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“AEMILIA”, la ragnatela del GRANDE (luntrune) ARACRI – 3 pt

Nella terza puntata di approfondimento sull'Operazione “AEMILIA” ci spostiamo un attimo sull'aspetto “imprenditoriale” (con un occhio comunque sempre puntato ai rapporti con la politica, ovviamente) che ha visto gli 'ndranghetisti fare ottimi affari nell'ambito di appalti pubblici, con concessioni pubbliche ed ovviamente con i subappalti delle grande cooperative rosse (che però non risultano indagate). Quello che emerge dall'inchiesta sulla “famiglia di Cutro” è la conferma, ancora una volta di ciò che si sapeva e si diceva da anni. Gli stessi rapporti che si sono evidenziati in Liguria, si consumavano ovviamente anche in Emilia Romagna, come si era denunciato e documentato anche in “Tra la via Emilia e il Clan”. Ed ora facciamo il punto proprio su questo. Lo facciamo attraverso ciò che ora è nero su bianco in riferimento alla BIANCHINI COSTRUZIONI (e IOS) perché ci offre, nella lunga ricostruzione prodotta dal GIP di Bologna - e che qui si andrà a ripercorrere - la dimostrazione di che significa la 'ndrangheta che si fa mercato: sfruttamento dei lavoratori, reati fiscali, reati ambientali - cioè inquinamento nocivo -, annullamento di ogni logica del libero mercato e dell'imparzialità della Pubblica Amministrazione...

Dobbiamo, prima di iniziare, tenere fermi alcuni punti. Alcuni semplici punti che si sono incontrati nelle prime due parti di questo viaggio.

1) il rapporto consolidato (e ricercato) di DELRIO Graziano con gli impenditori cutresi, così come il rapporto consolidato di buona parte del PD e dell'amministrazione comunale di Reggio Emilia (vedesi la vicenda del pellegrinaggio, gemellaggio e intitolazione viale, il caso di OLIVOAntonio, o, ad esempio, quello della SERGIO Maria moglie dell'attuale sindaco che dirigeva l'Ufficio Urbanistica) – elementi visti nella prima parte;
2) la confessione di uno degli 'ndranghetisti (
CALICINO Michele) di come controllavano le gare del consorzio “AGAC” quando questi era controllato dal Comune di Reggio Emilia, così di come riuscivano ad avere rapporti con i vertici delle Pubbliche Amministrazioni (pure a Parma), ma anche, da altre intercettazioni, del rapporto consolidato con le cooperative rosse che davano alle loro imprese appalti e subappalti – elementi visti nella seconda parte.

Con questi elementi ben presenti andiamo avanti sino a comprendere, al dettaglio, il ruolo dei modenesi BIANCHINI per i grandi affati, come quelli conseguenti al sisma che ha colpito l'Emilia Romagna, passando per gli incarichi a loro affidati dai colossi delle cooperative rosse C.M.C. e COOPSETTE.

I protagonisti

Tratteggiando i ritratti dei soggetti che incontriamo in questa terza puntata si deve partire da BIANCHINI Augusto. Questi forniva, come scrive il GIP, «concretamente contribuito, pur senza farne formalmente parte, al rafforzamento, alla conservazione ed alla realizzazione degli scopi dell'associazione mafiosa...». Sempre il GIP: «nella sua qualità di imprenditore con ottimi rapporti locali (società BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l.) con Istituzioni ed altre imprese, consentiva ai membri dell'associazione ed in particolare a BOLOGNINO Michele di gestire di fatto i lavori dal medesimo ottenuti in appalto dalla pubblica amministrazione in relazione allo smaltimento delle macerie del terremoto che colpiva l'Emilia nel 2012 e ad alcuni lavori di ricostruzione, il tutto..., avvalendosi altresì delle società riconducibili a GIGLIO Giuseppe». Un BIANCHINI Augusto che era «nella piena consapevolezza e volontà di ottenere vantaggi per sé e per la sua azienda nonché di aiutare il BOLOGNINO ed i suoi sodali ad affermarsi mettendosi a loro disposizione anche in vista di una serie indeterminata di possibili occasioni future». Accanto a BIANCHINI Augusto vi è poi, prima di tutto BIANCHINI Alessandro, il figlio, classe 1983, che consapevole della scelta del padre, forniva pieno apporto alle attività illecite, sia nell'ambito della BIANCHINI COSTRUZIONI SRL, sia attraverso la IOS, sua ditta individuale. Un'impresa funzionale all'aggiramento dei controlli e delle misure di prevenzione antimafia. In sintesti: una famiglia di imprenditori modenesi al servizio degli interessi della 'ndrangheta. L'intera famiglia degli imprenditori modenesi, visto che oltre ai BIANCHINI padre e figlio vi era la concreta e consapevole partecipazione alle attività della moglie di Augusto, la BRAGA Bruna.

I BIANCHINI erano stati esclusi dalla “white list” della Prefettura per gli appalti. Oggetto, quindi, di misura interdittiva antimafia, promuovevano il classico teatrino dipengendosi vittime innocenti – proprio nella più classica delle pratiche del sodalizio ed in piena attuazone della campagna che – come abbiamo visto – aveva una regia ben chiara: SARCONE Nicolino, il reggente della 'ndrangheta nell'Emilia occidentale. Nella loro campagna contro le misure di prevenzione antimafia trovarono al loro fianco anche il senatore dell'UDC GOVANARDI Carlo (nella foto con i BIANCHINI), modenese come il fratello GIOVANARDI Sergio che già come Casa della Legalità si era individuato nelle società (quali PARTITAL SRL e AMBROFIN SRL) facenti capo MARANO Pietro Ferdinando (anche lui esponente dell'UDC) che nel capoluogo Ligure faceva lavorare il noto boss della 'ndrangheta GARCEA Onofrio, ma questa è un'altra storia. Non solo. Altro punto da tenere fermo è questo: MARANO Pietro Ferdinando risultava tra i massimi dirigenti della CONFAPI. In questa associazione risultavano avere ruolo di primo piano i noti MAMONE (con Vincenzo e Luigi jr.) ed appartenenti alla Loggia Massonica “A. FORTIS” fondata proprio dai MAMONE.

Accanto ai BIANCHINI vi è, prima di tutto, il GIGLIO Giuseppe uno degli 'ndranghetisti, con, scrive il GIP, «il ruolo di organizzatore dell'attività dell'associazione relativa alle fatturazioni per operazioni inesistenti ed alla gestione di numerosi appalti (taluni come consapevole strumento di reimpiego di denaro ricollegabile direttamente a Nicolino GRANDE ARACRI)», che curava «tale attività in stretto contatto con BOLOGNINO Michele, DILETTO Alfonso o SARCONE Nicolino (o con i predetti anche insieme) i quali intervenivano, quando necessario o anche da lui richiesti, per dare veste formale e definitiva alle decisioni dal medesimo assunte nella gestione concreta di taluni affari.»

Ancora il GIP sull'operato del GIGLIO: «In particolare garantendo il collegamento tra i partecipanti all'associazione, negli ambiti sopra indicati, mantenendo i rapporti con la "casa madre di Cutro", e indirettamente anche con Nicolino GRANDE ARACRI (in particolare per il tramite di GENTILE Francesco) cui faceva pervenire denaro anche direttamente; individuando le linee di intervento del gruppo e le azioni di interesse comune negli ambiti sopra descritti: risolvendo i conflitti insorti tra i partecipi, anche coinvolgendo, a seconda dei casi, BOLOGNINO, SARCONE, DILETTO; partecipando alla decisione delle azioni di ritorsioni nei confronti dei partecipi che contravvengono alle regole; mettendo a disposizione dell'associazione le società commerciali a lui riconducibili e costituendone alcune ad hoc, individuando e coordinando l'opera dei prestanome e degli altri concorrenti...; pretendendo ed ottenendo obbedienza dagli appartenenti al sodalizio in relazione alle attività sopra indicate, imponendo loro le spartizioni degli appalti e l'acquisto della materia prima secondo le sue indicazioni, sempre in sintonia con i capi; mantenendo rapporti con imprenditori avvicinatisi alla cosca, e coordinando le attività compiute insieme a costoro; mantenendo il rapporto a nome dell'associazione e in relazione a singoli avvenimenti che coinvolgono l'associazione in se stessa ovvero taluno degli associati, con altri clan di matrice 'ndranghetistica (in particolare clan URSINO); ed in particolare commettendo i delitti sotto al medesimo contestati con ruolo di organizzatore o comunque di riconosciuto vertice dell'azione...».

I BOLOGNINO - Michele, Sergio e Domenico - da Locri a Montecchio Emilia in provincia di Reggio Emilia e Rosà in provincia di Vicenza.

Il soggetto dal più noto spessore criminale è senza dubbio il BOLOGNINO Michele. Tra i principali appartenenti «all'associazione mafiosa denominata 'ndrangheta, autonomamente operante da anni nel territorio emiliano – Province di Reggio Emilia, Parma, Modena e Piacenza». Nel capo di imputazione principale dell'inchiesta “AEMILIA”, il GIP, scrive: «Per avere SARCONE Nicolino, DILETTO Alfonso, GUALTIERI Antonio, LAMANNA Francesco, BOLOGNINO Michele, VILLIRILLO Romolo promosso, diretto ed organizzato il sodalizio come di seguito specificato in relazione alle diverse azioni e settori di intervento del gruppo. Avendo gli stessi il ruolo promotori, capi e organizzatori anche secondo competenze mutate nel corso del tempo e comunque sempre esercitate nel pieno accordo e reciproco riconoscimento, avendo provveduto insieme ovvero singolarmente a svolgere compiti di decisione, pianificazione e individuazione delle azioni e delle strategie della consorteria ed impartito direttive agli associati; in particolare, dirigendo e organizzando il sodalizio, assumendo le decisioni più rilevanti, prendendo alto di tutte le attività in corso da parte degli associati (sia di natura strettamente criminale sia apparentemente lecite soprattutto in campo economico e di gestione di imprese), impartendo le disposizioni necessarie a garantire l'operatività del gruppo e la "produttività" dei rapporti interni, comminando sanzioni agli altri associati a loro subordinati, curando i rapporti direttamente con Nicolino GRANDE ARACRI o suoi emissari e dirimendo i contrasti interni ed esterni alla struttura di appartenenza, nonché con le altre organizzazioni criminali sia in Emilia che in Calabria ed in altre regioni in particolare del nord Italia e tra queste anche quelle di matrice camorristica presenti in Emilia». «Tutti riconoscendo l'autorità di capo della locale di riferimento in Calabria, (intesa locale di Cutro - 'ndrina Grande Aracri - la cui esistenza è accertata con sentenza di condanna definitiva pronunciata dal Tribunale di Crotone n. 1812/03 del 19.12.2003, nell'ambito del procedimento Scacco Matto n. 2221/00-21 DDA Catanzaro, operante sul territorio di Cutro, nonché in Lombardia ed Emilia Romagna) in Nicolino GRANDE ARACRI, ma avvalendosi di piena autonomia di azione e di decisione, anche tra loro, in relazione alle modalità di perseguimento degli scopi associativi come sopra indicati, autonomia riconosciuta direttamente dalla locale cutrese e nota alla generalità degli associati.
Con l'aggravante di essere l'associazione armata.
Con l'aggravante dell'avere finanziato le attività economiche di cui gli associati hanno assunto o mantenuto il controllo, in tutto o in parte con il prezzo, il prodotto, il profitto di delitti sia commessi dagli associati sia ricollegabili all'associazione stessa, all'attività dell'associazione di stampo mafioso cutrese e a Nicolino GRANDE ARACRI direttamente, provvedendo al loro reinvestimento a sua volta produttivo di ulteriori redditi in parte divisi tra gli associati ed in parte resi al clan cutrese che ne aveva disposto il reinvestimento (secondo le forme e modalità descritte nei capi di imputazione che seguono).
Con l'aggravante della transnazionalità, trattandosi di reato commesso con contatti con un gruppo criminale organizzato impegnato in attività criminali in più di uno stato, precisamente in Italia, Austria, Repubblica di San Marino e Germania, territori di espressione dell'attività anche dell'associazione stessa».

Accanto al BOLOGNINO Michele, che nelle imprese dei BIANCHINI era nel suo, vi è BOLOGNINO Sergio. Scrive il GIP: «Essendo a totale disposizione di BOLOGNINO Michele (suo fratello) ma essendo in contatto con tutti gli esponenti apicali del sodalizio di 'ndrangheta emiliano, che coadiuva nel dirigere l'organizzazione criminale e pone in essere in concorso una serie di reati..., essendo espressivi della consapevole e volontaria partecipazione del medesimo all'associazione di stampo mafioso, della osservanza delle sue gerarchie e regole, della fedeltà alle direttive ricevute, del perseguimento dell'interesse dell'organizzazione, utilizzando in modo costante il rapporto con gli altri associati come forma di allargamento della propria influenza nonché capacità affaristica e di inserimento nel sistema economico emiliano; pianifica e gestisce, unitamente ad alcuni cittadini rumeni e russi, l'illecita attività finalizzata all'appropriazione indebita di yacht di lusso, uno dei quali entra nella disponibilità di BOLOGNINO Michele, URSINI Mario, OPPEDISANO Giuseppe Domenico, BELFIORE Giuseppe e PICHIERRI Giuseppe, quale risarcimento per un pregresso debito contratto da BOLOGNINO Sergio con la consorteria gioiosana, localizzata a Torino; coadiuva attivamente il fratello Michele nelle fasi iniziali dell'acquisizione delle piastrelle, provento di appropriazione indebita in danno della società ASOLEDIL s.r.l., proponendosi come rappresentante nei confronti di Luca ROSSI, al fine di contrattare e definire i dettagli dell'operazione, nella quale vengono coinvolti anche esponenti di spicco della consorteria URSINI - BELFIORE di Gioiosa Ionica (BUTTIGLIERI Salvatore, URSINI Mario e OPPEDISANO Giuseppe Domenico), GRANDE ARACRI Nicolino ed esponenti del sodalizio emiliano (GUALTIERI Antonio, GIGLIO Giuseppe, GIGLIO Giulio, RICHICHI Giuseppe. VERTINELLI Palmo, OPPIDO Raffaele e MUTO Antonio ci. 71); partecipa oltre che nel momento decisionale, anche nella fase preparatoria ed esecutiva di specifiche attività criminose attuative del programma associativo, in primis nelle attività di reimpiego ... di denaro o beni provenienti da delitto, con conseguente spartizione dei proventi delittuosi tra gli associati».

Abbiamo poi ALLELUIA Lauro, altro uomo a totale disposizione del BOLOGNINO Michele che, scrive il GIP, «coadiuva nella gestione delle imprese e degli operai impiegati alle dipendenze della società BIANCHINI COSTRUZIONI srl, ponendo in essere in concorso una serie di reati..., essendo espressivi della consapevole e volontaria partecipazione del medesimo all'associazione di stampo mafioso, della osservanza delle sue gerarchie e regole, della fedeltà alle direttive ricevute, del perseguimento dell'interesse dell'organizzazione, utilizzando in modo costante il rapporto con gli altri associati come forma di allargamento della propria influenza nonché capacità affaristica e di inserimento nel sistema economico emiliano; occulta, unitamente a BIANCHINI Augusto e BIANCHINI Alessandro, mediante una gettata di magrone di circa due centimetri, materiale contaminato da amianto precedentemente utilizzato per lo stabilizzato del cantiere edile sito all'incrocio fra via L. da Vinci e via Lavacchi in San Felice sul Panaro, al fine di ostacolare dolosamente i successivi rilievi fiscali da parte dcll'ARPA; fornisce ogni utile apporto a BOLOGNINO Michele, che rappresenta nei cantieri in cui operano per conto della BIANCHINI COSTRUZIONI srl, coadiuvandolo nella contabilità relativa alle prestazioni fornite dalla A.S. COSTRUZIONI di SCOZZAFAVA Antonio, alla quale è stato ceduto illegalmente il sub appalto relativo alle opere di ampliamento del cimitero di Finale Emilia, vinto dalla BIANCHINI COSTRUZIONI srl; coadiuva BOLOGNINO Michele nelle fasi dell'acquisizione delle piastrelle, violando, unitamente al sodale RICHICHI Giuseppe ed a FLORIO Francesco, i sigilli apposti presso il capannone della SICE srl (sito a Gualtieri in Via Bigi 8 e riconducibile a GIGLIO Giuseppe), al fine di agevolare l'ennesimo prelievo di piastrelle, provento di appropriazione indebita in danno della società ASOLEDIL srl; partecipa oltre che nel momento decisionale, anche nella fase preparatoria ed esecutiva di specifiche attività criminose attuative del programma associativo, in primis nelle attività di reimpiego ... di denaro o beni provenienti da delitto, con conseguente spartizione dei proventi delittuosi tra gli associati».

Ancora: SCHIRONE Graziano altro soggetto a totale disposizione del BOLOGNINO Michele ed in costante contatto con RICHICHI Giuseppe, «essendo ciò espressivo della consapevole e volontaria partecipazione del medesimo all'associazione di stampo mafioso, della osservanza delle sue gerarchie e regole, della fedeltà alle direttive ricevute, del perseguimento dell'interesse dell'organizzazione, partecipando alle riunioni del sodalizio, utilizzando in modo costante il rapporto con gli altri associati come forma di allargamento della propria influenza nonché capacità affaristica e di inserimento nel sistema economico emiliano; seguendo precise disposizioni di BOLOGNINO Michele, presta la propria opera come operaio edile a disposizione della società BIANCHINI COSTRUZIONI SRL di San Felice sul Panaro; detiene, in concorso con BOLOGNINO Michele e RICHICHI Giuseppe una pistola Beretta calibro 9x21 (mai rinvenuta) oggetto di smarrimento ed il relativo munizionamento, occupandosi del loro occultamento; detiene armi da fuoco a disposizione delle azioni comuni e comunque dell'associazione».

Non sono tutti, ma sono abbastanza, con i ritratti proposti, per inquadrare il contesto in cui si è pienamente sviluppata la rete societaria ed attività delle società dei BIANCHINI. Gli altri protagonisti li conosceremo direttamente guardando ai fatti, cioè agli appalti, alle commesse ed ai reati che sono stati individuati in capo ai BIANCHINI ed alle loro imprese.


I lavori per il sisma del 2012

La gestione e lo sfruttamento della manodopera

Scrive il GIP: «a seguito degli eventi sismici del maggio 2012, BOLOGNINO Michele, coadiuvato attivamente e costantemente da RICHICHI Giuseppe e ALLELUIA Lauro, organizzava l'attività lavorativa di almeno 12 operai (AURIEMMA Gennaro, BALZANO Antonio, COZZOLINO Giuseppe, PERROTTA Piero, CHIARO Emanuele, COLOSIMO Salvatore, CURCIO Domenico, DODA Artur, DODA Ermal, DODA Shain, DODA Altin, SCHIRONE Graziano) senza alcun legame di dipendenza con società a lui ricollegabili, mettendoli a disposizione della società BIANCHINI COSTRUZIONI S.r.l. di San Felice sul Panaro (MO).
Organizzazione del lavoro caratterizzata da sfruttamento:
- mediante minaccia, consistita nel prospettare un repentino licenziamento o in molte occasioni un male fisico (BOLOGNINO: Gli dici a Salvatore se non gli conviene, stasera, di firmare la lettera di licenziamento, sennò noi, dai colpi nella faccia, sai come te lo faccio girare?...")
- mediante intimidazione derivante dalla loro nota appartenenza alla 'ndrangheta ("BOLOGNINO Michele: Andrea., hai capito come gli devi dire a sti operai? RICHICHI Giuseppe: gli dico.. (inc) la cassa edile...gli dico..[...] BOLOGNINO Michele: la cassa edile a metà con quelli là sotto...").
ed altresì approfittando dello stato di bisogno o di necessità dei lavoratori, i quali in un contesto di grave crisi occupazionale, accettavano condizioni di impiego inique e onerose e caratterizzate dallo sfruttamento che sotto viene descritto, che soltanto a fronte di un reale stato di necessità potevano essere imposte e tollerate.

Procedendo a strutturare il rapporto di lavoro, ed in particolare la retribuzione, in modo tale da obbligare i lavoratori ad accettare che mensilmente il BOLOGNINO e il RICHICHI trattenessero parti dello stipendio relative alla:
- Cassa edile ("RICHICHI: aspetta.. la cassa edile ce la ritornano., la cassa edile ce la portano indietro a noi ce la portano la cassa edile...[...] RICHICHI: la cassa edile "i cristiani" ce la devono portare a noi., dopo ce la portano la cassa edile...[...] BOLOGNINO Michele: tutta la cassa edile la voglio indietro.. tu dici che no?... [...] BOLOGNINO Michele: la cassa edile è volata? ed io non ti do i soldi in nero., me li tengo., è volala il problema qual'è... );
- Buoni pasto ("BOLOGNINO: Dice che siete andati a mangiare... Vedi che tu buoni, te l'avevo detto l'altra volta, agli operai, non devi dare un buono! Hai capito? [...] sennò vedi che stasera, ti possono firmare, Pietro e Salvatore, le lettere di licenziamento. Abbiamo parlato quel giorno là da Pino Giglio, nell'ufficio suo, che i buoni venivano tutti a me [...] i blocchetti te li prendi tu. Pure quello di Salvatore. Nelle mani tue subito! …);
- Visite mediche ("BOLOGNINO Michele: (si rivolge ad Alleluia Lauro) a tutti gli cacci la visita medica.. 100 euro per la visita medica., io non gli pago la visita medica dei cristiani.. [...]),
- Indennità di mancato preavviso (BOLOGNINO Michele: io controllo le sue., non controllo le ore sopra la busta.. Lauro., io non vado a pagare il licenziamento., digli che vadino a rompere i coglioni da un'altra parte., va bene...)
- Altre spettanze (ad esempio 50 euro dalla paga di ogni operaio sostenendo che sono le spese della nafta)...;
per un ammontare approssimativamente pari a circa € 1000 per ogni dipendente.

Con ciò costringendo con costante intimidazione verbale e "ambientale" i dipendenti reclutati di cui veniva organizzata fattività lavorativa, a tollerare un mensile prelievo del denaro pure a loro destinato, quale prezzo della intermediazione, con profitto ingiusto e pari altrui danno e obbligando sistematicamente i lavoratori ad un gravoso impiego settimanale senza fruizione della giornata di riposo.

Procedendo il BIANCHINI ad effettuare assunzioni a tempo determinato con retribuzioni formalmente ed apparentemente tutte inferiori a 1000 euro così da poter consentire il pagamento in contanti ed evitare la tracciabilità del movimento del denaro: dando così al BOLOGNINO la gestione del denaro da impiegare per il pagamento diretto dei dipendenti, retribuzione dalla quale il predetto tratteneva una parte per sé e per l'organizzazione decidendo ed imponendo ai lavoratori la trattenuta da lui individuata caso per caso per ciascuno.

