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Gli tolgono la guida della DDA e Scolastico calunnia il presidente della Casa della Legalita'

Vincenzo Scolastico, non gli risulta che a Savona ci siano le coshe... e calunnia Abbondanza
Il neo procuratore capo di Genova, Di Lecce, come ci era stato anticipato, entro fine aprile, ha proceduto a togliere la delega di coordinatore della DDA al procuratore aggiunto Vincenzo Scolastico. Una decisione "quasi automatica" ma non "automatica" come si vorrebbe far pensare. Scolastico afferma che è una prerogativa del procuratore capo coordinare la Dda e quindi è tutto normale... Tanto è vero che, per fare due esempi, Caselli a Torino non ha tenuto a sé la delega ma l'ha data al Proc. Agg. Ausiello, a Milano Bruti Liberati l'ha data al proc. agg. Ilda Boccassini. Quindi poche storie. La delega di coordinamento della DDA di Genova gli è stata tolta e l'ha assunta il Procuratore capo. Su questa scelta noi esprimiamo piena soddisfazione.

Di seguito pubblichiamo gli articoli de Il Secolo XIX sulla vicenda e, da subito, rispondiamo all'intervista del Proc. Scolastico del 1 maggio 2012...



Se sul primo punto, ovvero l'automatismo sul coordinamento della DDA abbiamo già risposto sopra, ora procediamo punto per punto sugli altri aspetti dell'intervista di Scolastico...


1) I ritardi ci sono stati e sono stati pesanti, speriamo non irreparabili.

Inoltre il ROS aveva già avviato l'indagine prima dell'Operazione di Reggio Calabria, basta vedere le date degli Atti. E così vi è una prima smentita a quanto dichiarato da Scolastico.

Poi di "fine febbraio 2011" è l'informativa finale del Ros, quindi i rapporti sono precedenti e le risultanze delle indagini sono antecedenti, certamente, alla fine del 2010 (basta guardare gli atti delle indagini per capirlo! Non solo ma l'urgenza di procedere vi era (come ha evidenziato Torino) anche perché dalle intercettazioni di comprendeva (già dopo l'operazione Il Crimine e la fuga di notizie dalla Procura di Genova (!) che gli 'ndranghetisti sapevano di essere indagati e intercettati!

Anche rispetto al ritardo nell'esecuzione dell'operazione "MAGLIO 3" rispetto ad "ALBA CHIARA" (troncone piemontese dell'indagine MAGLIO), l'evidenza c'è tutta. Tanto è vero che il coordinatore della DDA di Torino, in data 16 giugno 2010, scriveva proprio a Scolastico, quale coordinatore della DDA di Genova, per ricordare che sarebbero andati ad eseguire l'Ordinanza di Custodia Cautelare entro la scadenza improcrastinabile che gli si era rappresentata. Ed allora: se Torino, che ha ricevuto lo stralcio dell'indagine MAGLIO da Genova, era pronta a procedere, come poteva Genova non essere ancora pronta?

La ricostruzione di Scolastico quindi non regge!


2) Le critiche della Procura Nazionale Antimafia su Genova ci sono tutte.

Le dichiarazioni della dott.ssa Anna Canepa (della Procura Nazionale Antimafia), in merito ad "immobilismo giudiziario" e "negazionismo", certamente non riguardano solo la Procura di Genova e la Dda, ma riguardano certamente anche la Procura di Genova e la Dda. Non solo. Il discorso della dott.ssa Canepa indicava anche i "magistrati cechi" che nelle varie procure non vedevano la mafia e non la ostacolavano.

Ma vi è di più.

Proprio la dott.ssa Anna Canepa, nella Relazione della Procura Nazionale Antimafia, relativa al periodo luglio 2009 - giugno 2010, scriveva: "La composizione della DDA ligure nel periodo indicato, ha subito alcune variazioni che non ne hanno favorito certo la funzionalità, a prescindere dall'impegno profuso dai colleghi.
Il turn over di magistrati, il venire meno nell'ufficio dell'apporto di alcuni colleghi considerati memoria storica per le indagini, relativamente alla materia trattata, non hanno certo favorito l'efficacia della azione di contrasto; come noto infatti le indagini relative alla criminalità organizzata sono indagini complesse, di lungo respiro, che necessitano di conoscenze sedimentate e di continui rapporti, anche di sollecitazione e stimolo delle Forze di Polizia...".

Diciamo che ora la questione è forse più chiara rispetto a come la presenta Scolastico?


3) A proposito di negazionismo ed inefficacia... passiamo al savonese!

Se quanto dichiarato da Scolastico è vero, allora bisogna chiudere Dia, Ros, Gico, Sco, Commissione Parlamentare Antimafia, Prefettura e persino la Procura Nazionale Antimafia.

I FOTIA sono legati a doppia mandata con i MORABITO-PALAMARA-BRUZZANITI, risulta agli atti! E non solo il vecchio Sebastiano, ma anche il "delfino" Pietro. Lo dicevano già i rapporti investigativi di quando Scolastico era a capo della Procura di Savona. Forse non si era aggiustato bene gli occhiali e non li ha letti!

Che FAMELI non sia legato alla 'ndrangheta è una barzelletta. E poi Scolastico dovrebbe aver letto l'ordinanza di custodia cautelare per l'Operazione CARIOCA... non ha notato che si parla chiaramente del ruolo di FAMELI per conto dei PIROMALLI e della cosca GULLACE-RASO-ALABANESE? Non ci appaiono proprio solo voci, chiacchiere o dicerie!

Che NUCERA avesse nelle sue imprese una contiguità con ambienti della criminalità organizzata risulta anche da un provvedimento prefettizio. Ma anche questo forse non è stato notato da Scolastico.

