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A Nino Lo Iacono non piace essere presentato per quel che e'

Antonino Lo IaconoOggi siamo andati a Campomorone, sulle alture della Valpolvecera, dove da decenni vive ed opera Antonino Lo Iacono, il luogotenente di Giuseppe Piddu Madonia a Genova. Siamo andati per distribuire un volantino che rendesse noto ai cittadini lo spessore criminale dell'uomo d'onore della famiglia di Vallelunga e per invitare lo stesso a collaborare con lo Stato... tanto come diciamo sempre, prima o poi lo Stato arriva e come avrà potuto constatare con il sequestro dei 2 milioni di beni, arriva anche da lui...


Alcuni chiedevano qualche copia in più. Alcuni leggevano il titolo "Beccato anche Nino Lo Iacono" e non lo prendevano... un giovane barista invece dopo averne letto metà ci ha detto: "Ma è contro Lo Iacono?" ed alla risposta "Certo che sì", ha detto "allora non lo voglio"!

Questo rende l'idea che l'omertà e la propensione alla convivenza non è solo al sud, ma anche, sempre più, anche al nord. Ed è proprio questa mentalità sempre più diffusa che rappresenta l'ostacolo primo a quel rigetto sociale verso i mafiosi che è tassello essenziale, insieme all'aspetto giudiziario e repressivo, per raggiungere la sconfitta delle mafie e delle sue reti di protezione.

Alcune copie le abbiamo affisse anche lungo le vie del paese ma, abbiamo saputo, che nemmeno due ore dopo erano state già staccate. Probabilmente il Lo Iacono non avrà gradito che si dicesse ai cittadini chi lui sia... Comunque dopo il volantinaggio siamo andati al condominio dove vive lungo la strada che collega Campomorone al quartiere genovese di Pontedecimo. Lì abbiamo suonato al suo interno ed una signora ci ha aperto così che si sia potuto provvedere ad imbucare un volantino per ogni cassetta (compresa la sua, naturalmente).

Nei prossimi giorni torneremo ancora, affiggeremo ancora i volantini e se lo incontriamo gli potremmo dire di persona, in faccia che è molto meglio se collabora con lo Stato, anche perché colpo dopo colpo il potere del clan di Piddu Madonia evapora ed i beni accumulati con il riciclaggio del denaro sporco vengo sequestrati e confiscati, uno dopo l'altro.

Di seguito il testo integrale del volantino distribuito e affisso.


Qui il volantino

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Qui breve estratto degli atti giudiziari che riguardano l'Antonino Lo Iacono

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il nostro articolo sull'Operazione della DIA del 13.08.2009
"Genova, nuovi sequestri al clan di Piddu Madonia"

 



BECCATO ANCHE NINO LO IACONO
Genova – 2 milioni di beni sequestrati al numero due del clan di Piddu Madonia


