'Ndrangheta, il "locale" di Desio

scritto da Ufficio di Presidenza il .

Si fa un gran parlare di Desio, di 'ndrangheta in Lombardia. Si parla molto di rapporto mafia-politica. Adesso il Comune a Desio si è "auto-sciolto" per dimissioni (così scongiurando l'accertamento di responsabilità con un inchiesta amministrativa che solo una Commissione di Accesso avrebbe potuto garantire, con l'eventuale scioglimento del Comune non per dimissioni ma per infiltrazioni mafiose). Abbiamo già pubblicato molto degli atti della DDA di Milano sulla Lombardia, partendo dal Pavia passando per altri Comuni, adesso qui pubblichiamo ampi estratti dell'Antimafia di Milano sul "locale" della 'Ndrangheta di Desio...

 

LOCALE DI DESIO:


MOSCATO Annunziato Giuseppe, MINNITI Nicola, PIO Candeloro, MOSCATO Saverio, PIO Domenico cl. 46, MINNITI Giuseppe, SGRO' Giuseppe, SGRO' Eduardo Salvatore, POLIMENI Candeloro, TRIPODI Antonino, MANNA Domenico, SALATINO Giuseppe, Di PALMA Francesco, FOTI Bartolo, COTRONEO Vincenzo


In qualità di capi e organizzatori:

MOSCATO Annunziato Giuseppe: capo della locale; nel ruolo di direzione e capo della locale con compiti di decisione, pianificazione e di individuazione delle azioni, delle strategie, impartendo direttive alle quali tutti gli associati dovevano attenersi; Moscato inoltre, quale elemento di vertice, è legittimato a partecipare ai summit de La Lombardia nei quali si decidono le strategie, gli equilibri relativi alle locali nonchè e si nomina il rappresentante generale; organizza altresì summit a livello di locale; intrattiene rapporti con pubblici amministratori

MINNITI Nicola: contabile della locale con il compito di raccogliere il denaro da versare nella cassa comune detta "bacilletta"; commette il reato di cui al capo 97) PIO Candeloro: capo società cioè vicario del capo locale; commette i reati di cuiai capi 19), 20), 21), 53), 54), 69) e 96)


In qualità di partecipi:

MOSCATO Saverio, PIO Domenico cl. 46, MINNITI Giuseppe, SGRO' Giuseppe, SGRO' Eduardo Salvatore, POLIMENI Candeloro, TRIPODI Antonino, MANNA Domenico, SALATINO Giuseppe, Di PALMA Francesco, FOTI Bartolo, COTRONEO Vincenzo prendono parte a summit di ‘ndrangheta, ricevono doti e si mettono a completa disposizione degli interessi della locale cooperando con gli altri associati nella realizzazione del programma criminoso del gruppo e in particolare commettono i seguenti reati rientranti nel programma criminoso:

PIO Domenico cl. 46: commette il reato di cui al capo 78)

SGRÒ Giuseppe commette i reati di cui ai capi 17), 53) e 96)

SGRÒ Eduardo Salvatore: commette i reati di cui ai capi 21) e 53)

POLIMENI Candeloro: commette i reati di cui ai capi 18) e 21)

TRIPODI Antonino: commette il reato di cui al capo 19)

MANNA Domanda: ,enico: commette il reato di cui al capo 17)

SALATINO Giuseppe: commette il reato di cui al capo 21)

Di PALMA Francesco: commette i reati di cui ai capi 20), 21) e 96)

FOTI Bartolo e COTRONEO Vincenzo: commettono il reato di cui al capo 21)

[...]

LOCALE DI DESIO


Ripercorrere le vicende storico-criminali della presenza della ‘ndrangheta calabrese nel territorio di Desio e zone limitrofe, offre uno spaccato illuminante ed un esempio concreto e unico di tutti i concetti espressi nella parte generale. Desio ha sempre rappresentato un fertile terreno di conquista da parte di "gruppi criminali" di 'ndrangheta, che hanno sempre mantenuto un cordone ombelicale con le famiglie calabresi di origine. Tutte le indagini svolte sin dai primi tempi hanno evidenziato, seppur con alterne fortune giudiziarie, la presenza attiva in Desio di una cosca di ‘ndrangheta avente tutte le caratteristiche emerse e confermate nel corso delle investigazioni attuali.

Come si vedra' la ‘ndrangheta desiana costituisce uno dei primi tentativi di esportazione dello schema originale calabrese in territorio del Nord Italia. Infatti, le indagini sin dall'origine hanno fatto emergere ed oggi hanno definitivamente confermato che a Desio è sempre esistito un Locale di ‘ndrangheta, retto da un capolocale e composto da altri personaggi, ricoprenti il ruolo di Capo-Società, di contabile, con numerosi gregari ed affiliati. Le attività criminali hanno spaziato e tuttora interessano vari settori quali le estorsioni, l'usura, gli stupefacenti e le armi.

Il primo dato certo circa l'esistenza di una struttura di ‘ndrangheta (Locale) nel territorio desiano è rappresentato dalle dichiarazioni di diversi collaboratori che, nell'ambito di alcuni procedimenti giudiziari, hanno indicato Desio come territorio in cui era presente un "Locale" di ‘ndrangheta; in particolare, nel corso delle indagini denominate "La notte dei Fiori di San Vito", alcuni collaboratori di Giustizia hanno indicato in CREA Paolo cl. 34, abitante a Desio ma originario di Melito Porto Salvo (RC) e collegato alla cosca "IAMONTE", il Capo del "Locale di Desio" dell'epoca.

(O.C.C. in Carcere nr. 2155/93 R.G. G.I.P. emessa in data 19.11.1996 dall'Ufficio G.I.P. del Tribunale di Milano a firma del Giudice Luisa SAVOIA nell'ambito del Proc. Pen. nr. 8317/92 R.G.N.R. Mod. 21 della Procura della Repubblica "D.D.A." di Milano a carico di ADDUCI Angiolino + altri).

Le successive investigazioni riguardanti la cosca IAMONTE Natale cl. 1927 (O.C.C. nr. 115/94 R.G.G.I.P. relativa al Proc. Pen. nr. 70/1994 D.D.A. Reggio Calabria) hanno fatto emergere in modo prepotente le figure dei fratelli "MOSCATO" Annunziato, Natale e Saverio, nipoti di IAMONTE Natale, di POLIMENI Giovanni (cognato dei fratelli MOSCATO e padre di POLIMENI Candeloro e Giuseppe - odierni indagati), di PIO Domenico cl. 46, quali personaggi che si erano insediati nel "Locale" di Desio con ruoli e funzioni direttamente collegati alla cosca madre. Significative al riguardo come segno di continuità della presenza della cosca nel territorio Desiano, appaiono le riprese effettuate dagli inquirenti in data 24.03.1994, in occasione dei funerali di IAMONTE Antonia, sorella del boss IAMONTE Natale cl. 27 e madre dei fratelli MOSCATO. Veniva ripreso infatti, oltre al CREA Paolo cl. 34 anche PIO Domenico cl. 46.
IAMONTE Natale cl. 27 è certamente la figura centrale di questo sviluppo storicocriminale della cosca di Desio. Egli, infatti, fin da quando è stato sottoposto alla Sorveglianza Speciale di P.S. con obbligo soggiorno in Desio, ha sostanzialmente insediato nella struttura preesistente i suoi parenti prossimi, i quali, con l'inserimento di nuovi elementi, continuano a gestire gli affari criminali della cosca.

Numerosi sono stati gli atti giudiziari ed i provvedimenti che hanno riguardato l'attività criminale di IAMONTE Natale e della sua cosca, fino ad arrivare a sentenza di condanna per 416 Bis per il quale il predetto sta scontando l'ergastolo in regime dell'art. 41 Bis.

Tutte le investigazioni e le vicende giudiziarie portano ad una conclusione certa:- IAMONTE Natale cl. 1927 è il capo dell'omonima cosca di ‘ndrangheta. Con il suo agguerrito e potente gruppo criminale ha esercitato una pressante influenza mafiosa nel territorio compreso fra Montebello Ionico e Melito Porto Salvo, ove, ancora oggi, controlla varie attività lecite (imprenditoriali) ed illecite (traffico di sostanze stupefacenti, armi ed estorsioni).

Importante decisivo elemento per la vitalità della cosca desiana è stato il provvedimento105 di Sorveglianza Speciale di P.S. con obbligo di soggiorno che, in data 23.09.1988, destinava IAMONTE Natale cl. 27 nel Comune di Desio, presso l'abitazione dei nipoti MOSCATO Annunziato e Natale, figli della sorella IAMONTE Antonia.

Nell'anno 1989, IAMONTE Natale cl. 27 veniva raggiunto dal figlio Giuseppe, sottoposto all'obbligo della Sorveglianza Speciale di P.S., anch'egli ospitato presso un immobile di proprietà del cugino MOSCATO Natale.

Le indagini attuali hanno disvelato una struttura pienamente operativa del "Locale" di ndrangheta Desio per nulla diversa dai Locali facenti parte della struttura verticistica csd. "Lombardia" ed ancora una volta legata alla cosca degli "IAMONTE" di Melito Porto Salvo (RC).

Indubbiamente del "Locale" desiano parlano in modo esplicito personaggi del calibro di MANDALARI Vincenzo e PANETTA Pietro Francesco, il primo Capo del Locale di Bollate ed il secondo Capo del Locale di Cormano; essi indicano nome, carica e dote del "capo societa", il collegamento con la cosca degli Iamonte, l'attuale famiglia reggente precisando perfino il numero dei componenti il "Locale" stesso

(...omissis...Panetta:-IERI SIAMO ANDATI A GIOCARE A DESIO E ABBIAMO CONOSCIUTO IL CAPO SOCIETA', che ha il Bar a Seregno..MINNITI si chiama TONINO MINNITI...inc..che ha un cugino, che è di Gioiosa Marina...e dice che Ciccio LUCA' lo conosce a suo cugino, dice che l'altra volta gli HANNO DATO PURE LA DOTE, IL QUARTINO laggiù, però dei IAMONTE non ha nessuno qua sono tutti sotto. E' DEI IAMONTE, però non ha a nessuno qua...omissis...Mandalari:-MOSCATO. Panetta:-MOSCATO e questi sono una decina sono dieci - dodici...omissis...)

E' bene precisare che il "Tonino MINNITI", indicato come il Capo Società del Locale di Desio viene identificato dai CC. in PIO Candeloro attraverso una serie di riferimenti precisi ed univoci che rendono certa l'identificazione, che peraltro verrà confermata dallo sviluppo delle indagini nei confronti dello stesso PIO Candeloro e del "gruppo" di Desio.

Per quanto riguarda il collegamento della cosca desiana con quella di Melito Porto Salvo (RC) è proprio PIO Candeloro a mantenere i contatti con la casa madre, anche attraverso il cugino MINNITI Giuseppe. E' PIO Candeloro che si reca in Calabria il 20.12.2008 unitamente a MANNA Domenico. In tale occasione egli viene messo al corrente dal fratello PIO Domenico cl. 66 delle vicende e dei contrasti che in quel momento sta vivendo la cosca dei IAMONTE, con i quali lo stesso Candeloro continua a mantenere rapporti diretti; nella medesima conversazione si fa riferimento a IAMONTE Remingo, detto "u 'picciriiu" (il piccolino) figlio del boss IAMONTE Natale cl. 27, cosi' soprannominato a causa della sua bassa statura

(...omissis...PIO Domenico cl. 66:- "Loro devono fare una verifica di quello che hanno fatto li e di sentirsi con me per mandargli un'altra volta a Mimmo Mercurio... il fatto così è...(incomprensibile)... Nicola, ma con tutto il rispetto che c'è, cosa state facendo... non è nè la prima ne la seconda... io glie l'ho detto pure l'altra sera quando siamo ritornati... gli ho detto... a mio parere devi decidere...(incomprensibile)... nei confronti della società e nei confronti di chi lavora con me e con me stesso siccome...la prima volta ha detto con me, poi la seconda volta ha detto che non sa e siccome non è cosa sua prendere per il culo né a me e nè agli amici che stanno vicino a me gli ho detto, per questo motivo, loro sai cosa gli vanno a dire?... ora te lo dico io... siccome Daniele, per quello che sentivo dire io, dice che gli ha detto che era daccordo... l'altra sera mi ha detto difronte a tutti... no, con il padre e lo zio no, con il figlio forse forse allora Nicola u'vidicu (ombellico) era deciso quasi si...Ciccio Maniero altrettanto allora lui dice, ci togliamo a lui da in mezzo ai piedi e facciamo entrare a lui, o adesso o con l'anno nuovo dobbiamo vedere. PIO CANDELORO:-Comunque non vanno bene queste cose. PIO Domenico cl. 66:- "Ma io non sto bene così...(incomprensibile)...ma tu te ne sei accorto, Cola, Daniele e lui, tutti e tre...i tre con cui avevano più confidenza, che ultimamente erano sempre per i cazzi loro...(incomprensibile)...sotto un certo aspetto è giusto. PIO CANDELORO:-Non è andato u 'picciriiu (il piccolino), me l'ha detto oggi, che si dovevano incontrare ma mi ha detto che non ne vuole sapere niente che glielo avevano detto pure a lui...e non è andato veramente perchè era con me che parla...omissis...)

Per quanto concerne il riscontro all'episodio sopra riportato e soprattutto la attualità della criminale presenza della cosca IAMONTE tuttora operante a Melito Porto Salvo, fanno da riscontro le attività investigative dell'indagine csd. "Patriarca" confluita nel Proc. Pen. nr. 2332/07 RGNR della DDA di Reggio Calabria.

A questo punto occorre sottolineare ed evidenziare tutti gli elementi che fanno ritenere in modo inequivocabile l'appartenenza piena del Locale di Desio alla struttura verticistica csd. "Lombardia" (...omissis...Minasi:-vedi che qua in lombardia siamo venti "Locali" Raccosta:-(inc.)...Minasi:- qua siamo venti "locali" siamo cinquecento uomini cecè', non siamo uno...cecè vedi che siamo cinquecento uomini qua in lombardia, sono venti "locali" aperti...omissis...)

Onde evitare inutili ripetizioni e richiamando quanto già indicato nella parte generale relativamente alla sussistenza di un organismo di controllo e coordinamento dei Locali riferiti alla fascia Ionica della Calabria, ci si limiterà, in questa sede, a sottolineare le risultanze investigative connesse alla posizione del Locale di Desio.
La presenza di più Locali, che lo stesso NOVELLA Carmelo aveva cercato di riunire sotto la propria egida prima di essere ucciso, deve ritenersi un dato ormai indubitabile.

Un elemento costante che si è riscontrato più volte nel corso delle indagini è l'utilizzo da parte dei compartecipi dell'associazione mafiosa di incontri conviviali e di riunioni convocate appositamente per decidere le strategie comuni e risolvere i problemi insorti all'interno della Lombardia ed in qualche occasione anche per rapportarsi con le famiglie di riferimento in Calabria. Alcuni di questi incontri hanno assunto la valenza di veri e propri "summit" tra i responsabili dei vari locali. Quindi la partecipazione a questo tipo di riunioni, che comportano una preparazione rituale sia per quanto concerne le fasi antecedenti sia perfino per la stessa disposizione dei posti a sedere, danno una connotazione univoca alla figura dei partecipanti:- si tratta di persone che rivestono un ruolo di responsabilità all'interno di "Locali" di ndrangheta, evidentemente schierati all'interno della csd. Lombardia.

Orbene, Moscato Annunziato è il Capo del Locale di ‘ndrangheta di Desio (...omissis...MANDALARI Vincenzo:-Qua Tonino praticamente fa il CAPO SOCIETA' LAMARMORE Antonino:-Si. MANDALARI Vincenzo:-COMPARE PEPPE fa il CAPO LOCALE. LAMARMORE Antonino:-no, ma lui è la sotto...ah..eh. MANDALARI Vincenzo:-PEPPE MOSCATO. LAMARMORE Antonino:-Si ma questo se lo stai a sentire non sa niente. MANDALARI Vincenzo:-il ontabile chi lo fa. LAMARMORE Antonino:-Mi sembra che è quel figliolo, no il contabile è...non mi ricordo come si chiama...omissis...)

MOSCATO ANNUNZIATO in tale veste ha partecipato a diversi summit ribadendo cosi da una parte l'esistenza e la piena attività del locale di Desio e dall'altra la carica ricoperta dallo stesso Moscato. Egli è coinvolto da Mandalari Vincenzo e Lamarmore Antonino con i quali affronta discorsi dal chiaro ed inequivocabile contenuto ‘ndranghetistico circa l'andamento della struttura "Lombardia" ed il ruolo di NUNZIO NOVELLA quale elemento catalizzatore fra i vari Locali (...omissis...Mandalari:-Adesso fa un po da l'impreditore, fa l'impresa, fa l'immobiliarista, Moscato:-...inc...C'è stato un momento che lo abbiamo dato alla mafia, questo ragazzo! Mandalari:-Adesso a sinistra, compare NINO, ah gia che A me sembra che va benino PAOLO o no? Io l'altro ieri l'ho visto!...omissis...Lamarmore:-Ho ragione PEPPE (MOSCATO)! Io non è che voglio ragione, però le cose vanno fatte con la testa! Moscato:- Quando mi dite che avete ragione PEPPE è già tardi!...omissis...Moscato:-....Compare NUNZIO, dice che....inc..omissis....)

Analoga valenza assumono però tutti gli incontri provocati e preparati tra appartenenti al Locale di Desio e componenti di altri Locali per motivazioni che attengono alla gestione degli affari criminali delle cosche o al rispetto delle regole di ndrangheta.

Un esempio inequivoco dell'importanza del locale di Desio e per esso del capo locale MOSCATO Annunziato Giuseppe all'interno della "Lombardia" riguarda il "summit" del 26.02.2008 tenuto presso il ristorante il Palio di Legnano.

Le caratteristiche di preparazione dell'incontro e la ritualità di alcuni particolari da rispettare vengono sottolineate proprio da SANFILIPPO Stefano, Capo Locale di Rho, a Minasi Saverio, Capo Locale di Bresso; egli, infatti, manifesta il proprio disappunto in quanto il MOSCATO era stato informato in ritardo della riunione indetta e della posizione che doveva occupare al tavolo dei commensali (...omissis...MINASI:-Sapete quando lo venne a sapere compare PEPPE? SANFILIPPO:-Mamma mia, allora perché mi sono incazzato. MINASI:-Lo sapete quando lo venne a sapere, lo venne a sapere la sera. SANFILIPPO:-Ma perché se io andavo a dormire, non lo sapevo ieri sera io...inc...MINASI:-Come si chiama di cognome PEPPE? SANFILIPPO:-Peppe MOSCATO (MOSCATO Annunziato Giuseppe ndr.). MINASI:-Peppe MOSCATO...inc...SANFILIPPO:- Eh, ma vedi che io qua glielo dissi io, che poi sembra che fai i paragoni con quelli nuovi arrivati, e pare che ti dispiace ogni volta capita sempre così il rimprovero, prima per CICCIO l'altra volta, voi non c'eravate...omissis...SANFILIPPO:-Da i nuovi arrivati. MINASI:-A me non m'interessa,va insegnato l'educazione ed il rispetto...perché erano già dietro la sedia, appena vi siete seduto voi si sono seduti anche loro. SANFILIPPO:-Io chiamai. MINASI:-A me non m'interessa. SANFILIPPO:-Io chiamai a NINO, io chiamai a NINO (CHIARELLA Leonardo Antonio ndr.)...MINASI:-A compare PEPPE (MOSCATO Annunziato Giuseppe ndr.) a compare PEPPE gli dissi andate e sedetevi a...inc...omissis...)
L'importanza del summit è ribadita poi dal rango dei partecipanti ed a quello in esame partecipa il "gotha" della Lombardia come documentato nei servizi predisposti dagli operanti che oltre a MOSCATO Annunziato Giuseppe, SANFILIPPO Stefano e MINASI Saverio, identificano RISPOLI Vincenzo (Capo Locale di Legnano e San Vittore Olona), ROSSI Cesare (affiliato al Locale di Rho), PANETTA Pietro Francesco (Capo Locale di Cormano), LAMARMORE Antonio (Capo Locale Limbiate nonché Mastro Generale), MANNO Alessandro (Capo Locale di Pioltello), ASCONE Rocco (affiliato del Locale di Bollate), DE CASTRO Emanuele (affiliato del Locale di Legnano)
Il riferimento al Locale di Desio come una entità pienamente operante (...omissis...Giuseppe PISCIONERI chiama Manno Alessandro chiamandolo PRINCIPALE...omissis...Manno dice che va bene. Giuseppe poi dice a Manno con "QUELLI A DESIO". Manno dice di fissare appuntamento per il momento. Giuseppe dice che sta andando adesso e come finisce l'appuntamento lo chiamerà.) è un dato costante anche quando gli incontri sono più ristretti e comportano la partecipazione di un numero limitato di persone, forse per affari criminali delimitati e coinvolgenti qualche Locale. In ogni caso, queste riunioni mantengono le stesse caratteristiche di preparazione e riguardano esclusivamente personaggi che hanno una caratteristica comune:- appartengono tutti a Locali di ndrangheta.

E' quanto accade nell'incontro seguito alla conversazione di cui sopra e tenutosi all'interno del parcheggio del supermercato IPER-D in Cesano Maderno il 22.02.2008, tra PIO Domenico cl. 46, il nipote MINNITI Nicola, affiliati al Locale di Desio e RISPOLI Vincenzo, Capo Locale di Legnano e San Vittore Olona, PISCIONERI Giuseppe, affiliato al Locale di Pioltello, MANNO Alessandro, Capo Locale di Pioltello e MAIOLO Cosimo, affiliato al Locale di Pioltello.

L'osservanza delle regole di condotta della ‘ndrangheta da parte degli appartenenti al Locale di Desio trova ulteriore evidenza anche in occasione dell'incontro chiarificatore per dissidi sorti tra loro e quelli appartenenti al Locale di Pioltello.

Il "summit" del 21.11.2008 tenuto presso il ristorante il Mediterraneo di Seregno, risponde in pieno a tutti i requisiti delle riunioni tra cosche e conserva tutte le caratteristiche concernenti le convocazioni di ndrangheta. Essendo sorti contrasti tra Manno Alessandro (Capo Locale di Pioltello) e Pio Domenico (affiliato di spicco al Locale di Desio) riguardanti una spartizione non ritenuta equa dallo stesso MANNO (...omissis...Mimmo (Pio Domenico cl 46 nda):- ...omissis...miserabili..nella mia vita non è mai venuto un cristiano a cercarmi soldi....miserabili di merda..mai...omissis...)118 sorge la necessità di appianare il dissidio tra i due appartenenti alla medesima società criminale.

L'incontro è provocato da PIO Domenico cl. 46, che si serve del nipote Minniti Giuseppe per trattare con l'altra parte (...omissis...Giuseppe MINNITI:- ...direttamente a loro. Mimmo:-domani te la chiarisci...sulle ossa di mia madre (promessa) se tu domani non te la chiarisci....(bestemmmia con tono di voce alterato )....e anche a Peppe...)

I portavoce delle parti in conflitto (SGRO' Giuseppe e MINNITI Giuseppe per il Locale di Desio, MANNO Giuseppe per il Locale di Pioltello) si attivano per concordare luogo e data dell'incontro (...Omissis...GIUSEPPE SGRO':-Senti, volevo chiedere...puoi dire a tuo zio per favore se perchè lo sapeva se verso mezzogiorno e mezzo, si può far trovare qui al bar da noi. GIUSEPPE MANNO:- Vabbene lo chiamo. GIUSEPPE SGRO':-Gli dice se passa a prendere a Compare Nino e passare di la...omissis...)

L'entità del contrasto però implica la partecipazione all'incontro dei vertici dei Locali (...omissis...PIO CANDELORO:-Ma non mi rompete le scatole...è due giorni con questa storia, avanti e indietro, io non li posso vedere a questi qua...questi sono tutti seguiti...a Legnano dalla mattina alla sera...omissis...)

per cui unitamente al Mastro Generale LAMARMORE Antonino alla riunione prendono parte PIO Candeloro, Capo Società del Locale di Desio e lo stesso MANNO Alessandro, Capo del Locale di Pioltello, oltre naturalmente ai loro accompagnatori, i fratelli MINNITI Giuseppe e Nicola, affiliati al Locale di Desio nonchè nipoti di PIO Domenico cl. 46 e cugini di PIO Candeloro, nonchè SGRO' Giuseppe ed una persona non identificata.

Il LAMARMORE peraltro interviene altre volte espletando le sue funzioni di Mastro Generale e per questioni riguardanti il Locale di Desio. La nota procedura di composizione di conflitti tra affiliati appartenenti a Locali diversi viene attivata anche nella vicenda che si conclude con l'incontro del 06.07.2009 in Desio.

LAMARMORE Antonino viene chiamato a risolvere problemi non strettamente attinenti ad attività criminali ma che comunque sono riconducibili ad appartenenti alle cosche o a loro amici. E' quanto succede tra PIO Domenico cl. 46 (affiliato al Locale di Desio) e AMBRICO Antonio (socio di ASCONE Rocco affiliato al Locale di Bollate) (.....omissis.....AMBRICO gli dice che un amministratore un certo MICO PIO (ndr PIO Domenico), ha bloccato i lavori a Tonino (n.m.i.).....omissis...)

L'iniziativa parte da questi ultimi (ASCONE Rocco - AMBRICO Antonio - MUIA' Francesco) che si rivolgono a LAMARMORE Antonino, ben consapevoli del ruolo che all'interno dell'associazione criminale svolge il medesimo. L'opera del Mastro Generale, però, non potrebbe aver esiti positivi se la sua funzione non avesse il riconoscimento generale di tutti gli appartenenti alla ndrangheta e nel caso specifico della controparte PIO Domenico cl. 46 affiliato al locale di Desio.

(...omissis...AMBRICO gli racconta per sommi capi cosa sia successo, dicendogli che questo PIO ha bloccato i lavori a seguito di screzi tra Tonino e una seconda persona, poiché quest'ultima gli ha imposto un certo preventivo per dei lavori. ASCONE gli dice di sentire Compare Nino (ndr LAMARMORE Antonino) perché lui potrebbe aiutarlo, anziché MUIA')

Il giorno 06.07.2009, successivo alla citata conversazione, LAMARMORE Antonino si reca in Desio ed incontra SGRO' Giuseppe, affiliato al Locale di Desio e BOVINI Annunziato, nipote di MOSCATO Annunziato Giuseppe, Capo del Locale di Desio.

Gli operanti nella circostanza sentono BOVINI che rivolto a LAMARMORE dice:- "...omissis...Bisogna capire quale è il problema, non ti preoccupare, troviamo la spiegazione e risolviamo questo problema, però bisogna andare al magazzino, chiamiamo compare Peppe...omissis..."

Ulteriore episodio nel quale è richiesto l'intervento del LAMARMORE e che coinvolge il Locale di Desio, riguarda CASTAGNINO Salvatore, vittima di usura (...omissis...Mimmo gli dice CASTAGNINO e l'impresa che ha si chiama "NC CASE" di Negro Celestina che sarebbe la moglie.....poi Mandalari gli chiede se lui ha parlato con quel signore...Mimmo Pio? Mimmo gli dice che ha parlato per telefono con questa persona e questa gli si è presenta come Mimmo Pio che abita a Desio...)

Accade che il CASTAGNINO è sottoposto ad usura da parte di PIO Domenico cl. 46, affiliato al Locale di Desio (MANDALARI VINCENZO (...omissis....fa parte degli amici, e di vedere che cazzo deve fare, di chiuderlo il prima possibile quel conticino e lui ha detto...omissis...)

L'usurato, pero', è in debito anche nei confronti di tale DI BELLA Domenico detto "Ascanio" e "Mimmo", il quale al fine di recuperare il proprio credito si rivolge a MANDALARI Vincenzo, Capo del Locale di Bollate. Il MANDALARI, una volta compreso che il CASTAGNINO era sottoposto a usura da parte di PIO Domenico, attiva la nota procedura di conciliazione mediante l'intervento del Mastro Generale. Nel caso in esame Lamarmore sottolinea che non ci devono essere sovrapposizioni tra i locali nel trattare la vittima (...omissis...MANDALARI VINCENZO:-Vedete? Io ve lo avevo detto. Se poi voi mi dite che questi campano in questo modo, magari ce l'hanno sotto loro LAMARMORE ANTONINO:-Se ce l'hanno sotto loro a me non interessa, a me interessa sapere... se tu mi dici che è una persona che ti appartiene a te?...omissis...Se questa non è una persona che interessa a te, tieniti da parte.....omissis....)

(...omissis...LAMARMORE ANTONINO:-E' meglio incontrarsi con lui, anche per non fare vedere che uno non li calcola per niente MANDALARI VINCENZO: "Ah certo"...omissis...)

(...omissis...MANDALARI VINCENZO: Noi non facciamo parte della gente che va a mazzetta noi, noi facciamo parte di quelli che la prendono...omissis...)

Il summit che conclama l'appartenenza del Locale di Desio alla Lombardia e senza alcun dubbio quello di Paderno Dugnano (MI) del 31.10.2009.

NOVELLA Carmelo è già stato ucciso e si cerca di riorganizzare con il beneplacito della "Provincia" Calabra la struttura della "Lombardia" soprattutto con la nomina di un nuovo responsabile.

Il MANDALARI si propone come colui che cerca in modo più continuo di ripristinare l'organismo che è stato decapitato.

In questo tentativo cerca di coagulare i Locali di ‘ndrangheta che già erano presenti nella precedente struttura della "Lombardia" ed ovviamente il Locale di Desio rappresenta una componente di alto livello.

Il MANDALARI infatti, con riguardo al Locale di Desio, si aspetta che siano i referenti calabresi a dover comunicare (inviando un'ambasciata) le novità deliberate dalla Provincia (...omissis...MANDALARI:-questi che dicono che sono dei IAMONTE. PANETTA:-E chi lo sa, ho capito dove volete arrivare, dite voi SONO ALLINEATI A LAGGIU', però sarebbero quelli di la sotto che gli hanno mandato l'ambasciata guarda che passa così così così, SONO NELLA PROVINCIA NON E' CHE SONO GLI ULTIMI ARRIVATI I IAMONTE. MANDALARI:-Questo discorso lo dovrebbero chiarire loro. PANETTA:-Sono quelli di la sotto che dovrebbero chiarire con questi qua e dovrebbero dirgli guardate che la sopra è così così così vedete voi che volete fare...omissis...)

Evidentemente "l'ambasciata" è giunta a destinazione se è vero come è vero che il Locale di Desio partecipa con i suoi massimi esponenti al "summit" di Paderno Dugnano (MI) del 31.10.2009, allorchè NERI Giuseppe Antonio, (esponente di spicco della ndrangheta in Lombardia), riunisce tutti i Capi Locale ed affiliati di rilievo dei vari Locali dell'area Lombarda (per il Locale di Desio sono presenti MOSCATO Annunziato Giuseppe Capo Locale e PIO Candeloro Capo Società del medesimo locale). Nell'occasione viene presa la decisione di sospendere per un anno tutte le cariche e le doti in via di attribuzione, in attesa che la "Provincia" decida tempi e modalità per la ristrutturazione della "Lombardia" Viene nominato all'unanimità e per alzata di mano un reggente provvisorio nella persona di ZAPPIA Pasquale, sino ad allora affiliato al Locale di Corsico. E'appena il caso di aggiungere che alla votazione contribuiscono anche MOSCATO Annunziato Giuseppe e PIO Candeloro.

Il gruppo esprime tutta la sua potenzialità criminale e la forza di intimidazione sia in concreto con la commissione di reati fine, destinati ad incrementare il patrimonio della cosca, sia con comportamenti che, seppur non palesemente illeciti, contribuiscono ad agevolare l'attività pseudo lecita del Locale, come per esempio rapporti con esponenti della P.A. e controllo del settore trasporti su strada

Intanto l'organizzazione ripercorre lo schema della cellula di ndrangheta denominata "Locale", conserva le gerarchie previste osservando i dettami che riguardano la gestione dei proventi degli affari criminali come l'istituzione di una "cassa comune" (si tratta della csd. "bacinella)

L'esistenza di un un fondo gestito per le esigenze della consorteria mafiosa appare già delinearsi in una conversazione ambientale ove viene risaltato da MOSCATO Saverio il fatto che MARRONE Ignazio (vittima di estorsione di PIO Candeloro) paghi regolarmente già una sorta di "...assistenziale..." a PIO Candeloro e quindi questi non deve pretendere altri pagamenti. (...omissis...Moscato Saverio:- Comunque non ti devi incasinare, Candeloro (Pio Candeloro), tu fai il passo più lungo della gamba, puttana della miseria. Pio Candeloro:-non me ne frega un cazzo. Moscato Saverio:-Se ti paga l'assistenziale, non può pagare a trenta, mi pare a novanta...omissis...)

La presenza di un "contabile" nel Locale è poi affermata dagli stessi LAMARMORE Antonino e MANDALARI Vincenzo, nel corso di una conversazione innanzi citata, laddove i due interlocutori richiamano le cariche ricoperte dal Locale di Desio "...omissis...MANDALARI Vincenzo:-il contabile chi lo fa. LAMARMORE Antonino:-Mi sembra che è quel figliolo, no il contabile è non mi ricordo come si chiama...omissis..."

Da altre conversazioni si evince in seguito che il "contabile" è MINNITI Nicola a cui tutti gli affiliati, su espresso ordine di MOSCATO Annunziato Giuseppe, devono rivolgersi quando si tratta di risolvere questioni economiche insorte in seno al gruppo criminale (...omissis... MOSCATO SAVERIO:-E' venuto Pietro qua e disse no io non so niente prima di fare una cosa dovete chiedere il permesso. POLIMENI CANDELORO:-E lui che ha detto? MOSCATO SAVERIO:-Si va da Nicola, prima di fare una cosa, si chiede il permesso si chiede il permesso e lui ha detto: c'è Candeloro e beh c'è Candeloro. POLIMENI CANDELORO:-C'è Candeloro. MOSCATO SAVERIO:-E allora? E poi si è calato l'altro. POLIMENI CANDELORO:-Chi? MOSCATO SAVERIO:-Peppe. POLIMENI CANDELORO:- Ah. MOSCATO SAVERIO:-Comunque, io sono rimasto che da quì a domani se lo veniva a fare. No, dovete venire tutti voi, mi dovete dire cosa fare, perchè lo devo sapere pure io, perchè se gli dobbiamo fottere i soldi, glieli fottiamo no e' un problema. POLIMENI CANDELORO:-Non se li deve fottere da solo. MOSCATO SAVERIO:-Non se li deve fottere da soli...omissis...)

Di cassa comune parlano, infine, POLIMENI Candeloro e SGRO' Giuseppe nel lamentarsi della gestione egoistica di PIO Candeloro in riferimento ai proventi dell'attività lecita ed illecita del sodalizio "...omissis...Sgro' Giuseppe:-e si Porco Dio, ma stai scherzando glielo dici pure a tuo zio Saverio lo prendono tuo Zio Saverio e tuo Zio Peppe, gli dicono ma tu tre mesi fa non eri quello che dicevi così e così, come ti sei comportato ora, peggio , diecimilavolte peggio io lo farei, hai la possibilità di farlo e non lo fai, "QUANDO NESCIA PE A CASSA FORA" (quando io uscivo fuori per la cassa) non lo facevi e quello aveva più bisogno di te o degli altri. Polimeni Candeloro:-il discorso è chiaro, se li prendevo io, qualcosa mangiava...omissis...Sgrò Giuseppe:-Dieci giorni fa quando ero andato da Pietro a dirgli che i soldi li avevano consegnati e non glieli avevano portati a Nicola...omissis..."

La cosca desiana inoltre ha nella sua disponibilità armi da fuoco pronte all'uso.

Le armi costituiscono un aspetto non secondario della potenzialità criminale, in quanto consentono al sodalizio di contare in ogni momento in uno strumento tra i più incisivi per consolidare "il proprio prestigio criminale", sia sotto il profilo generale che in concreto per convincere qualche recalcitrante a sottostare ai voleri e agli interessi della cosca stessa.

L'attività di indagine ha infatti portato al sequestro di armi ed esplosivi all'interno del box di TRIPODI Antonino, nipote di PIO Candeloro. (ha sposato Pio Francesca, figlia di PIO Alfonso fratello di PIO Candeloro)

Intanto il TRIPODI, oltre che legato da vincoli di parentela con appartenenti alla cosca139, mantiene contatti con numerosi associati quali lo stesso PIO Candeloro, SGRO' Giuseppe, uomo di fiducia del PIO, SGRO'Eduardo Salvatore, fratello di Giuseppe ed i fratelli POLIMENI Giuseppe e Candeloro, quest'ultimo referente e portavoce ufficiale di MOSCATO.

Il box in questione si è immediatamente presentato come luogo a disposizione della cosca per occultare armi o droga; le procedure di avvicinamento al box che prevedono un primo contatto telefonico e poi l'apertura "in sicurezza" del cancello, una volta verficata l'assenza di pericolo di intrusione di "estranei" (rectius Forze dell'Ordine); a questa procedura sottostà anche PIO Candeloro il quale si deve recare nel box per visionare qualche cosa ivi ricoverata:- "Uomo (n.A. identificato in TRIPODI Antonino):-...va bene, digli che c'e' questa, poi andiamo a vederla noi e parliamo noi... PIO Candeloro:-ueh terrone. Uomo:-che fai? PIO Candeloro:- sto arrivando. Uomo:-e va be' arriva dentro che ti apro il cancello dai. PIO Candeloro:-tre minuti, quattro e sono li'....omissis..."

La persona del TRIPODI è in possesso di tutte le caratteristiche per svolgere la funzione di custode delle armi della cosca:- è soggetto incensurato e fino a quel momento sconosciuto alle forze dell'ordine - è titolare, inoltre, di un panificio quindi con attività del tutto regolare.

L'ipotesi investigativa diventa realtà evidente attraverso il sequestro delle armi avvenuto il 23 Febbraio 2009 ad opera dei CC N.O. di Desio. Gli operanti, dal tenore delle conversazioni intercettate, si rendono conto che si è attivata la procedura di avvicinamento al box da parte di alcuni soggetti che contattano il TRIPODI.

In particolare ANDREANA Antonio, che risulta avere rapporti di frequentazione e di amicizia con TRIPODI, attiva le procedure di accesso al garage (....omissis...ANDREANA.-NINO lo sai che stasera ci dobbiamo vedere ad una certa ora? TRIPODI:-lo sò lo sò lo sò ci mancherebbe;...omissis..."; "....omissis...ANDREANA:- ciao sei a casa? TRIPODI:-sì. ANDREANA:-dai sto partendo adesso dal magazzino cinque minuti son da te. TRIPODI:-va bene ciao." fino all'apertura del cancello ed all'ingresso verso il box dell'autovettura di Andreana e di un'altra che seguiva la prima. L'immediato intervento dei CC.

operanti porta al rinvenimento all'interno del box di armi da fuoco di elevata potenzialità offensiva ed esplosivi pronti per l'impiego in atti di violenta intimidazione (sono stati trovati vari tipi di micce, detonatori, telecomandi ad orologeria ed inneschi con l'esplosivo già predisposto a riceverli) nonché all'arresto dell'Andreana, di MEDICI Giuseppe Antonio e di CANIGLIA Diego Lorenzo.

MEDICI Giuseppe è risultato essere affiliato al Locale di Mariano Comense nonchè persona di fiducia del Capo Locale MUSCATELLO Salvatore, di cui è anche parente.

Peraltro l'estrema pericolosità del sodalizio si evince anche dal fatto che alcuni componenti non hanno alcuna remora ad andare in giro "accavallati" (armati). Il possesso di armi e la disponibilità al loro impiego da parte degli associati danno ulteriore vigore alla già elevata potenzialità intimidatoria della cosca desiana, accrescendone in modo esponenziale la "fama" criminale.

Un personaggio che gira armato è POLIMENI CANDELORO, come si evince da una conversazione tra quest'ultimo e CAMMARA Giuseppe (impiegato all'Ufficio Postale vicino alla cosca desiana) il quale chiede di procurargli un "giocattolo" che evidentemente il soggetto ha di fronte a lui e che non può che essere un'arma da fuoco:- (...omissis...CAMMARA:-...omissis...vedi se mi procuri un giocattolo come quello mannaggia a Dio...omissis...POLIMENI:-...omissis....no Franco, ora come ora è nera...omissis..."

PIO Carmelo, figlio di Pio Domenico cl. 46, gira armato tanto da incutere timore perfino all'amante del padre Riggio Angelica, al punto tale che ella vorrebbe farlo arrestare:- "...omissis...ORSINO Giorgia:-vabbè comunque quello lì è in giro un pò accavallato eh...RIGGIO Angelica:-minchia ragazzi...minchia ragazzi è pericoloso eh. ORSINO Giorgia:-e la cosa è pure di Ale te lo dico ma non. RIGGIO Angelica:-minchia ragazzi...ORSINO Giorgia:- te lo dico proprio, ma gli ha detto che gli serviva per fare una cosa infatti Ale è incazzato perchè dice io voglio la mia cosa perchè non so che cazzo ha fatto questo...omissis....ORSINO Giorgia:-vuoi andarli a denunciare? RIGGIO Angelica:-no a denunciare....fare...parlare con qualcuno e dirgli che lui oggi ha in ballo qualcosa...o domani o dopo domani....non lo so...e farlo prendere...omissis..."

Anche SGRO' Giuseppe si vanta di essere andato insieme a MANNA Domenico, entrambi affiliati al Locale di Desio, a riscuotere denaro in possesso di un'arma che era pronto ad usare "...omissis...GIUSEPPE:- Novità...sabato mi sono sparato con uno. CHECCO:-Si. si. GIUSEPPE:-Mi stavo sparando con uno. CHECCO:- Davvero? GIUSEPPE:-...incomprensibile...con la pistola di dietro...CHECCO:- Eh! Davvero? GIUSEPPE:-Dovevi vedere Mimmo Manna tu...CHECCO:-C'era anche lui? GIUSEPPE:-Si...minchia è partito dalla macchina...incomprensibile...alla macchina di questo quà...praticamente è il socio del Nando no! CHECCO:-...ride...Sei un balordo tu! GIUSEPPE:-il bastardo ...incomprensibile... lì a lavorare questo quà...incomprensibile...del signore...allora ...incomprensibile... e suo nipote il nipote di Nando non un suo amico non ho paura di te! Ti ammazzo gli ho detto dammi i soldi...incomprensibile...guarda che se non...incomprensibile...ti ammazzo qua perché stò andando in galera per te miserabile e c'era un altro, c'era un altro con lui un signore sui 40 anni un altro siciliano faceva tutto lui cioè stava da fuori e guardava la situazione, non è che è intervenuto no. Diceva "aggiustatevi". Si vedeva che era una persona per bene però no!...incomprensibile...abbiamo finito. Gli ho detto "ti butto...incomprensibile"...ma sai come l'ho trattato di merda...Mimmo poi l'ha messo...incomprensibile...Minchia ma io non lo facevo a Mimmo così...omissis..."

Un esmpio illuminante sui metodi adottati dalla cosca è certamente rappresentato dal sequestro di persona nei confronti di MERONI Claudio (titolare della ditta "Autotrasporti MERONI Paolo s.n.c. di MERONI Claudio e Corrado)

Questo episodio rappresenta una vera e propia "summa" dei concetti fin qui espressi: la cosca che si mobilità su ordine del Capo Società (PIO Candeloro) il quale chiama a raccolta i suoi uomini, (MANNA Domenico, i fratelli SGRO' Giuseppe e SGRO Eduardo Salvatore, MURAT - custode dell'area adibita a parcheggio TIR in uso a PIO Candeloro -, POLIMENI Candeloro - nipote dei fratelli MOSCATO, PIO Alfonso - fratello di PIO Candeloro, SALATINO Giuseppe - autista di camion alle dipendenze di PIO Candeloro - DI PALMA Francesco - autista di camion alle dipendenze di PIO Candeloro, FOTI Bartolo - uomo di fiducia di PIO Candeloro, - COTRONEO Vincenzo - parente di FOTI Bartolo) per intraprendere un'azione violenta ed intimidatoria nei confronti di una persona che intralcia gli affari pseudo leciti del sodalizio (nel settore degli autotrasporti ove il Pio non vuole "fastidi"); la condizione di assoggettamento e di omertà a cui viene ridotta la vittima in ragione dell'autentico terrore che incute la cosca sia per la "fama" di cui gode nel territorio sia per la concreta manifestazione di vera e propria coercizione fisica in danno del soggetto; il possesso di armi da fuoco da usare all'occorrenza.

Il MERONI, che in un primo momento non si è reso conto della considerazione criminale di cui gode la famiglia "PIO" (...omissis...Claudio:-io adesso vengo giu' a prendere i soldi Candeloro:-quali soldi...omissis...Claudio ..omissis...quei soldi li' me li devi dare..omissis...) tanto che pensa sia sufficiente farsi proteggere da due albanesi (...omissis...Corrado (fratello di Meroni Claudio n.a.) da ragione a Candeloro....Candeloro gli chiede chi sono questi due albanesi che sono andati prima....omissis...)

Ma le intenzioni di PIO Candeloro sono chiaramente dirette verso la preparazione di una vera e propria spedizione punitiva esemplare come si evidenzia nel colloquio che intrattiene con DI PALMA Francesco (affiliato al Locale di Desio)

"...omissis...ieri sera non mi rispondeva per niente neanche il fratello, avevo l'appuntamento dovevo caricare un bilico, ma non. Franco:- mi risponde, ieri sera l'avro chiamato cinquecento volte, si sono imboscati si sono messi paura si sono cacati sotto...omissis...Candeloro:-parola d'onore che lo attacco dietro la macchina. Franco:- almeno che non lo ammazzo priama io di te, lo sai che te lo faccio, io la scusa c'e' l'ho. Era ubriaco, erano in tre. Sono di Cabiate, non calabresi, siciliani, sono pisciaturi. Hai capito' vuoi che lo ammazzo prima che sale nella mia macchina?...omissis... Franco:- erano in dodici e sei arrivato da solo cosi'. Devo andare accavallato per dodici persone. Candeloro:- ricordati che il numero uno non perdona a nessuno...omissis..."
E' a questo punto che il terrore di essere ucciso del MERONI comincia a manifestarsi in autentiche invocazioni di pietà nei confronti di PIO Candeloro "Claudio Meroni chiama Pio Candeloro.....gli dice che lo sta chiamando per scusarsi per quello che ha fatto..omissis...Candeloro gli dice che le sue scuse ormai non servono a niente..omissis...Claudio gli chiede ancora cosa gli succederà adesso..che se lo devono ammazzare almeno lo vuole sapere. Candeloro gli dice che non lo ammazzeranno...però questa buffonata gli costerà cara....poi gli dice che tra mezzora gli manderà lì Franco a prenderlo e portarlo da lui...omissis...

Evidentemente, però, per il prestigio criminale di PIO Candeloro non può essere sufficiente una implorazione di scusa e quindi la vicenda si conclude con Meroni Claudio costretto a presentarsi al cospetto di PIO Candeloro (è presente anche POLIMENI Candeloro) ed a subire minacce e violenze fisiche:-

"Meroni:-....omissis...io mi devo scu..Tonino (PIO CANDELORO) io ho sbagliato, lo so che mi fai andare a casa o no? Pio Candeloro:-tu vai a casa, ci mancherebbe. Meroni Claudio:-Tonino (Pio Candeloro) io non so come scusarmi. Pio Candeloro:-pensavi di farmi paura Claudio! Meroni Claudio:-io no,ma non scherzare Tonino (Pio Candeloro) come faccio a farti le paure a te...omissis...Pio Candeloro:-ti volevi prendere il camion? Meroni Claudio:-ma che cazzo me ne frega del Camion, il camion puoi tenerlo anche tè, basta che attacchi, se tu attacchi il camion per me può andar bene...omissis..."

"...PIO Candeloro con la moglie Anna, dice che e' al piazzale si e' fratturato un dito con quel cornuto li (Meroni Claudio n.a.).....omissis...."

"....omissis...Franco:-eh non riesce più a parlare ci vuole un po' di tempo è rimasto un po'...ha detto che l'emozione è stata forte...omissis...Candeloro: cornuto e sbirro ..mi dispiace che mi sono fatto male a un dito io guarda! Franco:- eh..è stata già una persona troppo brava dai è stata una persona, va bene così. Come al solito abbiamo dimostrato che siamo persone a posto...omissis..."

Lo stesso PIO indubbiamente per consolidare il suo carisma all'interno del "gruppo criminale" continua a raccontare il "pestaggio" in danno di MERONI ed il successivo comportamento remissivo assunto da quest'ultimo, narrando i particolari a PENSABENE Giuseppe, detto "Compare Pino", affiliato inserito nel suo "gruppo":- (...omissis...Pio Candeloro:-Non centriamo niente non centriamo niente, siccome mi volevo caricare pure loro no, lo carico dai capelli sopra la macchina, COMPARE PINO, lo porto al parcheggio (NDR DEPOSITO CAMION IN USO A PIO CANDELORO) eravamo qualche otto nove persone, parola d'onore quante gliene ho date...omissis...Pio Candeloro:-all'ultimo Compare Pino, quando non ce l'ho fatta più, c'era Bartolo Foti, cerano tutti, c'era Salvatore (NDR SGRO' EDUARDO SALVATORE) il fratello di Peppe (NDR SGRO' la facevo più, si volevano avvicinare pure loro, ma gli ho detto di no, di non avvicinarsi perchè era una cosa che mi dovevo sbrigare alla fine Compare Pino lo prendo dai capelli, lo porto nella ditta...SCENDONO DALL'AUTO E SI ALLONTANANO...omissis...) poi rientrano in autovettura e continuano la conversazione:- (...omissis...Compare Pino:-hai fatto bene, se li meritava, hai fatto bene, se li meritava. Pio Candeloro:-poi la mattina, "Tonino vedi che ieri sera c'erano tre che ti cercavano, più sono venuti là dove ho il parcheggio" Compare Pino:-io non lo conosco. Pio Candeloro:-poi si è messo a piangere. Compare Pino:-per 2400,00 euro, viene al parcheggio. Pio Candeloro:- diceva, vieni quà. Si ma avanzavo i soldi io Compare Pino, allora perchè? (bestemmia) tutti fuori di testa sono le persone. Compare Pino:-Vabbè, avanzavi tu 8.000,00 euro e lui per 2.400,00 euro ha fatto tutto questo manicomio. Pio Candeloro:-L'ho chiamato stamattina e gli ho detto: prepara l'assegno. Entro il pomeriggio voglio i conti con le fatture dei viaggi e la prima fattura che torna dietro vengo li e ti scasso, ti taglio la testa gli ho detto, addirittura mi chiama e mi dice che mi faceva la tessera per il gasolio, per quel camion là che. Compare Pino:-almeno paga la scostumatezza, per queste cose. Pio Candeloro:-la prima volta che mi chiami per la rata di quel camion lì e tu non mi paghi le fatture, gli ho detto, "vegnu ca cu nu escavatore, fazzu na fossa e ti jettu d'inntru" (NDR TRADOTTO: vengo qua con un escavatore faccio una buca e ti metto dentro) poi pomeriggio è andato Giuseppe (NDR AUTISTA PIO CANDELORO) a caricare, non riusciva nemmeno a parlare, infatti mi ha chiamato e Giuseppe mi ha detto:-"come cazzo lo hai combinato a questo qua". Compare Pino:-hai fatto bene...omissis...)

Il racconto dell'episodio viene peraltro dalla viva voce di Polimeni Candeloro il quale riferisce l'accaduto a IAMONTE Natale cl. 81 (figlio di IAMONTE Remingo e nipote di IAMONTE Natale cl. 27) quasi che la vicenda debba accrescere la considerazione della cosca agli occhi degli IAMONTE di Melito Porto Salvo:-

(...omissis...Polimeni Candeloro:-oggi non volevo ne ridere, Natale, e ne piangere, te lo giuro ne ridere e me piangere, quando gli tirava i pugni in faccia, faceva: "mmm....mmm" e quello voleva essere voleva andare fuori dalla macchina, non mi diceva nemmeno il cuore di picchiarlo, perchè poveretto lo vedevo che diceva:"vi cerco scusa" lo ha pestato... incomprensibile...mattina, le comiche, non è uomo dopo che lo hanno pestato è scappato"guarda se hanno preso il numero di targa ed hanno chiamato i Carabinieiri, gli ho detto:" ti ammazzo io a te"...incomprensibile.... li dico:"guardate di me non potete dire, a me aveva detto solamente di andare a prendere uno che era a piedi, poi quello che hanno fatto, io l'ho lasciato e me ne sono andato, cazzo volete da me, era a piedi e dice che dovevo prendere uno, non lo so quello che ha fatto e quello che non ha fatto....." quello al telefono che parlava, è saltato dalla macchina lui, gli ha detto: sali in macchina, pezzo di merda, sali in macchina" lo ha preso da quà e lo fatto salire in macchina....(NDR POLIMENI CANDELORO RIDE MENTRE RACCONTA QUESTA PARTE DELLA VICENDA)....aveva il telefono tra le mani, che stava parlando per i suoi cazzi, gli ho detto:"vedi se non sta chiamando i carabinieri uno "ZIMBARO" (tradotto asino) di questi" è saltato dalla macchina nuovamente e gli ha detto:"che cazzo fai ? l'altro:"no, no sto parlando al telefono" a mi pareva gli ha detto... pezzo di merda gli ha detto, no, no io l'ho accompagnato da Mariano io non so un cazzo, l'ho portato perche non ha la patente. Ed ora vai vai gli ha detto...incomprensibile....come è salito in macchina e si è girato, quello fa:"Toni' mi riporti, poi mi riporti" e io:"tutti vengono portati " gli ho detto. Natale:-si è cacato! Polimeni Candeloro:-era troppo confusionato a me mi ha chiamato stavo andando al bar alle otto...mi ha chiamato Peppe (NDR SGRO' Giusppe). Natale:... incomprensibile...Polimeni Candeloro:-No, a me mi ha chiamato Peppe (NDR SGRO' Giusppe) mi ha chiesto dove ero ed io gli ho detto:"sto andando al bar"e lui:" passa che ci prendiamo un caffè alle otto...omissis...)

Si può senza dubbio affermare che il gruppo riferibile a PIO Candeloro rappresenta il "braccio armato" del Locale di Desio, a differenza del gruppo riferibile a PIO Domenico cl. 46, il quale coltiva la propria attività, dedita quasi esclusivamente all'usura ed alle estorsioni (per le quali non è stato possibile la specifica contestazione atteso che non sono state escusse le probabili vittime per motivi di riservatezza delle indagini), senza particolari interventi violenti bensi facendosi forte della "fama" consolidata nel tempo attorno alla sua persona ed all'appartenenza al Locale di Desio, tanto che è sufficiente per lui ricorrere alle minacce per indurre le vittime a piegarsi alle sue richieste illecite.

