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Delibera unanime del CSM sul caso SISMI

461/RR/2006
Delibera del Comitato di Presidenza in data 7 novembre 2006 con la quale è stata autorizzata l'apertura presso la Prima Commissione di una pratica a tutela dei magistrati che, come riferiscono notizie di stampa, sarebbero stati oggetto di informative e di osservazione ad opera di appartenenti o collaboratori del servizio di informazione militare...



(relatore Dott. ROIA)

"1. Il 7 novembre 2006 il Comitato di presidenza del Consiglio superiore -
su richiesta dei consiglieri Pepino, Riviezzo, Berruti, Siniscalchi e
Patrono - ha autorizzato l'apertura presso la Prima Commissione di una
pratica "a tutela" in conseguenza di notizie di stampa secondo cui «nel
corso di una perquisizione effettuata su ordine dell'autorità giudiziaria
nei locali in disponibilità del Sismi situati in via Nazionale a Roma, è
stata rinvenuta documentazione da cui risulta che numerosi magistrati sono
stati oggetto di informative e di osservazione ad opera di appartenenti o
collaboratori del Servizio di informazione militare (...) anche al fine di
condizionare od ostacolare l'attività giurisdizionale di tali magistrati, di
impedirne la partecipazione a organismi sopranazionali, di delegittimarli
attraverso il discredito personale, ledendo con ciò, insieme alla loro
dignità personale, l'esercizio autonomo e indipendente della giurisdizione e
incidendo (o tentando di incidere) sulle consapevoli determinazioni
dell'organo di autogoverno e finanche sulla composizione dello stesso».

Nell'ambito di detta pratica, con nota 22 novembre 2006, sono stati
richiesti alla Procura della Repubblica di Milano, ove consentito dalle
esigenze investigative, informazioni e atti relativi alla perquisizione di
cui sopra e ai suoi seguiti.

Il 18 dicembre la Procura di Milano ha trasmesso alla Prima Commissione del
Consiglio ampia documentazione comprensiva:

a1) degli atti salienti del procedimento pendente nei confronti di Pignero
Gustavo ed altri, con indagini concluse e richiesta di rinvio a giudizio
(nonché di archiviazione per alcune posizioni) depositata il precedente 5
dicembre, nell'ambito del quale, il 5 luglio 2006, è stata effettuata
perquisizione nell'appartamento in uso al Sismi, sito in Roma, via Nazionale
230;

a2) di numerosi documenti sequestrati in detta perquisizione (in cartaceo
ovvero tratti da computer o floppy disk) contenenti riferimenti a
magistrati, italiani ed europei, alla loro attività, ad istituzioni (anche
internazionali) in cui operano (od operavano) tali magistrati, ad
associazioni di magistrati (italiane ed europee);

a3) della memoria in data 7.7.2006 indirizzata ai pubblici ministeri di
Milano nel contesto dell'interrogatorio reso da Pompa Pio il quale,
definendosi "dirigente del Sismi con compiti di analista OSINT"
rappresentava, in merito alla documentazione sequestrata presso il suo
ufficio riservato,: "nella mia missione sono obbligato ad acquisire
classificare custodire, tutte le informazioni che ottengo, senza distinzione
di genuinità affidabilità attendibilità. Un servizio di sicurezza svolge i
propri compiti istituzionali acquisendo il maggior numero di informazioni
possibili ed analizzandole tutte, utilizzando solo quelle ritenute utili per
la sicurezza nazionale".

a4) della missiva in data 18 dicembre 2006 di trasmissione alla Procura
della Repubblica di Roma per competenza territoriale del proc. n. 50160/06
mod. 21, aperto a carico di Pollari Nicolò e Pompa Pio per i reati di cui
agli artt. 314 e 616 codice penale nonché per altre possibili ipotesi di
reato (in particolare, abuso ex art. 323 codice penale e , art. 167 decreto
legislativo 30 giugno 2003, n. 196, codice privacy) connesse ad attività del
Sismi non riconducibili alle finalità di competenza di tale servizio
emergenti dalla acquisizione e dalla elaborazione del materiale acquisito
nella perquisizione del 5 luglio 2006.