E poi sarà il "caso" ma l'arresto di Antonio FAMELI, di Pietro FOTIA, di Andrea NUCERA, così come l'interdizione ai FOTIA, i sequestri dei beni a FAMELI e NUCERA, o il ritiro della armi da fuoco (oltre 15 nella sua abitazione) a Roberto ORLANDO, marito di Rita FAZZATI e cognato di Carmelo GULLACE, sono stati compiuti da quando alla guida della Procura di Savona c'è il dott. Granero...

Ma di questo abbiamo già parlato ampiamente (basta vedere la sintesi che pubblicammo qui) ed allora soffermiamoci su quanto altro ha dichiarato Scolastico, in merito alla questione savonese.

I rapporti con la politica di certi faccendieri? Anche questi si sono scoperti per "caso" o da Genova, quando Scolastico era a Savona, come nel caso di Pietro PESCE, o a Savona quando Scolastico era a Genova, come nel caso di Pietro FOTIA.

E' vero che con Landolfi chiesero i sequestri dei beni di GULLACE e FAMELI, ma Scolastico si è dimenticato di dichiarare a Il Secolo XIX che quei provvedimenti sono finiti nel nulla, i beni non andarono mai a confisca e vennero pure restituiti. La Villa Fazzari, nell'area della Cava di Borghetto Santo Spirito, è stata sgomberata solo dopo nostre pressanti iniziative e per le attenzioni poste dalla Prefettura e dalla Procura (con a capo il proc. Granero). Come mai il procuratore Scolastico nella sua permanenza a Savona si era dimenticato di far sì che venisse eseguito lo sgombero e la demolizione di quella Villa?

Quindi, dove stava l'efficacia dell'azione promossa da lui e dal pm Landolfi? Sarebbe bene che ce la spiegassero, perché, saremo un po' tonti, ma noi non la vediamo.

Scolastico parla di indagini che avrebbe promosso quando era a Savona: Crescent, Nuova Darsena... Ma che fine hanno fatto? A quali risultati hanno portato? Ed allora: dove è finita l'indagine sul "fallimento perfetto" istruita dall'ex procuratore Acquarone e da lui ereditata praticamente conclusa? Come mai non si è dato seguito a quell'indagine? Dovrebbe conoscerla, quei fascicoli scottanti erano stati ereditati da lui al passaggio di consegne di Acquarone. Però nessun provvedimento si è visto su tutto questo!

Scolastico parla di contestazioni di innumerevoli abusi edilizi. Nessuno mette in discussione gli interventi per piccoli abusi edilizi, ma per gli scempi che hanno devastato il terittorio della provincia di Savona? Facciamo un esempio, uno? Il Rilevato Ferroviario di Celle Ligure, un mostro di cemento che nascondeva persino il riciclaggio del tesoretto di Fiorani!


4) Le carte relative all'inchiesta FAMELI che riguardano Scolastico...

Tutti gli elementi raccolti nell'indagine CARIOCA e che riguardano il procuratore Scolastico sono stati trasmessi per competenza alla Procura di Torino. Ora anche qui: le cose le diciamo o non le diciamo? Nell'ordinanza vi sono solo alcuni degli elementi che sono emersi durante le indagini. Questo anche perché la Procura di Savona non poteva e non può trattare ciò che riguarda un magistrato in servizio in Liguria. Cosa ci sia in quelle carte non lo sappiamo. Sappiamo però che sono a Torino e che saranno valutate seriamente.

Scolastico dice poi che se uno come FAMELI vuole fare il "consulente" lui lo manda a farlo dalla polizia. Ma FAMELI aveva effettivamente contatti diretti con il Responsabile del reparto mobile dei Carabinieri di Savona, Luog. STENDARDO (come si evince chiaramente dagli atti). Guarda tu le coincidenze anche questa volta.


5) Il dossier sul tentativo di corrompere un pm da parte di Gino MAMONE

Scolastico ha pienamente ragione su un punto: quelle carte dovevano andare a Torino ed essere esaminate lì, essendo il pm che Gino MAMONE avrebbe voluto corrompere, un magistrato in servizio a Genova.

Ma la questione è un'altra, anche oltre al particolare che sia arrivato prima un giornalista ad informare il pm interessato del procuratore Scolastico.

In poche parole: la DIA scopre che Gino MAMONE vuole corrompere un pm e nell'ambito di un'altra attività giudiziaria emerge un intercettazione ambientale che conferma il disegno criminoso. Oltre a trasmettere gli atti a Torino, che indagine su Gino MAMONE ha attivato la DDA di Genova? Essendo passati più di due anni da quel rapporto della DIA si potrebbe dire nessuna!
E poi: Scolastico afferma che dopo quel Rapporto non si è più saputo nulla di altri tentativi.

Ma c'è un dettaglio. Da quanto emerso in allora, in quel rapporto si parlava dell'incarico dato ad un soggetto che avrebbe dovuto operare per conto di Gino MAMONE. A quanto però ci risulta, successivamente (a tale Rapporto della DIA), il soggetto incaricato di tentare di agganciare e compromettere il pm è stato sostituito da un altro (che comunque poi alla fine non ha portato a compimento l'incarico ricevuto). Quindi, se così fosse, qualche cosina è accaduta dopo quel gennaio 2010... anche se poi il disegno criminoso non si è compito.


6) Sulla questione dell'omicidio del piccolo Mathas

La cantonata presa dal procuratore Scolastico, stando all'assoluzione con formula piena sentenziata dalla Corte d'Appello nei confronti di Rasero, è talmente evidente e triste che non c'è altro da aggiungere.