Orbene numerosi sono gli episodi emersi nel corso delle indagini da cui si evincono da una parte gli interventi diretti di PIO Candeloro e dei suoi sodali per mantenere ed estendere il "prestigio" acquisito dalla cosca nel territorio e dall'altra la considerazione assunta dal medesimo negli ambienti anche criminali tanto che a lui si rivolgono coloro che intendono essere autorizzati ad intraprendere azioni violente o coloro che richiedono la sua protezione dopo aver subito atti intimidatori. In tal senso si inserisce la vicenda riguardante l'esplosione di cinque colpi di arma da fuoco nelle vetrine dell'attività commerciale detto "BAR DALLA ENZA"sito in Desio. Dalla ricostruzione effettuata dai CC operanti e dalle conversazioni intercettate l'atto criminale è riferibile a PIO Candeloro (presumibilmente trattasi del preludio ad una richiesta estorsiva) (...omissis...PIO CANDELORO:-La n'drangheta a Desio che dice stamattina. SGRO' GIUSEPPE:-Eh la 'ndrangheta. PIO CANDELORO:-Dice che tirano pistolettate della madonna. SGRO' GIUSEPPE:-Ah si? PIO CANDELORO:-A Enza gli hanno sparato tutto il bar. SGRO' GIUSEPPE:-Ma che dici. PIO CANDELORO:-Eh, che dico, eh che dici. PARRAVICINI STEFANO:-Domenica notte....omissis...) come confermato anche da un'altra conversazione intervenuta tra MARRONE Ignazio (vittima di estorsione di PIO Candeloro) che commenta l'episodio in questione con la moglie CATTANEO Samantha, (...omissis...IGNAZIO:-Soldi vanno cercando Sama' (Samantha); SAMANTHA:-perchè la Enza non ha le stesse coperture? IGNAZIO:- gli sbirri...omissis...)

Perfino i fratelli MARRONE Natale ed Ignazio, che in più occasioni non hanno disdegnato di attraversare il confine che separa il lecito dall'illecito, hanno piena consapevolezza dello spessore criminale di PIO Candeloro tanto da essere a loro volta vittime di estorsione da parte di quest'ultimo ed oggetto delle sue "attenzioni" intimidatorie quali l'esplosione di due ordigni, all'interno del deposito della loro società "RECUPERI E AUTODEMOLIZIONI S.R.L." avvenuta il 20.05. 2009, che provoca anche la distruzione di numerose autovetture ivi ricoverate. L'attentato è certamente riconducibile a PIO Candeloro come analiticamente ed esaurientemente ricostruito nel capitolo riguardante i reati fine dell'associazione mafiosa163 e fornisce piena contezza del potere esercitato nel territorio dal PIO e dalla sua compagine, anche nei confronti di persone che godono di un certo rispetto nell'ambito della malavita comune.

Anzi la paura ed il timore che incute PIO Candeloro si appalesa in modo più evidente allorquando lo stesso MARRONE Ignazio chiede proprio a lui una sorta di "autorizzazione" ad effettuare una ritorsione violenta nei confronti di tale CORBETTA Francesco Andrea Maria, titolare della concessionaria Audi VW sita in Cesano Maderno "...omissis...guarda che ti avviso io eh....sai tu la Volkswagen che c'è quà? la Vollkswagen che c'è quà, CORBETTA...io in settimana gli faccio il battesimo, tutte le vetrine, gli ha fatto un'infamata ad un amico mio, gli ha fatto, a me ha infamato e ah..che noi smontiamo macchine io e Vizzi; vedi questo te lo dico, va bene Compare ?..omissis...." E' appena il caso di aggiungere che l'autorizzazione ha avuto luogo atteso che tra il 18 dicembre 2009 e il 19 dicembre 2009 la vetrina della predetta concessionaria è stata attinta da tredici colpi d'arma da fuoco.

Una manifestazione ancor più evidente del potere dell'organizzazione di penetrare nel tessuto economico commerciale del territorio attraverso l'acquisizione di quote di esercizi pubblici, peraltro già sottoposti ad estorsione, oppure attraverso il tentativo di controllare un intero settore quale quello degli autotrasporti, si desume da vicende emerse e documentate dalle investigazioni espletate.

Un primo episodio riguarda l'estorsione in danno di BARBERA Santo, detto "Sandro" titolare del ristorante "EURO TAVERNA" di Desio. Costui si lamenta con PIO Candeloro del fatto che altre persone (n.i.) si sono "permesse" di chiedergli dei soldi nonostante egli già godesse della "protezione retribuita" fornitagli dallo stesso PIO: "...omissis...SANDRO:-Cioè, io non vengo, quello che dico io, non vengo a casa tua senza il tuo permesso. PIO CANDELORO:-Giusto, adesso andiamo a bere un bel caffè e ci capiamo una volta per tutte, ci dobbiamo capire..omissis...."; "...omissis...SANDRO:-Allora io purtroppo sono riuscito a recimolare tutto quello che potevo eh. Ho anche un pò di moneta...(Si sente rumore e la voce di Sandro, a tono basso, come se stia contando del denaro)...SANDRO:-Cinquanta se ne mancano 100 eh. PIO CANDELORO:-Ma si non ti preoccupare...omissis...SANDRO:-Tutto quello che c'era di oggi dimmi tu. PIO CANDELORO:-Non ti preoccupare. SANDRO:-4.900,00 li metto qua...omissis..."

Allo stesso interlocutore che gli manifesta difficoltà economiche, PIO Candeloro propone di introdurre nella compagine sociale una persona di sua fiducia e "pulita":...omissis...PIO CANDELORO:-Non con loro, tu dovresti vedere comunque se c'è da fare una situazione del genere dimmelo, la trovo io la persona, pulita. SANDRO:-Ci vuole una pulita. PIO CANDELORO:-No no no, pulita, eventualmente...inc...)

Il secondo episodio concerne l'attività di autotrasportatore svolta da PIO Candeloro e il suo tentativo di dominare il settore attraverso il controllo del gasolio che deve essere fornito esclusivamente a persone da lui appositamente indicate (...omissis...PIO CANDELORO:-No. Io gli ho detto, tu gasolio non ne porti da nessuna parte, tutto quello che c'è me lo prendo io, gli ho detto, tu qua nelle zone gasolio non ne porti. Lui mi fa, ma cos'è un imponimento? Si è un imponimeto, se parli così, domandagli a Peppe, Giuseppe Sgrò. MANNA DOMENICO:-Hai fatto bene a fare così, mi sei piaciuto, che lui voleva fare. PIO CANDELORO:-Dice, io non ho niente con Carmelo, cosè un imponimeto? Dimmi perchè non glielo devo portare? Te lo devo dire a te, gli ho detto, vuol dire che non se lo merita, va bene, poi se glielo vuoi portare, fammi vedere il mezzo lì e poi vedi come vengo e ti brucio il camion, domandagli a Peppe. Gli ho detto, se fino all'inverno vai bene, tutto il gasolio che hai nelle mani deve passare prima dalle mie mani, se no tu qua ai miei paesani non gli dai niente a nessuno."...omissis...PIO CANDELORO:-E' diventato una pecora, minchia alle 10:30 giovedì, anzi me lo doveva portare venerdì, poi oggi, poi oggi era festa ed è venuto ieri. MANNA DOMENICO:- Adesso vedrai come si comporta. PIO CANDELORO:-Ha detto che domani viene per l'aperitivo con sua moglie...omissis...PIO CANDELORO:-Eh, lo castighiamo se non lo fa. MANNA DOMENICO:-Adesso vediamo come si comporta, vedrai...omissis...)

Per quanto concerne il gruppo facente capo a PIO Domenico cl. 46, la forza di intimidazione del sodalizio non necessità di azioni violente per esprimersi atteso che la "fama" ed il "prestigio criminale " del capo, presente nel territorio da molto tempo e già sottoposto a numerosi procedimenti giudiziari, sono sufficienti ad incutere nelle persone il timore di conseguenze negative ed a creare quel clima di assoggettamento e di omertà tipico dei territori soggiogati dalle consorterie mafiose. A PIO Domenico infatti sono sufficienti minime minacce verbali dirette o recapitate tramite i suoi accoliti per determinare le vittime ad eseguire quanto richiesto e a non denunciare i fatti.

Peraltro diverse ragioni hanno portato il Locale di Desio ed i suoi massimi rappresentanti a permeare i gangli della vita politica comunale (MOSCATO Annunziato e MOSCATO Natale hanno ricoperto cariche pubbliche) tanto da poter affermare tranquillamente che gli appartenenti alla cosca mafiosa possono contare oggi su esponenti di rilievo della vita pubblica per risolvere problemi ed ottenere vantaggi all'interno della Pubblica Amministrazione.

In tal senso si colloca l'intervento del MOSCATO Annunziato Giuseppe presso il Comune di Cesano Maderno per favorire il cugino di LAMARMORE Antonino, COPPOLA Natale, autore di un abusivismo edilizio, sanzionato dalla Polizia Locale. MOSCATO rassicura LAMARMORE facendogli intendere che egli ha ogni possibilità di soluzione all'interno dell'ente citato.
(...omissis...MOSCATO asserisce che l'assessore non c'era e che aveva l'appuntamento Martedì mattina alle ore 09:30/10:00. LAMARMORE ribadisce di temere che magari con il passare del tempo la multa sarebbe arrivata maggiorata. Giuseppe MOSCATO tranquillizza Antonino dicendo di non preoccuparsi perché non sarebbe arrivato niente e che stasera doveva parlare con un geometra mentre Martedì aveva l'appuntamento con l'assessore. MOSCATO aggiunge che si era letto tutta la pratica e prima di chiudere la conversazione dice a LAMARMORE di non preoccuparsi perché il problema lo avrebbero risolto...omissis...); (...omissis...LAMARMORE Nino:-mi ha detto mio cugino se quelle richieste al Comune le hai fatte! Moscato Annunziato:-si...si...se ci vediamo ti spiego tutto....si vede che è andato giù....va bene dopo...vieni li al capannone e ti spiego tutto dai!...omissis...MOSCATO Annunziato:-alle tre la al capannone, così ti spiego tutta la situazione...disegni. LAMARMORE Nino:-vedi che viene pure mio cugino....Peppe! così...omissis...)

MOSCATO Natale si interessa presso il Comune di Desio per la residenza di MINNITI Nicola e un suo operaio, RIGGIO Pasquale, accelerando la pratica anche con l'inetervento dei VV.UU. (...omissis...MINNITI Nicola chiama MOSCATO Natale e gli chiede se è in giro perchè voleva andare dai Vigili per la residenza. MOSCATO dice alle 14.30 e poi chiede se il ragazzo ha fatto la domanda. MINNITI dice di no. MOSCATO dice di dire al ragazzo di fare la domanda che poi se la vedrà lui. MINNITI dice che andrà con il ragazzo stamattina e di fare la domanda di residenza e MOSCATO dice che provvederà lui a fargliela dare subito domattina, se ha bisogno dei documenti. MINNITI andrà stamattina. MOSCATO dice che se ci sono problemi si sentiranno nel pomeriggio...omissis...)

A dimostrazione dell'interessamento della questione da parte del MOSCATO giunge una conversazione telefonica, con la quale la Polizia Locale di Desio, in maniera alquanto anomala ed inusuale, annuncia l'accertamento anagrafico.

La residenza al MINNITI ed al suo operaio sarà concessa con decorrenza dal giorno 3 Giugno. (...omissis...la polizia locale di Desio chiama e chiede se, chi risponde e' il signor Riggio. Minniti dice di no e l'agente della Polizia Locale chiede se l'interlocutore e' il sig. Minniti; Minniti dice di si. l'ag. della p.l. ha chiamato per avvisare che oggi pomeriggio dopo le 16.30 andra' a fare l'accertamento per la residenza richiesta. Minniti dice che lui non ci sara' e fara' aspettare l'altro (forse riggio pasquale suo autista dipendente)...omissis...)


IL TERRITORIO

Per definire l'ambito territoriale di attività della cosca, occorre precisare che per quanto concerne il Locale di Desio, esso non esercita un controllo totale sulla attività criminale attraverso una rigida perimetrazione dell'ambito territoriale che non appare pertanto definito geograficamente. Certamente, si puo' parlare di un'area d'influenza anche per quanto concerne l'infiltrazione nella Pubblica Amministrazione che riguarda i Comuni di Desio e Cesano Maderno. Si puo' altresi parlare di attività criminale svolta e programmata soprattutto nel territorio di Desio ma che si estende anche in altri comuni. (Vds. luoghi di commissione dei reati fine)

Si può ancora affermare che comunque i personaggi di cui trattasi si incontrano prevalentemente negli stessi luoghi, (vds. le numerose annotazioni dei Servizi di O.C.P.) individuati nel "ristorante "Braai" di Giussano - nella Gelateria "Sottozero" (ex bar Gloria, sita in Desio Via Milano) - nel "Triky Bar" di Seregno di PIO Candeloro - nel "bar Aisha Cafe" (ex bar cane di gesso, sito in Desio in Via Matilde Serao) - nei bar csd. "da Enza" e "da Mirella" (entrambi in Desio, rispettivamente in Via Ferravilla ed in Via per Bovisio) e nella "Pizzeria Italia" (in Via per Desio di Cesano Maderno) locale gestito da SALADINO Renato, cognato di PIO Candeloro.


I PERSONAGGI


Definite la struttura e l'attuale operatività del Locale di Desio, occorre passare all'esame dell'organico del gruppo criminale indicando i vari personaggi che ne risultano affiliati.

E' bene precisare che solamente per MOSCATO Annunziato e PIO Candeloro si ha prova di una investitura "formale" circa la carica rivestita (MOSCATO Capo Locale e PIO Capo Società). Per tutti gli altri l'appartenenza al Locale si evince dalla loro partecipazione all'attività criminale del gruppo con ruoli definiti e quindi da condotte che non possono ritenersi occasionali. Sono personaggi sui quali i capi ed i vari responsabili possono contare in ogni momento per azioni intimidatorie, commissione di reati fine nonchè per far conseguire dei vantaggi agli altri appartenenti all'organizzazione. Nel descrivere le singole posizioni si cercherà di evidenziare analiticamente tutti i comportamenti frutto non di una mera e sporadica circostanza bensi della manifestazione di un ruolo organicamente inserito nel Locale di Desio.

D'altra parte all'interno del Locale di Desio convivono "due gruppi" che hanno una certa autonomia, uno facente capo a PIO Candeloro e l'altro che ha come punto di riferimento lo zio PIO Domenico cl. 46.

L'ambizione e la voglia di autonomia del primo lo hanno portato ad entrare in contrasto con PIO Domenico cl 46, come si evince da due conversazioni intercettate:-

la prima intervenuta tra PIO Candeloro ed il cugino MINNITI Giuseppe, affiliato al Locale di Desio e vicino a PIO Domenico cl. 46 in cui chiaramente si indica quest'ultimo come il capo dell'altra fazione (...omissis...MINNITI GIUSEPPE:-Ma poi sono scesi lo Zio (PIO Domenico) e Nicola (MINNITI Nicola)? PIO CANDELORO:-Si sono scesi, i tuoi capi sono scesi. MINNITI GIUSEPPE:-Eh, me lo hanno detto ieri che sono scesi. I tuoi capi, ho capito. PIO CANDELORO:- Eh non ho capito, non sono i tuoi capi? che cazzo vuoi? MINNITI GIUSEPPE:-E' normale no, scusa un attimino, è buono quando è così...omissis...)

la seconda intercorsa tra PIO Candeloro e AQUILINO Antonio (personaggio vicino allo stesso PIO Domenico cl. 46) attraverso il quale PIO Domenico invia un "messaggio" chiaro a PIO Candeloro di non invadere il settore di sua competenza (...omissis...AQUILINO ANTONINO:-Allora, due consigli ti do. PIO CANDELORO:-Uno. AQUILINO ANTONINO:-Si, quando ti muovi, ti conviene che ti muovi da solo. Me l'accetti o no? Primo consiglio. Giusto? PIO CANDELORO:-Due. AQUILINO ANTONINO:-Ah? PIO CANDELORO:-Due. AQUILINO ANTONINO:-Secondo, te l'ho detto oggi, per lì non c'è niente, lì è territorio di tuo Zio, quello che resta sono briciole, non andare dietro un altro, non so se hai capito, penso che te ne sei accorto, o no?...omissis...)


"MOSCATO Annunziato Giuseppe"

MOSCATO Annunziato Giuseppe, detto "Peppe" è nipote diretto di IAMONTE Natale cl. 1927; la madre IAMONTE Antonia, deceduta nell'anno 1994, era la sorella di Natale. Annunziato Giuseppe è il fratello più anziano dei MOSCATO ed è stato da subito individuato come il "Capo del Locale di Desio":-

(....omissis...MANDALARI Vincenzo:-Qua Tonino praticamente fa il CAPO SOCIETA' LAMARMORE Antonino:-Si. MANDALARI Vincenzo::-COMPARE PEPPE fa il CAPO LOCALE. LAMARMORE Antonino:-no ma lui è la sotto ah eh. MANDALARI Vincenzo:-PEPPE MOSCATO. LAMARMORE Antonino:-Si ma questo se lo stai a sentire non sa niente. MANDALARI Vincenzo:-il contabile chi lo fa. LAMARMORE Antonino:-Mi sembre che è quel figliolo, no il contabile è, non mi ricordo come si chiama...omissis...)

(...omissis...Mandalari:-MOSCATO. Panetta:-MOSCATO e questi sono una decina sono dieci - dodici...omissis...)

Numerosi sono infatti gli elementi che portano a detta conclusione, come meglio si evidenzierà nel prosieguo. Il suo intervento viene richiesto ogni qualvolta sorgano all'interno del Locale di Desio contrasti fra i componenti o inosservanze di regole generali che ogni affiliato deve osservare.

Impartisce disposizioni imperative sul comportamento da tenere da parte degli affiliati:- (....omissis....MOSCATO SAVERIO:-E' venuto Pietro qua e disse no io non so niente prima di fare una cosa dovete chiedere il permesso. POLIMENI CANDELORO:-E lui che ha detto? MOSCATO SAVERIO:-Si va da Nicola, prima di fare una cosa, si chiede il permesso si chiede il permesso e lui ha detto: c'è Candeloro e beh c'è Candeloro. POLIMENI CANDELORO:-C'è Candeloro. MOSCATO SAVERIO:-E allora? E poi si è calato l'altro. POLIMENI CANDELORO:-Chi? MOSCATO SAVERIO:-Peppe. POLIMENI CANDELORO:- Ah. MOSCATO SAVERIO:-Comunque, io sono rimasto che da quì a domani se lo veniva a fare. No, dovete venire tutti voi, mi dovete dire cosa fare, perchè lo devo sapere pure io, perchè se gli dobbiamo fottere i soldi, glieli fottiamo no e' un problema. POLIMENI CANDELORO:-Non se li deve fottere da solo. MOSCATO SAVERIO:-Non se li deve fottere da solo....omissis...)

Egli rappresenta il Locale in tutti i "summit" che vengono convocati nell'ambito della struttura "Lombardia". E' stato coinvolto, assieme ai fratelli ed altri in pregresse indagini riguardanti la cosca "IAMONTE".

Intanto si richiama quanto sopra espresso circa la parte storica del Locale di Desio ed i rapporti con la "Lombardia". Innumerevoli sono gli elementi da cui si evince che egli è il Capo del Locale di Desio, un primo esempio è fornito da una conversazione ambientale, nel corso della quale MOSCATO Annunziato Giuseppe, che si trovava in macchina con MANDALARI Vincenzo e LAMARMORE Antonino, è coinvolto nella discussione degli altri Capi Locale appartenenti alla Lombardia; la conversazione verte sulla gestione della Lombardia stessa e degli affari di ndrangheta ed assume valenza indiziante oltre che per l'oggetto anche per il calibro e lo spessore dei personaggi che interloquiscono:- (...omissis...Moscato:-E ha fatto una parlata! Che non ti dico! Vabbe che particolre! Ma guarda non ti dico che! Che dopo l'ho visto anche in televisione! Solo che ho pagato quattro ha presentato a. Lamarmore:-Ma lui lo sa che io conosco anche a MIMMO. Moscato:-E' stato lui secondo me MIMMO che a. Mandalari:- Ma quello che gestisce il magazzino edile chi è? Lamarmore:-Due fratelli! e SAVERIO! Mandalari:-SAVERIO! Lo conosco a SAVERIO! NINO! Invece! Veramente ci siamo incontrati 2 volte....omissis...Mandalari:-poi ho chiamato a SAVERIO io, che è come un fratello!...omissis...Mandalari:-...omissis...E quello è stato il primo incontro che ho avuto con SAVERIO e non ci siamo più incontrati!" Poi ci ho parlato perchè, con cui lavora FRANCO, lavora PAOLO IORINO. Lamarmore:-Ah sì! Mandalari:-PAOLO IORINO! che l'ho cresciuto io". Lamarmore:-Ah si ha fatto anche altri lavori. Mandalari:-Poco ci è voluto che l'ho cresciuto io!...me ne parla lui! Lamarmore:- No! No! No! Ma uno neanche lo concepisce! Mandalari:-Adesso fa un po da l'impreditore, fa l'impresa, fa l'immobiliarista. Moscato:-C'è stato un momento che lo abbiamo dato alla mafia, questo ragazzo! Mandalari:-Adesso a sinistra, compare NINO, ah gia che A me sembra che va benino PAOLO, o no? Io l'altro ieri l'ho visto! Lamarmore:-No no io lo vedo ogni mattina! Mandalari:- Perchè dovevamo fare quella lì di...dovevamo comprare quella lì a San Carlo!...omissis...Mandalari:-Ma Cardano al Campo dov'è ? Moscato:- superstrada e si vede Cardano al Campo, inc...erano quattro case, quattro palazzine negli una striscia di 5 metri l'ultima palazzina risultava...omissis...Moscato:-300.000.0000 milioni (Lire)! Mi hanno fatto! E meno male che li abbiamo pagati! Mandalari:-E meno male che c'è stato il condono! Moscato:-Bestemmia! noi abbiamo lavorato 10 anni per loro! Attenzione 10 anni per loro! Mandalari:-Me lo dici a me? MOSCATO! Moscato:- E ancora!...omissis...)

Il MOSCATO peraltro rimane un saldo punto di riferimento per tutti, sia per quelli che compongono il Locale di Desio che per gli altri appartenenti ai Locali di ‘ndrangheta della Lombardia.

In tal senso si colloca l'intervento di MOSCATO Annunziato Giuseppe presso il Comune di Cesano Maderno per favorire il cugino di LAMARMORE Antonino, COPPOLA Natale, autore di un abusivismo edilizio183, sanzionato dalla Polizia Locale. MOSCATO rassicura LAMARMORE facendogli intendere che egli ha ogni possibilità di soluzione all'interno dell'ente citato. (...omissis...MOSCATO asserisce che l'assessore non c'era e che aveva l'appuntamento Martedì mattina alle ore 09:30/10:00. LAMARMORE ribadisce di temere che magari con il passare del tempo la multa sarebbe arrivata maggiorata. Giuseppe MOSCATO tranquillizza Antonino dicendo di non preoccuparsi perché non sarebbe arrivato niente e che stasera doveva parlare con un geometra mentre Martedì aveva l'appuntamento con l'assessore. MOSCATO aggiunge che si era letto tutta la pratica e prima di chiudere la conversazione dice a LAMARMORE di non preoccuparsi perché il problema lo avrebbero risolto...omissis...);(...omissis...LAMARMORE Nino: mi ha detto mio cugino se quelle richieste al Comune le hai fatte! Moscato Annunziato:- si...si...se ci vediamo ti spiego tutto....si vede che è andato giù....va bene dopo...vieni li al capannone e ti spiego tutto dai!...omissis...MOSCATO Annunziato:-alle tre la al capannone, così ti spiego tutta la situazione...disegni. LAMARMORE Nino:- vedi che viene pure mio cugino....Peppe! così...omissis...)

Peraltro, ndranghetisti quali PANETTA Pietro e MANDALARI Vincenzo forniscono chiari ed inequivocabili riferimenti su MOSCATO Annunziato Giuseppe, indicandolo come Capo del Locale di Desio al quale vogliono conferire la dote del "Padrino" (...omissis...Panetta dice:-vi passo per novita' che vogliono dare la crociata a Rocco a Robertino a Manno, poi a il padrino ad uno di Manno a Carmelo e a Peppe Moscato altro...altro..compare nino ha detto: non lo so mi pare che abbia detto qualcun altro pero' adesso mi sono scordato...omissis...)

In più di un'occasione è richiesto l'intervento del Capo Locale MOSCATO Annunziato Giuseppe allorchè all'interno della cellula criminale qualche affiliato non rispetta le regole di condotta. E' quanto si verifica allorquando PIO Candeloro, Capo-Società del Locale di Desio, anteponendo i propri interessi personali a quelli della cosca, cerca di appropriarsi di beni e proprietà di MARRONE Ignazio, non conferendoli al patrimonio del Locale ed alla condivisione tra gli associati.

In tal senso va intesa la conversazione intervenuta tra MOSCATO Saverio ed il nipote POLIMENI Candeloro, nel corso della quale il POLIMENI invita lo zio a chiedere a PIO Candeloro se il suo comportamento sia stato avallato o meno anche dai vertici della ‘ndrangheta di Melito Porto Salvo e specificatamente da IAMONTE Remingo (figlio di IAMONTE Natale cl. 27), soprannominato e noto in tali ambienti, oltre che con il termine "Picciriu" (piccolino), anche con il soprannome "Bassotto", a causa della sua bassa statura187 (...omissis...MOSCATO SAVERIO:- Qua ci e' arrivata l'imbasciata da la sotto, Candeloro! POLIMENI CANDELORO:- Penso che hanno parlato, lui disse che come arrivava l'imbasciata lui cosi ha detto. MOSCATO SAVERIO:-Come ti ha detto? POLIMENI CANDELORO:-Quello che fai? MOSCATO SAVERIO:-Si quello che fa lo so io, perchè mi ha chiamato? POLIMENI CANDELORO:-Tu gli devi dire che ce la deve dare qua, se no e' meglio che te ne vai da qui, di venderti tutto e di andartene da qui...omissis...(solo rumore del motore)...MOSCATO SAVERIO:-...inc...questo pezzo di merda che è. POLIMIENI CANDELORO:-Parla in sotto voce. MOSCATO SAVERIO:-(non capisce e risponde) ah? POLIMENI CANDELORO:-Ripete in sotto voce (inc.)...c'era pure Ignazio? Ah, no, lui dice che Candeloro e' andato e si è comportato male. MOSCATO SAVERIO:-Ma che si è comportato male che non ci rompesse la minchia, comportato male, a lui cosa cazzo gli ha preso, cosa gli ha preso, 2/300.000,00 euro, Candeloro. POLIMENI CANDELORO:-A Natale l'hai avvisato? MOSCATO SAVERIO:-Era in ufficio (inc..) POLIMENI CANDELORO:- E cosa ha detto? MOSCATO SAVERIO:-Certo appena è uscito dall'ufficio, non è che per telefono -parla a bassa voce-...silenzio...MOSCATO SAVERIO:-Un conto è quello che è successo! Un conto è che quando lui gli ha dato 150.000,00 Euro. Ma lui te l'ha raccontato? Io. POLIMINEI CANDELORO: "Lui disse ma come arriva l'imbasciata cosi ha detto, che ne so se è vero.- rumori del motore- silenzio. MOSCATO SAVERIO:-Comunque il discorso Candi è questo. POLIMENI CANDELORO:-Ma di questo fatto, con zio Peppe bisogna parlare. MOSCATO SAVERIO:-Ma quindi secondo te che dovremmo fare, io onestamente non lo so. POLIMENI CANDELORO:-Parlo con zio Peppe. MOSCATO SAVERIO:-Eh. POLIMENI CANDELORO: Parlo con zio Peppe.- parlano sotto voce -silenzio- MOSCATO SAVERIO:-Secondo te lo devo rimproverare o lo devo appoggiare? POLIMENI CANDELORO:-Allora la prima cosa di tutto, gli dici che ti hanno chiamato e via dicendo, dopo che ti dice si si e' vero ti dirà di si e tutte cose. Ma senti una cosa, mi devi fare la cortesia, se poi dice di no, per dire glielo hai detto, uno, il "BASSOTTO" lo sa? Tu dici le cose e le fai. MOSCATO SAVERIO:-Gli ho dato 2 giorni di tempo. POLIMENI CANDELORO:-Gli hai dato 2 giorni di tempo? MOSCATO SAVERIO:-...inc...POLIMENI CANDELORO:-...inc...è entrato oggi? MOSCATO SAVERIO:-Penso qualche giorno fa...-rumori del motoresilenzio... incomprensibile...POLIMENI CANDELORO:-Da una parte gli sta bene, perchè ti sei fatto. MOSCATO SAVERIO:-Ma io ti ripeto, lo potrei anche appoggiare, ma tu che credi, che è testa di cazzo solo lui? POLIMENI CANDELORO:-Come mi hai detto: io gliel'ho detto a Candeloro. Come gli hai detto? MOSCATO SAVERIO:-Che io non so un cazzo. POLIMENI CANDELORO:- (inc.)...suo Zio me l'ha detto. MOSCATO SAVERIO: "Ah?"POLIMENI CANDELORO: "(inc.)"- silenzio -POLIMENI CANDELORO:-gli fottono l'euro dalle cambiali. MOSCATO SAVERIO:-Si si si. POLIMENI CANDELORO:-Non è stupido però eh? -...i forti rumori dell'autovettura coprono le voci dei due...- MOSCATO SAVERIO:-Questo qua è il padre di Natale? POLIMENI CANDELORO:-No Natale non lo vedi dov'è. MOSCATO SAVERIO:-E allora chi cazzo è? gli ha detto di spararlo a Natale. POLIMENI CANDELORO:-Gli ha detto di spararlo a Natale. MOSCATO SAVERIO:-No no. Però ti ripeto, suo padre era serissimo, è uno che secondo me se deve partire, parte. Però non è necessario gridare. POLIMENI CANDELORO:-...inc...MOSCATO SAVERIO:-Poi ti ripeto ma tu stai facendo qualcosa? Ah.- forti rumori...incomprensibile...POLIMENI CANDELORO:-Non gli dire niente allo Zio Peppe. Se gli deve dire qualcosa, di prenderlo. MOSCATO SAVERIO:-Eh? POLIMENI CANDELORO:-Se gli deve dire qualcosa, di prenderlo e di mandarlo a vaffanculo. POLIMENI CANDELORO: "(inc.)"MOSCATO SAVERIO:-Non ho capito. POLIMENI CANDELORO:-Lo ciuncano (gambizzano). C'è anche il boccalone di suo fratello. MOSCATO SAVERIO:-Chi? POLIMENI CANDELORO:-Il boccalone di suo fratello. MOSCATO SAVERIO:-E questa Q7? POLIMENI CANDELORO:-Di Natale è. MOSCATO SAVERIO: "(inc.)" POLIMENI CANDELORO:-Se la è portata via. MOSCATO SAVERIO:-70.000,00 euro di macchina...omissis...)

La prosecuzione della conversazione sopra riportata risulta ancora piu' importante, in quanto oltre ad evidenziare i ruoli di alcuni componenti l'organico del Locale di Desio (ruolo di contabile" ricoperto da MINNITI Nicola) ribadisce in modo incontrovertibile quello indiscusso di Capo Locale di MOSCATO Annunziato
(...omissis...POLIMENI CANDELORO:-...incomprensibile...la sa lunga. MOSCATO SAVERIO:-Un discorso personale, disse, ma personale che cosa? POLIMENI CANDELORO:-Chi è che te lo ha detto. MOSCATO SAVERIO:- Candeloro. POLIMENI CANDELORO:-Te lo ha detto a te? MOSCATO SAVERIO:- Personale non e' Candeloro. POLIMENI CANDELORO:-E quindi come siete rimasti? MOSCATO SAVERIO:-Che gli deve portare altri camion. POLIMENI CANDELORO:...incomprensibile...non ho capito, ma mi spieghi un pò, magari. MOSCATO SAVERIO:-In poche parole gli ho detto perchè non mi hanno chiamato questi qua e via dicendo gli ho detto perchè non devi parlare gliel'hai detto a Pietro? No no no, tu ieri dovevi andare da tuo fratello Pietro per parlare e via dicendo, non è andato e via dicendo. Vabbè, ma comunque Candeloro, così non va bene. Dice ma comunque con questa cosa qui tralascia il discorso nostro, perchè è una cosa personale. Gli ho detto: di personale non c'è niente. POLIMENI CANDELORO:-No, non c'è personale qua. MOSCATO SAVERIO:-Non è questione di personale o non personale se poi e via dicendo, insomma, se è una cosa così e via dicendo e comunque io rispetto sempre...incomprensibile...POLIMENI CANDELORO:-ah. MOSCATO SAVERIO:-E' venuto Pietro qua e disse no io non so niente prima di fare una cosa dovete chiedere il permesso. POLIMENI CANDELORO:-E lui che ha detto? MOSCATO SAVERIO:-Si va da Nicola, prima di fare una cosa, si chiede il permesso si chiede il permesso e lui ha detto: c'è Candeloro e beh c'è Candeloro. POLIMENI CANDELORO:-C'è Candeloro. MOSCATO SAVERIO:-E allora? E poi si è calato l'altro. POLIMENI CANDELORO:-Chi? MOSCATO SAVERIO:-Peppe. POLIMENI CANDELORO:- Ah. MOSCATO SAVERIO:-Comunque, io sono rimasto che da quì a domani se lo veniva a fare. No, dovete venire tutti voi, mi dovete dire cosa fare, perchè lo devo sapere pure io, perchè se gli dobbiamo fottere i soldi, glieli fottiamo no e' un problema. POLIMENI CANDELORO:-Non se li deve fottere da solo. MOSCATO SAVERIO: "Non se li deve fottere da solo. POLIMENI CANDELORO:-Questa cosa pers. non ha cose personali. Si si comunque. MOSCATO SAVERIO:-No no questo fatto quà si deve parlare bene. POLIMENI CANDELORO:-Io già gliel'ho mandata l'imbasciata a mio Zio. MOSCATO SAVERIO:-Ah. POLIMENI CANDELORO:- Giovanni, che era qua..incomprensibile. Candeloro...incomprensibile...MOSCATO SAVERIO:-Si si, chiede i soldi ad Antonici...(incomprensibile)...cioè fotte a quelli che gli conviene a lui....Le voci vengono resi incomprensibili a causa dei forti rumori di fondo e della pioggia battente che cadeva in quel momento...MOSCATO SAVERIO:-C'è Candeloro, c'è Candeloro...incomprensibile...Le voci vengono resi incomprensibili a causa dei forti rumori di fondo e della pioggia battente che cadeva in quel momento...POLIMENI CANDELORO:-Non valeva niente. MOSCATO SAVERIO:- Ah? POLIMENI CANDELORO:-Non valeva niente. MOSCATO SAVERIO:-Dice che poi si sono comprati i camion. POLIMENI CANDELORO:-non valeva niente, ne lui e ne Carmelo il Bruciato. Ormai ho capito che pero è...incomprensibile...Le voci vengono rese incomprensibili a causa dei forti rumori di fondo e della pioggia battente che cadeva in quel momento...POLIMENI CANDELORO:-Glielo dico io a lui lui deve stare sotto di noi... (incomprensibile)...la situazione che c'ha, lui si sente superiore...(pausa)...parla con lo Zio Peppe,che poi esce che non gli hai detto niente. MOSCATO SAVERIO:-(incomprensibile) gli ho detto: e allora? Quando me l'hai detta quella cosa personale (incomprensibile) gli ho detto: ti ripeto, la cosa (incomprensibile). POLIMENI CANDELORO:-Quando hai parlato con Candeloro e gli hai detto allora? e quando gli hai detto allora lui cosa ti ha detto. MOSCATO SAVERIO:-Niente. POLIMENI CANDELORO:-Ah? MOSCATO SAVERIO:-Niente...Le voci vengono rese incomprensibili a causa dei forti rumori di fondo e della pioggia battente che cadeva in quel momento...MOSCATO SAVERIO:-Penso che l'abbia capita la suonata. Poi, se siamo forti, bene...incomprensibile...Le voci vengono rese incomprensibili a causa dei forti rumori di fondo e della pioggia battente che cadeva in quel momento...omissis...)

Nel medesimo ambito, si inquadrano ulteriori richieste di interventi del Capo del Locale di Desio MOSCATO Annunziato e del fratello Saverio, volte limitare l'attività espansionistica ed isolazionista di PIO Candeloro.

Le lamentele pervengono persino da parte di SGRO' Giuseppe, uomo di fiducia dello stesso PIO; SGRO', rimarcando il comportamento censurabile di PIO Candeloro e la mancata condivisione dei profitti tra gli affiliati al Locale, rappresenta le sue rimostranze a POLIMENI Candeloro, nipote dei MOSCATO, fornendo l'ulteriore conferma dell'esistenza di una "cassa comune" dove confluiscono parte dei proventi derivanti soprattutto dall'attività criminale della consorteria mafiosa:- (...omissis... Sgro' Giuseppe dice che secondo lui sta facendo finta di essere senza soldi e Polimeni Candeloro aggiunge che lui ha saputo che prende i soldi da tutti...omissis...Sgrò Giuseppe:-io Candeloro gli direi, io gli direi senti qua o ci troviamo e dividiamo quello troviamo. Polimeni Candeloro:-lo dividiamo. Sgro' Giuseppe:...omissis...ma stai scherzando glielo dici pure a tuo zio Saverio lo prendono tuo Zio Saverio e tuo Zio Peppe, gli dicono ma tu tre mesi fa non eri quello che dicevi così e così, come ti sei comportato ora, peggio , diecimila volte peggio io lo farei, hai la possibilità di farlo e non lo fai,"QUANDO NESCIA PE A CASSA FORA" (tradotto:-quando io uscivo fuori per la cassa) non lo facevi e quello aveva più bisogno di te o degli altri. Polimeni Candeloro: il discorso è chiaro, se li prendevo io, qualcosa mangiava...omissis...Sgro Giuseppe riprende il discorso ed con voce alterata dice:-lui fa il cazzo che vuole e noi stiamo morendo di fame, allora uno fa quello che vuole e buona notte, però io devo fare una cosa e glielo devo dire, tu devi fare un'altra e glielo devi dire, lui (Pio Candeloro detto Tonino) deve fare i cazzi suoi! giustamente dove partecipiamo e dove non partecipiamo e lui si fa i cazzi suoi ...omissis...Polimeni Candeloro:- quando gli ho detto io a lui poi ieri mattina, dammi il numero che lo chiamo io a me di forza me li deve dare mannaggia la Madonna, gli ho detto, Tonino (Pio Candeloro detto Tonino) Sgrò Giuseppe:-Dieci giorni fa quando ero andato da Pietro a dirgli che i soldi li avevano consegnati e non glieli avevano portati a Nicola (MINNITI Nicola gia' indicato come contabile del locale di Desio N.d.A.) avanti a me so che i soldi li ha presi uno a luglio dell'anno scorso. Polimeni Candeloro:-e lui che ha detto. Sgrò Giuseppe:-si li abbiamo presi perchè avevamo bisogno, dovete avere la bontà di aspettare, quando li avrò li restituirò, davanti a me...incomprensibile...Sgro' Giuseppe:-Io sono dell'idea Candeloro, io sono dell'idea, la ragiono così e nessuno me la può cambiare; se tu fai 100 euro per cazzi tuoi sono 100 euro per cazzi tuoi, se faccio 100 euro per cazzi mie sono 100 euro per cazzi mie, sei mi dovessi permettere a fare 1 euro, qua lo nego e qua lo dico, a nome di altre persone, prendo quell'euro e lo metto qua e dico, io ho fatto questo, che dobbiamo fare? io la penso cosi Candeloro. Polimeni Candeloro: ...omissis...Polimeni Candeloro : ora vado da mio zio Peppe e gli racconto tutte queste cose. Sgro' Giuseppe: no a Zio Peppe non gli dire niente...omissis...)

Una connotazione inequivocabile sulla carica ricoperta da MOSCATO Annunziato Giuseppe è indubbiamente rappresentata dalla sua partecipazione ai summit più importanti della Lombardia.

E' presente al "summit" del 26 Febbraio 2008 presso il ristorante "il Palio" di Legnano e l'importanza della presenza del MOSCATO è sottolineata dal disappunto di SANFILIPPO Stefano, nella circostanza rappresentato a MINASI Saverio, circa il fatto che MOSCATO era stato informato in ritardo.

(omissis...MINASI:-Sapete quando lo venne a sapere compare PEPPE? SANFILIPPO:-Mamma mia allora perché mi sono incazzato. MINASI:-Lo sapete quando lo venne a sapere lo venne a sapere la sera...SANFILIPPO:-Ma perché se io andavo a dormire non lo sapevo ieri sera io. MINASI:-Come si chiama di cognome PEPPE?...SANFILIPPO:-Peppe MOSCATO (MOSCATO Annunziato Giuseppe ndr.)...MINASI:-Peppe MOSCATO. SANFILIPPO:-Eh, ma vedi che io qua glielo dissi io che poi sembra che fai i paragoni con quelli nuovi arrivati e pare che ti dispiace ogni volta capita sempre così il rimprovero prima per CICCIO l'altra volta voi non c'eravate...omissis...SANFILIPPO:-Io chiamai a NINO io chiamai a NINO (CHIARELLA Leonardo Antonio ndr) MINASI:-A compare PEPPE (MOSCATO Annunziato Giuseppe ndr.) a compare PEPPE gli dissi andate e sedetevi a...omissis...)

D'altra parte lo spessore del MOSCATO Annunziato Giuseppe (Peppe) è fornito anche dal fatto che egli partecipa alle discussioni riguardanti il riassetto della "Lombardia" dopo l'uccisione di Novella Carmelo ed è presente, assieme al Capo Società del medesimo Locale PIO Candeloro, al summit di Paderno Dugnano del 31.10.2009. In quella occasione esprime in pieno il suo ruolo e manifesta apertamente la funzione della carica ricoperta votando per alzata di mano la nomina del reggente provvisorio della Lombardia.

MOSCATO Annunziato Giuseppe gestisce assieme ai fratelli Saverio e Natale ed altri componenti della famiglia varie società operanti nel campo delle costruzioni edili, della vendita di materiali per l'edilizia e dell'intermediazione immobiliare ad alcune delle citate società sono riconducibili i cantieri e le attività edilizie in corso d'opera individuate dai CC. nel corso di specifica attività di censimento.


"MOSCATO Saverio"

Fratello minore del Capo Locale Annunziato Giuseppe e di Natale è inserito nella Cosca con un ruolo di responsabilità, sebbene non vi siano riferimenti chiari ed espressi alla carica ricoperta ed alle eventuali doti in possesso. Le indagini pero' hanno evidenziato tutta una serie di comportamenti, di frequentazioni e di interventi da parte del Saverio che conducono verso un'unica direzione: egli è certamente il tramite fra i due "gruppi criminali" facenti capo a PIO Candeloro da una parte e PIO Domenico cl. 46 dall'altra nei confronti del Capo Locale MOSCATO Annunziato. Suo diretto referente è POLIMENI Candeloro (suo nipote) attraverso il quale convoca riunioni dirime contrasti e controversie e da precise indicazioni circa i comportamenti da tenere per il "Locale di Desio". E' sempre stato accomunato ai suoi fratelli Annunziato Giuseppe e Natale tutte le volte in cui sono emerse situazioni e circostanze che coinvolgono i fratelli MOSCATO, quali diretti referenti della famiglia "IAMONTE" o interlocutori degli esponenti della "Lombardia".

A suo carico sono state svolte pregresse indagin che lo hanno visto, unitamente ai suoi fratelli, sempre collegato alla cosca di IAMONTE Natale cl. 27. (Proc. Pen. nr. 70/94 R.G.N.R. Mod. 21 D.D.A. di Reggio Calabria e O.C.C. In Carcere emessa dal G.I.P. di Reggio Calabria per art. 416 Bis. e Proc. Pen. nr. 99/99 R.G.N.R. Mod. 21 D.D.A. di Reggio Calabria per art. 74 D.P.R. 309/90)

MOSCATO Saverio è conosciuto anche da personaggi di spessore della ‘ndrangheta lombarda, quali MANDALARI e LAMARMORE, con i quali intrattiene anche rapporti di lavoro.

(...omissis... Moscato Annunziato:- E ha fatto una parlata! Che non ti dico! Vabbe che ......particolre! Ma guarda non ti dico che...! Che dopo l'ho visto anche in televisione! Solo che ho pagato quattro ...inc.....ha presentato a ...inc LAMARMORE Anmtonino:- Ma lui lo sa che io conosco anche a MIMMO Moscato Annunziato:- E' stato lui secondo me MIMMO che a ... MANDALARI Vincenzo:- Ma quello che gestisce il magazzino edile chi è? LAMARMORE Antonino:-Due fratelli! (..inc..) e SAVERIO. MANDALARI Vincenzo:-SAVERIO! Io conosco a SAVERIO! NINO! Invece! Veramente ci siamo incontrati 2 volte...omissis...MANDALARI Vincenzo:- poi ho chiamato a SAVERIO io, che è come un fratello!...omissis...MANDALARI Vincenzo:- E quello è stato il primo incontro che ho avuto con SAVERIO e non ci siamo più incontrati! Poi ci ho parlato perchè, con cui lavora FRANCO...lavora PAOLO IORINO...omissis...)
Si fa carico, altresi', di intervenire in situazioni di dissidi sorti all'interno del Locale di Desio, come quando partecipa ad un incontro unitamente a PIO Candeloro, Capo Società dello stesso Locale, ai fratelli "MARRONE" Natale ed Ignazio ed i parenti di questi ultimi (...) per ricondurre alla ragione proprio il PIO Candeloro, il quale sta esagerando nel chiedere denaro ai fratelli MARRONE. Riceve anche le "ambasciate" dalla Calabria ed interviene direttamente con PIO Candeloro fino a prospettare l'inserimento di uno dei MARRONE (Natale) all'interno della Cosca. (...omissis...Moscato Saverio:- Dobbiamo metterli in condizione di farci lavorare. Pio Candeloro:-eh adesso lo coltivo a lui gli diciamo. Moscato Saverio:-se tra due anni si sarà comportato bene lo portiamo giù Pio Candeloro:-la sotto! che lo dobbiamo portare a fare?...omissis...Moscato Saverio:-lo portiamo dal PROFESSORE. Pio Candeloro:-se lo mangia. Moscato Saverio:-al bar ti devo portare? Pio Candeloro:- se lo mangia vivo il PROFESSORE Moscato Saverio:-uno alla volta"...omissis...)

Di notevole importanza risulta anche una conversazione nella quale MOSCATO Saverio declina al nipote POLIMENI Candeloro le competenze ed i ruoli all'interno della Cosca Desiana in merito alla gestione del provento degli "affari criminali", gestione che in quel momento vede PIO Candeloro come una sorta di cane sciolto.

MOSCATO Saverio, consigliato dal nipote, pianifica la strategia adeguata per affrontare PIO Candeloro.

POLIMENI invita lo zio ad interpellare PIO Candeloro sul fatto se il suo comportamento "individualista" sia avallato o meno anche dai vertici della ‘ndrangheta di Melito Porto Salvo e specificatamente da IAMONTE Remingo (figlio di IAMONTE Natale cl. 27), soprannominato e noto in tali ambienti, oltre che con il termine "Picciriu" (piccolino), anche con il soprannome "Bassotto", a causa della sua bassa statura199 (...omissis... MOSCATO SAVERIO:-Qua ci e' arrivata l'imbasciata da la sotto, Candeloro! POLIMENI CANDELORO: "Penso che hanno parlato, lui disse che come arrivava l'imbasciata lui cosi ha detto. MOSCATO SAVERIO:-Come ti ha detto? POLIMENI CANDELORO:-Quello che fai? MOSCATO SAVERIO:-Si quello che fa lo so io, perchè mi ha chiamato? POLIMENI CANDELORO:-Tu gli devi dire che ce la deve dare qua, se no e' meglio che te ne vai da qui, di venderti tutto e di andartene da qui...omissis...(solo rumore del motore)...MOSCATO SAVERIO: "(inc.) questo pezzo di merda che è. POLIMIENI CANDELORO:-Parla in sotto voce. MOSCATO SAVERIO:-(non capisce e risponde) ah? POLIMENI CANDELORO:-Ripete in sotto voce (inc.)...c'era pure Ignazio? Ah, no, lui dice che Candeloro e' andato e si è comportato male. MOSCATO SAVERIO:-Ma che si è comportato male che non ci rompesse la minchia, comportato male, a lui cosa cazzo gli ha preso, cosa gli ha preso, 2/300.000,00 euro, Candeloro. POLIMENI CANDELORO:-A Natale l'hai avvisato? MOSCATO SAVERIO:-Era in ufficio (inc..) POLIMENI CANDELORO:- E cosa ha detto? MOSCATO SAVERIO:-Certo appena è uscito dall'ufficio, non è che per telefono -parla a bassa voce-...silenzio...MOSCATO SAVERIO:-Un conto è quello che è successo! Un conto è che quando lui gli ha dato 150.000,00 Euro. Ma lui te l'ha raccontato? Io. POLIMINEI CANDELORO:-Lui disse ma come arriva l'imbasciata cosi ha detto, che ne so se è vero.- rumori del motore- silenzio. MOSCATO SAVERIO:-Comunque il discorso Candi è questo. POLIMENI CANDELORO:-Ma di questo fatto, con zio Peppe bisogna parlare. MOSCATO SAVERIO:-Ma quindi secondo te che dovremmo fare, io onestamente non lo so. POLIMENI CANDELORO:-Parlo con zio Peppe. MOSCATO SAVERIO:-Eh. POLIMENI CANDELORO: Parlo con zio Peppe. - parlano sotto voce - silenzio - MOSCATO SAVERIO:-Secondo te lo devo rimproverare o lo devo appoggiare? POLIMENI CANDELORO:-Allora la prima cosa di tutto, gli dici che ti hanno chiamato e via dicendo, dopo che ti dice si si e' vero ti dirà di si e tutte cose. Ma senti una cosa, mi devi fare la cortesia, se poi dice di no, per dire glielo hai detto, uno, il "BASSOTTO" lo sa? Tu dici le cose e le fai. MOSCATO SAVERIO:-Gli ho dato 2 giorni di tempo. POLIMENI CANDELORO:-Gli hai dato 2 giorni di tempo? MOSCATO SAVERIO:-...inc...POLIMENI CANDELORO:-...inc...è entrato oggi? MOSCATO SAVERIO:-Penso qualche giorno fa... -rumori del motoresilenzio... incomprensibile...POLIMENI CANDELORO:-Da una parte gli sta bene, perchè ti sei fatto. MOSCATO SAVERIO: "Ma io ti ripeto, lo potrei anche appoggiare, ma tu che credi, che è testa di cazzo solo lui? POLIMENI CANDELORO:-Come mi hai detto: io gliel'ho detto a Candeloro. Come gli hai detto? MOSCATO SAVERIO:-Che io non so un cazzo. POLIMENI CANDELORO:- (inc.)...suo Zio me l'ha detto. MOSCATO SAVERIO: "Ah?"POLIMENI CANDELORO:-...inc...- silenzio - POLIMENI CANDELORO:-gli fottono l'euro dalle cambiali. MOSCATO SAVERIO:-Si si si. POLIMENI CANDELORO:-Non è stupido però eh? - i forti rumori dell'autovettura coprono le voci dei due - MOSCATO SAVERIO:-Questo qua è il padre di Natale? POLIMENI CANDELORO:-No Natale non lo vedi dov'è. MOSCATO SAVERIO:-E allora chi cazzo è? gli ha detto di spararlo a Natale. POLIMENI CANDELORO:-Gli ha detto di spararlo a Natale. MOSCATO SAVERIO:-No no. Però ti ripeto, suo padre era serissimo, è uno che secondo me se deve partire, parte. Però non è necessario gridare. POLIMENI CANDELORO:-...inc...MOSCATO SAVERIO:-Poi ti ripeto ma tu stai facendo qualcosa? Ah. -forti rumori-...incomprensibile...POLIMENI CANDELORO:-Non gli dire niente allo Zio Peppe. Se gli deve dire qualcosa, di prenderlo. MOSCATO SAVERIO:-Eh? POLIMENI CANDELORO:-Se gli deve dire qualcosa, di prenderlo e di mandarlo a vaffanculo. POLIMENI CANDELORO: "(inc.)"MOSCATO SAVERIO:-Non ho capito. POLIMENI CANDELORO:-Lo ciuncano (gambizzano). C'è anche il boccalone di suo fratello. MOSCATO SAVERIO:-Chi? POLIMENI CANDELORO:-Il boccalone di suo fratello. MOSCATO SAVERIO:-E questa Q7? POLIMENI CANDELORO:-Di Natale è. MOSCATO SAVERIO: "(inc.)" POLIMENI CANDELORO:-Se la è portata via. MOSCATO SAVERIO:-70.000,00 euro di macchina...omissis...)

