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Assestato duro colpo all'asse del Partito del Cemento in Liguria



La mobilitazione dal basso, l'informazione ed il pressing sul Consiglio Regionale, sono stati l'azione sinergica del fronte anti-cemento in Liguria che ha portato ad un risultato impensabile sino a pochi giorni fa. Tutti gli emendamenti color grigio-cemento, del partito trasversale del calcestruzzo, al "Piano Casa", ovvero al disegno di legge "Misure urgenti per il rilancio dell'attività edilizia", sono caduti!

Certo non è il "Piano Casa" che avremmo voluto, ma almeno abbiamo evitato il disastro, la devastazione definitiva del territorio. Una nuova, definitiva cementificazione, era quella che sarebbe arrivata sulla Liguria dietro alle sparate propagandiste dell'una e dell'altra parte politica... "lo facciamo per i poveri cristi"... "è un provvedimento per sostenere la povera gente"... "è la possibilità di costruirsi una stanza in più nella casa dei genitori per le giovani coppie o gli anziani"...

I signori del cemento in Liguria non hanno confine ed i provvedimenti e progetti che sono stati approvati in questi anni dalla Giunta Burlando, con la maggioranza di centro-sinistra, così come dalla precedente esperienza del centro-destra guidato da Sandro Biasotti, dimostrano quanto sia forte e potente questo asse trasversale. Ebbene, oggi, dopo la mobilitazione dal basso che è stata ripresa e rilanciata da giornalisti coraggiosi come Bruno Lugaro, Marco Preve e Ferruccio Sansa e quindi finita sul web grazie al blog di Beppe Grillo, a questo asse del Partito trasversale del Cemento si è inflitto un duro colpo.

Le facce ed i toni, il 28 ottobre in Consiglio Regionale, non erano dei più felici. Ed anche la "blindatura" verso i cittadini di quell'Aula lo dimostrava... Non si poteva entrare con una valigetta contente un pc portatile, non si poteva introdurre alcuna videocamera o registratore... nemmeno una macchina fotografica. Ma torniamo ai toni ed alle facce. Il centro-destra accusa il centro-sinistra di aver ceduto a chi urlava contro le cementificazioni, e per far capire che non ha gradito quella rottura a cui è stato costretto dalla mobilitazione civile, inizia ad elencare tutte le speculazioni edilizie targate centro-sinistra, a partire da quelle di Genova, per arrivare a quelle nella Savona da cui proviene proprio l'assessore all'urbanistica, Carlo Ruggeri.

Evitare il disastro non è però la vittoria, attenzione. Siamo riusciti ad impedire che passassero gli emendamenti (in primi quelli di Cola - pd- e di Abbundo -pdl-) che avrebbero permesso, tanto per dare un idea, di ampliare del 50% gli immobili che veniva demoliti e ricostruiti, di permettere gli ampliamenti alle costruzioni abusive condonate, di procedere alla realizzazione di ampliamenti anche di strutture industriali... Si è riusciti nello strappare (anche grazie all'impegno del consigliere Vasconi - ma perché non lo ha fatto anche prima, durante i passati 4 anni in cui ha fatto parte di questa maggioranza burlandiana del calcestruzzo?) che i Comuni hanno 45 giorni di tempo dalla promulgazione della legge regionale per ampliare le aree soggette a vincolo del proprio territorio e che venisse inserito un altro parco regionale (Montemarcello Magra) nelle zone ove non sarà possibile effettuare ampliamenti. Resta però una serie di norme (tra cui la possibilità di alcuni ampliamenti - degli immobili sotto i 200 metri cubi - sino a 60 metri cubi in più, piuttosto che l'assenza di vincolo fisso per le aree a rischio ed in dissesto idrogeologico già indicate nei Piani di Bacino, per fare due esempi su tutti) che minano pesantemente la sicurezza del territorio e per cui occorre operare subito pressing sui Comuni affinché procedano ad inserire detti vincoli con apposite delibere.

