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Genova. Altro colpo a quella sporca “decina” dei Fiandaca

MAURIZIO PERNAQuesta mattina arrestato a Genova il PERNA Maurizio, ovvero uno del verminaio della famiglia mafiosa dei FIANDACA, articolazione a Genova di quella branchia di COSA NOSTRA facente capo agli EMMANUELLO ed al clan di Piddu MADONIA.

Il PERNA lavorava (sic) formalmente al BAR CORALLO di Via Ceccardi. Fratello di Simona PERNA – anche questa legata alla “decina” dei FIANDACA, titolare di pizzerie, a Cornigliano "O'PIZZICATO" (ed a Pegli), ma soprattutto una che ha sempre tenuto i contatti con le ladys della banda.

Un po' di tempo fa passammo davanti a quel bar ed il PERNA non ci guardava molto bene (chissà perché? mah)... Ma uno sguardo non è nulla... chi, da quelle parti ha avuto qualche problema è, invece, sempre in via Ceccardi, il bar di fronte al "Corallo" che, in una notte, venne colpito da alcune moltov... (quando si dice problemi di vicinato!)...

E' proprio nel BAR CORALLO, nel pieno centro di Genova, dove operava il PERNA, che l'uomo di GARCEA Onofrio – boss della 'Ndrangheta – e di CALVO Giovanni detto “Gianni” boss storico di Cosa Nostra e stesso verminaio del PERNA – "faceva 'ndrangheta", ad esempio incontrando il LAROSA di Palmi, al centro di un inchiesta per truffe sui mutui. Era quel ABBISSO Giuseppe detto “Pino” - condannato con GARCEA per usura - la cui moglie, POLYNSKAYA Natalia, era/è una dei prestanome del CALVO (come evidenziato da un indagine della DDA di Firenze di cui abbiamo già ampiamente parlato).
ABBISSO era in contatto con tutto il clan, da buon galoppino... Incontrava il FIANDACA Pino ed auspicava che quell'altro ominicchio di FIANDACA Gaetano (detto “Tano”) uscisse di galera (quando invece lì, tra le sbarre, deve marcire)... Frequentrava il PERNA, così come il Paolo VITELLO, quello nato a Mazzarino (CL) il 12.6.1965, residente a Genova pure questo della “decina” (pregiudicato per associazione di stampo mafioso, detenzione di armi e reati inerenti gli stupefacenti ed affiliato alla medesima consorteria mafiosa degli EMMANUELLO-FIANDACA”).

CALVO "Gianni" GiovanniA tutti pare piaccia il settore dei cravattai, mascherato da bar, ristoranti ed affini. CALVO ha il suo ristorante in Via Vezzani (intestato alla figliola), l'AMBANATA... i FIANDACA hanno la pizzeria, come la PERNA... mentre il PERNA c'aveva il baretto dal grattacelo di Piazza Dante ed il VITELLO lavora – recupero crediti, sic! - per la storica impresa di forniture per bar e ristoranti “LA CRISTALLINA”...
Volevano, il PERNA ed il VITELLO, prendere in mano le attività presso il LIDO, quello dove erano stati appena mandati via i FOGLIANI (vedi qui).
Al LIDO di Genova hanno preso (per ora) il bar e volevano pure il ristorante-pizzeria che però non sono riusciti a conquistarsi... (mica tutto è cosa loro!). Il titolare è lo stesso del "BAR CORALLO", ovvero CIFARIELLO Maurizio, che oltre ad avere come "dipendente" il PERNA Maurizio, è direttamente molto legato al VITELLO Paolo, con cui spesso si fa vedere al LIDO. Ed è lo stesso CIFARIELLO Maurizio che, oltre ai due noti uomini dei FIANDACA, aveva rilevato il "BAR MIGNON" di Via Cesarea 14R, nel CONDIDORIO Fabiocentro di Genova, che è il bar dove troviamo (con la società "NUOVO BAR MIGNON SRL" che "affitta" l'attività alla "ALL SERVICE AND WORKS s.c.a r.l.") il  CONDIDORIO Fabio, figlio e cumpare dell'affiliato alla 'Ndrangheta CONDIDORIO Arcangelo, visto che agli atti dell'Operazione "MAGLIO 3" si legge, ad esempio: "Banca Dati SDI dalla Squadra Mobile della Questura di Genova in data 16.12.2009: “PINNA Fabrizio nato a Genova il 10.1.1968 presso gli uffici della Squadra Mobile S.C.O., denunciava fatti accaduti a partire dall'anno 2008 nei quali risultava essere vittima di usura ad opera di CONDIDORIO Fabio ed Arcangelo. Nella prima decade del mese di dicembre 2009, il CONDIDORIO Fabio imponeva al PINNA il pagamento di ulteriori somme di denaro facendosi aiutare da due cittadini di etnia albanese. In data 16.12.2009 il CONDODORIO Fabio fissava un appuntamento al PINNA Fabrizio per le ore 15,20 in via Napoli all'altezza del civico 35 r. (BAR BARISSIMO) perché doveva portargli la somma di €4.000 come prima trance di altra somma di denaro. Sul luogo si portavano anche i cittadini stranieri. Nel momento della consegna della busta contenente il denaro personale della Polizia di Stato interveniva e traeva in arresto in flagranza del reato di estorsione, oltre al CONDIDORIO Fabio, anche MURATAJ FATION nato in Albania il 09.07.1986 e MARASHI ARTUR nato in Albania il 15.02.1974 (giunti sul posto con l'autovettura Mercedes targata DD861JM). Nell'occasione il CONDIDORIO, che era giunto sul posto con l'auto MINI ONE targata CL750PD, veniva anche deferito all'A.G. per detenzione di sostanze stupefacenti in quanto all'interno del veicolo veniva rinvenuta della cocaina per un peso totale di gr. 9,43 suddivisa in dosi all'interno di bustine per lo zucchero da bar completa di cannuccia per l'assunzione. Inoltre nel corso della perquisizione nel domicilio del CONDIDORIO Fabio venivano rinvenute n. 19 schede sim del gestore Vodafone nuove ancora sigillate. Per dette circostanze CONDIDORIO Arcangelo veniva deferito in stato di libertà per il reato di usura ex art. 644 C.P.” 

Questo verminaio di mafiosi aveva tessuto una rete ed alleanza solida, per anni, con 'ndranghetisti e camorristi, a Genova. Attività a volte comuni ed a volte coorinate per non disturbarsi, e comunque in una sinergia che garantiva affari per tutti in una sorta di pax che evitasse di attirare l'attenzione. Una pax che si ruppe in modo eclatante quando una molotov finì sull'entrata del ristorante di CALVO, in Via Vezzani, e passaco poco tempo, di riflesso, un'auto entrò e distrusse il bar di via Morasso, a Bolzaneto, di ROCCA Domenico.

Ora il PERNA Maurizio è stato arrestato, in flagranza di reato, per usura, dall'Arma dei Carabinieri, a seguito dell'attività dell'Informativa di Genova, con cui ci congratuliamo.

Noi molto su di loro lo raccontammo e mettemmo nero su bianco con chi di dovere, in ultimo con l'Arma dei Carabinieri nel 2010, dettagliando frequentazioni e attività. Loro che hanno come base storica la Valpolcevera, da Certosa a Teglia, non si sono ancora arresi, nemmeno dopo i colpi inflitti dalla D.I.A. al “tesoretto” del clan con le confische delle crepperie di Corso De Stefanis e di Piazza Alimonda. Se ne facciano una ragione: i vermi vengono schiacciati uno dopo l'altro. Non hanno scampo! 

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