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Il contesto di Chiappori Giacomo, sindaco di Diano Marina, della Lega Nord (e non solo)

SURACE e CHIAPPORISe già avevamo indicato ampiamente (dagli Atti Ufficiali) il contesto della 'ndrangheta a DIANO MARINA e le conseguenti penetrazioni della Pubblica Amministrazione (vedi qui e qui), ora andiamo avanti, con una nuova puntata. Qualcuno (il SURACE Domenico) ha cercato con una sfilza di menzogne (e guadagnandosi due querele) di trascinarci in una polemica personale, cercando di far credere, tra l'altro, che le nostre istanze ufficiali alla Prefettura per l'invio della Commissione di Accesso fossero frutto di “illazioni”, di “sento dire” per le strade di Diano Marina (vedi qui)... quando, invece, noi siamo ancorati ad Atti e risultanze ufficiali. Lo siamo stati nella nostra prima richiesta di Commissione di Accesso, così come nell'Integrazione del marzo scorso, nella Relazione alla Commissione Parlamentare Antimafia e lo siamo stati anche nell'ultima Integrazione trasmessa alla Prefettura ieri mattina.

Ora, come anticipato dal titolo, definiamo il contesto di CHIAPPORI e della LEGA NORD, sempre sulla base degli Atti... perché le illazioni sono patrimonio di coloro che questi Atti vorrebbero nascondere e che, con la caciara, cercano di nascondere...

 

IL LEGAME CON MOKBEL GENNARO (INCHESTA “PHUNCARDS-BROKER”)

MOKBELL'attuale Sindaco di Diano Marina, CHIAPPORI Giacomo risultava in contatto con il noto MOKBEL Gennaro

In particolare, nell'ambito dell'inchiesta denominata “PHUNCARDS-BROKER” (Procura di Roma – proc. 6429/2006) emergeva che:

a) il MOKBEL Gennaro faccendiere romano, legato agli ambienti dell'estrema destra eversiva, nonché ad agenti infedeli dei Servizi Segreti, oltre all'associazione per delinquere finalizzata alla truffa internazionale, era il promotore dell'asse con la cosca della 'ndrangheta degli ARENA di Isola Capo Rizzuto che, in particolare con i PUGLIESE, operava per la raccolta di voti in Germania finalizzata ad eleggere al Senato della Repubblica, nella quota degli eletti dagli italiani all'estero, il DI GIROLAMO Nicola.

b) Dall'O.C.C. MOKBEL + altri [prima parte e seconda parte - a pag. 970]

“Per un po' di tempo non vengono registrati altri riferimenti diretti all'interesse di MOKBEL Gennaro alla politica sino a quando, nel maggio del 2007, parlando al telefono con la moglie, RICCI Giorgia, veniva fatto riferimento all'interesse per un movimento politico denominato "ALLEANZA FEDERALlSTA". La conversazione lascia trasparire che si tratta di una iniziativa politica in fase embrionale tanto che la stessa RICCI Giorgia ne sbaglia il nome "... m'ha chiamato quello di Alleanza Federale ..." rimbrottata dal marito che l'interrompeva "... Alleanza Federalista si chiama ... per favore, usate il termine esatto, Alleanza Federalista, capito? ..". Da questo momento si assisterà alla progressiva evoluzione del progetto politico di MOKBEL Gennaro attraverso le seguenti fasi:

* l' adesione nella primavera del 2007 (i primi contatti vengono registrati nel mese di aprile) ad "ALLEANZA FEDERALISTA", un movimento politico nato nell'ottobre del 2003 gravitante nell'area politica della LEGA NORD, la cui Sede della Segreteria Federale e ubicata in Roma nella via 24 Maggio, 46 int. 5. L'attuale Segretario Federale Giacomo CHIAPPORI, e stato eletto, nelle liste della Lega Nord, alla Camera dei Deputati nella Circoscrizione - Liguria. In tale movimento MOKBEL Gennaro assumeva la carica di Segretario Regionale, con altre cariche distribuite alla moglie e ad altre persone vicine;

* l'individuazione nel giugno 2007 di un ufficio in viale Parioli 63 in cui verra fissata la sede Regionale di Alleanza Federalista e successivamente del Partito Federalista Italiano e che sarà la vera e propria base logistica per tutte le iniziative lecite/illecite sia economiche sia imprenditoriali sia politiche. Si ha contezza dell'individuazione dell'ufficio nel giugno 2007 quando MOKBEL Gennaro parlando con PAU Enrico, Coordinatore Federale delle Segreterie Regionali di Alleanza Federalista (RIT 1041/07 del 1/6/'07 prog. 708) descrive l'ufficio di VIALE Parioli 63 " ... sona cinque stanze ed una sala per fare delle riunioni di 60 metri ... ci stara una stanza, diciamo, segreteria nazionale, una segreteria regionale, una segreteria con tutte le segretarie, una federazione provinciale e una ce sta la fondazione ... ";

* nell'ottobre del 2007, a seguito di contrasti con i vertici di Alleanza Federalista accusati di immobilismo ma soprattutto di non coinvolgere MOKBEL Gennaro nella condivisione/scelta delle strategie politiche, maturerà la decisione di costituire un autonomo gruppo politico a cui veniva dato il nome di Partito Federalista Italiano. Partito attraverso cui venivano avviati una serie di contatti con esponenti politici di primo piano che culmineranno nella candidatura alle elezioni politiche del 13 e 14 aprile 2008 di DI GIROLAMO Nicola P. quale candidato al Senato;

* l'avvio, nel febbraio 2008 dell'iter per la candidatura di DI GIROLAMO Nicola alle elezioni politiche nella circoscrizione estero - collegio Europa. Le prime notizie riguardanti tale episodio derivano da una convocazione di DI GIROLAMO da parte di MOKBEL Gennaro, che gli preannuncia di voler parlare di una candidatura;”

Occorre inoltre, al fine di dare contorno al contesto, sottolineare che il MOKBEL Gennaro per la realizzazione di tali progetti, anche per impartire le direttive al DI GIROLAMO, utilizzava quale sede di incontro-riunione il noto “CIRCOLO ANTICO TIRO A VOLO” di Roma (fondato dai noti avvocati calabresi operanti in Roma ANASTASIO PUGLIESE Guido, Marcello e Michele - quest'ultimo risulta esserne anche il Presidente), a cui era iscritta formalmente la moglie RICCI Giorgia.