Ed ora veniamo, come si suol dire 'a noi'... e qui, permetteteci riprendiamo punto per punto dall'intervista di Scolastico.

L'accusano anche di aver violato il segreto istruttorio su una relazione riservata alla commissione parlamentare antimafia.
"Un'altra fesseria dovuta ad Abbondanza. Lui ha pubblicato sul suo sito la relazione con il timbro della Commissione, se fosse stata la mia relazione quel timbro non lo avrebbe potuto avere. Quindi il segreto l'ha violato lui".

a) Non abbiamo mai pubblicato quella Relazione! L'abbiamo prodotta in allegato ad un esposto dettagliato, presentato alla Procura di Torino.

b) Quella Relazione, che è stata ripresa da Il Secolo XIX, è firmata dal procuratore aggiunto Vincenzo Scolastico!

c) A differenza delle Relazioni dei Prefetti, dove si indicano solo le risultanze della attività già concluse, nella Relazione del Procuratore Scolastico si danno sommari indicazioni sulle operazioni concluse, elementi minimi delle inchieste aperte, con l'eccezione di due casi dove vengono scritti molteplici particolari:
- un'indagine (APERTA) relativa ai MARCIANO' dove Scolastico indica chiaramente i soggetti con cui avrebbero pesanti collusioni;
- l'indagine (APERTA) della DIA su Carmelo "Nino" GULLACE dove Scolastico indica molteplici particolari, sino, in alcuni casi, al dettaglio.

d) tutti sanno che il materiale consegnato alla Commissione Parlamentare Antimafia, anche se recante timbro "RISERVATO" dopo poche ore (se non minuti) è in circolazione libera. Quando un giornale ne entra in possesso ha il diritto di pubblicarla in quanto documento di fonte autorevole (Relazione del coordinatore di una DDA, in questo caso) e di indubbio interesse sociale.

La questione è quindi: era opportuno inserire tali dettagliati elementi su indagini aperte, su cui ancora non vi era un informativa finale da parte dei reparti, in quella Relazione? Secondo noi no!

Scolastico afferma il falso ed una calunnia nel dire che noi avremmo violato il segreto, perché noi quella Relazione non l'abbiamo pubblicata!

Abbiamo pubblicato alcuni elementi riguardanti le dinamiche della cosca dei GULLACE-RASO-ALBANESE sul nostro sito. Certamente (e prima, ben prima, di quella sua relazione!!!). Ma forse il procuratore Scolastico non sa che sono elementi che avevamo anche reperito noi e che abbiamo anche fornito (ben prima di pubblicarli) ai reparti investigativi con cui collaboriamo, nonché anche al Procuratore Capo di Savona ed al Prefetto di Savona.


I suoi rapporti con la "Casa della legalità" sono a dir poco freddi.
"In Italia c'è chi fa l'antimafia con le chiacchiere d chi le fa coi fatti. Io sono uno dei magistrati che in carriera ha fatto di più contro la criminalità organizzata, sin da quando era a Santa Maria Capua Vetere e indagavo sulla Nuova Camorra Organizzata con più di 4.000 ordini di cattura. Questo signore (Abbondanza, ndr) che è condannato per bancarotta fraudolenta e ho già querelato cinque volte non fa altro che ostacolare le indagini e dare fiato a dicerie sul mio conto da quando avevo fatto domanda di trasferimento da Savona a Genova.

a) Forse a Scolastico sono sfuggiti alcuni "fatti" che abbiamo contribuito a raggiungere nel contrasto alle mafie. Vediamo di indicarne alcuni:
- scioglimento COMUNE DI VENTIMIGLIA
- scioglimento COMUNE DI BORDIGHERA
- indagine su rete di traffico e smaltimento illecito di rifiuti tra Liguria e Basso Piemonte
- indagini sul COMUNE DI ANDORA
- Operazione CARIOCA (FAMELI + altri)
- sgombero Villa FAZZARI e ritiro armi a Roberto ORLANDO
- Operazione TERRA DI NESSUNO (famiglia CANFAROTTA)
- individuazione rapporti politici dei MAMONE (leggesi Ordinanza GIP per cd. TANGENTOPOLI 2008)
- individuazione cartello dei MAMONE per controllo appalti/subappalti a Cornigliano (Op. PANDORA)
- documentazione video su rapporti MAMONE-RAMPINO-GULLACE
- sgombero Rosario CACI dai beni confiscati rioccupati (con successivo arresto e condanna)
- sequestri ed incriminazione di Salvatore ZAPPONE
- individuazione rapporti politici GARCEA-DAMONTE-MARANO
- individuazione rapporti politici PRATICO'-GANGEMI-GORIZIA-BRUZZANITI-CONDIDORIO
- attività civile di contrasto alla latitanza di GARCEA
- revoca appalti/incarichi del COMUNE DI GENOVA a ditte due "attenzionate" (con intervento Prefettura)
- indagini e provvedimenti di sequestro T1 CERIALE (NUCERA)
- indagini e provvedimenti di sequestro fondi esteri (NUCERA)
- interdizione SCAVO-TER (richiesta formalmente alla Procura e Prefettura, disposta dal Gip di SV)
- segnalazione di diversi agenti infedeli FFOO su cui sono già stati adottati provvedimenti

Questi sono alcuni dei "fatti" che abbiamo contribuito a raggiungere, con le nostre modeste forze, in Liguria. Poi se si vuole parliamo anche un attimo della SANITA' in Calabria, di alcune bazzecole in Emilia-Romagna... e via discorrendo (ma basta vedere bene il sito e si trova tutto!). Poi ci sono le questioni che abbiamo segnalato, denunciato e verbalizzato e che sono ancora "aperte", ad esempio a Genova... come, per citare un filone, quelle relative alle famiglie mafiose radicatesi da decenni in Valpolcevera (a proposito uno di questi Gianni CALVO, per reati commessi a Genova è intervenuta la DDA di Firenze a contestarli, come mai?)