In data 26.6.2007 sono stati sentiti dalla Prima Commissione il Procuratore
della Repubblica di Roma dott. Ferrara ed il Sostituto Procuratore dott.
Saviotti titolare del procedimento n. 56467/06/RG i quali hanno prodotto l'
invito a presentarsi per rendere interrogatorio emesso in data 25.6.07 nei
confronti di Pompa Pio per i reati di cui agli artt. 314, 81 cp.v. 61 n. 2,
110 c.p., 110, 81 c.p.v., 616, 61 n. 9 c.p., confermando le iscrizioni al
registro notizie di reato quali unici indagati dello stesso Pompa Pio e di
Pollari Nicolò, mentre non risultano allo stato coinvolti altri soggetti o
organi.

2. Tra i documenti acquisti, particolare rilievo presentano, ai fini che qui
interessano:

b1) alcuni appunti, predisposti nella primavera-estate del 2001, esplicativi
del progetto di osservazione e intervento del Sismi su settori della
magistratura definiti «portatori di pensieri e strategie destabilizzanti
(...) e vicini ai partiti della passata maggioranza» (cfr. reperto B.9).
Tale progetto è così sintetizzato: «neutralizzazione di iniziative,
politico-giudiziarie, riferite direttamente a esponenti della attuale
maggioranza di Governo e/o di loro familiari (anche attraverso l'adozione di
provvedimenti traumatici su singoli soggetti), sedi: Milano, Torino, Roma e
Palermo; neutralizzazione o, al più, ridimensionamento di attività
aggressive, politico-giudiziarie, provenienti dall'estero, ma svolte in
sinergia con ambiti e soggetti di cui ai precedenti punti, paesi di
interesse: Spagna, Inghilterra; (...) concettualizzare un team di soggetti
di riferimento che prendano come missione prioritaria la valutazione e la
diagnosi precoce di ogni iniziativa aggressiva e di studiarne e attuarne
misure di neutralizzazione o di deterrenza. Al contempo, il citato team
potrebbe (in parallelo) svolgere attività di dissuasione mediante l'adozione
di adeguate contromisure in Italia e all'estero» (reperto B.9);

b2) il report sulla designazione di magistrati italiani in «organismi
investigativi dell'Unione europea» e, in particolare presso l'Olaf
(Organismo per il contrasto alle frodi e alla corruzione), finalizzata -
secondo detto documento - «ad enfatizzare iniziative aggressive già in corso
od a promuoverne altre nei confronti di alte personalità di Governo e/o del
Governo stesso, con riferimento all'attuazione di momenti significativi del
suo programma (realizzazione di opere, ecc.)» (reperto B.9). Si legge, tra
l'altro, in detto report: «Tale strategia (di infiltrazione nell'Olaf, ndr)
è volta sia a stimolare vere e proprie iniziative giudiziarie e/o di
delegittimazione di soggetti specifici sia a creare le condizioni per
impedire che finanziamenti e/o provvidenze previsti per l'attuazione di
taluni programmi vengano congelati sine die se non addirittura revocati. La
prospettiva (...) richiede, perché possa essere avviata e portata avanti con
successo, che taluni incarichi messi a concorso vengano affidati a precise
persone legate ideologicamente e intellettualmente a chi opera la regia
dell'iniziativa in questione. La prospettiva, come detto, era già stata
scoperta anche in virtù delle persone fisiche che erano state già designate,
della storia di queste ultime e di concomitanti elementi di conoscenza già
acquisiti. La relativa insidiosità era stata più volte rappresentata e
sottolineata. Nelle ultime ore persona di sicura affidabilità avente
medesima estrazione professionale dei soggetti prima indicati come
potenzialmente pericolosi e rivestente oggi qualificato incarico di supporto
governativo ha ritenuto di dover rappresentare ulteriori allarmanti elementi
di pericolosità dei quali ha contezza diretta anche in ragione del suo
Ufficio. Ci si intende riferire sia ad elementi di conoscenza fattuale
disponibili nell'esercizio della sua funzione sia a prove documentali, anche
olografe (delle quali talune reperite fortunosamente nell'ambito della
struttura presso la quale il soggetto opera). (...) Si tratta in particolare
e tra l'altro di scongiurare l'eventualità che taluni soggetti, deputati ad
operare negativamente nel senso illustrato, vengano ad essere addirittura
designati dalla stessa compagine governativa che potrebbe risultare, poi,
vittima della loro iniziativa. La fonte ha riferito di aver già fornito
indicazioni in tal senso a taluni esponenti del Governo in carica. Ha
tenuto, peraltro, a sottolineare viva preoccupazione e grande allarme per
l'ipotesi di una possibile sottovalutazione del problema da parte di chi
dovrebbe darsene carico»;