Abbiamo evitato il disastro totale, ma non siamo riusciti ad impedire lo scempio. E' un risultato, non la risoluzione del problema. D'altronde alla pressione civile si è contrapposta, come prevedibile, quella della lobby del mattone, con tanto di massone del Grande Oriente d'Italia, il costruttore Massimo Pinna, che osservava i lavori del Consiglio Regionale... e si sa che sulla politica genovese e ligure, da destra a sinistra, gli incappucciati hanno ottime entrature e capacità di persuasione!

Certo è che se non avessimo lanciato e attuato una concreta ed ampia mobilitazione; se soprattutto Il Secolo XIX ed il blog di Beppe Grillo non avessero dato ampio spazio alla questione; se gli autori de "Il Partito del Cemento", Marco Preve e Ferruccio Sansa, non avessero smascherato fatti, intrecci e interessi della lobby del mattone; se non si fossero registrate le fratture nell'ambito del centrosinistra - dal senatore Della Seta all'europarlamentare Serrachiani, passando per il consigliere regionale lombardo Civati -; questa battaglia sarebbe stata definitiva persa ed avremmo dovuto rinunciare alla principale ed unica vera risorsa della Liguria: l'ambiente. Un freno lo si è posto ed era fondamentale farcela considerato che circa l'80% del territorio di questa regione è fragile, segnato dal rischio e dal dissesto idrogeologico.

Se contro l'istanza di incontro (formale o informale) con la Commissione Territorio e Ambiente della Regione Liguria, che abbiamo avanzato si era palesato, per la prima volta, con tanta spudoratezza ed ufficialità, l'asse Burlando-Scajola (attraverso i due fedeli, Ubaldo Benvenuti per il centro-sinistra e Nicola Abbundo per il centro-destra), si è riusciti ad infrangerlo, almeno questa volta, perché se avessero proseguito su quella strada scellerata degli emendamenti si sarebbero inchiodati da soli alle proprie gravi responsabilità. Ci sono le elezioni a breve e questo fattore ha giocato a favore della mobilitazione. Il fatto però centrale, che non deve essere perso di vista, oltre al "merito" della questione, è quello - come già detto - del metodo. Ed allora dobbiamo stare accorti ed essere precisi, altrimenti i "signori" del Palazzo rischiano di tramutare questa vittoria della mobilitazione civile contro la devastazione del territorio e la commistione di interessi privati a danno di quello generale, pubblico, in una serie di sconfitte tragiche proprio per quell'interesse generale minato da provvedimenti legislativi o amministrativi.

Come detto il consigliere Vasconi questa volta ha saputo cogliere la necessità di impuntarsi per rispondere positivamente alla mobilitazione (cosa che non ha saputo o voluto fare sulle precedenti ondate speculative varate e permesse dal centro-sinistra ligure, così come non le ha sapute o volute fare su quei piani scellerati che sono quello sui Rifiuti e quello Energetico della Regione Liguria), ma bisogna anche dire che non ha saputo, da presidente della Commissione Territorio e Ambiente, far funzionare, nell'interesse generale, quella stessa Commissione. Infatti, come abbiamo detto e come ha sottolineato anche Beppe Grillo sul blog, quello approvato non è il "Piano Casa" che avremmo voluto, ed allora non permettiamo che di qui in avanti, presentino provvedimenti sbagliati, su cui poi tentano di inserire con emendamenti altre porcate, così se poi gli va male ripiegano sul provvedimento originario (sbagliato) per dire: è il meno peggio. No, teniamo alta la guardia e impediamogli questo gioco al massacro... Il "gioco delle tre carte" è un azzardo che non può essere tollerato nella gestione della cosa pubblica... se lo mettano in testa, perché lì smaschereremo ogni volta che tenteranno di farlo.

