FAMELI - Dietro FAMELI ormai ex intoccabile, personaggi eccellenti... come avevamo sempre detto!

scritto da Ufficio di Presidenza il .

Arrestato Antonio FAMELI!!!Leggendo le carte relative all'Operazione "CARIOCA" che ha portato all'arresto del boss Antonio FAMELI (vedi qui), si ha conferma di quanto abbiamo segnalato e denunciato alla Procura di Savona ed anche di quanto andiamo dicendo e scrivendo da molto tempo.

Tralasciando la cronologia degli esposti e delle segnalazioni che abbiamo prodotto in merito alFAMELI e la sua ciurma, partiamo da quello che segnalavamo in data 3 agosto 2010... in poche parole: "il marito dell'avvocato Claudia MARSALA (civilista di FAMELI) è un agente... Pierluigi STENDARDO, considerato il "figlioccio" del FAMELI. Lo STENDARDO avrebbe un ruolo di rilievo nell'ambito dei tentativi di agevolazione del FAMELI oltre che essere, con la stessa MARSALA, in contatto con il coll. RICCIO."
Tale rapporto con lo STENDARDO e la MARSALA (imparentati con il coll. RICCIO) sono confermati dall'Ordinanza a carico del FAMELI e ciurma. Così come altri... così come praticamente tutti i rilievi che avevamo mosso sia pubblicamente sia nelle denunce, a partire dalle società estere e dalla rete di prestanome e collaboratori nelle attività illecite. Si parla anche dei rapporti tra il FAMELI ed il Procuratore Vincenzo SCOLASTICO (voci che erano già emerse e che trovano ora un riscontro nelle intercettazioni e negli Atti dell'inchiesta). Si palesa il ruolo attivo e compartecipe dell'avv. Giovanni RICCO (legale comune al gruppo del GULLACE ed a quello dei FOTIA) che avevamo inidicato con chiarezza alla Procura [l'Avv. Giovanni RICCO è stato sentito in qualità di persona informata sui fatti]. Vi è poi la conferma del legame del FAMELI con Carmelo GULLACE ed i suoi uomini, visto che nei fatti indicati in Ordinanza vi sono il cugino Antonio PRONESTI' ed il Fabrizio ACCAME. Ma come detto andiamo con ordine...

Già dall'inizio dell'Ordinanza si comprende che gli scenari aperti con l'arresto di FAMELI sono molteplici e pesantissimi. E prima di iniziare dobbiamo segnalare che il procedimento a carico di FAMELI Antonio si estende, ad oggi, ad altre 14 persone di cui 5 con nominativo "omissato". Doveroso anche segnalare che le carte dell'inchiesta, ben oltre al contenuto dell'Ordinanza, sono già state trasmesse alla Procura di Torino...

Nell'Ordinanza si legge:

"Anche gli altri componenti del sodalizio sono pienamente consapevoli dell'attività illecita posta in essere dal FAMELI (tutti sanno che ufficialmente non è titolare di nulla ma che, in realtà è a capo dell'organizzazione e a lui sono riconducibili i beni) e ricavano a vario titolo un profitto per la loro opera mirata ad agevolare Antonio FAMELI nella gestione dei suoi "affari" celandosi dietro ad altre persone".
E le attività illecite dell'associazione a delinquere capeggiata dal FAMELI sono (erano!) essenzialmente il RICICLAGGIO... oltre che, citando i principali: trasferimento fraudolento di valori, intestazione fittizia di beni, false fatturazioni, falsi in atti pubblici notarili... 
serafino-FAMELI
"In particolare emergeva che una serie di società alcune delle con sede nel ponente Ligure, altre con sede apparente all'estero (Brasile, Perù, Spagna) erano di fatto facenti capo a FAMELI Antonio e al di lui figlio Serafino detto Fino(attualmente residente in Brasile, dopo un periodo alle Canarie, e sposato con una brasiliana), e finalizzate al riciclaggio del denaro sporco, per lo più attraverso investimenti immobiliari.
...
Questa struttura organizzata da Antonio FAMELI gli consente di ottenere illegittimamente ingenti somme di denaro che lo stesso ha in parte inviato, con la complicità del figlio Serafino, alle Canarie prima ed in Brasile poi, con il doppio obiettivo di investire, con rilevanti guadagni, e riciclare il denaro che in parte ritorna in Italia attraverso i canali ufficiali di istituti bancari ed in parte viene reinvestito in Brasile.
In questa organizzazione ognuna delle persone indicate ha un ruolo ben diverso e trae vantaggi di carattere economico.
Particolare e costante il ruolo come vedremo del figlio senza il quale Antonio non riuscirebbe a gestire le operazioni in Brasile, del commercialista CICCIONE, senza i consigli del quale non riuscirebbe ad ideare nè a realizzare nessuna delle operazioni economiche illecite,CARELLI Giuseppe costantemente attivo ed operativo come prestanome e soggetto che tieni i contatti con il Brasile e lì si reca su ordine di FAMELI per le varie operazioni necessarie, la solerte segretaria "tutto fare", la moglie peruviana senza la quale non avrebbe potuto aprire le ultime società in Perù soggetti senza il cui apporto il sodalizio non riesce a funzionare come attestano anche le più recenti intercettazioni (si vedano anche le più recenti intercettazioni attestanti le difficoltà che ormai FAMELI, dopo le perquisizioni, ha a trovare un nuovo notaio compiacente come VALENTINO e il rischio di paralisi delle operazioni programmate per eludere le misure che si temono arrivino).
"
Ma prima di entrare nei dettagli, bisogna richiamare alcuni passaggi, necessari per capire come si sono evolute le vicende...

Come "Casa della Legalità" eravamo stati a Loano, per indicarlo pubblicamente al disprezzo sociale e per rompere l'omertà, recandoci proprio davanti alla Villa di FAMELI l'8 luglio 2010 (vedi qui e qui) e poi ancora il 18 luglio 2010 (vedi qui). Siamo andati davanti e non abbiamo mai mollato la presa... raccogliendo segnalazioni, documentazione... facendo un'inchiesta che "penetrasse" il più possibile quella "rete" costruita dal FAMELI per portare avanti l'attività criminale.

Ed ecco quindi che la nostra ultima dettagliata denuncia alla Procura di Savona, datata 22 febbraio 2011, ove indicavamo nel dettaglio la rete societaria (con connessi prestanome) a partire da Loano, passando da Spagna, Canarie e quindi Brasile, nonché il ruolo dell'avvocato RICCO. Elementi tutti confermati dall'inchiesta della Squadra Mobile. Denuncia che poi abbiamo, ovviamente in sintesi, presentato pubblicamente con una nuova iniziativa davanti al Casino Royale e la Villa Fameli. Era il 12 marzo 2011 (vedi qui). Il 17 marzo 2011 la trasmissione Exite de La7 manda in onda il servizio sulla mafia in Liguria partendo proprio dalla nostra iniziativa davanti alla sala giochi di FAMELI (vedi qui).