Detto “CIRCOLO ANTICO TIRO A VOLO” era certamente partecipato, tra gli altri, anche da SCAJOLA Claudio e consorte, LOMBARDO Raffaele, CALTAGIRONE BELLAVISTA Francesco, PARODI Beatrice ved. COZZI, ed era stato coinvolto nell'ambito delle inchieste connesse ai noti ANEMONE e BALDUCCI in riferimento alle vicende connesse ai “GRANDI EVENTI” ed alla PROPAGANDA FIDE...

Il MOKBEL inoltre era fortemente legato a soggetti, come anticipato, dell'estrema destra eversiva, tra cui i noti MAMBRO Francesca e FIORAVANTI Giusva (già condannati per la strage di Bologna del 1980) e inquadrati dal MOKBEL quali “collaboratori” oltre che amici.

Nell'ambito degli Atti della citata inchiesta “PHUNCARDS-BROKER” emerge anche un'intercettazione ambientale in cui si evidenzia il legame concreto, nell'ambito dell'operazione politica “ALLEANZA FEDERALISTA”, tra il MOKBEL ed il CHIAPPORI Giacomo. All'incontro intercettato in data 21 settembre 2007 erano presenti: FANELLA Silvio (considerato il “pupillo” dal MOKBEL e tesoriere del gruppo criminale a questi facente capo, finito il 3 luglio 2014 ucciso da colpi di arma da fuoco, in pieno giorno, in un appartamento di Roma), TOSERONI Marco, RICCI Giorgia, MASSOLI Massimo, MOKBEL Gennaro e CHIAPPORI Giacomo.

 

VERBALIZZAZIONI DI BELSITO FRANCESCO (DDA RC – Inchiesta “BREAKFAST”)

CHIAPPORI e BELSITOSe già si era indicato il significativo rapporto del CHIAPPORI Giacomo con il BELSITO Francesco (vedi qui), evidenziato da quanto emergeva dall'intercettazione indicata nel Rapporto del NOE di Roma alla Procura di Napoli (e quindi trasmesso alla Procura di Milano ed alla DDA di Reggio Calabria), nell'ambito della trascrizione dell'interrogatorio del 14 marzo 2013 del noto BELSITO Francesco, esponente di primo piano della LEGA NORD di cui è stato tesoriere nazionale, emergono ulteriori significativi elementi.

Nell'ambito di detto interrogatorio effettuato, presso la sede del Centro Operativo D.I.A. di Milano, il 14 marzo 2013, della DDA di Reggio Calabria nell'ambito dell'inchiesta “BREAKFAST”, emerge inizialmente questo contesto:

a) sono confermati i rapporti tra lo stesso BELSITO, il PLEBA Ermanno ed il noto GIRARDELLI Romolo.

b) che il PLEBA ha riferito all'A.G. che il BELSITO gli avrebbe ammesso “di avere rapporti con esponenti di ndrangheta. Dice di aver conosciuto, a questo fine, i MAMONE di Genova, imprenditori inseriti diciamo, nel settore del movimento terra … e in particolare di aver avuto a che fare con GINO MAMONE, con il quale sarebbe entrato in società” e che tale società era la “FEGINO CINQUE” (già “SVILUPPO FE.AL”) di cui il BELSITO ricorda che il PLEBA era il Presidente. Che il PLEBA aveva poi appreso che i MAMONE “effettivamente avevano a che fare con ambienti criminali collegati alla ndrangheta calabrese” e di alcuni conti cifrati in Svizzera che attribuisce a BELSITO.

c) che il BELSITO risponde in merito alle dichiarazioni del PLEBA sottolineando che ilPLEBA era titolare, in questa società FEGINO CINQUE, come presidente, quindi … Era nel pieno delle facoltà … nel momento in cui uno è presidente di un Consiglio d’Amministrazione e di tanti altri Consigli d’Amministrazione che ha avuto nell’arco del tempo”, e che lui, BELSITO, il GIRARDELLI Romolo lo ha conosciuto perché presentatogli dal PLEBA e non viceversa. In merito il BELSITO specificava che: “Dove eravamo noi, eravamo dislocati in via 20 settembre 10, interno 8 … sopra la nostra testa … c’era una società immobiliare … che è la società immobiliare di GIACOMAZZI, a cui lui è socio. E, da quello che so io, il contatto … il contatto tra la GIACOMAZZI e PLEBA e GIRARDELLI era un geometra che lavorava su, di sopra, però io il nome …” ed ancora che il contatto con il GIRARDELLI “è avvenuto tramite un dipendente di questa GIACOMAZZI, che era un geometra, che era il contatto con questo GIRARDELLI e che ha fatto da ponte nel fare incontrare questo soggetto a noi...”. E precisa ancora, su domanda degli Ufficiali, il BELSITO che il GIACOMAZZI dell'immobiliare è lo stesso della FEGINO CINQUE ovvero “Mario GIACOMAZZI”.

d) che il BELSITO afferma che per una particolare operazione immobiliare il GIRARDELLI parlava di farla con “CALTAGIRONE”;

e) che il BELSITO indica rapporti con dirigenti di istituti bancari propri del PLEBA nonché che questi era in altre società, tra cui la FIUMARA (“nominato da COOPSETTE, quindi un riferimento politico chiaro”) di Genova, ed anche che questi gli era stato presentato dal Sindaco di Chiavari LEVAGGI Alberto (“...è stato un politico genovese, che si chiama ALBERTO LEVAGGI, che mi aveva chiesto se potevo ospitare ERMANNO, che mi aveva chiesto se potevo...”). Precisando che prima di andare con lui, dopo la presentazione del LEVAGGI, il PLEBA lavora presso una stanza del CONI di Via Cesarea e, sempre BELSITO, precisa come il LEVAGGI gli aveva presentato il PLEBA: ROBERTO LEVAGGI gli ha detto … ti presento FRANCESCO, ci conosciamo da diversi anni, io lavoravo in FORZA ITALIA prima, con ALFREDO BIONDI.