Nello specifico, sullo svolgimento della seduta del Consiglio Regionale del 28 ottobre, occorre dire che le facce dell'una e dell'altra parte, da destra a sinistra, erano davvero tese e buie. Gli avevamo rotto l'accordo che correva lungo gli emendamenti Abbundo e quelli di Cola. Si era incrinato dall'esterno, per la prima volta, l'asse trasversale del Partito del Cemento. Così mentre Cola rivendicava la "bontà" dei suoi emendamenti che è stato costretto a ritirare (facendo però ritirare quelli che erano stati presentati da Vasconi per recepire le richieste delle associazioni ambientaliste), Abbundo dall'altra parte tuonava sulla stessa linea. Così al voto si è arrivati con il centro-destra che è uscito dall'aula, l'Udc che era presente ma non partecipava al voto, ed il centro-sinistra che approvava la legge con l'astensione dei consiglieri di Verdi, Comunisti Italiani e Rifondazione.

Per concludere, ora sta ai Comuni porre gli ulteriori vincoli, fatto strappato in extremis con un emendamento approvato che rispondeva - parzialmente - alle richieste che avevamo avanzato nell'incontro del 27 ottobre. E se il fatto curioso, che già di suo - se il significato delle parole ha ancora un senso in questo Paese - smaschera le reali intenzioni che stavano (e stanno) alla base del provvedimento voluto dalla Giunta Burlando, riposa proprio nel "nome" stesso della legge. Non, ad esempio, "Piano Casa per il sostegno alle famiglie" o qualcosa di simile che riprenda le dichiarazioni propagandiste e mistificatrici dell'una e dell'altra parte, bensì "Misure urgenti per il rilancio dell'attività edilizia"!!! Per il resto vi è la chicca pubblica da Marco Preve sul suo blog, relativa al consigliere pidino Moreno Veschi, che la dice lunga sulla faccia da xxxx che hanno i signori del Palazzo... ed in ultimo, ma non ultimo, il tentativo del Claudio "gerundio" Burlando di farsi bello e santo perché è passata solo mezza porcata e non quella "completa" con tanto di fiocchetto da pacchetto regalo, che stavano preparando. Burlando scrive - leggi in coda - a quanti gli hanno inviato le e-mail di protesta contro il "Piano Casa", infilando, una dopo l'altra una sfilza di menzogne e mistificazioni... alcune davvero comiche, come quando dice che quello approvato, cioè il provvedimento che "sostanzialmente" ricalca quello varato dalla sua Giunta, sarebbe il migliore d'Italia... e per avvallare questa tesi di auto-incensamento porta come testimone l'intervento in Consiglio Regionale del Giacomo Conti, di Rifondazione Comunista... Che forti, se le fanno e se le dicono da soli... e poi Conti è certamente uno imparziale (sic) e soprattutto uno slegato dal blocco di potere (sic), è uno dei più fedeli uomini della maggioranza di Burlando, pronta ad allearsi con l'Udc pur di mantenere posti di potere e quindi indennità consistenti, quindi non vogliamo fidarci della sua "voce" libera (sic)? Loro del "Palazzo" sono sinceri e puri - cantava Rino Gaetano: "in odore di Santità" - e siamo noi ad esempio, con i giornalisti d'inchiesta e liberi come Lugaro, Preve e Sansa, ad essere male-informati... in malafede... che pensiamo male sul loro buon senso e soprattutto che pecchiamo di lesa maestà smascherando i fatti e quindi non buttandoci alla loro corte folgorati dalla loro benevolenza.