Antonino Lo IaconoAntonino LO IACONO, uomo d'onore della famiglia di Vallelunga, era il luogotenente di Giuseppe "Piddu" MADONIA che con il suo clan - e la ‘decina' dei gelesi degli EMMANUELLO - ha messo pesanti radici tra Genova e Milano... Il soggetto se la vive da decenni in VALPOLCEVERA a GENOVA... più esattamente a Campomorone... Ha provato a fare il furbetto sino all'ultimo, nell'ombra (sul citofono ha anche storpiato il suo nome in LOJACONO), per riciclare i profitti intrisi di sangue... ma gli è andata male perché lo Stato, con la DIA, alla fine, arriva sempre!
Il LO IACONO era l'appendice del clan di MADONIA a Genova. Prima si occupava di estorsioni & dinamite, come quando - per fare un esempio - con Amedeo LA PAGLIA, Totuccio FRATERRIGO, Gino PIRONITTI, Tano D'ANNA, Angelo STUPPIA ed il Salvatore FIANDACA fecero saltare un night nell'alessandrino... e mentre il FRATERRIGO entrava nel locale per accertarsi dei danni procurati, il LO IACONO passava di corsa, così che i suoi cumpari gli domandarono "NINO NON E' CHE TE LA FAI ADDOSSO?". Ma l'ANTONINO LO IACONO è anche uno di quelli che oltre agli attentati per le estorsioni si occupava anche del traffico e spaccio dell'eroina... cioè era uno di quei venditori di "merda" che seminava morte per permettergli di accumulare ricchezza per se, per il "fornitore" RINZIVILLO e per il MADONIA. Aveva anche uno spedizioniere che gli procurava direttamente "cocaina di buona qualità". Del traffico di stupefacenti di MADONIA, il LO IACONO si occupava con VARA, LA PAGLIA, OGGIANU... e questi "affari" gli sono già costati una condanna a 20 anni di carcere! Per MADONIA era socio e tuttofare... Aveva anche un capannone intestato in comune a Vallelunga a Caltanissetta (sequestrato anche questo)... Dalle innumerevoli e convergenti dichiarazioni risulta anche che, prima dell'omicidio di STUPPIA, a Genova si riunirono per organizzare una contemporanea strage a Milano e a Riesi che poi non si eseguì per assenza dei condannati a morte... ed ancora che quando volevano eliminare i gelesi EMMANUELLO non li trovarono in casa e soprattutto "si resero conto comunque che la zona non si prestava per commettere un omicidio e non se ne fece più nulla"... Si occupava delle riunioni e dei contatti con il MADONIA mafioso latitante... I soggetti poi facevano delle belle "rimpatriate" per Piddu Madonia, al 41 bisricordare "omicidi commessi insieme" dalla cosca, come in una serata del dicembre ‘87 quando, dopo una riunione con il MADONIA, da Milano scendono a Genova, il Ciro VARA con il Domenico VACCARO, il Calogero DI GIOVANNI e, naturalmente, l'Antonino LO IACONO, e, sapendo della venuta all'ombra della Lanterna, il Salvatore FIANDACA con il Salvatore RIGGIO non vogliono mancare l'occasione di ricordare insieme le scie di sangue seminate in compagnia.
Questo Nino LO IACONO, come spessore criminale e come posizione apicale nella gerarchia di COSA NOSTRA non era proprio messo male, e nonostante la pesantissima condanna per traffico di droga inflittagli, nell'ombra della Valpolcevera a Genova, continuava ad operare, garantendo gli "investimenti" dei profitti illeciti del clan di MADONIA... Dal denaro sporco al mattone ed agli appalti, piccoli ma costanti. Beni e società intestate alla sua signora consorte, Angela TONIOLO ed al figlio Giovanni, dopo la chiusura della sua società "LAVORAZIONI E RIPRISTINI STRADALI (LA.E.R.S.)". Continuava a prendere appalti e incarichi pubblici, ma anche "subappalti" fantasma - a quanto ci è stato segnalato - con ditte compiacenti già viste in contatto con altri soggetti legati alla criminalità organizzata... Lavorava sotto la sigla della ditta individuale del figlio "Giovanni Lo Iacono" anche per privati, come con alcuni amministratori condominiali che lo presentavano perché "meglio dei prezzi che fa il Nino non ce ne sono!", oltre che per enti pubblici, a partire dai Comuni. Tutti naturalmente non avevano mai collegato l'Antonino LO IACONO con l'Antonino LO IACONO, e poi come ha dichiarato (sic) il sindaco di Campomorone a Il Secolo XIX: "la loro ditta era efficiente" (complimenti signor Sindaco! Noi, invece, che qualcosa c'era lo avevamo notato un po' di anni fa e segnalammo il Nino alla DIA).

Ora, in attesa della confisca definitiva dei suoi beni e della sentenza per il processo a Caltanissetta dove è imputato per "associazione mafiosa", sarebbe bene che decidesse di collaborare con lo Stato, tanto le cose ormai si sanno e quindi le condanne, come la confisca dei beni, arrivano puntuali... non sarebbe male se si pentisse e, magari ancora per una volta, si mettesse in contatto con il Piddu, per suggerirgli di collaborare pure lui, tanto dal 41bis non esce e colpo dopo colpo tutto il suo "potere" evapora ed i suoi beni lo Stato arriva a prenderseli, uno dopo l'altro! Per una volta, almeno, anche se tardi, nelle vita potrebbero essere "uomini" e non sporchi vermi e vili criminali... Ma forse il LO IACONO se si toglie la veste di "uomo d'onore" si vede per quello che è: un quaraquaqua. Si penta e segua la strada che hanno già intrapreso nel collaborare con lo Stato gli ex sodali VARA, RIGGIO, BENVENUTO e LA PAGLIA! E chi ci vive in Valpolcevera, a partire da Campomorone, vorrà dare un segnale, ed incominciare a togliere al LO IACONO il saluto? Il rigetto sociale è uno dei colpi più duri che si può dare ad un mafioso, insieme al sequestro ed alla confisca dei beni... e se lo Stato c'è, come si è dimostrato, ci devono (e possono) essere anche i cittadini!

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