f) che secondo il BELSITO il LOMBARDELLI (che risulta, come ricorda al BELSITO, in quella sede, il PM: “vicino ad ambienti politici contrapposti ai vostri”) ed il GIRARDELLI, ad un certo punto, operavano contro di lui con “la complicità, ho saputo anche … e questo mi ha dato molto fastidio … quando si parla di personaggi legati ai servizi segreti, un personaggio che lavora con loro … che io so nome e cognome, però non so se è vero o non vero se questo signore è o non è …” e che questo personaggio dei Servizi Segreti “è di Genova”;

g) che BELSITO riferisce delle questioni inerenti i fondi e gli investimenti della LEGA NORD, dei rapporti con BOSSI e MAURO Rosy, nonché del ALUNNO Amerigo (che indica come uomo dei Servizi ed essere il vero “ammiraglio”), del BONNET, del MAFRICI (che gli era stato suggerito come “consulente” dal GIRARDELLI e che lavorava presso lo studio del commercialista GUAGLIANONE);

h) che BELSITO racconta che l'ex Ministro CASTELLI Roberto era a conoscenza, prima delle perquisizioni, che vi erano tre Procure che indagavano e che, sempre prima delle perquisizioni, erano state cambiate le targhette di alcune stanze, ove vi erano i documenti della contabilità, ponendovi il nominativo di Onorevoli e rendendole così “inaccessibili” per le perquisizioni;

i) il BELSITO parla di FINCANTIERI e FINMECCANICA e di un operazione con la Libia, relativa ad una sua trattativa per la costruzione di 10 fregate, dell'incontro con un tecnico di FINCANTIERI e precisando che “questa operazione la seguiva inizialmente il Direttore Marketing, che era LOMBARDELLI e che lui, BELSITO, aveva “scoperto in LIBIA, voci … vere o no, io non lo so, che uomini appartenenti al Ministero della Difesa, avevano detto che praticamente qualcuno della Lega, e non io … perché fisicamente son così, quindi voglio dire, non potevo essere io, girava la voce che aveva preso su degli apparati radar, sulle apparecchiature legate al mondo FINMECCANICA, aveva preso dei soldi.” (in altre parole tangenti). Sempre in merito il BELSITO indica che di dette voci, sentite in Libia, sia da italiani che libici, aveva riferito a BOSSI Umberto anche considerando che MARONI Roberto sarebbe stato tirato in ballo in merito. Sul punto nel verbale si legge che il BELSITO ha dichiarato “Il MARONI “che in questo aereo … che in questo aereo, dove ci sarebbe stato il trasferimento di denaro, c’era l’Ambasciatore GADUR, lui e qualcuno dei Servizi.””

l) che BELSITO indica all'interno della LEGA NORD l'influenza dell'Avvocato MASCETTI di Varese che, riferisce, emergeva come “massone” per affermazione del BOSSI e che da un indagine interna promossa dallo stesso BOSSI Umberto, risultava avere “tutte delle consulenze che arrivavano dal mondo LEGA”. Avv. MASCETTI che BELSITO indica essere avvocato della BANCA ALEPPI e che “Quando era nato il problema dei soldi investi(ti), BOSSI mi aveva detto … è opera di MASCETTI. Che sia vero o no io questo non lo so.”. In merito al MASCETTI, “calabrese” che “vive a Milano”, il BELSITO riferiva che era legato a MARONI Roberto e che “Le voci che sono girate in LEGA … è che la moglie era … il Direttore, della Regione Calabria, di un Dipartimento … non so dirle … lo prenda con il beneficio dell’inventario, magari ho capito male io, legato alla Comunità Europea, non lo so”.

L'interrogatorio poi giunge alla questione “separatista”, del movimento “ALLEANZA FEDERALISTA” ed al CHIAPPORI Giacomo. Testualmente:

Leggenda: PM: dott. Lombardo G.; BF: Belsito Francesco; UU: Ufficiali; AA: Avvocati

PM:- Senta, mi faccia capire un'altra cosa. Il progetto separatista, federalista, all'interno della LEGA NORD, viene portato ancora avanti? O era solo un progetto di facciata?

BS:- Di facciata. Non...

PM:- Per tutti o solo per BOSSI?

BF:- Tanti argomenti paventati alla gente erano uno strumento di...

UU:- Di propaganda.

BF:- Di propaganda …

PM:- Ma per tutti o solo per BOSSI? Cioè questa era la linea di BOSSI, che lo diceva alla gente ma poi in realtà non lo voleva fare?

BF:- No. Lui sicuramente lo avrebbe voluto fare, però i colonnelli che facevano parte del tavolo … Lui si faceva molto influenzare, perché … ognuno di noi aveva un ruolo ben preciso. CALDEROLI aveva BERLUSCONI, quindi trattava lui con BERLUSCONI, direttamente …

PM:- Le faccio un’altra domanda. All’interno del movimento Lega Nord, si è mai parlato dei progetti che molti anni fa, erano stati avviati anche al centro d’Italia, al sud d’Italia, per arrivare a tre macro regioni? Creando il Federalismo Fiscale?

BF:- Guardi, io l’unico progetto che avevo visto, che era partito dal sud, era ALLEANZA FEDERALISTA, con l’Onorevole CHIAPPORI … e avevo sap(uto), io non partecipavo perché …

PM:- In quali anni questo?

BF:- C’era ancora BALOCCHI, quindi … indubbiamente … duemila … 2006 … io non partecipavo a tutte le riunioni .

PM:- Quindi una cosa recente.

BF:- Si.

PM:- No, io parlo di molto, molto tempo prima. BOSSI le parlò mai di questi argomenti? Di iniziative meridionali, che lo avevano in qualche modo interessato?