Avendo altresì BIANCHINI contabilmente giustificato 1'esborso della cifra da mettere a disposizione del BOLOGNINO attraverso l'utilizzo di fatture emesse per operazioni inesistenti...) e segnatamente:
- GIGLIO Giuseppe emetteva, a nome della società TRASMOTER s.r.l. da lui controllata, fattura per operazioni inesistenti in favore della BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l., che a sua volta procedeva al pagamento tramite bonifico bancario;
- il denaro ricevuto veniva trasferito da GIGLIO Giuseppe alla società IMMOBILIARE TRE s.r.l. gestita e rappresentata da FLORO VITO Gianni, come acconto per il pagamento di altre fatture per operazioni inesistenti;
- FLORO VITO Gianni procedeva al prelievo contate di una parte della somma, trasferendo la cifra restante alla società ARGON s.r.l. gestita da BELFIORE Carmine, con la medesima causale (pagamento acconto fatture);
- BELFIORE procedeva infine a monetizzare la commessa per mettere il contante nelle disponibilità di BOLOGNINO.
Concorrendo altresì:
- BIANCHINI Alessandro, figlio di BIANCHINI Augusto, essendo a conoscenza del tutto e comunque fornendo ogni utile apporto al padre, in particolare per aver gestito l'impiego dei predetti operai in qualità di direttore tecnico della BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l.
- BRAGA Bruna, moglie di BIANCHINI Augusto, essendo a conoscenza del tutto e comunque fornendo ogni utile apporto al marito, in particolare per aver gestito consapevolmente la parte, amministrativa e contabile del meccanismo fraudolento sopra descritto per conto della BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l. e intrattenendo in tal senso rapporti diretti con BOLOGNINO Michele e GIGLIO Giuseppe».

Ed ancora il GIP, per i fatti che si sono qui visti, indicava:
«Con le aggravanti di cui all'art. 603 bis co.3 n. 1 e 3, per aver gestito un numero di lavoratori reclutati superiore a tre e per aver commesso il fatto esponendo i dipendenti intermediati a situazioni di grave pericolo, avuto riguardo alle caratteristiche delle prestazioni da svolgere e delle condizioni di lavoro.
Con l'aggravante di cui all'art. 628 co. 3 n. 3, per essere il fatto commesso da persona appartenente all'associazione di cui all'art. 416 bis. (intesi BOLOGNINO Michele, RICHICHI Giuseppe, ALLELUIA Lauro, GIGLIO Giuseppe, FLORO VITO Gianni, detto Giuseppe).
Con l'aggravante di cui all'art. 112 n. 1 per aver concorso nel reato in numero di più di cinque.
Con l'aggravante dell'art. 112 n. 2 per BOLOGNINO Michele e BIANCHINI Augusto.
Con l'aggravante di cui all'art. 7 L. 203/91 per avere commesso il fatto avvalendosi della condizione di intimidazione derivante dalla loro appartenenza alla 'ndrangheta ed in particolare alla articolazione 'ndranghetistica emiliana avente epicentro nella provincia di Reggio Emilia, per avere utilizzato metodologia tipicamente mafiosa come sopra descritta e avere agito a favore dell'associazione stessa spartendo il profìtto del reato esclusivamente tra gli associati coinvolti nell'azione, così rafforzandone la loro capacità di intimidazione e producendo altresì un effetto di moltiplicazione della percezione e consapevolezza da parte dei consociati (ed in particolare negli ambienti economici di riferimento) di potersi avvalere della collaborazione con l'imprenditoria locale (BIANCHINI) al fine di radicare più solidamente il potere criminale dell'associazione in settori economici e imprenditoriali tradizionalmente da essa controllati, allo scopo di attuare una metodica infiltrazione negli appalti pubblici».

Gestione rifiuti ed amianto.

Sempre il GIP: «BIANCHINI Augusto, BIANCHINI Alessandro, BRAGA Bruna, BOLOGNINO Michele, RICHICHI Giuseppe, ALLELUIA Lauro, PASSIATORE Francesco Pio... avendo ottenuto l'appalto, tra l'altro, per la rimozione di macerie del terremoto avvenuto in Emilia nel maggio 2012, con più operazioni e attività continuative organizzate, effettuavano operazioni non consentite di recupero e miscelazione di ingenti quantitativi di rifiuti, volontariamente non procedendo alla distinzione dei rifiuti non pericolosi da quelli pericolosi ed in particolare da quelli contenenti amianto.
BIANCHINI Augusto e BRAGA Bruna in qualità di soci e BIANCHINI Alessandro in funzione di direttore tecnico della BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l., per avere, con tali condotte e al fine di conseguire un ingiusto profìtto, utilizzato materiale contenente amianto (in breve MCA), previa miscelazione di tale rifiuto pericoloso con terre da scavo, per pavimentare/stabilizzare:
- l'area prossima al campo di accoglienza sito in via I maggio frazione San Biagio;

- l'area prossima al Cimitero del capoluogo di San Felice sul Panaro in fregio a Piazza Italia (via Milano);
- l'area prossima al campo di accoglienza sito in Massa Finalese via Barbieri;
- l'area prossima alla caserma dei Vigili del Fuoco in via degli Esploratori a San Felice sul Panaro;
- l'area del cantiere edile sito all'incrocio fra via Leonardo da Vinci e via Lavacchi in San Felice sul Panaro (capannone Phoenix).
Per avere altresì abbandonato e depositato in modo incontrollato al suolo, rifiuti pericolosi contenenti amianto, nelle seguenti zone:
- area esterna alla scuola media secondaria"Zanoni" di via Pederzoli a Concordia sulla Secchia;
- area destinata a verde della scuola primaria Dante Alighieri sita in via Dorando Pietri a Mirandola;
- area destinata a verde della scuola Castelfranchi/Frassoni in via Comunale Rovere a Finale Emilia;
- area cortiliva della scuola secondaria "Carducci" di Reggiolo (RE)».

Scrive ancora il GIP in merito:
«e per aver effettuato attività di recupero dei rifiuti - (fra cui lastre di fibrocemento, peraltro simili all'amianto, miscelate con terre da scavo) acquisiti con i codici 170101 (cemento) e 170904 (rifiuti misti da attività di demolizione e costruzione) - per realizzare MPS, violando le prescrizioni del D.M.05/02/1998 PARAGRAFO 7.1.4 e allegato C Circolare Ministero Ambiente del 15.7.2005 N. ul/2005/5205, nonché in violazione dell'Autorizzazione Provinciale, punti 17 lettera a), 21 e 22, e dei limiti massimi di quantitativi detenibili in stoccaggio.
In particolare:
- le consegne di riciclato nei luoghi di utilizzo (in particolare opere pubbliche) non sono state accompagnate da documentazione e neppure da DDT (le quantità sono ricavabili approssimativamente solo dai computi metrici estimativi dei relativi progetti);
- le prove di conformità non sono state eseguite caratterizzando le prestazioni dei riciclati ottenuti dal recupero dei rifiuti suddivisi in lotti, rappresentanti la produzione di una settimana e dimensione massima di 3000 metri cubi;
- all'interno dell'azienda Bianchini non sono distinguibili le aree di conferimento rifiuti da quelle di messa in riserva;
- non sono presenti apposite cartellonistiche indicanti i codici CER ritirati da terzi e prodotti in loco e le ex MPS stoccate;
- manteneva in deposito presso l'azienda 7500 tonnellate di fibrocemento frantumato e 200.000 tonnellate di rimanente rifiuto ben oltre il limite di stoccaggio massimo istantaneo consentito (65.000 tonnellate).
PASSIATORE Francesco, geometra assunto dalla BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l., per avere concorso con i predetti utilizzando, per lo scavo e la stabilizzazione del nuovo sito stradale della tangenziale di Sermide (appalto vinto dalla BIANCHINI COSTRUZIONI con importo di aggiudicazione pari a 1.233.847,949 euro), materiale contaminato da amianto, poi dallo stesso occultato mediante rullaggio e copertura con cementato, così da precludere un futuro controllo da parte degli organismi preposti.
ALLELUIA Lauro, BIANCHINI Augusto e BIANCHINI Alessandro, per avere occultato in data 21.10.2012, mediante una gettata di magrone di circa due centimetri, materiale contaminato da amianto precedentemente utilizzato per lo stabilizzato del cantiere edile sito all'incrocio fra via L. da Vinci e via Lavacchi in San Felice sul Panaro, al fine di ostacolare dolosamente i successivi rilievi fiscali da parte dell'ARPA che, in data 18.10.2012, aveva appurato la presenza di amianto nel sito mediante un prelievo di tipo conoscitivo.
BOLOGNINO Michele e RICHICHI Giuseppe per essere, in qualità di appartenenti all'associazione..., i referenti e gli intermediari delle prestazioni lavorative fornite anche da ALLELUIA Lauro in favore della BIANCHINI COSTRUZIONI, come descritto al precedente capo d'imputazione, mediazione la quale traevano l'ingiusto profitto ivi descritto consentendo consapevolmente la commissione delle condotte sopra descritte (tanto da concedere un "premio" ai lavoratori che si erano occupati dell'amianto).
Con raggravante di cui all'art. 7 L. 203/1991 per avere commesso il fatto agevolando l'associazione di cui al capo 1, attraverso la prestazione d'opera di ALLELUIA Lauro, favorendone in generale il più saldo radicamento del potere criminale in settori economici e imprenditoriali tradizionalmente da essa controllati e garantendo un guadagno».

Sempre il GIP:
«SOCIETÀ' BIANCHINI COSTRUZIONI S.R.L. con sede legale in San Felice sul Panaro, via Degli Estensi nr. 2223 (p.iva 01969320363) - in persona del legale rappresentante protempore; per l'illecito amministrativo di cui all'art. 25 undecies comma 2 lettera B n. 2 del d.lvo 231/2001, in relazione al reato contestato al capo B, in quanto commesso da soggetti che rivestono qualifica di rappresentanza e amministrazione dell'ente e a vantaggio e nell'interesse del medesimo, vantaggio consistente nell'indebito guadagno ottenuto mediante la miscelazione sistematica e ingente di rifiuti contenenti amianto e mediante il loro riutilizzo quale materiale per la pavimentazione.
Fatti commessi in San Felice sul Panaro, Concordia s/S, Mirandola, Finale Emilia, Reggiolo e Sermide nell'anno 2012 e accertati fra l'autunno 2012 e il gennaio 2013».


Le fatturazioni per operazioni inesistenti

Il GIP: «BOLOGNINO Michele, GIGLIO Giuseppe, FLORO VITO Gianni (detto Giuseppe) e BELFIORE Carmine, BIANCHINI Augusto, BRAGA Bruna … per aver, in concorso tra loro, organizzato un sistema di triangolazioni finanziarie e di fatturazioni per operazioni inesistenti concordando ogni passaggio simulato al fine di giustificare l'esborso del denaro che la BIANCHINI COSTRUZIONI metteva a disposizione del BOLOGNINO, per il pagamento degli operai e per il trattenimento di quanto di sua spettanza, oltre che per consentire alla stessa BIANCHINI s.r.l. l'evasione delle imposte sui redditi o sul valore aggiunto.
Segnatamente concorrendo:

- GIGLIO Giuseppe emettendo, a nome della società TRASMOTER s.r.l. da lui controllata, fattura per operazioni inesistenti da €. 38.732,10, avente progressivo nr. 91 del 31.08.2012 in favore della BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l., che a sua volta procedeva, in data 04.10.2012, al pagamento della stessa mediante bonifico bancario identificato dal CRO 0538746432227703 verso il conto corrente postale nr. 1005722077 intestato alla TRASMOTER srl. Nella stessa data, il denaro ricevuto veniva trasferito da GIGLIO Giuseppe alla società IMMOBILIARE TRE s.r.l., gestita e rappresentata da FLORO VITO Gianni, mediante postagiro verso il conto corrente postale nr. 1001530508 intestato a IMMOBILIARE TRE SRL, avente come causale l'acconto per il pagamento di altre fatture ragionevolmente false;

- FLORO VITO Gianni procedendo, in data 04.10.2012, al prelievo contate di 9.500 euro della predetta somma e trasferendo 27.000 euro sul conto corrente nr. 1001577004 della società ARGON s.r.l. gestita da BELFIORE Carmine, con la medesima causale (pagamento acconto fatture) e sempre mediante postagiro;

- BELFIORE Carmine procedendo infine, nella stessa data, a monetizzare la commessa mediante l'esecuzione di cinque prelievi, al fine mettere il contante nelle disponibilità di BOLOGNINO Michele;

- GIGLIO Giuseppe, FLORO VITO Gianni e BELFIORE Carmine, trattenendo a conclusione delle predette transazioni, la somma di 2000 euro a titolo di "commessa" per l'operazione eseguita;

- BOLOGNINO Michele organizzando e dirigendo la cooperazione nel reato dei suddetti indagati.

BIANCHINI Augusto e BRAGA Bruna per avere concorso con gli altri nell'approntare il sistema fittizio di fatturazione al fine di poter evadere l'iva e comunque per consentire il pagamento per contanti dello stipendio agli operai e il costo dell"intermediazione di BOLGNINO Michele e dei suoi.
Con l'aggravante di cui all'art. 7 L. 203/1991 per avere commesso il fatto agevolando l'articolazione 'ndranghetistica emiliana che, attraverso la collaborazione con la BIANCHINI COSTRUZIONI ed il fraudolento meccanismo fiscale di cui al precedente capo, traeva la possibilità di radicare più solidamente il potere criminale in settori economici e imprenditoriali tradizionalmente da essa controllati, allo scopo di attuare una metodica infiltrazione negli appalti pubblici».


Passaggi di appalti.

Il GIP: «BIANCHINI Augusto, BIANCHINI Alessandro, BRAGA Bruna, BOLOGNINO Michele, RICHICHI Giuseppe, ALLELUIA Lauro e SCOZZAFAVA Antonio ... avendo ottenuto la BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l. l'appalto dal Comune di Finale Emilia per l'ampliamento del cimitero del capoluogo di quel centro (importo complessivo dell'appalto 450.000 euro, assegnato con determinazione nr.114 del 17.02.2012 dal Comune di Finale Emilia), senza la prescritta autorizzazione dell'ente appaltante si accordavano affinché l'esecuzione delle opere venisse gestita da BOLOGNINO Michele, che ne affidava a sua volta la materiale esecuzione a SCOZZAFAVA Antonio. Realizzando, con tale condotta, concessione di fatto di sub appalto senza autorizzazione dell'autorità competente, con conseguente acquisizione di un ingiusto profitto.

Segnatamente concorrendo:

- BIANCHINI Augusto, BRAGA Bruna e BIANCHINI Alessandro, in qualità di soci e direttore tecnico della BIANCHINI COSTRUZIONI, ricevevano formalmente l'appalto per l'ampliamento del cimitero capoluogo di Finale Emilia e, senza la prescritta autorizzazione dell'ente appaltante, ne affidavano l'esecuzione a BOLOGNINO Michele, accettando altresì che questi trasferisse l'incarico ricevuto alla ditta A.S. COSTRUZIONI di SCOZZAFAVA Antonio per la realizzazione delle opere;

- BOLOGNINO Michele e SCOZZAFAVA Antonio, avendo il primo ricevuto illegalmente il sub appalto dalla BIANCHINI COSTRUZIONI, per poi affidarne interamente al secondo la materiale esecuzione delle opere con le medesime illegittime modalità;

- RICHICHI Giuseppe, quale uomo di fiducia di BOLOGNINO Michele, essendo a conoscenza del tutto e comunque fornendo ogni utile apporto al predetto, partecipava alle riunioni in cui venivano discussi i dettagli dell'operazione e la contabilità relativa alle spettanze di SCOZZAFAVA;

- ALLELUIA Lauro, essendo a conoscenza del tutto e comunque fornendo ogni utile apporto al BOLOGNINO, quale suo "rappresentante" presso i cantieri in cui operavano per conto della BIANCHINI COSTRUZIONI e, segnatamente, coadiuvandolo nella contabilità relativa alla prestazione fornita da SCOZZAFAVA».

Appalti pilotati e tentativo di eludere la misura interdittiva

«GERRINI Giulio, BIANCHINI Augusto, BIANCHINI Alessandro e BRAGA Bruna ... con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso si accordavano tra loro creando una sinergia totale di azione giungendo a determinare nei minimi particolari numerosissimi appalti del Comune di Finale Emilia (in fase di ideazione, di progettazione e di realizzazione diretta ed indiretta) in relazione ai lavori conseguenti al sisma del maggio 2012 e quindi alla gestione di appalti in materia edile e di smaltimento di rifiuti, il tutto comunque ricollegato all'esercizio delle funzioni esercitate dal GERRINI in qualità di Responsabile del servizio lavori pubblici, manutenzioni, ambiente e gestione energia del Comune di Finale Emilia.

In particolare:

- GERRINI Giulio, abusando della sua qualità e delle funzioni esercitate, quale Responsabile del servizio lavori pubblici, manutenzioni, ambiente e gestione energia del Comune di Finale Emilia, informava preventivamente BIANCHINI Augusto sulle opere da realizzare già finanziate ed approvate dalla Regione Emilia Romagna (ed in particolare dal Commissario Straordinario per le opere di ricostruzione) ovvero di diretta pertinenza del Comune di Finale Emilia, proponendogli la materiale realizzazione dei lavori relativi agli appalti ancora da bandire e con lui stabilendo strategie di intervento e di progetto asservendo al secondo la funzione pubblica svolta, anche in vista del percepimento da parte sua dell'utilità costituita dalla ricezione dei progetti sviluppati da professionisti legati al BIANCHINI e dal conseguente percepimento del 2% dell'importo a base d'asta dei lavori da appaltare, riconosciuto ai dipendenti dall'Ente Pubblico in virtù dell'articolo 92 co. 5 del Decreto Legislativo nr. 163/2006, procurandosi in tal modo un ingiusto profitto (pari ad almeno euro 112.538,35 euro dal 2012);

- BIANCHINI Augusto, in qualità di socio, amministratore unico, direttore tecnico e responsabile tecnico della BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l., anche tramite personale alle sue dirette dipendenze ovvero a professionisti in rapporto con la sua azienda (come nel caso dell'Ing CARUSO Giuseppe dell'A.Z. SRL CONSULTING & COMMERCIAL ENGINEERING, con sede a Padova) forniva a Giulio GERRINI ogni tipo di assistenza e di consulenza e collaborazione al fine di individuare financo le tipologie di progetti, l'opportunità delle singole lottizzazioni e dei singoli interventi da parte dell'Ente pubblico, che si esprimeva a livello esecutivo tramite il GERRINI medesimo;

- GERRINI Giulio, sulla scorta dei progetti e delle decisioni di cui sopra: determinava le gare d'appalto, anche con procedura negoziata, stabilendo talvolta esigue tempistiche per la presentazione dell'offerta, in modo tale da avvantaggiare la BIANCHINI COSTRUZIONI rispetto alle ditte concorrenti in ragione delle progettazioni da essa stessa effettuate o comunque a lei note; ovvero procedeva all'assegnazione diretta alle imprese riconducibili a BIANCHINI Augusto dei lavori da eseguire (prima la BIANCHINI Costruzioni srl poi la IOS ditta individuale di BIANCHINI Alessandro, figlio di Augusto); ovvero creava le condizioni per l'assegnazione di lavori e commesse in sub appalto alle medesime aziende tramite altre società;

- BIANCHINI Alessandro e BRAGA Bruna, il primo in qualità di direttore tecnico, procuratore e procuratore speciale della BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l. nonché, in seguito, titolare della ditta individuale IOS e la seconda in qualità di socio e procuratore speciale della BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l., partecipavano a tutte le fasi sopra determinate in ausilio dell'accordo criminoso che si andava realizzando e partecipando alla produzione di falsa attestazione, avallata da Giulio GERRINI, allo scopo di eludere la decurtazione dei loro compensi a seguito del rigetto di iscrizione alla white list e favorendo l'indebita percezione dell'incentivo di progettazione da parte del suddetto funzionario attraverso la presentazione di progetti di cui GERRINI si sarebbe assunto la titolarità».