b3) elenchi e schede di magistrati qualificati come «aree di sensibilità» da
sottoporre a osservazione e interventi di contrasto e/o dissuasione. Nella
individuazione dei magistrati italiani è fatto esplicito riferimento alla
appartenenza a Magistratura democratica ma anche a un «dispositivo
approntato in sede politico-giudiziaria da noto esponente, già appartenente
all'Ordine Giudiziario, che si è proposto quale ideologo e, poi,
catalizzatore e garante occulto di un gruppo di appartenenti a quell'Ordine
(...) con la costituzione di un movimento trasversale che ha reso nella
sostanza obsolete le tradizionali "correnti" di quell'Ordine» (cfr. reperto
B.9). I magistrati ritenuti appartenenti a tale movimento sono indicati in
apposito elenco (cfr, reperto B.1), integrato da autonome indicazioni.
Nell'elenco ad hoc (comprensivo anche di estranei all'ordine giudiziario,
che qui si omettono) sono inclusi, sotto la voce «aree di sensibilità», i
magistrati Colombo, D'Ambrosio, Caselli, Bruti Liberati, Almerighi, Natoli,
Ingroia, Principato, Sabella, Mancuso (Dap/Na), Mancuso (Bo), Melillo,
Monetti, Salvi, Cesqui, Lembo, Paraggio, De Pasquale, Napoleoni, Casson e
Perduca e, sotto la voce «supporters e/o braccio armato», i magistrati
Borrelli, Davigo, Boccassini, Greco, Taddei, Ichino, Carnevali (nonché,
ripetuti, D'Ambrosio e Colombo). A tale elenco sono aggiunti, in via
autonoma, numerosi altri magistrati: in particolare, con l'indicazione di
partecipi del «movimento dei "giuristi" democratici militanti», oltre ai già
ricordati Edmondo Bruti Liberati e Giovanni Salvi, «il presidente di
Magistratura democratica e membro di MEDEL, Livio Pepino e il presidente di
MEDEL e membro di Md, Ignazio Patrone» (cfr. allegato 4 allla nota 16
dicembre 2006 Digos Milano). Specifiche schede biografiche o indicative dei
rapporti intrattenuti dagli interessati con personalità politiche, italiane
e non, sono dedicate ad Armando Spataro (reperto C.24 e C.27), Stefano
Dambruoso (reperto C.28), Domenico Gallo (reperto D.26.12);

b4) un dossier sull'associazione europea Magistrats européens pour la
democratie et les libertés (MEDEL) (reperto D.26.6) comprensivo: ?) di
alcuni elenchi, l'ultimo dei quali aggiornato al 12 marzo 2002, delle
organizzazioni aderenti a MEDEL (con relativi responsabili, indirizzi e.mail
e numeri telefonici) e dei singoli magistrati che ne fanno parte, come
singoli o come delegati di associazioni nazionali. L'elenco aggiornato al 12
marzo 2002 comprende 203 magistrati (con relativi indirizzi di posta
elettronica) di 12 paesi europei; di essi 46 sono italiani; ?) di uno
«studio preliminare delle ultime attività di MEDEL e soprattutto del suo
principale sostegno italiano (Magistratura Democratica», redatto il 3 agosto
2002; ?) di un monitoraggio capillare delle attività, dei contatti, delle
riunioni e dei documenti di MEDEL, predisposto anche attraverso l'analisi
dettagliata dei messaggi di posta elettronica diffusi nella lista (di
carattere interno) dell'associazione tra il 2 ottobre 2001 e il 6 luglio
2002. Il dossier si conclude con il seguente rilievo: «Dal lontano 1985 ad
oggi, MEDEL ha compiuto passi da gigante nel conseguimento dei suo disegno
politico, sociale e corporativo sviluppando, contestualmente, un assetto
organizzativo che, dal centro e fino alle periferie mondiali, si è mostrato
all'altezza di corrrispondere ai nuovi scenari determinati dal processo di
globalizzazione. Ne consegue che sarebbe assai riduttivo considerare MEDEL
un'associazione diluita tra altri organismi similari. Di fatto essa
rappresenta il deus ex machina di quel movimento internazionale dei
magistrati militanti che, avvalendosi delle prerogative connesse alle
funzioni svolte all'interno del proprio Paese, ha finito con il costituire
una rete la cui capillarità gli consente di esercitare il proprio peso sia a
livello nazionale che sovranazionale. In tale modo ne è scaturito un
processo osmotico, dal centro alla periferia e viceversa, la cui dinamica
viene scandita nel contesto di quell'asse internazionale, di
contrapposizione all'Impero occidentale capitalistico, che non rifugge
dall'avvalersi, strumentalmente e non, di alleanze anche con il mondo
dell'integralismo islamico»;