a-bis) Abbondanza avrebbe ostacolate le indagini? Questa è follia pura!!! E, anche in questo caso, valuteremo quali iniziative adottare. Ma da subito diciamo una cosa: se il procuratore Scolastico è convinto che Abbondanza, o più in generale noi, si sia violato il segreto istruttorio ed ostacolato le indagini, perché non ha proceduto a chiedere l'arresto? Se fa affermazioni di questo tipo devono essere suffragate da elementi e se questi elementi li ha proceda chiedendo le misure preventive previste dalle legge. Peccato che questi elementi non ce li ha perché mai e poi mai abbiamo violato il segreto istruttorio o ostacolato indagini. Tali affermazioni, come le altre, sono puramente volte a delegittimare e calunniare Abbondanza e la Casa della Legalità... D'altronde non è proprio il Procuratore Scolastico che negava l'esigenza di assegnare una scorta ad Abbondanza, definendolo persona non attendibile? Ma anche qui: qualcuno ci spiega perché Abbondanza è attendibile per altre Procure, per altre Dda, per molteplici Reparti Investigativi, per diverse Prefetture, ma per lui noi? Sarebbe bello scoprire quali criteri adotta il Procuratore Scolastico, così diversi da quelli adottati dai suoi colleghi!

b) Forse a Scolastico sfugge che noi non siamo magistrati, ma semplici cittadini che, quindi, non possiamo "procedere". Possiamo fare inchieste, raccogliere segnalazioni, passare il tutto ai reparti investigativi e/o direttamente alla magistratura. Cioè ciò che facciamo! Possiamo fare sensibilizzazione per convincere le persone a denunciare e rifiutare ogni forma di contiguità. Cioè ciò che facciamo! Possiamo puntare l'attenzione con iniziative di informazione (come con il sito o con volantinaggi, presidi e incontri) sui soggetti che devono essere isolati socialmente, per privarli di quel "consenso sociale" che gli garantisce coperture e omertà.
Ecco questo è quello che possiamo fare e facciamo... e che sia anche per questo che al Presidente della Casa della Legalità hanno giurato la morte?

c) La "condanna per bancarotta fraudolenta" poi è davvero la ciliegina sulla torta. Perché finché la dice un ignorante ci può anche stare, ma un magistrato dovrebbe saper leggere bene le carte e non mistificare. A parte le iniziative che Abbondanza intenderà prendere e che sta già valutando con il proprio legale... Il procuratore Scolastico dovrebbe sapere che: Abbondanza è quello che fece la denuncia (auto-denunciandosi, visto che era amministratore di quella società) quando scoprì cosa stavano facendo alcuni "professionisti" legati a quell'impresa. Dovrebbe anche sapere che è stato accertato che Abbondanza non aveva alcuna responsabilità diretta nella bancarotta fraudolenta (per cui la responsabilità è stata pienamente attribuita a Francesco M. Parodi). E dovrebbe anche sapere che lo stesso pm ha proposto il patteggiamento, visti i fatti... e che il Gip ha accolto l'accordo tra le parti. Così come anche che tale procedura prevede che dopo 5 anni il tutto sia estinto (ovvero cancellato). Come magistrato poi dovrebbe comprendere la cosa, pur senza andare a leggere tutto il fascicolo, perché per la "bancarotta fraudolenta" ci sono misure preventive personali e patrimoniali, mentre, Abbondanza non ha subito alcuna misura personale e/o patrimoniale!

E perché?
"Chiedetelo a lui. Forse per dei processi che feci a carico di anarchici... Non lo so. Sta di fatto che l'ho già denunciato ed è stato rinviato a giudizio. Se davvero ha delle informazioni documentate sul mio conto, vada e le metta a verbale davanti a un magistrato o alle forze dell'ordine".

a) Le ragioni delle nostre critiche (legittime) sono tutte online e sotto ne riportiamo i link, così da rendere più semplice la lettura.

b) Cosa c'entrano gli anarchici proprio non lo si comprende! Se poi va a vedere nei fascicoli, o, per accelerare, chiede alla Digos, il Dott. Scolastico, scoprirebbe che ha detto un'altra "fesseria" - adottato un suo termine -. Chi si è scontrato ad esempio con il CSOA ZAPATA e gli ambienti dell'estrema sinistra negli Novanta? Abbondanza. Chi ha denunciato, chiedendone anche lo sgombero, il CSOA PINELLI? Abbondanza. Così, anche in questo caso, due esempi per dare l'idea!

c) Quanto abbiamo da riferire, nei confronti di chiunque, lo facciamo puntualmente all'A.G.. Così come quando riteniamo opportuno esprimere opinioni e critiche lo facciamo scrivendo.

Si, Abbondanza ha dichiarato e verbalizzato più volte, che finché a coordinare la DDA di Genova vi era il Procuratore Vincenzo Scolastico non avrebbe presentato denunce che fossero di competenza di quell'ufficio. Ha continuato a inviare e produrre esposti e denunce ad altre A.G., come ad esempio Sanremo, Torino, Savona, Reggio Calabria. Questo anche in merito a intimidazioni e minacce ricevute. Le ha segnalate alle Autorità preposte, sempre, specificando questa scelta legittima.

Fatta questa dettagliata e speriamo esaustiva risposta punto per punto alle dichiarazioni di Vincenzo Scolastico, ci viene spontaneo domandare una cosa. Ma come mai nell'intervista di congedo dall'incarico prestigioso di coordinatore della DDA, il Procuratore Scolastico minimizza gli elementi a carico dei FOTIA, di FAMELI, di NUCERA, degli stessi GULLACE e MAMONE, e si scaglia contro la Casa della Legalità ed il suo Presidente?