BF:- Allora, questo progetto era stato dato all’onorevole CHIAPPORI, si chiama ALLEANZA FEDERALISTA, praticamente aveva come diciamo, finalità … quello di mandare la Lega al sud, promuovere l’ideologia del movimento.

PM:- Al sud, dove?

BF:- Al sud, in tutta Italia. Lui aveva dei gruppo di lavoro in tutte le regioni d’Italia.

PM:- Anche in Calabria?

BF:- Anche in Calabria, si, si.

PM:- E chi erano i referenti in Calabria?

BF:- Non lo so questo.

PM:- In Calabria, dove?

BF:- Eh, non glielo saprei dire questo. Perché ancora non avevo diciamo una funzione … accompagnavo BALOCCHI, ma non partecipavo a queste riunioni, perché non avevo titolo, non avevo ruolo.

PM:- Ma dove si svolgevano queste riunioni? Ce ne furono al sud, che lei ricordi?

BF:- Tantissime.

PM:- Dove?

BF:- Da tutte le parti. Napoli, Calabria, Sicilia, Sardegna, Abruzzo, Molise …

PM:- E qual’era l’oggetto esatto di questo progetto?

BF:- Promuovere … promuovere, con questo nuovo simbolo ALLEANZA FEDERALISTA, l’ideologia, naturalmente federalista, per il sud. So che questo progetto è stato stoppato da … così aveva detto CALDEROLI, da BERLUSCONI e aveva garantito un posto in lista all’On. CHIAPPORI.

PM:- Che se ne occupava?

BF:- Che se ne occupava.

PM:- Per conto della Lega Nord se ne occupava.

BF:- Per conto della LEGA. Questo progetto era stato finanziato dalla LEGA NORD e quindi io molte volte ho assistito alle … da parte di BALOCCHI, alla raccolta di documentazione contabile …

UU:- Le pezze d’appoggio, per capirci.

BF:- Si. Però non so dirle il valore … non avevo ancora …

PM:- Ma voglio dire, visto che lei aveva assistito a questo uovo tentativo del 2006, le disse qualcuno … guarda che già è stato fatto molti anni prima?

BF:- No, no, no. So che è stato stoppato …

PM:- Cioè, sto parlando della Lega di BOSSI, quella proprio originale.

UU:- di MIGLIO, per capirci.

BF:- Si, si, si. Certo, certo.

PM:- Perché lei lo sa, voglio dire, che MIGLIO disse pubblicamente, in una nota intervista che in Calabria bisognava istituzionalizzare la ndrangheta e in Sicilia cosa nostra?

BF:- Questo non lo so.

PM:- Si. C’è una intervista.

BF:- Questo non lo so. So che questo progetto era stato stoppato e BERLUSCONI aveva garantito un posto

UU:- Si, si, si.

AA:- Era fantastico MIGLIO, eh!

BF:- … all’Onorevole CHIAPPORI in … un un collegio anche del sud.

PM:- Per bloccare diciamo, questa iniziativa.

BF:- Questo da voci di CALDEROLI, nella stanza di BALOCCHI. Perché CHIAPPORI era incazzato nero, gridava, non è possibile, sono anni e anni che giro con la mia macchina! Non posso più fare …

PM:- Altra domanda. La Lega Nord ha referenti occulti in Calabria? Che magari forniscono informazioni sottobanco?

BF:- Degli aspetti politici io non posso rispondere perché non lo so. Cioè, chi si occupava di queste trattative politiche era CALDEROLI. Non c’erano uomini … o era qualcuno che presentava. Ad esempio, quando questo progetto è stato …

PM:- No, guardi, me l’ha fatto venire in mente lei … con riferimento ai calabresi, queste cose.

BF:- No, no. Che io sappia no. Cioè, che io sappia all’epoca. So che questo progetto quando è stato poi chiuso, è stato ripreso con questa tipologia d’intervento. Tu sei lombardo? Sei l’onorevole pinco pallo? Ti interessa quale regione? Sicilia. Perché? Ah perché mia moglie è siciliana o no, perché i miei nonni erano siciliani. E avevano costituito questo gruppo di deputati e senatori, che si erano presi da soli queste regioni. Un senatore della Lombardia, come si chiamava questo … che era medico, si era preso la Sardegna, perché lui aveva una compagna, una moglie che era sarda e quindi aveva la titolarità per andare e continuare questo progetto federalista al Sud.

PM:- Ma questo potrebbe essere uno dei tanti criteri. Potevano essercene anche altri.

BF:- Certo, però capisce bene però che le non può lavorare su un territorio per tanti anni e poi mandare giù altre facce, perché … quando lei ha un progetto politico, non è solo nazionale, ma è regionale, provinciale … si parla poi anche di amministrative, quindi … lei basa delle forze sulla costruzione … partendo dal basso per salire in alto, quindi politicamente … il CHIAPPORI si lamentava del fatto … come faccio adesso io, che ho le elezioni amministrative tra un anno, a dire questo progetto è chiuso!

PM:- Ma per quello che risultava a voi, visto che è chiaro che la Lega Nord aveva anche questo programma politico che ha perseguito, come dice lei, fino ad un certo punto e poi soltanto in apparenza.

BF:- Si.

PM:- Al sud, spinte separatiste ce n’erano?

BF:- Beh! Loro erano alleati con LOMBARDO. Io ad esempio, con LOMBARDO, quando, quando ho seguito la contabilità diretto, mandavo ogni anno a LOMBARDO un bonifico

PM:- Quindi il governatore della Regione Sicilia?

BF:- Il governatore … perché il MPA era in coalizione … così mi era stato detto, con la Lega, una quota parte del finanziamento … del rimborso elettorale.

PM:- Quindi c’erano queste spinte?

BF:- C’erano queste spinte ed erano rapporti che aveva CALDEROLI

PM:- Ma erano spinte separatiste o federaliste?

BF:- Io a questo dottore non le saprei rispondere. Sinceramente questo … non saprei.

PM:- Ma erano portati all’ordine del giorno, questi argomenti, in sede di Consiglio federale?