Nella medesima circostanza, MOSCATO Saverio, oltre a confermare la carica di Capo Locale del fratello Annunziato Giuseppe, il quale ha dato disposizioni precise sia sulle iniziative di attività criminali da intraprendere che sull'utilizzo del denaro introitato dalla cosca, indica in MINNITI Nicola il vero e proprio "contabile" del Locale desiano, da cui si deve necessariamente passare per i conti comuni da regolare, dopo aver chiesto ovviamente il permesso allo stesso MOSCATO Annunziato Giuseppe:-

(...omissis...POLIMENI CANDELORO:...incomprensibile...la sa lunga. MOSCATO SAVERIO:-Un discorso personale, disse, ma personale che cosa? POLIMENI CANDELORO:-Chi è che te lo ha detto. MOSCATO SAVERIO:- Candeloro. POLIMENI CANDELORO:-Te lo ha detto a te? MOSCATO SAVERIO:- Personale non e' Candeloro. POLIMENI CANDELORO:-E quindi come siete rimasti? MOSCATO SAVERIO:-Che gli deve portare altri camion. POLIMENI CANDELORO:...incomprensibile...non ho capito, ma mi spieghi un pò, magari. MOSCATO SAVERIO:-In poche parole gli ho detto perchè non mi hanno chiamato questi qua e via dicendo gli ho detto perchè non devi parlare gliel'hai detto a Pietro? No no no, tu ieri dovevi andare da tuo fratello Pietro per parlare e via dicendo, non è andato e via dicendo. Vabbè, ma comunque Candeloro, così non va bene. Dice ma comunque con questa cosa qui tralascia il discorso nostro, perchè è una cosa personale. Gli ho detto: di personale non c'è niente. POLIMENI CANDELORO:-No, non c'è personale qua. MOSCATO SAVERIO:-Non è questione di personale o non personale se poi e via dicendo, insomma, se è una cosa così e via dicendo e comunque io rispetto sempre...incomprensibile...POLIMENI CANDELORO:-ah. MOSCATO SAVERIO:-E' venuto Pietro qua e disse no io non so niente prima di fare una cosa dovete chiedere il permesso. POLIMENI CANDELORO:-E lui che ha detto? MOSCATO SAVERIO:-Si va da Nicola, prima di fare una cosa, si chiede il permesso si chiede il permesso e lui ha detto: c'è Candeloro e beh c'è Candeloro. POLIMENI CANDELORO:-C'è Candeloro. MOSCATO SAVERIO:-E allora? E poi si è calato l'altro. POLIMENI CANDELORO:-Chi? MOSCATO SAVERIO:-Peppe. POLIMENI CANDELORO:- Ah. MOSCATO SAVERIO:-Comunque, io sono rimasto che da quì a domani se lo veniva a fare. No, dovete venire tutti voi, mi dovete dire cosa fare, perchè lo devo sapere pure io, perchè se gli dobbiamo fottere i soldi, glieli fottiamo no e' un problema. POLIMENI CANDELORO:-Non se li deve fottere da solo. MOSCATO SAVERIO: "Non se li deve fottere da solo. POLIMENI CANDELORO:-Questa cosa pers. non ha cose personali. Si si comunque. MOSCATO SAVERIO:-No no questo fatto quà si deve parlare bene. POLIMENI CANDELORO:-Io già gliel'ho mandata l'imbasciata a mio Zio. MOSCATO SAVERIO:-Ah. POLIMENI CANDELORO:- Giovanni, che era qua..incomprensibile..Candeloro...incomprensibile...MOSCATO SAVERIO:-Si si, chiede i soldi ad Antonici...(incomprensibile)...cioè fotte a quelli che gli conviene a lui....Le voci vengono resi incomprensibili a causa dei forti rumori di fondo e della pioggia battente che cadeva in quel momento...MOSCATO SAVERIO:-C'è Candeloro, c'è Candeloro...incomprensibile...Le voci vengono resi incomprensibili a causa dei forti rumori di fondo e della pioggia battente che cadeva in quel momento...POLIMENI CANDELORO:-Non valeva niente. MOSCATO SAVERIO:-Ah? POLIMENI CANDELORO:-Non valeva niente. MOSCATO SAVERIO:-Dice che poi si sono comprati i camion. POLIMENI CANDELORO:-non valeva niente, ne lui e ne Carmelo il Bruciato. Ormai ho capito che pero è...incomprensibile...Le voci vengono rese incomprensibili a causa dei forti rumori di fondo e della pioggia battente che cadeva in quel momento...POLIMENI CANDELORO:-Glielo dico io a lui lui deve stare sotto di noi... (incomprensibile)...la situazione che c'ha, lui si sente superiore...(pausa)...parla con lo Zio Peppe,che poi esce che non gli hai detto niente. MOSCATO SAVERIO:-(incomprensibile) gli ho detto: e allora? Quando me l'hai detta quella cosa personale (incomprensibile) gli ho detto: ti ripeto, la cosa (incomprensibile). POLIMENI CANDELORO:-Quando hai parlato con Candeloro e gli hai detto allora? e quando gli hai detto allora lui cosa ti ha detto. MOSCATO SAVERIO:-Niente. POLIMENI CANDELORO:-Ah? MOSCATO SAVERIO:- Niente...Le voci vengono rese incomprensibili a causa dei forti rumori di fondo e della pioggia battente che cadeva in quel momento...MOSCATO SAVERIO:- Penso che l'abbia capita la suonata. Poi, se siamo forti, bene...incomprensibile...Le voci vengono rese incomprensibili a causa dei forti rumori di fondo e della pioggia battente che cadeva in quel momento...omissis...)

Inoltre partecipa ad un incontro, avvenuto il 24.01.2009, presso ristorante "Braii" di Giussano, al quale erano presenti SGRO' Giuseppe, PIO Candeloro e l'imprenditore desiano ANTONICI Giovanni Paolo.

Dalle conversazioni ambientali intercettate prima e dopo il suddetto incontro, si desume come sia stata pianificata una strategia a lungo respiro della cosca, che prevede contatti con la politica per l'eventuale inserimento negli appalti derivanti dall'Expo 2015", attraverso anche la costituzione di società di facciata tramite imprenditori "puliti" come ANTONICI Giovanni Paolo e lo stesso SGRO' Giuseppe, entrambi incensurati:-

(1° conversazione amb. - ...omissis...PIO Candeloro:- Però sinceramente, non mi fido tanto di Saverio... mi puoi dire quello che cazzo vuoi Giovanni... su ogni cosa, mette davanti la TPE ANTONICI Giovanni:- Adesso vediamo...adesso vediamo PIO Candeloro:- Si... una volta che gli hai messo tutto nelle mani, poi... e che gli diamo... no, e che gli da la sua ditta, poi la prendiamo nel culo... perchè non lo fai con la tua ditta, scusa? ANTONICI Giovanni:- Infatti lo faccio con la mia ditta, non me ne frega un cazzo, così porco zio, non dò un cazzo a nessuno PIO Candeloro:- Perchè poi lui che fa... una volta che ha la sua ditta, poi gestisce tutte le cose lui, hai capito... e a me non mi sta bene, capito... perchè poi per una cosa... (abbassando la voce)... o si rivolge la sotto... o una cosa o un'altra... hai capito... allora bisogna mettere davanti una nostra ditta... la tua, quella di Peppe... in modo tale che le abbiamo accatastate noi le cose e non lui... quello Saverio è figlio di puttana..cerca di coinvolgerti e poi...omissis...PIO Candeloro:- Lunedì c'è Mazzacuva, gli ho detto, Melo ci dobbiamo vedere con tutti...omissis...PIO Candeloro:- non è importante lui come persona, capito? Ma gli gestiamo noi la cosa hai capito? Poi gli mettiamo noi le persone dietro...omissis... PIO Candeloro:- A me non piacciono... poi Peppe quà e là... prima i lavori glie li dà ad altri e adesso vieni a dire che gli serve il lavoro per Peppe... non ha senso... quindi tu lo stai facendo con qualche fine... vuole avere la forza nostra...omissis...)

(2° conversazione amb. - ...omissis...MOSCATO Saverio:- quell'altro prende un sacco di soldi. prende pure i soldi, Perri... con 5000,00 euro, tutti con la zucca così SGRO' Giuseppe:- Ah si, si MOSCATO Saverio:- chi cazzo me lo ha fatto fare, mannaggia la Madonna puttana, che mi danno una bella e che non ci rompe la minchia pure lui...omissis...MOSCATO Savero:- ma che cazzo vuoi che capiscano e destra o sinistra e via dicendo, basta che togli i i soldi fai mannaggia la Madonna fai il cazzo che vuoi. ...MOSCATO Saverio:- a questo punto questa storia a Ponzoni dobbiamo dargli rilievo lui è cazzo e culo con e via dicendo ci sono i soldi anche per Ponzoni e pago, quanto vuole il 10 per cento tò, lui, Candeloro arriva a scoppio ritardato, questa cosa da dieci anni che si fanno"...omissis...SGRO' Giuseppe:- No. ma quello che dice lui, per davvero non puoi vivere con 10000,00 euro (diecimila), la cosa o la fai MOSCATO Saverio:- ma va, per 10000,00 euro ti metti a fare queste cose qua suo Zio (N.D.O. PIO Domenico) è un professionista, ma nel vero senso della parola...omissis...MOSCATO Saverio:- come il discorso di Lissoni, poi gli ho chiesto a Natale "ma tu lo conosci Lissoni? e lui mi ha risposto "Porco Dio se lo conosco" io gli ho chiesto di nuovo " ma tu lo sapevi che era presidente? " lui mi ha risposto "certo che lo so" e io gli ho detto "tienitelo per te puttana della Madonna! Ora Ponzoni che deve venire, ora sto studiando com'è il discorso della Fiera, li c'è un macello e dobbiamo. devo entrare...omissis... già sto lavorando con il catering, in un modo o in un altro dobbiamo devo entrare è un paese, solo a scopare metti 50 persone la dentro, solo per scopare...omissis...SGRO' Giuseppe:- e ora che iniziano i lavori con l'expo?... non dobbiamo fare una collocazione giusto?...omissis...MOSCATO Saverio:- i politicanti vedi che sono scemi, si accontentano di 10.000 di telefono, quando si accorgono che li stanno prendendo per il culo non servono piu', io per Ponzoni l'ultima volta che andato su ho speso 10.000 euro di matite.... omaggio per quando si vota Ponzoni...omissis...Per questo Ponzoni è con Formigoni culo e camicia, Formigoni muove centinaia di milioni di euro vorrei partecipare all'expo e via dicendo, solo che dovro' mandare delle lettere a loro e via dicendo, per vedere se si prende qualche lavoro e via dicendo... omissis...)

Particolare significato, inoltre, assume l'episodio riguardante tale "Claudio" n.i., vittima di alcuni spari al parabrezza di un suo camion. Il soggetto si rivolge a MOSCATO Saverio, oltre che per essere protetto, anche per avere eventuali chiarimenti in ordine alla vicenda. il MOSCATO, a sua volta, convoca il Capo Società PIO Candeloro a cui presenta il Claudio. (...omissis...CLAUDIO:- ...omissis...A me è capitata questa storia quà, che mi hanno sparato al parabrezza del camion, però, sai dici che cazzo ne sò non ho fatto niente, solo del bene faccio io. MOSCATO SAVERIO:-Pure lui. CLAUDIO:-No ma ti dico, quello quando tu mi hai detto così, boh magari ero scazzato sul lavoro con qualcuno, non mi sembrava una cosa così grave. Adesso io gli ho detto, glie ne parlo, che cazzo ti devo dire, gli ho detto se è un discorso che dici ho bisogno di una mano, una mano te la dò anch'io, però non parliamo di altro perchè siamo fuori strada, hai capito...omissis...)

Inoltre, da alcune conversazioni, come quella intrattenuta con il nipote POLIMENI Candeloro, si evidenzia ancora una volta la caratura del personaggio "Saverio", che si permette anche di dare disposizioni e ordini perentori agli altri affiliati al Locale di Desio. (...omissis...MOSCATO SAVERIO:-Se vai la sotto, parla con coso, che io non scendo, parla con...(incomprensibile)...POLIMENI CANDELORO:-Eh. MOSCATO SAVERIO:-E gli dici, che se gli va bene a lui, non se gli va bene, deve essere così, che non rompa la minchia pure lui e gli dici che prima di fare qualsiasi cosa deve venire adirmelo a me. Non c'è ne lo Zio Peppe ne lo Zio Pasquale e ne lo Zio Francesco, qualsiasi cosa, dalla A alla Z... (incomprensibile)...e poi lui non si deve muovere, perchè se non ero combinato in questi casini, io potevo andare in (incomprensibile) in questa cosa quà, come cazzo faccio ad andarci? Tu mi devi dire come cazzo faccio ad andare lì, (incomprensibile), gli devi dire pure per i lavori di Milano, se conosce a qualcuno, se poi è solo chiacchiere anche lui, di dirmelo chiaramente. Che quando uno poi si (incomprensibile) li deve fare, chiuso, se si è si, se non è no, non c'è ne A ne B ne vediamo ne coppole di cazzi e ne niente...omissis...MOSCATO SAVERIO:- ...incomprensibile...ma non per chiacchiere, lui deve avere contatti solo con te e basta, ne con Pasquale ne con Francesco ne con Nicola, se c'è da fare qualche cosa, ci laviamo la faccia e non deve venire a chiedere ne A ne B e ne C, lo deve fare e basta...omissis...)

Di seguito, infine, in una conversazione ambientale in modo molto chiaro e palese, PIO Candeloro e MOSCATO Saverio fanno riferimento ad estorsioni in atto e MOSCATO Saverio cerca di contenere le pretese di PIO Candeloro, ritenendo sufficiente da parte di uno degli estorti (MARRONE Ignazio) il pagamento della "...assistenziale...", dimostrando cosi' di avere perfetta conoscenza dei meccanismi criminali del reperimento del denaro e di ripartizione degli utili all'interno dell'associazione. (...omissis... Moscato Saverio:-Comunque non ti devi incasinare, Candeloro (Pio Candeloro), tu fai il passo più lungo della gamba, puttana della miseria. Pio Candeloro:-...incomprensibile...non me ne frega un cazzo. Moscato Saverio:- Se ti paga l'assistenziale, non può pagare a Trenta, mi pare a novanta. Pio Candeloro:-Porco Dio...omissis...Moscato Saverio:-Ma con tuo Zio Mico (PIO DOMENICO) hai parlato? mi sembra che sta facendo un qualcosa. Pio Candeloro:-io parlo con lui? io, mi fotto di lui...omissis...Pio Candeloro:-adesso vediamo perchè, quando apre ma riuscirò a passare. Moscato Saverio:-Se stai in zona può darsi, vediamo c'è pure coso, come si chiama, ha dei camion, si chiama mi sembra che ha un distributore di benzina, SCARAMUZZINO, non lo conosci? Pio Candeloro:-uhmm. Moscato Saverio:-Io non lo conosco, perché. Pio Candeloro:-CARMELO? Moscato Saverio:-Non lo so, quello che ha venduto il terreno a mio fratello Peppe (MOSCATO ANNUNZIATO), me lo hanno raccontato in ufficio...incomprensibile...Pio Candeloro:-Ha un distributore? dove? Moscato Saverio:-Dove non lo sò, su viale Zara. Pio Candeloro:-Da un paio di giorni stiamo consumando pure lui...omissis...Moscato Saverio:-no, mi ha chiamato settimana scorsa IGNAZIO (MARONE IGNAZIO). Pio Candeloro:-a tè, che voleva. Moscato Saverio:-per il fatto della casa, che la voleva intestare alla moglie, gli ho detto che quando tornavo vedevamo, anche se ero qua. Moscato Saverio:-Comunque un'altro discorso che devo fare...omissis...Moscato Saverio:-Bisogna studiarla come si deve per non sbagliare più, con questo rischiamo, ma rischiamo, chi cazzo se ne fotte, però!...omissis...Moscato Saverio:-Dobbiamo impostare il discorso, come? dobbiamo farlo in maniera intelligente, senza fare casino e senza niente, cerca come ti ha detto il coso di non fare assegni o cambiali...omissis...)

MOSCATO Saverio è compartecipe con i fratelli Annunziato Giuseppe e Natale di alcune società [Nuova T.P.E. S.R.L." con sede in Cesano Maderno in Via Copernico nr.19 - Oggetto sociale:-Produzione, lavorazione e commercializzazione all'ingrosso e al minuto di materiali per l'edilizia in genere - della quale sono soci MOSCATO Quinto (Pres..Cd.A) - MOSCATO Saverio (amm.re deleg.) - MOSCATO Demetrio (consigliere) - MOSCATO Giovanni (consigliere) - MOSCATO Annunziato Giuseppe

(consigliere); GESTIONI IMMOBILIARI MOSCATO S.R.L." con sede a Cesano Maderno in Via via Garibaldi nr.30 - Oggetto sociale:-Acquisto, gestione vendita e locazione immobili urbani e rurali - della quale sono soci MOSCATO Natale - MOSCATO Giovanni (consigliere delegato) - MOSCATO Quinto - MOSCATO Demetrio (consigliere delegato) - MOSCATO Saverio - MOSCATO Annunziato Giuseppe - MOSCATO Annunziata (madre dei fratelli POLIMENI) - MOSCATO Maria (pres..con. Amm.ne)], con le quali gestisce attività nel campo dell'edilizia e dell'intermediazione immobiliare, assumendo cosi la veste di un imprenditore apparentemente impegnato in attività lecite. A MOSCATO Saverio inoltre sono riconducibili altre numerose società ed imprese. [Elenco società riconducibili a MOSCATO Saverio:-

Società PROGETTO 88 Srl" con sede a Cesano Maderno Via Copernico nr. 19 - Oggetto Sociale:-Acquisto, vendita permuta, locazione costruzione e ristrutturazione di beni immobili. Gestione di immobili di proprietà sociali della quale sono soci MOSCATO Alessandra (figlia di MOSCATO Saverio) - MOSCATO SAVERIO e FAMILARI Antonina, (moglie di MOSCATO Saverio);

Società ALGA FRIGOR Srl" con sede in Cesano Maderno Via Garibaldi nr. 30 - Oggetto Sociale:-Produzione e vendita di arredamenti per negozi, architettura d'interni e allestimenti in genere - della quale sono soci PROGETTO 88 Srl e MOSCATO Saverio;
Impresa IMMOBILIARE AGNESE SRL" con sede in Milano in Via Olona nr. 5 - Oggetto sociale:-acquisto, permuta, vendita di beni immobili, la loro ricostruzione e ristrutturazione - della quale sono soci NUOVA T.P.E. srl - MOSCATO Natale - MOSCATO Quinto - MOSCATO Saverio;

DITTA TUTTO PER L'EDILIZIA SAS DI MOSCATO Saverio" con sede a Cesano Maderno in via Trento nr. 36 - Oggetto Sociale: Produzione, lavorazione, commercializzazione, all'ingrosso e al minuto di materiale per l'edilizia in genere - della quale sono soci MOSCATO Saverio - MOSCATO Demetrio - MOSCATO Maria;

SOCIETA' IDRO.EL. SRL" con sede a Desio in Via Custoza nr. 12 - Oggetto Sociale: Progettazione, manutenzione, realizzazione di impianti idrotermo sanitari, condizionamento, elettrici, elettronici ed illuminazione della quale sono soci PROGETTO 88 SRL - MO-VI IMOBILIARE SRL;
Impresa BRIAN BROKERS SRL" con sede a Cesano Maderno in Via Garibaldi nr. 30 - Oggetto sociale:-attività di mediazione assicurativa - della quale sono soci PROGETTO 88 srl - LGF DUE srl - SUNRISE srl - BRENNA MATTEO, nato a Seregno il 21.02.1979 (consigliere) - VIGANOTTI Luigi, nato a Milano il 25.11.1946 (Pres. Consiglio di amm.ne) - MALERBA Fabio, nato a Milano il 21.08.1962 (Vice Pres. Consiglio di amm.ne) - MOSCATO Saverio, (consigliere) - RIPAMONTI Roberto Claudio, nato a Milano il 27.01.1963 (consigliere) - Modifiche atto assetti societari:-in data 16.01.2007, l'ALGA FRIGOR srl, cedeva le quote alla PROGETTO 88 srl.

Cariche e poteri:

Impresa D E D COLOR SRL" con sede a Cesano Maderno in Via Copernico nr. 19 - Oggetto sociale:-attività di tinteggiature verniciature civili, industriali e commerciali, vendita e posa al dettaglio e all'ingrosso, di rivestimenti in genere - della quale sono soci COCCO Damiano, nato a Desio il 19.06.1979 - POZZI Dario, nato a Mariano Comense il 17.07.1963 - MO-VI IMMOBILIARE srl - PROGETTO 88 srl. - Modifiche atto assetti societari:-In data 20.12.2007, la società GESTIONE IMMOBILIARE MOSCATO cedeva i nominali alla PROGETTO 88 ed alla MO-VI. - MOSCATO Saverio (Amm.re unico);

Impresa V° LIVELLO SRL" con sede in Cesano Maderno, Via Trento nr. 36 - Oggetto sociale: esercizio dell'impresa di costruzioni edili civili ed industriali, nonché acquisto vendita gestione di terreni e fabbricati civili ed industriali- della quale sono soci MOSCATO Saverio - NUOVA T.P.E. srl. - Modifiche atto assetti societari:-In data 18.06.2009, CARONNI Marco cedeva nominali pari a 7.500,00 euro a MOSCATO Saverio. In data 18.06.2009, CARONNI Andrea cedeva nominali pari a 7.500,00 euro alla NUOVA T.P.E. srl;

Impresa LA FELCE SRL" con sede in Milano Via Ippocrate nr. 3 - Oggetto sociale: Acquisto, vendita, permuta, di beni immobili, costruzioni di fabbricati civili ed industriali, locazione ed affitto immobili della quale sono soci PEPE Lucia, nata in Africa il 24.12.1952 - PEPE Nicola, nato a Paderno Dugnano (MI) il 02.01.1950 - MOSCATO Saverio - MOSCATO Quinto - MOSCATO Giovanni - GHIDINI Roberto, nato a Milano il 21.02.1965 - GHIDINI Marco, nato a Padova il 04.10.1962;

Società IMMOBILIARE 2F Srl" con sede in Cesano Maderno Via Coopernico nr. 19 - Oggetto Sociale:-Acquisto, vendita permuta, locazione costruzione e ristrutturazione di beni immobili della quale sono soci FARRUGGIO Giuliana, (moglie di MARRONE Natale) - FAMILARI Antonina, (moglie di MOSCATO Saverio);

Impresa GEOIDE COSTRUZIONI GENERALI Srl." con sede in Cesano Maderno Via Copernico nr. 19 - Oggetto Sociale:-Acquisto, vendita, permuta, locazione costruzione e ristrutturazione e manutenzione di beni immobili - della quale sono soci MOSCATO Giuseppe, nato a Desio il 25.03.1982 FAMILARI Antonina (moglie di MOSCATO Saverio) - Modifiche atto assetti societari:-In data 18.02.2009 BUTTACAVOLI Pietro, cedeva i nominali a FAMILARI Antonina, e MOSCATO Saverio a MOSCATO Giuseppe;

Impresa G.A.M. RISTORAZIONI Srl." con sede in Cesano Maderno Via Cardinal Ferrari nr.3 - Oggetto Sociale:-Gestione improprio e anche mediante affitto di bar, caffè, locali da ballo notturni. Organizzazione di convegni, spettacoli ed intrattenimento di ogni genere, effettuazione del servizio di catering - della quale sono soci PROGETTO 88 srl - MO-VI IMMOBILIARE srl - POLIMENI Giuseppe (nipote di MOSCATO Saverio) CARICHE E POTERI FAMILARI Antonina (moglie di MOSCATO Saverio Amm.re unico);
Impresa PRO.MO.VI Srl" con sede in Cesano Maderno Via Copernico nr. 19 - Oggetto Sociale:-La società si propone di svolgere o far svolgere, direttamente o tramite soggetti abilitati ad esercizio di professioni, tutte quelle attività anche professionali che possono essere richieste per la realizzazione, modifica e la manutenzione si ordinaria che straordinaria di edifici e complessi edilizi - della quale sono soci PROGETTO 88 srl - MO-VI IMMOBILIARE srl - CARICHE E POTERI:-FAMILARI Antonina (Amm.re unico)]

Ad alcune delle citate società, infine, sono riconducibili i cantieri e le attività edilizie individuate dai CC. nel corso di specifica attività di censimento.


"PIO Candeloro"

PIO Candeloro, detto "Tonino", è il Capo Società del Locale di Desio. Partecipa direttamente alla commissione dei reati fine e gestisce gran parte delle attività criminali della cosca al fine di trarne profitti economici destinati all'associazione. La sua gestione, caratterizzata da azioni violente anche con l'uso di armi da fuoco, serve all'organizzazione per mantenere la sua forza d'intimidazione ed accrescerne all'esterno il "prestigio" criminale. Egli, tuttavia, ad un certo punto ha creduto di poter assumere iniziative autonome intese esclusivamente a privilegiare i propri interessi personali anziché quelli della cosca di appartenenza, suscitando, come si vedrà in seguito, l'insorgere di alcuni contrasti all'interno della cosca desiana. Egli ha cercato in più di una occasione di agire anche in via autonoma ma tramite il solito canale delle "ambasciate" e con l'intervento diretto di MOSCATO Saverio è stato redarguito e ricondotto nell'alveo istituzionale ‘ndranghetistico. In ogni caso ha dimostrato in numerose occasioni la statura e lo spessore del capo anche se si è dovuto "sporcare le mani" nella diretta commissione di reati fine. PIO Candeloro è l'unico, nell'ambito del Locale di Desio, di cui si conosce la dote (dote del Quartino) ed è colui che mantiene anche in modo diretto contatti con la cosca IAMONTE di Melito Porto Salvo. La sua carica di Capo Società lo rende personaggio di pari livello a PIO Domenico cl. 46, subordinato solamente a MOSCATO Saverio ed ovviamente al Capo Locale MOSCATO Annunziato Giuseppe, con il quale peraltro si reca al "summit" di Paderno Dugnano (MI) del 30 Ottobre 2009.

L'intensa e prolungata carriera criminale212 di PIO Candeloro si sviluppa all'interno della ‘ndrangheta riferibile alla cosca dei IAMONTE di Melito Porto Salvo, come testimoniato dalle indagini a suo carico e dai precedenti giudiziari.
Egli è stato condannato per il reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti nell'ambito del Proc. Pen. nr. 8946/98 R.G.N.R. Mod. 21 della Procura della Repubblica D.D.A. di Milano.

Negli ultimi tempi, la sua figura assume connotazioni di spessore criminale elevato all'interno del Locale di Desio, tanto che nella conversazione seguente, personaggi del calibro di MANDALARI Vincenzo, Capo Locale di Bollate, e PANETTA Pietro, Capo Locale di Cormano, lo indicano come il Capo Società del Locale di Desio ed al quale era stata attribuita la dote del "Quartino".

Peraltro nella stessa conversazione si chiarisce come il Locale di Desio, cui appartiene anche PIO Domenico cl. 46, sia collegato sempre alla cosca "IAMONTE" di Melito Porto Salvo ed abbia ai suoi vertici proprio i fratelli MOSCATO di Desio.

(...omissis... Panetta:-ieri siamo andati a giocare a Desio e abbiamo conosciuto il capo societa', che ha il Bar a Seregno. MINNITI si chiama TONINO MINNITI...inc..che ha un cugino, che è di Gioiosa Marina...e dice che Ciccio LUCA' lo conosce a suo cugino, dice che l'altra volta gli hanno dato pure la dote, il quartino laggiù, però dei IAMONTE non ha nessuno qua sono tutti sotto. e' dei Iamonte, però non ha a nessuno qua Mandalari:-Si sono appoggiati, sono appoggiati da...(sopvrapposizione di voci) da.. Panetta:-Si si però non...poi ha questi a poi hanno questi altro di PEPPE MOSCATO qua Mandalari:- MOSCATO...omissis... Mandalari:- Io, io allora, uno mi pare SAVERIO lo conosco direttamente all'epoca quando mi ha fornito il materiale per la villetta che ha fatto..inc...poi quando è morto mio padre, l'ho conosciuto, perciò si è comportato egregiamente con me e io egregiamente con lui e poi non ci siamo più rivisti. Però so che lui lavora sempre con PAOLO, PAOLO lavora sempre con MOSCATO. Panetta:-No no, è uno grosso uno a livello di comune qua. Mandalari:- Si si perchè uno una volta era assessore, poi lo hanno cacciato perchè l'hanno inquisito! Ora non lo so....perchè io so che lavorano Panetta:-...giocano al BAR, giocano al bar...questi qua dicono..7, 8 anni di galera giù...dovrebbe essere il nipote di MICO PIO (PIO DOMENICO ndr)...inc....che loro non l'hanno portato, non hanno fatto il battezzo (rito di affiliazione ndr) là...inc...perchè SALVATORE MUSCATELLO era d'accordo per vederlo...omissis...)

Ulteriore preciso riferimento al ruolo di PIO Candeloro ed alla struttura dell'organizzazione mafiosa di Desio è ricavabile da una conversazione ambientale intervenuta tra MANDALARI Vincenzo, Capo del Locale di Bollate, e LAMARMORE Antonino, Capo reggente il Locale di Limbiate nonchè Mastro Generale). (...omissis...MANDALARI Vincenzo:"Qua Tonino praticamente fa il CAPO SOCIETA. LAMARMORE Antonino:-Si....MANDALARI Vincenzo:- COMPARE PEPPE fa il CAPO LOCALE. LAMARMORE Antonino:-no, ma lui è la sotto...ah..eh. MANDALARI Vincenzo:-PEPPE MOSCATO. LAMARMORE Antonino:-Si ma questo se lo stai a sentire non sa niente. MANDALARI Vincenzo:-il contabile chi lo fa. LAMARMORE Antonino:-Mi sembra che è quel figliolo, no il contabile è, non mi ricordo come si chiama...omissis...)

La carica ricoperta da PIO Candeloro lo porta anche a partecipare ad incontri chiarificatori che coinvolgono esponenti di spicco di altri Locali di ‘ndrangheta della Lombardia. Illuminante al riguardo appare l'episodio che vede coinvolto anche PIO Domenico cl. 46 (zio di PIO Candeloro), accusato dai MANNO di Pioltello di essersi appropriato di tutto il provento derivante da un affare illecito, anziché condividerlo equamente con gli stessi MANNO. L'episodio in questione, peraltro, fornisce un quadro estremamente chiaro delle dinamiche e delle regole da osservare all'interno del circuito di ‘ndrangheta in occasione di dissidi tra i vari Locali.

I Capi Società tramite i loro uomini di fiducia - SGRO' Giuseppe per conto di PIO Candeloro Capo Società di Desio e MANNO Giuseppe per conto di MANNO Alessandro Capo Locale di Pioltello, i fratelli MINNITI Nicola e Giuseppe rappresentanti di PIO Domenico cl. 46 affiliato di rilievo del Locale di Desio - concordano un incontro alla presenza di LAMARMORE Antonino, Capo Locale reggente il Locale di Limbiate nonchè Mastro Generale della Lombardia al fine di comporre la vertenza in atto.

PIO Candeloro ha inoltre la possibilità di mantenere diretti contatti con la cosca IAMONTE di Melito Porto Salvo (RC) anche mediante il fratello PIO Domenico cl. 66 (pregiudicato per associazione per delinquere di stampo mafioso attualmente detenuto) e di venire a conoscenza di circostanze che riguardano quella cosca.

Arriva ad avere anche contatti diretti con IAMONTE Remingo detto "u pirriciddu" (il piccolino) figlio di IAMONTE Natale cl. 1927), cosi soprannominata per la sua bassa statura.

Di quanto sopra si ha avuta dimostrazione allorquando PIO Candeloro, in macchina col fratello PIO Domenico cl. 66, discutono di una questione riguardante gli associati alla cosca di Melito relativamente al conferimento o meno di una dote a tale MERCURIO Domenico. (...omissis...PIO Domenico cl. 66:-Loro devono fare una verifica di quello che hanno fatto li e di sentirsi con me per mandargli un'altra volta a Mimmo Mercurio... il fatto così è...(incomprensibile)...Nicola, ma con tutto il rispetto che c'è, cosa state facendo... non è nè la prima ne la seconda...io glie l'ho detto pure l'altra sera quando siamo ritornati... gli ho detto... a mio parere devi decidere...(incomprensibile)...nei confronti della società e nei confronti di chi lavora con me e con me stesso...siccome...la prima volta ha detto con me, poi la seconda volta ha detto che non sa...e siccome non è cosa sua prendere per il culo nè a me e nè agli amici che stanno vicino a me gli ho detto, per questo motivo, loro sai cosa gli vanno a dire?...ora te lo dico io...siccome Daniele, per quello che sentivo dire io, dice che gli ha detto che era daccordo...l'altra sera mi ha detto difronte a tutti... no, con il padre e lo zio no, con il figlio forse forse...allora Nicola u'vidicu (ombellico) era deciso quasi si...Ciccio Maniero altrettanto...allora lui dice, ci togliamo a lui da in mezzo ai piedi e facciamo entrare a lui o adesso o con l'anno nuovo dobbiamo vedere. PIO CANDELORO:-Comunque non vanno bene queste cose. PIO Domenico cl. 66:-Ma io non sto bene così...(incomprensibile)...ma tu te ne sei accorto, Cola, Daniele e lui, tutti e tre... i tre con cui avevano più confidenza, che ultimamente erano sempre per i cazzi loro...(incomprensibile)... sotto un certo aspetto è giusto. PIO CANDELORO:- Non è andato u 'picciriiu (il piccolino), me l'ha detto oggi, che si dovevano incontrare, ma mi ha detto che non ne vuole sapere niente...che glie l'avevano detto pure a lui...e non è andato veramente perchè era con me che parla...omissis...)

In tale contesto si sottolinea come PIO Candeloro, partecipe tramite il fratello Domenico cl. 66 delle vicende relative ad alcuni contrasti interni al Locale di Melito Porto Salvo, cerca in prima persona di intervenire anche ad alto livello presso i massimi vertici dello ‘ndrangheta del luogo.

Quanto sopra trova riscontro nell'attivita d'indagine svolta dai CC. di Melito Porto Salvo nell'ambito del Proc. Pen. nr. 2332/07 RGNR DDA di Reggio Calabria.
Ancora una volta occorre sottolineare come PIO Candeloro interviene a tutto campo anche quando si tratta di delineare strategie da perseguire da parte dell'associazione mafiosa in campo criminale ed economico. Cio' è dimostrato dalle conversazioni intercettate prima e dopo l'incontro avvenuto la sera del 24 gennaio 2009 presso il ristorante Braai di Giussano, tra MOSCATO Saverio, SGRO' Giuseppe, l'imprenditore edile desiano ANTONICI Giovanni Paolo e lo stesso PIO Candeloro.

Dalle conversazioni ambientali riferite all'episodio, si desume come si stiano pianificando strategie a lungo respiro della cosca, che preannunciano contatti con il mondo politico per l'eventuale partecipazione agli appalti derivanti dall'Expo 2015", attraverso la costituzione di società csd. di facciata riconducibili ad imprenditori "puliti", quali ANTONICI Giovanni Paolo e lo stesso SGRO' Giuseppe, entrambi incensurati. In tal senso depone la conversazione ambientale intrattenuta da PIO Candeloro e l'imprenditore ANTONICI Giovanni:-

(...omissis...PIO Candeloro:-Però sinceramente, non mi fido tanto di Saverio... mi puoi dire quello che cazzo vuoi Giovanni...su ogni cosa, mette davanti la TPE. ANTONICI Giovanni:- Adesso vediamo...adesso vediamo PIO Candeloro:-Si... una volta che gli hai messo tutto nelle mani, poi... e che gli diamo... no, e che gli da la sua ditta, poi la prendiamo nel culo... perchè non lo fai con la tua ditta, scusa? ANTONICI Giovanni:-Infatti lo faccio con la mia ditta, non me ne frega un cazzo, così porco zio, non dò un cazzo a nessuno PIO Candeloro:-Perchè poi lui che fa una volta che ha la sua ditta, poi gestisce tutte le cose lui, hai capito e a me non mi sta bene, capito perchè poi per una cosa...(abbassando la voce)...o si rivolge la sotto o una cosa o un'altra hai capito allora bisogna mettere davanti una nostra ditta... la tua, quella di Peppe in modo tale che le abbiamo accatastate noi le cose e non lui quello Saverio è figlio di puttana..cerca di coninvolgerti e poi...omissis...PIO Candeloro:-Lunedì c'è Mazzacuva, gli ho detto, Melo ci dobbiamo vedere con tutti...omissis...PIO Candeloro:-non è importante lui come persona, capito? Ma gli gestiamo noi la cosa hai capito? Poi gli mettiamo noi le persone dietro...omissis...PIO Candeloro:-A me non piacciono poi Peppe quà e là prima i lavori glie li dà ad altri e adesso vieni a dire che gli serve il lavoro per Peppe non ha senso quindi tu lo stai facendo con qualche fine vuole avere la forza nostra...omissis...)

Tali conversazioni, già evidenziate nel capitolo dedicato a MOSCATO Saverio, rappresentano uno spaccato illuminante sulla personalità di PIO Candeloro, il quale, da una parte svolge a pieno titolo il suo ruolo di Capo Società del Locale di Desio e dall'altra tenta di intraprendere autonomamente attività pseudo lecite ed illecite. Si vedrà in seguito come gli stessi affiliati si lamentano di questo suo comportamento facendo intervenire MOSCATO Saverio ed Annunziato Giuseppe.

Egli organizza incontri conviviali, come uso negli ambienti della ‘ndrangheta, in cui chiama a raccolta tutti i suoi affiliati e le persone a lui contigue:-

Un esempio in tal senso giunge dal "summit" del 07.03.2009, indetto ed organizzato dal Capo Società PIO Candeloro, tenutosi presso il ristorante "Garibaldi 24" di Desio, al quale partecipano, oltre al PIO, PENSABENE Giuseppe, SGRO' Giuseppe, MANNA Domenico, LAGANA' Giuseppe, il già citato imprenditore edile ANTONICI Giovanni Paolo unitamente ad altri soggetti.

Ad un altro "summit", sempre organizzato da PIO Candeloro in occasione di una sorta di raduno di TIR, tenutosi il "giorno 27.06.2009 presso il ristorante "BRAAI" di Giussano, partecipano PENSABENE Giuseppe, SGRÒ Giuseppe, MANNA Domenico, l'imprenditore ANTONICI Giovanni Paolo, CURATOLA Pasquale, autotrasportatore vicino allo stesso sodalizio nonchè MINNITI Giuseppe, fratello di MINNITI Nicola, entrambi affiliati al Locale di Desio ed inquadrati nel "gruppo criminale" dello zio PIO Domenico cl 46. La posizione di PIO Candeloro quale persona di spicco nell'ambito della malavita locale non è riconosciuta solo all'interno della cosca desiana, ma anche da settori della vita civile che si rivolgono a lui allorchè hanno bisogno di intimidire eventuali avversari personali.

A lui si rivolge infatti MARRONE Natale cl. 68 (cugino dei fratelli MARRONE), personaggio inserito nella vita politica di Desio, peraltro neo eletto consigliere comunale a Desio, il quale per proprie ambizioni chiede a PIO Candeloro di esperire un'azione violenta nei confronti di PERRI Rosario, all'epoca capo area tecnica del settore edilizia privata del Comune di Desio.

Peraltro il rifiuto di PIO Candeloro è dovuto esclusivamente al fatto che il PERRI Rosario è "appoggiato" da persone evidentemente di rispetto. (...omissis...Natale:- quà a Desio a quella minchia di Perri la possiamo fare qualche azione o no'? Candeloro:-che facciamo? Natale:- ce la posso fare qualche azione o no? Candeloro:-ma tu te li stai portando tu Natale? Natale:-eh? Candeloro:-stai portando tu? Natalae:-io sono gia' dentro. Solo che fanno finta di non sentire, allora volevo farti parlare con uno...Perri...è appoggiato da qualcuno è solo non è solo. Candeloro:-ma Perri quale quello che e' a Monza o il cugino, questo che e' qua? Natale:-questo di qua. Candeloro:-eh... tu dimmi a me che ti interessa. Natale:- sapere lui com'e' messo, che gli faccio un'azione, un'azione cosi' preventiva,...ha sessantasette anni non e' che gli devo far del male, pero' lo devo bloccare, fare dei lavoretti. Candeloro:-ma dello stesso partito siete? Natale:- eh? Candeloro:-lo stesso partito? Natale:-si ! Ma io non lo faccio faccia a faccia capito? io ci mando a due capiscimi però ! cosi la prossima volta quando io parlo mi sta' un po' attento. Io forzature non ne faccio a nessuno,io obbligare non obbligo a nessuno. Pero' se io vengo e ti faccio capire mezza cosa, tu non...fare finta, non solo fai finta di capire e poi mi metti i bastoni tra le ruote, a scemo. Io prendo e ti faccio a pezzi. Candeloro:-...ma che ti interessa a te? Natale." Natale:- non mi interessa niente. Candeloro:-no dico a te ti interessano i voti qua a Desio? Natale.-a Desio poi nel 2010 poi mi serviranno i voti. Ma adesso invece se loro non capiscono...incomprensibile..a me ha toccato un pochettino capito? Candeloro:-eh. Natale:-si, nel senso io gli ho detto delle cose e lui se ne sbatte i coglioni. Allora io adesso....siccome tu mi stai provando per vedere quanto io sono forte, adesso io gli voglio fare un'azione, pero'...adesso...siccome voglio fare un'azione, pero' non un'azione grave, un'azione leggera, come dire...fagli prendere un po' di paura. Candeloro:-ma tu vuoi che ci incontriamo parlo con lui e cosi' magari sta più attento no, uno parla di presenza e' tutta un'altra cosa. Natale:-eh dipende, questo qua'..e....magari parliamo e non. Candeloro:-è appoggiato Natale, è appoggiato fidati. Natale:-e' appoggiato? Candeloro:-per questo dico. Natale:-e tu dici.Candeloro:-se c'e' da dire qualcosa, prendiamo un appuntamento, lo faccio venire in un posto per prendiamo un caffe' qualche cosa, e si dice quello che si deve dire chiaro chiaro e tondo tondo senza problemi. Natale:-allora tu mi dici che conosci quelli che lo appoggiano ed e' gente ed e' gente. Candeloro:-di fiducia. Natale:-allora gli facciamo "un'ambasciata", ascoltalo, ascoltalo a quel ragazzo li ogni tanto...omissis...)

PIO Candeloro, inoltre, fa capire quali siano i mezzi di persuasione e la fama che riguarda la sua cosca, quando vuole imporre la propria volontà. Infatti in una conv. amb., egli parlando con MANNA Domenico di una persona che non è stato possibile identificare, rimarca il fatto che tutto il gasolio destinato al settore degli autotrasporti della zona deve passare sotto il suo controllo (...omissis... PIO CANDELORO:-No. Io gli ho detto, tu gasolio non ne porti da nessuna parte, tutto quello che c'è me lo prendo io, gli ho detto, tu qua nelle zone gasolio non ne porti. Lui mi fa, ma cos'è un imponimento? Si è un imponimeto, se parli così, domandagli a Peppe, Giuseppe Sgrò. MANNA DOMENICO:-Hai fatto bene a fare così, mi sei piaciuto, che lui voleva fare. PIO CANDELORO:-Dice, io non ho niente con Carmelo, cosè un imponimeto? Dimmi perchè non glielo devo portare? Te lo devo dire a te, gli ho detto, vuol dire che non se lo merita, va bene, poi se glielo vuoi portare, fammi vedere il mezzo lì e poi vedi come vengo e ti brucio il camion, domandagli a Peppe. Gli ho detto, se fino all'inverno vai bene, tutto il gasolio che hai nelle mani deve passare prima dalle mie mani, se no tu quà ai miei paesani non gli dai niente a nessuno...omissis...PIO CANDELORO:-E' diventato una pecora, minchia alle 10:30 giovedì, anzi me lo doveva portare venerdì, poi oggi, poi oggi era festa ed è venuto ieri. MANNA DOMENICO:-Adesso vedrai come si comporta. PIO CANDELORO:-Ha detto che domani viene per l'aperitivo con sua moglie...omissis...PIO CANDELORO:-Eh, lo castighiamo se non lo fa. MANNA DOMENICO:-Adesso vediamo come si comporta, vedrai."...omissis...)

Egli vuole controllare le azioni degli associati e nel colloquio con FOTI Bartolo, suo affiliato, dispone che venga diramato l'ordine agli altri compartecipi, che nessuno si dovrà permettere di intraprendere azioni violente o intimidatorie senza il suo consenso e soprattutto utilizzando in modo inappropriato il suo nome.

(...omissis...FOTI BARTOLO:-No, ma troppo bordello, ma per me io non ho problemi, in nessun senso della vita, perchè, quello che tu ancora non hai capito, i problemi solo una persona li può avere, dietro tutto questo, a me cosa mi devono fare, se quello (incomprensibile) caricano su di te. PIO CANDELORO:-Ma quello che dico io, anche questo cazzo di Giovanni, cioè voglio dire, ha picchiato Compare Nato, parola d'onore...omissis...FOTI BARTOLO:-Giustamente Candeloro. PIO CANDELORO:-Bartolo, ti ho detto che lo hanno fatto, vedi che il mio nome è uscito apposta FOTI BARTOLO:-Il tuo nom e lo hanno fatto...omissis...FOTI BARTOLO:-Ma gliel'ho detto ad Ignazio, pure lui, (bestemmia), come cazzo è combinato pure lui, allora la parola. PIO CANDELORO:-Ma voi sapete, Bartolo. FOTI BARTOLO:-Lo so io da fonte sicura...omissis...PIO CANDELORO:-La colpa è di tutti noi altri Calabresi. FOTI BARTOLO:-E allora di chì. PIO CANDELORO:- Perchè vanno tutti lì, vanno tutti lì e gli raccontano tutti i cazzi, Bartolo, mi sembra la centrale dei Carabinieri, lì non mi sembra un rottamaio, la centrale dei Carabinieri...omissis...PIO CANDELORO:-Questo Giovanni gli dovete dire che deve stare al suo posto. FOTI BARTOLO: L'ho fatto adesso, proprio ora sono uscito da casa sua, oggi. PIO CANDELORO:-Se ha un problema, ma qual'è il problema, te lo dice a te...omissis...PIO CANDELORO:-Lui non deve fare altro che dirlo, lui qualsiasi problema che ha, non deve andare. FOTI BARTOLO:-Ma lui lo sa. PIO CANDELORO:-Ne da Ignazio, ne da Pasquale, che se gli deve dare due schiaffi ad uno, vengo anch'io che invece di quattro gliene buttiamo sei...omissis... PIO CANDELORO:-Tanto è vero che gliel'ho dovuta girare, Bartolo, gli ho detto che se eventualmente ti domanda, sei parente o cose, gli devi dire che è mezzo parente con mio zio, digli qualche cosa, vedi sempre per coprire la situazione, hai capito, se no mi dicono: quà camminano tutti con il tuo nome e poi... l'ultimo che mi ha chiamato mi ha detto: vedi che quì, chi è parente tuo, chi è cugino tuo, intanto le cose succedono mi ha detto. Vedi che passo sempre largo da Desio, largo. FOTI BARTOLO:-No no, io per questo fatto quà. PIO CANDELORO:-Questo è grave, questa è una cosa gravissima. FOTI BARTOLO:-Ma Giovanni ma lui me lo diceva. PIO CANDELORO:-Allora questa è stata una cosa gravissima. FOTI BARTOLO:- Sul bene delle famiglie che io non ne sapevo niente...omissis...PIO CANDELORO:- Ma magari non è vero neanche che Giovanni è andato da questo a bruciargli la macchina...omissis...PIO CANDELORO:-Domandagli, ma tu sei andato con qualche amico tuo, a picchiare qualcuno a Desio e gli avete incendiato la macchina, gli devi dire...omissis...)

A questo punto, prima di richiamare una serie di conversazioni intrattenute con MOSCATO Saverio, laddove interagiscono mirate scelte strategiche da parte dei vertici della cosca desiana nonché consigli e direttive che il MOSCATO stesso impartisce a PIO Candeloro, occorre necessariamente introdurre un preambolo relativo al clima di forte contrasto instauratosi tra PIO e gli altri partecipi all'associazione mafiosa. Le lamentele degli affiliati, sempre piu' consistenti, sono principalmente dovute alle autonome attività di accaparramento di profitti leciti ed illeciti da parte di PIO Candeloro senza la prevista condivisione con i gli altri associati.

D'altra parte all'interno del Locale di Desio convivono due "gruppi" che hanno una certa autonomia, uno facente capo a PIO Candeloro e l'altro che ha come punto di riferimento lo zio PIO Domenico cl. 46. L'ambizione e la voglia di autonomia del primo lo hanno portato ad entrare in contrasto con PIO Domenico, come si evince dalla conversazione intervenuta tra PIO Candeloro ed il cugino MINNITI Giuseppe, affiliato al Locale di Desio e vicino a PIO Domenico in cui chiaramente si indica quest'ultimo come il capo dell'altra fazione:- (...omissis...MINNITI GIUSEPPE:-Ma poi sono scesi lo Zio (PIO Domenico) e Nicola (MINNITI Nicola)? PIO CANDELORO:-Si sono scesi, i tuoi capi sono scesi. MINNITI GIUSEPPE:-Eh, me lo hanno detto ieri che sono scesi. I tuoi capi, ho capito. PIO CANDELORO:-E non ho capito, non sono i tuoi capi? Che cazzo vuoi? MINNITI GIUSEPPE:-E' normale no, scusa un attimino, è buono quando è così.);

Gli attriti in atto traggono spunto da alcuni fatti pregressi, e si manifestano a conclusione di due "incontri" indetti da PIO Domenico cl. 46, in occasione di una cena ed un pranzo, tenutisi rispettivamente il 23.05.2009 a Muggio' (MI) ed il 26.05.2009 a Segrate (MI)

Al primo incontro partecipano, oltre a PIO Domenico cl. 46, anche PIO Candeloro, l'assicuratore AQUILINO Antonio vicino a PIO Domenico, l'autotrasportatore CURATOLA Pasquale vicino a PIO Candeloro, MINNITI Giuseppe, affiliato al Locale di Desio e CORSO Vincenzo, Ufficiale Giudiziario presso il Tribunale di Desio.

Alla seconda riunione prendono parte, oltre ai due PIO suddetti, anche il già citato AQUILINO Antonio, l'autotrasportatore LO PRETE Luigi detto "Gino" vicino ai PIO e MINNITI Ferdinando detto "Nando", pregiudicato per reati associativi in materia di traffico internazionale di stupefacenti ed altro.

Al termine di tali eventi, PIO Domenico cl. 46 invia, tramite il solito strumento "dell'ambasciata", "messaggi chiari" al nipote PIO Candeloro, segnatamente volti ad limitare la sua attività "espansionistica" di natura autonoma.

Il DOMENICO demanda tale compito ad AQUILINO Antonio, che riporta testualmente a PIO Candeloro l'intimazione affidatagli. (...omissis...PIO CANDELORO:-Compare Tonino. AQUILINO ANTONINO:-Come sei combinato? PIO CANDELORO:-Mi sono combinato a piedi di (incomprensibile). AQUILINO ANTONINO:-Ma, ascolta me. PIO CANDELORO:-Ditemi. AQUILINO ANTONINO:-Allora, due consigli ti do. PIO CANDELORO:-Uno. AQUILINO ANTONINO:-Si, quando ti muovi, ti conviene che ti muovi da solo. Me l'accetti o no? Primo consiglio. Giusto? PIO CANDELORO:-Due. AQUILINO ANTONINO:-Ah? PIO CANDELORO:- Due. AQUILINO ANTONINO:-Secondo, te l'ho detto oggi, per lì non c'è niente, lì è territorio di tuo Zio, quello che resta sono briciole, non andare dietro un altro, non se hai capito, penso che te ne sei accorto, o no?...omissis...)

Il comportamento dispotico ed egoistico di PIO Candeloro genera malumori persino anche all'interno del suo stesso "gruppo" e viene rappresentato al vertice del Locale come si evince da alcune conversazioni intervenute tra gli affiliati al sodalizio mafioso.

In una prima conversazione telefonica, GUARNACCIA Antonino, detto "Nino" autotrasportatore e vittima di usura ed estorsione232 di PIO Candeloro ma probabilmente anche di PIO Domenico cl. 46, esterna lamentele a POLIMENI Candeloro (uomo di fiducia di MOSCATO Saverio) sull'incontrastata attività espansionistica anche nell'ambito degli autotrasporti che sta conducendo PIO Candeloro. Ovviamente il fine del GUARNACCIA è quello di far giungere il messaggio, per il tramite di POLIMENI, anche agli altri associati, ma soprattutto a MOSCATO Saverio. (...omissis... Nino:- a quell'altro candeloro...quello che si chiama come te non sei andato? (PIO Candeloro )...omissis...Nino:-che vuoi lui fa... "fa il grande". Candeloro:- eh. Nino:- lui fa il grande .. o sbaglio? Candeloro:- eh Nino:- e tui lo sai meglio di me ..io non parlo ..io non dico niente.. poi dice che io devo dare soldi in giro....si è preso i camion e non li sta neanche pagando...omissis... Candeloro-: non li ha presi da coso? come si chiama? Nino:- Laganà! Candeloro:- eh.. con il leasing.. li ha girati con il leasing Nino:- ma quale leasing gli ha girato..candeloro! Candeloro:- a non glieli sta pagando. Nino:-no non parlare con nessuno però!...omissis...)

In una successiva e fondamentale conversazione ambientale, POLIMENI Candeloro rappresenta quanto appreso a SGRO' Giuseppe, uomo di fiducia del Capo Società PIO Candeloro. Persino lo stesso SGRO' esprime il suo disappunto, pienamente condiviso dal POLIMENI, innanzi al comportamento fuori controllo del PIO, ed al disprezzo delle regole mostrato da costui che non condivide con gli altri affiliati al Locale di Desio i guadagni riferibili all'attività della consorteria criminale.

L'ira di SGRO', nel "confessare" di essere stato in tempi passati incaricato di raccogliere il denaro per gli interessi generali ("cassa comune"), giunge a tal punto da esortare il POLIMENI ad informare i massimi vertici del Locale di Desio, MOSCATO Annunziato Giuseppe (Zio Peppe) e Moscato Saverio (...omissis... Sgro' Giuseppe dice che secondo lui sta facendo finta di essere senza soldi e Polimeni Candeloro aggiunge che lui ha saputo che prende i soldi da tutti, ...omissis...Sgrò Giuseppe:-io Candeloro gli direi, io gli direi senti qua o ci troviamo e dividiamo quello troviamo. Polimeni Candeloro:-lo dividiamo Sgro' Giuseppe:...omissis...,ma stai scherzando glielo dici pure a tuo zio Saverio lo prendono tuo Zio Saverio e tuo Zio Peppe, gli dicono ma tu tre mesi fa non eri quello che dicevi così e così, come ti sei comportato ora, peggio, diecimila volte peggio io lo farei, hai la possibilità di farlo e non lo fai, "QUANDO NESCIA PE A CASSA FORA" (tradotto:- quando io uscivo fuori per la cassa) non lo facevi e quello aveva più bisogno di te o degli altri.Polimeni Candeloro:il discorso è chiaro, se li prendevo io, qualcosa mangiava...omissis...Sgro Giuseppe riprende il discorso ed con voce alterata dice:-lui fa il cazzo che vuole e noi stiamo morendo di fame, allora uno fa quello che vuole e buona notte, però io devo fare una cosa e glielo devo dire, tu devi fare un'altra e glielo devi dire, lui (Pio Candeloro detto Tonino) deve fare i cazzi suoi! giustamente dove partecipiamo e dove non partecipiamo e lui si fa i cazzi suoi ...omissis...Polimeni Candeloro:- quando gli ho detto io a lui poi ieri mattina, dammi il numero che lo chiamo io a me di forza me li deve dare mannaggia la Madonna, gli ho detto, Tonino (Pio Candeloro detto Tonino). Sgrò Giuseppe:-Dieci giorni fa quando ero andato da Pietro a dirgli che i soldi li avevano consegnati e non glieli avevano portati a Nicola (MINNITI Nicola gia' indicato come contabile del locale di Desio N.d.A.) avanti a me so che i soldi li ha presi uno a luglio dell'anno scorso. Polimeni Candeloro:-e lui che ha detto Sgrò Giuseppe:si li abbiamo presi perchè avevamo bisogno, dovete avere la bontà di aspettare, quando li avrò li restituirò davanti a me...incomprensibile...Sgro' Giuseppe:-Io sono dell'idea Candeloro, io sono dell'idea, la ragiono così e nessuno me la può cambiare; se tu fai 100 euro per cazzi tuoi sono 100 euro per cazzi tuoi, se faccio 100 euro per cazzi mie sono 100 euro per cazzi mie, sei mi dovessi permettere a fare 1 euro, qua lo nego e qua lo dico, a nome di altre persone, prendo quell'euro e lo metto qua e dico, io ho fatto questo, che dobbiamo fare ? io la penso cosi Candeloro. Polimeni Candeloro: ...omissis...Polimeni Candeloro:- ora vado da mio zio Peppe e gli racconto tutte queste cose. Sgro' Giuseppe: no a Zio Peppe non gli dire niente... omissis...)