E quanto meno curioso che un alto magistrato abbia un tale atteggiamento... Anche perché non si ricordano (almeno in terra ligure) sue interviste con toni così pesanti (e calunniosi), nemmeno nei confronti dei criminali che ha arrestato!

PS
Dal Procuratore Scolastico stiamo ancora aspettando delle risposte in merito ai fatti che abbiamo indicato nei diversi articoli, a partire da quelli raccolti nello speciale sulla "sacra unità della famiglia". E' passato tanto tempo da quando li abbiamo pubblicati, ma nessuna risposta è mai giunta... eppure ci sembrano questioni di rilievo, anche perché essendo - quanto abbiamo scritto - suffragato da testimonianze e carte, una risposta sarebbe quanto mai opportuna!



IL SECOLO XIX

29 aprile 2012

COLPO DI SCENA CON VELENI DOPO LE INTERCETTAZIONI CHOC
Antimafia di Genova, terremoto in Procura
Mafia, siluro al pm contestato

Veleni e polemiche, il nuovo procuratore revoca la delega di capo della DDA a Scolastico

di Marco Grasso

Genova. La decisione è stata presa nei giorni scorsi dal nuovo procuratore di Genova Michele Di Lecce, nell'ambito di una generale riorganizzazione dell'ufficio: Vincenzo Scolastico che per un anno aveva guidato i pm genovesi come reggente, non sarà più il capo della Direzione Distrettuale Antimafia. La delega sarà assunta dallo stesso Di Lecce. Un accorpamento che arriva al termine di una coda polemica che da più di un anno investe le indagini antimafia in Liguria.

Il provvedimento, contenuto in un ordine di servizio di questi giorni, sarà effettivo da mercoledì. Un primo intervento cui ne seguirà un altro più significativo entro fine anno. La sostituzione alla guida del pool che combatte i mafiosi, spiega Di Legge, è un passaggio “quasi automatico”, visto che il coordinamento di questo tipo di inchieste è una prerogativa del procuratore. Però. Il capo dei pm ha anche la facoltà di delegare questa funzione a un aggiunto, specie se si è già occupato del tema, e questo non è avvenuto. E' un fatto che le critiche, più o meno velate, arrivate anche da Roma, abbiano creato un caso.

Per capire come nasce questa polemica bisogna ritornare al 13 luglio del 2010, quando la DDA di Reggio Calabria lancia l'operazione Crimine, la più vasta offensiva di sempre contro la 'ndrangheta. Sono quasi duecento gli affiliati alla malapianta scoperti dai carabinieri. L'operazione, che porterà a una condanna complessiva a 568 anni di carcere per 98 persone, si estende a tutta Italia. A Genova vengono arrestati due boss che guidano le cosche calabresi sotto la Lanterna (assistiti dall'avv. Pietro Bogliolo): Domenico Gangemi, Mimmo il verduraio, e il suo delfino Domenico Belcastro, Picozzo, condannato in rito abbreviato a 8 anni.

Da quegli arresti passa quasi un anno. Nel frattempo parte degli accertamenti dei Ros genovesi, guidati dal maggiore Paolo Storoni, vengono assorbiti dalla Procura di Torino, che con l'operazione Minotauro mette in manette 142 persone (172 sono indagate). In questo elenco c'è il locale del Basso Piemonte, venti affiliati che rispondono direttamente al capoluogo ligure. E' l'8 giugno 2011.

Il blitz gemello, della Procura di Genova, denominato Maglio 3 e coordinato dal procuratore Vincenzo Scolastico e dal pm Alberto Lari, arriva il 27 giugno, con i restanti dodici arresti, cui si aggiungono 8 indagati per associazione per delinquere di stampo mafioso. Finiscono nei guai anche alcuni politici, su tutti Alessio Saso e Aldo Praticò, rispettivamente consigliere regionale e comunale accusati di voto di scambio. E' in questo momento che iniziano le prime polemiche: perché il blitz arriva dopo gli altri? Ci sono stati ritardi? E perché manca all'appello l'intera area di Savona?

Il paradosso, evidenziato in più sedi dai diretti interessati, è che la DDA coordinata da Scolastico si è trovata al centro di aspre critiche nonostante abbia portato a termine la più grossa inchiesta contro la 'ndrangheta in Liguria (40 persone indagate) e chiuso un indagine complessa nell'arco di un solo anno (a fronte dei tre a disposizione di Reggio Calabria).

Ma le polemiche non si placano. Il 26 luglio Anna Canepa – ex pm genovese approdata alla Procura Nazionale Antimafia (la stessa che indagò e poi archiviò 40 sospetti membri della 'ndrangheta a Genova segnalati dai carabinieri del Ros già nel 2001) – di fronte alla Commissione Parlamentare parla di “negazionismo” e “immobilismo giudiziario” che ha bloccato per anni la lotta antimafia in Liguria. Nel frattempo c'è stato lo scioglimento del Comune di Bordighera e la Commissione d'accesso a Ventimiglia (atto che prelude allo scioglimento, pochi mesi dopo) per infiltrazioni mafiose. Ancora un intervento esterno.

L'ultima tegola è l'arresto di Antonio Fameli, 74 anni, imprenditore di Rosarno trapiantato a Savona, accusato di riciclaggio e ritenuto vicino al clan dei Piromalli. Intercettato, l'immobiliarista fa il nome di Scolastico: “Sto collaborando, m'ha detto: “In qualunque situazione ti trovi chiama me, io sono il capo della Dda di Genova” E lui comanda carabinieri, Finanza, tutto”. Affermazioni smentite seccamente dal diretto interessato (“tutte falsità”), che ai più stretti collaboratori aveva ribadito più volte: “I nostri risultati sono inattaccabili e sotto gli occhi di tutti”.