Specifica sul punto ancora il GIP: «In particolare realizzando concretamente condotte esplicative del patto corruttivo come sotto meglio descritto:

- la BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l. veniva favorita nell'acquisizione dell'appalto per la "realizzazione delle opere di urbanizzazione connesse agli edifici scolastici temporanei ed ai prefabbricati temporanei" di Finale Emilia contraddistinto dal Lotto 16, mediante la pubblicazione di un bando con procedura negoziata che stabiliva esigue tempistiche per la presentazione dell'offerta tali da consentire alla stessa impresa di aggiudicarsi la gara in ragione delle modalità sopra indicate, favorendo al contempo gli interessi del sodalizio mafioso..., che di fatto operava nel suddetto cantiere attraverso gli operai gestiti da BOLOGNINO Michele;

- veniva pianificata l'assegnazione in sub appalto alla BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l., per un ammontare di 282.100 euro, di parte delle opere di urbanizzazione dello stesso comparto edificatorio di cui al precedente punto, ma da compiersi sul contiguo Lotto 3 in cui si sarebbero realizzate la nuova scuola media, la nuova palestra e l'Edifico Municipale Temporaneo;

- venivano omessi i dovuti controlli sull'appaltatrice LAMI COSTRUZIONI s.r.l. in ordine alla mancata presentazione della documentazione antimafia, della sottoscrizione formale del relativo contratto tra le parti (Comune e LAMI COSTRUZIONI) consentendo che quest'ultima, in violazione del capitolato, cedesse in sub appalto a varie imprese (BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l., EMILIANA SCAVI s.r.l, ZANIBONI ASFALTI s.a.s. e CG di CECCATI Giovanni) più del 30% delle opere di categoria "prevalente", contrariamente a quanto dichiarato dalla stessa azienda all'atto della presentazione dell'offerta, così agevolando la BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l. nell'acquisizione del sub appalto di cui al precedente punto;

- venivano pianificate preventivamente e fraudolentemente una serie di operazioni tese ad agevolare la BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l. nell'acquisizione di un appalto che sarebbe stato oggetto di apposita gara successivamente formalizzata, relativo alla demolizione di un fabbricato sito nella Via Trento Trieste di Finale Emilia;

- nonostante la sua esclusione dalla "White List" istituita presso la Prefettura di Modena con decreto prefettizio del 18.06.2013, la BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l. continuava ad essere affidataria di lavori connessi alla ricostruzione post sisma e in particolare: con determinazione nr. 732 del 07.10.2013 veniva incaricata di eseguire i lavori di ripristino del campo "Robinson" e con determinazione nr. 770 del 16.10.2013 i lavori di ripristino delle funzionalità dell'impianto sportivo di Via Montegrappa;

- gli affari della famiglia BIANCHINI continuavano ad essere avvantaggiati mediante l'assegnazione alla ditta individuale IOS di Alessandro BIANCHINI - costituita in seguito ad un preciso disegno pianificato mesi prima da BIANCHINI Augusto e BRAGA Bruna allo scopo di aggirare le difficoltà della BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l. (detrminate dallo scandalo pubblico relativo allo smaltimento abusivo di amianto ed al successivo diniego di iscrizione emesso dal Prefetto di Modena) e mantenere quindi inalterata l'operatività nell'ambito della ricostruzione — di sette appalti pubblici (per un ammontare complessivo di 141.813,87 euro) nei 3 mesi successivi alla sua costituzione, pur essendo l'azienda stessa sprovvista dei necessari requisiti (consistenti nell'iscrizione alla White List e nell'attestazione SOA ovvero, per opere con importo inferiore ai 150.000 euro, l'aver eseguito direttamente analoghi lavori nel quinquennio antecedente la data di pubblicazione del bando con ammontare non inferiore all'importo del contratto da stipulare, come sancito dall'art. 90 del D.P.R. 207/2000), e precisamente con l'assegnazione delle seguenti commesse:
1) intervento provvisionale urgente di demolizione dei fabbricati di Via Canalvecchio, loc. Canalazzo, finalizzata alla salvaguardia della pubblica incolumità sull'accesso allo stabile futuro. Determinazione nr. 718 del 04.10.2013;
2) intervento provvisionale di demolizione dei fabbricati gravemente danneggiati di Via per Mirandola, loc. Casette - frazione Massa Finalese, finalizzato alla salvaguardia della pubblica incolumità. Determinazione nr.719 del 04.10.2013;
3) intervento provvisionale urgente di demolizione del fabbricato di via Lograzzi 14/1 e della relativa pertinenza loc. Massa Finalese, finalizzato alla salvaguardia della pubblica incolumità sulla via medesima. Determinazione nr. 717 del 04.10.2013;
4) intervento provvisionale urgente di spostamento del materiale derivante dal crollo del Mastio del castello delle Rocche, Via Trento Trieste, finalizzato al ripristino della viabilità. Determinazione nr. 582 del 30.08.2013;
5) intervento provvisionale di demolizione della palestra e dei sovrastanti locali delle ex scuole medie "Cesare Frassoni", Via Oberdan - Piazzale Salvo d'Acquisto, finalizzato alla salvaguardia del contiguo complesso di edilizia residenziale pubblica "Santa Chiara". Determinazione nr.725 del 04.10.2013;
6) intervento provvisionale urgente di demolizione del fabbricato spogliatoi del campo sportivo Robinson, Via Autostazione, finalizzato alla salvaguardia della pubblica incolumità. Determinazione ni-. 508 del 24.07.2013;
7) intervento provvisionale urgente di demolizione del fabbricato spogliatoi del campo sportivo comunale Robinson, via Autostazione, finalizzato alla salvaguardia della pubblica incolumità. Determinazione nr. 723 del 04.10.2013;

- veniva artificiosamente frazionato in due fasi l'appalto per la rimozione delle macerie del castello di Finale Emilia (Determinazione nr. 582 del 30.08.2013) ammontante a €.68.357,80, per ciascuna delle quali erano stati stanziati rispettivamente € 39.076,48 e € 29.281,32, al fine di abbassarne l'importo al di sotto dei 40.000 euro e poter in tal modo procedere all'affidamento diretto di una parte dei lavori in favore della IOS di BIANCHINI Alessandro per un ammontare complessivo netto di €. 37.122,66;

- veniva prodotta e avallata falsa attestazione atta a certificare che i lavori sub appaltati alla BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l. da parte della ditta LAMI COSTRUZIONI s.r.l. si erano conclusi in data 20.06.2013, ossia in data antecedente all'esclusione della BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l. dalla White List (intervenuta il 21.06.2013), al fine di evitare la prevista decurtazione del 5% sull'importo dei lavori, con relativa emissione di falsa fatturazione retrodatata al 12.06.2013, sebbene nel settembre 2013 i lavori non fossero ancora ultimati, così come riferito ufficialmente al Consigliere d'opposizione Maurizio BOETTI durante il consiglio comunale del 23.10.2013. Avallando la predetta attestazione con apposita missiva redatta e sottoscritta da Giulio GERRINI in data 19.07.2013 indirizzata alla Dottoressa Cinzia BARA VELLI, Responsabile dei servizi finanziari del medesimo Comune e quindi deputata alla materiale liquidazione dei pagamenti, e tramite l'emissione da parte del predetto, in data 22.07.2013, di tre atti di liquidazione tecnica attestanti la conclusione dei lavori, in virtù dei quali si autorizzava il pagamento delle fatture trasmesse dalla ditta LAMI COSTRUZIONI s.r.l. e dalla BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l.;

- si favoriva l'indebita acquisizione da parte di Giulio GERRINI della somma complessiva di €. 112.538,35, riferibile agli anni 2012/2013 per i lavori di urbanizzazione e le opere provvisionali urgenti, quale incentivo di progettazione interna pari al 2% dell'importo a base d'asta dei lavori da appaltare (riconosciuto dall'Ente Pubblico in base al Decreto Legislativo nr. 163/2006), attraverso la redazione di progetti da parte dell'azienda compiacente di cui il funzionario si attribuiva la titolarità al fine di percepire il predetto indennizzo, in cambio della successiva assegnazione dell'appalto stesso in favore della BIANCHINI COSTRUZIONI. Realizzando il disegno criminoso anche attraverso l'emissione e l'utilizzo di atti amministrativi non conformi al Regolamento Comunale di Finale Emilia, che disciplina le procedure attuati ve per il riconoscimento di tali fondi, ed includendo tra le opere prese in considerazione per l'attribuzione dell'incentivo anche l'urbanizzazione dell'"area parcheggia e viabilità esterna ai lotti per la realizzazione della palestra, della scuola media e del municipio'", ossia l'appalto vinto dalla ditta LAMI COSTRUZIONI s.r.l., per la quale la Determinazione nr. 1043 del 06.12.2013 aveva riconosciuto il fondo intemo di progettazione (incentivo) nonostante le opere, alla data del 18.12.2013, non fossero ancora ultimate;

- veniva concordata, con l'ausilio del geometra ROCCA Tiziano, la redazione e l'utilizzo di un documento SAL (Stato Avanzamento Lavori) maggiorato rispetto alla reale entità dei lavori effettuati a quella data in relazione alle opere di ampliamento del cimitero di Finale Emilia, che la BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l. aveva ottenuto in sub appalto dal CONOSRZIO STABILE COSEAM di Modena, allo scopo di ottenere dalla stazione appaltante (Comune di Finale Emilia) la prestabilita cifra di 100.000 euro, nonostante le opere realizzate fino a quel momento ammontassero a circa 83.000 euro. Avendo GERRINI Giulio e BIANCHINI Augusto preso accordi preventivi e diretti circa la realizzazione del disegno criminoso, che si concretizzava effettivamente in data prossima al 29.11.2012 con l'approvazione dello Stato di Avanzamento Lavori da parte del Comune di Finale Emilia».

E, sul punto conclude il GIP: «Con l'aggravante di cui all'art. 7 Legge 203/1991 per aver agevolato l'associazione ['ndranghetista, ndr], attraverso l'assegnazione di appalti pubblici alle imprese riconducibili a BIANCHINI Augusto e, indirettamente, a BOLOGNINO Michele, favorendo in generale il più saldo radicamento del potere criminale dell'associazione mafiosa in settori economici e imprenditoriali tradizionalmente da essa controllati, allo scopo di attuare una metodica infiltrazione negli appalti pubblici con il conseguimento di un ingiusto profitto.

Facendo ciò in particolare dopo l'adozione del provvedimento prefettizio antimafia del 18.06.2013 nei confronti della BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l., del cui contenuto Giulio GERRINI era perfettamente conscio ma ciò nonostaiue, consapevole che la sua azione avrebbe avvantaggiato l'articolazione 'ndranghetista emiliana, continuava a favorire la BIANCHINI COSTRUZIONI e ad assegnare ulteriori commesse pubbliche sia alla predetta azienda che alla neonata ditta IOS di BIANCHINI Alessandro».


Ora prima di proseguire dobbiamo aprire una parentesi perché le vicende emiliane si intrecciano con quelle liguri, ancora una volta e, come vedremo anche più avanti, non solo in questa circostanza relativa all'Operazione “AEMILIA”. Iniziamo con uno schema che sarà utile anche nel seguito, per fissare meglio alcuni punti di quella rete di relazioni e cointeressenze tra i soggetti incontrati nell'inchiesta "AEMILIA" con quelli già incontrati in altre inchieste relative alla Liguria [clicca sullo schema per ingrandirlo]:




Abbiamo appena visto che uno dei soggetti che passava subappalto alla BIANCHINI COSTRUZIONI SRL è il Consorzio Stabile COSEAM di Modena. Il COSEAM, come Casa della Legalità, lo si è già incrociato quando si è dettagliatamente esaminata la partita della gestione dei lavori da parte di BURLANDO Claudio, nella veste di Commissario Delegato del Governo – Protezione Civile per l'emergenza del Fereggiano [vedi qui]. Esaminando le carte (già agli Atti della Procura di Genova) si è quindi accertato che quei lavori voluti da BURLANDO (che distraevano i fondi staziati per la messa in sicurezza idraulica per realizzare dei bei pacheggi da “spendersi” nella campagna elettorale per le regionali del 2010) era stati esaguiti dalla CO.S.PE.F. di FURFARO Antonio,ma formalmente assegnati dal Commissario (BURLANDO Claudio) al Consorzio Stabile COSEAM di Modena, legato alla COMPAGNIA DELLE OPERE. Chi era il Procuratore del Consorzio Stabile COSEAM che vide l'affidamento da BURLANDO e consegnò i lavori alla CO.S.PE.F. di FURFARO Antonio? Era lo stesso FURFARO Antonio! Non uno qualunque. Uno che era già emerso chiaramente nell'inchiesta “MAGLIO” (parliamo dei primi anni duemila) condotta dal ROS. Uno che era già certamente in stretto rapporto con i MAMONE (a cui il BURLANDO, non dimentichiamo, direttamente e con i suoi più fedeli uomini, è legato a doppia mandata). Uno che è emerso essere legato anche ai GULLACE... E proprio un appalto affidato dal Comune di Genova alla ditta individuale GULLACE FERDINANDO di Canolo (emersa recentemente con nitidezza come una delle imprese usate per il controllo degli appalti in Calabria da parte degli uomini del “locale” di Canolo, che fa proprio capo ai GULLACE-RASO-ALBANESE) vedeva l'affidamento dei lavori all'impresa del FURFARO Antonio (che coinquistava anche, con un'altra società valdostana di cui è Procuratore, la TOUR RONDE, altro appalto gemello del Comune di Genova). Dopo la denuncia della Casa della Legalità quell'appalto al GULLACE (con subappalto al FURFARO) saltò ed il FURFARO, intervistato da Il Secolo XIX, alla domanda di come potesse sopravvivere con offerte al massimo ribasso, rispondeva che a lui non interessava guardagnare con gli appalti, ma che questi gli erano utili per “cambiare i soldi”... Ma ora chiudiamo questa parentesi e torniamo all'Emilia occidentale ed agli affari della 'ndrangheta in quella terra che si credeva (impropriamente) indenne.


Tra le 1301 pagine dell'Ordinanza di Custodia Cautelare emessa dal GIP di Bologna per l'Operazione “AEMILIA” oltre a quanto già visto, relativamente alla
BIANCHINI COSTRUZIONI SRL, vi è un ulteriore lungo capitolo. Un capitolo che porta alle cooperative rosse... ed all'ennesima prova di quanto il business dell'emergenza.

I disastri siano per alcuni, 'ndranghetisti in primis, un ottimo business.

«Il 20 e il 29 maggio 2012 le Province di Modena, Ferrara, Mantova e Bologna sono interessate da due violentissime scosse sismiche che devastano il territorio, colpendo in particolare capannoni industriali, edifici religiosi e storici e, in misura minore, abitazioni civili. Particolarmente colpita dalla seconda devastante scossa l'Area Nord della Provincia di Modena.

Come in occasione di altre recenti calamità naturali l'evento sismico, costituisce per il sodalizio criminale allettante occasione di ulteriore possibilità di infiltrazione in vista della ricostruzione che, inevitabilmente sarebbe seguita.

L'esperienza italiana, recente e meno recente, insegna che una delle insidie più subdole è costituita dalle infiltrazioni mafiose nelle opere di ricostruzione; si tratta infatti di un pericolo occulto che, insinuandosi nelle maglie larghe della legislazione emergenziale che fatalmente segue ogni evento sismico, va ad aggredire il tessuto economico di un territorio particolarmente indebolito dagli effetti devastanti del terremoto, attraverso l'inquinamento di settori economici come l'edilizia e l'autotrasporto, notoriamente punti di forza delle organizzazioni mafiose.
Si creano così le condizioni ideali che consentono al sodalizio, attraverso una sorta di effetto domino che coinvolge altre attività imprenditoriali legate a quella inizialmente condizionata, di estendere la propria influenza sulla vita socio-economica del territorio, radicandovi i propri interessi criminali: si tratta di una peculiarità di tutti i sodalizi mafiosi e, come si avrà modo di illustrare in seguito, anche l'associazione 'ndranghetista emiliana non ha tardato a mostrare questo elemento distintivo, giovandosi come punto di forza della compiacenza di imprenditori locali che nella 'ndrangheta vedono una sorta di valore aggiunto per il raggiungimento del massimo profitto.
Si può dire infatti che la 'ndrangheta arriva prima dei soccorsi, o comunque in contemporanea. La frase che si è riportata in epigrafe è estrapolata da una conversazione avvenuta alle ore 13:29 del 29.5.2012: la scossa devastante è delle ore 9:03.
L'attività investigativa compendiata nell'Informativa 12.6.2013 ha permesso di ricostruire con chiarezza il perimetro soggettivo all'interno del quale ha avuto luogo l'infiltrazione criminale.
Essa, infatti, si è prevalentemente realizzata attraverso una perversa joint venture tra l'impresa BIANCHINI COSTRUZIONI srl di San Felice sul Panaro (MO) ed uno dei principali esponenti della consorteria investigata, ovvero BOLOGNINO Michele.

La cooperazione con la BIANCHINI COSTRUZIONI nasce dal profondo radicamento nel tessuto socio economico del territorio emiliano, grazie al quale l'associazione criminale è riuscita ad affiancarsi ad imprese locali, da utilizzare per la realizzazione dei propri scopi delittuosi.

La BIANCHINI COSTRUZIONI, infatti, e per essa il legale rappresentante Augusto BIANCHINI, appare il soggetto ideale, sia per il profondo radicamento col territorio, sia per il solido legame con il mondo delle cooperative sia - come si vedrà - per le eccellenti relazioni con le amministrazioni locali

Dopo questa premessa il GIP prosegue:
«I rapporti con BIANCHINI, peraltro, nascono da lontano.
Già in occasione di una telefonata registrata il 25.05.2010, emerse come BIANCHINI fosse debitore nei confronti di GIGLIO Giuseppe, ragion per cui, parte del debito, poteva essere saldato attraverso la fornitura di stabilizzato per il cantiere di Sorbolo (PR).
Altra conversazione di particolare rilevanza, è quella captata il 21.07.2011 alle 21.30 circa 60; nella circostanza GIGLIO chiamò VERTINELLI Palmo, il quale raccontò di aver ultimato un'opera da centomila euro e di aver partecipato ad una gara da circa dieci milioni di euro per un lavoro ci progetto in località Papanicc (KR), per la quale erano rimaste in lizza quattro ditte. Palmo riferi di aver vinto anche una gara da seicentomila euro in provincia di Mantova e di essere stato contattato da BIANCHINI, il quale si era offerto di eseguire materialmente il lavoro: la finalità di Palmo era quella di ottenere da GIGLIO un consiglio in merito all'assegnazione dei lavori, precisando che si era mostrato interessato alla cosa anche il suo amico Mimmo.
L'essenza del rapporto di reciproco interesse tra la consorteria e l'imprenditore modenese, emerge nitidamente dalle affermazioni di GIGLIO, il quale sottolineò chiaramente che, avere buoni rapporti con BIANCHINI, avrebbe potuto certamente fargli comodo, per cui i due si accordarono per vedersi e parlarne di persona.
In effetti, la figura di BIANCHINI Augusto era certamente da tenere in considerazione, visti i suoi rapporti privilegiati con il potente mondo cooperativo emiliano e con alcuni funzionari delle amministrazioni locali.
Le parole di GIGLIO trovarono ampia spiegazione nelle risultanze investigative cristallizzate qualche mese più tardi, attraverso le quali emerse in modo inequivocabile come BIANCHINI rappresentasse un fondamentale strumento per muoversi nell'ambito degli appalti pubblici.
Il riferimento è attinente a ciò che venne registrato a partire dal settembre del 2011, allorquando le attività di indagine fecero emergere il concreto interessamento del sodalizio emiliano ai lavori di costruzione della Tenenza dei Carabinieri di Dueville (VI), appalto vinto dalla ditta ELLEDUE COSTRUZIONI di Lamezia Terme, ritenuta contigua agli ambienti della criminalità organizzata lametina (cosca IANNAZZO-GIAMPA').
Nel corso della conversazione avuta con il fratello Giulio in data 11.10.2011 alle ore 09.28, GIGLIO Giuseppe arrivò infatti a considerare BIANCHINI la migliore alternativa a VERTINELLI Palmo per effettuare dei trasporti relativi al predetto appalto.
Il rapporto di affari tra GIGLIO ed i fratelli LONGO proseguiva in maniera assolutamente proficua, tant'è che la loro collaborazione veniva estesa, con le medesime modalità, ad un altro importate appalto, che riguardava opere da realizzare presso l'aeroporto Marconi di Bologna.
Anche in quella circostanza, la gara era stata vinta dalla ELLEDUE COSTRUZIONI, avendo presentato un'offerta con il ribasso più elevato, per poi far inserire materialmente GIGLIO nell'esecuzione dei lavori. In relazione a quest'ultimo appalto, va inoltre ricordato come la collaborazione tra GIGLIO Giuseppe e la ELLEDUE COSTRUZIONI fosse consistita anche nell'invio di manodopera, che quest'ultima ditta provvedeva ad assumere formalmente. Questo aspetto è di particolare importanza poiché sarà lo stesso metodo utilizzato da BOLOGNINO Michele per insinuarsi nei lavori di ricostruzione post sima, lucrando sulla manodopera assunta da BIANCHINI Augusto ma, di fatto, gestita dal BOLOGNINO stesso.

L'utilità strumentale della BIANCHINI COSTRUZIONI per i fini della consorteria emiliana emergeva anche nell'ambito del positivo rapporto di collaborazione che si era instaurato tra GIGLIO Giuseppe ed i fratelli LONGO; in occasione della telefonata intercettata alle 19:01 del 01.12.2011, GIGLIO Giuseppe e LONGO Gennaro, tra i vari argomenti affrontati, accennavani anche ad una gara d'appalto bandita a Macerata, la cui partecipazione era subordinata al possesso di una "OG3 5° categoria".
Per questo motivo, GIGLIO propose di servirsi della BIANCHINI, facendola partecipare alla gara ma inserendo la ELLEDUE quale '"capofila" (... GIGLIO:gliela facciamo fare a Bianchini... mettiamo Bianchini... magari... mi segui?... e capo fila mettiamo te..).

Inoltre BIANCHINI aveva avuto contatti e rapporti d'affari anche con BLASCO Gaetano e VALERIO Antonio, coi quali era sorto un contenzioso che aveva necessitato dell'intervento di BOLOGNINO Michele.
Sulla base di tali presupposti, nasce la collaborazione con la BIANCHINI COSTRUZIONI, che risulta di fondamentale importanza per realizzare l'infiltrazione del sodalizio mafioso nei lavori della ricostruzione post sima.
La prima opera pubblica per la cui realizzazione si ha contezza della sinergia tra BIANCHINI e BOLOGNINO, è quella relativa al cimitero di Finale Emilia (MO), appaltata mesi prima del terremoto. Ciò nonostante, l'intervento in questione è una sorta di ballon d'essai, che segna la futura collaborazione degli interessati anche nei cantieri della ricostruzione.
La questione emerge con la telefonata del 21.02.2012, quando l'affare si trova ancora in una fase embrionale (“BIANCHINI: per il lavoro di Finale, del cimitero, non ho ancora ricevuto l'offerta da Luigi...[...] eh, è tanto che me lo deve mandare, perché anche quello, insomma, è un lavoro che noi dobbiamo decidere [...] prova a sentire anche tu, cioè, se è un lavoro che vi interessa, ovviamente..")».

