La replica di Marco Travaglio e la controreplica di Elio Veltri...
Caro Veltri flirti col Cav. e io non ti chiamo più di M.TravaglioCaro Travaglio sei meglio da P.M. che da avvocato di Elio Veltri...
La replica e la controreplica di Travaglio e Veltri
CARO VELTRI, FLIRTI COL CAV E IO NON TI CHIAMO PIÙ...
Marco Travaglio
Caro direttore, ho letto con interesse l'articolo dell'amico e vostro nuovo collaboratore Elio Veltri, pubblicato sabato. Non intendo minimamente entrare nel suo annoso contenzioso con gli Editori Riuniti che, nelle precedenti gestioni, hanno pensato bene di non versare né a lui né a me la gran parte dei diritti d'autore. Solo qualche precisazione per la parte che mi riguarda.
1) Veltri scrive che solo «uno degli autori» (cioè, immagino, lui) ha ricevuto «solo qualche spicciolo» dei diritti d'autore de "L'odore dei soldi". In realtà anche l'altro autore (cioè, immagino, io) è nella stessa situazione, un po'aggravata al fatto che io di libri con gli Editori Riuniti non ne ho pubblicato uno, ma sette e attendo ancora il grosso delle royalties.
2) La scenetta di Veltri che scopre in libreria la nuova edizione de "L'odore dei soldi" è suggestiva, ma non risponde a verità. Quando Alessio Aringoli, editor della nuova gestione di Editori Riuniti, mi ha chiesto di poter rieditare il libro ormai introvabile nelle librerie da anni, ho risposto ovviamente di sì, condizionando però il mio assenso a quello di Veltri (e lo stesso feci, ovviamente, perla presentazione alla Stampa estera).
Ora scopro che Veltri «non ne sapeva assolutamente nulla», anzi «gli Aringoli avevano negato l'imminente uscita del libro in una nuova edizione. Soprattutto senza il mio consenso». Strano: a me risulta che il 9 ottobre 2009 Veltri, tramite la sua "collaboratrice legale" citata nell'articolo, inviò una e-mail agli Editori Riuniti con una "bozza di contratto" perla ripubblicazione de "L'odore dei soldi" e il 15 ottobre seguente inviò «le bozze condivise della scrittura privata e della transazione» sulla stessa materia.
Nella scrittura privata, si legge che «l'Autore, agendo per sé nonché per i suoi eredi ed aventi causa a qualunque titolo, cede all'Editore, per un periodo di 10 (dieci) anni a decorrere dalla data di sottoscrizione del presente atto,il diritto esclusivo di stampare anche in edizione economica, distribuire e vendere in diversi circuiti commerciali in Italia e all'estero l'opera: "L'odore dei soldi".
L'Editore assume in proprio l'onere degli aggiornamenti, che dovessero rendersi necessari prima di ogni nuova pubblicazione, da apportare all'opera "L'odore dei soldi"i n relazione ai mutamenti dei fatti in essa narrati, assumendosene invia esclusiva la responsabilità civile e penale in caso di titolo di diritti d'autore, una percentuale...» eccetera. Spero che Veltri conosca almeno i contratti che propone.
3) Siccome, nel vecchio contratto del 2001 (tuttora valido), mi impegnavo ad aggiornare il libro in caso di successive riedizioni, ho aggiornato il libro, vecchio ormai di 8 anni, specialmente nella parte dedicata ai processi a Berlusconi e a Dell'Utri, onde evitare di dare informazioni superate dagli eventi e dalle sentenze.
Mi spiace che i miei aggiornamenti non siano piaciuti a Veltri : se avesse risposto agli sms che gli ho inviato sul suo cellulare per avere la sua mail e inviargliene le bozze, avrebbe potuto aiutarmi a migliorarli da par suo. Invece ha preferito non rispondere: l'unico contributo che ha dato alla riedizione del nostro libro è stata una richiesta di sequestro.
4) Non ho mai "dimenticato" il numero di telefono di Veltri , che è sempre memorizzato nella mia rubrica. Ho sempre risposto alle sue telefonate, anche quando gli serviva la mia firma in calce ad appelli del suo "Cantiere" o la mia presenza a convegni e manifestazioni in giro per l'Italia e io regolarmente mi scapicollavo per accontentarlo.
Poi ha cominciato a rilasciare interviste al "Giornale" e a "Panorama", house organ della famiglia Berlusconi, per parlare coraggiosamente male di me. Allora ho semplicemente smesso di chiamarlo. Preferisco ricordarlo come l'ho conosciuto
CARO TRAVAGLIO , SEI MEGLIO DA PM CHE DA AVVOCATO...