Da subito, ora, leggendo l'Ordinanza, si comprende che la pressione sul sodalizio criminale guidato dal boss Antonio FAMELI, uomo storico dei PIROMALLI nella riviera savonese, che abbiamo prodotto li ha letteralmente mandati - si potrebbe dire - in paranoia. 

L'aver puntato le attenzioni sociali e mediatiche, oltre che investigative e giudiziarie, su Antonio FAMELI ed i suoi rapporti con altri uomini della 'ndrangheta (come GULLACE "Nino" Carmelo), professionisti, prestanome e uomini dello Stato (agenti delle FFOO e magistrati), è stato per noi certamente rischioso ma ha prodotto una reazione a catena, all'interno dell'organizzazione, dove il nervosismo ed il tentativo di "arraffare" e garantirsi una maggiore fetta di utili, dei diversi complici del FAMELI, è sfociata in molteplici fratture e conflitti, a partire da quello tra il FAMELI Antonio ed il figlio Serafino, così come anche tra il FAMELI ed il CARELLI. La pressione a cui erano sottoposti, e che certamente non avrebbero mai immaginato di subire, li ha quindi indotti ad errori tali da fargli mettere, in alcune occasioni, nero su bianco le attività illecite dagli stessi compiute, come accaduto nello scambio di e-mail tra Antonio FAMELI, Serafino FAMELI e Giovanni RICCO.

Quando a tale pressione si è aggiunta quella derivante da perquisizioni e interrogatori il "panico" regnava sovrano nell'organizzazione del FAMELI... portando, ad esempio, a nuovi mutamente societari e soprattutto al tirarsi indietro da parte del notaio VALENTINO.


Si legge infatti nell'Ordinanza:

"Preziose spiegazioni - confessioni circa queste attività illecite del FAMELI emergono altresì dalle intercettazioni delle email scambiate in occasione di una recente lite familiare del settembre 2011 tra FAMELI padre e il figlio. Fino e dal tenore inequivoco... Nello scambio epistolare infatti viene espressamente scritto che Antonio FAMELI in occasione dei viaggi in Brasile ha portato somme di denaro contante poi investito e "ripulito" da Serafino FAMELI...
[omissis]
Alla stessa stregua si parla delle quote dell'avvocato Giovanni RICCO e dei soldi di Pippo CARELLI che - come si è visto - ha ammesso il suo ruolo di prestanome in cambio di 1000 euro ad atto ed una volta compresa la sua futura estromissione dalle società di Antonio FAMELI, rivendicava altri compensi per aver prestato il suo nome anche per la sala giochi di Loano.
Ed è proprio a seguito della diatriba familiare e del risentimento maturato da parte di Pippo CARELLI, che Antonio FAMELI, da vero dominus, per punizione, verso la fine di settembre 2011 decide di spostare i suoi "averi", dalla società PAFIMO, per la quale funge da prestanome il CARELLI, a due società appositamente costituite: "LAS VEGAS SAS", intestata alla convivenza MAGINO SOCUALAYA CLARA JUANA (sua convivente che consapevolmente si presta a questa operazione) ed a CAPELLO Carla ed ad un'altra società peruviana "ARCOBALENO" sempre intestata alla Magino Socualaya Clara Juana..."
Ed ancora:
"Ulteriori conferme di questa frenetica attività illecita si rinvengono nei recenti interrogatori diMaria Antonietta BARILE sua [del FAMELI Antonio ndr] segretaria e chiaramente complice: è lei che tiene la documentazione e prende gli appuntamenti al FAMELI con i vari professionisti pur conoscendo la illiceità delle operazioni, si presta ad apporre firme false, accetta pagamenti con assegni stranieri, opera pagamenti dal suo conto personale su commissione del FAMELI, suggerisce chi a suo parere dovrebbe fare da amministratore di determinate società".

rita-FAMELI Dario-CHIOTTI
Subito dopo che come "Casa della Legalità" si era proceduto ad indicare pubblicamente il ruolo del Dario CHIOTTI, compagno di Rita FAMELI (figlia di Antonio), come gestore "di fatto", per conto del FAMELI Antonio, della sala giochi "CASINO' ROYALE" (in merito avevamo anche prodotto, oltre agli esposti, un video alla Procura della Repubblica di Savona ove emergeva chiaramente che il CHIOTTI, contraddicendosi sul ruolo del FAMELI, affermava di essere lui il gestore della stessa, negando però ogni legame o contatto con il FAMELI), nonché anche il ruolo di mero prestanome del CARELLI, invitando nuovamente la comunità al disprezzo sociale ed all'isolamento sociale del FAMELI, si apprende sempre dall'interrogatorio della segretaria del FAMELI, la BARILE, che qualcosa succede nell'ambito dell'organizzazione del FAMELI:
"il periodo in cui CARELLI ha lavorato per qualche giorno nel casinò risale più o meno nella scorsa primavera (2011). FAMELI mi disse che siccome non riuscivano a trovare personale per la sera sarebbe venuto CARELLI, fino a quando non avremmo trovato qualcun altro.
Precedentemente il Casinò era gestito da CHIOTTI Dario, compagno della Rita FAMELI. A un certo punto il FAMELI Antonio non volle che CHIOTTI gestisse ancora il Casinò, lo mandò via e cominciò a seguirlo direttamente lui in prima persona. Non ho visto altre persone occuparsi del Casinò.
Da quando è andato via CHIOTTI ho cominciato a lavorare anche nel Casinò come barista.
Dopo che CHIOTTI se ne è andato ricordo che vennero sostituite le macchinette da gioco e vennero consegnate le nuove macchine da una ditta che si chiama PLAYTECH di Milano...
I tre della PLAYTECH ogni fine mese inoltre venivano a conteggiare gli incassi delle macchinette slot ma non li ho mai visti prelevare denaro...
So che recentemente, nello scorso ottobre, queste macchinette della PLAYTECH sono state portate via tutte. Questo me lo ha detto il FAMELI Antonio perché è successo quando io non c'ero..."
A confessare i fatti, oltre alla segretaria tutto fare del FAMELI, è anche il CARELLI Giuseppe detto "Pippo", ex carabiniere e prestanome del FAMELI. Nell'interrogatorio del 3/11/2011:
"Il rapporto con Antonio FAMELI è iniziato circa 2 anni fa. Mi chiamò Serafino per telefono dicendomi che lui e suo padre Antonio avevano intenzione di aprire una società immobiliare, che io avrei dovuto fare da amministratore e che Antonio mi avrebbe consegnato 1.000 euro ogni atto da me sottoscritto. Ci vedemmo poi a casa di Antonio a Loano, presente ancheSerafino, nell'estate mi pare del 2009. Serafino mi aveva detto di faxargli già in anticipo documenti di identità e codice fiscale. Durante la riunione però Serafino che mi confermò la costituzione della società PAFIMO, che sarebbe stata brasiliana ma che io avrei dovuto rappresentare in Italia, dicendomi che suo padre mi avrebbe dato 1.000 euro ogni atto".
Ma andiamo avanti e passiamo alle questioni più di peso. Ovvero il ruolo dei "professionisti" al servizio del boss FAMELI Antonio.