b5) un "promemoria" (corredato di schema grafico) circa la «rete informativa
utilizzata dal magistrato francese di collegamento presso il Ministero di
Grazia e Giustizia, Emmanuel Barbe, nel suo "particolare" modus operandi»
(reperti D.26.6). Si legge in detto promemoria: «Secondo talune indicazioni
il magistrato di collegamento, presso il Ministero di Grazie e Giustizia,
Emmanuel Barbe (addetto dell'Ambasciata di Francia a Roma), risulterebbe da
tempo in stretti rapporti con diversi esponenti del cosiddetto movimento dei
"giuristi militanti" rappresentato, a livello internazionale, dalla ONG
Magistrats européens pour la Democratie et les Libertés (MEDEL) presieduta
dal giudice italiano Ignazio Patrone. In particolare egli avrebbe provveduto
ad ampliare e perfezionare la maggior parte dei menzionati rapporti durante
il suo precedente incarico, presso la UE , come Consigliere nella Delegazione
permanente francese per la cooperazione giudiziaria. Sembrerebbe infatti che
Barbe, nel corso della sua permanenza a Bruxelles, abbia avuto modo di
divenire un profondo "conoscitore" delle vicende politiche e giudiziarie,
riguardanti il nostro Paese, anche sulla scorta delle frequentazioni e dei
legami, tra l'altro agevolati dalla stessa MEDEL (caratterizzata già
all'epoca da una forte presenza di Magistratura democratica), con diversi
magistrati e personalità politiche italiane tra cui: Luciano Violante (...);
Antonio Di Pietro (con il quale avrebbe in comune, tra l'altro, la
"passione" per l'informatica); Giancarlo Caselli, verso cui egli
continuerebbe a nutrire, sulla base della passata ottima collaborazione
posta in essere con l'allora Procuratore di Eurojust, stima ed amicizia
incondizionate: Ignazio Patrone (attuale Presidente di MEDEL), con il quale
Barbe avrebbe assidui scambi di vedute, specie sullo scontro in atto tra
Governo e Magistratura, ricavandone altresì, per quanto è dato sapere,
ulteriori e significative "anticipazioni", anche su aspetti di carattere
riservato, spesso riguardanti l'operato della Corte Costituzionale, come
sarebbe recentemente avvenuto in occasione del pronunciamento sul lodo
Schifani; Edmondo Bruti Liberati (ex Presidente di MEDEL), che verrebbe, dal
nostro, soventemente "consultato" (a volte direttamente altre in via
mediata) sia come Presidente dell'ANM che come membro del Comitato di
vigilanza dell'OLAF; Alessandro Perduca (ritenuto contiguo a MEDEL), dal
quale attingerebbe, considerata la sua posizione al vertice della Direzione
Investigazioni e Operazioni dell'OLAF, "opinioni" e "suggerimenti",
soprattutto sulla "interpretazione" di diverse questioni, attinenti
"determinate" aziende italiane, che potrebbero avere importanti risvolti
giudiziari e politici; Livio Pepino (membro di MEDEL), presidente di Md;
Claudio Castelli (membro di MEDEL), segretario nazionale di Md, Maria
Giuliana Civinini (membro di MEDEL), consigliere del CSM; Giovanni Salvi
(membro di MEDEL), consigliere del CSM; Luigi Marini (membro di MEDEL),
consigliere del CSM. Tuttavia gli elementi di maggiore delicatezza, circa il
ruolo ed il modus operandi adottati da Emmanuel Barbe nello svolgimento dei
suoi vari incarichi, segnatamente presso la UE , prime, e l'Ambasciata di
Francia a Roma, poi, riguarderebbero non tanto la sua organicità o meno al
menzionato movimento dei "giuristi militanti" ma, quanto, l'asserita
propensione e predisporre ed usufruire di una propria efficace rete
"informativa" in grado di interagire sul duplice versante politico e
giudiziario»;