Il GIP passa quindi ad analizzare l'attività della BIANCHINI COSTRUZIONI dopo il sisma, dettagliatamente ricostruita negli Atti dell'inchiesta:

«Gli elementi acquisiti nei mesi successivi hanno confermato la concreta cooperazione tra i fratelli BOLOGNINO e la BIANCHINI COSTRUZIONI, rivelando altresì come la vicenda, analogamente a ciò che era stato riscontato in precedenti occasioni, ha visto da subito l'interessamento di altri sodali, primo fra tutti Giuseppe GIGLIO.
Alle 16.51 del 10.07.2012, BOLOGNINO Michele incontra BIANCHINI Augusto per definire i dettagli della collaborazione e pianificare l'inizio dei lavori. Per questo motivo viene interpellato anche BOLOGNINO Sergio, che nell'occasione concorda telefonicamente con BIANCHINI l'invio tramite mail della relativa documentazione, mentre il CD con il progetto sarebbe stato consegnato a Michele. BIANCHINI sottolinea che, oltre al lavoro del cimitero, ci sarebbe stata la possibilità di acquisire altri appalti "in zona", riferendosi verosimilmente ai comuni terremotati.
La telefonata del 13.07.2012 , evidenzia l'interessamento di GIGLIO Giuseppe, nel cui ufficio si sarebbero incontrati per esaminare i disegni e il CD consegnato da BIANCHINI ("... ma tantose vieni con il dischetto... ce l'ha Pino Giulio... ". Sergio: "si., tanto per sapere quello che vuole... il lavoro che dobbiamo fare..?.. insieme. Lui ci ha dato disegni.. se si lavora in economia.. se si lavora a corpo. Io non sto capendo...") e certifica che i lavori del cimitero sarebbero stati eseguiti "a corpo" ("MICHELE: no! Il cimitero è lavoro a corpo...").
La questione viene ulteriormente affrontata nel corso di una successiva conversazione delle 12.13 tra BIANCHINI e BOLOGNINO Sergio in merito ai dettagli della collaborazione, soprattutto in relazione ai pagamenti ("SERGIO: Perchè là c'erano i pagamenti più lunghi al cimitero.. giusto?..."), che verranno poi discussi in un incontro tra BIANCHINI ed i fratelli BOLOGNINO, fissato per il 14.07.2012.
Nei giorni successivi all'appuntamento, l'operazione sembra concretizzarsi e gli indagati estendono i loro interessi anche ai lavori da realizzare nei comuni terremotati. I due fratelli BOLOGNINO parlano infatti di dover fare un sopralluogo nella zona rossa, chiaramente riferendosi ad uno dei centri abitati danneggiati dal sisma.
Ulteriore dato di fondamentale rilievo è fornito dal contenuto di alcune conversazioni del 18.07.2012, dalle quali si comprende chiaramente che nella strategia di infiltrazione dei lavori di ricostruzione è coinvolta anche la casa madre calabrese, rappresentata da GRANDE ARACRI Nicolino.
Alle 08.43 BOLOGNINO Michele comunica a BIANCHINI Augusto di trovarsi in Calabria per incontrare il geometra ("BOLOGNINO: io ossi vado a trovare il suo geometra... qui giù in Calabria...". BIANCHINI: ...bravo... bravo... bravo... ok grazie...") e subito dopo informa GIGLIO Giuseppe di essere sceso per quel contratto di lavoro ("GIGLIO: ma tu sei sceso per quel contratto di lavoro? BOLOGNINO: si. GIGLIO: ah e vabbò..".
Alle 11.42 BOLOGNINO chiama DILETTO Alfonso e si accordano per vedersi "": il telefono di BOLOGNINO è localizzato a Cutro (KR), per cui la sibillina indicazione sulla località dell'incontro, lascia ragionevolmente dedurre che i due si riferiscano all'abitazione di GRANDE ARACRI Nicolino ("BOLOGNINO: e vieni là... vieni... DILETTO:... tre quarti d'ora...").
A conferma dell'ipotesi si segnala che, il telefono di BOLOGNINO Michele non fa registrare alcuna conversazione fino alle 16.01, ma solo chiamate in entrata senza risposta: la prima conversazione viene registrata alle 16.00 circa, quando l'indagato dice a CRESCENTE Cataldo di non aver risposto alla sua precedente chiamata poiché si trovava in un posto e non aveva con sé il telefono (“BOLOGNINO: ero in un posto... ma non avevo il telefono con me...”).
Nel lasso di tempo intercorso tra le due telefonate (11.42 - 16.01), l'utenza di BOLOGNINO viene rimbalzata tra le celle di Cutro Piazza San Rocco e Cutro loc. Cariglietto, dalle quali viene agganciata alternativamente anche a distanza di un solo minuto. Poiché tra le due località intercorrono circa 8 chilometri, è inverosimile pensare che tale tragitto sia stato percorso in un minuto; di conseguenza, l'irraggiamento delle celle è certamente un rimbalzo, dovuto alla conformazione geografica del territorio.
Le risultanze investigative acquisite nei giorni successivi, evidenziano la concretizzazione del progetto con gli iniziali lavori acquisiti nel cimitero di Finale Emilia (MO). Essendo divenute le opere un affare del sodalizio, ogni problematica connessa al loro svolgimento deve essere risolta nell'ambito del circuito relazionale dell'organizzazione.
Ne sono prova le conversazioni del 31.07 e 01.08.2012, nel corso delle quali BOLOGNINO Michele, dopo un consulto con BIANCHINI Augusto ("BIANCHINI: ...camion non ne ho veramente..[...] MICHELE: ...adesso lo chiamo io.. lei veda per l'escavatore... BIANCHINI: ...perché di camion, ne servirebbero due..."), cerca di reperire i mezzi d'opera da GIGLIO Giuseppe, che non potendo soddisfare la richiesta, invita BOLOGNINO a contattare MUTO Antonio, del quale gli fornisce il recapito telefonico.
Il rapporto tra BIANCHINI Augusto e BOLOGNINO Michele si amplia, estendendosi a lavori ada eseguirsi in altri comuni modenesi e reggiani quali Mirandola (alle scuole), Concordia sulla Secchia e Reggiolo (“BIANCHINI: Mirandola... allora Finale... Finale Mirandola e Concordia abbiamo finito tutto... man mano che loro posano il ferro, gettiamo e poi mettiamo giù le piastre... MICHELE: eh... ma... Mirandola... é Concordia... è lei... Sono sempre tre i cantieri? BIANCHINI: come? MICHELE: i cantieri sono tre... Concordia e Mirandola sono la stessa cosa? [...] BIANCHINI: a tre.. no, sono 4! Con Reggiolo. Con Reggiolo sono 4 MICHELE: ah con Reggiolo 4. Allora c'è da fare la platea pure a Mirandola..”).

Le attività tecniche consentono di comprendere come il rapporto tra BIANCHINI e BOLOGNINO si estrinsechi essenzialmente nel reperimento e nella gestione da parte di quest'ultimo di muratori e carpentieri da impiegare nei cantieri, personale che viene individuato grazie all'intervento di imprenditori edili calabresi operanti in Emilia, quali SCOZZAFAVA Antonio o tramite personaggi legati a BOLOGNINO Michele, primo fra tutti LAURO, poi identificato in ALLELUIA Lauro.
I1 18.08.2012 Lauro comunica a BOLOGNINO che BIANCHINI, la domenica seguente, è intenzionato a spostare il lavoro nel cantiere di Mirandola: BIANCHINI è con Lauro e BOLOGNINO gli chiede di concedere del riposo agli operai, ricevendo però risposta negativa.
Il giorno dopo BOLOGNINO informa BIANCHINI di disporre di altri 4 o 5 operai per il martedì seguente. A questo punto dalla conversazione affiora un altro elemento particolarmente rilevante: la BIANCHINI COSTRUZIONI assume formalmente la manodopera fornita da BOLOGNINO Michele.
Augusto BIANCHINI esorta BOLOGNINO a fargli pervenire quanto prima i nominativi degli interessati per regolarizzare le assunzioni, aggiungendo che per il giorno seguente necessitava di dieci operai sul cantiere di Mirandola; per questo motivo, anche i due muratori che stavano lavorando nel cimitero di Finale Emilia dovevano essere dirottati alle scuole di Mirandola, cosa che BIANCHINI dice di aver già concordato con SCOZZAFAVA.
Dalla telefonata affiora che BIANCHINI ha effettivamente affidato l'esecuzione delle opere nel cimitero di Finale Emilia a BOLOGNINO, che si sta avvalendo di SCOZZAFAVA Antonio.
BOLOGNINO contatta SCOZZAFAVA e si assicura che gli operai si attengano alle disposizioni e l'indomani si presentino nel cantiere di Mirandola con le previste dotazioni, perché ci sarebbe stato un controllo ("BOLOGNINO: domani mattina mi servono tutti là alle scuole... sospendi il cimitero per domani che li spostiamo sulle scuole perchè domani e 'è il controllo e devono vedere che siamo tutti là., tutti su una parte... [...] domani i giubbotti tutti belli puliti eh”...").

Gli accertamenti svolti dai militari del R.O. hanno evienziato che la BIANCHINI COSTRUZIONI è risultata una delle ditte più attive nell'ambito della ricostruzione, essendosi aggiudicata numerosi appalti, tra cui quello per la ristrutturazione del cimitero di Finale Emilia, per la realizzzione degli istituti scolastici temporanei, per la demolizione di edifìci pericolanti.

Quanto sarà di seguito esposto in seguito fornirà una chiave di lettura del dinamismo dell'imprenditore modenese.
Le indagini hanno consentito di accertare che, parallelamente ai lavori acquisiti in sub appalto per la realizzazione degli edifìci scolastici, l'impresa di BIANCHINI Augusto era riuscita ad acquisire alcuni interventi nel comune di Finale Emilia, relativi all'ampliamento del locale cimitero e alla demolizione di due fabbricati dichiarati pericolanti.
Il riferimento ai suddetti lavori è fondamentale per comprendere la questione della somministrazione di manodopera, sistema sul quale si incardina il rapporto d'affari tra BOLOGNINO Michele e BIANCHINI Augusto.
Le indagini hanno infatti dimostrato come questi, ricorrendo all'utilizzo di lavoratori esterni, BIANCHINI fosse riuscito ad impegnarsi su più fronti, traendo vantaggio dall'aggiudicazione dei lavori e dal meccanismo di retribuzione degli operai inviati da BOLOGNINO, basato su un sistema di false fatturazioni. BOLOGNINO, a propria volta, traeva profitto dalla gestione della manodopera, trattenendo per sé una parte delle spettanze e favorendo al contempo l'infiltrazione della consorteria di riferimento nel circuito dei lavori pubblici.
Una prima indicazione relativa all'impiego strumentale di manodopera esterna da parte della BIANCHINI COSTRUZIONI è giunta dagli approfondimenti relativi all'aggiudicazione dei lavori di abbattimento di un fabbricato sito a Finale Emilia in Via Trento e Trieste nr. 13, per un importo netto di 59.994,68 euro + IVA (complessivi 76.818,60 euro), a carico dell'amministrazione regionale. I suddetti lavori rientravano nei piccoli interventi che gli enti comunali potevano assegnare in autonomia attraverso gare o a chiamata diretta), in base all'ordinanza regionale nr. 18 del 03.08.2012, riguardante l'assegnazione di lavori urgenti valutati autorizzabili dalla Direzione Comando Controllo, Protezione Civile.

Il 21.08.2012, la BIANCHINI COSTRUZIONI faceva pervenire al comune di Finale Emilia una missiva, con la quale comunicava la concessione in sub-appalto dei lavori alla ditta individuale MACRI' Giuseppe. Il Nucleo CC Ispettorato del Lavoro, su richiesta del Reparto Operativo di Modena, accertava che la ditta individuale MACRI' Giuseppe aveva in forza solo due dipendenti, che risultavano "in distacco" presso la BIANCHINI COSTRUZIONI dal 19.09.2012.
L'istituto del "distacco" , disciplinato dall'art. 30 della 1. 276/2003 è caratterizzato da alcuni peculiari requisiti, primo fra tutti l'esistenza di uno specifico interesse del datore di lavoro "distaccante", che non può essere solamente rappresentato dal fatto di percepire un corrispettivo per la messa a disposizione del lavoratore. Di conseguenza deve escludersi che l'interesse del "distaccante" possa risiedere esclusivamente nel guadagno derivante dalla fornitura di manodopera, nel qual caso si potrebbe configurare l'ipotesi di una somministrazione irregolare. Nel caso di specie è stato rilevato che i lavori subappaltati da BIANCHINI alla ditta di MACRI' Giuseppe non erano ancora materialmente iniziati, nonostante il ''distacco" dei due operai partisse dal 19.09.2012.
A fronte di tale dato, venne inizialmente ipotizzata la sussistenza della somministrazione irregolare di manodopera (in violazione al D.lgs. 276/2003), poiché gli operai della ditta individuale MACRI' Giuseppe erano di fatto a disposizione di BIANCHINI ed avendo accertato sul posto che i lavori che giustificavano il distacco non erano partiti. Era quindi intuibile che gli operai fossero di fatto impiegati in altri cantieri, venendo meno uno dei requisiti che regolamentano l'istituto del distacco, quello secondo il quale il datore di lavoro, per soddisfare un suo interesse, pone temporaneamente uno o più lavoratori a disposizione di un altro soggetto per l'esecuzione_di una determinata attività lavorativa.
Ciò comportava indiscutibili benefìci per BIANCHINI, soprattutto in ragione della maggiore flessibilità di impiego degli operai "distaccati", per i quali la ditta di MACRI' Giuseppe rimaneva responsabile del trattamento economico e normativo. Pertanto, a cessata esigenza, BIANCHINI avrebbe potuto interrompere il rapporto con i due operai concludendo semplicemente il distacco.
A conferma di tale ipotesi si rileva inoltre che, per l'esecuzione del lavoro sub appaltato alla ditta MACRI' (demolizione di un fabbricato per un costo complessivo di 76.818,60 euro), appare inverosimile l'utilizzo di due soli operai.
Si è ben presto acquisito oggettivo riscontro all'ipotesi che la ditta di MACRI' Giuseppe fosse utilizzata strumentalmente da BIANCHINI mediante l'istituto del distacco.
Alle 17.59 del 04.10.2012, viene infatti registrata una conversazione telefonica estremamente chiara, grazie alla quale si apprende che MACRI' ed i suoi operai stavano lavorando nel cantiere di Mirandola. BIANCHINI contesta a MACRI' di non aver visto nessuno nel cantiere e questi si giustifica dicendo di aver avuto un alterco con gli operai, ma la questione era stata risolta e il giorno seguente si sarebbero recati regolarmente al lavoro, precisando che i lavori sarebbero proseguiti anche sabato, garantendone la conclusione entro il martedì seguente.
Anche la collaborazione tra la BIANCHINI COSTRUZIONI e BOLOGNINO Michele si fonda sul rapporto di somministrazione di manodopera sebbene, in questo caso, le modalità siano molto differenti. In questo caso, infatti, la presenza di BOLOGNINO Michele, riconducibile al sodalizio criminale di matrice 'ndranghetista operante in Emilia viene abilmente occultata, tant'è vero che le conversazioni evidenziano come gli operai forniti dal BOLOGNINO, vengano formalmente assunti dalla BIANCHINI COSTRUZIONI, eludendo così qualsiasi riferibilità al primo.
Particolarmente illuminante é la conversazione delle 09.19 del 20.09.2012985, tra RICHICHI Andrea e suo zio, tale Panto (Pantaleone), che fornisce elementi di assoluta rilevanza investigativa ed evidenzia il modus operandi posto in essere nella specie, rivelando al contempo il meccanismo attraverso il quale avrebbero tratto il loro ingiusto profitto.
RICHICHI sostiene che le opere di ricostruzione siano un'ottima occasione di guadagno, soprattutto alla luce della collaborazione con la BIANCHINI COSTRUZIONI, definita un'impresa particolarmente importante ("RICHICHI: no questo qua è Bianchini.. questo qua è pieno.. questo qua è grande come impresa., è grandissima..'). RICHICHI fornisce una dettagliata spiegazione dell'operazione che sta conducendo, precisando di avere impiegato venti operai ("RICHICHI: il lavoro c'era al terremoto.. ne hai.. ne hai persone per il terremoto? ZIO PANTO: terremoto.. lavoro qua io.. devo andare avanti qua.. RICHICHI: noi abbiamo messo venti persone.. abbiamo messo.. in economia.. però.. però assume.. assume.. assume...'); da qui nasce una lunga discussione su costi e profitti, dalla quale emergono gli elementi più significativi nell'ambito del contesto investigato. In sostanza RICHICHI sostiene che ciascuno degli operai impiegati era retribuito a 23 euro l'ora, per complessivi €. 4.600 al mese, dal quale andavano detratti €. 1.600 di stipendio e circa €. 400 euro per le ore di straordinario retribuite "in nero'' ("RICHICHI: allora., zio Pà.. metti che fai 200 ore zio Pà.. no? ZIO PANTO: eh., si.. RICHICHI: a 23 euro.. ZIO PANTO: si.. RICHICHI: sono 4600.. mi segui?.. RICHICHI: metti che prendono loro 1600 giusto in busta.. ZIO PANTO: si..RICHICHI: e metti 40 ore fuori busta.. sono.. sono 2000 euro.. ci siamo? ci siamo fino a qua?"). Il dialogo si protrae lungamente sui reali profitti che avrebbe potuto ottenere RICHICHI, soprattutto in relazione all'onere derivante dal versamento alla Cassa edili, dopodiché RICHICHI rivela l'aspetto più significativo sulla metodologia di guadagno impiegata, affermando che gli operai avrebbero dovuto restituire loro la quota della cassa edile ("RICHICHI: aspetta.. la cassa edile ce la ritornano.. la cassa edile ce la portano indietro a noi ce la portano la cassa edile.. ZIO PANTO: eh ma se tu vai a vedere una situazione del genere devi pagare 450 euro.. RICHICHI: si.. la paghiamo.. per noi la cassa edile.. la cassa edile.. quando abbiamo fatto i patti.. ce la portano a noi ce la portano zio Pà.. ZIO PANTO: ah? RICHICHI: la cassa edile "i cristiani" ce la devono portare a noi.. dopo ce la portano la cassa edile...").
RICHICHI ribadisce il concetto anche alla zia ("RICHICHI: però io sono rimasto con le persone.. che la cassa edile a me me la portano indietro me la portano.. [...] RICHICHI: no.. io sono rimasto con le persone che a me la cassa edile me la portano., quando prendono la cassa edile.. me la portano indietro.. me la portano.. ZIA: te la ritornano indietro? RICHICHI: si. si.. sono rimasto così.. così sono i patti.. ZIA: ah., e allora André.. se te la ritornano indietro sono belli soldi Andre..."), la quale si mostra però perplessa, affermando che in un caso analogo la loro impresa aveva avuto grosse problematiche con i sindacati ("ZIA: André.. André.. che l'abbiamo fatto pure noi.. sono andati ai sindacati.. e i sindacati hanno mandato..."). RICHICHI a questo punto lascia trapelare un altro dato particolarmente significativo, precisando che si tratta di gente "di qua", ovvero di operai calabresi ("RICHICHI: eh no sono gente di qua.. sono gente.. gente di qua..."). Nel prosegue RICHICHI precisa che sfruttando tale metodologia, BIANCHINI avrebbe potuto disporre costantemente di manodopera con la quale affrontare gli impegni derivanti dall'acquisizione delle commesse del post terremoto, che si sarebbero protratte per un lungo periodo ("RICHICHI: ohi zia.. io gli metto le persone a lavorare.. a questo qua.. al terremoto.. ZIA: umh.. RICHICHI: e tutti l'ha detto con assunzione.. tutti regolari.. mi sono messo d'accordo (inc).. [...] RICHICHI: ora vediamo con questo qua.. il lavoro c'è qua al terremoto.. ci sono due anni di lavoro ci sono.."). Sul finire RICHICHI effettua un conteggio definitivo, affermando che a fine mese, basandosi sul sistema appena illustrato, avrebbero avuto (lui e BOLOGNINO) un guadagno netto di €. 1.000 al mese per ciascun operaio ("RICHICHI: non restano 1000 euro ad operaio? zio Pà? ZIO PANTO: eh si.. RICIITCHI: siamo venti persone., non restano 20.000 euro zio Pà? ZIO PANTO: si.. si.. RICHICHI: questo qua è il ragionamento.. sopra il volume zio Pà.. il ragionamento è.. "), mentre quello di BIANCHINI avrebbe dovuto basarsi su agevolazioni fiscali non meglio specificate ("RICHICHI: poi noi gli abbiamo fatto il discorso come.. hai capito come? facciamo le cose.. hai capito.. lui va a.. li va a compensare dopo.. hai capito? ZIO PANTO: sì.. si.. ho capito.. RICHICHI: e non le caccia di tasse.. la situazione.. erano buone qua.. zio Pà..").
Le affermazioni di RICHICHI sulla retribuzione oraria degli operai, trovano conferma nella telefonata del 28.09.2012, nel corso della quale BIANCHINI comunica ad una donna che l'importo concordato con BOLOGNINO è proprio di 23 euro all'ora. Tale è la cifra indicata anche dal BOLOGNINO nel corso di una conversazione del 30.8.2012 con GIGLIO Giuseppe: "eh.. vedi che da Bianchini ad ore sto lavorando io. Non sto facendo lavori.... con Bianchini a ore.. Sai che vuol dire a ore? A 23 euro l'ora...".
Pochi minuti dopo, BOLOGNINO chiama BIANCHINI Augusto e conferma la disponibilità degli operai per il mattino successivo, compresi i due di SCOZZAFAVA. BIANCHINI ribadisce di aver bisogno dei nominativi e dei livelli dei lavoratori per effettuare le assunzioni .
Particolarmente interessante risulta la conversazione, intercorsa la sera del 22.08.2012: SCOZZAFAVA Antonio, responsabile degli operai impiegati nel cantiere del cimitero di Finale Emilia (MO), riferisce a BOLOGNINO di avere discusso con BIANCHINI Augusto, che lo avrebbe accusato di aver parlato con la direzione dei lavori riferendo che gli operai erano stati impiegati in altro luogo. Ovviamente SCOZZAFAVA esterna le proprie lamentele a BOLOGNINO perché è consapevole che si tratta del soggetto deputato a gestire il lavoro dei calabresi impiegati nei vari cantieri.
Che BOLOGNINO sia il referente dei lavori o comunque quello che gestisce, tramite BIANCHINI Augusto, l'impiego dei muratori e delle imprese calabresi nel cratere del terremoto, è facilmente desumibile dalla conversazione intercettata la sera del 25.08.2012. Nell'occasione FLORO VITO Gianni, detto Giuseppe chiede a BOLOGNINO di poter ottenere anch'egli una commessa: "ohi Miche, ti volevo chiedere... Ma qualche lavoro in più dov'è Bianchini, ce l'hai?". Appurato che FLORO VITO dispone di 10 o 12 operai, BOLOGNINO lo rassicura sul loro impiego " ...in una maniera o l'altra ci aggiustiamo", precisando non può rifiutargli il suo aiuto: "no, no, no... non te la faccio perdere. Ti tengo presente a te...".
Negli ultimi giorni di agosto, BOLOGNINO Michele viene ricoverato nell'ospedale di Parma a seguito di una verosimile ischemia, riscontrata in occasione del suo ultimo viaggio in Calabria: malgrado ciò continua a mantenere i rapporti con i calabresi impiegati nei cantieri modenesi, sincerandosi sull'andamento dei lavori. Il pomeriggio del 27.08.2012, SCOZZAFAVA lo avvisa che a conti fatti, entro fine settembre, sarebbero stati conclusi a Finale Emilia 100.000 euro di lavori, con verosimile riferimento alla commessa del cimitero
Appare evidente che BOLOGNINO abbia il proprio tornaconto, come desumibile dalla telefonata intercorsa tra RICHICHI Giuseppe detto Andrea e SCOZZAFAVA, nel corso della quale questi riferisce che nel cantiere del cimitero stanno lavorando tre muratori i quali, ultimate le fondamenta, sarebbero stati impegnati con le mura. Utilizzando un linguaggio accorto, RICHICHI chiede a SCOZZAFAVA se abbia anticipato le fatture a BOLOGNINO (alludendo evidentemente alla consegna di denaro in favore di BOLOGNINO per il lavoro ottenuto a Finale Emilia): questi, risponde che prima avrebbe dovuto muovere BIANCHINI (con ciò alludendo al fatto di essere prima pagato da quest'ultimo per i lavori già eseguiti). Quando SCOZZAFAVA riferirà a BOLOGNINO di aver sollecitato senza esito BIANCHINI, BOLOGNINO lo rassicurerà ("no ma adesso i soldi ce li dà Anto... altrimenti ci prendiamo i mezzi...") alludendo ad una tipica modalità intimidatoria dell'agire mafioso.
Un'altra figura che si rivelerà di primaria importanza nell'economia delle vicende criminose in esame, è quella di Lauro, personaggio campano..., strettamente legato a BOLOGNINO Michele ed impiegato in diversi cantieri dei comuni di Concordia sulla Secchia, Mirandola e Finale Emilia con compiti di gestione del personale operaio. Le commesse acquisite da BIANCHINI sono evidentemente numerose e vanno di pari passo con il reperimento e l'impiego di operai calabresi. Nella conversazione del 29.08.2012 RICHICHI Giuseppe informa CHIELLINO Saverio della possibilità di andare a lavorare a San Felice sul Panaro (MO), dove BIANCHINI ha richiesto 6 persone da impiegare “in economia”.
La questione dei pagamenti investe anche Lauro e BOLOGNINO Michele; in occasione della telefonata delle 19.24 del 29.08.2012, LAURO si lamenta perché BIANCHINI è restio a farsi vedere sui cantieri. Dal tenore della conversazione si comprende che LAURO vorrebbe essere liquidato da BIANCHINI per i lavori eseguiti sino a quel momento, ma BOLOGNINO non ha intenzione di anticipare somme ("BOLOGNINO: si ma pure ad Alessandro ... gli dici ?... qualcosa... perchè.. da Michele... gli dici.. altrimenti devo aspettare.. sia dici lui ha anticipato un pò però adesso è in ospedale digli..”).