CICCIONE CarloPartiamo dal commercialista CICCIONE Carlo. Si legge:

"il CICCIONE quale compartecipe, commercialista di fiducia del FAMELI Antonio, avendo gestito gli aspetti contabili e finanziari delle società italiane e straniere... controllate dal FAMELI Antonioma intestate a diversi prestanome, fornendo suggerimenti su come realizzare frodi fiscali anche quale intermediario fiscale, operando in concorso anche con riferimento alle transazioni immobiliari operate dalle società controllate dal FAMELI Antonio, agendo con le modalità meglio specificate ai capi [di imputazione, ndr] che seguono, fornendo così un contributo al FAMELI Antonio e all'associazione criminale nella commissione dei reati fine sotto specificati".
Più nello specifico:
"il CICCIONE agendo quale consulente e commercialista delFAMELI Antonio in tutte le sue attività e con riferimento a tutte le società e proprietà immobiliari, pur consapevole della loro totale riconducibilità al FAMELI e dell'utilizzo di prestanome e interposizione fittizie, e specificatamente dando specifiche indicazioni sulle frodi fiscali di cui a capi che seguono, redigendo le dichiarazioni dei redditi mod. Unico 2005 per la società SCIM SRL, mod. Unico 2008 (redditi 2007) per laMARINVEST, mod. Unico 2010 (redditi 2009) per la VALLAURIS, comunicazioni IVA del 28.02.2007 per le società VALLAURIS e MARINVEST, con riferimento a transazioni di fatto inesistenti, intercorrenti tra società tutte riconducibili al FAMELI Antonio e senza effettivo pagamento del corrispettivo, nonché agendo per conto del FAMELI Antonio anche nel gennaio 2012 nella trattativa per la cessione di un immobile di Borghetto S.S. di proprietà formalmente della società peruviana ARCOBALENO S.A.C."
elpidio-VALENTINO
Sul notaio al servizio del FAMELI (e che rinuncerà all'incarico solo dopo le perquisizioni nei suoi uffici), VALENTINO Elpidio, si legge:
"il VALENTINO quale compartecipe, notaio rogante e/o comunque avendo preparato tutti gli atti pubblici o scritture private (da lui autenticate) su specifico incarico del FAMELI Antonio, conoscendo perfettamente la posizione del FAMELI Antonio di reale proprietario e amministratore delle persone giuridiche stipulanti detti atti, di reale proprietario di tutti i beni immobili, nonché la condizione di meri prestanome per conto del FAMELI Antonio delle persone fisiche che risultavano amministratori o procuratori di dette società, fornendo così un contributo al FAMELI Antonio e all'associazione criminale nella commissione dei reati fine sotto specificati fino al 14.10.2011".
Più nello specifico:
"il VALENTINO operando quale notaio rogante, il GROLLERO a titolo di concorso quale collaboratore di studio che operava materialmente, svolgendo la propria attività fino al 14.10.2011 a richiesta del FAMELI Antonio negli atti che vedevano quali parti prestanome del FAMELI e società riconducibili allo stresso FAMELI (PAFIMO EMPREENDIMENTOS IMOBILIAROS LTDA, VALLAURIS 2000 S.L.., MONTECARMO 2000 S.L., ARCOBALENO SAC, MAFIPA SOCIEDADE IMOBILIARIA LTDA, LAS VEGAS SAS, GREG SRL e BRI.KE SRL), consentendo il perfezionamento delle operazioni immobiliari, operando fraudolentamente in occasione della costituzione di ipoteca da PAFIMO in favore diARCOBALENO come specificato al capo g) che segue, omettendo di identificare il titolare effettivo dei rapporti in violazione degli artt. 12,16, 18 lett.b) e 19 lett. b) D.L.vo 231/2007, seppur a perfetta conoscenza della riconducibilità al FAMELI Antonio di tutte le operazioni."
Nell'ambito dei capi di imputazione relativo al "Trasferimento fraudolento di valori", in riferimento sempre al notaio VALENTINO si legge:
"Quanto al notaio VALENTINO merita solo sottolineare il numero dei rogiti (bene elencati nella contestazione) da lui stilati tale da farlo ritenere punto di riferimento fondamentale, e senza il quale infatti, oche che pare essersi dissociato, FAMELI ha difficoltà ad operare non riuscendo a trovare altro notaio compiacente..."
Anche nel capitolo relativo al capo di imputazione relativo ai "falsi" i fatti chiamano in caso in modo inequivoco il VALENTINO, tra l'altro in merito ad una vicenda inerente beni siti nel COMUNE DI BOISSANO, località che avevamo indicato con evidenza alla Procura nelle nostre segnalazioni. Si legge:
"Dagli atti sequestrati al Notaio VALENTINO emerge che effettivamente in data 16.5.2011 laBARILE invia allo studio notarile un appunto in cui si dice: "... AVREMO BISOGNO CHE CI FACESSE UNA VISURA DI QUESTO TERRENO IN CUI LE ALLEGO I FOGLI. IL TERRENO E' AL FOGLI 8 MAPPALE 1744 E 1635... FAMELI ANTONIO". Pinzato a tale richiesta manoscritta della BARILE vi è una copia del citato atto di immissione in possesso del COMUNE DI BOISSANO negli immobili abusivi, in cui si da chiaramente contezza della definitiva abusività degli stessi sotto il profilo urbanistico - edilizio. Tali documenti, curiosamente, non si trovano allegati all'atto di costruzione di ipoteca bensì nella cartella relativa a una compravendita tra PAFIMO e ARCOBALENO del 7.7.2011 che non riguarda gli immobili in oggetto.
Nell'atto del COMUNE DI BOISSANO si afferma chiaramente che "... in data 9.3.2009, prot. 1309 con provvedimento emesso dal Responsabile dell'Ufficio Tecnico Comunale sono state rigettate le istanze di sanatoria...".
Dunque il notaio VALENTINO non poteva non sapere che gli immobili di BOISSANO fg. 8 mapp. 1477 e 1635, per i quali lui stesso aveva autenticato atti di vendita in data 23.3.2009 (da VALLAURIS a MONTECARMO) e 27.10.2009 (da MONTECARMO a PAFIMO), erano stati oggetto di vendite radicalmente nulle ai sensi dell'art. 46 DPR 380/2001, e che anzi tali vendite erano state realizzate dal FAMELI (tra l'altro) anche per tentare di sottrarli alle conseguenze del rigetto delle istanze di sanatoria (condono ex D.L. 306/2003).
Allo stesso modo deve dirsi che il Notaio VALENTINO, quantomeno dal 16.5.2011, era perfettamente a conoscenza che i beni oggetto delle due precedenti compravendite, e oggetto della successiva concessione di ipoteca, non erano "appezzamenti di terreno" come falsamente dichiarato, bensì "fabbricati", privi di titolo edilizio.
...
Il Notaio VALENTINO ha dunque stipulato in date 23.3.2009 e 27.10.2009 due atti radicalmente nulli, violando gravemente i propri doveri professionali.
...
E in data 21.6.2011 davanti al notaio VALENTINO viene dunque stipulato l'atto pubblico fidefacente di costituzione di ipoteca volontaria da PAFIMO LTDA in favore di ARCOBALENO SCA per la somma di euro 100.000.
Nell'atto spudoratamente quanto ingenuamente si afferma che le parti "esonerano il notaio da ogni responsabilità in ordine alla situazione ipotecaria e catastale".
Da notare che il CICCIONE oltre a molteplici condanne, tra cui diverse bancarotte fraudolente, è stato recentemente arrestato nell'ambito dell'indagine su una truffa da oltre 25 milioni di euro a istituti di credito, insieme ai calabresi LA ROSA Nicodemo e Christian (vedi qui).