BF:- Sull’alleanza di LOMBARDO indubbiamente si. Su strategie interne … ripeto, ognuno di noi aveva un ruolo.

PM:- Ma LOMBARDO con chi era in Sicilia? A chi si appoggiava? Si appoggiava ad altri soggetti …

UU:- Sempre … sempre BERLUSCONI

BF:- So che quando hanno rotto, hanno rotto …

PM:- Prima, poi ha rotto, no?

BF:- Hanno rotto e il suo tesoriere era venuto … accordo elettorale, quindi … il rimborso elettorale, lei lo sa come funziona, una volta che le viene attribuito per cinque anni, anche se non ci sono elezioni, lei il rimborso lo prende. So che era venuto questo onorevole, non ricordo come si chiami…

PM:- siciliano?

BF:- siciliano, mi sembra che fosse tutto pelato … non mi ricordo, somigliava un po’ al Colonnello come tipologia di persona …

PM:- Onorevole, nel senso di onorevole regionale?

BF:- No, no. No, no, onorevole proprio …

PM:- Ah! Nazionale?

BF:- Si, si. Deputato della Repubblica, si, si. Poi magari se mi viene in mente (ppnc)… che era venuto a batter cassa. Io l’ordine che avevo …

PM:- Alla Lega?

BF:- Alla Lega. Era di non dargli più niente, perché l’accordo politico … si erano separati con la LEGA. Al che, poi …

PM:- Cioè, la Lega finanziava il MPA?

BF:- Finanziava perché … nella campagna elettorale

UU:- Loro avevano fatto l’accordo.

BF:- … c’era questo accordo. E quindi loro sulla base di questo accordo …

PM:- Veniva a riscuotere.

BF:- … abbiamo preso, faccio un esempio, 3000 voti, la Lega Nord ha preso 10 milioni di euro, gli devi dare la percentuale che corrisponde a questo. In prima battuta CALDEROLI mi aveva detto di non dargli più niente e di prender tempo. Perché doveva parlare con …

PM:- Quindi non era in obbligo di dare?

BF:- Beh! Teoricamente, se devo essere sincero, si. Cioè se lei fa una alleanza con me e poi lei questa alleanza … dall’altra parte mi può dire, però ci siamo separati … però sugli accordi contabili…

PM:- Bisognerebbe rispettarli, no?

BF:- Bisognerebbe rispettarli. La prima battuta era quella di non pagare più. E poi invece CALDEROLI mi aveva convocato, ha detto no, devi pagare, bisogna pagare. Ed io naturalmente l’ho fatto. Quando parlo di pagamenti, pagamenti ufficiali, quindi bonifici

PM:- Tutto documentabile.

BF:- Tutto documentabile, certo.

PM:- Ho capito. E di tutti questi argomenti con MAFRICI lei non parlò mai?

BF:- No. Mai.

PM:- Mai?

BF:- Mai.

PM:- Non vennero fuori mai, neanche indirettamente fuori queste …?

BF:- Lui mi ha solo detto che aveva una conoscenza con … il Presidente Regionale della Calabria, SCOPELLITI.

PM:- E che cosa le disse?

BF:- Che sono amici, perché è di Reggio … niente di che.

PM:- Senza specificare nulla di più?

BF:- No. Ah! Una volta mi disse che andavano a vedersi la partita assieme, in casa sua.

PM:- Le parlò mai di rapporti fra SCOPELLITI e GUAGLIANONE?

BF:- No, mai. Io una volta lo incontrai … in aeroporto … No, non era in aeroporto, forse eravamo lì vicino al Ministero.

PM:- Chi?

BF:- SCOPELLITI. E c’era anche MAFRICI, ma io lo conoscevo già a lui, perché ci eravamo incontrati, non so in quale occasione, ma non eravamo persone … cioè, non avevamo in confidenza, nel senso di dire ciao, come stai.

PM:- Ed era insieme a MAFRICI, non ho capito?

BF:- No, io ero al bar, la via (pnc) e lui stava passando di là con la scorta.

PM:- Quindi vi conoscevate già e vi siete salutati?

BF:- No, io non lo conoscevo, cioè non avevo confidenza. Sapevo chi era lui. Lui magari non sapeva chi ero io. Ovviamente un tesoriere di partito non è un politico che fa attività … e se magari …

PM:- Invisibile, diciamo.

[…]

Il quadro che emerge dalle dichiarazioni alla DDA di Reggio Calabria del BELSITO Francesco durante l'interrogatorio del 14 marzo 2013 elimina ogni possibile dubbio sul fatto che il CHIAPPORI Giacomoattuale SINDACO di DIANO MARINA – fosse il responsabile e punto di riferimento del movimento politico “ALLEANZA FEDERALISTA” in cui aveva assunto, per i contatti con il CHIAPPORI, anche ruolo direttivo il MOKBEL Gennaro (di cui abbiamo visto nella prima parte).

Dalle stesse dichiarazioni, così come riportate nella trascrizione a verbale, emerge anche un altro elemento significativo: il movimento “ALLEANZA FEDERALISTA” aveva propri referenti in CALABRIA che non sono mai stati evidenziati pubblicamente o all'interno della LEGA NORD se non alla ristretta cerchia del CHIAPPORI che era il responsabile, per la LEGA NORD, di tale progetto. Allo stesso tempo emerge che interlocutore della LEGA in SICILIA era il promotore del “MPA” ovvero il Presidente della Regione Sicilia, LOMBARDO Raffaele, indagato e condannato in primo grado, dal GUP di Catania, lo scorso febbraio, per concorso esterno in associazione mafiosa (con Cosa Nostra) alla pena di 6 anni ed 8 mesi di carcere.

Il contesto dei contatti tra esponenti della LEGA NORD e quelli delle cosche della 'NDRANGHETA è emerso con nitidezza nell'ambito dell'indagine “BREAKFAST” della DDA di Reggio Calabria e che, in particolare, vedono come punto nevralgico la LIGURIA. Non solo vi è quanto emerso nel medesimo verbale di interrogatorio del BELSITO in riferimento ai noti MAMONE, ma già il rapporto con il GIRARDELLI Romolo, oltre a quelli con GUAGLIANONE Pasquale e MAFRICI Bruno (oltre al CANALE Antonio Vittorio), tutti indicati dalle emergenze investigative della D.I.A. di Reggio Calabria quali soggetti gravitanti nell'orbita allargata della cosca DE STEFANO e quella TEGANO.
 