A questo punto, il quadro emergernte dall'attività di indagini appariva sufficientemente indicativo:
- della diretta riferibilità al BOLOGNINO della gestione della manodopera utilizzata dal BIANCHINI per la realizzazione delle plurime opere acquisite in regime di subappalto;
- della modalità di reclutamento delle maestranze. Le parole di RICHICHI lasciano infatti intravedere come si sia determinata una tacita ma concreta condizione di assoggettamento negli operai inviati presso la BIANCHINI COSTRUZIONI, inducendoli a rinunciare ad un loro diritto (la quota della cassa edile) in cambio di un'occupazione sostanzialmente duratura ("RICHICHI: ora vediamo con questo qua.. il lavoro c'è qua al terremoto.. ci sono due anni di lavoro ci sono.."). Sintomatico a tal proposito è il passaggio in cui RICHICHI afferma di non temere alcun tipo di denuncia poiché si tratta di "gente dì qua" ("RICHICHI: eh no sono gente di qua.. sono gente., gente di qua..."), alludendo verosimilmente alle origini calabresi degli operai, quindi particolarmente addomesticabili.

(…)

Nel caso specifico, il datore di lavoro iscritto alla Cassa Edili della provincia di Modena (come nel caso della BIANCHINI COSTRUZIONI), deve versare all'Ente una somma pari al 24,425% calcolate sull'imponibile della retribuzione ordinaria (straordinari esclusi).
Tale percentuale corrisponderebbe dunque all'importo che gli operai avrebbero retrocesso al BOLOGNINO, quasi a mò di tangente e che costituisce una quota importante della loro non elevata retribuzione.
La relazione del Nucleo CC Ispettorato del Lavoro evidenzia che, nel corso dell'anno 2011, la media mensile di dipendenti che lavoravano per la BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l. era di circa 85 persone, mentre per i primi mesi del 2012 (fino a maggio 2012) era di circa 70. In seguito agli eventi sismici del maggio 2012, la ditta BIANCHINI ha effettuato 57 nuove assunzioni. Ciò conferma le parole di RICHICHI in merito alla "gestione" di venti operai assunti da BIANCHINI.
Tra i 57 neo assunti figurano diversi stranieri e numerosi italiani di origine campana, siciliana e calabrese, tutti originari del crotonese, tra i quali CURCIO Domenico, cognato di GIGLIO Giuseppe.
Nella lista spicca peraltro il nominativo di BELFIORE Gaetano (assunto presso la BIANCHINI fino al 31.10.2012), che i CC di Brescello (RE) indicano quale fidanzato di GRANDE ARACRI Nikol Valentina figlia di GRANDE ARACRI Nicolino. Lo stretto rapporto tra il boss e BELFIORE Gaetano, è stato effettivamente appurato dai Carabinieri del Reparto Operativo di Modena, in occasione di una visita specialistica cui GRANDE ARACRI Nicolino si sottopose presso il Policlinico di Modena in data 15.12.2012 (...).
L'attenzione verso BELFIORE Gaetano è tornata del resto a manifestarsi pochi giorni dopo la scadenza del rapporto con l'impresa di San Felice sul Panaro; il 14.11.2012 , viene infatti registrata una telefonata nel corso della quale BOLOGNINO, che in quel periodo si trovava in Calabria, esorta ripetutamente Lauro ALLELUIA affinchè Gaetano fosse riassunto da BIANCHINI ("Michele: e vedi che deve assumere Gaetano pure eh! [...] no me lo deve assumere sennò ho le cose... fammi assumere a Gaetano.."), lasciando peraltro intendere di aver ricevuto delle pressioni in tal senso direttamente da Cutro ("Michele: Eh però tu fallo assumere a Gaetano.. vai e gli dici che lo deve assumere... che.. con il furgone.. con il coso... che non voglio avere... hai capito?...").
Ciò nonostante la vicenda non pare abbia avuto seguito, perché BELFIORE dovrebbe aver trovato un'altra occupazione, anche se gli accertamenti dei CC di Modena presso la Banca dati INPS, hanno rilevato la presenza delle sole contribuzioni corrisposti dalla BIANCHINI COSTRUZIONI relative ai mesi di settembre e ottobre 2012.

Ulteriore conferma di come gli operai fossero impiegati al di fuori delle consuete norme contrattuali, è data dal contenuto dalle telefonate del 29.09.2012, dalle quali emerge chiaramente che la manodopera veniva utilizzata in modo particolarmente gravoso, anche di domenica. Ciò è da considerarsi come un ulteriore vantaggio di cui BIANCHINI poteva beneficiare sfruttando gli operai di BOLOGNINO, nei confronti dei quali, proprio in virtù delle particolari condizioni di impiego, poteva avanzare pretese che, in presenza di un regolare rapporto contrattuale, non avrebbe potuto in alcun modo far valere.
Le conversazioni in esame sono indicative, inoltre, di come la supervisione del lavoro e dell'impiego della manodopera, fosse gestita direttamente da BOLOGNINO Michele, che si serviva della fondamentale intermediazione di ALLELUIA Lauro, materialmente presente sui cantieri.
Nello specifico Michele e Lauro discutono della richiesta di 5 operai per la domenica successiva fatta da BIANCHINI: Lauro precisa che lui non ci sarebbe stato, perché troppo stanco e bisognoso di riposo (LAURO:abbiamo finito adesso però domani ti volevo dire che veniamo a lavorare Miche.. quattro o cinque vengono.. io domani non ce la faccio proprio.. mi devo riposare Miche.. troppo... io.. io non ci vengo perchè.. proprio non ce la faccio.. non mi reggo in piedi più..). mentre Michele si mostra indispettito dalla richiesta, affermando che la domenica avrebbe dovuto retribuire doppiamente gli operai (BOLOGNINO: io i cristiani la domenica li devo pagare il doppio... ogni domenica devo inseguire i cristiani per farli venire a lavorare non mi piace tanto a me.. [...] i cristiani non gli posso dire di venire tutte le domeniche..)
In occasione della telefonata intercettata alle successive 18.34, la questione emerge in maniera ancor più nitida; Michele e Lauro discutono del comportamento di BIANCHINI, che nonostante non avesse ancora pagato, aveva preteso l'impiego di manodopera di domenica ("...MICHELE gli dice che lui delle persone a metro, di domenica, non vuole metterne e aggiunge: Lauro.. per farmi bello con Bianchini, a me Bianchini sino ad ora ancora non mi ha dato una lira. Che già mi ha rollo i coglioni a me Bianchini. Eh! Il discorso è che se io faccio lavorare le persone di domenica... Il discorso è che se io faccio lavorare le persone di domenica....").
BOLOGNINO non nasconde il malcontento e ribadisce il danno economico derivante dalla richiesta di BIANCHINI, riaffermando il ruolo di vertice nelle dinamiche indagate ("... che io devo mandare le persone e ci rimetto di tasca mia per far fare le ore...e la domenica non mi fanno niente, che non mi rendono... che l'operaio a me non mi rende a metro!... Tu quando viene Bianchini.. Bianchini a me non mi dica niente... chiami Michele e parla con lui!...").
L'assoluta subordinazione degli operai assunti da BIANCHINI nei confronti di BOLOGNINO Michele emerge chiaramente anche da altre conversazioni particolarmente rappresentative, che pongono l'accento sul totale controllo esercitato su ogni forma di retribuzione effettuata da BIANCHINI, ma gestita unicamente e direttamente da lui, anche attraverso atti di intimidazione.
E' emblematica la categorica richiesta di BOLOGNINO, che ordina a Lauro di farsi restituire dagli operai i buoni pasto forniti da BIANCHINI (“BOLOGNINO: Dice che siete andati a mangiare... Vedi che tu buoni, te l'avevo detto l'altra volta, agli operai, non devi dare un buono! Hai capito? [...] sennò vedi che stasera, ti possono firmare, Pietro e Salvatore, le lettere di licenziamento.
Abbiamo parlato quel giorno là da Pino Giglio, nell'ufficio suo, che i buoni venivano tutti a me
[...] ì blocchetti te li prendi tu. Pure quello di Salvatore. Nelle mani tue subito! Lauro: Michele: Gli dici a Salvatore se non gli conviene, stasera, di firmare la lettera di licenziamento, sennò noi, dai colpi nella faccia, sai come te lo faccio girare?...”).
Il dialogo captato il 07.12.2012 alle 18.23 , suona ulteriore conferma dell'assunto investigativo, rivelando come BOLOGNINO si faccia effettivamente restituire l'indennità della Cassa Edili, mettendo in luce il rapporto di sudditanza degli operai nei suoi confronti. BOLOGNINO, così si rivolge ad un dipendente ("BOLOGNINO Michele: (inc) già ti avrei dovuto licenziare un mese fa a te quando sei venuto qua a cercare i soldi più di una volta.. (inc) la prossima volta non te li pago per niente.."). niente.."). Il discorso si sposta sui conti relativi alla Cassa Edili e sulle cifre corrisposte a due lavoratori extra comunitari BOLOGNINO Michele: 2100.. io di benzina ne devo corrispondere 2400 di te e 2100 te li do, quando io ti pago le ore fuori busta paga a te. la cassa edile la pago o non la pago? io la pago la cassa edile non é che a me la regalano la cassa edile Bianchini, la fa., me la sono presa tipo Graziano ma gli altri.. [...] hanno lavorato due mesi.. quanti sono stati di cassa edile per i due marocchini? [...] non mi interessa.. ma di cassa edile quanto hanno pagato di cassa edile per i marocchini?..."). Dopo un rapido calcolo, BOLOGNINO afferma che i due gli avrebbero dovuto restituire 350 euro ("BOLOGNINO Michele: va bè.. questo., uno 40 euro.. 44.. questo pure Mustaphà 50.. uno già è 150.. tre erano.. 150 euro.. 350 li avanzo giusto o no?..."), incaricando ALLELUIA Lauro della riscossione ("ALLELUIA Lauro: eh te li porto... BOLOGNINO Michele: li porti, quando li porti? ALLELUIA Lauro: ha detto... stiamo aspettando che l'assegno va in valuta.."). BOLOGNINO si protrae a lungo nei conteggi e, alle successive 18.49, viene captato un altro dialogo: dopo aver eseguito alcuni calcoli, BOLOGNINO si rivolge ad un operaio che si trova con lui e perentoriamente gli ordina di restituirgli l'intera somma versata per la Cassa Edili ("BOLOGNINO Michele:tutta la cassa edile la voglio indietro.. tu dici che no?..."). L'uomo spiega di aver già speso tutto il denaro ma BOLOGNINO, spalleggiato da RICHICHI, ribatte che in caso contrario avrebbe trattenuto la somma relativa alla retribuzione in nero ("BOLOGNINO Michele:la cassa edile è volata? ed io non ti do i soldi in nero.. me li tenso.. è volata il problema qual'è..(sovrapposizione di voci) BOLOGNINO Michele: l'hai presa allora? RICHICHI Giuseppe: l'hai presa la cassa edile? BOLOGNINO Michele: l'hai presa la cassa edile?...").
Ancora, alle 11.25 del 14.12.2012; mentre sta effettuando i conteggi sulle spettanze degli operai, BOLOGNINO esclama: "gliei'ho dati.. chiamalo.. se mi cacciava (tradotto - se avessi tolto) la cassa edile nessuno avanzava soldi di questi qua.. mi devono dare a me.. la cassa edile non è giusto che la cacciava? ah? non è giusto che la cacciava la cassa edile? ah? gliela faccio pagare la cassa edile...". Il dialogo immediatamente successivo, certifica l'applicazione da parte di BOLOGNINO di una trattenuta di 100 euro per ciascun dipendente, relativa alla visita medica professionale ("BOLOGNINO Michele: (sì rivolge ad Alleluia Lauro) a tutti gli cacci la visita medica.. 100 euro per la visita medica.. io non gli paso la visita medica dei cristiani.. […] BOLOGNINO Michele: non m'interessa.. 100 euro a testa.. va bene? t'interessa a te? i corsi.. i cosi.. Bianchini che mi ha messo le visite.. i contributi.. mi ha fottuto abbastanza..").

Altro argomento emerso dalle conversazioni riguarda l'indennità di mancato preavviso a favore degli operai licenziati; quest'ultimo contributo, come la suddetta visita medica, fa parte di una serie di indennità evidentemente trattenute alla fonte da BIANCHINI, a cui BOLOGNINO, che ha ricevuto una somma inferiore a quella preventivata, reagisce decurtando arbitrariamente gli stipendi e pretendendo la restituzione della somma relativa all'indennità di mancato preavviso da parte dei dipendenti a cui era stata corrisposta in busta paga (“BOLOGNINO Michele: ma questi hanno il licenziamento.. hanno.. per tornarmi indietro il licenziamento? ALLELUIA Lauro: si.. SCHIRONE Graziano: ma perchè il licenziamento pure tu lo paghi? BOLOGNINO Michele: non l'ho pagato io il licenziamento? [...]Armando ha il licenziamento., deve tornarmi a me i soldi...”).
La conversazione che segue vede BOLOGNINO ribadire il concetto in maniera ancora più chiara, sostenendo categoricamente che non avrebbe corrisposto il contributo in esame ("BOLOGNINO Michele: io controllo le sue.. non controllo le ore sopra la busta.. Lauro.. io non vado a pagare il licenziamento.. digli che vadino a rompere i coglioni da un 'altra parte.. va bene...").
Il dialogo del 19.12.2012 alle 20.241006, chiarisce come RICHICHI Giuseppe sia incaricalo di comunicare agli operai un qualcosa in merito alla Cassa Edili ("BOLOGNINO Michele: Andrea.. hai capito come gli devi dire a sti operai? RICHICHI Giuseppe: gli dico.. (ine) la cassa edile.. gli dico.."). La sequenza di frasi rivela comunque come, la predetta indennità, sarebbe stata gestita direttamente dagli indagati non appena GIGLIO Giuseppe avesse consegnato loro il denaro, in virtù del noto meccanismo di transazione finanziaria basato sulle false fatturazioni (“BOLOGNINO Michele: eh.. perchè.. la cassa edile.. eh.. Pino Giglio i soldi ce li dà.. domani a mezzogiorno.. 15.000 euro.. (inc)”).
La lapidaria affermazione di BOLOGNINO ("BOLOGNINO Michele: la cassa edile a metà con quelli là sotto.. RICHICHl Giuseppe: eh..."), evidenzia la stretta sinergia con la Casa madre ("quelli là sotto.. "), destinataria della metà delle indebite trattenute della Cassa Edile».

Vi è quindi l'approfondimento sulle anomalie nelle modalità retributive e sulle emissioni di false fatture. Sempre il GIP:

«Il sistema, come già anticipato, prevedeva la formale assunzione degli operai da parte di BIANCHINI Augusto, sebbene la materiale gestione del personale impiegato fosse totalmetne riferibile a BOLOGNINO Michele - affiancato da ALLELUIA - che traeva il proprio guadagno applicando trattenute sulla retribuzione.
Sul punto, sono state intercettate diverse conversazioni di particolare rilevanza, che forniscono la corretta chiave di lettura alle vicende in esame e consentono, al tempo stesso, di isolare l'ultimo anello della catena che lega BIANCHINI e BOLOGNINO, in cui hanno un ruolo fondamentale GIGLIO Giuseppe e FLORO VITO Gianni.
Il 27.09.2012 è stata infatti registrata una telefonata nel corso della quale BOLOGNINO Michele chiede a BRAGA Bruna (moglie di BIANCHINI Augusto) di fargli avere le buste paga che aveva richiesto. Il 01.10.2012, la donna conferma a BOLOGNINO Michele di aver effettuato il pagamento degli operai, in parte tramite bonifico ed in parte con l'emissione di assegni, precisando che in futuro sarebbe stato più opportuno effettuare il pagamento interamente tramile bonifico.
Nei giorni successivi venivano registrati altri contatti tra BOLOGNINO Michele e la BRAGA, la cui attenta analisi ha fallo emergere una situazione decisamente meno lineare di quella prospettata per ciò che concerne le modalità di pagamento degli operai, con il coinvolgimento di GIGLIO Giuseppe e FLORO VITO Gianni.
Il 02.10.2012, alle ore 16.45, BOLOGNINO contatta la BRAGA e riferisce di essere ancora in attesa di una mail: la donna dice di averla inviata e promette comunque di spedirla nuovamente.
Alle 19.04 BOLOGNINO Michele parla con GIGLIO Giuseppe, dicendo di avere quelle cose di BIANCHINI, alludendo verosimilmente alla mail.
Il giorno seguente, BOLOGNINO Michele avvisa la BRAGA di averle inviato la fattura a nome della TRANSPORT (in realtà di tratta della TRASMOTER) specificando che si tratta sempre di un'azienda di GIGLIO Giuseppe. Michele chiede alla donna di effettuare un bonifico urgente, dopo aver ricevuto da questa rassicurazioni sulla disponibilità dell'intera somma ("BOLOGNINO: lei signora di quanto riesce a girarmi così io.. Me lo fa tutto o... BRUNA: io penso di essere riuscita ad accantonare la somma per intero. Devo verificare se stamattina ci sono stati dei problemi diversi che non ho previsto. Ma direi riuscirci Michele... signora se mi può fare quella cosa che le ho detto io con l'urgenza che poi la pago io la differenza...").
I due tornano a risentirsi qualche ora dopo, quando la BRAGA conferma l'esecuzione del bonifico con procedura d'urgenza BOLOGNINO avvisa immediatamente FLORO VITO Gianni (detto Giuseppe) che promette di verificare la mattina seguente la disponibilità della valuta.
BOLOGNINO precisa che trattandosi di un bonifico urgente, dovrebbe già essere visibile, per cui chiede a FLORO VITO di verificare ed eventualmente prenotare subito i contanti ("...senti a me, vedi là che che dice che è a posto!" (ndr: intendendo il bonifico da parte della Braga) [...] o .. quello oggi arriva... digli tu così te li ordina hai capito?...").
Alle 10.02 seguenti, FLORO VITO conferma a BOLOGNINO che Andrea, geometra di GIGLIO Giuseppe, gli aveva comunicato che "era tutto a posto", alludendo chiaramente all'esito positivo del bonifico. Per questa ragione i due decidono di vedersi più tardi.
Le successive telefonate rivelano come il luogo dell'appuntamento fosse l'ufficio di Giuseppe GIGLIO; alle 11.01, FLORO VITO comunica che a breve sarebbe andato via e, pertanto, esorta BOLOGNINO a raggiungerlo per accordarsi sul da farsi. Pochi minuti dopo BOLOGNINO viene contattato da Giuseppe GIGLIO, che gli chiede l'autorizzazione a "girare quelle cose" a Giuseppe, ossia a FLORO VITO Gianni (detto Giuseppe). L'allusione di GIGLIO è chiaramente riconducibile al denaro proveniente dal bonifico disposto dalla moglie di BIANCHINI, tant'è che Michele, acconsente alla richiesta ed aggiunge di aver già concordato con Giuseppe la cifra di cui aveva bisogno, ossia 10/12.000 € (“BOLOGNINO: Io l'ho detto a Giuseppe quanti mi servivano PINO: e va bene dai BOLOGNINO: 10/12.. poi quegli altri.. basta che... PINO: ok va bene ciao...”).
E' stata intercettata la mail con la quale Bruna BRAGA invia le buste paga di cui BOLOGNINO ha fatto richiesta: si tratta di 13 statini a nome di altrettanti operai, il cui stipendio non supera mai i 1.000 euro. Nel contempo è stata censurata una mail, proveniente sempre da BRAGA Bruna, avente ad oggetto ESTRATTO CONTO PER EMISSIONE FATTURA, contenente un riepilogo di spesa relativa al nolo a caldo di nr. 4 autocarri mezzi d'opera, impiegati nei cantieri della ricostruzione, per un importo complessivo di €. 32.010. Analizzando la nota, alla luce delle conversazioni sopra citate, si deduce facilmente come la stessa sia una sorta di indicazione sulle modalità di compilazione della fattura; l'importo indicato sembra coincidere con la somma versata a BOLOGNINO dalla BRAGA con il bonifico urgente, ed i 10 euro eccedenti corrispondono al costo dell'operazione.
L'esame dei dati fin qui riepilogati ha indotto la polizia giudiziaria a formulare alcune considerazioni - condivise da questo Ufficio - che vanno a spiegare l'interesse, ed il conseguente vantaggio economico, che gli indagati traggono dal loro rapporto di collaborazione.
La busta paga è infatti un documento che andrebbe consegnato direttamente al lavoratore contestualmente alla retribuzione. Il fatto che la BIANCHINI le abbia inviate a BOLOGNINO, oltre a confermare il controllo esercitato da questi sulla manodopera, rivela come la retribuzione degli operai venga materialmente eseguita da BOLOGNINO una volta ricevuto il denaro dalla BIANCHINI COSTRUZIONI: le buste paga servono quindi a BOLOGNINO come una sorta di promemoria contabile. Un indicatore relativo alla sussistenza del meccanismo, è costituito dagli stipendi riportati sulle buste paga trasmesse via mail, tutti inferiori a mille euro, che non necessitano di pagamenti tracciabili, obbligatori per importi superiori a detta somma.
Questo spiegherebbe l'esecuzione del bonifico con procedura d'urgenza ammontante a 32.010 euro oltre IVA, per il quale GIGLIO Giuseppe ha emesso la fattura attraverso la TRANSPORT. Nei diversi servizi di osservazione effettuati presso i cantieri della ricostruzione in cui è impegnato BIANCHINI, non sono mai stati rilevati mezzi d'opera riconducibili alle ditte di GIGLIO. Nel riepilogo spese inviato a BOLOGNINO, si parla invece di nolo a caldo di automezzi impiegati nei cantieri del post terremoto. Ciò fa dedurre che si tratti di una fattura per una prestazione inesistente, emessa da GIGLIO in quanto soggetto legato a BOLOGNINO e titolare di un'impresa di autotrasporto legittimata ad emettere il documento contabile.
Ad ulteriore conforto di quanto affermato, si inserisce il contenuto della conversazione telefonica del 28.09.2012, nel corso della quale BOLOGNINO Michele chiede l'impiego di altri camion, che BIANCHINI conferma di avere a disposizione ("BOLOGNINO: i camion., li ha ora là., i camion allIREN.. ì camion.. i quattro assi..? BIANCHINI conferma [...] no perchè due erano pochi.. vanno piano.. piano BIANCHINI: ci sono...").
È chiaro quindi come l'azienda non necessiti di altri mezzi d'opera e che, contrariamente a quanto attestato con la fattura esaminata, non abbia avuto bisogno di noleggiarne da GIGLIO Giuseppe.
La fraudolenta transazione si perfeziona infine con il passaggio del denaro da GIGLIO Giuseppe a FLORO VITO Gianni, che avrebbe dovuto consegnare il contante a BOLOGNINO Michele (che richiede di ricevere urgentemente 10/12.000 euro). Anche quest'ultimo passaggio è stato riscontrato oggettivamente, grazie all'attenta analisi delle risultanze investigative acquisite dalla Guardia di Finanza di Cremona nell'ambito del p.p. 16763/12, sul conto di diversi soggetti, tra cui GIGLIO Giuseppe e FLORO VITO Gianni.
Gli episodi registrati dalla Guardia di Finanza di Cremona il 4 e 5 ottobre 2012, costituiscono la parte finale della vicenda.
Nella tarda mattinata del 4, si ha conferma della disponibilità del denaro bonificato dalla BIANCHINI; a questo punto GIGLIO gira il denaro a FLORO VITO Gianni, incaricato del prelievo, anche perché BOLOGNINO aveva espressamente richiesto di ricevere subito 10/12.000 euro. Alle 14.31 la Guardia di Finanza di Cremona intercetta la conversazione con la quale FLORO VITO Gianni avvisa MEDICI Loretta, direttrice dell'Ufficio Poste Impese di Reggio Emilia, collusa con gli indagati, che entro mezz'ora sarebbe passato per ritirare 27.500 euro in contanti. La donna fa presente che sul conto non c'è la necessaria copertura ma FLORO VITO, che sta attendendo il bonifico di BIANCHINI, la rassicura, dicendo che i fondi sarebbero arrivati ("... no, adesso arrivano, non si preoccupi!... ")
Il giorno seguente (05.10.2012), FLORO VITO ricontatta la MEDICI e, attenendosi alle richieste di BOLOGNINO, concorda un prelievo di 10.000 euro in contanti ("... almeno 10..."). La donna comunica che quel giorno l'ufficio è chiuso ma sarebbe riuscita comunque ad esaudire la richiesta ("...io posso fare anche una prenotazione fìnta, gliela lascio là di là e amen! Eh?.."). Dopo circa mezz'ora la MEDICI comunica a FLORO VITO Gianni che l'operazione è stata avallata dai suoi superiori e di aver approntato una fìnta prenotazione retrodatata, per consentirgli di prelevare la somma richiesta ("... la Silvana è appena arrivata, quindi ha già versato... se mi dici quanto te ne servono, io faccio fìnta che questa prenotazione fosse qua da un tot... e gliela porto là di là, e...così loro ti danno quello che vuoi! Quanto ti serve?...").