Invece per quanto concerne il VALENTINO sono da segnalare che tra le sue frequentazioni vi erano il sostituto procuratore Alberto LANDOLFI (di cui siamo tornati recentemente a parlare) e l'ex sindaco di Alassio ed ora consigliere regionale Marco MELGRATI, entrambi tra i frequentatori delle feste organizzate nella villa del VALENTINO.


roberto-GENOVA
Senza entrare qui nello specifico dell'Ordinanza rispetto ai casi specifici contestati al VALENTINO ed al CICCIONE, passiamo al GENOVA Roberto, già candidato per il centrosinistra alle elezioni comunali di Loano nel 2006, ma soprattutto per il suo ruolo di Direttore della filiale delle POSTE a Ceriale, ruolo che questi mette al servizio delle attività illecite del FAMELI. Si legge:

"il GENOVA operando quale direttore della agenzia di Ceriale delle POSTE ITALIANE SPA, consentendo al FAMELI Antonio l'apertura del c/c n. 1745017 intestato fittiziamente a CARELLI Giuseppe ma in realtà nella disponibilità di fatto del FAMELI e utilizzato dallo stesso principalmente per operazioni riconducibili alla società da lui controllata PAFIMO LTDA, omettendo di identificare il titolare effettivo dei rapporti di violazione degli artt. 11, 15, 18 lett. b) e 19 lett. b) D.L.vo 231/2007, seppur a perfetta conoscenza della riconducibilità al FAMELI di tutte le operazioni."
In merito all'avvocato Giovanni RICCO, che già abbiamo citato sopra, si legge, ad esempio, anche che:
"FAMELI Antonio, FAMELI Serafino:
...
raccoglievano e gestivano somme affidate loro dall'avv. Giovanni RICCO per cifre conferite in più tranche per cifre non determinate e comunque certamente superiori, nel solo 2011, ai 200.000 euro
..."
RICCO GiovanniSempre l'avvocato RICCO lo ritroviamo anche nel capitolo relativo al capo di imputazione del FAMELI Serafino per "riciclaggio" ove si leggono alcune sintesi delle intercettazioni:
"15/09/2011 ore 16.02.15
SINTESI
Antonio [FAMELI] con l'avvocato RICCO... Antonio [FAMELI] gli dice che il 26 deve andare a Rio e ha chiamato un avvocato di lì che parla bene l'italiano e gli ha raccontato tutto anche della contabilità e in questa contabilità non ci sono menzionati i versamenti che lui portava lì che una volta ha portato 100 mila Euro e un'altra volta 50 mila e altre due volte per un totale di 250 mila e di questo ne ha parlato con PierGiovanni che gli ha fatto capire che li denuncia a tutti. RICCO dice che prova a mandarglielo anche lui la lettera e Antonio [FAMELI] dice che il 26 ha l'appuntamento con l'avvocato a Rio e non vuole perdere questi soldi e parla di FINO [Serafino FAMELI] che dice che avrebbe venduto l'appartamento per 700 mila e chiede dove sono i soldi e dice che la clinica è costata 350 mila Rejails e un terzo li ha messi lui quindi gli spetterebbe un terzo della clinica e RICCO dice che 115 mila li ha messi anche lui (RICCO). Antonio [FAMELI] chiede a chi sono intestate le sue quote e RICCO dice ancora a nessuno che però FINO [Serafino FAMELI] gli aveva detto di mandargli i documenti che glieli faceva intestare. Antonio [FAMELI] dice che i suoi 30% li vuole intestati a una di quelle ragazze lì rivuole i 700 mila Rejails e più i 120 e sarebbero 8/900 mila rejails. Antonio [FAMELI] parla ancora dei 100 mila Euro che aveva portato che si ricorda che non poteva cambiare che non poteva portare più di tot Euro al giorno e ora vede che la sua banca è asciutta. Antonio [FAMELI] dice che il 26 và e dice che se poi ci và lei FINO [Serafino FAMELI] ha l'alloggio di sua proprietà se lo intesta lui e poi si aggiustano."

"23/09/2011 ore 19.49.06
SINTESI
Antonio [FAMELI] e RICCO. Antonio [FAMELI] dice di aver parlato con l'avvocato brasiliano di Rio. Discutono del perché FINO [Serafino FAMELI] abbia venduto l'appartamento, che non è vero che avesse bisogno di soldi per la clinica. FAMELI dice di aver portato giù un mucchio di contanti dei milioni, fa delle cifre (dice di aver preso 25.000 da Pippo, 23 mila da un altro e 60.000 dalla cosa) e invece di aver portato lui dei milioni in contanti (in varie occasioni 50.000, 100.000, 20.000, 10.000) si chiede come FINO [Serafino FAMELI] li abbia spesi. Chiede dove sono i soldi. Ribadisce che lui portava sempre soldi a Rio ogni volta che andava giù, ripete 100, 20, 20, 30 ecc. Che alle Canarie aveva un mucchio di soldi, dei capitali. Antonio [FAMELI] vuole che intanto FINO [Serafino FAMELI] gli versi 300.000 euro in banca. RICCO dice che secondo lui lo fa"

Nel medesimo capitolo si legge anche: 
"Come accennato sono però le e-mail che hanno lasciato la traccia dei trasferimenti di denaro che il FAMELI Antonio ha effettuato in Brasile in favore del figlio. Lo scambio di e-mail intercettate inizia il 27.9.2011, quando il FAMELI Serafino scrive al padre ANTONIO un messaggio in cui da atto di una serie di movimentazioni finanziarie, tra cui va annoverato il "trasporto" di 100.000 euro in contanti che il FAMELI Antonio ha effettuato dall'Italia al Brasile:
- il giorno 27/set/2011, alle ore 18:50, SERAFINO ha scritto:
...I 100.000 euro che tu portasti in contanti con l'avv. RICCO...
La circostanza viene confermata dall'avv. RICCO, il quale però precisa di non avere avuto un ruolo nella vicenda:
- mi permetto di fare due precisazioni/rettifiche.
... io non portai nulla in contanti. All'aeroporto di Genova, pochi istanti prima di imbarcarmi, tuo padre mi confidò che aveva con se una somma in contanti e mi disse che erano appunto 100.000 euro"