Comunque questa volta l'abbiamo spuntata... non fermiamoci però perché il cemento è sempre in agguato ed a breve nuovi aggiornamenti proprio su questo... ed intanto grazie a tutti coloro che si sono fatti sentire ed hanno pressato e fatto informazione e opposizione civile (dai singoli cittadini e gruppi di tutta la Liguria che hanno mandato e-mail in Regione, da Grillo che ha dato spazio sul blog a questa iniziativa, al Meetup di Genova liberatosi dalla cappa partitica... ai giornalisti che hanno tenuto l'attenzione sul questione), senza questa mobilitazione non avremmo incrinato quel fronte monolitico del calcestruzzo e non avremmo messo alle strette un blocco di potere, come quello di Claudio "gerundio" Burlando, che sta distruggendo la Liguria, in accordo costante con l'altro Claudio, lo Scajola!



dal blog di Marco Preve

Piano Casa: stoppata la Cola(ta)


Allora, la Liguria ha il suo Piano Casa. Dico subito quello che penso: senza l'attenzione mediatica e la campagna on line che ha coinvolto il blog di Beppe Grillo, i suoi meet up, la Casa della Legalità e centinaia di cittadini, senza dimenticare la battaglia in splendida solitudine di Carlo Vasconi, consigliere regionale dei Verdi, forse oggi avremmo un Piano Casa assai più cementificatore di quello varato l'altro giorno in consiglio regionale. La pressione della società civile ha stoppato alcuni dei più invasivi emendamenti - anzi tr-emendamenti come li ha definiti l'amico Giacomo del blog Baroni Rampanti - presentati dal consigliere Pd Luigi Cola. Oddio, ci sono ancora alcune cose che sinceramente sono difficili da mandar giù (come la possibilità di ampliamento fino al 60% per volumi entro i 100 metri cubi oppure ampliamenti del 35% per chi ricostruisce in zone non esondabili le proprie abitazioni) però se si pensa che i tr-emendamenti volevano premiare pure le abitazioni condonate oppure garantire ampliamenti ad attività artigianali o industriali quando siamo pieni di aree ex industriali abbandonate che si trasformano in seconde case, beh allora diciamo che questa volta è andata bene.

Vi lascio con queste chicche da via Fieschi che mi ha mandato un amico presente alla votazione.

Caro Marco, ho assistito alla votazione del piano casa alla Regione Liguria. Un'esperienza istruttiva. Dopo aver cercato di far passare un piano che avrebbe ricoperto di cemento la Liguria, ieri i consiglieri del centrosinistra parlavano come fossero dei paladini dell'ambiente.

Con alcune chicche imperdibili. C'era per esempio il consigliere Pd Moreno Veschi che mercoledì sera si era opposto fino all'ultimo a chi voleva tutelare il parco di Monte Marcello escludendolo dall'applicazione del piano. Ieri mi si presenta con un sorriso grande così e mi dice: "Ha visto? Abbiamo salvato Monte Marcello...". Allora io gli faccio notare che proprio lui, appena dodici ore prima, si era opposto all'emendamento che salvava il parco. E Veschi sbianca, ma in pochi secondi recupera: "Eh sì, è vero, ma sa... non avevo letto il documento... poi l'ho letto e ho cambiato idea".

Un'altra? Quando il consigliere regionale (Pdl) e geometra Graziano Falciani, strenuo difensore del piano che prevedeva di costruire ovunque, si è rivolto all'assessore all'Urbanistica Ruggeri: "L'assessore Ruggeri è una persona che capisce che cosa vuole dire costruire". Per Falciani era un complimento.

Sì, proprio Falciani che poco dopo, ha detto: "Purtroppo i cittadini liguri si renderanno conto che non andiamo a cementificare niente". Lapsus grammaticale o freudiano?



29.10.2009
dal blog di Beppe Grillo

Ps: La seduta del Consiglio Regionale della Liguria apertasi il 28 ottobre si è conclusa nel tardo pomeriggio. In votazione vi era il "Piano Casa", ovvero la legge regionale per le "Misure urgenti per il rilancio dell'attività edilizia". Alla fine la mobilitazione promossa dai Meetup, dalla Casa della Legalità, con Marco Preve e Ferruccio Sansa, gli articoli de "Il Fatto" ed "Il Secolo XIX", ed a cui il blog ha dato ampio spazio ha evitato che sulla Liguria si abbattesse il disastro definitivo! Gli emendamenti color grigio-cemento di centro-destra e centro-sinistra sono stati bloccati! Quello che è stato approvato non è il "Piano Casa" che volevamo, ma almeno non è una terrificante e soffocante colata di cemento che rischiava di aggiungersi agli oltre 3 milioni di metri cubi di calcestruzzo che si stanno abbattendo su costa ed entroterra. Le facce dei consiglieri da destra a sinistra erano buie, quelle dei liguri sono più rilassate!

