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Continua... il "Diario delle Scalate"

08.07.2005 - Diario
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Assalto a Rcs.
Altalena del titolo in Borsa (-4 per cento il 28 giugno). Ma Stefano Ricucci non vende. Ormai è al 20,1 per cento e il 1 luglio respinge la richiesta della Consob di comunicare le variazioni di quota anche solo dell’1 per cento. Sul fronte politico, incassa il sostegno anche della Lega (dopo quello di Berlusconi). Roberto Maroni infatti il 28 giugno dichiara: «Ricucci mi ha ispirato un’istintiva simpatia perché è stato duramente attaccato da chi ha spazio sui mezzi d’informazione, come è capitato a noi della Lega». Massimo D’Alema, che già aveva sdoganato Ricucci sostenendo nella sostanza che il capitalismo non è questione di pedigree, il 2 luglio se la cava con una battuta sulla (risaputa) debolezza del capitalismo italiano: «Se degli oscuri immobiliaristi, dietro ai quali si è finalmente appurato che non ci sono io, spaventano i salotti buoni del capitalismo italiano, evidentemente c’è una fragilità di quegli assetti proprietari che non ha uguali al mondo». Vittorio Merloni, invece, rimette al centro la vera questione del capitalismo, quella della trasparenza: «Ricucci è un mistero. Quanto meno, si può dire che il suo percorso non è tracciabile».

Assalto ad Antonveneta. Prosegue la scalata della Banca popolare italiana (Bpi, ex Lodi) di Gianpiero Fiorani ad Antonveneta. I conti (e i ratios patrimoniali) di Bpi sono fatti quadrare con finanza creativa: prestiti mascherati da cessioni di quote di controllate. Bankitalia non vede, non sente, non parla. Il 28 giugno i magistrati di Milano Eugenio Fusco e Giulia Perrotti chiedono il sequestro di 110 milioni di euro, considerati illecito profitto di 18 correntisti della Popolare di Lodi per compravendita di titoli Antonveneta. Lo stesso giorno la Consob dà il via libera all’opas di Lodi a 27,5 euro (di cui solo 4,9 in contanti), dopo averla bloccata per quattro volte (perché non migliorativa dell’opa a 26,5 euro tutta contanti di Abm Amro). Il 1 luglio Francesco Greco interroga alla procura di Milano (che lavora su ben 40 indagati) il finanziere italosvizzero Luigi Colnago (già oggetto di due articoli di Diario). Ma la bomba arriva il 4 luglio: tre funzionari di Bankitalia sono indagati dalla procura di Roma, per aver controllato poco e male la scalata di Fiorani.

Finanza rossa. Il numero uno di Unipol, Giovanni Consorte, va all’attacco di Bnl, malgrado i rischi per la sua compagnia assicurativa: Bnl costa il triplo del valore di Unipol, disavanzo e indebitamento alla fine sarebbero enormi, la logica industriale enunciata (la conquista di Bnl vita) sarebbe modesta nei risultati finanziari. Consorte (con il suo 15 per cento in Bnl) cerca un’intesa con Ricucci e il fronte degli immobiliaristi (che hanno il 27 per cento). Intanto a Siena scontro sulle fondazioni. La commissione Finanze del Senato vota – il 23 giugno, lo stesso giorno in cui il Monte dei Paschi (Mps) abbandona Unipol nell’assalto a Bnl – un emendamento al disegno di legge sul risparmio che sterilizza al 30 per cento il diritto di voto delle fondazioni bancarie nelle assemblee delle banche. Un provvedimento su misura per Mps: il suo 49 per cento è nelle mani della Fondazione Montepaschi guidata da Giuseppe Mussari. Con le nuove regole la Fondazione «pesa» solo il 30 per cento. Divisione, a sorpresa, tra i Ds: votano tutti contro, tranne due dalemiani, Massimo Bonavita e Nicola Latorre, che si astengono. Quest’ultimo, ex segretario di D’Alema, spiazzando anche Piero Fassino, dichiara: «Le Fondazioni sono il simbolo della conservazione». Voci sul possibile ritorno a Siena di Vincenzo De Bustis (considerato dalemiano, ex numero uno di Mps e ora di Deutsche Bank Italia, istituto che da Londra è il grande finanziatore di Ricucci): Montepaschi sarebbe una buona preda per la banca tedesca.
Intanto la Consob il 24 giugno commina una maximulta a 40 manager bancari (tra cui De Bustis) per non essersi «comportati con diligenza, correttezza e trasparenza nell’interesse dei clienti»: avevano venduto, attraverso Banca 121 e poi Mps, prodotti bancari «strutturati» e complessi, mascherati sotto nomi rassicuranti (MyWay, 4You, Btp-tel, Btp-index, Btp-on line...).

Tags: banche, scalate, rcs, furbetti

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