"Nella e-mail successiva del 19.10.2011 il FAMELI Serafino scrive all'avv. RICCO, negando che l'appartamento oggetto di contesta fosse costato la cifra indicata dal padre ma non mettendo in dubbio in alcun modo il fatto che il padre FAMELI Antonio avesse portato in Brasile le somme di denaro contante indicate nel precedente messaggio. Dopo l'esecuzione delle perquisizioni disposte da questo Ufficio ed eseguite il 21.10.2011, il FAMELI Antonio continua nelle sue conversazioni telefoniche nonché nella lite con il figlio Serafino, e ribadisce gli episodi di trasporto in Brasile dei proventi dei reati da lui commessi e di riciclaggio degli stessi:

- 22/10/2011 ore 10.11.56
SINTESI
FAMELI chiama RICCO. RICCO dice che a FAMELI che ha detto a mezzo mondo che FINO [Serafino FAMELI] gli ha portato via milioni che era tutta roba sua che lui dava soldi all'estero e questi ci hanno creduto vero o no che sia. Dice che nelle mail c'è scritto che è stato detto dei soldi. 10.13.36 FAMELI ribadisce che lui "ogni volta che andavo portavo 20 o 30 mila euro", RICCO dice che questo non va bene perché consente al PM di procedere. FAMELI dice che ogni volta che portava dei soldi li prendeva da vendite e se lo segnava. RICCO dice che Serafino ha scritto che Antonio aveva portato, sottolinea negli anni 90, un miliardo e seicento milioni di lire. Dice che non sa se è vero, ma diventa un elemento indiziante. Che un pubblico ministero vede le società fittizie e critica il fatto che loro (Antonio e Fino) lo hanno scritto a tutto il mondo. In particolare va rilevato che in questa fase l'avv. RICCO, già investito della funzione di "mediatore" tra il FAMELI Antonio e il FAMELI Serafino, ha numerosi contatti con entrambi e parla diffusamente dei fatti che si possono desumere dalla motivazione dei decreti di perquisizione, per altro consapevole in questa fase che i telefoni potrebbero essere intercettati.

- 24/10/2011 ore 19.34.07 e ss.
...
FINO [Serafino FAMELI]: io pensavo che era quello.. perché tu mi hai detto dell'e-mail.. io quando mi hai detto dell'e-mail penavo le e-mail che che diceva dei soldi che portava qua: per quello io ho collegato quell'e-mail..
RICCO: si si ma quello.. ti spiego meglio.. ehm.. dunque.. eee.. le ipotesi di accusa è.. e.. che poi viene tratta da quello che lui ha detto in giro e dalle e-mail che ha scritto e da quello che diceva per telefono..
...
RICCO: si ma dico questa.. quell'altra società che ha fatto movimento.. eee.. che movimento ha fatto?
FINO: eee.. tutti.. eee... tutto quello che..
RICCO: ha venduto immobili?
FINO: .. e sì ha venduto immobili.. quelli che.. quelli di mio padre li in Italia
RICCO: eh appunto ma il problema.. e i soldi dopo poi dove sono andati?
FINO: a non lo so.. no no ma non c'è stato giro di soldi.. non c'è stato giro di soldi.. ha fatto solamente giro di immobili non di soldi
RICCO: ah ha cambiato le intestazioni soltanto?
FINO: si si si.. solo intestazioni solo intestazioni
RICCO: ma questa.. ma questa è ancora più grave dal punto di vista del riciclaggio perché il riciclaggio è una norma che mira a punire chi.. ehm.. sostituisce i beni per rendere più difficile
FINO: però Giovanni Giovanni io ti spiego il motivo.. io posso parl.. cioè si può parlare la verità no.. ti posso spiegare tranquillamente il motivo.. per cui
RICCO: perché perché.. a parte il fatto che non credo che ci stiano ascoltando.. ma peggio di quello che c'è scritto.. le mail che si.. le..
FINO: allora ti spiego.. ti spiego.. questa trasferenza è stata fatta perché.. ti spie.. il Procurat.. il curatore della società.. quella di mio padre che aveva.. che era stata fallita.. il curatore
RICCO: si eh
FINO: aveva aveva detto che dentro la società in.. delle Canarie.. che per.. aveva.. e e.. che tutte le proprietà di queste società erano di mio padre.. e quindi.. il.. avevano chiesto Gran canaria il sequestro di questa soc.. dei beni di questa società.. perché pensavano che queste questi immobili erano di proprietà di mio padre.. e adesso mi pare che adesso non mi ricordo che si chiamava mi pare.. il MONTE MONTECARMO ecco si giusto MONTECARMO..
RICCO: si.. Monte.. dica
FINO: e quindi.. eh.. MONTECARMO 2000 un'affare.. MONTECARMO 2000
RICCO: si si
FINO: e questo eh.. e questo. E però.. la la.. Giustizia in Canaria non aveva accettato questa questa cosa.. Questo sequestro di questi beni immobili no.. e allora mio padre si era preso paura.. e dice allora mettiamolo in un'altra società.. perché lui era solo per il fatto del fallimento non di (inc.le).. perché lui era stato fallito.. quindi aveva queste società in una in in.. ee.. in un.. erano adesso non mi ricordo se erano lì a loro (inc.le) alla società di di di.. ROSSELLO.. adesso non ricordo con.. lì in Italia.. e lui mi aveva chiesto.. facciamo una società perché togliere i miei immobili che sennò non vorrei.., che il curatore.. visto che io son fallito mi porta via questi immobili..
RICCO: eh ma è questo!!.. Fino è questo che maledizione che.. eee... è l'oggetto di.. della contestazione!

26/10/2011 ora 8.31.50
FAMELI Antonio: io ogni tanto andavo in Calabr eee in Brasile e portavo dei soldi.. quando 20 mila Euro quando dodici.. andavo in tre o quattro persone e portavo cento mila Euro..
...
avv. RICCO: quindi il PM può anche pensare.. quelli erano i proventi della truffa che sono stati portati alle Canarie per essere nascosti.. Serafino si è prestato e quindi quello è un... è un episodio di riciclaggio... eee.. PIPPO [CARELLI Giuseppe, ndr] per esempio.. secondo mè non è in una bella situazione
...
FAMELI Antonio: allora.. tutte queste.. fino adesso PIPPO m'ha dato tre milioni di euro a me no?.. ed era vero... PIPPO faceva il prestanome ci davo 1.200 euro..
RICCO: e questi soldi scusi.. se lo può dire ecco.. eee.. dove sono andati a finire?
FAMELI Antonio: e glielo dico io... tremila sui sui duemilasette duemilaotto li abbiamo.. per costruire per costruire con fatture che c'ha CICCIONE.. e gli altri gli altri li ho mangiati bevuti e ho portato qualcosa alle Canarie.. eh è in Brasile.. è la verità ohu.. e adesso li mettiamo in Brasile che io quando partivo portavo.. eravamo in tre portavo trentamila euro.. l'ultima volta che sono andato in ventimila Euro eravamo in due e dieci glieli ho regalati a mio figlio anche.. per andare avanti con la Clinica

31/10/2011 ora 16.44.34
FAMELI Antonio: Io poi la lascio e non le parlo piu in questo momento o indagato o non indagato se lei adesso va chiama e dice tuo papà adesso ha bisogno di soldi... che ci hanno sequestrato i soldi che aveva in casa... mandami subito un 100 mila reali... perché lui ce l'ha... tua padre dice... perché a maggio lui ha preso 800 mila reale... (-) ... suo padre dice... lui insiste ha dire tuo padre... che a maggio quando è venuto la clinica era già quasi finita dopo poi hai preso 100 mila reali da qui e 700 da tuo padre e tu la clinica hai speso ancora 2 o 300 mila reali dove sono gli altri 500 ce l'hai in banca... manda 200 o 300 mila reale a tuo padre che deve pagare subito gli avvocati."