b6) monitoraggio di iniziative, dibattiti e manifestazioni a carattere
"antigovernativo" con la partecipazione di magistrati: cfr., in particolare:
?) le schede sulla asserita costituzione nell'agosto 2001, su iniziativa del
dr. Spataro, di un team per ottenere dal CSM un «parere di merito» contrario
alla riforma del diritto societario (in via di approvazione parlamentare) e
per effettuare «la riconversione dei capi d'accusa che coinvolgono un
personaggio politico di primissimo piano» (cfr. reperti B.2 e B.9); ?) la
scheda sulla strategia di contrasto della istituzione della Commissione
d'inchiesta su Tangentopoli (cfr. allegato 4 alla nota 16 dicembre 2006
Digos Milano) nonché gli ulteriori appunti allegati a detta nota e quelli
inseriti nel reperto D.26. In questo filone si inserisce anche la scheda
relativa alle elezioni per il rinnovo del Comitato direttivo centrale
dell'Associazione nazionale magistrati dell'11-13 maggio 2003 dove si
riporta " Fonti ben informate hanno fornito indicazioni secondo cui gli
ultimi episodi, che hanno caratterizzato lo scontro istituzionale tra
Governo e Magistratura, avrebbero di fatto determinato un processo di
ricompattamento, tra le varie componenti dell'ANM, rafforzando notevolmente
la possibilità che l'esito delle elezioni (.11-12-13 maggio 2003), possa
tradursi nel rinnovo di un Comitato direttivo centrale ancora più attestato
su posizioni radicali e, soprattutto, antigovernative. In particolare, negli
ultimi giorni, si sarebbe diffusa tra i Magistrati la percezione di essere
in presenza di uno scontro istituzionale che sarebbe arrivato ad un livello
tale .da imporre una scelta di campo "obbligata" a difesa delle proprie
prerogative di ordine politico e, specialmente corporativo. Emblematiche, al
riguardo, risulterebbero sia il comunicato stampa dell'ANM (7 maggio 2003)
"sulle dichiarazioni del Ministro Castelli e del Presidente Berlusconi" che
i contenuti dei Programmi elettorali delle varie "correnti" rappresentate
all'interno dell'organismo sindacale dei magistrati. Un ulteriore
"delicatissimo" aspetto atterrebbe una operaione, verosimilmente facente
capo a specifici settori della Magistratura e non solo, di chiamata a
raccolta di quegli elementi, appartenenti agli organi di Polizia
Giudiziaria, ritenuti "vicini" professionalmente (operando presso Procure e
Tribunali) e politicamente al fine di orientarne, in questo frangente, le
"azioni" e le prese di posizione. Tale presunta iniziativa avrebbe
contribuito non poco a far crescere, in parte del personale di certi Corpi
di Polizia, un forte sentimento di avversione contro l'Esecutivo in carica
che si starebbe manifestando..in diverse realtà territoriali";

b7) relazioni relative a controlli sull'operato di magistrato effettuati da
persone non indicate (cfr., per esempio, scheda relativa a movimenti e
incontri, nella giornata dell'11 agosto 2001 dei pubblici ministeri milanesi
Bruti Liberati, Colombo e Greco: cfr. reperto B.2 e B.6) ovvero a colloqui e
splorativi con altri magistrati (cfr. intervista ai dr. Spataro e Pomarici
in data 22 maggio 2006 del giornalista Farina, alias agente "Betulla",
nonché ricevute di pagamento di quest'ultimo: cfr. reperti C.26 e D.34);

b8) raccolta di documentazione relativa a contatti "compromettenti" o
dimostrativi della strategia antigovernativa di alcuni magistrati (cfr., in
particolare, il reperto D.26.12 in cui è inserito l'articolo pubblicato su
Il Giornale del 14 dicembre 2001 con il titolo "A Lugano summit a quattro
per il pool antiBerlusconi", relativo a un asserito incontro, in un albergo
di Lugano tra Ilda Boccassini, Elena Paciotti, Carla Del Ponte e Carlos
Castresana).