'NDRANGHETA, REGGUIO E TORINO “ANTICIPANO”
Passa un anno dagli arresti di Reggio Calabria e quelli genovesi, preceduti di un mese dall'operazione gemella della Procura di Torino. All'inizio del 2012 si insedia il nuovo procuratore Michele Di Lecce.

ANNA CANEPA: “IMMOBILISMO GIUDIZIARIO”
Una stoccata alle indagini liguri da Anna Capena, membro della procura nazionale antimafia, che davanti alla commissione parlamentare parla di indagini immobili e “negazionismo”.

IL BOSS TIRA IN BALLO IL NOME DELL'INQUIRENTE
E' l'imprenditore calabrese Antonio Fameli, arrestato per riciclaggio, a tirare in ballo il nome di Vincenzo Scolastico (che ne ha smentito la veridicità): “M'ha detto: “in qualunque situazione chiama me””.


IL SECOLO XIX

30 aprile 2012


TUTTI I RETROSCENA DELLA DESTITUZIONE DEL CAPO DEI PM ANTIMAFIA FINITO PIU' VOLTE AL CENTRO DELLE POLEMICHE

Mafia, il pm silurato e il dossier nascosto

Scolastico: dalle intercettazioni choc al caso Mathas

di Simone Traverso

Ora che l'addio del pm Vincenzo Scolastico dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Genova è scritto nero su bianco, è lecito provare a elencare le ragioni di un divorzio che scuote la Procura. Ombre che da tempo s'allungavano sul magistrato, attriti che rischiavano di inceppare gli ingranaggi della lotta alla criminalità organizzata.

Al vertice della DDA, da mercoledì, ci sarà il capo Michele Di Lecce, il quale assicura che il provvedimento adottato è “quasi automatico”, visto che il coordinamento delle inchieste anti mafia è prerogativa del procuratore.

Di Lecce, peraltro, non era in Liguria nel giugno 2010, quando il Secolo XIX rivelò l'indagine della stessa magistratura genovese sul presunto complotto, organizzato dall'imprenditore sott'inchiesta Gino Mamone, per tentare di corrompere il presidente dell'Associazione magistrati in Liguria, Francesco Pinto. Quel fascicolo fu gestito proprio da Scolastico e Pinto fu tenuto inizialmente all'oscuro. Meglio, gli accertamenti della Dda scattarono a seguito di un rapporto segreto trasmesso dalla Direzione Investigativa Antimafia alla Procura. Nel dossier si spiegava che Mamone, titolare del colosso delle bonifiche Eco.Ge, avrebbe chiesto a un suo collaboratore di avvicinare il sostituto procuratore Pinto, elemento di punta nel pool specializzato in appalti pilotati e intrecci con la politica, per bloccare in qualche modo le inchieste. E spuntò pure un'intercettazione telefonica, raccolta casualmente nel corso di un'altra operazione sulla criminalità organizzata, a corroborare perlomeno in parte i sospetti. “Lo stesso Mamone – era riportato nell'incartamento finito nella mani del procuratore aggiunto Vincenzo Scolastico – si sarebbe lamentato sostenendo che al nord questo tipo di interventi gli risultano molto più difficili che al sud (è originario di Cittanova in provincia di Reggio Calabria, ndr)”. Detto che Mamone ha sempre respinto con forza ogni addebito e qualsivoglia sospetto e che Pinto ha tirato dritto per la propria strada nella lotta alla criminalità organizzata (recentemente ha ottenuto una condanna proprio per Mamone e si prepara a sostenere l'accusa nel processo per la riconversione dell'area ex Ilva), è opportuno oggi ricordare che quelle carte a dir poco scottanti rimasero a lungo sulla scrivania dell'aggiunto Scolastico, all'insaputa del collega, finendo per generare dissapori. Attriti, appunto, che adesso possono aiutare a comprendere le ragioni del cambio al vertice della Dda. Frizioni che potrebbero aver minato un vincolo fidiciario, il legame tra componenti di un pool altamente specializzato e agguerito.

E lo stesso può dirsi per un'altra vicenda che ha visto il nome di del procuratore Scolastico citato in intercettazioni e incartamenti. Lo ha rivelato il Secolo XIX lo scorso marzo, raccontando dell'operazione antiriciclaggio che ha portato in carcere Antonio Fameli, originario di Rosarno ma da tempo residente a Loano, ritenuto contiguo alla cosca 'ndranghetista dei Piromalli. Nell'ordinanza di custodia cautelare sono contenuto tre passaggi nei quali altre persone tirano in ballo Scolastico. La prima è una telefonata fra Maria Antonietta Barile, segretaria particolare di Fameli, e lo stesso Antonio (ottobre 2011): “L'altro giorno – dice l'uomo – è arrivato uno della Dia e mi ha detto “mi manda il procuratore Scolastico, vorrei sapere dove abita quella persona...”. Io ho detto dove abita, io sto collaborando e il casinò non viene toccato per niente... A me Scolastico m'ha detto: “In qualunque situazione ti trovi fai i mio nome... chiunque sia chiama a me, io sono il procuratore generale della Dda di Genova”. E lui comanda carabinieri, finanza, tutto”. Ancora, in uno scambio di mail intercettate nel settembre 2011 fra Antonio Fameli e il figlio Serafino, il primo risponde al secondo che minaccia d'inguaiarlo mandando dossier sui suoi prestanome. Il padre replica: “Io non ho paura perché la giustizia sa tutti i miei giri di proprietà e società. L'ho comunicato tempo fa anche al dottor Scolastico della Dda di Genova”. Delucidazioni su questo passaggio vengono chieste successivamente anche alla segretaria Maria Antonietta Barile, nel corso di un interrogatorio (17 novembre 2011): “Serafino Fameli – dice la donna – scrisse al padre che lo avrebbe rovinato facendo i nomi di tutti i suoi prestanome: Antonio Fameli mi disse che lui era tranquillo perché il fatto che lui (Antonio Fameli appunto, ndr) avesse dei prestanome, lo sapeva perfettamente anche il dottor Scolastico perché lui glielo aveva detto”.