Ed ancora:
"Il riciclaggio iniziale delle somme alle Canarie viene citato anche in conversazioni telefoniche
26/10/2011 ora 8.31.50
avv. RICO: delle mail che vi siete scambiati con Serafino... ce né una in particolare che Serafino le dice.. poi non so se è vero ma Serafino lo scrive.. ee mi hai dato un miliardo e seicento milioni nelle alle Canarie ecc ecc... è ovvio che un pubblico ministero dice... beh FAMELI eee.. dove li ha presi innanzitutto questi soldi e da dove vengono perché..
FAMELI Antonio: ma nel '96 nel '97 non lo so
avv. RICCO: ma li la data non è indicata tanto per cominciare.. poi Serafino mi ha detto addirittura prima, parlava del '93/'94. comunque a prescindere da questo il punto è che lei ha avuto dei processi per truffa nei confronti di.. per tutti dei discorsi delle abitazioni degli appartamenti dell'albergo eccetera eccetera... quindi il pubblico ministero può anche pensare.. quelli erano i proventi della truffa che sono stati portati alle Canarie per essere nascosti.. Serafino si è prestato e quindi quello è un.. è un episodio di riciclaggio.. eee..
12/11/2011 ora 21.20.50
avv. RICCO: diciamo che.. lei era fallito, oh.. aveva questi processi.. antecedenti.. adesso (-) stiamo parlando anche di un periodo antecedente a tutto, se.. perché io poi l'ho conosciuta nel 99.. no?.. quindi.. io non so adesso che problemi aveva prima del 99..
FAMELI Antonio: io.. avevo il fallimento dell'IMMOBILIARE 90.. ... come ha scritto anche mio figlio FINO, come ha detto io ho portato 1 miliardo e 6.. io io ho portato dei soldi lassù alle Gran Canarie.. però dopo io quando dopo hanno venduto tutto l'ho riportati in Italia,... questo voglio dire io, non è che l'ho portato lì e mi sono rimasti li i soldi.. li ho portati di nuovo in Italia..
avv. RICCO: si va beh ma il fatto si verifica nel momento in cui uno li intesta ad altra persona li da ad altra persona perché li investa in.. ... quello è riciclaggio.. questo.. "
Vi è poi il capitolo relativo all'avvocato MARSALA Claudia, del consorte di questa, ovvero delLuogotenente STENDARDO Pierluigi (che sino alle risultanze della presente inchiesta è stato Responsabile del Reparto Mobile della Compagnia dei Carabinieri di Savona, con competenza su buona parte della provincia savonese, e quindi poi trasferito ad Arenzano), e del Procuratore Vincenzo SCOLASTICO.


Vincenco ScolasticoAnche qui vediamo alcuni passaggi, anche considerando che diversi elementi, certamente non contenuti nell'ordinanza a carico di FAMELI ed altri, sono stati già trasmessi alla Procura di Torino per competenza, essendo emersa la figura di un magistrato in servizio a Genova quale il coordinatore della DDA (nonché già Procuratore Capo a Savona e a lungo tempo facente funzioni di Procuratore Capo a Genova), quale appunto Vincenzo SCOLASTICO [di cui abbiamo ampiamente parlato, anche di recente, ad esempio vedi qui). 
Il Proc. SCOLASTICO, dalle pagine de Il Secolo XIX ha smentito ogni suo possibile coinvolgimento dichiarando che si tratta di millanterie del FAMELI ed affermando che se lui mai avesse saputo che FAMELI usava dei prestanome avrebbe proceduto in merito.
Certo è che il fatto che vi siano stati incontri tra i due è cosa ampiamente dibattuta nel savonese da lungo tempo (così come ci sono state indicate, da tempo, occasioni conviviali quali anche pranzi in cui erano presenti i due). Tali contatti aveva trovato, in alcune circostanze, come motivazione, volta a giustificare il rapporto dell'allora Procuratore Capo di Savona con il FAMELI, nel fatto che il FAMELI sarebbe stato una "fonte confidenziale" del Proc. SCOLASTICO. Fatto questo che, se confermato, comunque lascerebbe pesanti ombre sulla capacità di selezione delle "fonti" e di valutazione dell'attendibilità delle stesse. Analogo discorso sulle capacità di valutazione della "fonte" e della sua attendibilità si pone anche per il Luog. dell'Arma STENDARDO, visto che anche il FAMELI si presentava come suo informatore. 
Inoltre che il FAMELI fosse soggetto legato alla 'ndrangheta, con contatti diretti con esponenti apicali dell'organizzazione mafiosa, quale è il GULLACE e che promuovesse attività illecite (truffe, riciclaggio, speculazioni immobiliari) attraverso reti di prestanome e con società straniere, era cosa ben nota e risaputa da anni... già quando SCOLASTICO era procuratore capo a Savona. Quindi come può dire che non sapeva (o che non immaginava) che FAMELI avesse dei prestanome? Ma andiamo avanti e restiamo ancorati all'Ordinanza.

Partiamo dalle dichiarazioni rese da Maria Antonietta BARILE, la segretaria di fiducia del FAMELI.

