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Spinelli interrogato: «Il Multipurpose è tutto mio»

Molto rumore per nulla, come diceva William Shakespeare. La Procura conduce un'inchiesta che fa tremare politici e imprenditori, i terminalisti da anni si accoltellano. Ma niente paura, perché il concessionario per l'intero terminal Multipurpose di Genova c'è già: «Sono io»...

, si punta il dito sul petto Aldo Spinelli. E spara: «Gli altri terminalisti se ne devono andare per lasciarmi gli spazi che mi spettano». Spinelli tace con il pm, ma poi, con i cronisti, lancia due bombe nelle paludi del Multipurpose e delle aree di Cornigliano.

Mezzogiorno di ieri, quando Spinelli si presenta in Procura per È essere interrogato dai pm Walter Cotugno, Mario Morisani ed Enrico Zucca che lo hanno convocato. Ma è una formalità di un minuto: l'imprenditore, accompagnato dagli avvocati Andrea Roveta e Andrea Vernazza, fa appena in tempo a togliersi il cappottone scuro e a consegnare un foglio. «Mi avvalgo della facoltà di non rispondere», scrive Spinelli, che utilizza un diritto di tacere concesso agli indagati (l'accusa nei suoi confronti è di turbativa d'asta). Cinque minuti in tutto.

La porta si riapre, Spinelli esce con lo stesso sorriso con cui era entrato e si concede ai giornalisti come se improvvisasse, ma la bomba che lancia era già pronta da tempo: «Basta giochini. Da lunedì - annuncia - partirò con i miei avvocati amministrativisti per fare valere i miei diritti sul Terminal Multipurpose, di cui sono attualmente l'unico concessionario quale titolare del Consorzio Multipurpose Spa, dopo che il Tar ha annullato la spartizione tra i terminalisti». Chiaro, chiarissimo, almeno secondo l'imprenditore: nel 2004 la gara per l'assegnazione del Terminal è praticamente nelle mani di Gianluigi Aponte e della sua Msc. Ma l'armatore napoletano, il secondo del mondo, all'improvviso rinuncia puntando, così dice, su Calata Bettolo.

I giochi si riaprono, viene trovato un accordo (proprio quello contestato dai pm che hanno arrestato l'ormai ex presidente dell'Autorità Portuale, Giovanni Novi) e il Multipurpose viene spartito tra gli altri partecipanti alla gara. Più Tirrenia. E proprio su questo inserimento di un soggetto che non aveva preso parte alla gara si innesta il ricorso di Bruno Musso e della sua Grendi. Alla fine il Tar boccia l'accordo. Insomma, a quanto pare si riparte da zero. E proprio qui arriva la rivendicazione di Aldo Spinelli, che decide di non parlare con i magistrati, ma consegna una memoria di cento pagine in cui spiega come e perché il Multipurpose spetti a lui: «Io sono qui perché, venuti meno gli accordi tra i privati che sono al centro dell'inchiesta e dei ricorsi al Tar, esiste già un concessionario per il Multipurpose. E sono io», taglia corto l'imprenditore.

Che poi spiega: «Io il 19 settembre 1996 ho comprato, per 53 miliardi di vecchie lire, il gruppo Biasotti e quindi le quote che possedeva all'interno del Centro Servizi Derna. Dopo questa operazione ho anche acquisito le quote della Compagnia Unica nello stesso Centro Servizi Derna. Insomma, adesso ho il cento per cento della società che controlla il Multipurpose». Ma che cosa ne farà? Spinelli sceglie di attaccare: «Non accetto più accordi per nessuno. Lunedì parto con richiesta danni contro chi non mi permette di utilizzare i miei spazi. La concessione non è mai scaduta e sarà valida fino al 2029».

E l'obiezione che Spinelli ha già un altro molo in concessione? «È vero - risponde l'imprenditore - ho già il Genoa Terminal, ma la legge mi consente di avere un'altra concessione. Adesso tutti gli altri terminalisti se ne devono andare. Non ho mai presentato revoche all' Autorità portuale alla concessione di tutto il Terminal». Ma allora perché Spinelli aveva firmato l'accordo di spartizione con gli altri operatori? «Avevo aderito solo per la pace sociale», risponde Spinelli. un po' che non lo vedo. Alla festa di Che poi scherza: «Burlando? È Garrone, al ristorante Europa, non è venuto». Già, il tradizionale appuntamento dei potenti di Genova, una sera alla settimana a parlare di affari dietro a un mazzo di carte: «Una gran bella serata. Ho perso duecento euro con Garrone, ma ho mangiato dell'ottimo bollito e della trippa».

M. Men - F. Sa.

Tags: claudio burlando, inchiesta, porto, porto di genova, culmv, Spinelli, multipurpose, sandro biasotti, aponte, interrogatorio, calata bettolo, garrone

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