In conclusione.

Le intercettazioni effettuate dalla Guardia di Finanza di Cremona, forniscono ampio riscontro in tal senso e permettono di documentare come FLORO VITO Gianni, grazie alla compiacenza di MEDICI Loretta, direttrice dell'ufficio POSTE IMPRESE di Reggio Emilia, avesse effettivamente disposto il prelievo di oltre 36.000 euro.
L'esame degli estratti conto delle ditte interessate, acquisiti dalla GdF di Cremona (...), evidenzia che la BIANCHINI COSTRUZIONI esegue un bonifico a favore della TRASMOTER SRL (e non TRANSPORT come affermato da BOLOGNINO forse per un errore di pronuncia) per €. 38.732,10. Detta cifra corrisponde esattamente a quella indicata nel promemoria contabile intercettato tramite mail (€. 32.010) comprensivi di iva al 21%. Successivamente, FLORO VITO Gianni e BELFIORE Carmine ( attraverso la ARGON s.r.l.) provvedono a monetizzarne nella stessa giornata €. 36.500. Si deduce che i 2.000 euro di differenza siano stati trattenuti a titolo di "commessa" per l'operazione eseguita.
Gli elementi acquisiti consentono di rilevare altresì come BOLOGNINO abbia il totale controllo sugli operai fatti assumere dalla BIANCHINI COSTRUZIONI e gestisca in maniera diretta la loro retribuzione. BIANCHINI stila infatti delle buste paga fittizie, sulle quali non sarebbe stato possibile eseguire verifiche poiché al di sotto dei mille euro e, di conseguenza, potenzialmente retribuibili in contanti. L'effettivo pagamento della manodopera spetta invece a BOLOGNINO Michele che, in funzione del suo ruolo apicale nel meccanismo in esame, trattiene alla fonte parte della retribuzione di ogni singolo operaio, secondo quanto spiegato da RICHICHI Giuseppe a proposito della cassa edili. Ciò può accadere poiché, le spettanze che BIANCHINI dovrebbe corrispondere agli operai, vengono versate a GIGLIO Giuseppe come pagamento della falsa fattura. Il denaro viene poi girato a FLORO VITO Gianni, che lo prelevava in contanti e lo consegna a BOLOGNINO Michele, che infine esegue i pagamenti.
Il 27.11.2012, alle 11.47, BOLOGNINO Michele si trova nel suo capannone di Montecchio Emilia con MACRI' Francesco, per discutere di un'operazione condotta da quest'ultimo, relativa all'acquisizione di una parte di quote della ditta CORE s.p.a. Poco prima di scendere nei dettagli dell'operazione, BOLOGNINO dice di trovarsi in difficoltà perchè GIGLIO Giuseppe non gli ha ancora giralo un bonifico di BIANCHINI ("...Bolognino Michele: mi ha messo in difficoltà Giglio... [...] Macrì Franco: perchè? Bolognino Michele: eh.. non è arrivato il bonifico di Bianchini.. non è arrivato il bonifico di Bianchini.. mi dice lo vedi a cosa ti servono sii amici? aveva detto che me li girava..."), poi riferisce di aver noleggiato i camion ("...BOLOGNINO Michele: ho fatto i camion a noleggio.. lo vedi...''), riallacciandosi inequivocabilmente all'episodio ricostruito in precedenza, relativo alla falsa fattura emessa da GIGLIO per il noleggio di 4 autocarri in favore di BIANCHINI.
La conversazione del giorno successivo presenta ulteriori e più significativi elementi di interesse, che rimandano alla consorteria cutrese di riferimento (nei giorni precedenti, dalle intercettazioni era emerso che BOLOGNINO Michele, aveva inviato, per il tramite di COMMISSO Antonio, uno dei soggetti identificati nel capannone di Montecchio Emilia durante la perquisizione del 21.11.2012, a GRANDE ARACRI Nicolino un camion dotato di gru). BOLOGNINO Michele si trova con BELFIORE Gaetano col quale discute della retribuzione degli operai. BELFIORE dice a BOLOGNINO che una terza persona gli manda i saluti e lo aspetta in Calabria ("Uomo: ti manda i saluti.. ha detto che gli avevi promesso che scendevi..."): questi risponde che effettivamente era intenzionato a farlo, ma aveva rinunciato nel timore di essere arrestato ("Bolognino Michele: eh.. dovevo scendere pure io.. non posso scendere io..[...] non capisce che scendo mi arrestano...''), dopodiché aggiunge di aver inviato alla persona un camion dotato di gru ("BOLOGNINO Michele: gli ho mandato il camion.. gli ho mandato.. Uomo: che camion? BOLOGNINO Michele: il camion con la gru..."), confermando così che la persona di cui stanno parlando è effettivamente GRANDE ARACRI Nicolino.
Quindi BOLOGNINO, facendo chiaro riferimento alla questione amianto che ha travolto la BIANCHINI COSTRUZIONI, accenna all'impossibilità di fatturare e, di conseguenza, di incassare l'IVA a credito ("...poi ha avuto il controllo di questi qua per il fatto dell'amianto.. se no.. già a quest'ora con l'iva recuperavi 5 o 6000 euro.. la fattura non gliela posso fare., ora vediamo..."); accennando poi ad un imminente pagamento di 49.000 euro che BIANCHINI avrebbe dovuto eseguire, spiega che da quella cifra avrebbero dovuto essere detratti €. 20.000, pretesi da una persona non meglio precisata , che - considerato il riferimento immediatamente precedente al GRANDE ARACRI ("... io dovevo prendere 49.000 euro.. 20.000 li vuole lui.. sono 20.000 che li vuole lui...") potrebbe ad identificarlo proprio in questu'ultimo. Nel prosieguo diviene ancor più esplicito, confermando pienamente il meccanismo di guadagno attraverso l'utilizzo delle false fatturazioni, sostenendo che dalla cifra iniziale, avrebbero dovuto sottrarre anche 21.000 euro di buste paga e spese varie ("...21 li ha già pagati lui in busta paga.. di 49.000 euro devo pagare gli operai in nero.. e più.. il furgone.. la nafta da pagare...") e chiamando in causa BIANCHINI, col quale si era evidentemente creata qualche frizione per i predetti conteggi ("... ma io me nefotto di Bianchini..."). Il passaggio più significativo è quello in cui BOLOGNINO parla delle complicazioni sorte nel meccanismo, attribuibili a BIANCHINI, che a seguito dei controlli cui era sottoposto per la vicenda amianto, non voleva più ricevere fatturazioni, bloccando così i suoi guadagni, basati sulla compensazione dell'IVA a credito ("BOLOGNINO Michele: fino a quando potevo fare la fattura.. mi prendevo il 20% di iva.. sopra a 49.000 euro.. fatturavo.. erano.. 6.. 7000 euro.. mi restava lo stipendio a me 4.. 5000 euro.. non la posso fare perchè ha avuto i controlli e dice che fatture non ne vuole più...").
Anche il dialogo del 28.11.2012 si rivela estremamente interessante, perché BOLOGNINO Michele, mentre spiega ad un operaio i conteggi che hanno determinato la sua retribuzione, lascia intendere di trovarsi in difficoltà perché BIANCHINI, a causa della sua vicenda giudiziaria, non vuole più ricorrere alle false fatturazioni, con ciò determinando l'impossibilità di recuperare le somme versate per i contributi con l'acquisizione dell'indebito credito d'imposta ("...la fattura dice che perchè adesso è sotto controllo delle Finanza non la vuole più fare., rimanevano 5000.. 6000 euro di iva.. non la posso fare più la fattura.. se io devo.. sono più di 7000 euro che devo pagare in nero.. mi rimangono 7000 euro cosa faccio io? [...] BOLOGNINO Michele: la verità con me siamo rimasti a 23 euro.. però ti faccio con l'iva recuperare i contributi, io recupero i 13.000 euro non m'interessava.. li recupero in un altro modo., è giusto?...").
La questione viene nuovamente affrontata in alcune telefonate del 04 e 06 dicembre 2012, che rimarcano esplicitamente la divergenza tra BOLOGNINO e BIANCHINI. In sostanza, BOLOGNINO si lamenta con Lauro dell'irregolarità dei conteggi effettuati da BIANCHINI, facendo affermazioni che confermano il meccanismo di guadagno basato sulla compensazione dell'IVA ("BOLOGNINO: non è che luL.vuole trovate le ditte come vuole luL.vogliono fatte le cose come lui... che me nefotto di lui io eh Lauro!... [...] BOLOGNINO: digli a Bianchini di non giocarmi di culo.. che veramente lo faccio "sciunca".. lo chiami gia da adesso e digli che è vero che si può tenere l'iva, però noi la paghiamo l'iva hai capito e non gli posso fatturare per fargli il favore a lui... che me ne fotto che sentono nel telefono.. per fare il favore a lui.. e io devo pagarla alle persone, hai capito? [...] Mi ha detto a me di andare a fare le fatture io.. specialmente con la Giglio devo andare a pasarmele io. Lui troppi cazzi vuole Bianchini, Eh! Di settembre non si è tolto pure l'iva o no? Non te l'ha tolta pure? [...] Pure la cassa edile, che ho parlato con il commercialista vado a scontare. Net totale dei danni... Invece di pagare le tasse, paga di meno! Quell'altro va a ricompensare... ").
Il dialogo captato il 07.12.2012 , puntualizza ulteriormente il coinvolgimento di GIGLIO e fa emergere un altro motivo di disappunto per BOLOGNINO Michele, ovvero la scadenza posticipata a 60 giorni per il pagamento delle fatture ("BOLOGNINO Michele: la fattura quando ha detto che la pagava Bianchini? André.. Andrea.. quando ti ha detto che faceva il bonifico Bianchini? […] adesso ti faccio vedere l'email che cosa c'è scritto.. dal momento che faccio la fattura devono passare 60 giorni per fare il bonifico.. scritto qua nella mail.. nel computer.. me l'ha mandato Andrea che lo ha stampato Giglio..[...] ah., l'iva l'ha mandata da Giglio per farsela pagare..").
Le parole di BOLOGNINO Michele, captate alle 18.49, arricchiscono il quadro relativo all'utilizzo strumentale delle fatturazioni e, per la loro estrema eloquenza, non necessitano di particolari commenti : "manda la cosa qua., chiamala la signora.. 60 giorni dopo la fattura.. a fine mese., la facciamo oggi la fattura.. oggi quanto ne abbiamo..lavoro pago gli operai e devo trovare la ditta.. perchè con la mia ditta non è buona.. no che non è buona.. però Bianchini vuole la ditta specificata dove lavorava.. a Giglio.. Giglio la vuole già la fattura., non me la portare avanti e dietro.. Giglio ha 70 camion.. gira [...]di Giglio tutto regolare... aiutava Giglio... mangiavo io... la fattura la facevamo il 10/12 e ce ne andiamo al 30..".
I conteggi relativi agli stipendi degli operai, sono argomento di continua trattazione da parte degli
indagati ed i dialoghi del 14.12.2012, pongono l'accento sul ruolo centrale svolto da GIGLIO Giuseppe nel meccanismo fraudolento.
Durante la conversazione delle 12.04, ALLELUIA Lauro rammenta a Michele BOLOGNINO la necessità di fatturare in favore di BIANCHINI ("ALLELLUIA Lauro: la fattura gliela devi fare a quello.. non gli serve? BOLOGNINO Michele: a chi? ALLELLUIA Lauro: a chi devi fare la fattura? BOLOGNINO Michele: a chi devo fare la fattura? ALLELLUIA Lauro: la fattura a Bianchini non devi portare la fattura a Bianchini?..."). BOLOGNINO ribatte che la fattura deve essere emessa da GIGLIO Giuseppe, come concordato con BIANCHINI ("BOLOGNINO Michele: ma Bianchini vuole la fattura di Giulio.. da noi Pino non risulta.. .. vedi che Bianchini è furbo.. Bianchini ha messo.. tutti, tutti, tutti i cantieri.. ha messo pure Mirandola sopra quelli della Tran sport.. hai capito...."). BOLOGNINO fa un'importante considerazione, evidenziando che in virtù del fittizio rapporto esistente tra BIANCHINI e la TRANSPORT, sarebbe stato difficoltoso risalire ai camion che avevano effettuato i trasporti nei siti in cui era stato rinvenuto l'amianto ("...e se hanno trovato l'amianto digli a Pino Giglio ah.. che vanno a vedere i camion suoi se sono andati a portare materiale.. hai capito? hai capito? ...''). Dal passaggio successivo emerge che BOLOGNINO avrebbe ricevuto da BIANCHINI i soldi per pagare gli operai, utilizzando una falsa fattura emessa da GIGLIO Giuseppe, col quale aveva preso accordi in mattinata ("ALLELLUIA Lauro: eh.. dico per pigliare sti soldi.. come faccio? come devo fare? BOLOGNINO Michele: la fattura.. stamattina ho parlato.. l'ha mandata però aumento pure questa di novembre.. [...] Pino Giglio può andare pure lui a fare la fattura.. già ho parlato io stamattina...").
In occasione della perquisizione effettuata il 13.02.2013 unitamente alla Guardia di Finanza di Cremona negli uffici della GIGLIO S.r.l. a Gualtieri, non è stato trovato alcun documento contabile riconducibile alla TRANSPORT, ma è stata rinvenuta una fattura di 16.848,46 euro emessa il 30.11.2012 dalla GIGLIO s.r.l. in favore della BIANCHINI COSTRUZIONI, recante la causale: "Nolo bilici mezzi d'opera presso Vs. cantiere".
Si tratta dunque di un importante riscontro, in quanto il periodo di emissione e la causale esposta in fattura collimano pienamente con le risultanze investigative; inoltre, il fatto che non sia stala rinvenuta documentazione della TRANSPORT, avvalora ulteriormente l'ipotesi che la ditta sia in realtà una società utilizzata strumentalmente da GIGLIO per emettere false fatture.

In conclusione, l'articolata attività che si è sinteticamente descritta produce significativi effetti sinergici:
- BOLOGNINO trattiene alla fonte il suo guadagno su ogni singolo dipendente, corrispondente alla quota della Cassa Edili;
- BIANCHINI, in virtù della documentazione fiscale e contabile prodotta (buste paga e fattura relativa al noleggio), può formalmente dimostrare di aver sostenuto determinate spese (stipendi e noleggio automezzi), abbattendo l'imponibile IRPEF e beneficiando delle agevolazioni fiscali per l'IVA a credito; in realtà il suo esborso è solamente uno (retribuzione degli operai dissimulante una fattura per il noleggio mezzi), potendo così distrarre le somme dichiarate per gli stipendi (al netto delle quote contributive che si ipotizza vengano realmente versate) e costituire un eventuale fondo nero;
- BOLOGNINO versa un cifra comprensiva delle ore di straordinario retribuite fuori busta e consente a BIANCHINI di beneficiare di agevolazioni fiscali sulla prestazione fornita in nero. Ecco trovare coerente spiegazione quanto affermato da RICHICHI (tel. del 20.09.2012 precedentemente analizzata), quando fa riferimento alle agevolazioni fiscali (RICHICHI: poi noi gli abbiamo fatto il discorso come.. hai capito come? facciamo le cose.. hai capito.. lui và a.. li và a compensare dopo.. hai capito? ZIO PANTO: si.. si.. ho capito.. RICHICHI: e non le caccia di tasse.. la situazione.. erano buone qua.. zio Pà.."). D'altro canto, la conversazione in cui BRAGA Bruna afferma di aver effettuato il pagamento agli operai tramite assegno, può riferirsi esclusivamente all'acconto che, come si evince dalle buste paga in questione, è stato versato a tutti gli operai ed è sempre pari ad €. 600,00.
- GIGLIO, emettendo fatture per operazioni soggettivamente e oggettivamente inesistenti, riceve i bonifici dal BIANCHINI, provvede a ripartire le somme tra i membri dell'organizzazione, al netto delle magre retribuzioni corrisposte ai dipendenti, e consente , altresì di ottenere l'indebito rimborso dell'imposta».

Tralasciando qui il dettaglio della contestazione del reato 603-bis Codice Penale, ovvero relativa all'intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, visto che già quanto si qui si è visto rende evidente il contesto della BIANCHINI e della gestione mafiosa della manodopera, andiamo oltre.