3. Tirando le somme di quanto sin qui esposto:

c1) la documentazione acquisita evidenzia che, a partire dall'inizio
dell'estate del 2001 (e cioè da epoca immediatamente successiva alle
elezioni del maggio dello stesso anno) ebbe inizio, nei confronti di alcuni
magistrati italiani ed europei e delle associazioni di riferimento degli
stessi (in particolare Magistratura democratica e MEDEL), una attività di
intelligence da parte del SISMI protrattasi, in modo capillare e
continuativo, sino al settembre 2003 e, in modo saltuario, sino al maggio
2006. Tale attività fu oggetto di ripetute informazioni al direttore del
Servizio e sembra, quindi, riferibile, al SISMI in quanto tale e non a suoi
"settori deviati", come conferma, del resto, nella memoria depositata alla
Procura della Repubblica di Milano il 7 luglio 2006, il coordinatore di
detta attività, Pio Pompa;

c2) a carico dei magistrati in questione non viene indicato, a motivazione
dell'opera di intelligence svolta, alcun fatto specifico (e men che meno
alcun fatto illecito), essendo detta attività stata disposta
esclusivamente - secondo quanto precisato nella documentazione in
sequestro - sul presupposto che i magistrati oggetto di attenzione siano
«portatori di pensieri e strategie destabilizzanti (...) e vicini ai partiti
della passata maggioranza (di centro-sinistra, ndr)» in ragione
dell'attività giudiziaria svolta o delle posizioni assunte nel dibattito
politico-culturale;

c3) l'opera di intelligence si è concretizzata non solo nella raccolta e
nella schedatura di materiali noti o comunque pubblici ma anche in un
capillare monitoraggio delle attività, dei movimenti e della corrispondenza
informatica di magistrati, mediate forme di osservazione diretta o ad opera
di terzi non individuati (cfr. reperto B.2, nel quale, con riferimento al
controllo degli incontri del dr. Bruti Liberati in data 11 agosto 2001, si
precisa che lo stesso è avvenuto dopo che «era stata puntualmente definita
una tempistica che prevedeva la necessità dell'immediato avvio delle
operazioni in grado di contrapporsi a iniziative e azioni aggressive le cui
fasi preparatorie sarebbero state svolte durante il periodo delle ferie»),
di contatto con fonti riservate e di inserimento (non è dato, allo stato,
sapere con quali modalità) in mailing list con accesso limitato agli
aderenti;

c4) a fianco della osservazione sono stati posti in essere dal SISMI
specifici interventi tesi a ostacolare o contrastare l'attività
professionale o politico-culturale dei magistrati e delle associazioni in
questione. Ciò è espressamente teorizzato e previsto nelle linee
programmatiche all'uopo predisposte, nelle quali si prevedono interventi
tesi a «neutralizzare iniziative politico-giudiziarie (italiane, ndr) (...)
e ridimensionare attività (...) politico-giudiziarie provenienti
dall'estero» nonché «attività di dissuasione mediante l'adozione di adeguate
contromisure in Italia e all'estero» (cfr. reperto B.3 nonché reperto B.6 in
cui si fa esplicito riferimento alla necessità di contrastare una attività
squisitamente tecnico-processuale come la riformulazione di capi di
imputazione a seguito di una intervenuta - o prevista - modifica
legislativa). Né si è trattato di semplici progetti non seguiti da fatti
concreti, come dimostra la circostanza che alle informazioni e
sollecitazioni del SISMI hanno fatto seguito, per limitarsi agli esempi più
noti: ?) una campagna mediatica di delegittimazione dei magistrati già
destinati all'OLAF (Perduca, Vaudano e Piacente) e l'interdizione politica
nei loro confronti (cfr. agenzie di stampa in data 23 novembre 2001: B.8.;
?) la campagna di stampa di alcuni organi di informazione, ripresa in sede
politica, su una presunta congiura ai danni del Governo organizzata a
livello europeo da MEDEL.;