L'esistenza di una "cassa comune" (bacinella) è desumibile altresì da una conversazione ambientale ove viene risaltato da MOSCATO Saverio il fatto che MARRONE Ignazio (vittima di estorsione di PIO Candeloro)235 paga regolarmente già una sorta di "...assistenziale..." a PIO Candeloro e quindi questi non deve pretendere altri pagamenti. (...omissis...Moscato Saverio-:Comunque non ti devi incasinare, Candeloro (Pio Candeloro), tu fai il passo più lungo della gamba, puttana della miseria. Pio Candeloro:-non me ne frega un cazzo Moscato Saverio:Se ti paga l'assistenziale, non può pagare a Trenta, mi pare a novanta...omissis...)

La vicenda testè enunciata ha il suo naturale sviluppo nella riunione chiarificatrice indetta da MOSCATO Saverio in data 24.09.2009 presso il ristorante "ROMAGNOLO" di Monza. All'incontro sono presenti MOSCATO Saverio e PIO Candeloro, da parte del Locale di Desio, nonché i fratelli MARRONE Ignazio e Natale, il loro cugino MARRONE Diego ed il cognato del Natale FARRUGGIO Salvatore.

All'esito del "summit", nel prospettare strategie utili al Locale con riguardo alla posizione dei MARRONE ed alle attività criminose da effettuare in loro danno MOSCATO Saverio adombra addirittura, la possibilità di inserimento di uno dei MARRONE (Natale) all'interno della Cosca:- (...omissis...Moscato Saverio:- Dobbiamo metterli in condizione di farci lavorare Pio Candeloro:-eh.. adesso lo coltivo.....a lui gli diciamo. Moscato Saverio:-se tra due anni si sarà comportato bene lo portiamo giù. Pio Candeloro:-la sotto! che lo dobbiamo portare a fare?...omissis...Moscato Saverio:-lo portiamo dal PROFESSORE...omissis...)

A differenza degli altri soggetti che occupano posizioni di vertice all'interno delLocale (fratelli MOSCATO, PIO Domenico cl.46) che "non si sporcano le mani" con la commissione diretta di azioni di natura violenta, PIO Candeloro, a riconferma del suo ruolo di responsabilità anche operativa si pone alla testa del suo gruppo criminale quando si deve intervenire con le maniere forti.
Un episodio che dimostra tutta la potenzialità criminale di Pio Candeloro ed il suo continuo tentativo di imporre i suoi dettami nel settore degli autotrasporti è rappresentato dal sequestro di persona in danno di MERONI Claudio, titolare di una ditta di autotrasporti con il quale il PIO ha degli insoluti per pregresse prestazioni lavorative.

Inizialmente, per le ricerche finalizzate al rintraccio ed al prelievo del MERONI, PIO moblita gran parte del suo gruppo nelle persone di MANNA Domenico, SGRO' Giuiseppe, SGRO' Eduardo Salvatore, PIO Alfonso (fratello del Candeloro), POLIMENI Candeloro, SALATINO Giuseppe. Successivamente per la vera e propria "spedizione punitiva" partecipano attivamente, oltre allo stesso PIO Candeloro, anche DI PALMA Francesco con il ruolo di "palo" in attività di osservazione, POLIMENI Candeloro quale autista della vettura utilizzata per caricare la vittima, SALATINO Giuseppe, FOTI Bartolo e COTRONEO Vincenzo, tutti a copertura dell'area teatro dell'azione delittuosa.

In tali fasi si apprende della disponibilità di armi da fuoco da parte del "gruppo" di PIO Candeloro..."omissis...Franco (DI PALMA N.d.A):- e erano in dodici e sei arrivato da solo cosi'. Devo andare accavallato per dodici persone. Candeloro:- ricordati che il numero uno non perdona a nessuno...omissis" il numero uno non perdona a nessuno...omissis...) e si registra la progressione dell'intimidazione mafiosa proveniente direttamente da PIO Candeloro e l'autentico il terrore in cui è piombato il MERONI il quale si era permesso di "sfidare" il PIO "...omissis... io mi devo scu...Tonino (PIO CANDELORO) io ho sbagliato, lo so che....mi fai andare a casa o no? Pio Candeloro:-tu vai a casa, ci mancherebbe Meroni Claudio:-Tonino (Pio Candeloro) io non so come scusarmi. Pio Candeloro:-pensavi di farmi paura Claudio! Meroni Claudio:-io no, ma non scherzare Tonino (Pio Candeloro), come faccio a farti le paure a te...omissis... Pio Candeloro:-ti volevi prendere il camion? Meroni Claudio:-ma che cazzo me ne frega del Camion, il camion puoi tenerlo anche tè, basta che attacchi, se tu attacchi il camion per me può andar bene...omissis..."
Si può sicuramente sostenere che il "gruppo criminale" facente capo a PIO Candeloro è il "braccio armato" del Locale di Desio,

Numerosi infatti sono gli episodi, emersi nel corso delle indagini, da cui si evincono da una parte gli interventi diretti di PIO Candeloro e del suo "gruppo" per mantenere ed estendere il "prestigio" acquisito dalla cosca nel territorio e dall'altra la considerazione assunta dal medesimo negli ambienti anche criminali, tanto che a lui si rivolgono coloro che intendono essere "autorizzati" ad intraprendere azioni violente o coloro che richiedono la sua protezione dopo aver subito atti intimidatori.
A lui si rivolge il pregiudicato CANNAROZZO Domenico242 per pianificare un'eventuale estorsione nei confronti di un suo concorrente e nella conversazione che segue si arriva anche a definire le modalità esecutive dell'intimidazione da porre in essere (...omissis... CANNAROZZO DOMENICO: Si dritto. Gli buttate due belle bombe. PIO CANDELORO:-Gli taglio la testa ad un agnello e gliela metto in macchina. CANNAROZZO DOMENICO:-...omissis..., meglio un botto, un botto che lo sentono fischiare, un bel botto, con un bello "scruscio" (rumore) che gli vola la porta, no...PIO CANDELORO:-Dove abita, al primo piano abita? CANNAROZZO DOMENICO:-Si si, qui abita. PIO CANDELORO:-Gli facciamo venire il terrore, gli spacchiamo tutte le finestre. CANNAROZZO DOMENICO:- Bravo. Gli facciamo venire il terrore a quel deficente gli armiamo una bomba carta... mezza casa gli vola...omissis...)

In tali ambiti si inserisce anche la vicenda riguardante l'esplosione di cinque colpi di arma da fuoco contro le vetrine dell'attività commerciale detto "BAR DALLA ENZA" sito in Desio. Dalla ricostruzione effettuata dai CC operanti e dalle conversazioni intercettate l'atto criminale è riferibile a Pio Candeloro (presumibilmente trattasi del preludio ad una richiesta estorsiva) come fa intendere un dialogo ironico ed allusivo do SGRO' (...omissis...PIO CANDELORO: La n'drangheta a Desio che dice stamattina. SGRO' GIUSEPPE: Eh la n'drangheta. PIO CANDELORO:-Dice che tirano pistolettate della madonna. SGRO' GIUSEPPE: Ah si? PIO CANDELORO:-A Enza gli hanno sparato tutto il bar. SGRO' GIUSEPPE:-Ma che dici. PIO CANDELORO:-Eh, che dico, eh che dici. PARRAVICINI STEFANO:-Domenica notte....omissis...)244 nonché un'altra conversazione intervenuta tra MARRONE Ignazio (vittima di estorsione di PIO Candeloro) che commenta l'episodio in questione con la moglie CATTANEO Samantha, (...omissis...IGNAZIO:-Soldi vanno cercando Sama' (Samantha); SAMANTHA:-perchè la Enza non ha le stesse coperture? IGNAZIO:-gli sbirri...omissis...)

Anche i fratelli Marrone che in più occasioni hanno perpetrato reati in maniera autonoma concorrendo in altre circostanze anche nella commissione di "reati fine", conoscono lo spessore criminale di PIO Candeloro, tanto da divenire a loro volta vittime di estorsione da parte di quest'ultimo ed oggetto delle sue "attenzioni" intimidatorie, quali l'attentato dinamitardo in danno del deposito della loro società "RECUPERI E AUTODEMOLIZIONI S.R.L." avvenuta il 1° giugno 2009.

L'attentato è certamente riconducibile a PIO Candeloro come analiticamente ed esaurientemente ricostruito nel capitolo riguardante i reati fine dell'associazione mafiosa, fornendo, nel contempo, piena contezza del potere intimidatorio sprigionato nel territorio dal PIO e dal suo gruppo, anche in danno di individui che godono di un certo rispetto nell'ambito della malavita comune.

Lo stato di intimidazione ed assoggettamento che incute PIO Candeloro, emerge chiaramente allorquando lo stesso MARRONE Ignazio chiede proprio a lui il "permesso" per condurre a termine una sorta di "vendetta" violenta nei confronti di tale CORBETTA Francesco Andrea Maria, titolare della concessionaria Audi VW di Cesano Maderno, "...omissis...guarda che ti avviso io eh....sai tu la Volkswagen che c'è quà? la Vollkswagen che c'è quà, CORBETTA...io in settimana gli faccio il battesimo, tutte le vetrine, gli ha fatto un'infamata ad un amico mio, gli ha fatto, a me ha infamato e ah che noi smontiamo macchine io e Vizzi. Vedi questo te lo dico, va bene Compare?..omissis...."

Il permesso ha dato il suo esito, dato che tra il 18 dicembre 2009 e il 19 successivo le vetrate della predetta concessionaria venivano trafitte da tredici colpi di pistola cal. 9 mm.

Un'ulteriore manifestazione, ancora più palese del potere esercitato dall'organizzazione mafiosa, volto a penetrare il tessuto economico-commerciale del territorio, attraverso l'acquisizione di quote di esercizi pubblici, peraltro già sottoposti ad attenzioni estorsive, giunge dall'episodio riguardante l'estorsione ai danni di un ristoratore desiano, BARBERA Santo, detto "Sandro, titolare del ristorante "EURO TAVERNA" sito in Desio.

Costui lamenta a PIO Candeloro il fatto che altri individui si sono "permessi" di chiedergli del denaro, nonostante egli goda già della "protezione retribuita" fornitagli dallo stesso PIO Candeloro:- "...omissis....SANDRO:-Cioè, io non vengo, quello che dico io, non vengo a casa tua senza il tuo permesso....omissis....";

"...omissis...SANDRO:-Allora io purtroppo sono riuscito a recimolare tutto quello che potevo eh. Ho anche un pò di moneta...(Si sente rumore e la voce di Sandro, a tono basso come se stia contando del denaro)...SANDRO:-Cinquanta se ne mancano 100 eh. PIO CANDELORO:-Ma si non ti preoccupare...omissis...SANDRO:-Tutto quello che c'era di oggi, dimmi tu. PIO CANDELORO:-Non ti preoccupare. SANDRO:-4.900 li metto qua...omissis...".

Allo stesso interlocutore che gli manifesta difficoltà economiche il PIO propone di introdurre nella compagine sociale una persona di sua fiducia e "pulita":...omissis...PIO CANDELORO:-Non con loro, tu dovresti vedere...comunque se c'è da fare una situazione del genere dimmelo, la trovo io la persona, pulita.

SANDRO:-Ci vuole una pulita. PIO CANDELORO:-No no no, pulita, eventualmente...inc...

Come anticipato nella parte introduttiva riferita al Locale di Desio, la cosca ed in particolare il "gruppo criminale" capeggiata da PIO Candeloro ha nella sua disponibilità armi da fuoco pronte all'uso.

La dotazione di armi da fuoco costituisce un aspetto determinante per la potenzialità, in quanto consente al Locale di contare su strumenti tra i più incisivi per consolidare "il proprio prestigio criminale".

L'attività di indagine ha infatti portato al sequestro di armi da fuoco ed esplosivi all'interno del box di TRIPODI Antonino, nipote di PIO Candeloro. (ha sposato Pio Francesca, figlia di PIO Alfonso fratello di PIO Candeloro)

Accade che TRIPODI Antonino per la gestione delle armi, occultate nel suo box di Seregno253, si serve di un altro soggetto, ANDREANA Antonio, rapportandosi con il Capo Società del Locale di Desio, PIO Candeloro, con il quale, evidentemente, ha concordato particolari strette modalità cui attenersi durante le fasi di avvicinamento "all'imbosco" delle armi.

Tali modalità prevedono infatti, anche per lo stesso PIO Candeloro, un primo contatto telefonico, seguito dall'apertura del cancello elettrico di accesso al box sotterraneo, il tutto ovviamente in piene condizioni di "sicurezza", cioè dopo aver verificato l'assenza in loco di soggetti "estranei" o di appartenenti alle FF.PP.

In tale ambito è particolarmente esplicativa la conversazione telefonica intercorsa fra TRIPODI Antonino e PIO Candeloro:- "...omissis...Tripodi:- (con timbro di voce basso, tremolante e ansimante) "...va bene, digli che c'e' questa, poi andiamo a vederla noi e parliamo noi..."PIO Candeloro:- ueh..terrone. Tripodi:- che fai? PIO Candeloro:-sto arrivando. Tripodi:-e va be' arriva dentro che ti apro il cancello dai. PIO Candeloro:-tre minuti, quattro e sono li'....omissis..."

Alla procedura di avvicinamento, ovviamente, si attiene in maniera scrupolosa anche ANDREANA Antonio, il giorno 23.02.2009, quando si reca presso il box del TRIPODI (....omissis...ANDREANA:-NINO lo sai che stasera ci dobbiamo vedere ad una certa ora? TRIPODI:-lo sò lo sò lo sò ci mancherebbe...omissis...";
"....omissis...ANDREANA:-ciao sei a casa?; TRIPODI:- sì. ANDREANA:-dai sto partendo adesso dal magazzino cinque minuti son da te. TRIPODI:-va bene ciao...omissis..."

I CC. operanti, dislocati in loco in Servizio di O.C.P. osservano poco dopo ANDREANA che, rispettando i tempi concordati, parcheggia la macchina sulla strada ed entra nell'abitazione del TRIPODI, per uscirne subito dopo qualche minuto. (è facilmente intuibile che ha ritirato nel frattempo il telecomando del cancello che gli servirà di li a poco).

Dopo pochi minuti ANDREANA Antonio ritorna sull'obiettivo, questa volta seguito a breve distanza da un'altra autovettura con a bordo due soggetti; le due autovetture in colonna si avviano verso il box dove vengono bloccate dai CC. che fanno irruzione all'interno del garage, ove rinvengono armi da fuoco di notevoli potenzialità offensive, complete di munizionamento ed esplosivi (si tratta di armi di grosso calibro, alcune addirittura alterate per aumentarne il potere lesivo - vds. fucile cal. 12 a canne mozze ed esplosivo TNT di fabbricazione e provenienza dei paesi dell'Est Europa corredati di relative micce a lenta combustione, vari tipi di detonatori ed inneschi, telecomandi e dispositivi a tempo)
Vengono tratti in arresto in flagranza di reato lo stesso Andreana, MEDICI Giuseppe Antonio e CANIGLIA Diego Lorenzo.

Medici Giuseppe è risultato un importante affiliato al Locale di Mariano Comense nonchè persona di fiducia del Capo Locale MUSCATELLO Salvatore cl. 34, di cui è anche parente. La presenza del MEDICI nella richiamata circostanza, fa ritenere che era in atto uno scambio di armi da fuoco tra il Locale di Desio e quello di Mariano Comense.

L'operazione dei CC. mette sicuramente in allarme il gruppo criminale del Capo Società PIO Candeloro, tanto che, trascorso qualche giorno dalla citata operazione, si accorda con i suoi uomini per vedersi presso l'attività commerciale gestita da TRIPODI Antonino.

Depongono in tal senso alcune conversazioni telefoniche, intercorse tra PIO Candeloro ed il suo referente SGRO' Giuseppe, da cui si desume che i due si sono incontrati proprio presso il panificio di TRIPODI Antonino:-

(...omissis...Tonino (Pio Candeloro):-e dove sei? Giuseppe (Sgro Giuseppe):-qua al bar. Tonino:-eh! e ora arrivo dai Giuseppe:-ah, và bene. Tonino:-o vieni quà al centro? Giuseppe:-dove? Tonino:-al centro a Seregno. Giuseppe:-ah. e stò venendo dai. Tonino:-qua vicino a dove c'è il panificio di Nino. Giuseppe:-eh ci vediamo lì dai...omissis...)

(...omissis...Giuseppe:-Pronto! Tonino:-Dove sei? Giuseppe:-Quà dove c'è Nino... omissis...)

E' stata infine documentata la partecipazione diretta di PIO Candeloro, quale regista e coordinatore, nella perpetrazione di reati fine;263 in tale contesto è stata inoltre riscontrata la sua direzione in attività usuraie ed estorsive, alcune condotte con il concorso dei fratelli SGRO' Giuseppe ed Eduardo Salvatore.
A PIO Candeloro sono riconducibili alcune società commerciali ed un'impresa di autotrasporti [Tricky Bar S.a.s. di SALADINO Sebastiana" con sede in Seregno (MI) piazza Liberazione n. 20, di cui sono soci SALADINO Sebastiana, moglie di PIO Candeloro, socio accomandatario e PIO Candeloro socio accomandante; Impresa individuale TRICKY PIZZA" di PIO Candeloro con sede in Seregno in Via Tommaso Grossi n. 37 - Oggetto sociale:-pizzeria d'asporto e gastronomia; Impresa: Autotrasporti CHRISTIAN S.R.L." con sede in Seregno in Via Cardinal Achille Locatelli n.150 - Oggetto Sociale:-Attività trasporto su strada conto terzi, movimento di terra e scavi - della quale sono soci PIO Candeloro (socio) e SALADINO Sebastiana (moglie - Amm.re unico) - società costituita il 09.06.2009;]. Proprio nell'ambito degli autotrasporti, risultano specificatamente individuati dai CC. vari TIR ed autocarri nella disponibilità materiale di PIO Candeloro; i successivi accertamenti ed approfondimenti sui mezzi in questione hanno portato all'identificazione dei relativi proprietari, alcuni dei quali, sulla base di altre risultanze, come si vedrà nel capitolo loro dedicato, risultano inseriti o comunque legati al "gruppo criminale" capeggiato da PIO Candeloro.


"PIO Domenico cl. 46"

PIO Domenico classe '46, detto "Mico", è un personaggio di notevole spessore criminale; i suoi numerosi precedenti di polizia e penali, collocandosi in un lasso temporale di circa 45 anni di attività delinquenziale (già nel lontano 1965 per la prima volta veniva denunciato per furto), spaziano dai molteplici delitti contro il patrimonio e la persona, alle ripetute violazioni della legge sul controllo delle armi, sino a giungere, all'apice della sua carriera criminale, alla commissione di reati di natura associativa in materia di criminalità organizzata:-

Il 22.08.1994, assieme ai fratelli MOSCATO Annunziato Giuseppe, Saverio, Natale ed altri, viene tratto in arresto in esecuzione di O.C.C. emessa dalla D.D.A. di Reggio Calabria per associazione per delinquere di stampo mafioso, riconducibile alla cosca dei IAMONTE di Melito Porto Salvo;
Nell'anno 1999 viene indagato nell'ambito di un procedimento penale sempre della D.D.A. di Reggio Calabria, per il reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, ove peraltro erano coinvolti lo stesso IAMONTE Natale cl. 27, i fratelli MOSCATO Annunziato Giuseppe e Saverio ed altri.

Si può affermare che PIO Domenico cl. 46, come il nipote PIO Candeloro, è il capo di uno "dei due gruppi criminali" sotto ordinati all'interno del "Locale" di Desio.
L'attività investigativa condotta dai Carabinieri è costellata da riscontri sul suo ruolo nell'ambito del sodalizio mafioso e sulle attività criminali gestite e compiute direttamente.

Come consuetudine della grande "famiglia della ‘ndrangheta", PIO Domenico è imparentato con la maggior parte degli affiliati. Infatti egli, oltre che di PIO Candeloro, è anche zio dei fratelli MINNITI Nicola e Giuseppe, di TRIPODI Antonino, ed altri soggetti tutti indagati nel presente procedimento.

In merito al paritetico ruolo con il nipote Candeloro, va sicuramente detto che il Domenico è comunque considerato più autorevole e carismatico, in quanto molto più anziano. Infatti, sarà proprio lui ad intervenire direttamente ed indirettamente (attraverso ambasciate inviate a mezzo di AQUILINO Antonino) nei confronti del nipote, allorquando quest'ultimo cerca di invadere il settore di competenza di PIO Domenico ed eccede in quelle che sono considerate dalla cosca desiana attività espansionistiche autonome (...omissis...AQUILINO ANTONINO:-Allora, due consigli ti do. PIO CANDELORO:-Uno. AQUILINO ANTONINO:-Si, quando ti muovi, ti conviene che ti muovi da solo. Me l'accetti o no? Primo consiglio. Giusto? PIO CANDELORO:-Due. AQUILINO ANTONINO:-Ah? PIO CANDELORO: Due. AQUILINO ANTONINO:-Secondo, te l'ho detto oggi, per lì non c'è niente, lì è territorio di tuo Zio, quello che resta sono briciole, non andare dietro un altro, non se hai capito, penso che te ne sei accorto, o no?...omissis...)

I suoi richiami sono dettati dalle ferme regole di condotta che la ‘ndrangheta stabilisce. E' dimostrato come le attività cui si interessa principalmente e direttamente PIO Domenico siano quelle dei prestiti probabilmente a tassi usurari.
Lo spessore elevato ricoperto all'interno del Locale di Desio porta PIO Domenico a partecipare a summit con esponenti di rango superiore appartenenti ad altri locali della ‘ndrangheta inquadrati nella "Lombardia".

E' presente certamente il 22 febbraio 2008, al "summit" di Cesano Maderno unitamente a RISPOLI Vincenzo, Capo del Locale di Legnano e San Vittore Olona, PISCIONERI Giuseppe, affiliato di spicco al Locale di Pioltello, MANNO Alessandro, Capo del Locale di Pioltello, MAIOLO Cosimo, affiliato di rilievo al Locale capeggiato da MANNO Alessandro, e MINNITI Nicola, affiliato al Locale di Desio e vicino al gruppo di PIO Domenico, del quale è nipote. Nella circostanza PISCIONERI Giuseppe, nel corso di conversazione telefonica intercorsa con il suo capo MANNO Alessandro, definisce PIO Domencio e Minniti Nicola come "...quelli di Desio..." intendendo inequivocabilmente come coloro che appartengono al "Locale di Desio"

PIO Domenico è promotore di altro summit mafioso (...omissis...- rivolgendosi ai nipoti MINNITI Nicola e Giuseppe presenti nel corso del tentativo di una telefonata intrattenuta con LUCCHINI Roberto e parlando dei MANNO di Pioltello - PIO Domenico dice:- miserabili..nella mia vita non è mai venuto un cristiano a cercarmi soldi...miserabili di merda..mai...omissis...Giuseppe MINNITI:-...direttamente a loro...omissis...PIO Domenico:- domani te la chiarisci....sulle ossa di mia madre (promessa) se tu domani non te la chiarisci...(bestemmmia con tono di voce alterato)....e anche a Peppe...omissis), avvenuto il 21.11.2008 presso il ristorante Mediterraneo di Seregno ed al quale partecipano i fratelli MINNITI Nicola e Giuseppe, PIO Candeloro e SGRO Giuseppe, nonchè MANNO Alessandro, Capo "Locale di Pioltello" e LAMARMORE Antonino, Capo reggente il "Locale di Limbiate" ed allo stesso tempo "Mastro Generale" della "Lombardia", il cui compito, come ampiamente spiegato in precedenza, è quello di dirimere contrasti e controversie in atto fra esponenti dei vari Locali di ‘ndrangheta, inquadrati nella struttura csd. "Lombardia".

Nel corso di tale incontro, così come emerge chiaramente dalle conversazioni intercettate, PIO Domenico è rappresentato dai fratelli MINNITI. Il summit ha lo scopo di chiarire le accuse mosse dai MANNO di Pioltello nei confronti dei PIO di Desio, responsabile di aver spartito in maniera iniqua profitti illeciti.

(...omissis...MINNITI NICOLA:-Oh Peppe, non mi chiamare più per questi chiarimenti, per favore... non lo chiamare più a questo qua. MINNITI GIUSEPPE:-Ah, non lo chiamo. MINNITI NICOLA:-Ma che lo chiami a fare... pure con Tonino ne abbiamo parlato, che lo chiami a fare, basta, lascialo stare. Ora cosa ha fatto, uno gli doveva dire tu sei un pezzo di merda. PIO CANDELORO:-Ma non mi rompete le scatole...è due giorni con questa storia, avanti e indietro, io non li posso vedere a questi qua... questi sono tutti seguiti...a Legnano dalla mattina alla sera. MINNITI GIUSEPPE:-Tu non sei seguito. PIO CANDELORO:-Non mi rompere i coglioni, io non sono seguito tu sei seguito. Portami al bar a me. Se stavi male, non venivi a rompermi i coglioni tu e questi quattro zingari si salva solo Compare Nino, che è il migliore, parola d'onore. MINNITI NICOLA:-Si ma Compare Nino l'ha capito, la valuta l'ha capita. MINNITI GIUSEPPE:-Si, ma ora di quanto è la fattura? PIO CANDELORO: Ancora con questa fattura...ma vaffanculo tu e tuo zio Mimmo, tutti e due, me ne fotto di te e del vino...omissis...)

Il nome di PIO Domenico è accostato sempre al Locale di Desio nei colloqui captati nel corso delle indagini ed intervenuti tra esponenti della Lombardia come quello intercorso fra LAMARMORE Antonino, ROMANELLO Antonio e CHIARELLA Leonardo (rispettivamente il primo Capo reggente il Locale di Limbiate e Mastro Generale della Lombardia e gli altri due affiliati di spessore al Locale di Milano), in cui i tre, fanno una panoramica dei personaggi loro vicini, indicando MINNITI Giuseppe (MINNITI Peppe), i MOSCATO, e PIO Domenico (Mico) come soggetti legati agli IAMONTE (IAMUNTO). (...omissis... CHIARELLA: Chi? Minniti? ROMANELLI: Minniti! CHIARELLA: Questi qua sono suoi cugini, questi qua? ROMANELLI: Questi! quali dite voi?...omissis...LAMARMORE: Questi sono i parenti di MOSCATO, compare Nino! quelli di là giu (inc.) tanto amico anche...omissis... LAMARMORE: Lui (inc.) con quello dei Iamunto la giu, sono tanti amici...omissis... LAMARMORE: A Roccella non c'è un altro, un certo Minniti Peppe?...omissis... ROMANELLI: IiH! Pio? LAMARMORE: Si! Mico il nipote di mio cugino, ma per parte della moglie, delle donne...omissis...)

Sono numerosi gli elementi che indicano PIO Domenico come appartenente alla "'ndrangheta", definiscono il suo ruolo di responsabilità nel Locale di Desio e la gestione delle attività illecite di cui si occupa il suo gruppo.

Un episodio nel quale PIO Domenico dimostra di osservare le regole di ndrangheta è quello riguardante CASTAGNINO Salvatore, debitore del PIO e personaggio che interessa anche tale DI BELLA Domenico detto "Ascanio" vicino a MANDALARI Vincenzo, Capo del Locale di Bollate:- (...omissis... Mandalari gli chiede come fa di cognome un tale Salvatore....Mimmo DI BELLA gli dice CASTAGNINO e l'impresa che ha si chiama "NC CASE" di Negro Celestina che sarebbe la moglie.....poi Mandalari gli chiede se lui ha parlato con quel signore....Mimmo Pio? Mimmo gli dice che ha parlato per telefono con questa persona e questa gli si è presenta come Mimmo Pio che abita a Desio...omissis...)

Il potenziale conflitto tra due locali di ‘ndrangheta prevede l'intervento di LAMARMORE Antonino, "Mastro Generale" della Lombardia, il quale su input del MANDALARI, fa in modo che tra il PIO ed il MANDALARI stesso non insorgano dissidi, lasciando sotto l'egida del PIO il CASTAGNINO:- (...omissis... LAMARMORE ANTONINO:-A questo, Mimmo Pio gli avrà detto qualche cosa (inc.), non so, gli avrà detto qualche cosa. MANDALARI VINCENZO:-Chi? LAMARMORE ANTONINO:-Mico il Pio all'idraulico. MANDALARI VINCENZO:-A Mimmo? LAMARMORE ANTONINO:-Si. (inc.) MANDALARI VINCENZO:-Si si, ma tanto, che gli deve bussare, che gli deve bussare, che conosce pure a me, quindi lo deve sapere che noi non diamo fastidio a nessuno LAMARMORE ANTONINO: Ma siccome lui non pensava che c'era in mezzo anche MANDALARI VINCENZO:-Esatto. LAMARMORE ANTONINO:- Allora dice...omissis... MANDALARI VINCENZO:-Vedete? Io ve lo avevo detto. Se poi voi mi dite che questi campano in questo modo, magari ce l'hanno sotto loro. LAMARMORE ANTONINO:-Se ce l'hanno sotto loro a me non interessa, a me interessa sapere...se tu mi dici che è una persona che ti appartiene a te?...omissis... LAMARMORE ANTONINO:-Vedi come puoi risolvere il problema, gli portiamo le cambiali, ci incontriamo un giorno e vediamo quante sono e le rinnoviamo...omissis...LAMARMORE ANTONINO:-Come gli sta bene all'idraulico e come gli sta bene a questo. Se questa non è una persona che interessa a te, tieniti da parte MANDALARI VINCENZO:-Tieniti da parte e se qualche volta viene a dirti qualche cosa fai finta che non senti...)

(...omissis...MANDALARI VINCENZO:-Va bene. Però intanto prendiamo un appuntamento e andiamo? LAMARMORE ANTONINO:-Si, sta a voi, fissare un appuntamento, o andiamo noi con lui o andate voi, non c'è problema, non c'è nessun problema, in caso ci incontriamo, vi incontrate per venire con Mimmo dove ci siamo visti l'altra sera, perchè gli ha telefonato lui, gli ha parlato lui e tutto quanto. MANDALARI VINCENZO:-Ok. LAMARMORE ANTONINO:-E' meglio incontrarsi con lui, anche per non fare vedere che uno non li calcola per niente MANDALARI VINCENZO:-Ah certo...omissis...)

(...omissis...MANDALARI VINCENZO:-Mi diceva praticamente che hanno parlato con questo Mimmo Pio...omissis...sicuramente lo ha chiamato Mimmo Pio, comunque gli hanno già parlato questi, gli hanno detto che fa parte degli amici...omissis...MANDALARI VINCENZO:-Noi non facciamo parte della gente che va a mazzetta noi, noi facciamo parte di quelli che la prendono. Poi a livello di Compare Mimmo vediamo come va...omissis...)

Altro episodio degno di nota è riconducibile ad una conv. amb. Intercettata sull'autovettura in uso a MANDALARI Vincenzo intercorsa con PANETTA Pietro, nel corso della quale, i due tracciano il quadro del Locale di desio indicando PIO Candeloro quale Capo Società del "Locale di Desio" E PIO Domenico come personaggio dal valore carismatico e di potere all'interno del locale:- (...omissis... Panetta:-ieri siamo andati a giocare a Desio e abbiamo conosciuto il capo societa', che ha il Bar a Seregno..MINNITI si chiama TONINO MINNITI...inc..che ha un cugino, che è di Gioiosa Marina...e dice che Ciccio LUCA' lo conosce a suo cugino, dice che l'altra volta gli hanno dato pure la dote, il quartino laggiù, però dei IAMONTE non ha nessuno qua sono tutti sotto. e' dei Iamonte, però non ha a nessuno qua Mandalari:-Si sono appoggiati, sono appoggiati da... (sopvrapposizione di voci) da..Panetta:- Si...si.. però non...poi ha questi a poi hanno questi altro di PEPPE MOSCATO qua...Mandalari:- MOSCATO. Panetta:-MOSCATO, e questi sono una decina sono dieci dodici...omissis...Panetta:- giocano al BAR, giocano al bar...questi qua dicono 7, 8 anni di galera giù, dovrebbe essere il nipote di MICO PIO (PIO DOMENICO ndr) che loro non l'hanno portato, non hanno fatto il BATTEZZO...omissis...)

La figura del PIO Domenico cl 46, però, emerge prepotente a causa dei contrasti insorti con il nipote PIO Candeloro come innanzi anticipato.
Gli attriti in atto giungono a conclusione di due "incontri" indetti da PIO Domenico cl. 46, in occasione di una cena ed un pranzo, tenuti rispettivamente il 23.05.2009 a Muggio' (MI) ed il 26.05.2009 a Segrate (MI).

Al primo incontro partecipano, oltre a PIO Domenico cl. 46, anche il nipote PIO Candeloro, Capo Società del Locale di Desio, AQUILINO Antonio, soggetto vicino a PIO Domenico, l'autotrasportatore CURATOLA Pasquale vicino a PIO Candeloro, MINNITI Giuseppe, affiliato al Locale di Desio

Alla seconda riunione prendono parte, oltre ai due PIO suddetti, anche il citato AQUILINO Antonio, l'autotrasportatore LO PRETE Luigi detto "Gino" vicino ai PIO e MINNITI Ferdinando, detto "Nando", pregiudicato per reati associativi in materia di traffico internazionale di stupefacenti ed altro.

Poche ore dopo quest'ultimo incontro, infatti, sarà proprio PIO Domenico ad intervenire attraverso un'ambasciata chiara inviata tramite AQUILINO Antonino nei confronti del nipote PIO Candeloro, allorquando quest'ultimo cerca di invadere il settore di competenza dello zio ed eccede in quelle che sono considerate dalla "grande famiglia" attività espansionistiche autonome (...omissis...AQUILINO ANTONINO:-Allora, due consigli ti do. PIO CANDELORO:-Uno. AQUILINO ANTONINO:-Si, quando ti muovi, ti conviene che ti muovi da solo. Me l'accetti o no? Primo consiglio. Giusto? PIO CANDELORO:-Due. AQUILINO ANTONINO:-Ah? PIO CANDELORO:-Due. AQUILINO ANTONINO:-Secondo, te l'ho detto oggi, per lì non c'è niente, lì è territorio di tuo Zio, quello che resta sono briciole, non andare dietro un altro, non se hai capito, penso che te ne sei accorto o no?...omissis...)

Le indagini a carico di PIO Domenico hanno dimostrato anche come questi abbia, a sua volta, costituito e diriga un "gruppo delinquenziale" dedito ad attività di usura, composto, da LUCCHINI Roberto (con precedenti di polizia per usura ed estorsioni), VIGGIANI Mario (con segnalazioni di polizia per delitti contro il patrimonio) RIGGIO Angelica, amante dello stesso PIO, TRIPODI Demetrio e FALLARA Agostino, quest'ultimo nipote del PIO. La frequentazione di alcuni degli indicati personaggi da parte di PIO Domenico è addirittura pregressa rispetto alla presente indagine; a suo carico risultano infatti documentati i seguenti controlli di Polizia:-

In data 04.05.2006 veniva controllato dalla Polizia di Frontiera italo/svizzera di Brogeda (CO) in compagnia di RIGGIO Angelica;

In data 01.11.2008 veniva controllato dalla Polizia di Frontiera italo/svizzera di Ponte Chiasso (CO) in compagnia di RIGGIO Angelica;

Occorre infine sottolineare che, come si vedrà nella parte dedicata al "gruppo delinquenziale" riferibile a PIO Domenico cl. 46 ed agli espisodi di probabile usuara in esso elencati, tutte le probabili vittime di usura di PIO Domenico vivono completamente in condizioni di assoggettamento e di omertà, preferendo, in funzione di una scelta obbligata, rimanere sottoposti alle vessazioni del PIO piuttosto che denunciare i fatti alle Autorità.

Inoltre, una costante alquanto ricorrente in quasi tutte le probabili vittime di usura di PIO Domenico, è costituita dal fatto che la maggior parte di loro, essendo di origini calabresi, ben conoscendo quindi meccanismi e dinamiche tipiche degli ambienti delinquenziali di quella matrice, è pienamente consapevole delle conseguenze e delle ritorsioni alle quali si espone inevitabilmente chiunque entri in contrasto o si opponga alle regole di omertà, che sottostanno all'azione criminale della cosca stessa.

A carico di PIO Domenico cl. 46 risultano infine riconducibili due società [Impresa Individuale" di autotrasporti, con sede in Desio Via Risorgimento nr. 3; Impresa DUEMMEGI SRL" con sede a Trecate (NO) in Via Dell'Orsetto n. 23 - Oggetto sociale:-attività di commercio al minuto ed all'ingrosso, di abbigliamento per bambino, uomo, donna, calzature ed accessori di qualsiasi tipo e pregio - della quale sono soci CATALANO Giacinto - BRIOLOTTI Barbara - PIO Domenico] peraltro da anni inattive, mentre la moglie CERAVOLO Carmela, sino al mese di Giugno del 2009, era titolare sin dal 27.03.2007 del bar "Byblos Art Cafe" s.a.s. di Ceravolo Carmela e C., ubicato a Desio in Via Per Cesano nr. 148.


"MINNITI Nicola"

MINNITI Nicola, a carico del quale figurano precedenti di polizia per violazione legge stupefacenti, truffa, falso ed altro291 è organicamente inserito nel "Locale di Desio" con mansioni di "contabile" ed è inoltre inquadrato nel "gruppo delinquenziale" capeggiato da PIO Domenico cl.46.

Come da buona tradizione ‘ndranghetista è legato da stretti vincoli di parentela ad altri affiliati, infatti, oltre che nipote di PIO Domenico cl. 46 è fratello di MINNITI Giuseppe nonchè cugino del Capo Società PIO Candeloro, entrambi affiliati.

Uno dei più importanti "summit" cui è presente MINNITI Nicola è quello svoltosi il 22 febbraio 2008 nei pressi del supermercato IPER-D in Cesano Maderno.

Come già descritto nella parte generale all'incontro partecipano RISPOLI Vincenzo, Capo Locale di Legnano e San Vittore Olona, MANNO Alessandro, PISCIONERI Giuseppe e MAIOLO Cosimo, rispettivamente Capo ed affiliati al Locale di Pioltello, ed appunto PIO Domenico cl. 46 e MINNITI Nicola indicati come "...quelli di Desio..." nella conversazione propedeutica all'incontro stesso.

MINNITI Nicola, oltre ad essere dunque uomo di estrema fiducia dello zio PIO Domenico cl. 46, riveste all'interno del sodalizio lo specifico ruolo di "contabile", cioè colui che ha la responsabilità economica del Locale e gestisce la cassa comune o csd. "bacinella."

Al riguardo illuminante è la conversazione ambientale intervenuta tra MOSCATO Saverio ed il nipote POLIMENI Candeloro, laddove il primo rammenta all'altro la figura di capo incontrastato di MOSCATO Annunziato Giuseppe ed anche quella del "contabile" MINNITI Nicola, ai quali bisogna rivolgersi prima di intraprendere qualsiasi azione criminale. Il discorso si inserisce in un contesto di rimprovero per le persistenti iniziative autonome intraprese da PIO Candeloro.

I due interlocutori fanno riferimento, tra l'altro, a MINNITI Nicola, che, come contabile, deve necessariamente conoscere tutti i profitti delle attività criminali:- (...omissis... MOSCATO SAVERIO:-E' venuto Pietro qua e disse no io non so niente prima di fare una cosa dovete chiedere il permesso. POLIMENI CANDELORO:-E lui che ha detto? MOSCATO SAVERIO:-Si va da Nicola, prima di fare una cosa, si chiede il permesso si chiede il permesso e lui ha detto: c'è Candeloro e beh c'è Candeloro. POLIMENI CANDELORO:-C'è Candeloro. MOSCATO SAVERIO:-E allora? E poi si è calato l'altro. POLIMENI CANDELORO:-Chi? MOSCATO SAVERIO:-Peppe. POLIMENI CANDELORO:- Ah. MOSCATO SAVERIO:-Comunque, io sono rimasto che da quì a domani se lo veniva a fare. No, dovete venire tutti voi, mi dovete dire cosa fare, perchè lo devo sapere pure io, perchè se gli dobbiamo fottere i soldi, glieli fottiamo no e' un problema. POLIMENI CANDELORO:-Non se li deve fottere da solo. MOSCATO SAVERIO:-Non se li deve fottere da solo...omissis...)

Dell'esistenza di un "contabile" all'interno del Locale di Desio peraltro ne parlano anche LAMARMORE Antonino e MANDALARI Vincenzo, nel corso di una conversazione nella quale i due interlocutori fanno espresso riferimento a determinati soggetti del locale ed ai rispettivi ruoli ricoperti (...omissis...MANDALARI Vincenzo:-Qua Tonino (N.d.A.) praticamente fa il capo societa'. LAMARMORE Antonino:-Si. MANDALARI Vincenzo:-compare Peppe fa il Capo Locale. LAMARMORE Antonino:-no, ma lui è la sotto...ah...eh..MANDALARI Vincenzo:- Peppe Moscato- LAMARMORE Antonino:-Si ma questo se lo stai a sentire..non sa niente. MANDALARI Vincenzo:-il contabile chi lo fa. LAMARMORE Antonino:- Mi sembra che è quel figliolo, no il contabile è...non mi ricordo come si chiama...omissis)

Generali riferimenti ai fratelli "MINNITI" pervengono da un'interessante conversazione ambientale intervenuta tra personaggi di spicco della ‘ndrangheta lombarda, quali Lamarmore Antonino, ROMANELLO Antonio Francesco e CHIARELLA Leonardo Antonio, i quali indicano i fratelli "MINNITI Nicola e Giuseppe" vicini a MICO PIO (PIO Domenico), ai MOSCATO di Desio, a loro volta collegati con gli "IAMONTE" di Melito Porto Salvo (...omissis...LAMARMORE:- Quelli sono dei Minniti,si! ROMANELLO:-Minniti!...omissis...LAMARMORE:- ah! si bravo...omissis...CHIARELLA:-Chi? Minniti? ROMANELLO:-Minniti! CHIARELLA:-Questi qua sono suoi cugini, questi qua?...omissis... LAMARMORE:-questi sono i parenti di MOSCATO...omissis...Lui (inc.) con quello dei Iamunto la giù, sono tanti amici...omissis...)

Tutti gli elementi sopra elencati trovano definitiva e decisiva conferma nella conversazione intercorsa tra POLIMENI Candeloro e SGRO' Giuseppe. I due si lamentano del comportamento di PIO Candeloro che si disinteressa delle sorti della "cassa comune" e non versa il denaro da condividere proprio "a Nicola" (Minniti Nicola):- (...omissis...Sgrò Giuseppe:-io Candeloro gli direi, io gli direi senti qua o ci troviamo e dividiamo quello troviamo Polimeni Candeloro:-lo dividiamo Sgro' Giuseppe:-e si Candeloro e si. Polimeni Candeloro:-come mi ha detto lui a me? Sgro' Giuseppe:-e si Porco Dio, ma stai scherzando glielo dici pure a tuo zio Saverio lo prendono tuo Zio Saverio e tuo Zio Peppe, gli dicono ma tu tre mesi fa non eri quello che dicevi così e così, come ti sei comportato ora, peggio , diecimila volte peggio io lo farei, hai la possibilità di farlo e non lo fai, QUANDO NESCIA PE A CASSA FORA" (tradotto:- quando io uscivo fuori per la cassa) non lo facevi e quello aveva più bisogno di te o degli altri. Polimeni Candeloro:-il discorso è chiaro, se li prendevo io, qualcosa mangiava...omissis...Sgro' Giuseppe riprende il discorso ed con voce alterata dice:-lui fa il cazzo che vuole e noi stiamo morendo di fame, allora uno fa quello che vuole e buona notte, però io devo fare una cosa e glielo devo dire, tu devi fare un'altra e glielo devi dire, lui (Pio Candeloro detto Tonino) deve fare i cazzi suoi! giustamente dove partecipiamo e dove non partecipiamo e lui si fa i cazzi suoi...omissis... Polimeni Candeloro:- quando gli ho detto io a lui poi ieri mattina, dammi il numero che lo chiamo io a me di forza me li deve dare mannaggia la Madonna, gli ho detto, Tonino ( Pio Candeloro detto Tonino)" Sgrò Giuseppe:" Dieci giorni fa quando ero andato da Pietro a dirgli che i soldi li avevano consegnati e non glieli avevano portati a Nicola avanti a me so che i soldi li ha presi uno a luglio dell'anno scorso. Polimeni Candeloro:-e lui che ha detto. Sgrò Giuseppe:-si li abbiamo presi perchè avevamo bisogno, dovete avere la bontà di aspettare, quando li avrò li restituirò, davanti a me...incomprensibile...Sgro' Giuseppe:-Io sono dell'idea Candeloro, io sono dell'idea, la ragiono così e nessuno me la può cambiare; se tu fai 100 euro per cazzi tuoi sono 100 euro per cazzi tuoi, se faccio 100 euro per cazzi mie sono 100 euro per cazzi mie, sei mi dovessi permettere a fare 1 euro, qua lo nego e qua lo dico, a nome di altre persone, prendo quell'euro e lo metto qua e dico, io ho fatto questo, che dobbiamo fare ? io la penso cosi Candeloro. Polimeni Candeloro:-si pure l'altra volta ha fatto discussioni con Natale, è stato lui ha fare discussioni con Natale, se avete bisogno, diceva, dovete rivolgervi a Natale, ti dico come lo ha ribaltato e via dicendo, parliamoci chiaro figlioli giusto, si prende il 20, basta che non si prende il 20 come lo prende con gli altri, si è preso il 10, noi sappiamo se li ha o non li ha sono cazzi suoi è il suo lavoro,parliamo chiaro mannaggia la Madonna figlioli, si è preso il 10 eppure glieli ho dati non è che non li ho dati, poi per tagliare e via dicendo che si è messo di mezzo sempre là è o mi sbaglio . Sgro' Giuseppe:-ah io non lo so, ti giuro che non lo so perchè lo vedo troppo" Polimeni Candeloro:-ora vado da mio zio Peppe e gli racconto tutte queste cose. Sgro' Giuseppe:-no a Zio Peppe non gli dire niente...omissis...)

Ulteriore conferma del ruolo di affiliato dall'elevato spessore di MINNITI Nicola si desume anche dal fatto che egli partecipa all'incontro chiarificatore, tenutosi il 21.11.2008 presso il ristorante "Il Mediterraneo" di Seregno, tra i massimi rappresentanti del Locale di Desio e quelli del Locale di Pioltello.

Tema dell'incontro è relativo ad una controversia sorta per una iniqua ripartizione di profitti derivanti da attività dei due locali. Nella circostanza, considerata l'importanza della discussione, partecipano i rispettivi vertici dei locali in questione in particolare, per quello di Desio sono presenti di PIO Candeloro, dei fratelli MINNITI e di SGRO' Giuseppe, mentre per quello di Pioltello si ha la presenza di MANNO Alessandro ed un altro soggetto non identificato. A dimostrazione dell'esistenza di una controversia da risolvere si inserisce la partecipazione alla riunione di LAMARMORE Antonino, in qualità di "Mastro Generale della Lombardia".

Le intercettazioni ambientali effettuate sull'autovettura di PIO Candeloro, tanto all'andata quanto al ritorno, consentono di apprendere con dovizia di particolari le motivazioni che hanno portato all'incontro, voluto ed organizzato da PIO Domenico classe '46. In particolare, nel viaggio di andata si apprende del risentimento da parte degli affiliati al Locale di Desio nei confronti di coloro che andranno ad incontrare, colpevoli di non aver rispettato pregressi accordi. (...omissis...PIO CANDELORO:- Va bene Nicola a noi questo non interessa. MINNITI GIUSEPPE:-La cosa più importante che rispettino gli impegni che si sono presi. PIO CANDELORO:-Poi se loro se li vogliono coprire per i fatti loro...perchè quì non si capisce più niente...loro hanno solo questo compito, giusto. Qualora non corrispondono a questa cosa, o qualcuno ci viene a dire non te le do perchè non te le voglio dare, vuol dire che le cose la cambiano...Altrimenti uno si deve mettere a fare tarantelle dalla mattina alla sera...omissis...)

Durante il viaggio di ritorno dall'incontro, poi, commentano alcune fasi della discussione (...omissis...MINNITI NICOLA:-Oh Peppe, non mi chiamare più per questi chiarimenti, per favore...non lo chiamare più a questo qua. MINNITI GIUSEPPE:-Ah, non lo chiamo. MINNITI NICOLA:-Ma che lo chiami a fare... pure con Tonino ne abbiamo parlato, che lo chiami a fare, basta, lascialo stare. Ora cosa ha fatto, uno gli doveva dire tu sei un pezzo di merda. PIO CANDELORO:-Ma non mi rompete le scatole è due giorni con questa storia, avanti e indietro, io non li posso vedere a questi qua...questi sono tutti seguiti a Legnano dalla mattina alla sera. MINNITI GIUSEPPE:-Tu non sei seguito. PIO CANDELORO:-Non mi rompere i coglioni, io non sono seguito... tu sei seguito. Portami al bar a me. Se stavi male, non venivi a rompermi i coglioni tu e questi quattro zingari... si salva solo Compare Nino (LAMARMORE ANTONINO N.d.A.) che è il migliore, parola d'onore...omissis...)

Altra situazione che avvalora l'importanza di MINNITI Nicola in seno al Locale di Desio è fornita dall'interessamento personale di MOSCATO Natale presso la Polizia Locale del Comune di Desio per una pratica burocratica riguardante l'istanza di residenza presentata dal MINNITI e della quale si fa riferimento nella presente richiesta nella parte dedicata a MOSCATO Natale.

MINNITI Nicola mette a disposizione della cosca gli uffici ed il capannone di proprietà ubicati in Cesano Maderno, dove in varie circostanze è stato riscontrato vengono svolte riunioni alle quali partecipano vari affiliati. Il capannone viene utilizzato dal fratello MINNITI Giuseppe per intrattenere incontri con vari personaggi ogni qual volta arriva in Lombardia o riparte alla volta della Calabria; è esplicita la motivazione degli incontri, ovvero, il recapito di "ambasciate" da e per la Calabria:-

in data 31.10.2008, in Cesano Maderno, presso il capannone del fratello Nicola, l'affiliato MINNITI Giuseppe incontra GIANNINI Francesco;

Nella circostanza, MINNITI Giuseppe, il quale è in procinto di ripartire alla volta della Calabria, incarica il fratello Nicola di organizzare l'incontro con il GIANNINI (...omissis...Giuseppe MINNITI chiama Nicola e dice di prendere appuntamento con Francesco verso le 16.30 /17.00 e gli dice per oggi in quanto domani mattina deve scendere (tornare in calabria)...omissis...)

in data 25.03.2009, sempre in Cesano Maderno, dopo aver sostenuto un incontro con TURRA' Roberto, MINNITI Giuseppe unitamente al fratello Nicola, si intrattengono presso gli uffici della ditta di autotrasporti "NT Group" di quest'ultimo, con FACCHINERI Vincenzo e BELLOCCO Domenico, entrambi esponenti di spicco della criminalità organizzata calabrese;
E' stata accertata infine la responsabilità di MINNITI Nicola anche nella partecipazione ai reati fine dell'associazione mafiosa.
In particolare è stato riscontrato il suo coordinamento nelle operazioni riguardanti la ricettazione di un motoveicolo di grossa cilindrata provento di furto, fornitogli da MARRONE Ignazio, soggetto che, oltre ad essere vittima di estorsione di PIO Candeloro, ha partecipato, cosi come il fratello MARRONE Natale cl. 62, sia alla perpetrazione di "reati fine" che alla commissione di delitti di natura autonoma.

Non è da escludere il fatto che la motocicletta, date le particolari caratteristiche tecniche (si tratta comunque di una moto di grossa cilindrata dalle prestazioni elevate), potesse servire alla cosca come mezzo "idoneo" per mettere a segno con modalità rapide un'azione intimidatoria sul territorio. E' certo comunque che, stante il coinvolgimento nella vicenda anche di CASTAGNELLA Giovanni, inserito in pieno organico all'interno del "gruppo criminale" facente capo a STAGNO Antonio, sia intervenuta una sorta di "mutua assistenza" o di "scambio di favori" tra due Locali di ‘ndrangheta operanti nell'area Lombarda.

A MINNITI Nicola è riconducibile una società di autotrasporti su gomma, alla quale risultano intestati numerosi TIR ed autocarri.

"MINNITI Giuseppe"

MINNITI Giuseppe, detto "Peppe" pur abitando di fatto a Gioiosa Ionica (RC), è anch'egli, come il fratello Nicola, affiliato al Locale di Desio; a suo carico figurano numerosi precedenti di polizia e vicende giudiziarie per delitti contro la persona ed il patrimonio, violazione della Legge sugli Stupefacenti e sul controllo delle armi.

Un primo riferimento ai fratelli "MINNITI" quali appartenenti alla cosca dei MOSCATO collegata con quella dei "Iamunto" (IAMONTE) perviene da un'interessante conversazione ambientale intervenuta tra personaggi di spicco della ‘ndrangheta lombarda, quali LAMARMORE Antonino (Capo Reggente il Locale di Limbiate nonché Mastro Generale della Lombardia) ROMANELLO Antonio Francesco e CHIARELLA Leonardo Antonio (entrambi affiliati di spicco al Locale di Milano).