Scolastico ha bollato simili frasi come “millanterie”, “invenzioni”, “sparate per intimidire e far finta di avere dalla propria parte il pm che più ha reso difficile la vita a Fameli stesso”.

E però quelle parole sono ricordate spesso da Christian Abbondanza, presidente della Casa della Legalità, la onlus attiva nella lotta alla criminalità organizzata che molte volte ha alzato i toni ma ancor più spesso è stata in grado di preconizzare i risultati di inchieste sulla malavita in Liguria. Scolastico s'è scontrato a più riprese con Abbondanza, arrivando a chiederne il rinvio a giudizio per diffamazione. Ma attaccare la Casa della Legalità, viste le continue anticipazioni, potrebbe avere significato crepare pericolosamente il muro anti mafia, incrinare un fronte che non può essere meno che compatto.


L'INTERVENTO A INDAGINE AVVIATA DA POCO

L'“assoluzione” davanti alle telecamere della mamma del piccolo Ale ucciso a Nervi


C'è un caso che nulla ha a che vedere con la lotta alla criminalità organizzata e che però contribuisce a evidenziare il solco esistente tra il pm Vincenzo Scolastico, privato della delega a capo della Dda, e il resto della procura genovese. Sono trascorsi pochi giorni dal delitto di Nervi, costato la vita al piccolo Alessandro Mathas. Le indagini sono in pieno svolgimento e Scolastico, reggente degli uffici della magistratura essendo vacante il posto di capo, ripete di fronte a telecamere, microfoni, registratori e taccuini: “Il broker (Giovanni Antonio Rasero, ndr) è con ogni probabilità l'esecutore materiale dell'omicidio. E alla luce dei nuovi rivolgimenti, l'ufficio della Procura sta rivalutando la posizione di Katerina Mathas (madre del piccolo ucciso, ndr)”. Una dichiarazione che di fatto pareva salvare la giovane mamma e inchiodare Rasero. Frasi cancellate dalla sentenza d'appello con la quale o giudici assolvono il broker, smentendo la ricostruzione di Scolastico.


IL SECOLO XIX

1 maggio 2012

PARLA IL PROCURATORE SOSTITUITO AL VERTICE DELLA DDA
“Sono tra i magistrati che hanno fatto di più contro la mafia”

Scolastico: “Io combatto con fatti, non con parole”


di Emanuele Rossi

L'Antimafia c'è chi la fa a chiacchiere e chi fa i fatti”. Vincenzo Scolastico si aggiusta gli occhiali sul naso e li elenca, i “fatti”. “La più grossa inchiesta sulla 'ndrangheta in Liguria con 40 indagati, grossi processi e sequestri per traffico di stupefacenti, tratta di persone, traffico di rifiuti”. Poi si ferma, quasi a voler dire che dopo due anni di attività alla guida della Dda genovese il dover elencare i risultati raggiunti, quasi a giustificarsi di qualcosa, gli sembra “un po' troppo”. Scolastico non è più il capo della Direzione Distrettuale Antimafia genovese (con competenza su tutta la Liguria) con l'arrivo del nuovo procuratore Michele Di Lecce. Che ieri, in un comunicato, ha spiegato che la scelta è avvenuta “Esclusivamente sulla base del dettato normativo che attribuisce tale ruolo al Procuratore della Repubblica”.

Scolastico, di quest'avvicendamento si è scritto parecchio. Lei, diretto interessato, come lo vede?
“Il procuratore ha fatto un comunicato ufficiale proprio per chiarire che si tratta di un ordine di servizio dovuto solo al “dettato normativo”. Peraltro lui stesso me lo aveva comunicato da quando era arrivato a Genova”.

Però avrebbe potuto lasciarle la delega di questa funzione.
“Il coordinamento della Dda è una prerogativa del procuratore e Di Lecce ci tiene a farlo lui. No, nessuna polemica, da parte mia”.

Un po' di rammarico nel lasciare il lavoro fatto?
“No: prima di tutti i processi in corso su cui ho lavorato li continuerò a seguire. E nella riorganizzazione mi è stato assegnato il coordinamento del pool sulla criminalità organizzata che si occupa di reati di grande allarme sociale (rapine, traffico di droga, prostituzione, ndr)e dei reati di competenza distrettuale. Credo proprio che il lavoro non mancherà”.

Non crede che possano avere pesato le polemiche che l'hanno riguardata?
“A parte le invenzioni di Abbondanza, (Christian, presidente della “Casa della Legalità”, ndr) da parte dei colleghi non ho avuto rimostranze o polemiche per il mio lavoro”.