4. Alla stregua di quanto precede, il Consiglio ritiene di dover segnalare,
anche a tutela dell'indipendente esercizio della giurisdizione, dei
magistrati attinti dalla attività del SISMI e dell'intero ordine
giudiziario, quanto segue:

d1) l'attività sin qui descritta, oltre che non fondata su fatti specifici,
è estranea alle attribuzioni e competenze del SISMI, preposto, ai sensi
dell'art. 4 legge 24 ottobre 1977, n. 801 a «tutti i compiti informativi e
di sicurezza per la difesa sul piano militare dell'indipendenza e della
integrità dello Stato da ogni pericolo, minaccia o aggressione» nonché ai
«compiti di controspionaggio» connessi con i fini suddetti. È chiaro,
infatti, che le iniziative giudiziarie (soggette a tutti i controlli
giurisdizionali previsti dall'ordinamento) e le attività di partecipazione
al dibattito politico-culturale sono componenti essenziali della democrazia
e nulla hanno a che vedere con aggressioni o minacce richiedenti azioni di
«difesa sul piano militare»; inoltre, il compito dei Servizi è quello di
vigilare sulla «indipendenza e integrità dello Stato» e non sulla stabilità
del Governo contingente qualunque ne sia il segno politico;

d2) tale attività si proponeva di conseguire effetti di intimidazione nei
confronti di alcuni magistrati e di cagionare perdita di credibilità nei
confronti di altri preposti a indagini e processi particolarmente delicati,
così aumentando le difficoltà nella collaborazione giudiziaria
sopranazionale ed ostacolando, in maniera significativa, l'esercizio
indipendente ed efficace della giurisdizione (e ciò anche a prescindere dai
danni, professionali e di immagine, per i singoli magistrati interessati);

d3) l'opera di intelligence sin qui descritta si è talora svolta - secondo i
documenti acquisiti - con la partecipazione o l'ausilio di appartenenti
all'ordine giudiziario. L'indicazione programmatica in tal senso (tesa a
«individuare soggetti in grado di intervenire in termini "non convenzionali"
nelle scelte, nelle decisioni da assumere e/o per l'ostruzionismo delle
stesse» da affiancare al «background di ben individuati uomini "di buona
volontà"» su cui già è possibile contare: cfr. reperto B.9) trova esplicita
e puntuale applicazione nella vicenda relativa a OLAF [«Nelle ultime ore
persona di sicura affidabilità avente medesima estrazione professionale dei
soggetti prima indicati come potenzialmente pericolosi e rivestente oggi
qualificato incarico di supporto governativo ha ritenuto di dover
rappresentare ulteriori allarmanti elementi di pericolosità dei quali ha
contezza diretta anche in ragione del suo Ufficio. Ci si intende riferire
sia ad elementi di conoscenza fattuale disponibili nell'esercizio della sua
funzione sia a prove documentali, anche olografe (delle quali talune
reperite fortunosamente nell'ambito della struttura presso la quale il
soggetto opera). (...) La fonte ha riferito di aver già fornito indicazioni
in tal senso a taluni esponenti del Governo in carica. Ha tenuto, peraltro,
a sottolineare viva preoccupazione e grande allarme per l'ipotesi di una
possibile sottovalutazione del problema da parte di chi dovrebbe darsene
carico»: cfr. reperto B.9]. Meritevoli di approfondimento sono inoltre le
già ricordate vicende del controllo sull'operato e gli incontri, all'interno
dell'ufficio, di magistrati della Procura di Milano (cfr. reperto B.2) e
dell'accesso alla mailng list riservata di MEDEL (cfr. reperto 26.6) nonché
quella relativa all'asserito tentativo del sostituto procuratore della
Repubblica di Venezia, Casson, di attribuire all'eversione di destra la
«tentata strage» realizzata a Venezia nell'agosto 2001 (cfr. reperto B.2).
Superfluo dire che ogni tipo di collaborazione di magistrati con Servizi
segreti, oltre che espressamente vietata dalla legge (art. 7 legge 24
ottobre 1977, n. 801 secondo cui: «In nessun caso i Servizi possono avere
alle loro dipendenze, in modo organico o saltuario, membri del Parlamento,
consiglieri regionali, provinciali, comunali, magistrati, ministri di culto
e giornalisti professionisti»), è estranea al modello costituzionale
dell'ordine giudiziario e ai suoi connotati di terzietà e indipendenza."

 

 

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