Nello specifico gli interlocutori fanno riferimento a MINNITI Giuseppe, indicandolo quale parente di PIO Domenico cl. 46, detto "Mico PIO":- (...omissis...LAMARMORE:-Quelli sono dei Minniti si! ROMANELLO:- Minniti!...omissis...LAMARMORE:-ah!si bravo...omissis...CHIARELLA:- Chi? Minniti? ROMANELLO:- Minniti! CHIARELLA:- Questi qua sono suoi cugini, questi qua?...omissis...LAMARMORE:- questi sono i parenti di MOSCATO, compare Nino! quelli di là giu (inc.) tanto amico anche...omissis...Lui (inc.) con quello dei Iamunto la giù sono tanti amici...omissis...LAMARMORE:- A Roccella non c'è un altro, un certo Minniti Peppe? ROMANELLI:- Ma non è parente di Turi? LAMARMORE:- No! non è parente di Turi, e parente di questi del Bivo. ROMANELLI:- Ii! Pio? LAMARMORE: Si! Mico il nipote di mio cugino, ma per parte della moglie, delle donne. ROMANELLI:- Ma abita a Roccella, lui? LAMARMORE:-Si! abita a Roccella. ROMANELLI:- Ma di cosa si occupa a Roccella?...omissis...).
Va doverosamente detto che nonostante gli interlocutori indichino il Comune di Roccella come luogo di provenienza di MINNITI Giuseppe anziché il comune confinante di Gioiosa Ionica, luogo di residenza del predetto, tutti gli altri elementi evidenziati nel corso del dialogo conducono alla persona del MINNITI Giuseppe.

MINNITI Giuseppe insieme al fratello Nicola appare inserito nel "gruppo" di PIO Domenico cl. 46 del quale risulta un uomo di fiducia ed a lui sottoposto come riconosciuto dallo stesso PIO Candeloro (...omissis...MINNITI GIUSEPPE:-Ma poi sono scesi lo Zio (PIO Domenico) e Nicola (MINNITI Nicola)? PIO CANDELORO:-Si sono scesi, i tuoi capi sono scesi. MINNITI GIUSEPPE:-Eh, me lo hanno detto ieri che sono scesi. I tuoi capi, ho capito. PIO CANDELORO:- E non ho capito, non sono i tuoi capi? che cazzo vuoi? MINNITI GIUSEPPE:-E' normale no, scusa un attimino, è buono quando è così...omissis...)

Egli inoltre ha assunto la veste di vero e proprio "messaggero" della cosca desiana.

E' noto come in generale la criminalità organizzata, nello specifico la ‘ndrangheta calabrese, si avvalga di sodali ai quali affidare i propri messaggi a carattere riservato per lo scambio di informazioni tra gli affiliati e per comunicare con i vertici.
("mbasciate")

Le "ambasciate" sono tanto più importanti quanto più permettono un collegamento costante tra gli affiliati alla casa madre calabrese e gli appartenenti a locali di ‘ndrangheta esterni al territorio calabrese.

E' quanto accade a MINNITI Giuseppe che come anello di congiunzione tra la cosca desiana e quella di Melito Porto Salvo si preoccupa di mantenere PIO Candeloro costantemente informato quando in quel locale si verificano dei contrasti che lo coinvolgono (....omissis...Pio Candeloro rivolgendosi alla Moglie Anna dice:- ...Sai chi ha armato la maretta? Daniele e Nicola il vitello, i migliori, i traggiratori del paese. Li ho fatti neri parola d'onore ora vediamo mi ha detto Peppe (MINNITI) cosa si decide con l'accordo degli altri...omissis...Pio Candeloro nuovamente si rivolge alla Moglie Anna e le dice:-...Pezzi di merda hai capito l'invidia stanno morendo, sai, tra il fatto di Milano però loro non si possono comportare così, io gia gli ho parlato chiaro e gli ho detto che quello che hanno fatto non mi è piaciuto per niente...omissis..."

Egli continua ad essere "l'occhio vigile" di PIO Candeloro in Calabria tenendolo ancora aggiornato sull'andamento della vicenda che lo vede interessato

"...omissis...Minniti Giuseppe:-eh.mi sembra tutto a posto, ho mandato là tuo fratello a parlare. Pio Candeloro:-eh. Minniti Giuseppe:-Ognuno ha le sue ragioni, Candeloro, logicamente vediamo. Pio Candeloro:-Come ha le sue ragioni? Minniti Giuseppe:-Pure lui portava le sue giustificazioni avanti, che si era comportato bene, tanto eh si, poi gli ho detto che c'era una situazione, in quanto non gli è arrivata una notizia "mbasciata" a Mimmo Pio. Candeloro:-eh Minniti Giuseppe:- che gli avevano mandato una notizia "mbasciata" a Mimmo con quell'uomo là, ma non gli era arrivata Pio Candeloro:-e quindi. Minniti Giuseppe:-dovrebbero sistemare, perchè gli ho detto di andare là e parlare con quello che non hai incontrato tu, che era la ad aspettare per chiarire tutto e poi si vede, comunque non ti preoccupare. Pio Candeloro:-in pratica gli avevano mandato una notizia "mbasciata" a lui "Mimmo" in pratica. Minniti Giuseppe:- ha detto non gli è arrivata hai capito? Pio Candeloro:-si.si.si. Minniti Giuseppe:-e Carmelo si è arrabbiato poi gli ha mandato la notizia "Mbasciata" eh come se gli ha mancato di rispetto perchè non lo ha nemmeno salutato. Pio Candeloro:-non è andato a salutarlo. Minniti Giuseppe:-no non è andato quando gli ha portato la notizia "mbasciata"...omissis...Pio Candeloro:-eh. Minniti Giuseppe:-invece lui dice che la notizia "m'bascaiata" gli è arrivata, ma modificata. Pio Candeloro:-eh. Minniti Giuseppe:-a quella persona con cui ti sei incontrato l'altra sera, quando lo hai incontrato là e gli hai spiegato tutta la situazione, il cugino. Pio Candeloro:-ah Bastardo! Minniti Giuseppe:-Io gli ho detto di chiarire con lui prima, poi prende il cugino lo porta davanti al suo cospetto e glielo dice anche a lui. Pio Candeloro:- eh. Minniti Giuseppe:-dai penso che sia tutto a posto Candeloro ora vediamo. Pio Candeloro:-và bene. Minniti Giuseppe:-Candeloro, ho parlato piu' di due ore. Pio Candeloro:-va bene per forza. Minniti Giuseppe:-non ti preoccupare certo che è tutto a posto. Pio Candeloro:-e comunque gli sgambetti partono sempre da là. Minniti Giuseppe:- ma secondo me pure. Pio Candeloro:-e meglio che si rendono conto, perchè io non ho fatto pesare niente a nessuno. Minniti Giuseppe:-pure io non gli ho fatto pesare questo, pero' gli ho detto che tu non partivi per niente comunque sembra che ha posto dai stai traquillo. Pio Candeloro:-ok dai ci sentiamo per Natale...omissis...)

Come emerso nel corso delle indagini MINNITI Giuseppe ha fatto la spola tra la Calabria e Desio.
Le osservazioni dei CC lo hanno visto protagonista di incontri e riunioni il cui significato quando non è chiaro risulta facilmente intuibile. Gli incontri ravvicinati tra un viaggio e l'altro con personaggi dallo spessore criminale elevato depongono per la preparazione di affari illeciti che coinvolgono il territorio desiano. Mentre la partecipazione a veri e propri summit con personaggi di vari locali di ndrangheta, rendono il MINNITI Giuseppe pienamente partecipe delle problematiche vissute all'interno del gruppo criminale.

In data 31.10.2008, in Cesano Maderno (MI) presso il capannone del fratello Nicola, incontra GIANNINI Francesco; MINNITI Giuseppe, che è in procinto di ripartire alla volta della Calabria, incarica il fratello Nicola di organizzare l'incontro con il GIANNINI (...omissis...Giuseppe MINNITI chiama Nicola e dice di prendere appuntamento con Francesco verso le 16.30 /17.00 e gli dice per oggi in quanto domani mattina deve scendere (tornare in calabria)...omissis...).

In data 21.11.2008, in Seregno (MI) presso il ristorante Mediterraneo, unitamente ad altri esponenti di rilievo del Locale di Desio, rappresentato dal fratello MINNITI Nicola, da PIO Candeloro e da SGRO' Giuseppe, incontra i "MANNO" di Pioltello; al summit, indetto ed organizzato da PIO Domenico cl. 46, oltre a MANNO Alessandro, Capo del Locale di Pioltello, prende parte anche LAMARMORE Antonino, Capo Locale di Limbiate nonchè Mastro Generale della Lombardia, intervenuto per dirimere una controversia in atto fra i due Locali di ‘ndrangheta, dovuta ad una spartizione iniqua di profitti illeciti.

Nell'occasione Minniti Giuseppe è pienamente a conoscenza del motivo della riunione ed anzi ha contribuito a prepararla:-

"...omissis...PIO CANDELORO:-Va bene Nicola a noi questo non interessa. MINNITI GIUSEPPE:-La cosa più importante che rispettino gli impegni che si sono presi.. ...omissis..."

"...omissis...MINNITI NICOLA: Oh Peppe, non mi chiamare più per questi chiarimenti, per favore...omissis...PIO CANDELORO...omissis....è due giorni con questa storia, avanti e indietro, io non li posso vedere a questi qua... questi sono tutti seguiti...a Legnano dalla mattina alla sera MINNITI GIUSEPPE: Tu non sei seguito...omissis...)

in data 24.03.2009, in Bovisio Masciago (MI), presso il supermercato G.S., MINNITI Giuseppe incontra il calabrese TURRA' Roberto;
in data 25.03.2009
, in Cesano Maderno (MI), dopo aver sostenuto nuovamente un incontro con il TURRA', unitamente al fratello MINNITI Nicola, si intrattiene presso gli uffici della ditta di autotrasporti "NT Group" di quest'ultimo, con FACCHINERI Vincenzo e BELLOCCO Domenico, entrambi esponenti di spicco della criminalità organizzata calabrese;

in data 02.04.2009, in Bovisio Masciago (MI) nei pressi dello svincolo della SS. 35, unitamente al cugino PIO Alfonso (figlio di PIO Domenico cl. 46) incontra nuovamente TURRA' Roberto ed altri soggetti;

in data 26.06.2009 in Cesano Maderno (MI) presso la "Pizzeria Italia" di SALADINO Renato, cognato di PIO Candeloro, si intrattiene con quest'ultimo; all'incontro è stato convocato anche MARRONE Ignazio, che come si vedrà nel capitolo dedicato ai "reati fine", è vittima di estorsione del suddetto PIO;
Sempre il 26.06.2009
in Desio (MI), presso l'abitazione dello zio PIO Domenico cl. 46, si intrattiene con PIO Alfonso (figlio di PIO Domenico) e FOTI Bartolo, uomo alle dipendenze di PIO Candeloro; a tale riunione, viene convocato da PIO Alfonso il costruttore edile GIORDANO Fausto336 (...omissis...Alfonso - utilizzando l'ut. cell. in uso a MINNITI Giuseppe - chiama Fausto e gli dice se domani mattina alle 10.30 può andare a casa da sua mamma che c'è Giuseppe (MINNITI). Fausto risponde che va bene...omissis...)


"SGRO' Giuseppe"

SGRO' Giuseppe, detto "Peppe", è un importante affiliato al Locale di ‘ndrangheta di Desio; è "l'uomo di estrema fiducia" del Capo Società di PIO Candeloro, nonché il portavoce delle sue disposizioni ed il suo principale collaboratore nella pianificazione e nell'attuazione delle attività criminali.

SGRO' Giuseppe viene messo a conoscenza anche delle strategie che il suo capo PIO Candeloro intende attuare per infiltrare l'organizzazione mafiosa nei settori dell'amministrazione pubblica. PIO Candeloro, infatti, ha l'aspirazione a voler condizionare la futura vita politica di Desio e Cesano Maderno, al fine di trarre vantaggi per la cosca (...omissis...Pio Candeloro:-ma quando sono le elezioni? fammi parlare a me, parlo con Mazzacuva (Dr. MAZZACUVA Nicola, medico e attuale Presidente del Consiglio Comunale di Desio N.d.A.). Sgro' Giuseppe:- perche' ci vuole una ditta che lo chiama...incomprensibile...(perchè la parola viene coperta da un colpo di tosse di Pio Candeloro)...si porta al sindaco una lista e gli fa una chiamata. Pio Candeloro:-parlo io con Pon....cu, cu Mazzacuva. perchè a Mazzacuva, a coso se lo stanno giocando. Sgro' Giuseppe:-renditi conto! Pio Candeloro:-no io comunque, minchia amico dottore....(incomprensibile)... una volta che arrivi a Cesano, arrivi dappertutto. Sgro Giuseppe:-arriviamo pure da questi di Paderno? Pio Candeloro:-ci prepariamo andiamo a trovare tutti. Sgro' Giuseppe:- noi un cento cinquanta voti sicuri. Pio Candeloro:-si con cento cinquanta voti perde non vorrei. Sgro' Giuseppe:-No, non è che deve fare il sindaco, l'assessore! Pio Candeloro:-no, ma lui deve sfondare e deve essere lui a dirigere poi. Cioè dobbiamo essere noi poi a dire chi va a cosa. Sgro' Giuseppe:- Non è male la pensata quello.. Pio Candeloro:-lo chiamiamo, domani lo chiamiamo il dottore...omissis...)

Sulla persona di SGRO' Giuseppe il Capo Società PIO Candeloro ripone la massima fiducia tanto da partecipargli qualsiasi novità intervenga in campo criminale o nell'ambito di attività intimidatorie condotte nel territorio controllato dalla cosca desiana. Al riguardo è esplicativa la conversazione ambientale intercorsa tra i due, laddove il PIO gli comunica che, la notte precedente, le vetrate del bar della "Enza" erano state prese a "pistolettate" (...omissis...PIO CANDELORO:-La n'drangheta a Desio che dice stamattina. SGRO' GIUSEPPE:-Eh la n'drangheta. PIO CANDELORO:-Dice che tirano pistolettate della madonna. SGRO' GIUSEPPE:- Ah si? PIO CANDELORO:-A Enza gli hanno sparato tutto il bar. SGRO' GIUSEPPE:-Ma che dici. PIO CANDELORO:-Eh, che dico, eh che dici. PARRAVICINI STEFANO:-Domenica notte....omissis...)

La subordinazione gerarchica di SGRO' Giuseppe a PIO Candeloro è nota ovviamente oltre che a tutti gli affiliati, anche a soggetti che, seppur non organicamente inseriti nell'associazione mafiosa, sono ad essa vicini o comunque di contorno. In tali ambiti SGRO' Giuseppe è noto come "Giuseppe di Tonino" (Tonino è PIO Candeloro); al riguardo è eloquente la breve conversazione telefonica intrattenuta da SGRO' Giuseppe e PIO Carmelo, detto "Melino", figlio PIO Domenico cl. 46, nella quale lo SGRO', per farsi riconoscere dall'interlocutore, si qualifica come "Giuseppe di Tonino" (...omissis...MELINO:-Si! SGRO':- Carmelo! MELINO:-Eh! SGRO':-Porco Dio, sei sempre di corsa! MELINO:-Ma chi è? SGRO':-Giuseppe! MELINO:-Quale Giuseppe? SGRO':-Eh di Tonino!...omissis...)

SGRO' Giuseppe è presente quando il gruppo si mobilita per realizzare attività d'intimidazione mafiosa come avvenuto in occasione del "sequestro", a chiari fini intimidatori di MERONI Claudio, titolare di una ditta di autotrasporti, con il quale il PIO Candeloro ha degli insoluti per pregresse prestazioni lavorative.

Alle ricerche disposte da PIO Candeloro sin dalla serata del 05.10.2009 volte a "localizzare" il MERONI, che nel frattempo, si è reso irreperibile, prendono parte, oltre a MANNA Domenico, PIO Alfonso (fratello del Candeloro), POLIMENI Candeloro, SALATINO Giuseppe, anche i fratelli SGRO' Giuseppe e Eduardo Salvatore, attivati da una sequenza di conversazioni telefoniche a cura dello stesso PIO (...omissis...PIO Candeloro con Giuseppe Sgro'. Candeloro:-chiede dove si trova. Giuseppe:-sto' portando il figlio a casa. Candeloro chiede se e' andato la'. Giuseppe:-risponde che ha visto il BMW fuori ma lui non c'era...omissis...Candeloro:- stai portando a casa? e vediamoci al piazzale un attimo. Giuseppe:-cinque minuti e arrivo...omissis...)

(...omissis...PIO Candeloro con Giuseppe Sgro'. Candeloro:- chiama a Turi (SGRO Eduardo Salvatore) pure, chiama a tuo fratello Turi...omissis...)

(...omissis...PIO Candeloro con Giuseppe SGRO'...questi gli dice che Murat sta andando da lui.. Candeloro gli dice di aspettare che adesso arriva lui...omissis...)

(...omissis...SGRO' Giuseppe gli dice di essere lì al piazzale...omissis...)

SGRO Giuseppe, a sua volta, si fa carico di mettere in allerta altri affiliati, convocando anche POLIMENI Candeloro:-

(...omissis...SGRO' Giuseppe con Candeloro Polimeni. Giuseppe gli dice di andare un attimo da Renato. Candeloro gli risponde va bene...omissis...)

Vari sono gli episodi nei quali lo SGRO', anche per conto e su impulso di PIO Candeloro, si attiva per organizzare incontri e "summit", contattando e giungendo persino ad intrattenere incontri con referenti di rilievo e Capi di altri Locali di ‘ndrangheta della Lombardia:-

In siffatto contesto si inquadra la sua partecipazione all'incontro del 18 marzo 2008 in Cesano Maderno, in prossimità dell'uscita della Superstrada Milano-Meda, al quale prendono parte anche MANNO Alessandro e PISCIONERI Giuseppe, rispettivamente Capo Locale di Pioltello ed affiliato di spicco, giunti unitamente ad un terzo soggetto n.i. tutti a bordo dello stesso veicolo, nonchè RISPOLI Vincenzo, Capo Locale di Legnano, sopraggiunto poco dopo con un'altra autovettura in compagnia di un altro individuo n.i.. Nella circostanza SGRO' Giuseppe, alla guida di uno scooter intestato al fratello Eduardo Salvatore, funge da staffetta alle due autovetture sino a quando giungono in Seregno, ove tutti gli occupanti si intrattengono presso un esercizio pubblico di quel centro.
21.11.2008 "summit" presso il ristorante Mediterraneo di Seregno

Il "summit", cui partecipano i fratelli MINNITI Nicola e Giuseppe, il Capo Società PIO Candeloro e SGRO' Giuseppe, tutti in rappresentanza del Locale di Desio, nonchè MANNO Alessandro, Capo Locale di Pioltello e LAMARMORE Antonino, Capo reggente il Locale di Limbiate e Mastro Generale della Lombardia, viene indetto ed organizzato da PIO Domenico cl. 46, per chiarire una controversia in atto con i "MANNO" dovuta alla spartizione iniqua di profitti illeciti da questi ultimi lamentata.

I portavoce delle parti in conflitto (SGRO' Giuseppe e MINNITI Giuseppe per il Locale di Desio, MANNO Giuseppe, nipote di MANNO Alessandro, per il Locale di Pioltello) si attivano per concordare luogo e data dell'incontro. In particolare, SGRO' Giuseppe si fa carico di avvisare MANNO Giuseppe, nipote del Capo Locale di Pioltello MANNO Alessandro, informandolo sul luogo, ora e modalità dell'incontro.

(...Omissis...GIUSEPPE SGRO':-Senti, volevo chiedere...puoi dire a tuo zio per favore se...perchè lo sapeva...se verso mezzogiorno e mezzo, si può far trovare qui al bar da noi." GIUSEPPE MANNO:-"Vabbene lo chiamo."GIUSEPPE SGRO':- "Gli dice se passa a prendere a Compare Nino e passare di la...o omissis...)

06.07.2009 "incontro" presso la gelateria Sottozero di Desio

Il 6 Luglio 2009, previ accordi telefonici, il Capo Locale di Limbiate nonchè Mastro Generale LAMARMORE Antonino si reca in Desio, ove, nei pressi del bar "da Mirella" all'uscita della superstrada Milano-Meda, incontra SGRO' Giuseppe, affiliato al Locale di Desio (...omissis...SGRO Giuseppe chiama Lamarmore e chiede se per le 18.00 è libero. Lamarmore dice dove si devono incontrare. SGRO Giuseppe gli dice di incontrarsi al bar della Mirella...omissis...Lamarmore conferma per le 18.00...omissis...)

Entrambi, poco dopo, giungono presso la gelateria "Sottozero" in Via Milano di Desio, ove sostando all'esterno in attesa dell'arrivo di una terza persona, si intrattengono a dialogare; gli operanti, appostati sul posto, sentono SGRO' Giuseppe che dice a LAMARMORE "...omissis...Mi dai 1.000,00 euro di caparra...prima mi dai 1.000,00 euro...poi alla fine 20.000,00 euro. LAMARMORE:-(annuiva con il capo)...omissis...Conversazione incomprensibile nel corso della quale SGRO' Giuseppe pronunciava il nome di "..Natale.."...SGRO':- Devo chiedere a Tonino...omissis..."

Giunge poi BOVINI Annunziato, nipote del Capo Locale di Desio MOSCATO Annunziato, che si intrattiene con i primi due; in questo frangente gli stessi operanti sentono il BOVINI che rivolto a Lamarmore dice:-"...Bisogna capire quale è il problema, non ti preoccupare, troviamo la spiegazione e risolviamo questo problema, però bisogna andare al magazzino, chiamiamo compare Peppe...."

24.01.2009 "summit" presso il ristorante "Braai" di Giussano SGRO' Giuseppe partecipa anche ad un incontro, avvenuto il 24.01.2009, presso il ristorante "Braii" di Giussano (MI), al quale sono presenti presenti MOSCATO Saverio, il Capo Società PIO Candeloro e l'imprenditore edile desiano ANTONICI Giovanni Paolo.354 Anche in tale circostanza, lo SGRO' si occupa, sempre su mandato di PIO Candeloro, di avvisare gli altri due; egli contatta dapprima MOSCATO Saverio (...omissis...'Giuseppe Sgrò chiama Saverio e gli chiede se stasera possono andare a mangiare qualcosa insieme.. si accordano per vedersi stasera da lui alle 20.30...omissis...) e poi ANTONICI Giovanni (...omissis...Giuseppe SGRO' con Gianni Antonici. gli dice se stasera alle 21.00 si vedono al BRAAI. ok'...omissis...)

07.03.2009 "summit" presso il ristorante Garibaldi 24 di Desio SGRO' Giuseppe partecipa al summit del 07.03.2009, indetto ed organizzato dal Capo Società PIO Candeloro, svoltosi presso il ristorante "Garibaldi 24" di Desio, al quale vengono convocati anche MANNA Domenico, LAGANA' Giuseppe, PENSABENE Giuseppe ed il citato imprenditore ANTONICI Giovanni, invitato a partecipare all'evento dallo stesso SGRO' Giuseppe (oltre ad altri personaggi quali FARINA Antonio, NICOLO' Carmelo sui quali non sono stati acquisiti ulteriori elementi circa una loro compartecipazione al sodalizio criminale,:-

(...omissis...ANTONICI Gianni chiama SGRO' Giuseppe...omissis... il quale aggiunge che per sabato alle 12.00 non deve prendere impegni in quanto sono invitati a pranzo "tutti gli amici" ...ridono...Gianni dice che sabato ha degli appuntamenti in cantiere e Giuseppe gli dice che è già prenotato...omissis...)

SGRO' Giuseppe intrattiene contatti diretti anche con le massime cariche della ‘ndrangheta lombarda, quali MUSCATELLO Salvatore, Capo Locale di Mariano Comense e Cabiate (CO), con il quale si accorda per incontrarsi in Calabria il giorno 19.08.2009, per partecipare ad un evento importante nell'ambito della criminalità organizzata calabrese, cioè il matrimonio tra BARBARO Giuseppe e PELLE Elisa, entrambi appartenenti a famiglie di elevato spessore della ‘ndrangheta calabrese.

(...omissis...Muscatello Salvatore chiama Sgro' e gli dice che non e' passato di la, Sgro' dice che aspettava Franco, ma Salvatore risponde che gli accordi non erano cosi' e si accordano per incontrarsi in Calabria, Muscatello gli dice che arrivera' la mattina del 18...omissis...)

(...omissis...Sgro' Giuseppe chiama Muscatello Salvatore, e gli chiede a che ora puo' andare da lui, Salvatore gli chiede se lui conosce Bianco il paese, Sgro' dice non tanto e gli suggerisce di vedersi domani al matrimonio, Muscatello dice che va bene domani al matrimonio...omissis...)

Ovviamente SGRO' Giuseppe della partecipazione all'evento informa il suo Capo Società PIO Candeloro (...omissis...Pio Candeloro chiama Sgro'...omissis...poi Sgro' dice che si e' sentito con Alfonso (Pio Alfonso fratello di Pio Candeloro) e domani vanno al matrimonio....omissis...Pio Candeloro chiede del resto com'e' Sgro' dice che lo salutano tutti, Pio Candeloro chiede cosa dicono gli amici Sgro' dice che non hanno detto niente che li ha visti solo per 5 minuti ma non hanno detto nulla, hanno chiesto solo quando scende e basta...omissis...)

L'inserimento di SGRO' in un ruolo di prestigio all'interno del Locale di Desio è comprovato altresi dal modo come egli affronta il problema sorto tra i consociati a causa della straripante ed incontrastata attività di acquisizione dei guadagni della cosca da parte di PIO Candeloro. Il comportamento del PIO ha suscitato dissapori all'interno del Locale di Desio e provocato l'ira dello stesso SGRO' Giuseppe.

In una conversazione ambientale SGRO' rappresenta apertamente il suo disappunto a POLIMENI Candeloro, lamentando che il PIO non osserva le regole di ndrangheta che prevedono la condivisione dei profitti con gli altri sodali.

Il risentimento di SGRO' giunge a tal punto da invitare POLIMENI ad informare i massimi vertici del Locale di Desio, MOSCATO Annunziato Giuseppe (Zio Peppe) e MOSCATO Saverio. La conversazione che segue risulta di capitale importanza per comprendere le dinamiche del locale di Desio, le gerarchie che dominano al suo interno e le regole di ndrangheta che ne condizionano la vita. In particolare si ha una ulteriore conferma che esiste una "cassa comune" dove confluiscono parte dei proventi derivanti soprattutto dall'attività criminale della consorteria mafiosa:-

(...omissis... Sgro' Giuseppe dice che secondo lui sta facendo finta di essere senza soldi e Polimeni Candeloro aggiunge che lui ha saputo che prende i soldi da tutti, ...omissis... Sgrò Giuseppe : io Candeloro gli direi, io gli direi senti qua o ci troviamo e dividiamo quello troviamo Polimeni Candeloro:-lo dividiamo. Sgro' Giuseppe:...omissis...,ma stai scherzando glielo dici pure a tuo zio Saverio lo prendono tuo Zio Saverio e tuo Zio Peppe, gli dicono ma tu tre mesi fa non eri quello che dicevi così e così, come ti sei comportato ora, peggio , diecimila volte peggio io lo farei, hai la possibilità di farlo e non lo fai,"QUANDO NESCIA PE A CASSA FORA" (tradotto:-quando io uscivo fuori per la cassa) non lo facevi e quello aveva più bisogno di te o degli altri. Polimeni Candeloro: il discorso è chiaro, se li prendevo io, qualcosa mangiava ...omissis...Sgro Giuseppe riprende il discorso ed con voce alterata dice: lui fa il cazzo che vuole e noi stiamo morendo di fame, allora uno fa quello che vuole e buona notte, però io devo fare una cosa e glielo devo dire, tu devi fare un'altra e glielo devi dire, lui (Pio Candeloro detto Tonino) deve fare i cazzi suoi! giustamente dove partecipiamo e dove non partecipiamo e lui si fa i cazzi suoi ...omissis...Polimeni Candeloro: quando gli ho detto io a lui poi ieri mattina, dammi il numero che lo chiamo io a me di forza me li deve dare mannaggia la Madonna, gli ho detto, Tonino ( Pio Candeloro detto Tonino)" Sgrò Giuseppe:" Dieci giorni fa quando ero andato da Pietro a dirgli che i soldi li avevano consegnati e non glieli avevano portati a Nicola (MINNITI Nicola gia' indicato come contabile del locale di Desio N.d.A.) avanti a me so che i soldi li ha presi uno a luglio dell'anno scorso. Polimeni Candeloro:-e lui che ha detto. Sgrò Giuseppe:-si li abbiamo presi perchè avevamo bisogno, dovete avere la bontà di aspettare, quando li avrò li restituirò, davanti a me...incomprensibile...Sgro' Giuseppe:-Io sono dell'idea Candeloro, io sono dell'idea, la ragiono così e nessuno me la può cambiare; se tu fai 100 euro per cazzi tuoi sono 100 euro per cazzi tuoi, se faccio 100 euro per cazzi mie sono 100 euro per cazzi mie, sei mi dovessi permettere a fare 1 euro, qua lo nego e qua lo dico, a nome di altre persone, prendo quell'euro e lo metto qua e dico, io ho fatto questo, che dobbiamo fare? io la penso cosi Candeloro. Polimeni Candeloro: ...omissis...Polimeni Candeloro : ora vado da mio zio Peppe e gli racconto tutte queste cose. Sgro' Giuseppe: no a Zio Peppe non gli dire niente...omissis...)

SGRO' Giuseppe, a carico del quale figura una condanna per minaccia, infine partecipa concretamente alla commissione di numerosi reati fine in concorso con altri accoscati ed in particolare:-

-egli concorre con PIO Candeloro, DI PALMA Francesco, GUARNACCIA Antonino, MARRONE Natale, nella ricettazione di un TIR, carico di componenti e dispositivi elettronici, il tutto provento di furto;

-concorre con ZORLONI Fabio in attività di spaccio di stupefacenti;

-concorre con il fratello Eduardo Salvatore, anch'egli affiliato al Locale di Desio, e con SOLDATO Francesco, in attività di traffico di sostanze stupefacenti;

-concorre con il fratello Eduardo Salvatore, anch'egli affiliato al Locale di Desio, nella detenzione di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti;
-concorre con MANNA Domenico, affiliato al Locale di Desio, nella detenzione e porto illegali di armi da fuoco utilizzate per minacciare terzi;

-conduce attività di spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina in favore di PIO Carmelo (figlio di PIO Domenico cl. 46) e BRILLI Cristian, i quali nella circostanza vengono arrestati in flagranza di reato.

-concorre con il fratello Eduardo Salvatore e con PIO Candeloro in attività di estorsione.

-concorre con il fratello Eduardo Salvatore, PIO Candeloro, POLIMENI Candeloro, MANNA Domenico, SALATINO Giuseppe, DI PALMA Francesco, FOTI Bartolo e COTRONEO Vincenzo, nell'attività d'indimidazione che si conclude con il sequestro di persona in danno del commerciante MERONI Claudio.

A SGRO' Giuseppe, oltre alla ditta SAGI sopra citata, sono riconducibili altre società.

"SGRO' Eduardo Salvatore"

SGRO' Eduardo Salvatore, detto "Turi", pur rivestendo ruolo e funzioni meno rilevanti di quelle del fratello Giuseppe, è anch'egli organicamente inserito nel Locale di ‘ndrangheta operante in Desio. Inquadrato nel "gruppo criminale" facente capo a PIO Candeloro, espleta le mansioni di affiliato, concorrendo sia nell'azione d'intimidazione mafiosa sul territorio nonché che nelle attività pseudo-lecite ed illecite della cosca; fornisce un notevole supporto al sodalizio criminale, prendendo parte alla commissione di "reati fine", quali l'usura, le estorsioni ed il traffico di sostanze stupefacenti.
E' ampiamente provato il suo pieno coinvolgimento nell'attività d'intimidazione mafiosa sprigionata dalla cosca desiana, con riguardo all'episodio avvenuto in Cesano Maderno il 07.10.2009. Si tratta del "sequestro", a chiari fini intimidatori, ad opera di PIO Candeloro e del suo "gruppo criminale", in danno di MERONI Claudio, titolare di una ditta di autotrasporti, con il quale il PIO intrattiene alcuni insoluti per pregresse prestazioni lavorative.

Sin dalla serata del 05.10.2009, alle ricerche organizzate e dirette da PIO Candeloro, volte a "localizzare" MERONI, che nel frattempo, resosi irreperibile è ricorso all'appoggio di alcuni rumeni armati, concorrono oltre a MANNA Domenico, PIO Alfonso (fratello del Candeloro), POLIMENI Candeloro, SALATINO Giuseppe, anche i fratelli SGRO' Giuseppe e Eduardo Salvatore, convocati dallo stesso PIO, il quale incarica SGRO' Giuseppe di attivare anche il fratello Eduardo:-

(...omissis...PIO Candeloro con Giuseppe Sgro'. PIO Candeloro:-chiama a Turi (SGRO Eduardo Salvatore) pure, chiama a tuo fratello Turi...omissis...)

La "spedizione punitiva" raggiunge il suo culmine il 7 Ottobre successivo, allorquando MERONI Claudio, caricato a bordo dell'autovettura di POLIMENI Candeloro, diviene oggetto di minacce e percosse da parte di PIO Candeloro, con le modalità descritte nella parte relativa a quest'ultimo e a SGRO' Giuseppe.

La puntuale conferma che alla missione punitiva partecipa anche SGRO' Eduardo Salvatore, giunge da una conversazione ambientale intrattenuta da PIO Candeloro e PENSABENE Giuseppe, alcuni giorni dopo l'evento. (...omissis...Pio Candeloro:- Non centriamo niente non centriamo niente, siccome mi volevo caricare pure loro no, lo carico dai capelli sopra la macchina, COMPARE PINO, lo porto al parcheggio (NDR DEPOSITO CAMION IN USO A PIO CANDELORO) eravamo qualche otto nove persone, parola d'onore quante gliene ho date...omissis...Pio Candeloro:-all'ultimo Compare Pino, quando non ce l'ho fatta più, c'era Bartolo Foti, cerano tutti, c'era Salvatore (NDR SGRO' EDUARDO SALVATORE) il fratello di Peppe (NDR SGRO' GIUSEPPE), eravamo la una decina, ve lo giuro Compare Pino, alla fine non ce la facevo più, si volevano avvicinare pure loro, ma gli ho detto di no, di non avvicinarsi perchè era una cosa che mi dovevo sbrigare alla fine Compare Pino lo prendo dai capelli, lo porto nella ditta...SCENDONO DALL'AUTO E SI ALLONTANANO...Compare Pino:-hai fatto bene, se li meritava, hai fatto bene, se li meritava. Pio Candeloro:-poi la mattina, "Tonino vedi che ieri sera c'erano tre che ti cercavano, più sono venuti là dove ho il parcheggio" Compare Pino:-io non lo conosco. Pio Candeloro:-poi si è messo a piangere. Compare Pino:-per 2400,00 euro, viene al parcheggio. Pio Candeloro:- diceva, vieni quà. Si ma avanzavo i soldi io Compare Pino, allora perchè? (bestemmia) tutti fuori di testa sono le persone. Compare Pino:-Vabbè, avanzavi tu 8.000,00 euro e lui per 2.400,00 euro ha fatto tutto questo manicomio. Pio Candeloro:-L'ho chiamato stamattina e gli ho detto: prepara l'assegno. Entro il pomeriggio voglio i conti con le fatture dei viaggi e la prima fattura che torna dietro vengo li e ti scasso, ti taglio la testa gli ho detto, addirittura mi chiama e mi dice che mi faceva la tessera per il gasolio, per quel camion là che. Compare Pino:- almeno paga la scostumatezza, per queste cose. Pio Candeloro:-la prima volta che mi chiami per la rata di quel camion lì e tu non mi paghi le fatture, gli ho detto, "vegnu ca cu nu escavatore, fazzu na fossa e ti jettu d'inntru" (NDR TRADOTTO: vengo qua con un escavatore faccio una buca e ti metto dentro) poi pomeriggio è andato Giuseppe (NDR AUTISTA PIO CANDELORO) a caricare, non riusciva nemmeno a parlare, infatti mi ha chiamato e Giuseppe mi ha detto:- "come cazzo lo hai combinato a questo qua". Compare Pino:-hai fatto bene...omissis...)

Vari sono gli episodi per i quali SGRO' Eduardo Salvatore, su indicazione del fratello Giuseppe o del Capo Società PIO Candeloro, si attiva per procedere alla riscossione di proventi di natura estorsiva destinati all'associazione mafiosa.

Illuminante al riguardo è la conversazione telefonica intercorsa tra PIO Candeloro e DONVITO Giuseppe, agente immobiliare vittima di estorsione379, laddove il Capo Società, in procinto di estorcere la somma di 7.200 Euro in contanti, incarica SGRO' Eduardo, il quale nel frattempo ha raggiunto il DONVITO, di riscuotere il denaro e rincarare la dose di intimidazioni rammentando alla vittima che, qualora non dovesse pagare, il "legno è pronto":- (...omissis...DONVITO Giuseppe:-no sto cercando Salvatore (SGRO')! avevamo appuntamento alle dodici meno un quarto da lui sono andato...omissis...PIO Candeloro:-ma non avevi l'appuntamento alle dieci e mezza stamattina tu con lui...omissis...PIO Candeloro:-ma hai risolto o no? DONVITO Giuseppe:-allora i settemilaedue sono qua pronti cash...omissis...DONVITO Giuseppe:-adesso lui deve farmi vedere un assegno che vedo con la Monte Paschi, siccome io sono correntista li, se riesco a cambiarglielo....omissis...DONVITO Giuseppe:-eh io i setteedue mi faccio una fotocopia di quell'assegno lì che è impagato e glieli do a lui....omissis...PIO Candeloro: mi raccomando, sistema tutte le cose Giuseppe...che....DONVITO Giuseppe: assolutamente....PIO Candeloro:-non facciamo casini...eh!...omissis... PIO Candeloro:-sei arrivato da Salvatore tu?..(nel frattempo sopraggiunge SGRO' Eduardo Salvatore:)...omissis...PIO Candeloro:-passamelo un attimo...SGRO' Eduardo Salvatore:-pronto? PIO Candeloro:-tutto apposto? SGRO' Eduardo Salvatore:-si si ora stiamo andando via. PIO Candeloro:-se no il legno è pronto, gli devi dire. SGRO' Eduardo Salvatore:-"..sorride.." sto arrivando! PIO Candeloro:- va bene? SGRO' Eduardo Salvatore:-si..."sorride" PIO Candeloro:- dice che ha il cash nella tasca....acchiappati questi soldi. SGRO' Eduardo Salvatore:-va bene! PIO Candeloro:-gli devi dire che se no "sorride" devi dire che vengo io e vediamo se no. SGRO' Eduardo Salvatore:-dai! ci vediamo dopo. PIO Candeloro:-e gli offriamo un bel caffè...uno amaro....omissis...)

Analoga funzione di "esattore" viene assolta da SGRO' Eduardo nelle fasi terminali dell'estorsione che vedono come vittima l'autodemolitore MARRONE Ignazio e protagonista sempre il Capo Società del Locale di Desio PIO Candeloro.
In tale ambito si collocano, in rapida sequenza, alcune conversazioni telefoniche, dalle quali si evincono, da una parte, gli accordi intrapresi da PIO e dal MARRONE e, dall'altra, il conferimento dell'incarico a SGRO' Eduardo, demandatogli dal fratello Giuseppe e dallo stesso PIO, di recarsi all'appuntamento con l'emissario inviato dalla vittima; l'uomo del MARRONE consegna a Eduardo 2.000 euro in contanti, quale anticipo della cifra pretesa dal PIO:-

(...omissis...MARRONE IGNAZIO:-...omissis...Niente Tonino, ascoltami, a me mi ha fatto una assegno questo quà, che scade domani, dopodomani, ti va bene a te o no? Di 3.000 oppure io, disponibili ho 2.000 in contanti, gioia, che ha me piace parlare chiaro, ditemi voi se vi porto questi o vi porto quelli PIO CANDELORO:- No sinceramente preferisco quelli perchè domani mattina con l'assegno non risolvo niente MARRONE IGNAZIO:-Allora vi porto i 2.000 in contanti dai...omissis...);
(...omissis...MARRONE IGNAZIO:-Tonino. PIO CANDELORO:-Ehi. MARRONE IGNAZIO:-Ma dov'è Peppe? PIO CANDELORO:-C'è Salvatore lì. MARRONE IGNAZIO:-Ma chi è questo Salvatore? PIO CANDELORO:-Suo fratello. MARRONE IGNAZIO:-Ah e non l'ho visto, mi aspettavo che arrivava Peppe...omissis....)

(...omissis...PIO CANDELORO:-Dimmi. MARRONE IGNAZIO:-Avvisa tuo cugino, gli dici che sta arrivando mio cugino, mio cugino Franco, con una smart cabrio....omissis...)

(...omissis... SGRO' SALVATORE:-Si si. Arriva un ragazzo con una smart allora? PIO CANDELORO:-Si. SGRO' SALVATORE:-Ah, ok. PIO CANDELORO:-Pelato, cabrio. SGRO' SALVATORE:-Va bene, ciao...omissis...)

SGRO' Eduardo Salvatore partecipa attivamente al traffico di sostanze stupefacenti gestito dalla cosca; egli, assieme al fratello Giuseppe e ad altri soggetti (SOLDATO Francesco detto "Checco") da circa un mese, sono i "magazzinieri" di un ingente carico di droga, quantificato dallo stesso SGRO Giuseppe, durante una conversazione ambientale intrattenuta con "Checco", in "200 panetti" che, per il momento non possono essere immessi sul mercato fino a quando lo stesso SGRO' Eduardo non riesca a rientrare con almeno 6.000 Euro, frutto dell'attività di spaccio che intanto è in essere (...omissis...GIUSEPPE:-Sai che ho scoperto? Che i panetti in tutto sono 200. CHECCO:-Ma và? ma non dire cazzate davvero? GIUSEPPE:- Giuro! Ne ho aperto uno. CHECCO:-Ho capito ma è la prima volta che vai di là? GIUSEPPE:-No! CHECCO:-E ma scusa e il conto..chi è che fà il conto? GIUSEPPE:-Cinque panetti da 200 un chilo! CHECCO:-E allora non tocca nemmeno a tutti! GIUSEPPE:- Eh! Si, si no, non è che ci perdo, però figa se uno è sgamato può dar via una stecca a cento. CHECCO:- Minchia! GIUSEPPE:-A due euro sono 100 euro il ...incomprensibile...omissis. CHECCO:- Tanto questo non mi chiama. Quanto mi chiama. GIUSEPPE:-Oggi? Quando? CHECCO:-No! Non lo sò! Quando mi chiama, tutte le volte Giuseppe verso mezzogiorno e mi dà l'appuntamento per sera. GIUSEPPE:-Si però Salvo non voleva. CHECCO:- Perchè? GIUSEPPE:-Minchia ci và lui...incomprensibile...CHECCO:-Figa...incomprensibile...Tirane via un pò no! GIUSEPPE:-E non puoi dai adesso è un mese che ce l'abbiamo, adesso vediamo quanto soldi porta mio fratello oggi che deve andare...incomprensibile..se porta almeno 6000 euro...incomprensibile...e anche Andrea, però non lo credo più...omissis...)

Dall'indagine è emerso che SGRO' Eduardo intrattiene frequentazioni con soggetti di elevato spessore della criminalità organizzata calabrese, quali STRANGIO Salvatore a dimostrazione del fatto che negli ambienti della ‘ndrangheta vige una sorta di fratellanza indissolubile, che accomuna tutti i compartecipi, non solo nelle attività criminali, ma anche nel raggiungimento di fini pseudo leciti.

A tal riguardo è interessante la conversazione telefonica intrattenuta da SGRO' Eduardo con GUGLIOTTA Fabio, impiegato presso la società Vanzulli Costruzioni S.R.L. di Lurago d'Erba, nella quale si apprende che lo SGRO' conosce bene STRANGIO Salvatore, anche se tuttavia non ha ancora avuto la possibilità di lavorare con lui, che è già in socio in affari con "quelli della Perego":-
(...omissis...SGRO' GIUSEPPE:-Pronto. GUGLIOTTA FABIO:-Ciao Giuseppe, buongiorno. Sono Fabio. SGRO' GIUSEPPE:-Fabio. GUGLIOTTA FABIO:-Il geometra, quello a cui gli hai fatto l'appartamento, minchia non ti ricordi più. SGRO' GIUSEPPE:-Eh Fabio, come và? GUGLIOTTA FABIO:-Eh, buongiorno. SGRO' GIUSEPPE:-Tutto bene? GUGLIOTTA FABIO:-Dove ti trovi. SGRO' GIUSEPPE:-Eh, sono quà a Cesa... a Desio adesso a mangiare. GUGLIOTTA FABIO: "Ah, ho capito, ma tuo fratello? Sto cercando a tuo fratello. SGRO' GIUSEPPE: "Stai cercando a mio fratello? GUGLIOTTA FABIO: "Si." SGRO' GIUSEPPE: "Guarda, te lo passo che è quì a fianco a me. GUGLIOTTA FABIO:"Ah, è accanto a te, passamelo. Ciao Giuseppe. SGRO' GIUSEPPE: "Ciao, statti bene. SGRO' EDUARDO S.:Pronto. GUGLIOTTA FABIO: "Oeh, buongiorno. SGRO' EDUARDO S.: "Salve, com'è? GUGLIOTTA FABIO: "Minchia, chi non muore si rivede eh? SGRO' EDUARDO S.:-Eh si. GUGLIOTTA FABIO: "Anzi si risente. Stamattina ero con un personaggio (inc.) non è che lo conosci? SGRO' EDUARDO S.:-Chi? GUGLIOTTA FABIO:-Questo quà ti conosce a te, forse di nome. SGRO' EDUARDO S.:Eh. GUGLIOTTA FABIO:-Un certo SALVATORE STRANGIO, lo conosci? SGRO' EDUARDO S.:-Forse si, forse si, ho capito. GUGLIOTTA FABIO:-Eh, un signore sulla cinquantina. SGRO' EDUARDO S.: "si si. GUGLIOTTA FABIO:-Lo conosci? Stamattina ero insieme a lui io, perchè adesso prende in mano lui i nostri cantieri. SGRO' EDUARDO S.:-Ah ah. GUGLIOTTA FABIO:-Ma che personaggio è? (ride)" SGRO' EDUARDO S.:- "(ride)... No, è un bravo raga... è un bravo... lavorano bene. GUGLIOTTA FABIO:- Eh, perchè questo quì è socio con quello della PEREGO. SGRO' EDUARDO S.:-Si si, lo so. GUGLIOTTA FABIO:-Li conosci bene, li conosci? SGRO' EDUARDO S.:- Si si, li conosco, anche quelli della PEREGO, si." GUGLIOTTA FABIO: "Ah, ma lavori con loro tu? SGRO' EDUARDO S.:-No no, ancora, non ho mai avuto questa fortuna ancora. GUGLIOTTA FABIO:-No perchè, io oggi parlavo con lui, nell'eventuale io conosco, perchè quando mi hai chiamato, questo quì mi hai detto: ti faccio passare io un geometra. Che questo quì sarebbe il socio, no, mi sembravi, dalla voce mi sembravi tu mi sembravi. Gli ho detto:scusa ma come va di cognome? Lui mi ha detto, no, va di cognome STRANGIO. No minchia, STRANGIO non lo conosco (ride). Già dal cognome mi sembra un cognome di quelli giusti. SGRO' EDUARDO S.:-Ah, (ride). GUGLIOTTA FABIO:-E poi gli ho detto: guarda io ti avevo confuso con un mio amico, Salvatore SGRO' e mi ha detto: guarda (inc.) non ce l'ho presente ma mi sa che lo conosco, mi ha detto. SGRO' EDUARDO S.:-si si, io pure, adesso di visionomia...però c'è stato modo una volta che ci siamo trovati per lavoro e c'era un SALVATORE STRANGIO, mi ricordo. GUGLIOTTA FABIO: "Eh." SGRO' EDUARDO S.: "Si si. GUGLIOTTA FABIO: "Se vuoi entrare, dimmelo, io ti posso far entrare. SGRO' EDUARDO S.:- Eh, se c'è questa possibilità di lavorare, a me il lavoro piacere fa. GUGLIOTTA FABIO: "Se vuoi, ascoltami, io ti ho chiamato apposta. Pensa che lui ha un appuntamento che deve venire a Desio adesso. SGRO' EDUARDO S.: "Ah. GUGLIOTTA FABIO: "Non so, se vuoi, io gli posso lasciare il tuo numero? SGRO' EDUARDO S.: "Eh si, lasciagli questo numero quà che ci troviamo. GUGLIOTTA FABIO: "Io ti ho chiamato sul tuo personale numero, no? SGRO' EDUARDO S.: "Eh, ma non ce l'ho più quei numeri, l'ho cambiati tutti, li ho presi nuovi, che siccome mi sono candidato all'elezioni comunali, quà a Cesano e quindi ho fatto un pò di pulizia, perchè se no squillavano ogni tre minuti sti telefoni. GUGLIOTTA FABIO: "Allora su quale ti devo chiamare io adesso? SGRO' EDUARDO S.: "Chiamami pure su questo di mio fratello che siamo insieme tanto oggi. GUGLIOTTA FABIO: "Ah, va bene."SGRO' EDUARDO S.: "Va bene? GUGLIOTTA FABIO: "No, ma oggi non lo vedo a questo quà io, lo vedo. SGRO' EDUARDO S.: "Quando vuoi, quando vuoi puoi chiamare per un appuntamento, chiami su quello di mio fratello, tanto siamo sempre insieme. GUGLIOTTA FABIO: "Ah, va bene dai. SGRO' EDUARDO S.:-Va bene? E mi fai sapere...omissis...)

Sempre nell'ambito delle attività pseudo lecite, SGRO' Eduardo collabora con il fratello Giuseppe nella gestione di alcune società riconducibili alla famiglia SGRO', individuate nella "S.G.C. srl"390 - nella "SGRO' s.n.c. di SGRO' Giuseppe & C." e nella "SAGI" srl"392; proprio quest'ultima viene interessata dall'assegnazione di alcuni appalti riguardanti l'installazione di impianti di climatizzazione presso alcune sedi distaccate dell'ASL di Monza.

In tale contesto, già peraltro ampiamente esplicato nella parte relativa a SGRO' Giuseppe, si collocano alcune conversazioni intrattenute da SGRO' Eduardo con tale ingegner GATTO Pasquale, con POLIMENI Candeloro e con il fratello SGRO Giuseppe:-

(...omissis...SGRO' Eduardo:-"Si si, infatti avevo chiesto alla Rosa di rintracciarla, perchè praticamente ho da fare un sopralluogo per un appalto ASL." ING. GATTO: "Per l'ASL?" SGRO': "Si, dei condizionatori praticamente." ING. GATTO: "Ah, l'impianto di condizionamento per l'ASL, è una gara d'appalto... tipo su larga scala allora." SGRO'.: "Si si, si tratta qui...per gli uffici di Cesano, di Desio, di Carate Brianza e tutto... avrei bisogno, se ci vedevamo stamattina, se lei c'ha dieci minuti." ING. GATTO: "Ah, va bene. Il bando d'appalto ce l'ha? Il bando, in base..." SGRO': "Io praticamente stamattina insieme a lei dobbiamo chiamare il direttore generale, che è amico mio, così lo chiamiamo e ci facciamo...fissiamo un appuntamento e ci troviamo poi con loro, con i tecnici quando...a tempo debito lui mi aveva detto: fammi chiamare dal termotecnico, l'altro ingegnere, così ci prendiamo un appuntamento e tutto...omissis...)

(...omissis...SGRO' Eduardo Salvatore:-Con l'ingegnere...omissis...? POLIMENI:-...omissis...ma glel'hai lasciato il recapito telefonico? SGRO':-Si si si, gli ho lasciato il recapito all'ingegnere così si sentono più tardi."POLIMENI:- "Ho capito. E poi che ti volevo dire, si, perchè lui ha detto di (inc.) che lo richiamava lui." SGRO':-"Ah, ok." POLIMENI: "Vedi di chiamare l'ASL stamattina." SGRO': "Si, ho già chiamato, ho preso appuntamento per le cinque e mezza." POLIMENI: "Ah... tutto apposto allora." SGRO': "Tutto apposto si....omissis...)

(...omissis...SGRO' E:-dimmi. SGRO' G:-ha chiamato dall'ASL lì. SGRO' E.:"si." SGRO' G:-gli servono le coordinate per il discorso dei pagamenti...omissis...)

Da sottolineare inoltre come ci sia stato un tentativo da parte della cosca desiana di infiltrare SGRO' Eduardo Salvatore nella vita politica della pubblica amministrazione; infatti si è presentato, nel Giugno del 2009, alle elezioni amministrative per il Comune di Cesano Maderno, tuttavia non è stato eletto. La sua campagna elettorale è stata caldeggiata dal Capo Società PIO Candeloro, il quale, in una circostanza, è intervenuto presso il Presidente del Circolo Territoriale di Alleanza Nazionale di Desio MARRONE Natale cl. 68 (...omissis...PIO Candeloro:-la politica com'e'? MARRONE Natale:-eh. PIO Candeloro:-la politica com'e'? MARRONE Natale:-la politica? La politica mi fa girare i coglioni a me. PIO Candeloro:-perche'? MARRONE Natale:-e perche' non rispettano si impuntano. PIO Candeloro:-ma venne Salvatore si? MARRONE Natale:- l'ho portato là a Cesano, l'ho fatto mettere in lista, tutto apposto. PIO Candeloro:-che ci dobbiamo cominciare a muovere...omissis...)
Da alcune conversazioni telefoniche intercorse tra SGRO' Eduardo Salvatore e MARRONE Natale cl. 68 si evince che i due si sono anche incontrati durante il periodo di candidatura dello SGRO.

Per quanto concerne la posizione di SGRO' Eduardo Salvatore appaiono eloquenti i vari controlli del territorio effettuati dalle FF.PP. sulla sua persona in cui si evidenziano frequentazioni di personaggi orbitanti all'interno della cosca di Melito Porto Salvo e di Desio o comunque riconducibili ad ambienti delinquenziali.


"POLIMENI Candeloro"

POLIMENI Candeloro, detto "Candi", nipote diretto dei fratelli MOSCATO, è un affiliato inserito nell'organico del Locale di Desio. Egli riveste un ruolo determinante per l'efficienza e la stabilità degli equilibri interni alla struttura mafiosa. Egli è certamente il referente di massima fiducia di MOSCATO Saverio, al quale comunica le novità sull'andamento generale e sugli "affari" anche pseudo leciti della cosca, rappresentandogli tutte le problematiche inerenti eventuali inosservanze da parte degli adepti delle regole di condotta imposte dalla ‘ndrangheta.

POLIMENI, godendo della fiducia dello zio MOSCATO Saverio, organizza su suo impulso e per suo conto incontri400 con altri esponenti di rilievo del Locale di Desio, quali PIO Candeloro Capo Società (...omissis...MOSCATO Saverio con POLIMENI Candeloro. MOSCATO Saverio gli dice di chiamare a Tonino (Pio Candeloro). Gli dice alle cinque al bar da Gloria...omissis...)

(...omissis...PIO Candeloro con Polimeni Candeloro. Polimeni gli dice ci vediamo alle 17,15 alla gelateria, hai capito quale? quella. Candeloro risponde che va bene....omissis...)