Nel verbale del 17/11/2011 afferma:

"So che FAMELI utilizzava l'avv. MARSALA quando aveva problemi legali, è venuta qualche volta in ufficio a Loano (una decina di volte) ma quando FAMELI Antonio parlava con lei mi faceva uscire dalla stanza.
...
Mi vengono contestate le conversazioni del 1.7.2011. Anche in questo caso erano appunti scritti. Il fatto che l'avv. MARSALA fosse procuratore della MAFIPA mi è stato scritto o detto dal FAMELI, ma si trattava di una circostanza che non conosco direttamente.
...
Con riferimento all'avv. MARSALA, il FAMELI mi disse che era malata di tumore. So che il marito dell'avv. MARSALA, tale STENDARDO, lavora alla Squadra Mobile di Savona e ricordo che venne nel Natale 2010 nell'ufficio di FAMELI perché lui voleva regalargli panettone e una bottiglia di vino e un fare un regalo per la sua bambina.
...
So che FAMELI faceva l'informatore di STENDARDO in relazione a eventuali reati di cui lui veniva a conoscenza, ad esempio qualche reato commesso qualche straniero cui lui aveva affittato un appartamento. Questo mi è stato detto da FAMELI Antonio, non ho mai ascoltato colloqui tra i due.
Ultimamente ricordo che SERAFINO e FAMELI Antonio hanno litigato e che SERAFINOscrisse che lo avrebbe rovinato facendo i nomi di tutti i suoi prestanome: FAMELI Antoniomi disse che lui era tranquillo perché il fatto che lui avesse dei prestanome lo sapeva perfettamente anche il dott. SCOLASTICO perché lui glie lo aveva detto.
Non ricordo che mi avesse detto già a ottobre 2010 che lui era un informatore del dott. SCOLASTICO, come risulta dalla telefonata del 23.10.2010."
Si legge ancora nell'Ordinanza:
"Antonio FAMELI (...) ama poi da sempre tenere contatti con magistrati, carabinieri, esponenti delle forze dell'ordine vantandosi di ciò apertamente e ritenendo che questa sua condotta lo renda immune da conseguenze penali..."
Vengono poi indicate tue intercettazioni. 
"Indicativa la telefonata ... del 7/10/2011 tra Maria Antonietta BARILE e Antonello (Antonio) PRONESTI' [stretto parente del GULLACE Carmelo, ndr]...

MARIA ANTONIETTA: ah ok. No perché tu lo sai perché le fa' straniere le società, perché mette in mezzo persone straniere, poi prende un deficiente qua... e praticamente poi le chiude che... lui gli piace prendere... non essere a posto e come bisogna essere a posto... perché comunque non siamo mai.. se andiamo a vedere noi non siamo a posto al 100% perché ci sono delle lacune comunque che non vanno bene... che se dovessero venire a controllare non siamo a posto.. e poi per non pagare le tasse, cioè lui le tasse non le pagherà mai, lui gli piace prendere ma non gli piace dare, il discorso è questo... cioè non c'è una società come si deve... non c'è una società pulita, con tutto pagato...
ANTONELLO: eh ma lì lui... se vuol salvare la sala giochi deve mettere la gente estranea...
MARIA ANTONIETTA: è quello che gli ho detto! Ma io gliel'ho sempre detto... anche quando vengono i clienti che ti dicono "è di FAMELI sto locale?" devi dire di no! Cioè perché comunque lui pensa che gli è sempre andata bene no, gli è sempre andata che la gente... il... Procuratori... Carabinieri, tutti suoi amici che c'ha in quell'ambito lì, lui pensa che sanno che lui quello che ha fatto... che comunque sia fuori vuol dire che è tutto a posto che loro sanno quello che lui ha fatto... io gli ho detto non gira così perché se effettivamente tu dichiari che sei fallito, però ti viene un controllo e vedono che tu giri i soldi e i soldi ce li hai in tasca... cioè puoi fare venire il Procuratore anche della Repubblica... che comunque... cioè fino a un certo punto, ma poi voglio dire le cose di vedono."

"la telefonata... del 10/10/2011 ore 17.50 tra FAMELI e l'avv. MARSALA...
ANTONIO: l'altro giorno è arrivato uno della DIA e m'ha detto me manda il Procuratore SCOLASTICO vorrei sapere quella persona dove abita, io ho detto dove abita, io sto collaborando e il Casinò non viene toccato per niente! ... a me SCOLASTICO m'ha detto... in qualunque situazione che ti trovi fai il mio nome... chiunque sia che chiama a me! o sono il Procuratore Generale della DDA di Genova e lui è quello che comanda Ge... qualunque Carabinieri, Finanza, Forestale... fai il mio nome.
CLAUDIA: no però il problema è questo commendatore... se questo và a dire che è il suo prestanome o cose di questo tipo... non è mica una cosa bella commendatore
ANTONIO: lo sanno già tutti avvocato... tutti lo sanno... lo sanno i carabinieri la polizia... tutti... SCOLASTICO... tutti lo sanno che è un mio prestanome... ormai hanno crivellato tutto hanno crivellato.

Tornando ai verbali della Maria Antonietta BARILE, la segretaria di fiducia del FAMELI, vediamo, su questo punto, alcuni passaggi del verbale dell'interrogatorio del 05/12/2011:
"Quello che faceva FAMELI Antonio era far transitare i beni immobili da una società all'altra, sempre gli stessi immobili venivano venduti a queste società da lui controllate. IlFAMELI non mi spiegò mai perché faceva tutti questi passaggi di proprietà....
Con riferimento alla conversazione del 7.10.2011 con ANTONELLO, quando parlo delle conoscenze di FAMELI mi riferivo al fatto che il FAMELI Antonio mi diceva che conosceva iCarabinieri e altre autorità. Mi diceva ad esempio che portava il vino ai Carabinieri e allaPolizia Municipale di Loano. Il FAMELI Antonio mi ha detto che era tranquillo per il suo utilizzo dei prestanome e che non temeva il figlio SERAFINO che minacciava di rivelare il suo modo di gestire gli affari. Il FAMELI Antonio mi disse che aveva parlato personalmente con il Procuratore SCOLASTICO, cui aveva detto che utilizzava prestanome e società intestate a terzi, e che per questi motivi si sentiva tranquillo e che non gli sarebbe potuto succedere nulla.
...
Poco prima di Natale 2010 ricordo di avere visto una autovettura che si era fermata di fronte al locale e mi sembrava facesse delle foto, auto che ho poi visto ripassare. Chiamai alloraSTENDARDO dandogli il n. di targa. In quel periodo c'era molto rumore a causa del sito della casadellalegalita che aveva attaccato FAMELI per cui io pensavo si trattasse di una loro autovettura.
FAMELI mi aveva detto che STENDARDO era uno della Squadra Mobile di Savona, che era il marito dell'avv. MARSALA e che se avessi mai visto qualche cosa strada o preoccupante avrei dovuto chiamare STENDARDO".
Il nomer del Procuratore SCOLASTICO torna ad essere citato anche nel capitolo relativo alle "Esigenze cautelari" per il FAMELI Antonio:
"Per il FAMELI Antonio e il FAMELI Serafino, ma anche per la MAGINO, sussiste anche l'esigenza di cui alla lett. b) dell'art. 274 c.p.p.. Il FAMELI Serafino è infatti domiciliato in Brasile e vi sono motivi di ritenere che potrebbe sfuggire indefinitamente alla esecuzione della pena. Tale sua intenzione è emersa in numerose conversazioni in cui, parlando soprattutto con l'avv. RICCO, il FAMELI Serafino viene rassicurato, o afferma di essere tranquillo, in relazione alla impossibilità per l'Autorità Giudiziaria italiana di intervenire nel paese sudamericano. Il FAMELI Antonio ha la possibilità concreta di trovare rifugio sia in Brasile che in Perù (così come la convivente MAGINO, presso la sua famiglia di origine) che alle Isole Canarie, ove ha ancora consistenti contatti e appoggi...
...
Va infine rilevato che per il FAMELI Antonio e il FAMELI Serafino sussiste anche l'esigenza di cui alla lett. a) dell'art. 274 c.p.p.. Il FAMELI Serafino ha continui contatti con il CARELLI, con l'avv. RICCO e con altri soggetti in Italia, e in tali conversazioni tenta continuamente di orientare in suo favore le dichiarazioni di tali soggetti, finanche negando in alcune conversazioni che il padre abbia portato in Brasile ingenti somme di denaro in contanti (...). Il FAMELI Antonio, con riferimento all'inquinamento probatorio, si muove invece su una linea molto più pericolosa e ambigua, contattando continuamente appartenenti all'Arma dei Carabinieri (oltre a STENDARDO nella conversazione... del 29.11.2011 ilFAMELI chiede l'intervento del M.llo PICCOLO, già stretto collaboratore del col. RICCIO) e/o della Guardia di Finanza e tentando ripetutamente, anche tramite l'avv. RICCO, contatti e il coinvolgimento del Procuratore Aggiunto di Genova dott. SCOLASTICO."