il Comunicato del Meetup di Genova
formato .pdf - clicca qui



La lettera di Burlando... (che ci prova)

Il Consiglio Regionale ha approvato in questi giorni la legge sul "piano casa". Ritengo che sia un provvedimento equilibrato e giusto, che favorirà le famiglie - soprattutto quelle che hanno abitazioni più piccole - che vogliono migliorare le proprie condizioni abitative, e darà un impulso all'economia. Ma senza mettere in pericolo i valori per noi fondamentali dell'ambiente e del paesaggio della nostra regione.
Vorrei anche precisare da un punto di vista politico come sono andate le cose, anche correggendo la versione che è stata diffusa da alcuni organi di informazione: non c'è stato alcun "arretramento" rispetto a un "primo disegno" che sarebbe stato più  permissivo: alla fine il Consiglio Regionale ha approvato la legge, del cui equilibrio e della cui giustezza eravamo convinti sin dall'inizio, così come era stata definita dalla Giunta.
Essa infatti premia, come ho detto, i "piccoli" proprietari, consentendo in ogni caso un vano, e unisce quindi rigore e equità. Sono previste tre fasce, con possibilità di ampliamenti per il 30, il 20 e il 10 per cento man mano che aumenta la dimensione degli immobili. Ma la media globale si attesta su un 17% che è inferiore al 20% previsto dall'accordo tra Governo e Regioni. È a quella intesa che noi abbiamo fatto riferimento.
La novità rispetto al testo della Giunta - del resto prevista anche in una regione come la Lombardia - riguarda l'aver riconosciuto ai Comuni, com'è giusto da un punto di vista istituzionale, la facoltà di escludere che in parte dei loro territori questa legge possa trovare applicazione (in aggiunta ai criteri di esclusione già presenti nel testo della legge regionale). È vero che, nella discussione in Commissione, anche dalla maggioranza erano venute proposte per articolare diversamente alcune norme. Ma si è convenuto che la scelta migliore fosse mantenere l'impianto elaborato dalla Giunta (che peraltro non aveva sollevato significative obbiezioni durante i tre mesi dell'iter).
Il PdL e la Lega, evidentemente, volevano altro. Così come le associazioni dei costruttori. Ricordo che per chi vuole ampliare una attività economica esiste già uno "sportello unico delle imprese" con le sue procedure. Il piano riguardava la casa, e la maggioranza delle regioni si è attenuta a questo obiettivo.
L'esito del confronto in Consiglio Regionale dimostra quanto sbagliati siano stati alcuni giudizi negativi circolati nei giorni scorsi, che hanno espresso disapprovazione sulla legge prima ancora che essa venisse approvata dal Consiglio Regionale. Consiglio che ha sostanzialmente confermato l'impostazione originale della Giunta.
Forse chi ha diffuso pubblicamente questi giudizi negativi preventivi dovrebbe oggi riconoscere che le cose stavano e stanno diversamente.
Mi sembra significativa poi, tra le altre, la dichiarazione formulata in Consiglio da Giacomo Conti, a nome di Rifondazione Comunista. Questo partito, insieme ai Verdi e altre formazioni di sinistra, aveva fortemente contestato tutta l'operazione nazionale del "piano casa". Ma Conti ha affermato che la legge ligure, tenendo conto delle premesse nazionali, è risultata "la migliore d'Italia", ribaltando completamente giudizi affrettati e forse non formulati in buona fede.
CLAUDIO BURLANDO
PRESIDENTE REGIONE LIGURIA

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