Il ruolo di referente di fiducia e portavoce rivestito da POLIMENI Candeloro, si estrinseca, come sopra accennato, nel partecipare a MOSCATO Saverio ogni innovazione che interviene persino nel campo degli affari pseudo leciti riguardanti gli interessi della cosca desiana.
In tale contesto, ripercorrendo la posizioni relative ai fratelli SGRO' Giuseppe ed Eduardo Salvatore, si è fatto esplicito riferimento ad alcuni lavori in appalto, indetti dall'ASL di Monza, che gli SGRO' si sono aggiudicati per l'installazione di nuovi impianti di climatizzazione presso alcuni uffici periferici. Nella sequenza delle varie conversazioni di riferimento, si colloca una conversazione telefonica, intrattenuta da SGRO' Eduardo Salvatore con POLIMENI Candeloro, nella quale lo SGRO' informa il "relatore" di MOSCATO Saverio sullo stato di avanzamento dei lavori e sugli accordi che interverranno successivamente in tal senso con il Direttore Generale dell'ASL di Monza:- (...omissis...SGRO' Eduardo Salvatore:-Con l'ingegnere...omissis...? POLIMENI Candeloro:-...omissis...ma glel'hai lasciato il recapito telefonico? SGRO':-Si si si, gli ho lasciato il recapito all'ingegnere così si sentono più tardi. POLIMENI:-Ho capito. E poi che ti volevo dire, si, perchè lui ha detto di che lo richiamava lui. SGRO':-Ah, ok. POLIMENI:-Vedi di chiamare l'ASL stamattina. SGRO':-Si, ho già chiamato, ho preso appuntamento per le cinque e mezza. POLIMENI:-Ah...tutto apposto allora. SGRO':-Tutto apposto si...omissi...)
L'argomentata funzione di POLIMENI Candeloro, si sviluppa nel partecipare allo zio MOSCATO Saverio le notizie d'interesse, nel frattempo intervenute, anche nel campo della politica locale, che possono riguardare i progetti futuri della cosca (...va bene almeno lavoriamo...). In tal senso va letta la conversazione telefonica, nella quale il POLIMENI informa MOSCATO Saverio dell'esito, comunicatogli dai fratelli SGRO' Giuseppe ed Eduardo Salvatore, delle elezioni amministrative presso il Comune di Cesano Maderno, ove per 200 voti in più, è stato eletto sindaco ROMANO Maria Letizia. "...omissis...POLIMENI Candeloro:-vedi che ha vinto la ROMANO'. MOSCATO Saverio:-ha vinto la ROMANO'? POLIMENI Candeloro:- si, si...omissis...ma chi te lo ha detto? POLIMENI Candeloro:-ha chiamato Salvatore (ndr inteso SGRO' Eduardo Salvatore) a Peppe (ndr inteso SGRO' Giuseppe)...omissis...MOSCATO Saverio:-per 200 voti? POLIMENI Candeloro: si. prepara i soldi per la cena, per questa sera ha detto Peppe. MOSCATO Saverio:- va bene, almeno lavoriamo, va bene, dai...omissis..."

POLIMENI Candeloro è pienamente consapevole di appartenere ad una famiglia (MOSCATO) che deve coltivare sempre nel territorio e tra la gente la fama ed il prestigio criminale di cui gode, tanto che nessuno si può permettere impunemente di apostrofare come "mafiosi" i componenti della famiglia stessa, pena l'esecuzione di ritorsioni anche violente. E' quanto emerge da alcune conversazioni intervenute tra POLIMENI Candeloro, suo fratello Giuseppe e il cugino MOSCATO Ivan Tiberio.

L'occasione è fornita dal'offesa arrecata alla "famiglia" da una persona che ha avuto l'ardire di spaventare la moglie di Moscato Ivan dicendole che "i Moscato sono mafiosi" (...omissis...MOSCATO Ivan:-ha iniziato a dire che i MOSCATO SONO MAFIOSI,...omissis...Polimeni Candeloro:-ma tu lo sai perchè bisognerebbe farlo? se era per me qua non c'era niente da fare bisognava prenderlo e spaccarlo tutto, non sono discorsi da fare , si deve mandare sto figliolo sai come, al 100% e se lo devono poi portare....omissis...)

I commenti dei tre seguono perfettamente le logiche dell'organizzazione criminale che ripara le offese con le azioni di forza. Anzi proprio POLIMENI Candeloro si vanta di aver in precedenza ricondotto alla "ragione" una persona che si era permesso di assumere un atteggiamento sprezzante nei suoi confronti (...omissis... Polimeni Candeloro: io lo picchio, glielo dico chiaro già ho parlato pure con il padre, gli ho detto che se sbanco o non sbanca io lo picchio, lo dico chiaro, già ho avvisato suo padre. MOSCATO Ivan: Davanti alla gente diceva che siete dei mafiosi, meritava di essere mandato all'ospedale questo qui"...omissis...Polimeni Candeloro: se lo vedo fuori dal bar gli salgo sopra con la macchina...omissis...Polimeni Candeloro: se quello si è fatto 15 anni di galera, bastano due parole da dire a questo che si è fatto 15 anni di galera, due parole basta dirgli, lui capisce la sinfonia. Polimeni Candeloro:-...omissis...ora vi racconto una storia figlioli,...omissis...lo ho guardato e gli ho detto "ma tu che stai dicendo. lui mi ha risposto" io me ne fotto di chi sei tu" ed ha fatto un nome. Tu ti ricordi quanto è lungo il magazzino la sotto, come ha fatto quel nome e che se ne fotteva di me a calci nel culo e pugni nella faccia fino a quando sono usciti, poi mi mandò una MBASCIATA chiedendomi scusa...omissis...Polimeni Candeloro:-Magari la Madonna lo trovo fatto di cocaina, io quello prego la Madonna che lo trovo fatto di cocaina, come faccio faccio, su i miei figli sai come lo combino, peggio di quando prende il treno di faccia mentre passa da Bovisio, ridi tu, io non capisco niente quando mi arrabbio. POLIMENI Peppe:-quando siete andati là con lo zio Saverio, non lo avete minacciato? Polimeni Candeloro:-ma che cazzo dici. Polimeni Candeloro:-i sai cosa vorrei dirgli "ma tu uomo di merda, nomini i cristiani senza che le cose sono vere, ora mi devi dire chi te lo ha detto che noi abbiamo minacciato tuo cugino, poi se non lo ho minacciato ti faccio la faccia tanta pecora di merda quando parli ti devi lavare la bocca con l'acido"...omissis...)

Il ruolo di POLIMENI Candeloro all'interno della cosca si appalesa pienamente in alcune vicende che riguardano la gestione personalistica ed egoistica del Capo Società PIO Candeloro che agisce in contrasto con le regole di spartizione appropriandosi dei proventi comuni derivanti dalle attività del sodalizio ed espandendo la propria influenza in settori non di sua competenza ed in assenza di specifiche autorizzazioni da parte dei vertici del Locale di Desio.

A POLIMENI Candeloro si rivolge GUARNACCIA Antonino, per notiziarlo sull'opera espansionistica che PIO Candeloro sta conducendo, in maniera completamente autonoma, nel settore degli auto-trasporti, essendosi già appropriato di vari camion di proprietà di LAGANA' Giuseppe, soggetto molto vicino a PIO Domenico cl. 46 (...omissis...Nino:-a quell'altro Candeloro quello che si chiama come te non sei andato? (PIO Candeloro)...omissis...si è preso i camion e non li sta neanche pagando...omissis....Candeloro:-a non glieli sta pagando. Nino: no. non parlare con nessuno però! Candeloro: no no Nino lo sai quello che tu di me hai mai saputo niente tu? Nino:-no. no. Candeloro:-e allora non mi rompere i coglioni ti chiudo il telefono in faccia e non ti chiamo più Nino:-eh non lo sta pagando e non gli risponde neanche al telefono. Candeloro:-e non è amico di suo zio? ...omissis...)

Sempre a POLIMENI Candeloro sono indirizzate le rimostranze di SGRO' Giuseppe sul medesimo argomento riguardante il comportamento da censurare di PIO Candeloro. SGRO' inserito a pieno titolo nei ranghi del Locale di Desio e che conosce perfettamente le dinamiche e le gerarchie di quella organizzazione criminale è consapevole di rivolgersi alla persona giusta che dovrà rappresentare agli alti vertici l'oggetto delle sue lamentele. Peraltro nello stesso ambito si ha una ulteriore conferma che esiste una "cassa comune", dove confluiscono parte dei proventi derivanti soprattutto dall'attività criminale della consorteria mafiosa:-

(...omissis...Sgrò Giuseppe:-io Candeloro gli direi, io gli direi senti qua o ci troviamo e dividiamo quello troviamo. Polimeni Candeloro:-lo dividiamo. Sgro' Giuseppe:-e si Candeloro e si. Polimeni Candeloro:-come mi ha detto lui a me? Sgro' Giuseppe:-e si Porco Dio, ma stai scherzando glielo dici pure a tuo zio Saverio lo prendono tuo Zio Saverio e tuo Zio Peppe, gli dicono ma tu tre mesi fa non eri quello che dicevi così e così, come ti sei comportato ora, peggio, diecimila volte peggio io lo farei, hai la possibilità di farlo e non lo fai "QUANDO NESCIA PE A CASSA FORA" (tradotto:- quando io uscivo fuori per la cassa) non lo facevi e quello aveva più bisogno di te o degli altri. Polimeni Candeloro:-il discorso è chiaro, se li prendevo io, qualcosa mangiava ...omissis...Sgro' Giuseppe riprende il discorso ed con voce alterata dice:-"lui fa il cazzo che vuole e noi stiamo morendo di fame, allora uno fa quello che vuole e buona notte, però io devo fare una cosa e glielo devo dire, tu devi fare un'altra e glielo devi dire, lui (Pio Candeloro detto Tonino) deve fare i cazzi suoi! giustamente dove partecipiamo e dove non partecipiamo e lui si fa i cazzi suoi...omissis...Polimeni Candeloro: quando gli ho detto io a lui poi ieri mattina, dammi il numero che lo chiamo io a me di forza me li deve dare mannaggia la Madonna, gli ho detto, Tonino (Pio Candeloro detto Tonino) Sgrò Giuseppe:-Dieci giorni fa quando ero andato da Pietro a dirgli che i soldi li avevano consegnati e non glieli avevano portati a Nicola avanti a me so che i soldi li ha presi uno a luglio dell'anno scorso. Polimeni Candeloro:-e lui che ha detto. Sgrò Giuseppe:-si li abbiamo presi perchè avevamo bisogno, dovete avere la bontà di aspettare, quando li avrò li restituirò, davanti a me...incomprensibile...Sgro' Giuseppe:-Io sono dell'idea Candeloro, io sono dell'idea, la ragiono così e nessuno me la può cambiare, se tu fai 100 euro per cazzi tuoi sono 100 euro per cazzi tuoi, se faccio 100 euro per cazzi mie sono 100 euro per cazzi mie, se mi dovessi permettere a fare 1 euro, qua lo nego e qua lo dico, a nome di altre persone, prendo quell'euro e lo metto qua e dico, io ho fatto questo, che dobbiamo fare? io la penso cosi Candeloro....omissis...Polimeni Candeloro : ora vado da mio zio Peppe e gli racconto tutte queste cose. Sgro' Giuseppe:-no a Zio Peppe non gli dire niente...omissis...)

La serie di lamentale da parte degli affiliati che evidentemente sono giunte a destinazione, forniscono a MOSCATO Saverio lo spunto per ribadire al nipote POLIMENI Candeloro le competenze ed i ruoli all'interno della cosca desiana, soprattutto per quanto concerne la gestione del provento degli affari della cosca.
MOSCATO Saverio, cogliendo anche i suggerimenti del nipote, pianifica la strategia adeguata per intervenire su PIO Candeloro; è proprio il POLIMENI infatti a proporre allo zio di provare ad interpellare PIO Candeloro sul fatto se il suo comportamento "egoistico" sia avallato o meno anche dai vertici della ‘ndrangheta di Melito Porto Salvo e specificatamente da IAMONTE Remingo (figlio di IAMONTE Natale cl. 27), soprannominato in tali ambienti, oltre che "Picciriu" (piccolino), anche con il soprannome "Bassotto", a causa della sua bassa statura411 (...omissis... MOSCATO SAVERIO:-Qua ci e' arrivata l'imbasciata da la sotto, Candeloro! POLIMENI CANDELORO: "Penso che hanno parlato, lui disse che come arrivava l'imbasciata lui cosi ha detto. MOSCATO SAVERIO:-Come ti ha detto? POLIMENI CANDELORO:-Quello che fai? MOSCATO SAVERIO:-Si quello che fa lo so io, perchè mi ha chiamato? POLIMENI CANDELORO:-Tu gli devi dire che ce la deve dare qua, se no e' meglio che te ne vai da qui, di venderti tutto e di andartene da qui...omissis...(solo rumore del motore)...MOSCATO SAVERIO: "(inc.) questo pezzo di merda che è. POLIMIENI CANDELORO:-Parla in sotto voce. MOSCATO SAVERIO:-(non capisce e risponde) ah? POLIMENI CANDELORO:-Ripete in sotto voce (inc.)...c'era pure Ignazio? Ah, no, lui dice che Candeloro e' andato e si è comportato male. MOSCATO SAVERIO:-Ma che si è comportato male che non ci rompesse la minchia, comportato male, a lui cosa cazzo gli ha preso, cosa gli ha preso, 2/300.000,00 euro, Candeloro. POLIMENI CANDELORO:-A Natale l'hai avvisato? MOSCATO SAVERIO:-Era in ufficio (inc..) POLIMENI CANDELORO:- E cosa ha detto? MOSCATO SAVERIO:-Certo appena è uscito dall'ufficio, non è che per telefono -parla a bassa voce-...silenzio...MOSCATO SAVERIO:-Un conto è quello che è successo! Un conto è che quando lui gli ha dato 150.000,00 Euro. Ma lui te l'ha raccontato? Io. POLIMINEI CANDELORO: "Lui disse ma come arriva l'imbasciata cosi ha detto, che ne so se è vero.- rumori del motore- silenzio. MOSCATO SAVERIO:-Comunque il discorso Candi è questo. POLIMENI CANDELORO:-Ma di questo fatto, con zio Peppe bisogna parlare. MOSCATO SAVERIO:-Ma quindi secondo te che dovremmo fare, io onestamente non lo so. POLIMENI CANDELORO:-Parlo con zio Peppe. MOSCATO SAVERIO:-Eh. POLIMENI CANDELORO: Parlo con zio Peppe.- parlano sotto voce -silenzio- MOSCATO SAVERIO:-Secondo te lo devo rimproverare o lo devo appoggiare? POLIMENI CANDELORO:-Allora la prima cosa di tutto, gli dici che ti hanno chiamato e via dicendo, dopo che ti dice si si e' vero ti dirà di si e tutte cose. Ma senti una cosa, mi devi fare la cortesia, se poi dice di no, per dire glielo hai detto, uno, il "BASSOTTO" lo sa? Tu dici le cose e le fai. MOSCATO SAVERIO:-Gli ho dato 2 giorni di tempo. POLIMENI CANDELORO:-Gli hai dato 2 giorni di tempo? MOSCATO SAVERIO: "(inc.)"POLIMENI CANDELORO:-(inc.)è entrato oggi? MOSCATO SAVERIO:- Penso qualche giorno fa...-rumori del motoresilenzio... incomprensibile... POLIMENI CANDELORO:-Da una parte gli sta bene, perchè ti sei fatto. MOSCATO SAVERIO: "Ma io ti ripeto, lo potrei anche appoggiare, ma tu che credi, che è testa di cazzo solo lui? POLIMENI CANDELORO:-Come mi hai detto: io gliel'ho detto a Candeloro. Come gli hai detto? MOSCATO SAVERIO: "Che io non so un cazzo. POLIMENI CANDELORO:- (inc.)...suo Zio me l'ha detto. MOSCATO SAVERIO: "Ah?"POLIMENI CANDELORO: "(inc.)"- silenzio -POLIMENI CANDELORO: gli fottono l'euro dalle cambiali. MOSCATO SAVERIO: "Si si si. POLIMENI CANDELORO:-Non è stupido però eh? - i forti rumori dell'autovettura coprono le voci dei due - MOSCATO SAVERIO:-Questo qua è il padre di Natale? POLIMENI CANDELORO:-No Natale non lo vedi dov'è. MOSCATO SAVERIO:-E allora chi cazzo è? gli ha detto di spararlo a Natale. POLIMENI CANDELORO:-Gli ha detto di spararlo a Natale. MOSCATO SAVERIO:-No no. Però ti ripeto, suo padre era serissimo, è uno che secondo me se deve partire, parte. Però non è necessario gridare. POLIMENI CANDELORO: "(inc.)"MOSCATO SAVERIO:-Poi ti ripeto ma tu stai facendo qualcosa? Ah.- forti rumori...incomprensibile...POLIMENI CANDELORO:-Non gli dire niente allo Zio Peppe. Se gli deve dire qualcosa, di prenderlo. MOSCATO SAVERIO:-Eh? POLIMENI CANDELORO:-Se gli deve dire qualcosa, di prenderlo e di mandarlo a vaffanculo. POLIMENI CANDELORO: "(inc.)"MOSCATO SAVERIO:-Non ho capito. POLIMENI CANDELORO:-Lo ciuncano (gambizzano). C'è anche il boccalone di suo fratello. MOSCATO SAVERIO:-Chi? POLIMENI CANDELORO:-Il boccalone di suo fratello. MOSCATO SAVERIO:-E questa Q7? POLIMENI CANDELORO:-Di Natale è. MOSCATO SAVERIO: "(inc.)" POLIMENI CANDELORO:-Se la è portata via. MOSCATO SAVERIO:-70.000,00 euro di macchina...omissis...)

Nella medesima circostanza, MOSCATO Saverio, oltre a ribadire la carica indiscussa di Capo Locale del fratello Annunziato Giuseppe, che aveva dettato disposizioni ben precise sulle iniziative di attività criminali da intraprendere nonché sull'impiego dei proventi economici introitati dalla cosca, indica anche in MINNITI Nicola il vero e proprio "contabile" del Locale di Desio, da cui ci si deve necessariamente recare per i conti comuni da regolare, dopo aver chiesto, ovviamente, il consenso al citato MOSCATO Annunziato Giuseppe.
(...omissis...POLIMENI CANDELORO:-...incomprensibile...la sa lunga. MOSCATO SAVERIO:-Un discorso personale, disse, ma personale che cosa? POLIMENI CANDELORO:-Chi è che te lo ha detto. MOSCATO SAVERIO:- Candeloro. POLIMENI CANDELORO:-Te lo ha detto a te? MOSCATO SAVERIO:- Personale non e' Candeloro. POLIMENI CANDELORO:-E quindi come siete rimasti? MOSCATO SAVERIO:-Che gli deve portare altri camion. POLIMENI CANDELORO:...incomprensibile...non ho capito, ma mi spieghi un pò, magari. MOSCATO SAVERIO:-In poche parole gli ho detto perchè non mi hanno chiamato questi qua e via dicendo gli ho detto perchè non devi parlare gliel'hai detto a Pietro? No no no, tu ieri dovevi andare da tuo fratello Pietro per parlare e via dicendo, non è andato e via dicendo. Vabbè, ma comunque Candeloro, così non va bene. Dice ma comunque con questa cosa qui tralascia il discorso nostro, perchè è una cosa personale. Gli ho detto: di personale non c'è niente. POLIMENI CANDELORO:-No, non c'è personale qua. MOSCATO SAVERIO:-Non è questione di personale o non personale se poi e via dicendo, insomma, se è una cosa così e via dicendo e comunque io rispetto sempre...incomprensibile...POLIMENI CANDELORO:-ah. MOSCATO SAVERIO:-E' venuto Pietro qua e disse no io non so niente prima di fare una cosa dovete chiedere il permesso. POLIMENI CANDELORO:-E lui che ha detto? MOSCATO SAVERIO:-Si va da Nicola, prima di fare una cosa, si chiede il permesso si chiede il permesso e lui ha detto:-c'è Candeloro e beh c'è Candeloro. POLIMENI CANDELORO:-C'è Candeloro. MOSCATO SAVERIO:-E allora? E poi si è calato l'altro. POLIMENI CANDELORO:-Chi? MOSCATO SAVERIO:-Peppe. POLIMENI CANDELORO:- Ah. MOSCATO SAVERIO:-Comunque, io sono rimasto che da quì a domani se lo veniva a fare. No, dovete venire tutti voi, mi dovete dire cosa fare, perchè lo devo sapere pure io, perchè se gli dobbiamo fottere i soldi, glieli fottiamo no e' un problema. POLIMENI CANDELORO:-Non se li deve fottere da solo. MOSCATO SAVERIO:-Non se li deve fottere da solo. POLIMENI CANDELORO:-Questa cosa pers. non ha cose personali. Si si comunque. MOSCATO SAVERIO:-No no questo fatto quà si deve parlare bene. POLIMENI CANDELORO:-Io già gliel'ho mandata l'imbasciata a mio Zio. MOSCATO SAVERIO:-Ah. POLIMENI CANDELORO:- Giovanni che era qua...incomprensibile... Candeloro...incomprensibile...MOSCATO SAVERIO:-Si si, chiede i soldi ad Antonici...(incomprensibile)...cioè fotte a quelli che gli conviene a lui....Le voci vengono resi incomprensibili a causa dei forti rumori di fondo e della pioggia battente che cadeva in quel momento...MOSCATO SAVERIO:-C'è Candeloro, c'è Candeloro...incomprensibile...Le voci vengono resi incomprensibili a causa dei forti rumori di fondo e della pioggia battente che cadeva in quel momento...POLIMENI CANDELORO:-Non valeva niente. MOSCATO SAVERIO:- Ah? POLIMENI CANDELORO:-Non valeva niente. MOSCATO SAVERIO:-Dice che poi si sono comprati i camion. POLIMENI CANDELORO:-non valeva niente, ne lui e ne Carmelo il Bruciato. Ormai ho capito che pero è...incomprensibile...Le voci vengono rese incomprensibili a causa dei forti rumori di fondo e della pioggia battente che cadeva in quel momento...POLIMENI CANDELORO:-Glielo dico io a lui lui deve stare sotto di noi... (incomprensibile)...la situazione che c'ha, lui si sente superiore...(pausa)...parla con lo Zio Peppe,che poi esce che non gli hai detto niente. MOSCATO SAVERIO:-(incomprensibile) gli ho detto: e allora? Quando me l'hai detta quella cosa personale (incomprensibile) gli ho detto: ti ripeto, la cosa (incomprensibile). POLIMENI CANDELORO:-Quando hai parlato con Candeloro e gli hai detto allora? e quando gli hai detto allora lui cosa ti ha detto. MOSCATO SAVERIO:-Niente. POLIMENI CANDELORO:-Ah? MOSCATO SAVERIO:-Niente...Le voci vengono rese incomprensibili a causa dei forti rumori di fondo e della pioggia battente che cadeva in quel momento...MOSCATO SAVERIO:-Penso che l'abbia capita la suonata. Poi, se siamo forti, bene...incomprensibile...Le voci vengono rese incomprensibili a causa dei forti rumori di fondo e della pioggia battente che cadeva in quel momento....omissis...)

Ad un certo punto, la presa di posizione di MOSCATO Saverio, quale occupante la posizione gerarchicamente superiore a quella del Capo Società PIO Candeloro, diviene sempre più solida, sino ad imporre al nipote POLIMENI Candeloro, prossimo a recarsi in Calabria e che in questo frangente assume la veste di portavoce del vertice della cosca, di comunicare a PIO Candeloro che, prima di intraprendere qualsiasi iniziativa in campo criminale, è tenuto ad informare MOSCATO Saverio.

(...omissis...MOSCATO SAVERIO:Se vai la sotto, parla con coso, che io non scendo, parla con (incomprensibile). POLIMENI CANDELORO:.Eh. MOSCATO SAVERIO:-E gli dici, che se gli va bene a lui, non se gli va bene, deve essere così, che non rompa la minchia pure lui e gli dici che prima di fare qualsiasi cosa deve venire a dirmelo a me. Non c'è ne lo Zio Peppe ne lo Zio Pasquale e ne lo Zio Francesco, qualsiasi cosa, dalla A alla Z...omissis...)

La partecipazione di POLIMENI Candeloro all'associazione mafiosa, si completa anche con il suo concorso materiale in vere e proprie azioni criminali con le quali la consorteria intende mostrare "erga omnes" il costante e crescente potere di intimidazione esercitato nel territorio nonchè mantenere il prestigio criminale acquisito nel corso del tempo.

E' quanto accade nell'episodio riguardante il sequestro ed il pestaggio del titolare di una ditta di autotrasporti MERONI Claudio, responsabile di aver mancato di "rispetto" al capo società PIO Candeloro. Per l'occasione vengono mobilitati quasi tutti gli appartenenti al sodalizio facente capo al Pio Candeloro. Alle ricerche, coordinate dal PIO e volte al rintraccio del MERONI, che nel frattempo è ricorso agli aiuti di alcuni soggetti albanesi armati, prendono parte MANNA Domenico, SGRO' Giuseppe, SGRO' Eduardo Salvatore, PIO Alfonso, fratello del Candeloro, POLIMENI Candeloro, SALATINO Giuseppe, mentre alla "spedizione punitiva" partecipano attivamente, oltre a PIO Candeloro, anche DI PALMA Francesco con il ruolo di "palo" con compiti di osservazione, SALATINO Giuseppe, FOTI Bartolo e COTRONEO Vincenzo, tutti a copertura e cinturazione dell'area teatro dell'azione delittuosa, nonché POLIMENI Candeloro quale autista della vettura utilizzata per caricare la vittima.

Alla presenza di POLIMENI Candeloro dentro la sua autovettura si percepisce chiaramente l'autentico terrore in cui versa MERONI Claudio che implora PIO Candeloro di lasciarlo tornare a casa:- "...omissis...Meroni Claudio:- ...omissis...io mi devo scu...Tonino (PIO CANDELORO) io ho sbagliato, lo so che....mi fai andare a casa o no? Pio Candeloro:-tu vai a casa, ci mancherebbe. Meroni Claudio:-Tonino (Pio Candeloro) io non so come scusarmi. Pio Candeloro:- pensavi di farmi paura Claudio! Meroni Claudio:-"io no, ma non scherzare Tonino(Pio Candeloro), come faccio a farti le paure a te...omissis...ti volevi prendere il camion? Meroni Claudio:-ma che cazzo me ne frega del Camion, il camion puoi tenerlo anche tè, basta che attacchi, se tu attacchi il camion per me può andar bene...omissis..."

A conferma del suo inserimento all'interno della cosca in una posizione di rilievo si colloca il fatto che POLIMENI Candeloro rende partecipe dell'azione che ha visto impegnato il gruppo nella spedizione punitiva nei confronti di MERONI Claudio e che si è appena conclusa, IAMONTE Natale cl. 81, figlio di una delle massime cariche del Locale di ‘ndrangheta di Melito Porto Salvo (...omissis...Polimeni Candeloro:-oggi non volevo ne ridere, Natale, e ne piangere, te lo giuro ne ridere e me piangere, quando gli tirava i pugni in faccia, faceva: "mmm....mmm" e quello voleva essere voleva andare fuori dalla macchina, non mi diceva nemmeno il cuore di picchiarlo, perchè poveretto lo vedevo che diceva:"vi cerco scusa" lo ha pestato... incomprensibile...mattina, le comiche, non è uomo dopo che lo hanno pestato è scappato"guarda se hanno preso il numero di targa ed hanno chiamato i Carabinieiri, gli ho detto:" ti ammazzo io a te"...incomprensibile.... li dico:"guardate di me non potete dire, a me aveva detto solamente di andare a prendere uno che era a piedi, poi quello che hanno fatto, io l'ho lasciato e me ne sono andato, cazzo volete da me, era a piedi e dice che dovevo prendere uno, non lo so quello che ha fatto e quello che non ha fatto....." quello al telefono che parlava, è saltato dalla macchina lui, gli ha detto: sali in macchina, pezzo di merda, sali in macchina" lo ha preso da quà e lo fatto salire in macchina....(NDR POLIMENI CANDELORO RIDE MENTRE RACCONTA QUESTA PARTE DELLA VICENDA)....aveva il telefono tra le mani, che stava parlando per i suoi cazzi, gli ho detto:"vedi se non sta chiamando i carabinieri uno "ZIMBARO" (tradotto asino) di questi" è saltato dalla macchina nuovamente e gli ha detto:"che cazzo fai ? l'altro:"no, no sto parlando al telefono" a mi pareva gli ha detto... pezzo di merda gli ha detto, no, no io l'ho accompagnato da Mariano io non so un cazzo, l'ho portato perche non ha la patente. Ed ora vai vai gli ha detto...incomprensibile....come è salito in macchina e si è girato, quello fa:"Toni' mi riporti, poi mi riporti" e io:"tutti vengono portati " gli ho detto. Natale:-si è cacato! Polimeni Candeloro:-era troppo confusionato a me mi ha chiamato stavo andando al bar alle otto...mi ha chiamato Peppe (NDR SGRO' Giusppe). Natale:... incomprensibile...Polimeni Candeloro:-No, a me mi ha chiamato Peppe (NDR SGRO' Giusppe) mi ha chiesto dove ero ed io gli ho detto:"sto andando al bar"e lui:" passa che ci prendiamo un caffè alle otto...omissis...)

POLIMENI Candeloro è un soggetto che gira armato di pistola, come si evince da una conversazione ambientale tra quest'ultimo e CAMMARA Giuseppe, detto "Franco" (impiegato all'Ufficio Postale vicino alla cosca), il quale gli chiede di procurargli un "giocattolo" che evidentemente il soggetto ha di fronte a lui, che dal tenore del discorso è verosimilmente un'arma (...omissis...CAMMARA:- ...omissis...vedi se mi procuri un giocattolo come quello mannaggia a Dio ...omissis...POLIMENI...omissis....no Franco, ora come ora è nera...omissis...)

Nella medesima conversazione ambientale, il CAMMARA rappresenta a POLIMENI Candeloro di avere più volte chiesto al Capo Società PIO Candeloro la possibilità si entrare a far parte dell'organico dell'associazione mafiosa, dal CAMMARA stesso definita "situazione" o "famiglia" (...omissis...Si però io a Tonino (Pio Candeloro), Candeloro gli avevo fatto un mezzo discorso...lui mi ha rinviato sempre, ma no, ma sai ma qua, ma là, vediamo se tiriamo questa cosa e Pio vediamo, ma io gli ho detto Tonino (Pio Candeloro) si io ho bisogno posso fare parte di questa situazione, lui mi ha risposto: lascia che vediamo, qua, là, qua la, se io non faccio parte della situazione.....come si chiama, della famiglia, io non posso andare in giro, non faccio niente assolutamente, perche io non mi permetto...omissis...), fornendo l'ennesimo riscontro circa la sussistenza del gruppo ndranghetistico, l'appartenenza del POLIMENI al sodalizio e la percezione di società criminale che le altre persone hanno del gruppo in questione.

POLIMENI Candeloro è il custode anche dei segreti più reconditi celati dietro le attività pseudo lecite dei fratelli MOSCATO; egli conosce nel dettaglio la loro situazione finanziaria, gli investimenti nel campo dell'edilizia e nel settore commerciale, i beni patrimoniali nel frattempo acquisiti. Depongono in tal senso alcune conversazioni ambientali intrattenute da POLIMENI Candeloro con il padre Giovanni, giunto da Melito Porto Salvo, al quale prospetta sostanzialmente l'attuale situazione patrimoniale dei fratelli MOSCATO ed i loro interventi sul territorio nel settore delle costruzioni:- (...omissis...POLIMENI CANDELORO:-Il geometra che ha detto? POLIMENI GIOVANNI:-Lui dice che è inguaiato. Dimmi una cosa lo (inc.) al magazzino, quanti soldi si è fregato? Solo Soresina gli deve dare. POLIMENI CANDELORO:-E non gli sta pagando le cambiali! POLIMENI GIOVANNI:-Ma cosa gli sta pagando, il cazzo. Come, non gli sta pagando quelle da 1.000,00 euro e gliele deve rinnovare a 3.000. POLIMENI CANDELORO:-Ma cosa stai dicendo. POLIMENI GIOVANNI:-Così mi ha detti lui. POLIMENI CANDELORO:-Ma chi te l'ha detto? Lo Zio Natale? POLIMENI GIOVANNI:-Lo Zio Natale. POLIMENI CANDELORO:-Ma vattene Soresina, le cambiali non gliel'ha pagate. Solo che oggi ha firmato un contratto, con uno che gli ha portato un lavoro, di 1.800.000,00 euro. POLIMENI GIOVANNI:-A lui? POLIMENI CANDELORO:-Si e lo fa lo Zio Saverio. POLIMENI GIOVANNI:-Lui gliel'ha portato? POLIMENI CANDELORO:-Si, 1.800.000,00 euro. POLIMENI GIOVANNI:-E lo fa lo Zio Saverio il lavoro? POLIMENI CANDELORO:- Si e tutti i lavori che gli sta portando Soresina, sta lavorando per noi Soresina, tutti i lavori che gli sta facendo gli da il 3 per cento. POLIMENI GIOVANNI:-A lui?...incomprensibile a causa dei rumori dell'autovettura....POLIMENI GIOVANNI:-Mi hanno detto che i lavori che state facendo vi stanno protestando tutti i Lavori che avete fatto. POLIMENI CANDELORO:-Ma che cazzo stai dicendo, ma quante palle stai raccontando, POLIMENI GIOVANNI:-I serramenti che li avete dovuti cambiare da tutte le parti. POLIMENI CANDELORO:-Non è vero. Una finestra soltanto abbiamo dovuto cambiare, una e non l'abbiamo pagate neanche. POLIMENI GIOVANNI:-Una finestra? POLIMENI CANDELORO: "Una finestra, a Seregno. Ma non è stata colpa nostra, è stato un difetta della fabbrica. Le porte a Cardano al Campo li devono cambiare, porte e tutto in tutti gli appartamenti, le cambiano, ma non le porte... (inc.)..POLIMENI GIOVANNI: "Eh" POLIMENI CANDELORO: "E' stato un difetto di fabbrica, quello la è venuto, ha tagliato la cosa e via dicendo (inc.) le cambieranno tutte a settembre. Che cazzo vai dicendo...omissis...POLIMENI CANDELORO:-La colpa, ti sto dicendo. POLIMENI GIOVANNI:-E' un pò di tutti. POLIMENI CANDELORO: "E' un pò di tutti, perchè... un pò di tutti, adesso ti spiego qual'è la colpa un pò di tutti...(inc.)...sua figlia Antonella, solo di rame (bestemmia) ha speso 80.000,00 euro. POLIMENI GIOVANNI: "Peppe mi ha detto 35 e tu mi dici 80.POLIMENI CANDELORO:-Sono 80 di rame, Peppe non conosce i cazzi che conosco io. 80.000,00 euro solo di rame, tutto l'appartamento di tutti e due si sono mangiati 250.000,00 euro è non hanno tolto una lira,(inc.), dallo Zio Saverio, lo Zio Saverio è andato dallo Zio Natale e gli ha detto: Natale, ma tu sei ubriaco di minchia? Devi dire a tua figlia che il lavoro non lo possiamo fare, perchè non la possibilità di pagarlo. Ha saputo il tutto Antonella e Antonella gli ha detto: certo, quando devo fare i lavori io non avete soldi. Gli ha detto: Antonella, ne hai soldi? Lo paghi. Hanno fatto il Bar, hanno fatto il Bar lì lo Zio Quinto e si è mangiato un 200/300.000,00 euro. POLIMENI GIOVANNI:-E non gliel'ha dati lo Zio Quinto? POLIMENI CANDELORO:-Non gliel'ha dati. Duo milioni e mezzo doveva prendere la TPE dai capannoni e non ha preso una lira, io li conosco i discorsi, lui ti può dire quello che vuole, ma che si venga a sedere con me a tavolino. POLIMENI GIOVANNI: "Ma io penso che (inc.) POLIMENI CANDELORO:-Lo Zio Peppe dice che gliel'ha dati lui, un miliardo. POLIMENI GIOVANNI:-Si, me l'ha detto lo Zio Peppe a me. POLIMENI CANDELORO:-Ah. POLIMENI GIOVANNI:-E allo Zio Peppe chi gliel'ha dati? POLIMENI CANDELORO: "Si è venduto il capannone. Però poi ne ha presi altri due. POLIMENI GIOVANNI: "Lo Zio Peppe? POLIMENI CANDELORO:-Uno per lui e uno per suo figlio. POLIMENI GIOVANNI:-Capannoni? POLIMENI CANDELORO:-Si. POLIMENI GIOVANNI:-E cosa lo vuole il capannone lo Zio Peppe? POLIMENI CANDELORO:-Se lo vende e si tiene i soldi. POLIMENI GIOVANNI:-E lo Zio Saverio cosa si è preso? POLIMENI CANDELORO:-Niente. POLIMENI GIOVANNI: "Eh" POLIMENI CANDELORO:-Lo Zio Saverio non si è preso niente, non vuole niente. POLIMENI GIOVANNI:-Ma non mi rompere... se non vuole niente la prende nel culo, ma non mi rompere i coglioni. POLIMENI CANDELORO:-Non la prende nel culo lo Zio Saverio, stai tranquillo. POLIMENI GIOVANNI:-No no non la prende... Non ti cullare tanto con lo Zio Saverio, Candeloro. POLIMENI CANDELORO:-Io non mi cullo con lo Zio Saverio, io vedo i fatti con lo Zio Saverio, io non mi cullo. POLIMENI GIOVANNI: "Che la Madonna ti dia ragione. POLIMENI CANDELORO:-Io ho ragione, perchè lo Zio Saverio lo ha detto chiaro, che gli hanno rotto i coglioni. POLIMENI GIOVANNI: "(inc.). POLIMENI CANDELORO: "Li finirà a Settembre. POLIMENI GIOVANNI:-Eh tu è da tre anni che mi dici che a Settembre finisce, Candeloro. POLIMENI CANDELORO:-A Settembre finisce i debiti. A Settembre ha finito i debiti lui.POLIMENI GIOVANNI: "Ci vediamo a Settembre allora Candeloro. POLIMENI CANDELORO: "A Settembre, a fine Settembre avrà finito i debiti. (inc.) però i soldi gli entrano e li paga tranquillamente....omissis...)

(...omissis...Polimeni Candeloro:-mi ha chiamato Zio Natale. Polimeni Giovanni:-chi? Polimeni Candeloro:-gli avevo detto "mi porto DEL MONACO (NDR operaio), e mi ha detto di no, anzi mi aveva detto di chiamare lo zio Peppe ue ue ue la scala lo zio Peppe" Polimeni Giovanni:-perchè? Polimeni Candeloro:-le fa lui ste cose. Polimeni Giovanni:-lo zio Peppe? Polimeni Candeloro:-perchè, papà gli da l'appuntamento alle persone, che lo aspettano là da sei mesi e non va mai. Polimeni Giovanni:-lo zio Peppe ma se non va lo zio Peppe e zio Saverio sa che non va, lui pewrchè non và che dorme? Polimeni Candeloro:-e lo zio Saverio che c'entra là. Polimeni Giovanni:-a Cardano non c'entra lui? Polimeni Candeloro:-che c'entra in che senso la è la MECO (NDR società F.LLI MOSCATO) deve andare così vedono la MECO immobiliare deve andare. Polimeni Giovanni:"incomprensibile" Polimeni Candeloro:-no, ma siamo andati noi con lo Zio Saverio. Polimeni Giovanni:-la MECO, la MICO lo zio Peppe se ne fotte di tè. Polimeni Candeloro:-ed io me ne fotto di lui vado a raccogliere le cazziate che fa lui. Polimeni Giovanni:-ma le cazziate che le fà a tè. Polimeni Candeloro:-là, il giardino dovevano fare l'erba e lo hanno tagliato a testa di cazzo. Polimeni Giovanni:-là. Polimeni Candeloro:-si hanno mandato DEL MONACO con la cose, certo che deve farlo lui. Polimeni Giovanni:-il giardino là devono farlo loro? Polimeni Candeloro:- devono togliere la terra e da sei mesi che coglieoneggiano, ma non ci scassare il cazzo. Polimeni Giovanni:-poi non si comprano gli appartamenti là non li comprano apposta. Polimeni Candeloro:-se non li sistemano un pò sembrano degli accampamenti degli zingari perchè non li sistemano? perchè ci voglio 200.000 euro. Polimeni Giovanni:-e se li lasciano in quella maniera non è peggio? Polimeni Candeloro:-non lo sistemano. Polimeni Giovanni:-allora sai quando le vendono, 29. Polimeni Candeloro:-minimo minimo hanno una media di 100.000,00 euro di appartamenti 50/60 hanno 5.000.000 più i box. Polimeni Giovanni:- quelli non li contare sono perduti. Polimeni Candeloro:-fai conto che ha altri 50 box a 20.000 euro l'uno. Polimeni Giovanni:-penso che gli rimarranno a vita. Polimeni Candeloro:-sono 1.200.000, hanno 6.000.000 buttati là in immobili. Polimeni Giovanni:-ma se li fà tipo accampamenti, non li vendi gli appartamenti, non li vendi sono a tipo zingaro. Polimeni Candeloro:-allora quando era tutto bene non c'era l'erba e tutte le cose, non crescva l'erba, era bello. quando entravi là ... quando ha iniziato a crescere l'erba alta, avevano mandato a Del Monaco (NDR OPERAIO) con la pala a schiacciarla,non a tagliarla un discorso, quelli là hanno trovato un giardiniere a 400 euro e da un hanno che che glieli devono dare..deve pagare Zio Peppe. Polimeni Candeloro:-possibile che il tetto chiamalo tu gli ho detto a zio Peppe...chiamalo tu invece di parlare e ma serve il materiale ma torvalo tu, sei capace trovalo tu invece di parlare a ma serve il materiale sei capace a trovarlo tu gli ho detto. Polimeni Giovanni:-invece di dormire fino ad ora che cosa hanno fatto era cosa che mandavano a tè. Polimeni Candeloro:-ma è successo adesso il danno, con il lattoniere una giornata, ora vado poi vado, gli ho detto:"vado con la mia macchina. Polimeni Giovanni:-vedendoli messi male, le persone si spaventano pure a chiedere fanno come quando prendevano i cantieri e poi li abbandonavano e prendevano in giro tutte le persone. Polimeni Candeloro:-ma guarda che qui hanno finito, non c'è bisogno che aspettano via pallavicini ho sistemato io, via liberazione ho sistemato io, poi che c'è via ho sistemato io tra avvocati e Madonne. Polimeni Giovanni:- e come lo zio Natale diceva che li aveva abbandonati. Polimeni Candeloro:" che abbandonato chi. Polimeni Giovanni:-i cantieri che non avevato finito. Polimeni Candeloro:-no li ho sistemati io il bastardo quando ha preso i soldi addio, che si rompono il culo gli altri, pensa lui. Polimeni Candeloro scende dall'auto. Polimeni Giovanni:-e che hai li? Polimeni Candeloro:...incomprensibile....il tre se ne va in ferie, lui se ne fotte. Polimeni Giovanni:-chi?Polimeni Candeloro:-zio Natale. Polimeni Giovanni:-oggi ah e se non andavi tu là non andava nessuno lì infracidavano, dovevano pagare i danni a oggi parte? è sempre seccato è...incomprensibile...Polimeni Giovanni:-il capannone all'ufficio chi lo vuole, per gonfiare le falle ha fatto l'ufficio al capannone e povera vita! questo perchè succede, perche non lo ha preso mai perchè Zio Peppe non è valso mai una lira, non è stato mai capace di ma che cazzo stai facendo Peppe. Polimeni Candeloro:-lo zio Peppe lo sa lo sà. Polimeni Giovanni:-fatti i cazzi tuoi. Polimeni Candeloro:-con lo zio Saverio abbiamo parlato l'altra volta. Polimeni Giovanni:-dello zio Peppe? ma tu gli devi dire che. Polimeni Candeloro:...incomprensibile...ma non per difendere lo zio Saverio gli ho detto io, ma i soldi a zio Saverio chi glieli deve dare?...incomprensibile....e allora? Incomprensibile...se avevamo dieci cantieri aperti, certo che ci volevano 1.000.000 al mese, il materiale non si paga, le piastrelle non vanno pagate, gli ho detto, e poi un'altra cosa gli ho detto "i soldi di via pallavicini che fine hanno fatto?...omissis....)

Anche per quanto concerne le attività lecite alle quali si dedica il POLIMENI è da rimarcare come egli risulti in società con MOSCATO Saverio; infatti POLIMENI Candeloro assieme al cognato SERGI Domenico, è socio accomandatario della Societa "Le Rose SAS di Sergi Domenico & C."423 A quest'ultima partecipano inoltre le società "Progetto 88 SRL" e la "MO-VI Immobiliare SRL", entrambi facenti capo a MOSCATO Saverio.

Dalla società "Le Rose SAS di Sergi Domenico & C.", che ha iniziato l'attività il 21.06.2008 ed ha quale ragione sociale la gestione di bar, caffè, locali da ballo, rivendita di generi di monopolio, ricevitoria di giochi e scommesse ed, dipende l'esercizio pubblico denominato "Gelateria Caffetteria delle Rose", ubicato sulla via Mezzera nr.50 del Comune di Seveso e gestito da POLIMENI Candeloro e dal cognato SERGI Domenico.


"TRIPODI Antonino"

TRIPODI Antonino, detto "Nino", inquadrato nel "gruppo criminale" facente capo a PIO Candeloro, è affiliato al Locale di Desio, egli è il "custode" dell'arsenale delle armi da fuoco e dell'esplosivo a disposizione della cosca.

Oltre che nipote del Capo Società PIO Candeloro (è coniugato con PIO Francesca, figlia di PIO Alfonso fratello di Candeloro), TRIPODI è legato da plurimi vincoli di parentela, intrecciati con alcuni soggetti di rilievo della cosca desiana o che, comunque, in passato ne hanno fatto parte rivestendo incarichi di prestigio.

Il TRIPODI, sostanzialmente, racchiude in se tutti quei requisiti fondamentali per assolvere l'insospettabile funzione di custode delle armi del sodalizio criminale:- è un soggetto incensurato e sino a quel momento completamente sconosciuto alle FF.PP. e conduce, inoltre, assieme al padre, un panificio in Seregno, espletando, quindi, un'attività lavorativa del tutto regolare. Tuttavia, continua a mantenere, con frequenza costante, una serie di contatti con numerosi affiliati al Locale di Desio, quali lo stesso PIO Candeloro, SGRO' Giuseppe, uomo di fiducia del PIO, SGRO'Eduardo Salvatore, fratello di Giuseppe ed i fratelli POLIMENI Giuseppe e Candeloro, quest'ultimo referente e portavoce ufficiale di MOSCATO Saverio.
TRIPODI Antonino per la gestione del deposito delle armi occultate nel box di Seregno di sua proprietà, si avvale di altro soggetto legato all'associazione mafiosa e si rapporta con il Capo Società del Locale di Desio, PIO Candeloro, con cui, evidentemente, ha già concordato un "modus operandi" da osservare per avvicinarsi con cautela "all'imbosco" delle armi; le procedure prevedono infatti, anche per lo stesso PIO, l'intervento di un primo contatto telefonico, seguito dall'apertura del cancello di accesso al box sotterraneo, da effettuare ovviamente in condizioni di "sicurezza", dopo aver verificato l'assenza in loco di presenze "estranee" o di appartenenti alle FF.PP.

Al riguardo, è particolarmente esplicativa la conversazione telefonica intrattenuta dalla stesso TRIPODI con PIO Candeloro:-"...omissis...Tripodi: (con timbro di voce basso, tremolante e ansimante) "...va bene, digli che c'e' questa, poi andiamo a vederla noi e parliamo noi..."PIO Candeloro:- ueh..terrone. Tripodi:- che fai? PIO Candeloro:- sto arrivando. Tripodi:- "e va be' arriva dentro che ti apro il cancello dai." PIO Candeloro:- tre minuti, quattro e sono li'....omissis..."

Alla procedura "standard" si attiene scrupolosamente ANDREANA Antonio, il giorno 23.02.2009 quando si reca presso il box del TRIPODI
(....omissis...ANDREANA:-NINO lo sai che stasera ci dobbiamo vedere ad una certa ora?"; TRIPODI:-"lo sò lo sò lo sò ci mancherebbe;.....omissis...)

"....omissis...ANDREANA:- ciao sei a casa?; TRIPODI:- sì; ANDREANA:- dai sto partendo adesso dal magazzino cinque minuti son da te; TRIPODI:- va bene ciao...omissis...",

I CC operanti osservano Andreana che rispettando i tempi concordati, lascia la macchina fuori ed entra nell'abitazione di Tripodi per uscirne subito dopo (è facilmente intuibile che ha ritirato nel frattempo il telecomando del cancello che gli servirà di li a poco ). Dopo qualche minuto Andreana fa ritorno questa volta seguito da un'altra autovettura con a bordo due soggetti, le due autovetture in colonna si avviano verso il box dove vengono bloccate dai CC che fanno irruzione all'interno del garage. All'inerno del box in questione vengono rinvenute armi da fuoco di notevoli potenzialità offensive, complete di munizionamento, e di esplosivi (si tratta di armi di grosso calibro, alcune addirittura alterate per aumentarne il potere lesivo - vds. fucile cal. 12 a canne mozze ed esplosivo TNT di fabbricazione e provenienza dei paesi dell'Est Europa corredati di relative micce a lenta combustione, vari tipi di detonatori ed inneschi, telecomandi e dispositivi a tempo) i CC, infine, arrestano in flagranza di reato lo stesso Andreana, MEDICI Giuseppe Antonio e CANIGLIA Diego Lorenzo.

Medici Giuseppe è risultato un importante affiliato al Locale di Mariano Comense nonchè persona di fiducia del Capo Locale MUSCATELLO Salvatore cl. 34, di cui è anche parente.432 Proprio la presenza del MEDICI nella circostanza, fa ritenere che era in atto uno scambio di armi da fuoco tra il Locale di Desio e quello di Mariano Comense.

L'intervento dei CC ed il sequestro della armi mette in allarme il gruppo criminale in particolare nel Capo Società PIO Candeloro, tanto che, trascorso qualche giorno dalla citata operazione, si accorda con i suoi uomini per vedersi presso l'attività commerciale gestita da TRIPODI Antonino.
Depongono in tal senso alcune conversazioni telefoniche, intervenute tra PIO
Candeloro ed il suo referente SGRO' Giuseppe, da cui si desume che i due si sono incontrati proprio presso il panificio di TRIPODI Antonino:-

(...omissis...Tonino (Pio Candeloro):-e dove sei? Giuseppe (Sgro Giuseppe):-qua al bar. Tonino:-eh! e ora arrivo dai Giuseppe:-ah, và bene. Tonino:-o vieni quà al centro? Giuseppe:-dove? Tonino:-al centro a Seregno. Giuseppe:-ah. e stò venendo dai. Tonino:-qua vicino a dove c'è il panificio di Nino. Giuseppe:-eh ci vediamo lì dai...omissis...)

(...omissis...Giuseppe: Pronto! Tonino: Dove sei? Giuseppe: Quà dove c'è Nino. omissis...)


Gruppi criminali inquadrati nel Locale di Desio

Fin qui si sono valutate le posizioni di coloro che possono considerarsi inseriti nel "gotha" del Locale di Desio. Per ognuno di loro sono emersi una serie imponente di elementi che possono essere valutati quasi in modo autonomo ma che inevitabilmente riconducono ad una funzione ben delineata e precisa svolta da ciascuno all'interno della consorteria mafiosa. In sostanza il possesso di "cariche" o di "doti", la partecipazione a summit di ‘ndrangheta con esponenti di elevato spessore della "societas sceleris", la commissione di reati a vantaggio del Locale, la conoscenza delle regole e l'osservanza dei dettami di ‘ndrangheta, l'attribuzione di specifici e stabili incarichi rappresentano tutte caratteristiche che in tutto o in parte connotano i personaggi sopra trattati.

Nel Locale di Desio, però, si è evidenziata la presenza di "due gruppi" alle dirette dipendenze di PIO Candeloro il primo e di PIO Domenico cl. 46 il secondo. Per gli appartenenti ai gruppi in questione è preferibile una trattazione unitaria in quanto le loro condotte criminali appaiono non scorporabili rispetto all'azione collettiva che le contraddistingue, contribuendo ciascuna a fornire più un'immagine del "gruppo" che del singolo individuo. Per alcuni dei componenti è certamente evidenziata una contiguità all'organizzazione ma non si è potuto rilevare una posizione costante e condotte che possano tranquillamente far ritenere una loro appartenenza al gruppo in questione. Per completezza della trattazione comunque si è preferito trattare unitariamente tutte le posizioni.


"Gruppo" PIO Candeloro

Del "gruppo criminale" riferibile al Capo Società del Locale di Desio PIO Candeloro, oltre ai fratelli SGRO' Giuseppe, SGRO' Eduardo Salvatore e TRIPODI Antonino, per i quali si è già riferito in precedenza, fanno altresì parte MANNA Domenico, SALATINO Giuseppe, DI PALMA Francesco, FOTI Bartolo, COTRONEO Vincenzo.
Costoro rappresentano il "braccio violento" del sodalizio e vengono mobilitati quando sorge la necessità di mostrare i "muscoli" oppure di fornire supporto materiale all'azione del Capo PIO Candeloro.

Un episodio che da piena contezza dello schema sopra delineato è indubbiamente quello, più volte menzionato, relativo al "sequestro a fini intimidatori" di MERONI Claudio, titolare di una ditta di autotrasporti, con il quale il PIO ha degli insoluti per pregresse prestazioni lavorative e che si è permesso di inviare alcuni albanesi alla ricerca di PIO Candeloro. Il MERONI, evidentemente, in un primo momento non si è reso conto della considerazione criminale di cui gode la famiglia "PIO" (...omissis...Claudio:-io adesso vengo giu' a prendere i soldi. Candeloro:-quali soldi...omissis...Claudio:-..omissis...quei soldi li' me li devi dare..omissis...) tanto che pensa sia sufficiente farsi proteggere da due albanesi (...omissis...Corrado (fratello di Meroni Claudio n.a.) da ragione a Candeloro....Candeloro gli chiede chi sono questi due albanesi che sono andati prima....omissis...)

Naturalmente la pronta reazione di PIO Candeloro non tarda a manifestarsi. Egli intraprende la direzione ed il coordinamento delle "operazioni" volte a rintracciare il MERONI, colpevole di averlo sfidato; all'azione partecipano, ovviamente, oltre agli uomini più fedeli del PIO, quali i fratelli SGRO' Giuseppe ed Eduardo Salvatore e POLIMENI Candeloro, anche altri componenti del "gruppo criminale" convocati per l'occorrenza. Nella circostanza ogni componente assume un ruolo specifico e ben definito sia nella fase di ricerca della vittima da "punire" che in quella esecutiva dell'azione violenta.