BOSSI e MIGLIOEmerge inoltre da detto interrogatorio un aspetto non secondario che riporta indietro nel tempo, ovvero ai tempi della prima LEGA NORD (con MIGLIO e BOSSI), ovvero ai primi anni Novanta (quando già il CHIAPPORI risultava ricoprire ruoli direttivi in Liguria). Il riferimento viene indicato dal PM Lombardo quando parla dell'intervista di MIGLIO. Si tratta di quanto già emerso dalle indagini della D.I.A. riguardanti l'asse LEGA NORD – LEGHE MERIDIONALI – MASSONERIA – SERVIZI DEVIATI – ESTREMA DESTRA e ORGANIZZAZIONI MAFIOSE volte alla destabilizzazione dello Stato ed al raggiungimento della separazione dello stesso.

Nella citata intervista del MIGLIO, il fondatore della LEGA NORD affermava, tra l'altro:

Io sono per il mantenimento anche della mafia e della ‘ndrangheta. Il Sud deve darsi uno statuto poggiante sulla personalità del comando. Che cos’è la mafia? Potere personale, spinto fino al delitto. Io non voglio ridurre il Meridione al modello europeo, sarebbe un’assurdità. C’è anche un clientelismo buono che determina crescita economica. Insomma, bisogna partire dal concetto che alcune manifestazioni tipiche del Sud hanno bisogno di essere costituzionalizzate”.

Detta inchiesta, in allora coordinata dalla DDA di Palermo, sotto il nome di “SISTEMI CRIMINALI”, di cui avevamo ampiamente parlato (vedi qui), è ora stata acquisita nell'ambito dell'inchiesta “BREAKFAST” della DDA di Reggio Calabria.

Nell'ambito di tale inchiesta emergevano dichiarazioni convergenti ed univoche di diversi collaboratori di giustizia provenienti da diverse organizzazioni mafiose (Cosa Nostra, 'Ndrangheta, Sacra Corona Unita), ed i riscontri puntualmente indicati dalla D.I.A.. Scrivevano i magistrati della DDA di Palermo, ad esempio:

“[...]
Ancor più ampie ed articolate, e nondimeno convergenti, sono le dichiarazioni rese da Tullio CANNELLA, soggetto che – come è noto – ha operato per anni a fianco di Leoluca BAGARELLA, per di più nel periodo cruciale della stagione stragista del ’93, della quale BAGARELLA è stato assoluto protagonista. Peraltro, CANNELLA è stato tra i fautori, sempre con il BAGARELLA, dell’esperienza politica del neonato movimento “SICILIA LIBERA”, che costituì proprio una delle manifestazioni del più recente progetto secessionista di COSA NOSTRA. In riferimento a quell’esperienza, CANNELLA ha precisato che la genesi di “SICILIA LIBERA”, fondata nel 1993, in realtà affondava le proprie radici in un ben più ampio piano strategico, il cui contenuto egli apprese personalmente da BAGARELLA e da altri uomini d’onore (Filippo GRAVIANO, Iano LOMBARDO, Vincenzo INCERILLO, Cesare LUPO).

Si riportano alcuni brani dell’interrogatorio del 28 maggio 1997:

CIANCIMINO mi disse che il progetto di “SICILIA LIBERA” costituiva una attuazione di una strategia politica che lui tramite l’appoggio e l’apporto ideativo di PROVENZANO negli anni precedenti tramite la “LEGA MERIDIONALE” o qualcosa di simile (non ricordo bene il nome del movimento politico indicato da CIANCIMINO). Aggiunse che a questo progetto aveva collaborato fortemente la ‘NDRANGHETA calabrese. Specificò al riguardo: “devi sapere che la vera MASSONERIA è in Calabria e che in Calabria hanno appoggi a livello di SERVIZI SEGRETI”.

Queste dichiarazioni di CIANCIMINO mi fecero comprendere meglio perché si era tenuta a Lamezia Terme la riunione di cui ho riferito in precedenti interrogatori, e alla quale partecipai personalmente tra esponenti di “SICILIA LIBERA” e di altri MOVIMENTI LEGHISTI o separatisti meridionali, riunione alla quale erano presenti anche diversi esponenti della LEGA NORD.

[...]”

Venivano acquisite anche le dichiarazioni di collabori di giustizia della 'Ndrangheta. Ed ad esempio, sul punto si legge negli Atti della DDA di Palermo:

1. Le dichiarazioni di Filippo BARRECA

Filippo BARRECA, collaboratore la cui attendibilità è stata consacrata in numerose sentenze per vicende criminali calabresi, fin dall’interrogatorio reso alla D.D.A. Di Reggio Calabria in data 5 maggio 1993, ha indicato nell’avv. Paolo ROMEO una figura centrale del panorama criminale calabrese,l’anello di congiunzione tra la struttura mafiosa e la politicaper la Calabria, nonché l’elemento di collegamento fra COSA NOSTRA siciliana e la ‘NDRANGHETA reggina.

E’ personalmente dall’avv. ROMEO, indicato altresì dal BARRECA come massone, appartenente alla struttura GLADIO e collegato con i servizi segreti, che i collaborante ha riferito di avere appreso che nel 1990-91 egli era interessato ad un progetto politico che puntava alla separazione delle regioni meridionali dal resto del Paese.

Ed il BARRECA, sul punto, ha aggiunto: “tale progetto era già di mia conoscenza e mi fu confermato da ROSMINI Diego in carcere nel periodo in cui eravamo insieme nel carcere di Palmi. Anche ROSMINI riferiva tale progetto all’avv. ROMEO. Il BARRECA ha inoltre affermato che la regia di tale disegno era da ricercarsi a Milano dove era avvenuto un incontro tra i clan calabresi facenti capo ai PAPALIA ed esponenti di COSA NOSTRA siciliana.

