Piemonte. Stato 2 - 'ndrangheta 0. Ma bisogna andare avanti...
La Cassazione chiude un primo importante capitolo. Confermate le condanne per il processo “MINOTAURO” e confermate anche le condanne per “MAGLIO 1” (anche nota come “Alba Chiara”). Condanne per 416 BIS inflitte agli 'ndranghetisti del Piemonte. Un punto fermo raggiunto con fatica, ma raggiunto, finalmente.
I numeri: 50 condanne confermate per “MINOTAURO” e 16 condanne confermate per “MAGLIO 1”, che rendono definitive le rispettive Sentenze della Corte di Appello di Torino...
E' un risultato importante che segna una svolta nel contrasto alla 'ndrangheta anche sul piano giudiziario.
Se per “MINOTAURO” l'impianto accusatorio si è dimostrato sin dall'inizio solido, per “MAGLIO 1” vi era stata una assurda assoluzione di primo grado a cui si era riusciti a rimediare in Appello. Un risultato, con le condanne in Appello degli uomini del “locale” del Basso Piemonte, capeggiato dal PRONESTI' Bruno Francesco (cugino del noto boss GULLACE Carmelo), a cui come Casa della Legalità si è portato un importante contributo, facendo emergere e documentando non solo le intimidazioni promosse dal sodalizio 'ndranghesta ad Alessandria (ed in particolare dal CARIDI Giuseppe, il politico affiliato), ma anche la capacità di condizionamento della Pubblica Amministrazione (con il CARIDI, Consigliere Comunale e Presidente della Commissione Territorio del Comune di Alessandria) e dell'economia (con il ROMEO Sergio e la sua impresa).
Ora, se già sono scattate le manette per l'esecuzione delle pene inflitte ad alcuni dei principali condannati di “MINOTAURO”, occorre che il carcere si apra per gli altri 'ndranghetisti condannati in entrambi i filoni processuali.
Attenzione però dal cadere nell'errore che la 'ndrangheta sia stata sconfitta in Piemonte. Non è così. E' stato un colpo pesante quello inflitto con le condanne definitive, così come con i molteplici sequestri e le confische promosse dalla D.I.A. a carico dei patrimoni di molteplici degli uomini della 'ndrangheta in terra piemontese, ma vi sono ancora da chiudere diversi filoni.
Vi è ancora un'ampia rete di attiva tra le province di Alessandria, Novara e Biella, ad esempio, legata al GULLACE Carmelo. Vi è ancora parte dei soggetti coinvolti nel perverso traffico e smaltimento illecito di rifiuti tossici nel basso Piemonte, tra quelli legati ai traffici di materiale radioattivo (vedesi quello sequestrato al Porto di Genova che era diretto nell'alessandrino ad una delle imprese dei noti SOFIO) e quelli legati agli smaltimenti nel tortonese di cui RUBERTO Francesco, uomo dei GAGLIANO' della cosca FACCHINERI, era solo la punta dell'isberg. Vi sono le reti di cointeressenze che si sviluppano nel territorio della provincia di Cuneo. Vi sono soprattutto gli interessi permanenti, attraverso imprese direttamente contrallate ed imprese fittiziamente intestati a terzi, sia nell'ambito di appalti e subappalti e forniture a “nolo”, nei lavori pubblici, a partire da quelli della TAV e del Terzo Valico.
Occorre quindi andare avanti e come Casa della Legalità continueremo a farlo, fornendo informazioni ai reparti investigativi ed alla Magistratura, oltre che, per quanto possibile (per agevolare e non ostacolare le indagini), con un'azione di informazione pubblica, puntando i riflettori dove è necessario colpire.