Elio Veltri
Caro Direttore, leggo sempre con interesse quanto scrive Marco Travaglio ma questa volta avrebbe potuto risparmiare il suo tempo perché quanto gli sta a cuore l'ho scritto sul "Fatto Quotidiano", che presumo legga, l'1e il 2 Dicembre 2009. In ogni caso rispondo.
1) Travaglio sostiene che anche lui non è stato pagato. L'editore sostiene il contrario, quindi se la veda con l'editore, anche perché frequentando i signori Aringoli non sarà difficile sapere come stanno le cose. Io gli ricordo che quando gli ho proposto, insieme al mio avvocato di Milano, comune amica, di fare causa alla casa editrice, ci ha risposto con un no secco.
Quanto ha ricevuto ciascuno di noi sarà facilmente verificabile perché se gli editori non rispettano i decreti ingiuntivi del giudice di Roma e non pagano chiederò il fallimento dell'azienda e i creditori dovranno dimostrare quanto hanno ricevuto presentando la relativa documentazione;
2) Travaglio si dilunga su un fantomatico contratto che non esiste perché non è stato mai firmato, nonostante la defatigante trattativa dei miei avvocati con gli Aringoli, per la semplice ragione che al momento di firmare i signori Aringoli sono sempre scomparsi.Travaglio sa bene come stanno le cose perché le ho scritte sul Fatto Quotidiano annunciando anche una querela nei confronti di Alessio Aringoli. La mia lettera al giornale di Padellaro- Travaglio del 2-12-09 si concludeva con queste parole: «mi auguro che il signor Aringoli possa dimostrare in tribunale quanto oggi dichiarato». E non ho cambiato idea;
3) Travaglio dovrebbe sapere perchè l'abbiamo scritto sul suo giornale che in data 30-9-2009 gli avvocati Francesco Paola e Roberto Ruggeri hanno inviato una diffida a Editori Riuniti-Aringoli che per comodità allego insieme alla sintesi dei fatti, nella quale è scritto con chiarezza che la Casa editrice avrebbe dovuto ottemperare alle ordinanze del tribunale di Roma riguardanti il debito pregresso altrimenti il contratto sarebbe stato risolto e che avendo letto su Internet della volontà di ripubblicare "L'Odore dei Soldi" gli editori venivano diffidati a farlo e solo a controversia risolta se ne sarebbe potuto parlare sulla base di un nuovo contratto e con l'impegno da parte loro che avrei partecipato all'aggiornamento del libro.
In seguito i signori Aringoli negli incontri con i miei avvocati hanno giurato e spergiurato chela pubblicità era falsa, che non ne sapevano nulla e che qualcuno si era arrogato il diritto di farla. Il tutto mentre l'Odore dei soldi era già in stampa.
4) Non ho mai ricevuto un solo SMS da Travaglio. Quindi, o mi ha scambiato per qualche altra persona il che può capitare sbagliando numero di telefono o gli SMS inviati a me da lui vengono intercettati e allora è bene che faccia una denuncia e io testimonierò. L'ultimo SMS di Travaglio è del 17-5-08, ore 16.12 nel quale ha scritto: «Grazie dell'intervento di oggi. Un abbraccio mt».
"L'intervento" era una mia intervista al "Corriere della Sera" con la quale lo difendevo da una grandinata di attacchi nonostante sottolineassi la divergenza di opinioni sul problema di Pietro; 5) Il mio indirizzo di posta elettronica è sempre lo stesso dal 2004 e Travaglio lo sa benissimo perchè, oltre a quelle cancellate, restano sul mio computer molte email che ci siamo scambiati e che posso documentare.
Alcune date: 16-6-2004; 25-9-2005; 27-9-2005; 1 Ottobre 2005; 2412-2005; 8-1-2006ecc. E poi , dal momento che conserva il mio numero di telefono, sarebbe bastata una telefonata e gli avrei detto come stavano le cose. Avrebbe anche saputo da me che avevo dovuto comprare il mio libro a Pavia nella libreria Feltrinelli proprio perché nessuno me ne aveva parlato e conservo lo scontrino. Altro che sceneggiata napoletana!
Inoltre Travaglio sa che appena ho saputo della conferenza stampa nella sede della stampa estera ho telefonato a Furio Colombo e gli ho raccontato come erano andate le cose.
6) Ho dato una sola intervista al giornale e ho parlato di Di Pietro che mi ha persino querelato. Dal che deduco che Marco ha subito un processo di identificazione tale con Di Pietro per cui eventuali critiche al leader dell'IDV le attribuisce a se stesso.
E questo è davvero preoccupante. Su una cosa Marco ha ragione: vorrei anche io parlare ad "Anno Zero" anziché una volta all'anno sul giornale diretto da Vittorio Feltri. Lui che può, ne parli con Santoro e vedrà che non li deluderò. Sa bene che qualche competenza sui temi che stanno loro a cuore e su altri di cui non parlano mai e sono anche più importanti io ce l'ho.