2. Le dichiarazioni di Pasquale NUCERA

Anche il collaboratore Pasquale NUCERA ha riferito di un “piano politicocriminale” elaborato dalla criminalità organizzata nel 1991. In particolare, ha dichiarato che il 28 settembre 1991, in occasione della riunione annuale della ‘NDRANGHETA che si tiene presso il santuario di Polsi, cui egli partecipò quale rappresentante della famiglia IAMONTE, avevano partecipato, oltre ai vari capi della ‘ndrangheta, anche alcuni rappresentanti di famiglie napoletane, esponenti mafiosi calabresi provenienti da varie parti del mondo (Canada, Australia, Francia), tale Rocco ZITO, in rappresentanza di “COSA NOSTRA” americana e un personaggio di Milano, definito come “un colletto bianco” legato alla mafia siciliana e calabrese. Quest’ultimo, in particolare, dopo aver affermato che in Italia ci sarebbero stati degli “sconvolgimenti” (non meglio specificati), aveva rappresentato la necessità di una “pacificazione” fra le cosche calabresi, perché i siciliani delle famiglie americane ci tenevano molto per poter meglio realizzare un progetto politico, consistente nella costituzione di un movimento politico di “COSA NOSTRA” definito “partito degli amici”. Nel corso della stessa riunione, secondo il racconto di NUCERA, il boss calabrese Francesco NIRTA avrebbe poi spiegato che si trattava di conquistare il potere politico, abbandonando i vecchi politici collusi che non garantivano più gli interessi mafiosi, e facendo ricorso ad uomini nuovi per formare un partito che fosse espressione diretta della criminalità mafiosa da portare al successo elettorale attraverso una campagna terroristica. Tale “campagna” si sarebbe realizzata in due fasi: nella prima sarebbero stati eliminati alcuni esponenti dello Stato molto importanti perché impedivano alla mafia di incrementare il proprio potere; nella seconda si sarebbe passato a destabilizzare, mediante la strategia del terrore, “il vecchio potere esistente”, allo scopo di raggiungere il fine politico prefissato.

I nominativi dei possibili obiettivi degli attentati ad esponenti delle istituzioni non vennero però esplicitati in quell’incontro, trattandosi di questioni che venivano decise in riunioni più ristrette.

Il NUCERA ha spiegato che la riunione annuale al santuario di Polsi corrispondeva alla riunione delle gerarchie tradizionali della ‘NDRANGHETA. Sopra di queste esisteva un vertice gerarchico molto più ristretto nel cui ambito si prendevano le decisioni strategiche che poi, a Polsi, venivano discusse solo per un rispetto della forma ed al fine di mettere al corrente tutti gli affiliati di quanto, in realtà, veniva deciso altrove.

Dalle dichiarazioni di NUCERA è emersa altresì una specifica conferma delle dichiarazioni di Filippo BARRECA, ma anche di alcuni collaboranti palermitani (in particolare di Gioacchino PENNINO): al più alto e ristretto livello della gerarchia della ‘NDRANGHETA appartengono anche elementi della massoneria deviata e – ha aggiunto NUCERA – anche dei “SERVIZI DEVIATI”. Una commistione, che – sempre secondo le dichiarazioni di NUCERA - sarebbe conseguenza di una iniziativa di Licio GELLI che, per controllare i vertici della ‘NDRANGHETA, aveva fatto in modo che ogni componente della “santa”, ovvero la struttura di vertice dell’organizzazione criminale, venisse inserito automaticamente nella MASSONERIA deviata.

In ordine all’identificazione del “colletto bianco”, che aveva esposto il piano politico-criminale alla riunione di Polsi, NUCERA ha precisato che egli parlava in italiano con cadenze meridionali ma con accento anche anglo-americano, aveva interessi in Jugoslavia e si chiamava Giuseppe o Giovanni DI STEFANO.

Successivamente, nell’interrogatorio del 23 agosto 1996 al P.M. di Palermo ha aggiunto ulteriori particolari su tale personaggio che ne ha consentito l’identificazione nell’indagato Giovanni DI STEFANO:

A.D.R. Nei miei precedenti interrogatori ho riferito di una riunione che si svolse tra l’agosto e il settembre 1991 nel Santuario di Polsi nel comune di San Luca. Ho già parlato dell’oggetto di questa riunione nel corso della quale si parlò di un progetto politico da me esposto. Il colletto bianco che aveva una parlata italiana con accenti inglesi o americani si chiama Giovanni DI STEFANO. E’ un italiano, amico di Milosevic, leader militare della Serbia. E’ un personaggio molto importante che gestisce il traffico di scorie radioattive e la fornitura di armi militari a paesi sottoposti ad embargo, principalmente la Libia. DI STEFANO disse che bisognava appoggiare il nuovo “partito degli uomini” che doveva sostituire la D.C. in quanto questo ultimo partito non garantiva gli appoggi e le protezioni del passato. Alla predetta riunione erano presenti tutti i vari esponenti dei locali della “’NDRANGHETA”. Tra gli altri erano presenti Pasquale e Giovanni TEGANO, Santo ARANITI, uno dei MAZZAFERRO di Taurianova e uno dei MAZZAFERRO di Gioiosa Ionica, che abitava vicino il cimitero, Marcello PESCE, uno dei VERSACE di Polistena, uno dei VERSACE di Africo, parente di un certo Giulio VERSACE, Antonino MOLE', il cui cugino fa lo spazzino, due dei PIROMALLI, Antonino MAMMOLITI ed altri.

Era presente, seppure defilato, MATACENA junior “il pelato”, appartato con Antonino MAMMOLITI di Castellace.

[...]”