In particolare, per la fase di ricerca della vittima, PIO Candeloro si avvale dei sotto indicati soggetti:-

MANNA Domenico, detto "Mimmo", autotrasportatore con a carico condanne e precedenti di polizia per delitti contro la persona e reati vari441, il quale, attraverso una serie di telefonate, viene sollecitato dal PIO stesso a raggiungerlo lungo la strada:-

(...omissis...Candeloro con Manna Domenico. Candeloro: dice dove sei. Manna: dice non sono riuscito a venire oggi di la.Candeloro:-chiede se e' qui in giro. Manna:-risponde sono qua a Rozzano avevi bisogno? Candeloro:-ma fai tardi? Manna:-adesso sto venendo, mezz'ora arrivo. Candeloro:-allora ci vediamo al mio piazzale...omissis...)
(...omissis...Candeloro con Manna Domenico. Manna:-sono qua al campo. Candeloro:-ma hai incontrato qualche macchina? Manna:-si una Mercedes. Candeloro:-ma era da solo? Manna:-e non ho visto era buio. Candeloro:-aspetta li...omissis...)

(...omissis...Candeloro con Manna Domenico. Manna:-vieni dalla parte di dietro, non da Cesano dall'altra parte, c'e' quello scemo dei salotti qua. Candeloro:-ma lui da solo e'? Manna:-no e' con un altro...omissis...)
(...omissis...Candeloro chiama Mimmo Manna e gli dice di raggiungerlo da
Renato...omissis...)

SALATINO Giuseppe, autista di camion alle dipendenze di PIO Candeloro con a carico condanne e precedenti di polizia per delitti contro il patrimonio, al quale il PIO intima di attendere di attendere il suo arrivo:-

(...omissis...Candeloro con Giuseppe (SALATINO) autista, al quale dice di raggiungerlo al piazzale...omissis...)

(...omissis...Candeloro con Giuseppe autista. Giuseppe:-Tonino cosa e' successo, ci sono due albanesi qua che ti stanno cercando, dicono che gli hai rubato un camion. Candeloro:-va be sto' arrivando io ciao...omissis...)

(...omissis...Candeloro con Giuseppe. Questi gli dice che Murat sta andando da lui. Candeloro gli dice di aspettare che adesso arriva lui...omissis...)

Le ricerche del MERONI si protraggono sino al 7 Ottobre successivo, allorquando, caricato sull'autovettura condotta da POLIMENI Candeloro, diviene oggetto di pesanti minacce e percosse ad opera di PIO Candeloro; in tale circostanza, MERONI Claudio "responsabile " di aver osato sfidare PIO Candeloro, versa in condizioni di vero e proprio terrore, temendo ad un certo punto di non riuscire a tornare a casa vivo:- "...omissis...io mi devo scu...Tonino (PIO CANDELORO) io ho sbagliato, lo so che mi fai andare a casa o no? Pio Candeloro:-tu vai a casa, ci mancherebbe Meroni Claudio:-Tonino (Pio Candeloro) io non so come scusarmi. Pio Candeloro:-pensavi di farmi paura Claudio! Meroni Claudio:-io no, ma non scherzare Tonino (Pio Candeloro), come faccio a farti le paure a te...omissis..."

Nelle fasi culminanti la "spedizione punitiva", oltre naturalmente ai citati PIO Candeloro, promotore e coordinatore della stessa e POLIMENI Candeloro, autista del veicolo ove la vittima viene caricata, concorrono attivamente con il compito di fornire "copertura" a protezione dell'intervento del loro capo il citato SALATINO Giuseppe, nonché:-

DI PALMA Francesco, detto "Franco" già autotrasportatore alle dipendenze di una società di trasporti su gomma, attualmente disoccupato, con a carico condanne e precedenti di polizia per delitti contro il patrimonio;

FOTI Bartolo, già dipendente di un'impresa di costruzioni edili, attualmente disoccupato, anch'egli gravato da condanne e precedenti di polizia in materia di delitti contro il patrimonio e la persona;

COTRONEO Vincenzo, nipote di FOTI Bartolo, ex dipendente solo per brevi saltuari periodi di alcune società cooperative di facchinaggio, ma tuttavia utilizzatore di varie autovetture di lusso e di grossa cilindrata.

A definire il ruolo ricoperto da ciascuno dei compartecipi all'azione criminosa soccorrono una serie di conversazioni, intercettate durante le fasi della vicenda in esame.

Per quanto concerne la posizione di DI PALMA Francesco una conversazione intrattenuta con lo stesso PIO Candeloro, oltre che evidenziare l'assoluta aderenza del primo ai desideri del capo, appalesa perfino la disponibilità di armi da fuoco da parte del "gruppo" di PIO Candeloro:- (...omissis...Franco:-ieri sera non mi rispondeva per niente neanche il fratello, avevo l'appuntamento dovevo caricare un bilico, ma non mi risponde, ieri sera l'avrò chiamato cinquecento volte, si sono imboscati si sono messi paura si sono cacati sotto...omissis...Candeloro: parola d'onore che lo attacco dietro la macchina. Franco:almeno che non lo ammazzo prima io di te, lo sai che te lo faccio, io la scusa c'e' l'ho. Era ubriaco, erano in tre. Sono di Cabiate, non calabresi, siciliani, sono pisciaturi. Hai capito' vuoi che lo ammazzo prima che sale nella mia macchina? Candeloro:-no gli dici devi venire con me che parliamo un attimino. Franco:-io ti faccio uno squillo e ti dico che c'e' lo dietro con me. La strada che faccio io sai qual'e' imbocco la Milano-Meda e vengo a Cesano Maderno. Candeloro:-va be' mi chiami Franco, Pasquale Ciccio e mi dici ci vediamo. Lo devo combinare, ho giurato sul bambino che deve nascere...omissis...Candeloro:-e vai a vedere. Franco:-e se e' carico di Rumeni, non mi avvicino neanche, se no' mi fanno la festa a me da solo. Candeloro:-e glielo dico io ai rumeni. Franco:-e erano in dodici e sei arrivato da solo cosi. Devo andare accavallato per dodici persone. Candeloro:-ricordati che il numero uno non perdona a nessuno...omissis...)

Risultano ancora più chiari i contenuti delle conversazioni telefoniche successivamente intervenute tra PIO Candeloro e DI PALMA Francesco, ove si evince in maniera netta il "ruolo" assolto da quest'ultimo durante tutto il periodo occorso per l'azione punitiva; il DI PALMA è addetto, infatti, ad una costante osservazione ed al monitoraggio continuo degli spostamenti del MERONI, con il compito di segnalarli a PIO Candeloro, prima dell'inizio della esecuzione intimidatoria:- (...omissis...Candeloro:-ma stai arrivando o no? Franco:-stiamo arrivando. Candeloro:-eh? Franco:-stanno arrivando. Candeloro:-ma ancora li e'? Franco:- eh? Candeloro:-ancora li' e'? Franco:-no, no e' partito, al magazzino e'? al magazzino al disco Italia si, la stanno venendo, ti dico la macchina, (si rivolge a qualcuno vicino a lui) che macchina ha, che macchina e' che sono andati, che macchina e' (voce femminile che dice "una Peugeout") una Peugeout una Ford, o una Pegeout o una Ford. Candeloro:-va buo. Franco:-vedi che arrivano su in due sono. Candeloro:-ciao. Franco:-c'e' il ragazzo che l'ha accompagnato e lui, ok?...omissis...)

Nella fase finale il DI PALMA è addetto a specifiche attività di avvistamento, volte anche a "bonificare" l'area interessata dall'azione criminale ed a rimuovere eventuali "ostacoli"(...omissis...Candeloro con Di Palma Francesco (foggiano). Candeloro:- ma dove sei? Franco:-ero rimasto qua e' controllavo che era tutto apposto che non si muoveva nessuno. Candeloro:-ascoltami un attimo digli di andare a prenderselo davanti al disco italia. Franco:-l'hanno investito? Candeloro:-ancora, ti sto' dicendo di andare a prenderlo davanti al disco italia, l'hanno lasciato a piedi...omissis...)

Una volta effettuata la ritorsione, DI PALMA viene incaricato di curare MERONI Claudio che si trova in condizioni fisiche precarie, fintanto che il fratello vada a recuperarlo, evidentemente per evitare che il predetto possa rivolgersi alle Forze dell'Ordine (...omissis... Candeloro:-ma se lo prendono o no. Franco:-e viene il fratello a prenderlo. Tu l'hai lasciato al disco Italia. Candeloro:-si l'hanno lasciato li'. Franco:-sta arrivando il fratello...omissis..."

A conferma del costante controllo a cui è sottoposto il MERONI dopo il "trattamento" subito, depone un dialogo intervenuto in quel frangente tra PIO Candeloro e DI PALMA Francesco ,allorché quest'ultimo informa il PIO sulle pessime condizioni fisiche in cui versa il MERONI che porta i segni visibili del pestaggio e mostra orgoglio e vanto per l'azione appena conclusa manifestando il suo senso di appartenenza al gruppo criminale (...omissis...Franco:-non parla. Candeloro: eh? Franco: non parla. Candeloro:-non parla? Franco:-no, cià la voce secca.. cià la gola, che gli fa male la gola, sè seccata la voce, ha la voce seccata. Candeloro: anche la voce ha seccata? Franco:-eh non riesce più a parlare ci vuole un po' di tempo è rimasto un po', ha detto che l'emozione è stata forte. Candeloro:-si! Franco:-si. Candeloro:-cornuto e sbirro, mi dispiace che mi sono fatto male a un dito io guarda! Franco:-eh è stata già una persona troppo brava dai è stata una persona..va bene così..come al solito abbiamo dimostrato che siamo persone a posto. Candeloro:-ma gli altri due, dove sono andati a finire? che sono scappati. Franco:-ma uno era correva per due ma era uno. Candeloro:-erano due. Franco:-uno. Candeloro:-ascolta guarda che sono andato io a prenderlo davanti a disco Italia...omissis...Franco:-infatti gli ho detto al ciccione non scendere dalla macchina perchè se no, devi pagare anche te al bar eh ti conviene stare in macchina così non paghi niente no no no non scendo vi accompagno solamente se no lo accompagno io..però gli ho detto come siete stati coraggiosi ad andare lì andate tutti e due! perchè anche lui c'era. Candeloro:-chi? Franco:-il ciccione...omissis...)

Il controllo sulle reazioni della vittima si estende ben oltre l'immediata conclusione del pestaggio in quanto SALATINO Giuseppe, già intervenuto nelle fasi di ricerca, probabilmente sfruttando il fatto di essere autista di camion alle dipendenze del PIO si reca presso il deposito del MERONI confermando al PIO la condizione di soggezione psichica e fisica che continua ad attraversare il predetto:- (...omissis...Giuseppe:-e stanno caricando in camion Tonino (NDR PIO CANDELORO), ma dove sei lì tu al bar sei?Pio Candeloro:-no sono qua a casa. Giuseppe:-ci vadiamo dopo. Pio Candeloro:-ma che ti ha detto. Giuseppe:-non mi ha detto a ancora, niente zero. Pio Candeloro:-sono quattro consegne? Giuseppe:- io gli ho detto quattro consegne, lui mi ha detto di si adesso quattro consegne. Pio Candeloro:-come lo hai visto,come lo hai visto? Giuseppe:-tutto conciato, spaccato, come mai? (NDR QUESTO LO DICE MENTTRE RIDE) è tutto pieno di lividi in faccia. Pio Candeloro:-ma lo hai visto bene? Giuseppe:-si, si. Pio Candeloro:-che dice che dice. Giuseppe:-adesso è in ufficio, quando ha finito vado in ufficio con Corrado, adesso è arrivato Corrado...omissis...)

(...omissis...Pio Candeloro:-mm. Giuseppe:-lui è tutto gonfio. Pio Candeloro:-eh? Giuseppe:-è gonfio lui Tonì (NDR PIO CANDELORO). Pio Candeloro:-mm. Giuseppe:-allora gliele hai date quattro mazzate, regolari allora? Pio Candeloro:- RIDE. Giuseppe:-RIDE. Pio Candeloro:-va bene, hai caricato tu? Giuseppe:-si, adesso sto andando nel piazzale, poi vado a casa. Pio Candeloro:-ci vediamo nel piazzale dai. Giuseppe:-va bene ciao...omissis...)

FOTI Bartolo, ha preso parte alla vicenda di cui trattasi ed anzi si lamenta con PIO del profilo basso che gli è stato assegnato non essendogli stato consentito anche a lui di pestare il MERONI:- (...omissis...PIO CANDELORO:-Com'è.FOTI BARTOLO:-Vi ho telefonato il dito vi si è alleviato o no? PIO CANDELORO:-Ma che alleviato, parola d'onore mi sa che me lo sono rotto questo dito. FOTI BARTOLO:-(ride). PIO CANDELORO:-Ce l'ho nero. Ridi si. FOTI BARTOLO:-(ride) mi fai morire parola d'onore. PIO CANDELORO:-Ridi ridi. FOTI BARTOLO:-(ride) Mannaggia la madosca, sembravate un pugile. PIO CANDELORO:-Ah? FOTI BARTOLO:-Siete un pugile. PIO CANDELORO:-Ma quale pugile, non ce la faccio più a picchiare io. Mi devo mettere un pezzo di legno in macchina, chi cazzo mi chiama a fare tutta questa fatica. FOTI BARTOLO:-Allora allora ma ti si è gonfiato il dito? PIO CANDELORO:-Parola d'onore che non riesco a muoverlo. FOTI BARTOLO:-Te lo sei slogato, per questo. PIO CANDELORO:-Domani mattina devo andare a vedere che cazzo parola d'onore, ce l'ho nero (inc.) FOTI BARTOLO:-Ma lo muovi? PIO CANDELORO:-No non lo posso piegare. FOTI BARTOLO:-Non lo puoi muovere? PIO CANDELORO:-Non lo posso piegare. FOTI BARTOLO:-Ma non è che te lo sei rotto? PIO CANDELORO:-Mi sa di si, perchè è nero. FOTI BARTOLO:-Nero nero è? PIO CANDELORO:-Allora. FOTI BARTOLO:-A mannaggia la madoi apposto? PIO CANDELORO:-Ma ha chiamato stasera, gli ho mandato il camion a caricare, di nuovo. FOTI BARTOLO:-Eh. PIO CANDELORO:-Si. FOTI BARTOLO:-Ah, ti ha chiamato? PIO CANDELORO:-Si mi ha chiamato cinquanta volte oggi. FOTI BARTOLO:-E cosa ti ha detto questo bastardo. PIO CANDELORO:-Eh...poi ti dico...ha voluto il camion per caricarlo per forza. FOTI BARTOLO:-Mh... e va bene dai. Vi ho chiamato per vedere cosa fa il dito, se si è fatto male o no (ride). PIO CANDELORO:-(ride) divertiti anche tu, divertiti (ride)...qua ti fanno, parola d'onore, il sangue fartelo salire al cervello, per davvero guarda. FOTI BARTOLO:- Non hai voluto che lo prendessi io (ride). PIO CANDELORO:-E ma non l'hai visto lì, che non ne valeva neanche la pena. FOTI BARTOLO:-Glieli volevo dare, con quel nervosismo che avevo. Di dargli due botte e stenderlo a terra. PIO CANDELORO:-Poi mi ha chiamato quello la stasera. FOTI BARTOLO:-Eh. PIO CANDELORO:-Si onestamente gli avevo detto che sarei passato verso le cinque e mezza, poi non ho fatto in tempo a passare e adesso vado domani mattina per vedere cosa vuole. FOTI BARTOLO:-Va bene dai. PIO CANDELORO:-Ci vediamo domani mattina se sei qua in giro dai...omissis...)

E' sempre una conversazione intercorsa tra PIO Candeloro e COTRONEO Vincenzo, nipote di FOTI Bartolo, che dimostra come anche quest'ultimo abbia avuto un compito da svolgere durante l'azione criminale, tanto che si è dimenticato il giubbotto nel piazzale:- (...omissis...COTRONEO VINCENZO:-Ciao bello mio. PIO CANDELORO:-Mi avevi chiamato Cecè? COTRONEO VINCENZO:-Candi, mi sa che mi sono dimenticato il giubbotto al piazzale, lo prendi tu e me lo metti in macchina, lì appeso è, nel coso. PIO CANDELORO:-Si, poi lo prendo io. COTRONEO VINCENZO:-Mh. PIO CANDELORO:-Non riesco a muovere la mano (bestemmia). COTRONEO VINCENZO:-Ah? PIO CANDELORO:-Non riesco a muovere la mano. COTRONEO VINCENZO:-Eh, lo so, perchè io vi siete fatto male, vi ho visto, Ma non fa niente, vi passerà. PIO CANDELORO:-Passa questa? COTRONEO VINCENZO:-Si..passa tutto, a noi passano tutte le cose. PIO CANDELORO:-(ride). COTRONEO VINCENZO:- (ride). PIO CANDELORO:- (bestemmia) andiamo per fare male e ci facciamo male, Vincenzo, com'è questo fatto. COTRONEO VINCENZO:-(bestemmia) questi bastardi, si devono assodare la testa (tradotto letteralmente dal dialetto calabrese = questi bastardi si devono rassegnare ndr.). PIO CANDELORO:-(ride) va bene dai...omissis...)

Orbene l'episodio sopra narrato è paradigmatico circa la coesione del gruppo che lo ha posto in essere ma soprattutto denota come la preparazione e l'esecuzione presuppone non la presenza occasionale di persone chiamate "una tantum" a svolgere un ruolo quanto piuttosto la mobilitazione di un sodalizio che ha la consapevolezza di agire agli ordini di un capo e nell'interesse di una organizzazione criminale ogni qualvolta occorra intraprendere operazioni simili.

Peraltro alcuni dei compartecipi al fatto criminoso sono anche protagonisti di altri comportamenti sintomatici della loro appartenenza alla cosca.

MANNA Domenico accompagna PIO Candeloro in Calabria, ove il Capo Società del locale desiano ha la possibilità di intrattenere contatti con la cosca di Melito Porto Salvo, anche mediante il fratello PIO Domenico cl. 66, per venire a conoscenza di dinamiche che al momento riguardano quella cosca. In tale contesto PIO Candeloro giunge ad avere anche contatti diretti con IAMONTE Remingo, detto "u pirriciddu" (il piccolino) figlio di IAMONTE Natale cl. 1927.

MANNA partecipa all'incontro del 07.03.2009, indetto ed organizzato dal Capo Società PIO Candeloro, svoltosi presso il ristorante "Garibaldi 24" di Desio, al quale vengono convocati anche SGRO' Giuseppe, LAGANA' Giuseppe, PENSABENE Giuseppe, l'imprenditore edile desiano ANTONICI Giovanni Paolo nonché NICOLO' Carmelo, FARINA Antonio.

Prende parte inoltre al "summit" del 27.06.2009, tenutosi presso il ristorante "BRAAI" di Giussano, organizzato da PIO Candeloro in occasione di un raduno di TIR; a tale evento partecipano anche SGRÒ Giuseppe, uomo di fiducia del predetto PIO, PENSABENE Giuseppe, l'imprenditore ANTONICI Giovanni Paolo, CURATOLA Pasquale, autotrasportatore vicino allo stesso sodalizio, nonché NICOLO' Carmelo e MINNITI Giuseppe, soggetto quest'ultimo affiliato al Locale di Desio, ma organicamente inserito nel "gruppo delinquenziale" riferibile a PIO Domenico cl. 46, dei quali comunque si è già riferito nei capitoli loro dedicati.

MANNA Domenico è partecipe delle scelte strategiche che il sodalizio criminale intende adottare anche in campo economico mediante l'intimidazione mafiosa; egli condivide i mezzi di persuasione che alimentano la fama criminale della cosca desiana e favoriscono l'espansione della stessa nel settore degli autotrasporti. In tale contesto è significativa una conversazione ambientale, intervenuta tra MANNA Domenico e PIO Candeloro, nella quale quest'ultimo, parlando di una persona che non è stato possibile identificare, rimarca il fatto che tutto il gasolio destinato al settore degli autotrasporti della zona deve passare sotto il suo controllo. (...omissis...PIO CANDELORO:-No. Io gli ho detto, tu gasolio non ne porti da nessuna parte tutto quello che c'è me lo prendo io, gli ho detto, tu qua nelle zone gasolio non ne porti. Lui mi fa, ma cos'è un imponimento? Si è un imponimeto, se parli così, domandagli a Peppe, Giuseppe Sgrò. MANNA DOMENICO:-Hai fatto bene a fare così, mi sei piaciuto, che lui voleva fare. PIO CANDELORO:-Dice, io non ho niente con Carmelo, cosè un imponimeto? Dimmi perchè non glielo devo portare? Te lo devo dire a te, gli ho detto, vuol dire che non se lo merita, va bene, poi se glielo vuoi portare, fammi vedere il mezzo lì e poi vedi come vengo e ti brucio il camion, domandagli a Peppe. Gli ho detto, se fino all'inverno vai bene, tutto il gasolio che hai nelle mani deve passare prima dalle mie mani, se no tu quà ai miei paesani non gli dai niente a nessuno. ...omissis...PIO CANDELORO:-E' diventato una pecora, minchia alle 10:30 giovedì, anzi me lo doveva portare venerdì, poi oggi, poi oggi era festa ed è venuto ieri. MANNA DOMENICO:-Adesso vedrai come si comporta. PIO CANDELORO: Ha detto che domani viene per l'aperitivo con sua moglie...omissis...PIO CANDELORO:-Eh, lo castighiamo se non lo fa. MANNA DOMENICO: "Adesso vediamo come si comporta, vedrai...omissis...)

Il MANNA concorre inoltre nella commissione di altri "reati fine" dell'associazione mafiosa, come racconta SGRO Giuseppe a "Checco" (SOLDATO Francesco) riferendosi ad un episodio in cui lui ed il MANNA armati di pistola, vanno a minacciare una persona al fine di riscuotere del denaro:- (...omissis...GIUSEPPE:- Novità...sabato mi sono sparato con uno. CHECCO:-Si. si. GIUSEPPE:-Mi stavo sparando con uno. CHECCO:-Davvero? GIUSEPPE:- ...incomprensibile...con la pistola di dietro...CHECCO:-Eh! Davvero? GIUSEPPE:-Dovevi vedere Mimmo Manna tu...CHECCO:-C'era anche lui? GIUSEPPE:-Si...minchia è partito dalla macchina...incomprensibile...alla macchina di questo quà...praticamente è il socio del Nando no! CHECCO:- ...ride...Sei un balordo tu! GIUSEPPE:-il bastardo...incomprensibile...lì a lavorare questo quà...incomprensibile...del signore...allora...incomprensibile...e suo nipote il nipote di Nando non un suo amico non ho paura di te! Ti ammazzo gli ho detto dammi i soldi...incomprensibile...guarda che se non...incomprensibile...ti ammazzo quà perché stò andando in galera per te miserabile e c'era un altro, c'era un altro con lui un signore sui 40 anni un altro siciliano faceva tutto lui cioè stava da fuori e guardava la situazione, non è che è intervenuto no. Diceva "aggiustatevi". Si vedeva che era una persona per bene però no!...incomprensibile...abbiamo finito. Gli ho detto "ti butto...incomprensibile"...ma sai come l'ho trattato di merda...Mimmo poi l'ha messo...incomprensibile...Minchia ma io non lo facevo a Mimmo così......omissis...)

DI PALMA Franceso, oltre alle condotte sopra rappresentate, dalle quali comunque già si evince chiaramente la sua appartenenza alla struttura mafiosa, si rende anche autore di "reati fine" dell'associazione; infatti unitamente a SGRO' Giuseppe, GUARNACCIA Antonino, MARRONE Natale, concorre nella ricettazione, diretta ed organizzata da PIO Candeloro, di un semi-rimorchio (carico di vari componenti elettronici industriali per un valore di oltre centomila euro) facente parte di un TIR, rubato qualche giorno prima in Settimo Milanese.

FOTI Bartolo, è un altro affiliato importante sul quale il Capo Società PIO Candeloro ripone una certa fiducia, al punto tale da demandargli il compito di diramare, agli altri associati, la disposizione tassativa che nessuno dovrà permettersi di intraprendere iniziative di azioni violente o intimidatorie o di utilizzare il nome del Capo Società, senza l'autorizzazione dello stesso PIO. In tale senso depone la conversazione ambientale intrattenuta dallo stesso FOTI Bartolo con PIO Candeloro (...omissis...FOTI BARTOLO:-No, ma troppo bordello, ma per me io non ho problemi, in nessun senso della vita, perchè, quello che tu ancora non hai capito, i problemi solo una persona li può avere, dietro tutto questo, a me cosa mi devono fare, se quello (incomprensibile) caricano su di te. PIO CANDELORO:-Ma quello che dico io, anche questo cazzo di Giovanni, cioè voglio dire, ha picchiato Compare Nato, parola d'onore...omissis...FOTI BARTOLO:-Giustamente Candeloro. PIO CANDELORO:-Bartolo, ti ho detto che lo hanno fatto, vedi che il mio nome è uscito apposta FOTI BARTOLO:-Il tuo nome lo hanno fatto...omissis...PIO CANDELORO:-Questo Giovanni gli dovete dire che deve stare al suo posto. FOTI BARTOLO:-L'ho fatto adesso, proprio ora sono uscito da casa sua, oggi. PIO CANDELORO:-Se ha un problema, ma qual'è il problema, te lo dice a te, ...omissis...PIO CANDELORO:-Lui non deve fare altro che dirlo, lui qualsiasi problema che ha, non deve andare. FOTI BARTOLO:-Ma lui lo sa. PIO CANDELORO:-Ne da Ignazio, ne da Pasquale, che se gli deve dare due schiaffi ad uno, vengo anch'io che invece di quattro gliene buttiamo sei...omissis...PIO CANDELORO:-Tanto è vero che gliel'ho dovuta girare, Bartolo, gli ho detto che se eventualmente ti domanda, sei parente o cose, gli devi dire che è mezzo parente con mio zio, digli qualche cosa, vedi sempre per coprire la situazione, hai capito, se no mi dicono: quà camminano tutti con il tuo nome e poi l'ultimo che mi ha chiamato mi ha detto "vedi che quì, chi è parente tuo, chi è cugino tuo, intanto le cose succedono mi ha detto" FOTI BARTOLO:-Sul bene delle famiglie che io non ne sapevo niente...omissis...PIO CANDELORO:-Ma magari non è vero neanche che Giovanni è andato da questo a bruciargli la macchina...omissis...PIO CANDELORO:-Domandagli, ma tu sei andato con qualche amico tuo, a picchiare qualcuno a Desio e gli avete incendiato la macchina, gli devi dire...omissis...)
In un'altra circostanza pregressa, ascrivibile al periodo in cui MARRONE Ignazio è vittima delle attenzioni di carattere estorsivo472 ad opera di PIO Candeloro, in previsione dell'appuntamento concordato tra questi ultimi, FOTI Bartolo, anticipando l'entrata in azione del suo capo, come se dovesse allestire dei preparativi o creare le necessarie premesse, incontra personalmente la vittima, con la quale si intrattiene presso un ristorante di Desio.

In tale contesto si collocano due conversazioni telefoniche intrattenute da FOTI Bartolo e MARRONE Ignazio, intervenute poco prima del loro incontro. (...omissis...FOTI Bartolo chiama MARRONE Ignazio e gli chiede se e' aperto; Ignazio gli risponde di si e si accordano per vedersi dalla zia per pranzo...omissis...) (...omissis...Ignazio gli dice che sta per arrivare...omissis...)

I rapporti intercorrenti infine tra COTRONEO Vincenzo ed appartenenti all'associazione mafiosa non possono ritenersi del tutto occasionali o riconducibili esclusivamente alla sua partecipazione all'episodio criminale in danno di MERONI Claudio.

COTRONEO Vincenzo, nipote di FOTI Bartolo, mantiene contatti confidenziali e costanti con affiliati di spessore del Locale di Desio, quali stesso PIO Candeloro, come sopra accennato, e POLIMENI Candeloro.

In tal senso si colloca la conversazione telefonica intrattenuta con POLIMENI Candeloro, nipote e referente di fiducia di MOSCATO Saverio, nella quale il POLIMENI gli partecipa che ha rilevato un bar ed una gelateria, che gestisce assieme al fratello POLIMENI Giuseppe ed al cognato SERGI Domenico (cognato Mico) (...omissis...POLIMENI Candeloro chiama COTRONEO Vincenzo. Vincenzo dice di aver saputo che hanno preso il bar e non gli ha offerto nulla. Candeloro dice di aver preso due locali, un bar gelateria ed un altro bar...omissis...Vincenzo:-ti sei preso il bar e neanche mi ha detto di venire a bere qualcosa Candeloro: eh. Vincenzo: vengo e mi offri qualcosa. Candeloro:-ma quando? ah. ah. Ma ancora non c'è, quando diventa nostro che facciamo l'atto e già nostro però dobbiamo fare solo l'atto. Vincenzo:-ah. Candeloro:-ne ho presi due. Vincenzo:-ah bravo. Candeloro:-la gelateria con il bar e l'altro. Vincenzo:-e ti lamenti sempre ti lamenti...omissis...Vincenzo: ah va bene dai..speriamo che lavora bene no ? è bello il bar? Candeloro: si si.Vincenzo: ma dov'è? Candeloro: quello là lo gestisce mio fratello Giuseppe. Vincenzo: ah. Candeloro: quello che lavora a...Vincenzo: e tu? Candeloro: ah io...mio cognato Mico (SERGI Domenico) lavora da quell'altra parte...omissis..."
POLIMENI Candeloro, infatti assieme al cognato SERGI Domenico, è socio accomandatario della Societa "Le Rose SAS di Sergi Domenico & C."

A quest'ultima partecipano inoltre le società "Progetto 88 SRL" e la "MO-VI Immobiliare SRL", entrambi facenti capo a MOSCATO Saverio.

Dalla società "Le Rose SAS di Sergi Domenico & C.", che ha iniziato l'attività il 21.06.2008 ed ha quale ragione sociale la gestione di bar, dipende l'esercizio pubblico denominato "Gelateria Caffetteria delle Rose", ubicato sulla via Mezzera nr.50 del Comune di Seveso e gestito da POLIMENI Candeloro e dal cognato SERGI Domenico.
POLIMENI Giuseppe invece gestisce il "Bar Cristal" di Viale della Repubblica nr. 27 di Seveso, locale inquadrato nella società "G.A.M. Ristorazioni SRL", della quale lo stesso POLIMENI Giuseppe è socio. Della G.A.M. ristorazioni, che ha iniziato l'attività il 02.12.2008, sono soci anche la "Progetto 88 S.R.L." e la "MO-VI IMMOBILIARE S.R.L.", società entrambi riconducibili a MOSCATO Saverio, mentre la moglie di quest'ultimo, FAMILIARI Antonina, è l'amministratore unico della citata G.A.M.

Il COTRONEO gode della piena fiducia del Capo Società PIO Candeloro, tanto che questi, per un certo periodo, gli ha permesso di usare l'autovettura Mercedes CLS in quel momento nella sua disponibilità; tale circostanza è rilevabile da alcune intercettazioni ambientali intervenute alla fine del mese di Luglio 2009, periodo in cui il veicolo era a completa disposizione di COTRONEO Vincenzo.

PENSABENE Giuseppe, detto "Pino", amministratore unico di una società di autotrasporti (peraltro di prorpietà di FARINA Antonio), con a carico numerosi precedenti di polizia per reati di natura associativa sia di stampo mafioso che in materia di traffico di sostanze stupefacenti, delitti contro il patrimonio ed altro, come accennato in premessa, è uno dei personaggi contigui al gruppo di PIO Candeloro.

Egli partecipa al "summit"del 07.03.2009, indetto ed organizzato dal Capo Società PIO Candeloro, tenutosi presso il ristorante "Garibaldi 24" di Desio, al quale vengono convocati anche SGRO' Giuseppe, MANNA Domenico, LAGANA' Giuseppe, l'imprenditore edile desiano ANTONICI Giovanni Paolo e FARINA Antonio e NICOLO' Carmelo.

Interviene altresì al "summit" del 27.06.2009, tenutosi presso il ristorante "BRAAI" di Giussano; all'evento, indetto da PIO Candeloro in occasione di una sorta di raduno di TIR, partecipano anche SGRÒ Giuseppe, uomo di fiducia del predetto PIO, MANNA Domenico, tutti inquadrati nel "gruppo" del Capo Società, nonché NICOLO' Carmelo e MINNITI Giuseppe, quest'ultimo affiliato al Locale di Desio, ma organicamente inserito nel "gruppo delinquenziale" riferibile a PIO Domenico cl. 46, dei quali comunque si è già riferito nei rispettivi capitoli e l'imprenditore edile ANTONICI Giovanni Paolo e CURATOLA Pasquale, autotrasportatore.

PENSABENE Giuseppe, personaggio che in piu' di un'occasione ha mostrato di conoscere le dinamiche rigardanti il "gruppo" posto alle dipendenze di PIO Candeloro, ma per il quale non sono emerse allo stato condotte riconducibili ad un'appartenenza al sodalizio mafioso.

Peraltro CAMMARA Giuseppe, anch'egli dimostrando di avere una certa competenza e conoscenza della struttura mafiosa, dei meccanismi che la contraddistinguono e degli incarichi gerarchici esistenti al suo interno, chiede esplicitamente al Capo Società PIO Candeloro un suo preciso intervento al fine di "richiamare" PENSABENE Giuseppe. Quest'ultimo è in possesso di un assegno, originariamente predisposto dal CAMMARA, pero' successivamente alterato da tale Nino n.i. nella cifra rispetto a quella, di gran lunga inferiore, appostavi dal CAMMARA stesso; è chiaro che qualsiasi tentativo, da parte del PENSABENE, di porre all'incasso l'assegno in questione, esporrebbe CAMMARA Giuseppe a gravi rischi e conseguenze. Ed ecco allora che CAMMARA, consapevole del fatto che PENSABENE Giuseppe è un uomo di PIO Candeloro, si rivolge a quest'ultimo affinchè intervenga richiamando il PENSABENE. (...omissis...Franco:-adesso sono in ufficio a Giussano non posso uscire, esco alle tre meno venti e ci vediamo da te. Candeloro:-ma questo cazzo di NINO lo vuoi chiamare. Franco:-e non sai cosa mi ha combinato, apposta devo parlare con te, se no' e' un bordello. Un assegno ci fece firmare un assegno per Pino PENSABENE, di 21.000 euro, adesso se non lo richiama addio io sono nella merda. Perche' io ho dato un assegno di 1000 euro. Glie l'hanno fatto correggere e ci fecero scrivere 21.000 euro. Candeloro:-e come hanno fatto a correggerlo. Franco:-gli hanno messo il 2 davanti e io non ho scritto la cifra sotto, tipo mille euro. Pertanto bisogno chiamare a Pino Pensabene. Candeloro:-dici e ma deve andare anche Nino...omissis...)

Lo stesso PENSABENE intrattiene rapporti diretti con PIO Candeloro come è desumibile da una conversazione ambientale intercorsa tra i due, nella quale, il primo, apprese dalla narrazione del PIO, i dettagli riguardanti l'episodio del sequestro di MERONI Claudio, condivide assolutamente la scelta dell'azione repressiva adottata dal PIO. PENSABENE, riconoscendo che la manifestazione della forza intimidatrice sia indispensabile per incrementare la fama del sodalizio mafioso sul territorio e mantenere la supremazia su certi soggetti restii a sottostare ai voleri della cosca, approva pienamente la "punizione" esemplare inflitta al MERONI, ritenendola "giusta", dato che costui ha osato opporre resistenza a PIO Candeloro. (...omissis...Pio Candeloro:-Non centriamo niente non centriamo niente, siccome mi volevo caricare pure loro no, lo carico dai capelli sopra la macchina, COMPARE PINO, lo porto al parcheggio (NDR DEPOSITO CAMION IN USO A PIO CANDELORO) eravamo qualche otto nove persone, parola d'onore quante gliene ho date...omissis...Pio Candeloro:-all'ultimo Compare Pino, quando non ce l'ho fatta più, c'era Bartolo Foti, cerano tutti, c'era Salvatore (NDR SGRO' EDUARDO SALVATORE) il fratello di Peppe (NDR SGRO' GIUSEPPE), eravamo la una decina, ve lo giuro Compare Pino, alla fine non ce la facevo più, si volevano avvicinare pure loro, ma gli ho detto di no, di non avvicinarsi perchè era una cosa che mi dovevo sbrigare alla fine Compare Pino lo prendo dai capelli, lo porto nella ditta...SCENDONO DALL'AUTO E SI ALLONTANANO...omissis...) poi rientrano in autovettura e continuano la conversazione:- (...omissis...Compare Pino:-hai fatto bene, se li meritava, hai fatto bene, se li meritava. Pio Candeloro:-poi la mattina, "Tonino vedi che ieri sera c'erano tre che ti cercavano, più sono venuti là dove ho il parcheggio." Compare Pino:-io non lo conosco. Pio Candeloro:-poi si è messo a piangere. Compare Pino:-per 2400,00 euro, viene al parcheggio. Pio Candeloro:-diceva, vieni quà. Si ma avanzavo i soldi io Compare Pino, allora perchè? (bestemmia) tutti fuori di testa sono le persone. Compare Pino:-Vabbè, avanzavi tu 8.000,00 euro e lui per 2.400,00 euro ha fatto tutto questo manicomio. Pio Candeloro:-L'ho chiamato stamattina e gli ho detto: prepara l'assegno. Entro il pomeriggio voglio i conti con le fatture dei viaggi e la prima fattura che torna dietro vengo li e ti scasso, ti taglio la testa gli ho detto, addirittura mi chiama e mi dice che mi faceva la tessera per il gasolio, per quel camion là che. Compare Pino:-almeno paga la scostumatezza, per queste cose. Pio Candeloro:-la prima volta che mi chiami per la rata di quel camion lì e tu non mi paghi le fatture, gli ho detto, "vegnu ca cu nu escavatore, fazzu na fossa e ti jettu d'inntru" (NDR TRADOTTO: vengo qua con un escavatore faccio una buca e ti metto dentro) poi pomeriggio è andato Giuseppe (NDR SALATINO Giuseppe AUTISTA PIO CANDELORO) a caricare, non riusciva nemmeno a parlare, infatti mi ha chiamato e Giuseppe mi ha detto:-"come cazzo lo hai combinato a questo qua". Compare Pino:-hai fatto bene omissis...)

Per i personaggi che seguono vale lo stesso ragionamento fatto con riguardo a PENSABENE Giuseppe circa carenza di condotte rientranti nella partecipazione all'associazione criminale, permanendo invece una contiguità con il gruppo di PIO Candeloro che si avvale del loro ausilio in varie vicende.

LOPRETE Luigi, detto "Gino", titolare di due società cooperative di autotrasporto e deposito merci, con a carico precedenti di polizia per minacce mediante armi da fuoco, è un soggetto vicino al "gruppo" del Capo Società PIO Candeloro, al quale fornisce un semi-rimorchio intestato ad una sua ditta.

Partecipa inoltre al "summit" del 26.05.2009 in Segrate, in occasione di un pranzo tenuto presso il ristorante "lo Zodiaco", al quale, oltre a PIO Domenico cl. 46 e PIO Candeloro, intervengono AQUILINO Antonio, vicino al "gruppo" di PIO Domenico cl. 46 nonchè MINNITI Ferdinando detto "Nando", soggetto con a carico precedenti di polizia per reati di natura associativa in materia di traffico internazionale di stupefacenti ed altro.

I rapporti fra LO PRETE Luigi e PIO Candeloro, peraltro, non si limitano esclusivamente alla partecipazione del primo ad incontri conviviali fra affiliati del locale desiano oppure alla fornitura di mezzi messi a disposizione, ma vanno anche oltre tali ambiti, lasciando comunque intravedere che fra i due personaggi vige una sorta di complicità, che vede il Capo Società PIO Candeloro mirare nettamente al raggiungimento di quei floridi obiettivi commerciali, riguardanti il settore degli autotrasporti su strada, ove ormai il PIO ha raggiunto livelli di spessore elevato.
Al riguardo giunge la conversazione telefonica intercorsa tra PIO Candeloro e LO PRETE Luigi, nel corso della quale, quest'ultimo concorda con l'altro una serie di "stratagemmi" adeguati (già evidentemente sperimentati sul campo dallo stesso LO PRETE) su come acquisire in maniera disonesta, cioè stipulando contratti di leasing artificiosi senza poi onorarli, vari autotreni e camion-frigo presso l'asta pubblica dei veicoli industriali di Mazzo di Rho, ove il LO PRETE "ha il privilegio" di conoscere ed intrattenere rapporti con un battitore compiacente n.i. (...omissis...LO PRETE GINO:-senti una cosa, eh Mazzo di Rho sai via De Gasperi? PIO CANDELORO:- eh? LO PRETE GINO:-a Mazzo di Rho in via de Gasperi. PIO CANDELORO:-eh; LO PRETE GINO:-c'è l'asta dei camion, che costano...sai i camion sequestrati quelle cose così, con quattro soldi vengono via, ieri ho parlato con il battitore che lo conosco, è il battitore che c'era qui all'asta a Milano. PIO CANDELORO:-ma quello vuole i sodli subito! LO PRETE GINO:-no! no! nessuno ce li ha subito, mettitelo in testa, nessuno, allora tu puoi pigliarne, ti faccio un esempio, se costa, se vale 60 mila lo paghi 25 mila, quindi è il 55% di sconto, fai il leasing, devi fare; PIO CANDELORO:-ah, ah. LO PRETE GINO:sei, tu sei interessato a questo e vuoi venire con me là? PIO CANDELORO:-e magari possiamo fare un salto e vedere quello che c'è ,cosa non c'è; LO PRETE GINO:-c'è, è tutta roba nuova, eh tutt i camion di Varolo in Daf nuovi. PIO CANDELORO:-ah, ah. LO PRETE GINO:- nuovi, usati, c'è, c'è tutto, c'è tutto. PIO CANDELORO:-ho capito...omissis...LO PRETE GINO:-si ascoltami ci sono pure i frigoriferi là, quelli che aveva, non so se tu li hai visti, quelli che aveva lì Mirco? PIO CANDELORO:-no! LO PRETE GINO:-beh, ha dei frigoriferi che sono del 2006 sequestrati, mi sembrano che vengono via a settemila euro. PIO CANDELORO:-veramente? LO PRETE GINO:giuro! PIO CANDELORO:-e perchè non ci andiamo? LO PRETE GINO: ho parlato e io ho parlato con il battitore che tramite un amico ci siamo rivisti. PIO CANDELORO: eh! LO PRETE GINO:-e dice vieni qua nel mio ufficio, ovviamente non fuori, nel suo ufficio e ci spiega un'attimino il tutto, lì se vuoi fare un blocco di leasing, non sò ti faccio un esempio con 50 mila euro ti prendi venti frigoriferi, lì hanno di tutto e di più, belli, brutti, poi te li scegli, poi se uno ha le gomme lisce, ne prendi due fai lo scambio uno glielo riporti, fai lo sgommi...omissis...LO PRETE GINO: sì, però non devi e io non ho problemi, venerdì ci andiamo, però ti prego di una cosa non dire stà novità a nessuno perchè ho il privilegio e io non voglio aiutare nessuno...omissis...LO PRETE GINO-uhm; allora venerdì mattina, io poi ti chiamo magari domani, ti chiamo, ti dico a che ora ci vediamo, andiamo lì, tu dì sempre sì, quando dico sì io e non ti preoccupare. PIO CANDELORO:-dai! e allora venerdì ci diamo un appuntamento, magari ci vediamo qui da queste zone. LO PRETE GINO:-il leasing, beh poi ti devo parlare te lo dico di persona, i leasing si fanno facilmente. PIO CANDELORO:-eh! LO PRETE GINO:-e dopo, dopo un anno glieli ridai indietro, hai capito i camion...omissis...LO PRETE GINO:-sì, io poi ti spiego tutto quello che devi fare, se fai come ti dico io, tu hai i camion, ogni anno ti pigli i camion senza..nuovi, seminuovi e non paghi mai un cazzo...omissis...)

Un altro aspetto di non trascurabile importanza relativo ai rapporti di fattiva collaborazione fra LO PRETE Luigi e PIO Candeloro giunge dalla predisposizione da parte della ditta di LO PRETE di fatture di comodo in favore di PIO Candeloro.

In tal senso depone una loro conversazione telefonica (...omissis...PIO CANDELORO:-vanno cercando tutti i cavilli, gli fai una fattura magari c'è una virgola, spostata...no sai perchè; LO PRETE GINO:-e ti scartano la fattura! PIO CANDELORO:-eh? LO PRETE GINO:- ti scartano la fattura se c'è un'errore lo sò! PIO CANDELORO:-sì hai capito, ti dicono me la rifaccia perchè...e si prendono due giorni per fare hai capito? LO PRETE GINO:-lo sò, lo sò, non mi dici niente di nuovo porca puttana! PIO CANDELORO:-mannaggia. LO PRETE GINO:-hai mandato i dati qui per la fattura? PIO CANDELORO:-sì, te li ho mandati...omissis...PIO CANDELORO:-va bene, non c'è fretta, fammi sapere tu quando vuoi che andiamo mi chiami. LO PRETE GINO:-e stasera mi vedo con, con loro, con il battitore con tutti, stasera mi vedo, l'importante...poi ti spiego l'importante che tu dici.... devi....devi sempre dire di sì. PIO CANDELORO:-va benissimo! LO PRETE GINO:-non ti preoccupare che poi con il cazzo che prendono i soldi questi...omissis...PIO CANDELORO:- onestamente quel rimorchio là ho io, tanto quello lì è intestato a te voglio dire quindi. LO PRETE GINO:-uhm, ascoltami ti chiamo io prima di sera che vado, mi devo vedere con loro, dopo la visita vado io lì a Rho. PIO CANDELORO:-va bene Gino dai!...omissis...)

CURATOLA Pasquale, già proprietario di una ditta di autotrasporti, soggetto gravato da precedenti di polizia (pur se datati) per reati contro il patrimonio.

Il 23.05.2009 partecipa ad un "summit" tenutosi a Muggio', in occasione di una cena, alla quale prendono parte, oltre a PIO Domenico cl. 46 e PIO Candeloro, anche l'assicuratore AQUILINO Antonio e MINNITI Giuseppe, quest'ultimo inserito nel "gruppo" di PIO Domenico cl. 46

Inoltre, il CURATOLA previ contatti telefonici intrattenuti con PIO Candeloro, interviene anche al "summit" del 27.06.2009, presso il ristorante "BRAAI" di Giussano, organizzato dallo stesso PIO Candeloro in occasione di una sorta di raduno di TIR.

Nella circostanza intraprende accordi col PIO circa le modalità per le quali il CURATOLA dovra' raccordarsi direttamente con MANNA Domenico (Mimmo) e NICOLO' Carmelo per concentrare al raduno il maggior numero di autotreni, come per ostentare la potenza economica del "gruppo" (...omissis...CURATOLA PASQUALE:-Dove sei allora? PIO CANDELORO:-Sta venendo Mimmo (MANNA Domenico ndr). CURATOLA PASQUALE:-Sta venendo Mimmo? PIO CANDELORO:-Si. CURATOLA PASQUALE:-Ma lui sa dov'è il ristorante? PIO CANDELORO:-Certo, certo. Li portate lì, se puoi lasciare a qualcuno magari lì, a qualche autista, qualcuno, lo lasci lì, che poi noi andiamo lì stasera, alle otto e mezza andiamo la, viene anche Pino Pensabene così ridiamo, che ci facciamo quattro risate stasera. Hai capito? CURATOLA PASQUALE:-Va bene. PIO CANDELORO:-Quanto portate Pasquale? Uno se lo può portare Mimmo. CURATOLA PASQUALE:-Ma diglielo a Carmelo se vuole mandare il coso, il DAF, che lui non lo vuole portare. PIO CANDELORO:-Dov'è? CURATOLA PASQUALE:-Dentro è, aspetta che te lo passo. PIO CANDELORO:-E passamelo. NICOLO' CARMELO:-Chi è? Dimmi. PIO CANDELORO:-Che cazzo dici che non porti il DAF. NICOLO' CARMELO:-Cosa non porto? PIO CANDELORO:-Il DAF, perchè non lo porti? NICOLO' CARMELO:-E chi viene a portarlo, io sono con la macchina. PIO CANDELORO:-C'è Mimmo, c'è Mimmo, sta venendo Mimmo. NICOLO' CARMELO:-Quale Mimmo? PIO CANDELORO:-Mimmo Manna...omissis...)
All'evento partecipano anche SGRÒ Giuseppe, uomo di fiducia del predetto PIO, MANNA Domenico, l'imprenditore ANTONICI Giovanni Paolo e PENSABENE Giuseppe, nonché NICOLO Carmelo e MINNITI Giuseppe, quest'ultimo affiliato al Locale di Desio, ma organicamente inserito nel "gruppo delinquenziale" riferibile a PIO Domenico cl. 46.

La partecipazione del CURATOLA agli "incontri" del sodalizio mafioso non è circostanza del tutto sporadica e fine a se stessa; è dimostrato infatti come i suoi rapporti con il Capo Società del Locale di Desio, PIO Candeloro, pur se di natura pseudo lecita, sono stabili e collaborativi, al punto che CURATOLA stesso fornisce al PIO uno dei suoi TIR, individuato fra i numerosi censiti dai CC. nella materiale disponibilità di quest'ultimo messi a sua completa disposizione da altri soggetti vicini alla cosca.

In siffatto contesto, oltre al citato CURATOLA Pasquale ed allo stesso MERONI Claudio, poi vittima di pesanti atti intimidatori ad opera di PIO Candeloro e del suo gruppo, orbita tutta una serie di personaggi, titolari di ditte di autotrasporti, quali LAGANA' Giuseppe, LO RUSSO Marcello e CERRO Walter.

LAGANA' Giuseppe, proprietario di un'azienda operante nel settore degli autotrasporti503, oltre ad aver messo a disposizione di PIO Candeloro diversi suoi TIR, prende anche parte al "summit" del 07.03.2009, organizzato da PIO Candeloro presso il ristorante "Garibaldi 24" di Desio505; alla riunione intervengono anche MANNA Domenico, PENSABENE Giuseppe e SGRO' Giuseppe, nonché NICOLO' Carmelo, FARINA Antonio.

PIO Candeloro ripone in LAGANA' Giuseppe, detto "Compare Peppe", una certa fiducia, tanto da metterlo a conoscenza sui dettagli delle attività criminali del "gruppo"; infatti, durante una conversazione ambientale intercorsa tra i due, il PIO tratteggia in maniera particolareggiata come GUARNACCIA Antonino sia vittima di usura, oltre che di PIO Candeloro, probabilmente anche di PIO Domenico cl. 46.

