Le banche aiuteranno SORGENIA con la TIRRENO POWER sotto sequestro?

scritto da Ufficio di Presidenza il .

Quando le inchieste si portano avanti bene e con la necessaria acquisizione di dati ed elementi certi i risultati, anche davanti a "colossi", arrivano. E la Procura di Savona è riuscita questa mattina ad ottenere dal GIP il SEQUESTRO della Centrale TIRRENO POWER di Vado Ligure e quindi spegnere gli IMPIANTI A CARBONE.
Sono anni che si denuncia lo sformamento dei limiti imposti dalle normative ed i conseguenti danni all'ambiente ed alla salute prodotti da TIRRENO POWER e sono anni che le Amministrazioni Pubbliche dai Comuni di Vado Ligure e Quiliano sino alla Regione cercavano in tutti i modi di tutelare TIRRENO POWER chiudendo non uno, bensì due, occhi sulle emissioni inquinanti fuori dai limiti consentiti. Ancora una volta, con due inchieste, ad affrontare il problema è stata la Magistratura. Sia la Casa della Legalità che la Rete Savonese Fermiamo il Carbone hanno in questi anni promosso denunce pubbliche e denunce all'Autorità Giudiziaria e con il risultato raggiunto oggi appare inconfutabile il risultato ottenuto grazie ad una Procura che ha saputo svolgere nella necessaria riservatezza tutti gli approfondimenti e studi necessari ad inchiodare la TIRRENO POWER alle proprie presantissime responsabilità.
In questi giorni, tra l'altro, si è fatta pressante la richiesta di sostegno alle banche da parte di SORGENIA (socia con il 75% di Energia Italiana della TIRRENO POWER ed al contempo partner di LEGAMBIENTE per "l'energia pulita", sic), con i DE BENEDETTI che bussano a tutte le porte... ed allora abbiamo deciso di scrivere una lettera aperta alle banche (ed al Governo) per spiegargli che non è il caso di concedere sostegni finanziari ad imprese con debiti da capogiro, in evidente sofferenza, ed ora con una Centrale a carbone fermata da un Sequestro giudiziario.
Ecco il testo della lettera aperta...

 


LETTERA APERTA A ISTITUTI BANCARI E GOVERNO
 

“SORGENIA” (GRUPPO DE BENEDETTI) E “TIRRENO POWER”

- con Centrale di Vado Ligure sotto sequestro e fermo degli impianti a carbone -

 

La società SORGENIA del Gruppo DE BENEDETTI risulta avere un debito totale di 1,9 miliardi di euro.

La SORGENIA è socia della TIRRENO POWER (tramite il 75% di ENERGIA ITALIANA) che risulta avere debiti per circa 850 milioni di euro.

La TIRRENO POWER oltre al debito a Bilancio porta in dote:

Alle citate inchieste della Procura di Savona si aggiungono: quella della stessa Procura relativa alle Autorizzazioni della Centrale ed in particolare sugli Atti delle amministrazioni pubbliche e del Ministero dell'Ambiente relativamente all'AIA per l'ampliamento della Centrale e quella della DDA di Genova riguardante gli smaltimenti illeciti dei rifiuti pericolosi relativi alle ceneri prodotte dalle Centrale.

Il Procuratore Capo di Savona, dott. Francantonio Granero, ha indicato pubblicamente le risultanze delle lunghe e dettagliate perizie in merito all'inquinamento prodotto dalla Centrale a carbone della TIRRENO POWER di Vado Ligure. Nel dettaglio, come ampiamente riportato anche dagli organi di informazione, guardando all'arco di tempo tra il 2000 ed il 2007 si tratta di:

- 440 morti;

- 450 bambini e oltre 1700 adulti ricoverati per patologie respiratorie.

Con il SEQUESTRO della Centrale a carbone della TIRRENO POWER a Vado Ligure è stato disposto il FERMO dei DUE GRUPPI A CARBONE, in considerazione della violazione dei limiti normativi delle emissioni prodotte, così come certificato dalle analisi condotte dai periti della Procura della Repubblica.

Oltre alla questione ETICA di garantire copertura finanziaria ad un'impresa (SORGENIA > TIRRENO POWER) che risulta responsabile, secondo le risultanze delle perizie e degli studi epidemiologici alla base dei procedimenti penali aperti presso la Procura di Savona, di un disastro ai danni di ambiente e persone, vi è una questione anche prettamente economica che non può essere ignorata. Infatti quali garanzie può fornire SORGENIA e TIRRENO POWER, con l'impianto di Vado Ligure sotto sequestro (e gruppi a carbone sottoposti al fermo) e con il rischio concreto di dover pagare un indennizzo allo Stato, oltre che alle vittime, per disastro ambientale ed omicidio colposo?

Questa domanda dovrebbe imporre, oltre - come già ricordato - al dovere etico di tutela della comunità e dell'ambiente, anche il dovere di non adottare alcuna procedura di sostegno finanziario alle società in questione (SORGENIA > TIRRENO POWER) in quanto imprese già con elevata sofferenza e con rischio concreto di tracollo finanziario (alla luce delle inchieste in corso nonché per il FERMO degli impianti a carbone di produzione di energia elettrica di Vado Ligure), non fosse altro che per evitare coinvolgimenti penali conseguenti alla sostegno finanziario di imprese ad alto ed evidente rischio di crac.

Allo stesso modo apparirebbe quantomai incomprensibile un sostegno pubblico (diretto o indiretto) da parte del Governo alle medesime imprese a meno che non vi sia la definitiva chiusura degli impianti a carbone di Vado Ligure, con una riconversione immediata della Centrale per una produzione non inquinante, e quindi superando le ragioni stesse del Sequestro degli impianti di Vado Ligure ed evitando così il perpetuarsi dei danni alla salute ed all'ambiente.

Con la speranza di un riscontro alla presente si resta a disposizione per ogni eventuale ulteriore chiarimento, precisando che è nostra intenzione segnalare all'Autorità Giudiziaria, per gli opportuni approfondimenti, eventuali finanziamenti a sofferenza che dovessero venire elargiti a favore delle imprese indicate.


Genova, 11 marzo 2014


l'Ufficio di Presidenza


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