Tale progetto separatista/indipendentista, al centro dell'inchiesta “SISTEMI CRIMINALI”, venne fermato dalla nascita di una nuova formazione politica, che veniva identificata come “nuovo interlocutore” credibile ed affidabile: la FORZA ITALIA di BERLUSCONI

Come raccontato durante l'interrogatorio dal BELSITO, anche il progetto del movimento “ALLEANZA FEDERALISTA” veniva fermato, anni dopo, per intervento del BERLUSCONI Silvio che (come in occasione delle elezioni politiche del 1994, in cui aveva garantito l'elezione e posizioni di governo agli esponenti della LEGA NORD e soggetti quali, ad esempio, DELL'UTRI Marcello - anello di congiunzione con Cosa Nostra -, SCAJOLA Claudio e MATACENA Amedeo che risulterà poi strettamente legato agli interessi della 'Ndrangheta) garantiva al CHIAPPORI Giacomo una candidatura sicura (nel collegio elettorale “Lombardia 1”), così come garantiva anche la candidatura nella circoscrizione estero al DI GIROLAMO Nicola sostenuto dall'asse tra gruppo MOKBEL e cosca degli ARENA.

L'indagine “SISTEMI CRIMINALI” rappresenta quindi, con le risultanze univoche e convergenti ed i riscontri puntuali indicati dalla D.I.A., la testimonianza della “penetrabilità” della “LEGA NORD” e quindi l'assoluta impossibilità di considerare indenne da rapporti di contiguità o complicità tale struttura politica, già dai tempi della sua prima attività sullo scenario politico e istituzionali.

 
 

P.S.

Nel frattempo l'Operazione S.Michele da Torino (vedi qui l'O.C.C.)

l'hotel-ristorante gestito dal DONATOOltre a quanto già emerso (ed indicato) in merito alla rete di attività delle famiglie “mappate” quali appartenenti alla 'Ndrangheta sul territorio di DIANO MARINA, tra cui i già noti ristoranti delle famiglie FRISINA e SURACE, in cui svolgeva, tra l'altro, iniziative elettorali il CHIAPPORI Giacomo, è emersa anche la presenza delle famiglie GRECO e DONATO, ritenute dalla DDA di Torino appartenenti alla 'ndrangheta con diversi esponenti attivi. Nell'ambito dell'Operazione “SAN MICHELE”, recentemente eseguita, sono stati arrestati diversi esponenti di detti nuclei familiari, tra cui DONATO Antonio Antonello che risulta, unitamente alla moglie, il gestore – come riportato nell'OCC - dell'hotel-ristorante “PRINCIPE DECURTIS” di DIANO MARINA. Agli arresti anche il DONATO Gianluca, residente ad Andora (Sv), fratello del DONATO Antonio Antonello.

In merito al DONATO Antonio Antonello, si legge, ad esempio, la ricostruzione delle parentele [“DONATO Antonio detto Antonello, nato a Torino il 23.5.1976, residente a Pianezza via Italo Calvino n.l/b. DONATO Antonello, fratello di DONATO Gianluca, è figlio di GRECO Chiara, nata a San Mauro Marchesato il 02.04.1950 (sorella di Domenico e Pasquale). Egli è quindi nipote di GRECO Domenico e Pasquale e cugino di GRECO Luigino (di Pasquale), GRECO Luigi (di Domenico) e GRECO Fabio (di Domenico). E' inoltre cugino di 5° grado di GRECO Angelo detto Lino e di 6° grado di GRECO Roberto.”] e quindi un'ampia ricostruzione delle emergenze investigative (e di risultanze di intercettazioni) che lo indicano quale appartenente alla 'ndrangheta. Appartenenza che già iniziava ad emergere, tra l'altro, nell'ambito dell'indagine “MINOTAURO” sempre della DDA di Torino.

Appare evidente che oltre alle attività nell'ambito del territorio torinese, la gestione di un albergo-ristorante sulla riviera ligure, rappresenti certamente uno strumento assai utile alla famigliola.

Sempre nell'ambito di tale indagine “SAN MICHELE” emergeva un elemento, riportato nell'O.C.C. dell'operazione in questione, che si ritiene estremamente significativo e che si riporta di seguito, così da evidenziare che la pratica e possibilità della “bonifica” per individuare eventuali “cimici” collocate dagli inquirenti risulta pratica consolidata per gli appartenenti alla 'ndrangheta.


(da pag. 206 OCC “S.MICHELE”)
[...]

LA BONIFICA DI MIRANTE NICOLA DEL 17 GIUGNO 2011

Il 13 giugno 2011, avevano inizio le operazioni d'intercettazione di conversazioni tra presenti a bordo dell'autovettura Mini Cooper targata EH332RV, in uso a MIRANTE Nicola.

Già a partire del 17 giugno 2011, MIRANTE Nicola si prodigava per effettuare la bonifica delle sue autovetture ed a tale scopo chiedeva aiuto a AUDIA Mario. Il successivo 24 giugno 2011, MIRANTE Nicola rinveniva a bordo della citata Mini Cooper targata EH332RV il sistema di intercettazione ivi installato. A seguito del rinvenimento si registravano una serie di tentativi di chiamata verso ARDIS Giovanni, AUDIA Mario, DONATO Vincenzo e DONATO Antonello. A quest'ultimo MIRANTE, utilizzando un linguaggio ermetico ed elusivo, rappresentava di avere dei problemi alla propria autovettura Mini Cooper, specificando che erano gli stessi già rilevati da AUDIA "...ma si sul lavoro tutto bene... adesso ho il problema che aveva Mario ai tempi in macchina... ".

Successivamente al rinvenimento, MIRANTE si rivolgeva a ARDIS, il quale non si limitava ad effettuare la bonifica dell'autovettura di MIRANTE, ma, sfruttando le consuete conoscenze ed aderenze in ambienti investigativi, effettuava una vera e propria indagine, attraverso interrogazioni alle banche dati SDI e degli operatori telefonici nonché tentando di ottenere informazioni direttamente da appartenenti all'Arma dei Carabinieri, finalizzata a conoscere l'esistenza di procedimenti penali pendenti sul conto di alcuni degli indagati (AUDIA, MIRANTE, DONATO Antonio), sulla forza di polizia procedente e l'individuazione della società fornitrice del servizio d'intercettazione.

[...]

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