Le violazioni ambientali e la presenza dell'amianto

Scrive il GIP: «Si è già accennto come lo stretto rapporto d'affari instauratosi tra BOLOGNINO Michele e la BIANCHINI COSTRUZIONI, sia venuto a cessare in maniera inaspettata e improvvisa a causa dell'eccessiva esposizione mediatica cui l'impresa venne sottoposta dopo il rinvenimento di amianto in alcuni siti della ricostruzione in cui aveva operato. BIANCHINI Augusto si trovò quindi al centro di stringenti accertamenti da parte della Procura della Repubblica di Modena, che iscrisse a suo carico il p.p. 9390/12 R.G.N.R. per la violazione dell'art. 256 D.Lvo 152/2006.
Di seguito verranno ricostruite, disponendo di informazioni più ampie di quelle in possesso della Procura modenese - le più significative vicende relative alle violazioni in materia ambientale riscontrate in alcuni siti del cratere emiliano.

a) Campo di Accoglienza Trento, sito in San Felice sul Panaro (MO), via I Maggio
Il 22.09.2012 il Dipartimento della Protezione Civile di Trento invia la nota D327-2012/534079-
23.6.5 alla Regione Emilia Romagna, alla Provincia di Modena ed all'Amministrazione comunale di San Felice sul Panaro (MO), segnalando che il personale operante nel campo di accoglienza, sulla base di una analisi visiva, riteneva che il materiale usato nella stabilizzazione del sito, in particolare quello utilizzato sotto all'area adibita a parcheggio, potesse contenere sostanze potenzialmente dannose per le persone. Nonostante le rassicurazioni fornite dal Comune, che produceva le analisi del materiale inerte utilizzato dalla ditta fornitrice, attestante la sua non pericolosità, il Dipartimento della Protezione Civile di Trento invitava l'Amministrazione Regionale dell'Emilia ad eseguire una verifica mediante analisi di laboratorio, per fugare ogni dubbio in merito e tranquillizzare la popolazione.
Il 02.10.2012, il Comune di San Felice sul Panaro, con nota 85321040, trasmetteva alla locale Procura della Repubblica la missiva prot. 66687 datata 01.10.20121041 del Dipartimento della Sanità Pubblica di Modena, nella quale era indicato che:
- il 25.09.2012 era stato effettuato un sopralluogo presso il Campo Trento sito in San Felice sul Panaro fraz. San Biagio, verificando che le caratteristiche di parte del materiale depositato confermava la presenza di elementi sospetti;
- il 26.09.2012, personale AUSL/ARPA effettuava dei campionamenti conoscitivi nel campo di accoglienza (analizzati presso il laboratorio ARPA di Reggio Emilia); in alcuni dei campioni prelevati dall'area parcheggio e sulla carrabile nel retro del cimitero era confermata la presenza di amianto.
Il Procuratore della Repubblica di Modena delegava il N.O.R. della Compagnia Carabinieri di Carpi ad effettuare gli opportuni approfondimenti investigativi per individuare i responsabili (il fornitore del materiale e l'esecutore dei lavori di preparazione del terreno, ove successivamente sarebbe stato realizzato il Campo Trento): dai preliminari accertamenti era accertato che l'azienda incaricata della realizzazione del progetto è la BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l.
Le attività tecniche di intercettazione telefonica attivate sull'utenza in uso a BIANCHINI Augusto davano conferma dell'esecuzione di rilievi nei cantieri, connessi con la presenza di amianto, notizia che trova ampio spazio sugli organi di informazione locale: a tal proposito si segnala la conversazione 841l042 del 04.10.2012, nel corso della quale D'AIELLO Angelo, assessore del comune di Finale Emilia, chiede a BIANCHINI Augusto se ha letto l'articolo comparso sulla Gazzetta di Modena relativo al rinvenimento di amianto nei campi di Massa Finalese e San Biagio: questi inizialmente cerca di eludere l'argomento, poi conferma di aver letto quello pubblicato il giorno prima riguardante il campo di accoglienza San Biagio.
Nella stessa giornata del 4.10.2012 BIANCHINI Augusto ed il figlio Alessandro hanno modo di parlare più volte dei controlli che stanno subendo: nel corso del primo contatto (…) Alessandro comunica al padre che le analisi dei campioni prelevati nel fibrocemento accatastato nell'area aziendale adibita a discarica/frantoio hanno dato esito negativo, non essendo stata riscontrata la presenza di amianto. Nel proseguo i due, nel chiaro intento di scaricare su altri la responsabilità, ben sapendo di poter essere oggetto di intercettazione telefonica, iniziano ad ipotizzare che qualcuno, o per errore o con dolo, abbia sporcato il materiale loro consegnato ("… no... ma dentro noi siamo a posto... cioè... guarda... a me Punico che mi può spaventare è... hai capito?... perché sono... sai... vai a fare una demolizione... prendi uno un po' scemo... mischia... carica... e via..."). Augusto chiede se dispongano delle analisi sul materiale che entra in azienda ed Alessandro conferma precisando che possiedono anche il certificato di origine, dove risulta che si tratta di fibrocemento ecologico.
BIANCHINI Alessandro (...) informa il padre di aver appreso da Simone (probabilmente SILVESTRI Simone, assessore del Comune di San Felice sul Panaro), che anche le analisi eseguite dal Comune presso il Campo di Accoglienza sito in fraz. San Biagio, hanno dato esito negativo.
Nell'ultima conversazione della giornata (...) Alessandro BIANCHINI rappresenta che l'Ingegner CASTELLAZZI Daniele, Responsabile dell'ufficio Tecnico del comune di San Felice sul Panaro, emetterà un Ordine di Servizio per la rimozione del materiale utilizzato per la stabilizzazione dell'area di via Milano-nuova zona commercianti denominata Piazzale Italia, dove è stata riscontrata la presenza di amianto ed invierà la segnalazione all'ARPA e all'AUSL. Alessandro precisa che le analisi effettuate dall'AUSL nel sito di San Biagio, contrariamente a quelle eseguite dal Comune, hanno evidenziato contaminazione da amianto.

b) Urbanizzazione dell'area denominata Piazzale Italia a San Felice sul Panaro (MO)
Il 15.10.2012 l'ARPA di Modena - Servizio Territoriale Area Nord di Carpi, con comunicazione notizia di reato 54715/12 indirizzata alla Procura della Repubblica di Modena deferisce BIANCHINI Augusto per la violazione dell'art. 187 co. 1, 208 e 216 D.Lgs 152/06 e art. 1 co. 2 L. 257/92 in ordine ai fatti relativi al cantiere per la nuova urbanizzazione dell'area posta a margine del Cimitero Urbano di San Felice sul Panaro (sito commercianti).
Quello stesso giorno il Comune di San Felice sul Panaro inviava una seconda informativa alla Procura della Repubblica di Modena, a firma dell'Ingegner CASTELLAZZI Daniele, Responsabile del Servizio uso e Assetto del Territorio, con la quale trasmetteva la relazione 54716/12l047 dell'ARPA di Modena - Distretto Area Nord di Carpi avente come oggetto D.Lgs 152/06 Parte Quarta - Attività di vigilanza e ispezione, in seguito a posa in opera di materiale riciclato da recupero rifiuti, prodotta dalla ditta BIANCHINI Costruzioni s.r.l. via dell'Industria 504 San Felice sul Panaro (MO). La nota era indirizzata all'Amministrazione provinciale di Modena - Area Territorio ed Ambiente, alla Protezione Civile della provincia di Modena, all'AUSL Dipartimento di Sanità Pubblica di Modena ed al Sindaco di San Felice sul Panaro: nella prima parte del documento si faceva riferimento all'attività tecnico/ispettiva realizzata da ARPA e AUSL nei siti di San Biagio e Massa Finalese (ex campi di accoglienza), nei quali era stato accertato che il materiale contaminato da amianto era stato fornito dalla BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l..
La relazione citava il conferimento ricevuto il 05.10.2012 dal Comune di San Felice sul Panaro, tendente ad effettuare analoghi rilievi nell'area denominata Piazza Italia ed ubicala a margine delle vie Milano e Canalino di San Felice sul Panaro: l'area è in via di urbanizzazione, perché destinata ad ospitare le strutture provvisorie per il sito commercianti e le opere di stabilizzazione propedeutiche allo sviluppo vero e proprio della zona, anche in questo effettuate dalla BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l.. Lo stesso giorno, personale dell'ARPA, in contraddittorio, nel corso di un sopralluogo nell'area destinata ad ospitare il sito commercianti, effettuava campionamenti del materiale utilizzato nella stabilizzazione e di un cumulo di fibrocemento presente nel sito. Il 08.10.2012 personale dell'ARPA di Modena si recava negli uffici della BIANCHINI COSTRUZIONI, e alla presenza di BIANCHINI Alessandro (direttore tecnico) e PEDERZOLI Giuliana, acquisiva documentazione inerente la conformità del materiale utilizzato nella stabilizzazione del sito commercianti e dei campi di accoglienza di San Biagio e Massa Finalese.
Nell'occasione, BIANCHINI Alessandro riferiva che i lavori nel cantiere dell'area denominata Piazza Italia erano iniziati circa il 25.09.2012 e l'esecuzione prevedeva la posa di materiale riciclato; al momento della verifica la superfìcie occupata dal riciclato risultava di circa 8.000 mq ed i materiali utilizzati erano di due tipologie: circa 800 m di materiale grossolano e 1300 m3 di materiale fine (per complessivi 2.100 m ): per completare l'opera era infine prevista la consegna di 4500 m3 di materiale da utilizzare quale sottofondo.
Era acquisita la certificazione delle prove geotecniche eseguite sui materiali, che tuttavia non attestava la rispondenza agli standard delle caratteristiche prestazionali per gli aggregati riciclati, fissati dalla Circolare del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio UL/2005/5205 del 15.07.2005; per il parametro di eco compatibilità, che consiste nell'esecuzione del test di cessione di cui all'allegato 3 del DM. 05.02.1998, erano acquisiti diversi certificati analitici eseguiti il 19.03.2012, 13.04.2012 e 27.04.2012, che attestavano l'assenza di amianto.
I rapporti di prova pertinenti ai campionamenti fiscali eseguiti il 05.10.2012 sul riciclato posato nell'area ubicata a San Felice sul Panaro in Fregio a Piazza Italia, certificavano l'assenza di amianto nel campione di materiale steso a granulometria fine, la presenza di amianto nel campione steso a granulometria grossolana, per una quantità di 4 frammenti di fibrocemento su 39, nonché la presenza di tracce di amianto, dovuto ad un unico fascio di fibre su un pezzo di lastra, determinando una limitata contaminazione superficiale di amianto.
La relazione si concludeva con le seguenti considerazioni:
- si riteneva che nell'area di San Felice sul Panaro, a margine del Cimitero del capoluogo in fregio a Piazza Italia fosse stata attuata un'operazione di utilizzazione di rifiuti pericolosi non autorizzata;
- analoga violazione si riteneva commessa per le aree riscontrate positive alla presenza di amianto, corrispondenti ai campi di San Felice sul Panaro loc. San Biagio e Finale Emilia - Massa Finalese. Tuttavia, poiché le indagini analitiche erano state eseguite su campionamenti di tipo conoscitivo, a breve ed in collaborazione con operatori dell'AUSL locale, si prevedeva l'esecuzione di campioni fiscali dei sospetti MCA allo scopo di garantire all'esecutore delle opere (BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l.) il diritto di difesa, presenziando alle ricerche di laboratorio;
- l'8.10.2012 venivano effettuati accertamenti nel sito della BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l., ubicato in San Felice sul Panaro via dell'Industria 506 in cui è presente l'impianto di recupero rifiuti: gli esiti delle verifiche saranno trasmessi appena possibile.
Anche questo tipo di attività viene ampiamente riscontrata dalle intercettazioni in corso nei confronti di BIANCHINI Augusto.
Nel pomeriggio del 08.10.2012 (...) BIANCHINI Alessandro riferisce al padre Augusto che in mattinata personale dell'ARPA si è presentato in ufficio per controllare ed acquisire la documentazione inerente il materiale riciclato usato nelle stabilizzazioni. Il giorno seguente (...) BIANCHINI Augusto commenta con l'impiegata PEDERZOLI Giuliana, l'esito delle analisi effettuate sui campioni prelevati nel sito commercianti, dove sono risultati positivi all'amianto 4 campioni su 39 di materiale grosso. Il 10.10.2012 (...) BIANCHINI Augusto parla nuovamente con il figlio, che gli consiglia di andare a colloquio con il sindaco di San Felice sul Panaro per risolvere la questione del rinvenimento di amianto nel sito commercianti.
Nella conversazione interviene BRAGA Bruna, la quale dice che alla luce di quanto riferitole da PEDERZOLI Giuliana, in merito ai risultati delle analisi, ed aderendo ad un esplicito consiglio di un tecnico del laboratorio ARPA di Reggio Emilia, avrebbero dovuto assumere un atteggiamento collaborativo. Nel corso della giornata BIANCHINI Augusto chiede a PEDERZOLI Giuliana (...) i nominativi del personale ARPA che ha effettuato l'ispezione nella ditta poi contatta (...) VIGNALI Antonio per concordare un incontro: i due decidono di vedersi la mattina seguente e VIGNALI conclude dicendo che subito dopo contatterà quelli dell'ARPA.
Il giorno dopo la BIANCHINI COSTRUZIONI decide di procedere ad analisi preventive sui materiali, come emerge dalla conversazione 1372 tra BIANCHINI Augusto e PEDERZOLI Giuliana, la quale conferma che le operazioni di campionatura hanno riguardato l'intera area, sia quella dove è posizionato il materiale grosso che quella a margine dei negozi, dove c'è quello sottile. Nel frattempo VIGNALI Antonio prende contatti con l'ARPA, descrivendo a BIANCHINI Augusto (...) il tipo di campionamento che eseguiranno i funzionari, sottolineando che qualora nel sito commercianti venisse rilevata la presenza di amianto, l'intera area sarà considerata contaminata e sarà necessario rimuovere tutto il materiale. VIGNALI informa BIANCHINI Augusto del controllo che l'ARPA ha in programma di effettuare la settimana seguente (15-21 ottobre) nel mucchio di riciclato presente in azienda, da dove ritengono che provenga il materiale contaminato, quindi gli prospetta quale eventuale soluzione di sigillare l'area con il bitume, perché l'amianto non costituisce un inquinante per il suolo e per l'acqua: VIGNALI si riserva di proporre la cosa agli enti competenti per accertare che non esistano controindicazioni dal punto di vista igienico sanitario, e conclude dicendo che domattina, ARTIOLI Piero, consulente esperto in materia ambientale, si recherà nella loro discarica per eseguire dei campionamenti sul cumulo.
Il 16.10.2012 BIANCHINI Augusto ed il figlio (...) commentano l'articolo pubblicato sulla Gazzetta di Modena, corredato dalle fotografìe dei mezzi con la scritta BIANCHINI presenti nel sito commercianti di San Felice sul Panaro. Augusto si informa sull'esito delle analisi ed Alessandro spiega che oltre al sito commercianti, è stata riscontrata la presenza di amianto nel Campo Trento di San Biagio (20 pezzi su 350) e nell'area limitrofa alla caserma dei Vigili del Fuoco (un pezzo su 350).
Ovviamente la notizia si diffonde, tanto che l'ingegner CARUSO , collaboratore della BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l. ironizza con BIANCHINI Augusto chiedendogli cosa dicono i giornali: questi si lamenta, sottolineando di trovarsi in una situazione per niente piacevole (...).
Altra conseguenza dell'esposizione mediatica della vicenda è il crescente timore che si crea nella popolazione e soprattutto nei commercianti che dovranno occupare il sito contaminato; in effetti Simone SILVESTRI, assessore all'Urbanistica del Comune di San Felice sul Panaro, riferisce a BIANCHINI Augusto (...) che dovranno vedersi al più presto e trovare una soluzione perché in mattinata ha dovuto affrontare una trentina di commercianti preoccupati. BIANCHINI si scusa per i problemi che sta creando all'Amministrazione Comunale e promette di fare il possibile per sistemare le cose.
Il giorno dopo i due hanno modo di risentirsi (...): BIANCHINI riferisce che si sta recando a Modena con VIGNALI Antonio e SILVESTRI ribatte che domani a mezzogiorno ha in programma di vedersi proprio con VIGNALI, anche se ignora i motivi dell'incontro. BIANCHINI spiega che VIGNALI avrebbe individuato una soluzione per il problema amianto nel sito commercianti, che qualora approvata dalla Provincia, garantirebbe la soluzione del problema in soli tre giorni. SILVESTRI si addentra negli aspetti tecnico/normativi della vicenda, confermando che il Comune di San Felice sul Panaro potrà emettere un'Ordinanza, ma gli unici pareri vincolanti saranno quelli della Provincia di Modena e dell'ARPA, anche perché l'AUSL in qualche modo si è già espressa. I due parlano poi dei lavori di esecuzione della rotatoria sulla S.P. 468, all'intersezione tra via Bassa e via degli Scienziati, nei pressi della caserma dei Vigili del Fuoco, assegnati alla BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l.
Il 19.10.2012, mentre si sta recando alla Provincia di Modena, VIGNALI chiede a BIANCHINI Augusto (...) di contattare REGGIANI Alberto della RIECO di Mirandola e accertare se è disponibile a rimuovere il materiale contenente amianto del sito commercianti e stoccarlo nella propria azienda, a disposizione per successive analisi, anche perché essendo stato aperto un procedimento penale nei loro confronti, dovranno procedere in rispetto delle L.152. BIANCHINI conferma che farà come richiesto; in effetti dopo qualche minuto riferisce a VIGNALI (...) che REGGIANI sarebbe disponibile ad effettuare la rimozione ed il trasporto del materiale, ma non potrà stoccarlo nella discarica della RIECO per il mancato possesso dei codici CER: VIGNALI dice che penserà ad un'altra soluzione, poi richiama (...) dicendo che prima non poteva parlare perché era nell'ufficio di ROMPIANESI Giovanni e proponendogli come soluzione di rivolgersi ad una ditta autorizzata esterna per la rimozione del materiale ed il trasporto nella discarica della BIANCHINI COSTRUZIONI, dove rimarrà stoccato. Nel proseguo VIGNALI sottolinea che tutta l'operazione andrà eseguita nel pieno rispetto di tutte le normative, pensiero che BIANCHINI condivide.
Il 21.10.2012 BIANCHINI Alessandro conferma al padre (...) che a riscontro delle analisi effettuate dall'ARPA dovranno rimuovere solo il materiale contaminato da amianto a granulometria grossa (2° strato). Il giorno seguente BIANCHINI Augusto spiega al figlio Alessandro (...) la campionatura fatta da ARPA nel sito commercianti, con la divisione del campo in tre zone: fine, grossa e cumulo, precisando che i quattro campioni positivi sono stati prelevati nel materiale a grana grossa, mentre la traccia trovata sul cumulo era solo una contaminazione, pertanto andrà rimosso solo il materiale avente granulometria grossa. Nel proseguo Augusto dice al figlio che dovranno andare da BARALDI, per concordare il piano di bonifica del sito, la rimozione, trasporto e deposito del materiale contaminato nella discarica della BIANCHINI COSTRUZIONI srl.
Il 24.10.2012 SILVESTRI Simone si lamenta con BIANCHINI Augusto (...) perché VIGNALI lo ha informato che nonostante il parere essenzialmente positivo dell'AUSL, l'ARPA non ha accettato il piano proposto per la bonifica del sito commercianti, per cui la pratica tornerà in Regione. Nel corso della giornata BIANCHINI si rivolge in più occasioni a VIGNALI per avere consigli in merito al Decreto di sequestro emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Modena, che gli stanno notificando e per informarlo che nel provvedimento si fa riferimento anche agli episodi relativi al campo di accoglienza di San Biagio ed a quello di Massa Finalese. VIGNALI spiega che si tratta semplicemente dei capi di imputazione che gli vengono contestati e gli consiglia di inviare tutto al suo legale di fiducia.
Il giorno seguente, mentre si trova alla Conferenza dei Servizi, VIGNALI comunica a BIANCHINI (...) che la questione relativa alla rimozione del materiale dal sito commercianti è sistemata e nel pomeriggio sarebbe stata emessa l'Ordinanza del Sindaco, raccomandandosi affinché non venga fatto alcunché prima della notifica, e anche successivamente ci si limiti ad eseguire i lavori di competenza. BIANCHINI chiede se la riunione è stata tranquilla e VIGNALI spiega di essere rimasto fuori dalle 11.30 alle 14.15, per cui probabilmente il tutto non si è svolto nella massima serenità, precisando che quando gli Enti si tirano i capelli (c'è una discussione animata), gli esterni non possono presenziare.
In effetti il 25.10.2012 si teneva la Conferenza dei Servizi (a cui prendevano parte AUSL, ARPA, Amministrazione Provinciale di Modena e Comune di San Felice sul Panaro), che avrebbe dovuto discutere della bonifica del sito commercianti contaminato dall'amianto; secondo il piano di lavoro presentato dalla BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l. tramite il consulente VIGNALI Antonio, la bonifica sarebbe avvenuta tramite la ditta F.LLI BARALDI S.p.A. (ditta autorizzata al trasporto di materiali pericolosi), che previo trattamento sul posto con liquidi incrtizzanti, avrebbe caricato il materiale a granulometria grossa (contaminato da amianto) sui propri autocarri telonati, per trasportato fino alla discarica della BIANCHINI COSTRUZIONI, ove sarebbe stato stoccato in un cumulo separato ed opportunamente impermeabilizzato. Nel corso della riunione veniva rappresentato che il materiale contaminato, trattandosi a tutti gli effetti di rifiuti pericolosi, secondo la legislazione vigente in materia ambientale sarebbe dovuto essere rimosso ed incapsulato in big bag e trasportato in una discarica, autorizzata a riceverlo e smaltirlo. La conferenza dei servizi prendeva atto della volontà dell'Amministrazione Comunale di San Felice sul Panaro di autorizzare il piano di lavoro presentato dalla BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l., nonostante il parere avverso di ARPA Modena, vista l'urgenza di procedere alla bonifica del sito e tenuto conto del crescente allarme sociale ingenerato dalla notizia in una popolazione già profondamente turbata dal recente sisma. In quella stessa data il Sindaco del Comune di San Felice sul Panaro, emetteva l'Ordinanza 9541 con la quale, sentito il parere della Conferenza dei servizi (verbale 9527 del 25.10.2012), disponeva la rimozione del materiale contaminato di sito commercianti, secondo il piano di lavoro e le modalità indicate dalla BIANCHINI COSTRUZIONI, prescrivendo che fosse stoccato nell'impianto della ditta predetta, con obbligo di smaltimento nel termine di 6 mesi; l'Ordinanza di fatto seguiva l'analogo documento 9306 del 19.10.2012, che imponeva l'immediato ripristino del sito e la presentazione del piano lavori. I lavori avevano inizio il 27.10.2012 secondo le modalità stabilite dall'Ordinanza comunale, con l'accantonamento del materiale contaminato nel piazzale della BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l., ove veniva posto sotto sequestro. Giova osservare che la discarica della BIANCHINI COSTRUZIONI non è autorizzata ai conferimenti di rifiuti pericolosi, categoria nella quale rientra il materiale asportato nel corso della bonifica.
La bonifica dura alcuni giorni, come testimoniato dalla conversazioni intercettate ed incentrale sull'argomento (...): tra queste quella più significativa è la seconda, nel corso della quale VIGNALI riferisce a BIANCHINI Augusto di aver chiamato in Comune per comunicare che i valori rilevati erano nei limiti. BIANCHINI chiede con chi ha parlato e VIGNALI risponde di essere riuscito a rintracciare il vice sindaco GIOVANNELLI Giovanni e l'assessore SILVESTRI Simone e più tardi proverà a cercare il Sindaco. BIANCHINI fa presente di essersi visto in mattinata con SILVESTRI, il quale pur non essendosi sbilanciato, gli è parso collaborativo: VIGNALI conferma, precisando che la soluzione del problema è stata ottimale e gran parte del sito è già stato bonificato.
Dopo oltre due mesi altri riscontri vengono forniti da alcune conversazioni ambientali intercettate:
in un primo frammento (...) BIANCHINI Augusto e VIGNALI Antonio, parlano di come comportarsi in futuro in merito allo smaltimento di amianto e quest'ultimo fa presente che l'unica volta in cui hanno ecceduto e che è servito per tenere una porta aperta (per non compromettere i rapporti con l'Amministrazione Comunale) è stato per la vicenda di via Milano (sito commercianti), mentre negli altri casi, compreso il cantiere di Reggiolo, l'intervento di bonifica è sempre stato effettuato al minimo. VIGNALI, proseguendo nell'analisi, sottolinea che se nell'intervento eseguito in via Milano non fossero riusciti a riprendersi il materiale rimosso avrebbero dovuto sostenere dei costi di smaltimento altissimi. A tal proposito BIANCHINI manifesta delle perplessità per la strategia adottata, precisando che forse avrebbero avuto margini per opporsi alle decisioni prese dagli Enti competenti e non eseguire alcuna rimozione. VIGNALI non condivide perchè un eventuale ricorso avrebbe bloccato la situazione, che si sarebbe poi potuta aggravare (...). Nella serata del 03.01.2013 BIANCHINI Augusto è in macchina con GOLINELLI Mauro e tale Pietro (…) e racconta che a seguito del rinvenimento di quattro pezzettini di amianto all'interno di 5.000 metri cubi di materiale ha perso il lavoro nel sito commercianti di San Felice sul Panaro, a vantaggio della ditta BARALDINI di Mirandola, arrivata seconda nella gara di appalto ed è stato costretto a rimuovere tutto il materiale, avendo deciso di non opporsi all'Ordinanza del Sindaco.

