Canolo, dove tutti sanno ma tacciano e si piegano (e chi non si piega è isolato)
CANOLO - Qui nessuno vede e parla, per omertà assoluta. Qui la complicità figlia di questa omertà è la garanzia del potere della 'ndrangheta. Qui il FAZZARI Francesco dal savonese comprò la tenuta di Acarta (truffando pure i proprietari, come ha truffato chiunque per conto suo e della 'ndrangheta). Una tenuta scenario di omicidi, come quello compiuto dal FAZZARI Francesco con RAMPINO Franco che eliminarono uno degli uomini dei D'AGOSTINO, per bruciarne poi i resti e seppellirli lì.
Uno dei D'AGOSTINO mandati per colpire loro... Il FAZZARI Francesco voleva eliminare il D'AGOSTINO Nicola, per l'attentato ad una pala... chi venne incaricato si rifiutò... poi venne eliminato il D'AGOSTINO Totò, figlio del Nicola, all'Eur a Roma ed il FAZZARI Francesco prima disse "La pala l'hanno pagata" poi si recò al funerale...
Con i D'AGOSTINO vi era conflitto che andava ben oltre alla pala, e per essere precisi era un conflitto per gli interessi che riguardavano l'apertura di una cava e di un impianto per produrre inerti e cemento, che il FAZZARI voleva costruire con un "impresario" di Cuneo, INDEMINI, divenuto suo sodale d'affari.
Qui a Canolo, nella tenuta di Acarta vi era la base logistica principale per la cosca GULLACE-RASO-ALBANESE (con i FAZZARI, FILIPPONE, PRONESTI' così come, ad esempio, il SANNA Carlo) durante e per la faida con i FACCHINERI e per gli attentati per le estorsioni alle grandi imprese che lavoravano alle infrastrutture nella zona di "loro" competenza.
Loro per andare a colpire una persona partivano di lì in gruppo, armati di mitra, canne mozze e pistole...
Qui a Canolo, nella tenuta di Acarta, si nascondevano i latitanti di quella cosca... Qui non riuscivano a prendere il sonno, ad esempio, alcuni "ospiti", come RASO Girolamo (detto "Mommo" e "il Professore") e GULLACE Francesco (detto "Ciccio") perché "perseguitati" dai bambini dei FACCHINERI che erano finiti morti ammazzati dalla loro faida ("meglio eliminarli ora prima che crescano e che vengano a cercare a noi" era la filosofia della loro cosca che aprì la strada agli omicidi dei bambini)...
Qui il tutto era controllato mano militare. C'era la "sentinella" allo Zomaro, che sempre presente con la bancarella di vendita ambulante, gli faceva da postino delle "ambasciate" e c'era "Pedi di ferru" che gli faceva da sentinella per controllare chi arrivava a Canolo.
Quella tenuta è poi passata al controllo del RASO Giuseppe, detto "l'avvocaticchio", il fratellastro dei GULLACE... quello delle "vacche sacre" per cui è stato ammazzato l'oculista La Rosa che non accettava che i suoi terreni e le sue coltivazioni fossero devastati dalla mandria di quei luntruni.
E se il fratellastro GULLACE Carmelo è divenuto il referente della cosca nel nord-ovest, ed il principale esponente della cosca, RASO Girolamo, si insediò nella capitale, il RASO Giuseppe divenne il "capo-locale" di Canolo, affiancato dal GULLACE Francesco detto "Ciccio", risceso dalla Piana di Albenga nella terra madre.
Ecco, queste cose a Canolo le sanno tutti. Le sanno tutti ma il silenzio di tutti li rende complici di quel sangue, di quell'impunità (che sino ad ora) ha protetto questa mandria di ominicchi senza onore che devono finire in carcere per uscirci, dopo lunga pena, in orizzontale e senza nemmeno i funerali, perché soggetti privi di dignità e rispetto.
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