Andiamo con ordine e partiamo dal “ritardo” nell'indagine e nei blitz contro la 'ndrangheta ligure arrivati dopo l'inchiesta di Reggio Calabria (“Crimine”) e di Torino.
“Alt. Quale ritardo? Abbiamo concluso un'inchiesta complicatissima in un anno. Ricapitolando la storia: a Reggio Calabria mettono insieme l'operazione più vasta di sempre contro la 'ndrangheta. Nella quale ci sono due figure genovesi. Noi, interessati per il fermo, acquisiamo gli atti dell'operazione e attiviamo il Ros. A fine febbraio 2011 ci consegnano un rapporto e 50 faldoni. In una riunione nazionale a fine maggio viene deciso di procedere a livello distrettuale, siccome nella nostra indagine c'erano coinvolte diciotto persone del Basso Piemonte abbiamo mandato gli atti a Torino. Loro hanno fatto il blitz qualche giorno prima solo perché uno dei personaggi su cui lavoravano aveva una scadenza dei termini di custodia”.

E le parole di Anna Canepa (Procura Nazionale Antimafia) che ha parlato di “immobilismo giudiziario” e “negazionismo”?
“Non si riferiva di certo alla Dda genovese”

E a chi allora?
“Ad un'altra autorità giudiziaria, ma chiedetelo pure a lei”.

Sulla sua lunga permanenza savonese e sulla mancanza di inchieste sul fenomeno mafioso si vocifera parecchio. Possibile che a Ventimiglia e a Genova ci siano le cosche e a Savona niente?
“Io manco da Savona da tre anni, che cos'è saltato fuori? I magistrati si devono muovere su ragioni fondate, non voci”.

Però in un anno sono finiti in manette Fotia, Fameli, Nucera... tutti personaggi chiacchierati di essere vicini a famiglie mafiose.
“In nessuna di queste indagini sono emersi collegamenti alla 'ndrangheta o a fenomeni di tipo mafioso. Ci sono stati arresti, ma per altri reati. Peraltro a carico di Fameli su mia richiesta è stata applicata la custodia cautelare in carcere e sono stato io con il collega Alberto Landolfi a fare il sequestro dei beni a Gullace e a Fameli. Dalla procura savonese abbiamo perseguito duramente i reati contro la pubblica amministrazione, quelli ambientali. In un anno avevamo fatto tremila denunce per abusi edilizi. Feci indagini di iniziativa via sul Crescent e sulla nuova Darsena. Non mi si può certo imputare l'immobilismo di cui parlano certi”.

Proprio un'intercettazione imbarazzante di Fameli in cui dice che lei gli avrebbe assicurato di poter “fare il suo nome” qualora si fosse trovato nei guai è saltata fuori nell'indagine che ha portato in carcere il faccendiere loanese.
“Come ho già detto, quella frase come le altre riportate nell'ordinanza dimostrano che Fameli era un millantatore. Non a caso, perché doveva mostrarsi forte di fronte a tutta la rete di prestanome che aveva messo in piedi. Se poi si legge bene quell'ordinanza, si legge che Fameli “tenta” di coinvolgere il dottor Scolastico. E poi le sembra possibile che un investigatore della Dia si presenti come tale a un pregiudicato come Fameli? Non ho mai autorizzato nessuno a fare il mio nome. E comunque non mi risulta che l'abbia mai fatto Fameli, neanche quando gli hanno messo le manette”.

Ha utilizzato in passato Fameli come consulente per indagini”
“Non ho avuto nessun contatto. Se uno vuole fare delle “consulenze” io lo indirizzo alla polizia”.

Parliamo del fascicolo che riguardava un presunto tentativo di corruzione del pm Francesco Pinto e che lei avrebbe tenuto troppo sulla sua scrivania, all'insaputa del collega.
“Un'altra fesseria. Riguardando un magistrato di Genova, la procura competente era quella di Torino e io trasmisi gli atti a Torino. Pinto lo venne a sapere da un giornalista prima che potessi parlargliene di persona. Nessun insabbiamento. Peraltro ne parlai direttamente con Pinto e gli dissi che se avesse avuto qualche segnale che confermava quell'ipotesi sarebbe stato bene segnalarlo a Torino. Ma non successe mai niente in seguito”.

Altro caso spinoso è quello delle sue dichiarazioni, a indagini in corso, sulla colpevolezza del broker Antonio Rasero, poi assolto, nell'infanticidio Mathas di Nervi.
“Non mi faccia rifare il processo qui! Il collega Airoldi ha seguito il caso e ne ho condiviso pienamente l'impostazione sulle prove raccolte che hanno portato alla condanna in primo grado. L'appello poi ci ha dato torto, vedremo se fare ricorso. La vicenda non è chiusa”.

L'accusano anche di aver violato il segreto istruttorio su una relazione riservata alla commissione parlamentare antimafia.
“Un'altra fesseria dovuta ad Abbondanza. Lui ha pubblicato sul suo sito la relazione con il timbro della Commissione, se fosse stata la mia relazione quel timbro non lo avrebbe potuto avere. Quindi il segreto l'ha violato lui”.

I suoi rapporti con la “Casa della legalità” sono a dir poco freddi.
“In Italia c'è chi fa l'antimafia con le chiacchiere d chi le fa coi fatti. Io sono uno dei magistrati che in carriera ha fatto di più contro la criminalità organizzata, sin da quando era a Santa Maria Capua Vetere e indagavo sulla Nuova Camorra Organizzata con più di 4.000 ordini di cattura. Questo signore (Abbondanza, ndr) che è condannato per bancarotta fraudolenta e ho già querelato cinque volte non fa altro che ostacolare le indagini e dare fiato a dicerie sul mio conto da quando avevo fatto domanda di trasferimento da Savona a Genova.

E perché?
“Chiedetelo a lui. Forse per dei processi che feci a carico di anarchici... Non lo so. Sta di fatto che l'ho già denunciato ed è stato rinviato a giudizio. Se davvero ha delle informazioni documentate sul mio conto, vada e le metta a verbale davanti a un magistrato o alle forze dell'ordine”.



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