Tra le accuse al FAMELI troviamo poi anche quelle di un collaboratore di giustizia SARNATARO Alessandro che "hanno messo in evidenza una serie di rapporti illeciti facenti capo a FAMELI Antonio", che ci riportano ai legami con il GULLACE [vedi qui lo speciale] ed al ruolo apicale per la 'Ndrangheta in Liguria del GULLACE stesso. Sempre SARNATARO "ha riferito come FAMELI avesse cercato di coinvolgerlo nelle sue attività di riciclaggio". Vediamo...
gullace cava fazzari"SARNATARO Alessandro... riferisce di circostanze, seppur generiche, di cui lo stesso è venuto a conoscenza dallo stesso FAMELI in virtù del rapporto di conoscenza diretto e del "rispetto" di cui godeva da parte di questi. Nelle dichiarazioni rese in data 29.10.2010 il SARNATARO spiega per quale motivo ilFAMELI lo riteneva affidabile: "mi propose di occuparmi del night club e poi di trovare un modo per far girare il denaro da riciclare, il tutto per il fatto che sono in buoni rapporti con alcune famiglie molto potenti in Campania (NUVOLETTA, MALLARDO)". 
Sull'attività di riciclaggio del FAMELI e suoi legami con la 'ndrangheta, ilSARNATARO riferisce di attività risalenti sia nel verbale del 29.10.2010: "Conosco FAMELI dagli anni '90 quando frequentava GULLACE e riciclavano il denaro proveniente dalla Calabria in investimenti immobiliari. Non sono a conoscenza del posto preciso da cui provenisse il denaro" che in quello del 10.6.2011: "GULLACE Nino è rispettato da tutti e per quello che mi risulta è un affiliato alla 'ndrangheta, è il personaggio più importante per la 'ndrangheta per tutta la Liguria. Ufficialmente non si occupa di nulla perché il suo vero lavoro è essere il rappresentante della 'ndrangheta in Liguria... Intorno al 2003 circa c'era stato un distacco tra GULLACE e FAMELI perché si diceva che il FAMELI fosse confidente dei Carabinieri. Io non so se questo fosse vero ma di certo vedevo spesso ilFAMELI Antonio presso la Caserma dei Carabinieri di Savona. So che poi dopo qualche anno il GULLACE e il FAMELI si sono riavvicinati perché il FAMELI è molto utile al riciclaggio del denaro per il GULLACE e per la 'ndrangheta, non a caso il FAMELI ha una notevole disponibilità di immobili e di denaro". 

Il SARNATARO ha però avuto numerosi contatti con il FAMELI anche negli anni 2008 e 2009 e su tale periodo lo stesso ha riferito, nelle dichiarazioni del 29.10.2010, una serie di circostanze: "Nel 2009 ero a Loano e ho incontrato diverse volte FAMELI nel suo Ufficio sulla via Aurelia... il FAMELI mi fece vedere due speculazioni immobiliari diverse. Il primo era a Loano 2, un intervento in via di ultimazione ove mi disse che aveva investito denaro che riciclava e che veniva dalla Calabria. Non ho mai saputo esattamente da quale fonte precisa venisse... Il mio rapporto con FAMELI è finito dopo il gennaio 2010 a quando sono stato arrestato... Contattavo FAMELI solo di persona. Tra il 2008 e il 2009 mi raccontava che riciclava solo nell'immobiliare, non so da dove arrivassero precisamente i soldi e nemmeno se le operazioni immobiliari siano intestate a nome suo".

Sui rapporti con il GULLACE ed i suoi uomini. Sempre dal verbale di interrogatorio del 05/12/2011 della Maria Antonietta BARILE, la segretaria di fiducia del FAMELI, vediamo alcuni altri passaggi:
- qui compaiono Antonio PRONESTI' e Fabrizio ACCAME
"Con riferimento alla conversazione del 1.10.2011 in cui parlo di FABRIZIO e ANTONELLO, questo FABRIZIO era un collaboratore di ANTONELLO. Si tratta di Fabrizio ACCAME. Lui doveva ritirare tutte le mattine le somme delle VLT (macchinette da gioco) e li girava alla PLAYTECH, gestore delle macchine. Invece le macchine SLOT venivano contabilizzate a fine mese. Ricordo che FABRIZIO compilava le distinte di versamento bancario ancora all'interno dei locali del Casinò e indicava PALAYTECH come beneficiario. Nell'occasione della conversazione del 1.10.2011 ricordo che ANTONELLO e i suoi soci si erano stancati del FAMELI perché lui si lamentava e contestava sempre ritenendo di non essere correttamente pagato, per cui in quella occasione decisero di lasciare solo i soldi che servivano per le spese e pagare noi dipendenti mentre con il FAMELI se la sarebbero vista in seguito."
- qui compaiono Carmelo GULLACE, Antonio PRONESTI' e Fabrizio ACCAME
"Con riferimento a GULLACE Carmelo detto Nino o Ninetto, ricordo che fu lui a presentare ANTONELLO al FAMELI Antonio, dicendo che ANTONELLO era suo parente. Il GULLACE lo conoscevo anche prima che arrivassero l'ANTONELLO e i suoi soci: veniva qualche volta in ufficio, salutava e si appartava a parlare con FAMELI Antonio, conversazioni che io non potevo sentire.
ACCAME Fabrizio chiamava GULLACE Carmelo "il geometra", non so per quale motivo. Successivamente tutti presero a chiamarlo "geometra" e anche io ho utilizzato lo stesso termine in qualche occasione. ACCAME e GULLACE si conoscevano, li ho visti parlare qualche volta insieme.
FAMELI Antonio e GULLACE Carmelo si conoscevano certamente da tempo ma non ho idea di quali fossero i rapporti tra loro.

Ecco ora il quadro complessivo dovrebbe essere più chiaro a tutti!


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