio 2003, attesta inoltre la presenza in un ruolo chiave di un altro personaggio legato a Coppola, Andrea Raccis, che firma in qualità di presidente.
L'operazione immobiliare menzionata in quel verbale fa riferimento a 10 capannoni di un complesso industriale di Pomezia, a sud di Roma, ai quali viene attribuito un valore nominale di oltre 6 milioni di euro. Dalle stesse carte la Safimmobiliare risulta avere un debito di 218.000 euro con la Daniel's Srl , società di cui azionista di maggioranza è stato prima Danilo Coppola, poi sua madre e infine Ernesto Cannone.
Comunque sia, le visure camerali riportano inequivocabilmente che, perlomeno fino al 2005, Repaci è stato, seppur indirettamente, socio di Coppola.
«Quel 3% detenuto da Repaci in società del gruppo Coppola sembra essere una quota di presenza. Cioè una quota simbolica che permette a chi la detiene di vedere le carte societarie e di tenere nel mirino il socio di maggioranza», spiega un inquirente.
Il rapporto tra Coppola e Repaci è oggi ritenuto rilevante da chi indaga per il legame professionale che da anni lega il commercialista di Palmi ai Piromalli. Un dossier dei Carabinieri del 27 luglio 1998, sulla «piùblasonata associazione di tipo mafioso operante a Gioia Tauro, riconducibile alle famiglie Molé-Piromalli» cita tra i personaggi centrali Gioacchino Piromalli, descritto nelle carte di un altro procedimento «esponente di un'organizzazione criminale operante nella Piana di Gioia Tauro e nella Calabria intera, dedita al traffico di sostanze stupefacenti» e condannato dal tribunale di Palmi a 14 anni di reclusione (poi ridotti a 4) perchè giudicato colpevole di tentata estorsione aggravata e partecipazione ad associazione di stampo mafioso.
Tra le società riconducibili a Piromalli, il dossier menziona la Babele Publi Service Srl: &la ditta è rappresentata da un insegnante di educazione fisica, personaggio vicino alla cosca Piromalli. La contabilità è tenuta dalla Serin Srl, di Repaci Roberto, la quale si occupa anche della contabilità della ditta di Mazza Annunziata, moglie del Piromalli Gioacchino».
Il nome di Repaci era emerso precedentemente in una testimonianza resa il 3 luglio 1995 da Angelo Sorrenti, uno dei principali testi d'accusa nel procedimento contro la cosca Piromalli. Sorrenti disse in quell'occasione di aver accompagnato Gioacchino Piromalli a sbrigare una commissione di estrema delicatezza: temendo l'arresto, voleva far preparare al suo commercialista di fiducia una procura a favore del figlio.
Ecco cosa riporta l'atto giudiziario:
«Piromalli era molto preoccupato del suo stato di libertà, che da un momento all'altro poteva non essere più tale, quindi stava facendo una procura a favore del figlio affinché potesse muoversi liberamente nell'attività dell'azienda».
PM: Chi era il commercialista?
Sorrenti: Il dottor Repaci.
PM: Dottor?
Sorrenti: Roberto Repaci».
Non è finita. Il nome del presidente dell'ordine dei commercialisti di Palmi ritorna anche in un interrogatorio condotto il 31 maggio 2002 dal sostituto procuratore Roberto Pennisi. A parlare questa volta è Roberto Spanò, arrestato con un carico di stupefacenti e reo confesso al quale viene chiesto di riconoscere alcuni individui in fotografia. «Alla foto numero 02», dice, «riconosco Repaci, il commercialista da cui si servivano i Piromalli ed i Molé».
Nonostante il suo nome sia emerso più volte, prima di ora l'autorità giudiziaria non aveva mai focalizzato la propria attenzione investigativa su Repaci. «Nella lotta alla 'ndrangheta le priorità sono state date alle strutture organiche e agli omicidi dei clan», spiega l'inquirente. «Ma un fatto è certo: Piromalli non si sarebbe mai avvalso delle attività professionali di un commercialista che non avesse ritenuto affidabile».
Il Sole 24 Ore ha contattato telefonicamente Antonio Repaci, figlio di Roberto, anche lui commercialista e oggi gestore dello studio appartenuto al padre (il quale era invece irraggiungibile perché in vacanza all'estero). Repaci ha confermato che il rapporto del suo studio con Gioacchino Piromalli non è mai stato interrotto: «Facciamo noi il suo modello unico. A lui e a due suoi fratelli». Non solo: è stato il suo studio a fare le perizie per conto degli avvocati di Piromalli in occasione del sequestro dei beni.
Uno dei motivi per cui Repaci è finora riuscito a sfuggire all'attenzione di tutti è il fatto che alcuni anni fa si è trasferito da Palmi a Roma, dove nel circuito delle sue conoscenze si dice disponga tuttora di significativi mezzi finanziari.
Sulla provenienza delle sue disponibilità economiche e sulle eventuali "co-interessenze" con Danilo Coppola si sta focalizzando l'attenzione degli inquirenti, ancora alla ricerca dell'enorme patrimonio dei Piromalli. Solo una minima parte di quel patrimonio è stata infatti finora sequestrata.
Da parte sua, Coppola ci tiene a prendere le distanze: «Io con Roberto Repaci non ho mai fatto alcuna transazione (finanziaria). Non c'è un bonifico, un assegno, un euro che sia mai passato dai miei conti ai suoi. O viceversa».

 

Tags: 'ndrangheta, piromalli, cosca, banche, scalate, speculazione edilizia, furbetti, caltagirone, danilo coppola, repaci roberto

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