Nel contesto PIO Candeloro rivela a LAGANA' Giuseppe che GUARNACCIA Antonino gli dovrà dare l'imponente somma di 120.000 Euro.
Nel prosieguo del dialogo PIO Candeloro ammette che assieme allo zio PIO Domenico hanno praticamente condotto GUARNACCIA Antonino sull'orlo della catastrofe economica; conferma di tale situazione è il quadro riassuntivo sulla situazione dei protesti che GUARNACCIA ha accumulato tra il 2007 e l'anno 2008 (omissis...Pio Candeloro all'interno dell'autovettura sopra indicata in compagnia di Laganà Giuseppe....omissis...PIO CANDELORO:-Avete capito Compare Peppe, l'ho fatto viaggiare. LAGANA' GIUSEPPE:-Ma questa era quelle in leasing? PIO CANDELORO:-L'autista? LAGANA' GIUSEPPE:-La macchina. PIO CANDELORO:-Si. LAGANA' GIUSEPPE:-Puttana (rumori esterni che coprono la voce). PIO CANDELORO:-E con quello lì, Compare Peppe, questo ho dovuto fare. Vi ricordate quanto mi doveva dare a me? LAGANA' GIUSEPPE:-Eh. PIO CANDELORO:-120.000,00 euro. Stamattina mi ha fatto girare i coglioni. Ma se sono rovinato, ma come devo fare, te li do. Ogni tanto si fa 4-500,00 e poi scompare per quattro cinque mesi. Domani vengo, dopodomani vengo. Mi ha fatto sbiellare prima, parola d'onore, gli ho detto "Nino, non scherzare perchè poi" LAGANA' GIUSEPPE:-Allora lui deve dare soldi a voi? PIO CANDELORO:-A mio zio (Pio Domenico). LAGANA' GIUSEPPE:-A vostro zio gli deve dare soldi. PIO CANDELORO:-Ma a mio zio gli fa comodo. LAGANA' GIUSEPPE:-A Pino (Pino Pensabene ndr) gli deve dare i soldi, al bruciato (Nicolò Carmelo ndr) gli deve dare i soldi, al Liccardo gli deve dare i soldi. PIO CANDELORO:-Però, poveraccio, Compare Peppe, uno deve dire una e deve dire l'altra. LAGANA' GIUSEPPE:-Eh, lo so. PIO CANDELORO:-Hanno approfittato pure. LAGANA' GIUSEPPE:-Io non ho approfittato di una virgola. PIO CANDELORO:-Loro si. Lo so io che c'ero. LAGANA' GIUSEPPE:-Tutti? PIO CANDELORO:-Vedi che Nino è arrivato a pagare anche il doppio, Compare Peppe. LAGANA' GIUSEPPE:-Eh, lo so, lo so. PIO CANDELORO:-Perchè lo stupido non segna mai niente. Se uno va da lui e gli dice "tu mi devi, avanzo 50.000,00 euro e gli avete dato 1.000,00 euro, lui vi dice, "si si, vediamo come posso darteli, vediamo come posso fare". LAGANA' GIUSEPPE:-Si, ma perchè è stupido, eh non si può. PIO CANDELORO:-Compare Pepè, io capisco che una persona può essere stupida, può essere scema, però di una persona approfittare vuol dire. LAGANA' GIUSEPPE:-Dovrebbero vergognarsi. PIO CANDELORO:-Si può approfittare fino ad un certo punto, poi cioè. LAGANA' GIUSEPPE:-Io penso questo, che tra Salvatore e questo. PIO CANDELORO:-Gli hanno mangiato tutte le cose. Tutto. Ma li pure mio zio, Compare Peppe. LAGANA' GIUSEPPE:-Beh, lui poi gli ha fatto la casa. PIO CANDELORO:-Perchè mio zio, è inutile, non perchè è mio zio, Compare Peppe, siccome Nino con me ha parlato, ecco anche perchè lo lascio un pò. LAGANA' GIUSEPPE:-Ecco, lui vi vende questa macchina, vostro zio ve la vende a dieci, poi ve la ritiraa due e la rivende a dieci, con Nino ha fatto così in effetti, io lo capito, non mi ha detto niente, però. PIO CANDELORO:-Lui gli da anche i camion. Ora voglio dire, se uno non paga, giusto, se io vedo che la persona non mi paga, io non gli devo dare più niente, giusto, dal momento in cui gli continuano sempre a dare a dare a dare, vuol dire che prendo, mi conviene, altrimenti non glielo do. LAGANA' GIUSEPPE:-Vedete, siccome lui ha uno strapotere su Nino, lui gli grida e lui si spaventa e corre da lui, quanto gli può dare, 500-700-1.000. PIO CANDELORO:- Ma secondo me. LAGANA' GIUSEPPE:-Poi gli fa: pezzo di merda, morto di fame. PIO CANDELORO:-Si, (ride). LAGANA' GIUSEPPE:-Ti dovrei ammazzare (ride). PIO CANDELORO:-E glieli paga per quattro volte, quando gli dice queste cose. LAGANA' GIUSEPPE:-Ma a me dispiace, perchè dico, porco... io non riuscirei. PIO CANDELORO:-Bravo, taglia, quando arrivi ad un certo punto. LAGANA' GIUSEPPE:-Taglia. Io a Nino non gli ho dato mai niente. PIO CANDELORO:-Vi faccio quest'assegno, Compare Peppe. LAGANA' GIUSEPPE:-Ma, ma no, lasciate stare. PIO CANDELORO: "E lascio stare, ma poi ve lo devo fare sempre. LAGANA' GIUSEPPE:-Ora, io a Nino non gli ho dato mai niente, ma non gli ho dato mai niente perchè so come è messo, perchè se io gli do qualcosa, voglio il suo male. Se lui non trovava a nessuno che gli dava, Nino stava meglio. PIO CANDELORO:- Prendeva moglie. LAGANA' GIUSEPPE: "Nino stava meglio e ve lo dico io che stava meglio. Che Nino non doveva trovare a nessuno che gli dova dava un camion, niente, lui doveva girare con un camion suo, a guadagnarsi ogni mese lo stipendio, ma siccome. PIO CANDELORO:-Ma per come è combinato, con i debiti che ha, con un camion non fa niente, non può fare (incomprensibile) o non paga più a nessuno, dice: io non vi do niente più anessuno. Come la vedete. LAGANA' GIUSEPPE:-(incomprensibile). PIO CANDELORO:-Ma così magari qualche cosa. LAGANA' GIUSEPPE:-Ma a chi paga, voi mi dovete dire a chi può pagare. PIO CANDELORO:-Si perchè se gli porta 1.000,00 euro a mio zio e all'altro gli deve dare 1.000 euro e 1.000 euro e 1.000,00 euro sono altri 4.000. LAGANA' GIUSEPPE:-Poi...incomprensibile...ha preso i camion di Pensabene no? Non gliel'ha pagati, glieli ha venduti a vostro zio, ora se li è presi di nuovo, quante volte li ha pagati...incomprensibile...quante volte li deve pagare. PIO CANDELORO:- Uh. LAGANA' GIUSEPPE:-Questo è il discorso. PIO CANDELORO:-A quando ve lo faccio, Compare Peppe, fine Giugno va bene? LAGANA' GIUSEPPE:-Vedete voi, come fate voi va bene. PIO CANDELORO:-Avete capito? Zero sei, vero? LAGANA' GIUSEPPE:-Si. (pausa) Nino è venuto certe volte da me, ma io non gli ho dato corda, perchè lo so come è messo, perchè questo non mi può pagare, poi ti sparti (ti fai in quattro). Nino, potami il camion indietro, meglio non darglielo dall'inizio, se non trovava a nessuno per darglieli, era meglio. PIO CANDELORO:- No, però magari, se lo prede anche a 500,00 euro non fa fatica, avete capito. Però quegli altri. Pio Candeloro stacca l'assegno che stava compilando e gli dice:...PIO CANDELORO:-Grazie a voi Compare Peppe. LAGANA' GIUSEPPE:- Come non fa fatica, ve lo dico io che la fa. PIO CANDELORO:-Però a quegli altri, avete capito, che ne approfittano, avete capito. LAGANA' GIUSEPPE:-Allora. PIO CANDELORO:-A me mi hanno detto, sapete cosa mi hanno detto? Che per 15.000,00 euro, Salvatore "u lascatu" si è mangiato qualche 120 - 130. LAGANA' GIUSEPPE:-A me hanno dato due cambiali in tre lingue, "u lascatu", quando li ho visti in quel modo, in tre lingue, ho detto io: Salvatore non li paga, li paga, non li paga, li paga, con me li paga, va bene se lo dici tu, li metti all'incasso e poi tornano indietro. Una l'ha pagata, e una no, mi ha dato qualche 3.000,00 euro (incomprensibile) e poi il resto (incomprensibile). Lui però che si fa tanto il coso, è in difetto pure lui. PIO CANDELORO:-E ancora deve fare i tagliandi. LAGANA' GIUSEPPE:-Eh, (incomprensibile). Ora lo aspetto sabato (incomprensibile). PIO CANDELORO:-Compare Peppe, per gli arretrati, le cose voglio dire, visto che poi quando ho preso il camion io, siamo partiti dopo un mese, gira e rigira. Ora, appena mi paga Andrea, vediamo tutto quello che c'è, appianiamo tutto e partiamo normale, avete capito Compare Peppe? LAGANA' GIUSEPPE:-Prima prendete i soldi e poi vediamo. PIO CANDELORO:-No, appianiamo tutte le cose dico, quello che è, giusto? E poi partiamo normale, con le scadenze mensili. LAGANA' GIUSEPPE:-Va bene dai. PIO CANDELORO:-Dico, non vi pensate che. LAGANA' GIUSEPPE:-Ma io non penso niente, cioè, io se posso aiutare una persona, la aiuto con tutto il cuore, non la aiuto per una questione di speculazione, non lo so se avete capito. PIO CANDELORO:-Lo so, Compare Peppe. LAGANA' GIUSEPPE:-Perchè io non ho mai aiutato mai a nessuno per speculazione e non ho detto mai a nessuno (incomprensibile). PIO CANDELORO:-Per quanto riguarda questo Turco, Compare Peppe, se volete, non è che ve lo vadoa cucinare, ma vado a dirgli solo due parole. LAGANA' GIUSEPPE:- Io gli do tempo settimana prossima. PIO CANDELORO:-Se no, se volete, possiamo andare anche insieme, se non viene settimana prossima. LAGANA' GIUSEPPE:-Lui viene, perchè si è messo paura, perchè lo ha chiamato Mimmo, lo ha chiamato a Michele. PIO CANDELORO:-Mico, mio zio? LAGANA' GIUSEPPE: "No, suo fratello. Mimmo. PIO CANDELORO:-Si si. LAGANA' GIUSEPPE:-Gli ha detto suo fratello "sai Candeloro mi ha detto" allora lui è venuto da me, tutto impaurito e mi ha detto "ma tu glielo hai detto a Candeloro? No, io non è che gliel'ho detto a Candeloro, eravamo li a parlare e gli ho detto che io sono incasinato per colpa tua, di Dominici, di questo di quello e di quell'altro, stavamo parlando gli ho detto io, tanto più che loro hanno detto: ma non è giusto che queste persone (incomprensibile). PIO CANDELORO:-Bravo. LAGANA' GIUSEPPE:-Io gli ho detto: questo è il discorso. PIO CANDELORO:-La verità, la verità, che abbiamo parlato poi. LAGANA' GIUSEPPE:-Non è che io gli ho detto, come quando il "bruciato" (Nicolò Carmelo) ha detto che io vado dicendo in giro (incomprensibile) io non ho detto questo, anche se mi devo vergognare (incomprensibile). PIO CANDELORO:-Lui ve lo ha detto? LAGANA' GIUSEPPE:- Quella volta, non vi ricordate? No no, non c'eravate voi, c'era Pino. Quando mi ha detto: voi per dir la verità, parlate un pò troppo, ha detto a me. Ah, gli detto: parlo anche toppo? Mi devo vergognare a dire che avanzo i miei soldi? Se mi devo vergognare di dire che avanzo i miei soldi, gli ho detto, oh. PIO CANDELORO:-Ha una testa. LAGANA' GIUSEPPE:-Eh, scusate. PIO CANDELORO:-Comunque. LAGANA' GIUSEPPE:-Se lui non vuole che io dico che avanzo soldi da lui, basta che me li dia, io non è che se non avanzo niente esco pazzo la mattina e dico avanzo soldi da Nicolò. PIO CANDELORO:-Certo. LAGANA' GIUSEPPE:-Non lo posso dire, giusto? PIO CANDELORO:-Certo. LAGANA' GIUSEPPE:-Però se li avanzo, io nel dirlo non mi devo vergognare. PIO CANDELORO:-E certo. LAGANA' GIUSEPPE:-E' lui che si deve vergognare, che è da quattro anni che me li deve dare. PIO CANDELORO:-Cosa avete fatto lì, Compare Peppe, poi. LAGANA' GIUSEPPE:-Lì non ho fatto niente, ma c'è stato chi ha fatto un dispetto all'autista, gli hanno fatto un dispetto all'autista. Siccome io ho pagato di più ...inc... gli ho detto "che senso ha"...incomprensibile...non parcheggiate più un camion e niente, glielo dici a Ciro, vediamo un pò e finiamo il cinema, si adesso glielo dico, adesso glielo dico. Questo quà praticamente, secondo me vuole soldi da Ciro e Ciro si sta stancando di questa storia, quando questo non ha più niente da fare che ci vado a fare la. PIO CANDELORO:-Certo mi fotte il mio spazio. LAGANA' GIUSEPPE:-Ma siccome questo ho capito dal discorso che faceva lui, io al suo posto mi vergognavo di venire quà la mattina... incomprensibile....PIO CANDELORO:-Certo...incomprensibile...LAGANA' GIUSEPPE:-Non vi sentite a disagio, a disagio di stare quì a rubargli uno stipendio e la manfrina è questa. Di Ciro non lo avrei detto. Gli ho detto: Ciro se non ti serve il posto dice dopo vengo io da te. Però siccome quell'altro se ne è andato ora penso che sta aspettando...incomprensibile...questo non fa niente quà. PIO CANDELORO:-Certo. LAGANA' GIUSEPPE:-Viene qualche ora, autisti non ne ha. PIO CANDELORO:-Ma, me lo affittate a me Compare Pepp, questo che avete. LAGANA' GIUSEPPE:-Se vi serve? PIO CANDELORO:-Come non mi serve Compare Peppe, i camion in mezzo alla strada, lì da Nando ogni giorno fanno danno escono, spaccano specchi, fanno una marea di impicci. LAGANA' GIUSEPPE:-Ah, ma voi volete anche il posto? PIO CANDELORO:-Eh, ma voi me lo dite, i miei quelli sono, i camion. LAGANA' GIUSEPPE:-Dovremmo vedere un po'. PIO CANDELORO:-A me anche un angolo, pure quì così. Mi dite quanto volete al mese....omissis...)

LO RUSSO Marcello, proprietario di due ditte operanti nel settore degli autotrasporti509, con a carico vari precedenti di polizia per delitti contro il patrimonio, anche di natura associativa, violazione Legge Stupefacenti ed altro nonché frequentatore di soggetti pregiudicati510, intrattiene con PIO Candeloro una serie di contatti di natura pseudo lecita511, dai quali comunque si evince come il soggetto sia a disposizione del Capo Società, al quale peraltro ha messo a fornito anche un suo TIR.

Infine, elementi per i quali si ritiene che anche CERRO Walter, proprietario di diverse società con a carico precedenti di polizia per reati contro il patrimonio graviti certamente tra quegli autotrasportatori a disposizione del "gruppo" di PIO Candeloro, a cui peraltro ha fornito un suo TIR515 giunge da una conversazione telefonica intercorsa tra PIO Domenico cl. 46 ed il citato LO PRETE Luigi, nel cui contesto emerge chiaramente che, in una circostanza, nella quale peraltro è presente anche AQUILINO Antonio, per dei contrasti insorti con LO PRETE il CERRO è ricorso alle difese di PIO Candeloro. (...omissis...Pio Domenico:-ciao bello mio com'è? Gino Lo Prete:-ma, si va avanti bene. Pio Domenico:-io la soppressata te l'ho portata è in frigo. Gino Lo Prete:-esatto, quella è buona cazzo, quella è buona. Pio Domenico:-dimmi, non ho avuto tempo di chiamarti perchè sono arrivato l'altro ieri sera, ieri sono stato a Brescia, cioe l'altro ieri sono stato a Brescia, ieri a Torino, oggi sono a Torino. Gino Lo Prete:-ma io avuto mi sono trovato con tuo nipote, Aquilino e CERRO Valter, poi tispiegherò quando ci vediamo. Pio Domenico:-si, si. Gino Lo Prete:-no perchè guarda veramente, Cerro Valter ha chiamato tuo nipote per farsi difendere, ma ti rendi conto, io a quello lo ammazzo veramente a Cerro Valter. Pio Domenico:-come per farsi difendere da che cosa. Gino Lo Prete:-niente lasciamo stare, quando ci vediamo ti spiego, tu fai finta di niente, tuo nipote è venuto a trovarmi in ufficio, al bar ci simao visti, abbiamo discusso di chiacchere che ha detto sia Aquilino sia Cerro Valter, va bè, poi ne parliamo di persona. Pio Domenico:-Aquilino ha detto per che cosa scusa. Gino Lo Prete:-che io sparo, io faccio di quà, faccio di là. Pio Domenico:- ma...omissis...)


"Gruppo" PIO Domenico cl. 46
Le indagini hanno altresì dimostrato come PIO Domenico cl. 46, affiliato di spessore elevato al Locale di Desio, abbia, a sua volta, organizzato e diriga un "gruppo criminale" principalmente dedito ad attività usurarie e di carattere probabilmente estorsivo, avvalendosi di vari soggetti.

Anche per i personaggi che seguono si è utilizzato il criterio sopra esposto, valutando le loro condotte al fine di verificare un loro effettivo contributo causale all'esistenza dell'associazione. Tale valutazione ha permesso allo stato di concludere che sono certamente persone di cui il PIO Domenico si è avvalso per la sua attività criminale ma che allo stato non conservano le caratteristiche necessarie per essere considerate appartenente al gruppo di PIO Domenico, anche perché le indagini su questo gruppo possono definirsi allo stato non complete in quanto non sono state sentite le probabili vittime di usura per ovvia riservatezza delle indagini.

Tra questi, figurano:

LUCCHINI Roberto, disoccupato, con precedenti di polizia e condanne penali per delitti contro il patrimonio anche di natura associativa e di indole violenta (rapineestorsioni);

VIGGIANI Mario, disoccupato, con a carico precedenti di polizia per reati contro il patrimonio e violazione legge fallimentare;

TRIPODI Demetrio, nullafacente, gravato da precedenti di polizia e condanne penali per reati in materia falso, truffa ed associazione per delinquere finalizzata alla truffa;

FALLARA Agostino, disoccupato, nipote diretto di PIO Domenico cl. 46, socio di un'impresa operante nel settore dell'edilizia;

RIGGIO Angelica, detta "Vanessa", disoccupata, amante di PIO Domenico e cassiera delle attività usurarie del "gruppo", peraltro divenuta la proprietaria di alcuni beni immobili di NEGRO Celestina, moglie di CASTAGNINO Salvatore, probabile vittima di usura del PIO;
AQUILINO Antonio, proprietario di alcune società operanti nel campo delle assicurazioni e delle intermediazioni immobiliari, con a carico precedenti di polizia per truffa ed altro, soggetto particolarmente legato a PIO Domenico, avendo ricoperto in talune circostanze il ruolo di suo "portavoce".

Il gruppo in questione rappresenta una sorta di "micro cellula" all'interno del Locale di Desio coordinata e gestita esclusivamente da PIO Domenico cl. 46, in parallelo con l'altro gruppo facente capo al Capo Società PIO Candeloro.

I differenti ambiti criminali e gli interessi che contraddistinguono le due compagini nonchè l'appartenenza di entrambi alla medesima consorteria mafiosa (Locale di Desio) evitano momenti di collisione tra loro.

Intanto una prima manifestazione di coesione del "gruppo" di PIO Domenico è rappresentata dal fatto che i componenti si frequentano tra di loro e sono controllati mentre si trovano assieme, come avviene a FALLARA Agostino già in data 16.02.2007 viene controllato dai CC. mentre è in compagnia di VIGGIANI Mario nel centro abitato di Soragna (PR);

Lo stesso VIGGIANI Mario in data 21.08.2007, è oggetto di controllo da parte delle FF.PP. mentre si trova assieme a LUCCHINI Roberto nel centro abitato di Tortona (AL);
Il VIGGIANI inoltre frequenta l'abitazione di Pio Domenico come emerso almeno in una circostanza il 20.11.2008, quando le autovetture in uso a PIO Domenico cl. 46, ai fratelli MINNITI Nicola e Giuseppe, nipoti del PIO e quella in uso alo stesso VIGGIANI, sono oggetto di osservazione da parte dei CC. durante un dispositivo di O.C.P. in atto in Desio, in prossimità dell'abitazione di PIO Domenico; FALLARA Agostino, TRIPODI Demetrio e LUCCHINI Roberto partecipano inoltre alla "riunione" del 05.11.2008 indetta da PIO Domenico cl. 46, presso il ristorante "IL GIARDINO" di Palazzolo Milanese, gestito da LA TURRACA Geraldo, probabile vittima di usura dello stesso PIO.
La convocazione dei personaggi partecipi alla riunione, viene disposta mediante il solito e consolidato (arcaico ma efficace) strumento utilizzato dall'associazione mafiosa, cioè le "ambasciate" per interposta persona, in questo caso, attuate attraverso una sequenza di contatti telefonici, intessuti, sin dal giorno precedente, fra alcuni componenti del gruppo, procedura alla quale partecipano VIGGIANI Mario e LUCCHINI Roberto.

A sgombrare il campo da qualsiasi equivoca interpretazione circa l'oggetto dell'incontro di cui sopra soccorre il fatto che proprio mentre è in corso il summit del "gruppo" di PIO Domenico, FALLARA Agostino e LUCCHINI Roberto danno corso ad una serie di pesanti intimidazioni telefoniche in danno di GENOVESE Paolo, probabile vittima di estorsione di PIO Domenico.
La tempistica e le modalità delle minacce evidenziano da una parte che la figura della vittima è stata oggetto di discussione tra i "commensali"e dall'altra parte che i due evidentemente eseguono quanto concordato con il loro capo per "sollecitare" il Genovese a pagare.

E' quanto risulta dalla conversazione telefonica intercorsa tra LUCCHINI Roberto e GENOVESE Paolo, nel corso della quale, ad un certo punto, interviene FALLARA Agostino, che rincarando ulteriormente la dose di minacce, avverte la vittima che qualora non dovesse attenersi alle loro intimazioni, si recherà dalla moglie del GENOVESE, ovviamente con propositi chiaramente ritorsivi:- "...omissis...LUCCHINI ROBERTO:-Animale dove sei? GENOVESE PAOLO:- In ospedale. LUCCHINI ROBERTO:-All'ospedale sei, dimmi che ospedale sei che vengo lì dai. GENOVESE PAOLO:-Non rompere i coglioni. LUCCHINI ROBERTO:-Io non devo rompere i coglioni, io rompo i culi intanto, non i coglioni, non mi parlare così a me Paolo. GENOVESE PAOLO:-Ma non rompere i coglioni. FALLARA AGOSTINO:-Pronto. GENOVESE PAOLO:Per favore, ma finiscila, non rompere i coglioni. FALLARA AGOSTINO:-Ascoltami Paolo, vedi che stai parlando con me, non stai parlando più con Roberto. GENOVESE PAOLO: (ride) FALLARA AGOSTINO:-Quando vieni di quà? GENOVESE PAOLO:-Appena esco vengo di là. FALLARA AGOSTINO:-Appena esci, quando esci tu? GENOVESE PAOLO:-Ti chiamo io stasera. FALLARA AGOSTINO:-Ah, va bene, aspetto la tua chiamata se no da tua moglie vado, vabbò?...omissis..."

Di fatto la pressione intimidatoria esercitata da LUCCHINI Roberto ed intensificata in misura più penetrante da FALLARA Agostino, sortisce l'effetto voluto da PIO Domenico, cioè la piena sottomissione del GENOVESE, il quale, ormai soggiogato dallo spessore delle minacce, non avendo altra scelta, è necessariamente obbligato a sottostare alle condizioni dettate dagli estorsori, con i quali è in ritardo di un mese con i pagamenti.

Eloquente al riguardo risulta l'ulteriore conversazione telefonica intrattenuta da LUCCHINI Roberto e GENOVESE Paolo, laddove FALLARA, nuovamente intervenuto, induce la vittima a far si che provveda quanto prima a reperire il denaro loro destinato. (...omissis...LUCCHINI:-Pronto. PAOLINO:-Adesso perchè non rispondi quando ti chiamo io. PAOLINO:-Allora dovè che ci vediamo vi porto il sacco delle medicine, tutte le operazioni che ho fatto, vediamo se io merito di essere trattato così per una settimana dieci giorni di ritardo. - GENOVESE Paolo si lamenta del trattamento visto il suo stato di salute. LUCCHINI Roberto da il telefono a FALLARA Agostino - FALLARA:-Dimmi. PAOLINO:-Pronto. FALLARA:-Si dimmi. PAOLINO:-Chi è con chi parlo. FALLARA:-Con chi parli, mi conosci chi sono. PAOLINO:-Ciao c'è bisogno di trattarmi così dopo quello mi sta succedendo per un mese di ritardo. FALLARA:-Per un mese di ritardo non è il mese di ritardo Paolo, è la presa per il culo, perchè tu vuoi prendere per il culo le persone, però lo sai che le persone per il culo non li puoi prendere. PAOLINO:- Allora io ti porto le prove la dimostrazione. FALLARA:-Si ma tu non puoi dire venerdì poi lunedì poi martedì. PAOLINO:-Allora io ti dico una cosa ascolta io sono uscito dall'ospedale ieri. FALLARA:-A me dispiace ma tu il problema l'hai avuto ora, ma da quando ci prendi per il culo è già un mese. PAOLINO:-No no non è vero, ascolta io gli ho detto al mio amico, quando è ora di dargli sti soldi, di farmi due telefonate, lui dice no io non posso, va bene, adesso mi hanno fissato io gli ho detto che tra mercoledì e venerdì i soldi. Io ti giuro, io sono in fin di vita, in fin di vita e ti faccio vedere i documenti. FALLARA:-Paolo è meglio che non muori altrimenti poi chi paga se muori. PAOLINO:-Ecco bravo, allora digli al mio amico, che io per venerdì quello che ho detto faccio. Capito. FALLARA:-Entro venerdì ora che viene. PAOLINO:-Ma si guarda ascolta, io alle tre, tre e mezza ricevo la telefonata dal notaio e ti dico come e che via è. Mi farebbe piacere avere gli amici, no gli amici alle spalle. FALLARA:-No ascoltami. PAOLINO:-Perchè voi altri siete i miei amici, non siete gente estranea. FALLARA:-Si ascoltami noi siamo tuoi amici, però tu prendi per il culo che poi non diventiamo tuoi amici. PAOLINO:-Ma che prendo per il culo, ma dimmi una cosa, ma lui ha paura di perdere i suoi soldi, gli do un appartamento in garanzia, lui sa chi sono, mi hanno cresciuto suo padre e suo fratello, mi hanno non sa chi sono, non sa dove prendermi, non sa dove trovarmi. FALLARA:-Ma non è questo il fatto. PAOLINO:-E allora cosè ragazzi cazzo. FALLARA:-Cosè il fatto, è la presa per il culo che da fastidio a tutti. PAOLINO:-Ma che presa per il culo, mi vergognerei di me stesso, non è presa per il culo, io purtroppo a quell'uomo li lo amo, gli voglio bene, e lui non mi risponde nemmeno al telefono più, nemmeno al telefono mi risponde. FALLARA:-Senti che non ti vuole parlare, lo senti come dice. LUCCHINI:-Sei un pezzo di merda. FALLARA:-Lo senti. PAOLINO:-Ah e li non mi vuole parlare, va bene. FALLARA:-Non ti vuole parlare, ha detto che sei un pezzo di merda ed ha ragione. PAOLINO:-Non ha ragione invece, no non ha ragione, io le cose che ho promesso con ritardo ma arrivo. FALLARA:-Con ritardo ma arrivi, ma questo ritardo quanto ritarda, allora tu hai detto venerdì. PAOLINO:-Ti chiamo alle tre e mezza e ti dico con precisione...omissis...)
TRIPODI Demetrio, è convocato a partecipare all'incontro del 05.11.2008 da LUCCHINI Roberto, il quale telefonicamente, il giorno precedente, gli comunica che "...lo zio (PIO Domenico) aveva bisogno di parlare con lui..."

La presenza del TRIPODI viene rilevata dai CC. anche il giorno 11.11.2008 durante un incontro, svoltosi presso un'area di servizio sulla Superstrada "Milano-Meda", al quale partecipano lo stesso PIO Domenico cl. 46, (giunto con l'autovettura Alfa Romeo intestata a CAMMARA Giuseppe, soggetto vicino al Capo Società PIO Candeloro) nonché RIGGIO Angelica, amante del PIO, con il quale concorre in alcune probabili attività usurarie; nella circostanza il "gruppo" incontra CASTAGNINO Salvatore, probabile vittima di usura di PIO Domenico. TRIPODI Demetrio conosce i meccanismi, le dinamiche e le persone che interagiscono all'interno degli ambienti di ‘ndrangheta; a lui si rivolge infatti PIO Domenico, allorquando ha la necessità di reperire un referente della ‘ndrangheta, nella fattispecie un "capo manovalanza" ("Capo Mastro"), con area d'influenza e possibilità d'intervento nella zona di Nichelino (TO).
La richiesta trova fondamento nella necessità di affidare al "capo mastro" una missione intimidatoria nei confronti di UN SOGGETTO, tale Michele asseritamente appartenente alle FF.PP., e si inserisce nella vicenda riguardante MANIGRASSO Maria Carmela (...), a cui partecipa anche VIGGIANI Mario.

Le conversazioni che seguono danno contezza della posizione del TRIPODI, della sua soggezione agli ordini di PIO Domenico ed evidenziano altresì la figura del VIGGIANI quale soggetto utilizzato dallo stesso PIO.

Nella prima conversazione telefonica, intercorsa tra PIO Domenico, utilizzante l'utenza del VIGGIANI, e MATIZ Massimo (...), si manifesta tutta la capacità delinquenziale di PIO Domenico che non desiste dal rivolgere minacce:-

"...omissis...PIO Domenico:-è lo zio di Mario che ti chiama. Michele:-si mi dica? PIO Domenico:-dove ci possiamo incontrare Michele? Michele:-io non ci sono qua. PIO Domenico:-dove sei in Calabria..a Palermo? dove sei? Michele:-ascolta non parlare a sfottere perchè c'è poco da sfottere qua. PIO Domenico:-c'è poco da sfottere qua se tu sai quanto c'è da sfottere qua tu non immagini. Michele:-si lo dici tu..lo dici. PIO Domenico:-lo dico io..e ti puoi abbracciare con Gesu' Cristo e con tua madre pure. Michele:-stai attento a come parli. PIO Domenico:-te lo dico io hai capito? non ti spacciare per Calabrese che tu non sei Calabrese. Michele:- ah sei sicuro? PIO Domenico:-sicurissimo al mille per mille capisti? devi parlare la tua lingua non quella dei Calabresi. Michele:-perché? PIO Domenico:-perchè te lo dico io che non sei Calabrese tu. Michele:-te lo dimostro poi io. PIO Domenico:- tu non ti preoccupare vengo io a Nichelino. Michele:-e vieni vieni. PIO Domenico:-mi devi portare la macchina capisti? Michele:-si. PIO Domenico:-tu mi devi portare la macchina pezzo di merda sbirro di merda tu sei uno sbirro infame. Michele:-come te uguale. PIO Domenico:-ti spacci per sbirro non ti preoccupare vengo io a Nichelino e ti trovo. Michele:-quando vuoi. PIO Domenico:-sbirro di merda portami la macchina sbirro di merda. Michele:-quando vuoi. PIO Domenico:- infame ti spacci per sbirro pure. Michele:-che? PIO Domenico:-ti spacci pure per sbirro infame. Michele:-sei sicuro? PIO Domenico:- tu sei infame sei sbirro tu dammi un appuntamento...omissis...)

La seconda conversazione è la conseguenza di quella appena citata infatti PIO Domenico sollecita TRIPODI Demetrio a reperire un "...capo mastro..." nella zona di Nichelino, probabilmente per incaricarlo di una missione punitiva in danno del Michele. Nella medesima circostanza si evince chiaramente come TRIPODI Demetrio segua a PIO Domenico. (...omissis...in ambientale si sente Mimmo (PIO Domenico N.d.A.) che dice:-"la lei non ti risponde se la chiami aspetta un attimo"...in sottofondo si sente la voce di VIGGIANI Mario...Demetrio:-avevi bisogno? Mimmo:-ascolta su a Nichelino. Demetrio:-si. Mimmo:-c'è qualche capo mastro che possiamo parlare? Demetrio:-pronto eh?Mimmo:-a Nichelino? Demetrio:-si. Mimmo:-ne abbiamo qualche amico capo mastro che possiamo parlare? Demetrio:-a Nichelino?...omissis...Mimmo:- eh. Demetrio:- e uno, si adesso vedo. Mimmo:-eh datti da fare, datti da fare allora e mi dici qualcosa dopo. Demetrio:- va bene. Mimmo:-okey..ma non ci dormire però.. eh! Demetrio:- no no...omissis...)

Trascorsi pochi giorni, VIGGIANI Mario chiede contezza al TRIPODI, il quale evidentemente nel frattempo, reperito il "capo mastro" richiesto dal PIO, è riuscito a verificare che la donna ha già ceduto in vendita l'autovettura da loro pretesa. (...omissis...Mario:-Ah per quel discorso lì ahh di l'altro giorno come è andata a finire? Demetrio:-Niente ha detto lo zio che ci dobbiamo andare per parlare con la signora (MANIGRASSO Maria Carmela NDR). Mario:-ah bon bon bo va bene va bene ma ma diciamo c'è l'ha la signora si? Demetrio:-si abbiamo parlato con lei. Mario:-si si ma c'e l'ha o non c'è l'ha più? Demetrio:-No..non c'è l'ha più! Mario:-Ahh..non c'è l'ha più! Demetrio:-no..no l'ha venduta seimila euro. Mario:- Ah Si? Demetrio:-Si si! Mario:-Ma voi ci credete? Demetrio:-(ride) no no ce l'ha fatta vedere. Mario:-Ah..ce l'ha fatta vedere ve l'ha fatta vedere? Demetrio:-si si siamo andati lì dove ci ha detto lei è vero è vero! Mario:-eh ahh ah bon bon seimila euro. Demetrio:-Ma quelli non sapevano niente perchè giustamente dice noi abbiamo fatto già tutto diciamo l'avevano addirittura rivenduta...omissis...)

AQUILINO Antonino, oltre a partecipare alle riunioni di PIO Domenico cl. 46, è un soggetto sul quale quest'ultimo ripone una certa considerazione ed una particolare fiducia, tanto da renderlo il suo "portavoce ufficiale", al quale affidare "importanti messaggi" diretti al Capo Società PIO Candeloro, nel momento storico in cui tra i due "gruppi criminali" inquadrati all'interno del Locale di Desio (rispettivamente capeggiati dai due PIO), insorgono forti contrasti, dovuti principalmente alle mire espansionistiche di PIO Candeloro.

Occorre richiamare il fatto che tali "conflitti" interni al Locale di Desio, già dettagliati nei capitoli dedicati a MOSCATO Saverio, PIO Candeloro, POLIMENI Candeloro e SGRO' Giuseppe, sono causati da una ripetuta serie di comportamenti "egoistici" da parte di PIO Candeloro, il quale, nonostante la carica di Capo Società del Locale di Desio, intraprende autonomamente attività pseudo lecite ed illecite, senza condividerne i profitti con gli altri sodali, venendo meno all'osservanza di quelle regole generali di condotta che la ‘ndrangheta impone. Si vedrà, nei relativi capitoli, come siano gli stessi affiliati a lamentarsi di questo comportamento facendo intervenire MOSCATO Saverio e lo stesso capo locale MOSCATO Annunziato Giuseppe.

L'ulteriore conferma che all'interno del Locale di Desio convivono "due gruppi criminali" che hanno una certa autonomia (uno facente capo a PIO Candeloro e l'altro che ha come punto di riferimento lo zio PIO Domenico cl. 46) nonchè la riprova che l'ambizione d'indipendenza di PIO Candeloro lo hanno portato ad entrare in contrasto con lo zio PIO Domenico cl. 46, si desumono da una conversazione telefonica intrattenuta da PIO Candeloro con il cugino MINNITI Giuseppe, affiliato al Locale di Desio e vicino a PIO Domenico, laddove quest'ultimo viene indicato chiaramente come il capo dell'altra fazione (...omissis...MINNITI GIUSEPPE:-Ma poi sono scesi lo Zio (PIO Domenico) e Nicola (MINNITI Nicola)? PIO CANDELORO:-Si sono scesi, i tuoi capi sono scesi. MINNITI GIUSEPPE:-Eh, me lo hanno detto ieri che sono scesi. I tuoi capi, ho capito. PIO CANDELORO:-E non ho capito, non sono i tuoi capi? Che cazzo vuoi? MINNITI GIUSEPPE:-E' normale no, scusa un attimino, è buono quando è così.)

Gli attriti in questione si conclamano a conclusione di due "summit" indetti da PIO Domenico cl. 46, in occasione di una cena ed un pranzo, tenuti rispettivamente il 23.05.2009 a Muggio' (MI) ed il 26.05.2009 a Segrate (MI)

Al primo incontro partecipano, oltre a PIO Domenico cl. 46, anche PIO Candeloro, AQUILINO Antonio, l'autotrasportatore CURATOLA Pasquale vicino a PIO Candeloro, MINNITI Giuseppe, affiliato al Locale di Desio e CORSO Vincenzo, Ufficiale Giudiziario presso il Tribunale di Desio.

Alla seconda riunione prendono parte, oltre ai due PIO suddetti, anche il citato AQUILINO Antonio, l'autotrasportatore LO PRETE Luigi542 detto "Gino" vicino ai PIO e MINNITI Ferdinando, detto "Nando", pregiudicato per reati associativi in materia di traffico internazionale di stupefacenti ed altro.
Trascorse poche ore da quest'ultimo incontro, AQUILINO si fa latore di un messaggio che PIO Domenico cl. 46 invia al nipote PIO Candeloro a rimanere entro i propri limiti senza invadere il "...territorio..." dello zio.

AQUILINO con la partecipazione alle riunioni i cui intendi chiarificatori sono del tutto evidenti e recapitando "l'avvertimento" a PIO Candeloro, mostra da una parte di essere pienamente consapevole della suddivisione interna alla cosca in merito alle attività criminali da effettuare ; dall'altra svolge un ruolo quasi da "mastro di giornata" finalizzato a comporre i dissidi tra le due fazioni"...omissis...PIO CANDELORO:-Compare Tonino. AQUILINO ANTONINO:-Come sei combinato? PIO CANDELORO:-Mi sono combinato a piedi di (incomprensibile) AQUILINO ANTONINO:-Ma, ascolta me. PIO CANDELORO:-Ditemi. AQUILINO ANTONINO:-Allora, due consigli ti do. PIO CANDELORO:-Uno. AQUILINO ANTONINO:-Si, quando ti muovi, ti conviene che ti muovi da solo. Me l'accetti o no? Primo consiglio. Giusto? PIO CANDELORO:-Due. AQUILINO ANTONINO:-Ah? PIO CANDELORO:-Due. AQUILINO ANTONINO:-Secondo, te l'ho detto oggi, per lì non c'è niente, lì è territorio di tuo Zio, quello che resta sono briciole, non andare dietro un altro, non se hai capito, penso che te ne sei accorto, o no?...omissis...)

RIGGIO Angelica "custodisce" una cambiale di GIACOMELLI Giovanni destinata a PIO Domenico, che è stata oggetto di protesto; in tal senso si colloca una breve conversazione ambientale, intercorsa tra LUCCHINI Roberto e PIO Domenico, intervenuta durante un tentativo di chiamata da parte del PIO verso GIACOMELLI, il quale nella circostanza non risponde:- (...omissis...In ambientale mentre il telefono squilla Pio Domenico parla con Lucchini Roberto ...omissis...LUCCHINI ROBERTO:-Ancora non te lo sei fatto dare? PIO DOMENICO:-Perchè ha protestato la cambiale. LUCCHINI ROBERTO:-E il numero? PIO DOMENICO:-No no, ce l'ha "Vanessa". Beh, il telefono bussa, non è che dici non bussa, ah ho capito. Questo pensa che lo chiamo per la cambiale, ti dico che l'ha protestata, sicuro, se non risponde...omissis...)

Nel corso di una successiva conversazione PIO Domenico solleciterà GIACOMELLI per la risoluzione della questione di RIGGIO Angelica. (...omissis...Giacomelli Giovanni:-sei rientrato? Pio Domenico:-no, sono fuori Gianni. Giacomelli Giovanni:-a buona, allora niente dai. Pio Domenico:-eh, ascolta, per Vanessa (NDR RIGGIO ANGELICA) quand'è che vediamo in settimana, domani, dopo, quando? Giacomelli Giovanni:-a domani no, Mimmo. Pio Domenico:- e quando allora Gianni. Giacomelli Giovanni:-ti ho detto a metà settimana, fammi vedere un attimo. IN AMBIENTALE PIO DOMENICO SI RIVOLGE A VANESSA (NDR RIGGIO ANGELICA) Pio Domenico:-ti ha detto per giovedi. Vanessa:-ha detto: "entro giovedi della settimana prossima...Pio Domenico:-ha detto entro giovedi gli avevi detto, infatti c'ero io. Giacomelli Giovanni:-come? Pio Domenico:- gli avevi detto:"entro giovedi facciamo qualcosa. Giacomelli Giovanni:-e si, non ti preoccupare, che io mi do da fare. Pio Domenico:-che lei ha problemi per venerdì, poi eh. Giacomelli Giovanni:-lo so, lo so, fammi vedere un attimo qua cosa sto facendo...sto facendo io Pio Domenico:- va bene. Giacomelli Giovanni:-comunque penso che non ci sia problema, insomma. Pio Domenico:-va bene. No il problema, problema è che lei. Giacomelli Giovanni:- ho detto...aspetta un attimo che passa l'ambulanza. Pio Domenico:-il problema è che lei ha delle firme, capisci? Giacomelli Giovanni:-mm. IN AMBIENTALE:-Vanessa:-a lui non gli deve interessa...Pio Domenico:-Va bene, non gli interessa cosa centra...Giacomelli Giovanni:-va bene ciao dai Mimmo...omissis...)
A fronte del debito contratto con PIO Domenico, GIACOMELLI Giovanni gli consegna alcune cambiali, rassicurandolo che qualora fossero risultate oggetto di protesto sarebbe stato disposto a pagarne i relativi importi in contanti. (...omissis... GIACOMELLI GIOVANNI:-Mi hai chiamato tu Mimmo? PIO DOMENICO:-E ti ho chiamato Gianni, ma che cazzo hai fatto, mi hai protestato la cambiale tu? GIACOMELLI GIOVANNI:-Ma quale? PIO DOMENICO:-A dicembre. GIACOMELLI GIOVANNI:-Ma è impossibile proprio. PIO DOMENICO:-Ma come è impossibile proprio, ero la, ero a Bergamo cazzo non mi hai risposto. GIACOMELLI GIOVANNI:-Ero in Prefettura a Bergamo, tra l'altro ti cercavo....omissis... GIACOMELLI GIOVANNI:.Dimmi tutto. PIO DOMENICO:- Adesso io voglio sapere le cambiali che hai pagato. GIACOMELLI GIOVANNI:-Eh. PIO DOMENICO:-Quanto nei hai Ma adesso come fai a fare l'amministratore, col cazzo puoi fare l'amministratore. GIACOMELLI GIOVANNI:-Ma ascolta, aspetta un attimo che esco da qua, sono qua a mangiare (in ambientale: scusate un attimo) Mimmo...omissis...GIACOMELLI GIOVANNI:-Non ho nessun problema io con Giovanni, quello... i documenti che ti ho dato. PIO DOMENICO:-Si dai ho capito, dai ho capito, dai. GIACOMELLI GIOVANNI:-E basta dai. PIO DOMENICO:-Si ma adesso dico, io voglio sapere quante cambiali mi hai protestato della macchina. GIACOMELLI GIOVANNI:-Ma ti ho detto io... nessuna Mimmo, vai a vedere, ma è impossibile proprio, se non te lo avrei detto Mimmo, non ho c'ho problemi e allora basta, la risolviamo. PIO DOMENICO:-Eh, la risolviamo. GIACOMELLI GIOVANNI:-Poi se è ternato indietro qualcosa, vieni qua e ti do i soldi, non c'è problema. PIO DOMENICO:-Eh va bene dico, ma questo mi ha chiamato che gli è tornata oggi dal mese di Dicembre cazzo. GIACOMELLI GIOVANNI:-Ma è impossibile cazzo, si vede che gli è tornata indietro, gli è tornata indietro per il non pagamento, ma io avevo i soldi. PIO DOMENICO:-E' protestata, è protestata Giovanni, è protestata vai tranquillo. GIACOMELLI GIOVANNI:-E allora fattela dare, gli diamo i soldi, glieli do io. PIO DOMENICO:-Esatto, ma vieni, bravo. GIACOMELLI GIOVANNI:-Ti do i soldi. Eh? PIO DOMENICO:-Però vieni, perchè dobbiamo andare a sistemare le polizze prima che scadono eh, perchè poi mi dai i soldi tu eh. GIACOMELLI GIOVANNI:- Quali polozze? PIO DOMENICO:-Quelle due polizze che mi hai dato della, degli anelli lì. GIACOMELLI GIOVANNI:-Bravo...ah...guarda, io sono già stato (inc.) a rinnovare tutte le altre e sono ancora buone quelle. PIO DOMENICO:-Si ma ti sto dicendo, vieni che andiamo, fatti vedere, ok?...omissis...GIACOMELLI GIOVANNI:-Ecco, se quello la, qualsiasi cambiale è tornata, vengo su e ti do i soldi, non c'è problema, perchè li ho presi. PIO DOMENICO:-E portameli, ti ho detto 1.000,00 euro più le spese, una è tornata di Dicembre, Giova. GIACOMELLI GIOVANNI:-Va bò, dai, comunque per quanto riguarda il tuo discorso stai tranquillo, lo sai già, hai già capito no? PIO DOMENICO:-Ma vieni, vieni a trovarmi però, vieni a trovarmi...omissis...)

RIGGIO Angelica "custodisce" un assegno di GIACOMELLI Giovanni che non puo' comunque incassare in quanto privo di fondi; tuttavia, nel corso di una conversazione telefonica intercorsa tra i due, nella quale interviene anche PIO Domenico, giunge la rassicurazione da parte del GIACOMELLI che è riuscito a coprire l'assegno e quindi, già dal giorno successivo, il titolo puo' essere incassato.
(...omissis... RIGGIO ANGELICA:-Pronto Giovanni. GIACOMELLI GIOVANNI:-Si. RIGGIO ANGELICA:-Ciao. GIACOMELLI GIOVANNI:-Ho sistemato tutto con lui. RIGGIO ANGELICA:-Quindi? Cosa facciamo? GIACOMELLI GIOVANNI:-Basta, l'assegno va pagato e basta, viene pagato e basta. RIGGIO ANGELICA:-Ah, lo paga, apposto, sicuro sicuro Giovanni, non è che poi dopo abbiamo la sorpresina. GIACOMELLI GIOVANNI:-No, ma io... perchè mi ha dato, mi ha dato...prima mi dicono una cosa, poi ne fanno un'altra, hai capito? Mi sto girando i coglioni pure io, non ti pensare eh,che prima mi devono dare i soldi, me li danno, io l'avevo chiamato Mimmo per avvisare scusa, per cosa poteva succedere e lui si è incazzato subito. RIGGIO ANGELICA:-Eh beh, è normale Giovà. GIACOMELLI GIOVANNI:-Lo so, lo so, ma digli di ascoltarmi quando lo chiamo, non è che lo chiamo e glielo faccio apposta eh. RIGGIO ANGELICA:-Eh eh eh, eh lo so però. GIACOMELLI GIOVANNI:-Hai visto, come il Carlo, quello la, visto che non l'avevo fatto apposta io eh. RIGGIO ANGELICA:-Eh, va bè, però comunque sicuro allora. GIACOMELLI GIOVANNI:-No, vai tran...RIGGIO ANGELICA:-Non ci sono problemi, andiamo tranquilli, quindi domani c'è il pagato perchè la valuta è domani. GIACOMELLI GIOVANNI:-Tanquillis... Brava, tranquillissima, infatti l'assegno arrivava domani, arrivava domani, infatti già lo so. RIGGIO ANGELICA:-No no, domani l'assegno dev'essere già lì, domani arriva il pagato perchè va in valuta. GIACOMELLI GIOVANNI:-Lo so. Eh... guarda io sono col Ciro no, Mimmo lo conosce, siamo andati a versare i soldi noi. RIGGIO ANGELICA:-Si, va bò, apposto. GIACOMELLI GIOVANNI:-Basta. RIGGIO ANGELICA:-Va bene. GIACOMELLI GIOVANNI:-Ho chiamato quello, è tutto apposto. RIGGIO ANGELICA:-Va bene, dai te lo passo un attimo dai. GIACOMELLI GIOVANNI:- Si si ciao. RIGGIO ANGELICA:-Ciao...In ambientale RIGGIO Angelica si rivolge a PIO Domenico dicendo...RIGGIO ANGELICA:-E' tutto apposto, ha pagato l'assegno e domani ha la valuta. PIO DOMENICO:-Chi l'ha pagato? RIGGIO ANGELICA:-Lui, che Ciro gli ha prestato i soldi...La conversazione riprende tra PIO Domenico e GIACOMELLI Giovanni...PIO DOMENICO:- Pronto. GIACOMELLI GIOVANNI:-Si, ciao Mimmo. PIO DOMENICO:-Ciao. GIACOMELLI GIOVANNI:-Niente, tante volte mi allarmano per un par de cazzi, perchè quello diceva no, non li voglio più pagare perchè...dopo ho preso i 5.000 e un 3.000 l'hanno messo all'incasso prima del tuo e si era incazzato questo, giustamente no? E gli ho detto, cosa centro io col cazzo del 2.000? E poi sono qua con Ciro e siamo andati a prendere i soldi, sono entrato alla CARIPARMA e ho versato, basta, poi ho chiamato quello la e gli ho detto, pagalo e non mi rompere più i coglioni. PIO DOMENICO:-Dico, siamo, siamo sicuri si? GIACOMELLI GIOVANNI:-Guarda, sono qua con Ciro eh, te lo dice anche Ciro. PIO DOMENICO:-Ah, va bè, va bene va bene, fatti vostri, ok...omissis...)

Un'altra circostanza in cui la RIGGIO Angelica interviene riguarda il probabile episodio di usura in danno di CASTAGNINO Salvatore del quale la RIGGIO detiene la situazione aggiornata sulle scadenze dei pagamenti delle cambiali:- (...omissis...CASTAGNINO SALVATORE:-Si Mimmo. Ciao. PIO DOMENICO:- Ma non ho capito scusa ma ieri sera non dovevi passare? CASTAGNINO SALVATORE:-Sono arrivato a casa tardi, Mimmo, non è che potevo venire a romperti i coglioni alle undici. PIO DOMENICO:-Sei arrivato a casa tardi, va bene. CASTAGNINO SALVATORE:-Io adesso passo no, ma passo da Vanessa e gliele lascio se vuoi. PIO DOMENICO:-Si, ma tanto, ma tanto il vostro problema lo avete risolto. CASTAGNINO SALVATORE:-No no, Mimmo, ma cosa stai dicendo ascolta io tra un'ora Vanessa c'ha in mano tutto. PIO DOMENICO:- Ricordati nella vita che c'è sempre una seconda volta, non scordartelo mai.

CASTAGNINO SALVATORE:-Mimmo, Mimmo, lo sai come la penso io. PIO DOMENICO:-Se non ci sono io per fare i conteggi, non puoi lasciare niente tu. CASTAGNINO SALVATORE:-E te le do a te, dov'è il problema, dimmi dove sei che vengo giù Mimmo. PIO DOMENICO:-No vediamoci più tardi. CASTAGNINO SALVATORE:-Eh va bene, ce l'ho qua in tasca da ieri, purtroppo si è spaccato il naso mio figlio, siamo tornati a casa alle undici, passavo da casa tua a romperti le balle? alle undici? PIO DOMENICO:-Va bè. CASTAGNINO SALVATORE:-Ho detto, domani lo vedo e gliele do. PIO DOMENICO:-Va bene. CASTAGNINO SALVATORE:-Mimmo, cavolo, ci mancherebbe. PIO DOMENICO:-No no no, io so che sai che devo andare a farmi fare dello operazioni che non posso andare se tu non mi dai. CASTAGNINO SALVATORE:-No no, ascolta, tra un'ora ce li hai in mano, fidati, cazzo ce li ho quà in tasca...omissis...

(...omissis...CASTAGNINO SALVATORE:-Ciao Mimmo, no, che mi ha chiamato ancora il direttore, tu riesci a fare qualcosa? PIO DOMENICO:-Eh no Salvatore, io oggi, io non riesco a fare niente. CASTAGNINO SALVATORE:-Porca di quella puttana. PIO DOMENICO:-Oggi non riesco a fare niente. CASTAGNINO SALVATORE:-E mi tocca far protestare la Babilonia. PIO DOMENICO:-Io posso fare...CASTAGNINO SALVATORE:-Va bene dai. PIO DOMENICO:-Io posso fare qualcosa per dopodomani mattina. CASTAGNINO SALVATORE:-Ah, ho capito. PIO DOMENICO:-Per dopodomani mattina posso fare qualcosa. Quant'era lì? CASTAGNINO SALVATORE:-Eh, erano 4.000,00 euro, dovevo coprire io. Perchè sono andati in protesto il 3.800 e il 2.700... Almeno 4.000. PIO DOMENICO:-4.000? 4.000? CASTAGNINO SALVATORE:-Si si Almeno 4.000,00 euro se no protesto. PIO DOMENICO:-Dove sei tu adesso? Dove sei tu adesso? CASTAGNINO SALVATORE:-Io sono qua a Cesano a Cesano, che sono andato da un amico a chiedere se me li prestava ma non ce li ha, capito, per riuscire a coprire, se no cazzo è inutile che iniziamo e poi ci roviniamo. PIO DOMENICO:-Vai su da Vanessa. CASTAGNINO SALVATORE:-Da Vanessa? PIO DOMENICO:-Vai la e digli di andare lei a Cesano, visto che l'assegno ce l'hai tu. CASTAGNINO SALVATORE:-Ah, va bene dai, ok, va bene...omissis...)

Peraltro la partecipazione di RIGGIO Angelica alle "riunioni" di PIO Domenico viene rilevata dai CC. nel corso di un dispositivo do osservazione; all'evento, svoltosi il giorno 11 Novembre 2008 presso un'aarea di servizio sulla Superstrada Milano-Meda il gruppo, composto da PIO Domenico (giunto nella circostanza con l'autovettura Alfa Romeo intestata a CAMMARA Giuseppe - soggetto vicino al gruppo riferibile al Capo Società PIO Candeloro), dalla citata RIGGIO e da TRIPODI Demetrio, incontra la probabile vittima CASTAGNINO Salvatore.

Occorre infine richiamare un dato costante rilevato per tuttte le vittime di usura e di estorsione di PIO Domenico: esse risultano obbligate alle condizioni di assoggettamento e di omertà scegliendo di rimanere sottoposte alle vessazioni del PIO piuttosto che denunciare i fatti alle Autorità.

Inoltre, una costante riscontrata è costituita dal fatto che la maggior parte delle vittime essendo di origini calabresi, ben conoscono i meccanismi e le dinamiche tipiche degli ambienti delinquenziali di quella matrice e, quindi, sono pienamente consapevoli delle conseguenze e delle ritorsioni alle quali si espone inevitabilmente chiunque entri in contrasto o si opponga alle regole di omertà, che sottostanno all'azione criminale della cosca stessa.

L'attuale impossibilità di escutere le vittime di usura per ragioni contingenti di riservatezza delle indagini non permette allo stato di definire gli elementi essenziali (capitale iniziale, pagamenti richiesti ed effettuati, tasso di interesse da confrontare con quello previsto dai decreti ministeriali) per contestare al PIO ed ai suoi sodali i reati ex art. 644 - 629 c.p.

Indubbiamente la serie di episodi che di seguito si esporranno esprimono in maniera compiuta l'estensione dell'attività criminale dedita all'usura di PIO e del suo gruppo.

Il limite probatorio ai fini della contestazione, comune a tutti gli episodi di usura emersi, non inficia la ricostruzione delle vicende sotto descritte che ripercorrono e contengono tutti gli altri elementi classici dell'attività usuraia. Peraltro lo stesso limite derivante dall'assenza di denunce (pur in presenza di conclamate minacce) si risolve in un inattaccabile elemento circa la presenza di quel clima di omertà e di assoggettamento proprio del metodo mafioso.

E' palese che è avvenuta sempre la dazione di una consistente quantità di denaro da parte di PIO Domenico in favore delle vittime.

E' altrettanto evidente che il prestito in questione si inquadra in una attività svolta dal PIO in larga scala al di fuori dei circuiti legali come potrebbero essere l'utilizzo di società finanziarie o la stipulazione di contratti di mutui riscontrabili su supporto cartaceo.

E' emerso inoltre ogni volta il classico stillicidio di richieste dell'usuraio e di pagamenti della vittima in difficoltà economica.

In qualche caso nonostante la inaffidabilità del debitore dovesse sconsigliare nuovi prestiti, il PIO continua ad effettuare piccole dazioni a sua volta presumibilmente gravate da interessi usurai per tenere in essere l'attività d'impresa gestita dalla vittima e continuare cosi a "succhiare " gli eventuali introiti dell'attività stessa.

In qualche altro episodio si palese,inoltre, la strategia del PIO anche questa tristemente classica nei reati di usura, tesa ad appropriarsi dei beni o dell'attività della vittima.

E' chiaro,infine, che il PIO, che risulta nullatenente, potendo usufruire di una organizzazione criminale quale quella descritta nel presente capitolo in quasi tutti i casi in esame pone in essere comportamenti intimidatori e violenti che costringono le vittime a sottostare alle sue odiose richieste da "cravattaro".

 

 

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