c) Cantiere nuovo capannone PHOENIX a San Felice sul Panaro (MO)
La BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l. ha completato l'urbanizzazione di via Leonardo da Vinci (strada ubicata nel polo industriale di San Felice sul Panaro), realizzando un capannone per conto della PHOENIX s.r.l. di Mirandola, che si occupa della lavorazione di materie plastiche, come si evince chiaramente da alcune conversazioni telefoniche intercorse tra BIANCHINI Augusto ed il geometra GOTTARDELLO Ivano, dipendente della BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l. e direttore tecnico dei lavori (...), nel corso delle quali i due parlano appunto della realizzazione dei capannoni PHOENIX e RE.TA Gomme, con particolare riferimento alla stesura dello stabilizzato ed alle quote dei rispettivi spessori eseguiti nei due capannoni.
Alla BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l. erano stati assegnati i lavori di urbanizzazione dell'area, gli scavi e la posa plinti (supporti/fondamenta per la successiva messa in opera dei pilastri verticali): ultimale queste operazioni sarebbero intervenute le ditte per la posa dei pilastri, dei pannelli prefabbricati, del tetto in legno, nonché degli impianti elettrici ed idraulici (con posa di tubi e pozzetti), da effettuare sulla superficie stabilizzata, prima che la BIANCHINI COSTRUZIONI completasse l'opera realizzando il pavimento industriale, con uno strato di ghiaia ed il successivo getto di calcestruzzo.
In corso d'opera l'ARPA del distretto di Carpi riceveva l'esposto firmato da VALMORI Carlo di Finale Emilia (indirizzato anche al Corpo Forestale dello Stato ed alla Regione Emilia Romagna), esponente del Movimento 5 Stelle, nel quale era scritto che la ditta costruttrice del capannone aveva utilizzato per la stabilizzazione del sito materiale contaminato da amianto: il 18.10.2012, per riscontrare la veridicità della segnalazione, personale dell'ARPA effettuava dei campionamenti conoscitivi nell'area del cantiere.
L'attività ispettiva veniva confermata dalle attività tecniche, dalle quali emergevano elementi che facevano chiaramente intendere come il sito fosse stato realmente contaminato da amianto.
Nel pomeriggio del 19.10.2012 BIANCHINI Augusto chiama GOTTARDELLO Ivano (...) e chiede di poter effettuare una gettala di magrone di un paio di centimetri sullo stabilizzato posto all'interno ed all'esterno del capannone PHOENIX ("... se noi alla quota attuale... facessimo un magrone di due... tre centimetri... crea dei problemi?..."): il geometra spiega che il magrone dovrebbe essere di almeno cinque o dieci centimetri, affinchè abbia una buona resa e non crei intralcio agli idraulici ed elettricisti ("... si... crea dei problemi... perché poi loro non fanno più gli... il magrone se devi farlo... dovresti farlo almeno di dieci centimetri... di magrone... affinchè tenga... se devi fare il magrone... fisicamente lo devi fare almeno di cinque centimetri... se non vuoi che crepi... che tenga... che leghi il magrone... che leghi... si darebbe fastidio in questo momento a quelli che stanno facendo le coperture... che lavorano in parte già sotto... e poi se devono fare gli scarichi... almeno tre... quattro... cinque colonne che devono scendere e uscire... scarichi fognari... allacciamenti e feritoie..."). Dalla precisazione di BIANCHINI ("... io non voglio che tenga... il motivo è un altro...") si evince chiaramente che questi fa fretta di coprire con calcestruzzo lo strato di stabilizzato, dove è quanto mai probabile che abbia depositato materiale contaminato da amianto; l'ipotesi trova immediato riscontro nella successiva conversazione 1931 , nel corso della quale BIANCHINI , evidentemente preoccupato per i controlli in corso da parte dell'ARPA, chiede a GOTTARDELLO dove siano stati effettivamente effettuati i campionamenti: questi risponde di non saperlo, anche perchè al momento del suo arrivo le due funzionane dell'ARPA avevano già ultimato i prelievi e si trovavano all'interno del lotto, nei pressi di un escavatore. Nel corso del pomeriggio BIANCHINI ordina il magrone alla BETONVENETA (...), ed organizza in tutta fretta il lavoro, contattando ALLELUIA Lauro, uomo di fiducia di BOLOGNINO Michele e regolarmente assunto dalla BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l., quale carpentiere. Nel giro di circa un'ora i due hanno modo di sentirsi tre volte e l'argomento è l'argomento è sempre lo stesso: la realizzazione di un pavimento da eseguire in tutta fretta la mattina seguente (di sabato) e sul quale BIANCHINI mantiene un certo riservo. Nel dettaglio, nel corso della prima conversazione (…) BIANCHINI convoca Lauro ed altri due operai per la mattina seguente a San Felice sul Panaro, per eseguire una gettata di calcestruzzo ("... eh... sarebbe importante se in mezzo ai tre ci sei anche tu... che poi ti spiego il lavoro da fare... due cose... domattina avrei bisogno che veniste qui in tre... che devo fare un... diciamo così... un pavimento veloce... eh... da tirare del calcestruzzo... del magro..."); dopo circa un'ora (...) BIANCHINI dice a Lauro che sarebbe sufficiente la sua presenza ("... se loro vengono... vengono... Lauro... fai una cosa... vieni solo tu che è meglio... che ti spiego domattina... ti aspetto qui alle 08.30... quando arrivi mi fai uno squillo..."), ma alla fine questi conferma che andrà insieme ad altri due operai (...). La mattina seguente, come da accordi, ALLELUIA Lauro avvisa BIANCHINI Augusto di essere arrivato (...): questi lo invita a raggiungerlo nel capannone PHOENIX. Mentre sta attraversando l'area del frantoio, ALLELUIA riferisce a BIANCHINI di aver visto la sua autovettura parcheggiata sul posto.
Nell'occasione personale del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Carpi predispone un servizio di osservazione,controllo e pedinamento, nel corso del quale veniva documentata la presenza di operai intenti a stendere materiale cementizio, dei mezzi della BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l. e della Range Rover in uso a BIANCHINI Augusto.
Che BIANCHINI fosse consapevole di occultare l'evidenza di un illecito lo documentilo due telefonate intercettate con suo figlio Alessandro, che gli segnala la presenza di un'autovettura (...) e di una motocicletta (...), ferme nei pressi del cantiere, denotando un'agitazione ed una circospezione che i militari impegnati nel servizio di o.c.p. avevano notato anche negli operai e documentato nella loro annotazione, prima di allontanarsi dal punto di osservazione per non correre il rischio di compromettere l'attività investigativa.
Nella tarda mattinata (...) BIANCHINI Augusto contatta nuovamente la BETONVENETA per definire l'ultimo trasporto di calcestruzzo.
L'operazione sortiva l'effetto voluto perché l'ARPA di Carpi, che aveva avuto riscontro positivo circa la presenza di amianto nel campione conoscitivo prelevato nel cantiere PHONEIX il 18.10.2012, constatava successivamente l'impossibilità ad effettuare un secondo campione fiscale (con la presenza dei rappresentanti della BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l.), poiché l'area interessata risultava ricoperta da materiale fine pressato.
Nonostante ciò BIANCHINI Augusto non si tranquillizza, perché teme che durante gli scavi per predisporre le tracce per le fognature e gli altri impianti, possano affiorare frammenti di amianto.
Difatti, nel tardo pomeriggio del 05.11.2012 (...) l'ingegner CARUSO preannuncia a BIANCHINI l'invio di alcuni tecnici per eseguire le rilevazioni metriche e qualitative ai capannoni PHOENIX e RE.TA, invitandolo a mettergli a disposizione un piccolo escavatore: BIANCHINI, che è evidentemente contrario all'esecuzione di scavi, che potrebbero portare alla luce tracce di amianto, si assume la responsabilità di certificargli l'esecuzione delle fondamenta; i timori del BIANCHINI sono invero reali, perché durante gli scavi per posizionare le tubature, affiora materiale contaminato, come emerge in maniera inequivocabile dalla conversazione 3159 delle 19.50 del 07.11.2012, nel corso della quale il geometra GOTTARDELLO gli riferisce di aver fatto portare il materiale estratto nella discarica della BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l., seguendo precise indicazioni di suo figlio Alessandro. La mattina seguente, nonostante dica a CARUSO che i campionamenti effettuati nel capannone PHOENIX hanno dato esito negativo (...), BIANCHINI Augusto è palesemente sotto pressione ed esorta GOTTARDELLO a seguire da vicino gli scavi, sottolineando "... attenzione estrema a PHOENIX e RETA..." (...).
A ribadire ulteriormente il fatto che la sola preoccupazione del BIANCHINI è coprire in tutta fretta lo strato di stabilizzato ed impedire all'ARPA di approfondire le verifiche, la conversazione 3267 del 09.11.2012: la propria impiegata Irene gli legge la nota posta a margine della fattura inviata dalla DUROCEM ITALIA (fornitrice del calcestruzzo per la PHOENIX), con la quale la ditta declina ogni responsabilità per l'eventuale formazione di crepe (quelle peraltro preventivate anche da GOTTARDELLO) e lui minimizza, dicendo che è tutto a posto.
Nel pomeriggio del 02.12.2012 BIANCHINI Augusto e la moglie (...) commentano l'esposto presentato dall'esponente del Movimento Cinque Stella VALMORI Carlo, ripreso dagli organi di informazione locale e delle strategie da seguire per limitare i danni.
I lavori proseguono per alcune settimane come si evince dalla conversazione telefonica 4179 del 04.12.2012 e dall'ambientale 1130 del 05.12.2012: gli interlocutori sono BIANCHINI Augusto e GOTTARDELLO Ivano ed in entrambi i casi l'oggetto della discussione è connesso alla costruzione del capannone PHOENIX; dalla telefonata non emergono riscontri investigativamente premianti, mentre un frammento di ambientale avvalora ulteriormente la tesi sopra esposta. Prima di parlare dei lavori riguardanti la costruzione della rotatoria di San Felice sul Panaro, BIANCHINI Augusto, in riferimento alla PHOENIX, esclama "... mi raccomando!... attenzione!... eh!!...".
La definitiva conferma che nella stabilizzazione dell'area dove sorge il capannone della PHONEIX fosse stato interrato dell'amianto, affiora in maniera inequivoca dalla conversazione ambientale 4301 del 07.12.2012 tra BOLOGNINO Michele ed ALLELUIA Lauro: i due stanno contabilizzando le ore di lavoro degli operai impiegati nel cratere del sisma alle dipendenze della BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l.: BOLOGNINO si accorge di una notevole discrepanza nel numero delle ore fatturate ("... si te l'ha regalate... che sei andato tu... perché sei bello... e ti regala 200 ore in più... ti ha regalato 200 ore?... è vero o no?... e perché erano tanti qua?... dov'era lo sbaglio qua?...") ed ALLELUIA risponde che BIANCHINI Augusto gli ha regalato 276 ore (70 nel mese di agosto e 200 in quello di novembre) come premio per aver interrato l'amianto ("... mi ha dato 276 ore in più... eh... li fatturo io.. 70 ore in agosto e 200 ora... lo sbaglio era dentro... dentro le ore... le ore di lavoro che abbiamo fatto dell'amianto... nelle ore che avevamo fatto per..."). Il dato delle ore regalate trova corrispondenza nel sottofondo di una conversazione di tre settimane prima (...), dove si sente BIANCHINI Augusto dire a Roberto "... se ti dovesse chiamare Lauro... in un mese sono 70 ore... e nell'altro 200...".

d. Presenza di amianto nella discarica della BIANCHINI COSTRUZIONI S.r.l.
A seguito dell'attività svolta su segnalazione del Comune di San Felice sul Panaro nel Campo Trento e delle successive ispezioni e campionamenti effettuati nel campo di Massa Finalese e nel piazzale adiacente alla caserma dei Vigili del Fuoco, dalle quali era emerso che il materiale usato per le stabilizzazioni preveniva in tutti i casi dalla BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l., l'8.10.2012 personale dell'ARPA si recava presso gli uffici della società per controllare la documentazione del materiale conferito in discarica e successivamente riciclato, come peraltro confermato telefonicamente da BIANCHINI Alessandro al padre Augusto (...).
L'11.10.2012 quest'ultimo (nonostante l'attività ispettiva sarebbe dovuta rimanere strettamente riservata, per non consentire all'azienda di predisporre misure in grado di contrastare l'efficacia del controllo) apprende da VIGNALI Antonio (...) che la settimana seguente l'ARPA sarebbe tornata in azienda per effettuare dei campionamenti sui cumuli di materiali, perché ritengono che l'amianto provenga da lì ("... non hanno ancora idea di come sarà il passaggio successivo... quello che ti posso dare in anticipo... dire in anticipo... è questo... loro verranno a farti un campionamento... eh... perciò penso che questo avverrà la prossima settimana a questo punto... all'interno della tua azienda... eh... sul cumulo che hai di eh... hai presente?... con quella roba... loro verranno a fare un campionamento con dei sondaggi lì... eh... perché loro sono convinti che tutto provenga da quello... e che tu abbia macinato delle lastre di amianto... ").
Come anticipato, il 16.10.2012 l'ARPA rende più invasiva l'attività ispettiva, effettuando dei campionamenti sui cumuli di materiale (fibrocemento e riciclato) presenti nei piazzali della BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l.: in tutti i campioni prelevati risultava presente l'amianto.
Il 19.10.2012 personale dell'ARPA di Modena esegue il sequestro preventivo di un cumulo di fibrocemento contenente amianto premacinato del volume di circa 5000/6000 metri cubi nonché di un cumulo di riciclato misto (ex MPS) con frammenti di fibrocemento con sospetto contenuto di amianto del volume di circa 1000/1500 metri cubi, che il 22.10.2012 il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Modena convalida.
A distanza di circa due settimane (il 08.11.2012) personale del Corpo Forestale dello Stato del Comando Provinciale di Modena, dando corso ad esplicita delega di indagine emessa dalla Procura della Repubblica di Modena nell'ambito del p.p. 9390/12 RGNR, eseguiva delle perquisizioni presso la sede legale ed operativa della BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l., sequestrando la documentazione inerente l'entra e l'uscita del materiale dall'impianto della società. Particolare estremamente importante è che su una sedia della scrivania dell'ufficio di BIANCHINI Augusto veniva rinvenuta e sequestrata la copia a colori della nota CR.2012. 0005925 datata 31.10.2012 della Regione Emilia Romagna, indirizzata all'USL DSP di Modena e di Reggio Emilia, all'ARPA sezioni provinciali di Modena e Reggio Emilia e per conoscenza ai sindaci dei comuni di Reggiolo, Finale Emilia, Mirandola, San Felice sul Panaro e Concordia sulla Secchia. La nota, avente ad oggetto Verifica delle Aree oggetto di attività da parte della BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l. esortava i vari Enti a verificare il materiale riciclato proveniente dalla ditta menzionata in relazione ai cantieri indicati in apposito allegato.
Il 24.11.2012 vengono intercettate due conversazioni ambientali (...) tra BIANCHINI Augusto e la moglie BRAGA Bruna, la quale sostiene che per la questione dell'amianto si trovano in una bruttissima situazione a causa della loro superficialità. BIANCHINI attribuisce gran parte della colpa ai dipendenti PEDERZOLI Giuliana, PALTRINIERI Damiano e Luca, che hanno commesso errori nella compilazione di vari formulari, ma Bruna ribatte che non può sempre scaricare le colpe sugli altri, perché sa benissimo che dopo il terremoto, per accaparrarsi il maggior numero di commesse, hanno osato di più, pur essendo consapevoli che con il fibrocemento il rischio sarebbe elevato, soprattutto per loro che si trovavano già sotto i riflettori. La lettura delle trascrizioni è ampiament indicativa del grado di consapevolezza e volontà da parte del BIANCHINI.
Il 5.12.2012, BIANCHINI Augusto, tramite il proprio consulente ambientale, invita i funzionari del l'ARPA ad assistere ai campionamenti effettuati dai suoi tecnici: nell'occasione il personale ARPA ispeziona un cumulo di terra presente nella discarica, rinvenendo numerosi frammenti di materiale che, una volta analizzati, risultano contenere amianto.
Nel frattempo, il 07.12.2012 (...) BIANCHINI Augusto e VIGNALI Antonio parlano di come bonificare il cumulo: l'imprenditore sarebbe dell'idea di rimuovere i primi dieci metri di materiale, mentre il consulente ambientale fa presente che i campioni contaminati erano stati prelevati nella parte superiore del cumulo, per cui sarebbe stato più conveniente partirebbe dalla parte posteriore dell'area e pulire le scarpate.
Alla luce dei risultati preliminari delle analisi, l'ARPA predisponeva una nuova ispezione, finalizzata al campionamento fiscale del cumulo di terra: trattandosi di accertamento irripetibile, il 12.12.2012, con 24 ore di preavviso, veniva informata l'azienda. Una volta ricevuta la notifica, i BIANCHINI si attivano per ridurre al minimo i rischi di sanzione, inviando degli operai sul posto per sistemare i mezzi e pulire i cumuli di materiale che dovranno essere ispezionati l'indomani. Gli elementi di maggiore interesse emergono dalla conversazione ambientale 1291, intercorsa tra BIANCHINI Augusto e VIGNALI Antonio: i due si trovano in macchina all'interno dello ditta e BIANCHINI mostra al proprio consulente i camion di terra da spostare perché non belli, precisando di aver dato ordine a cinque operai di portar via quanta più roba possibile. VIGNALI si raccomanda che siano persone fidate (sottolineando di fatto l'illiceità della condotta). Nella conversazione viene affrontato anche il problema dei costi da sostenere per lo smaltimento del materiale conlaminato, stoccato nel piazzale della BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l., che aveva convinto il BIANCHINI a presentare apposita domanda per essere autorizzato a costruire una discarica: a tal proposito si riportano le conversazioni ambientali 1295 e 1296 del 12.12.2012, intercettate a bordo dell'autovettura di BIANCHINI Augusto, sulla quale su trovano VIGNALI Antonio e PARENTI Luigi, dirigente di ARPA Modena. VIGNALI spiega al funzionario ARPA che il titolare della BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l., per evitare di sobbarcarsi costi di smaltimento esorbitanti, intenderebbe macinare l'amianto con il cemento in modo da inertizzarlo e vorrebbe chiedere l'autorizzazione per realizzare una apposita discarica nel sito industriale della società, mediante scavo, applicazione di membrane impermeabili e successivo interramento del materiale contenente amianto.
La mattina del 13.12.2012, pochi minuti prima che i tecnici dell'ARPA si presentino in azienda per effettuare l'ispezione (acquisendo frammenti risultati essere amianto), BIANCHINI Augusto dà le ultime opportune disposizioni al dipendente Ermenegildo affinchè pulisca subito il piazzale (...). Mentre sono in corso le operazioni di campionatura, BIANCHINI Alessandro chiede al padre di seguire da vicino l'operato dei funzionari, per evitare che raccolgano pezzi di materiale dal cumulo di fibrocemento, anziché da quello della terra che deve essere esaminata, precisando di aver dato analoghe disposizioni anche a VIGNALI Antonio (...). Alle 12.40 i due commentano l'andamento dell'ispezione (...): Augusto spiega che sono stati repellati frammenti minuscoli, che dovranno essere analizzati, poi denigra il comportamento della solita funzionarla, che è sempre accanita nei loro confronti.
Nella mattinata del 21.12.2012 BIANCHINI Alessandra, mentre sta andando a cavallo nella zona posta alle spalle dell'impianto industriale della ditta di famiglia, nota la presenza di persone con le tute bianche sui cumuli di materiale presenti in azienda ed informa immediatamente suo padre (…), ipotizzando che si tratti di addetti dell'ARPA: lui le dice che andrà sul posto per accertarsene e nel frattempo telefona all'altro figlio (...), il quale conferma che si tratta degli operai della ditta F.LLI BARALDI S.p.A., che stanno inertizzando i cumuli di fibrocemento.
A questo punto BIANCHINI richiama la figlia per tranquillizzarla (...). Nel pomeriggio BIANCHINI Augusto è in macchina con VIGNALI Antonio (...) ed analizzando le celle agganciate dal telefono cellulare è molto probabile che si trovino nel piazzale dell'azienda: i due parlano della necessità di rimuovere il materiale presente in discarica e VIGNALI si raccomanda di fare attenzione quando rimuoveranno quello contaminato ("... qui però c'abbiam buttato della roba... bisogna stare attenti a questa roba qui..."). BIANCHINI sottolinea di voler realizzare una discarica autorizzata, per cui VIGNALI spiega che dovranno chiedere il permesso alla Regione e prevedere dei lavori di ampliamento, magari sfruttando il terreno posto a fianco dell'attuale impianto: in ultimo VIGNALI si ripromette di parlarne il Sindaco di San Felice sul Panaro perché probabilmente, trattandosi di zona urbanizzata, non sarà necessaria l'autorizzazione regionale: dopo alcune ore i due hanno modo di risentirsi telefonicamente (...) per parlare dello smaltimento del materiale contaminato rimosso dal sito commercianti di San Felice e depositato temporaneamente nel cortile della BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l.

e. Capannone UNIFER di Finale Emilia (MO)
L'11.10.2012 BIANCHINI Alessandro comunica al padre (...) di trovarsi nel cantiere dove stanno costruendo i nuovi capannoni della UNIFER a Finale Emilia , dove ha rivenuto materiale contaminato o comunque pericoloso: questi gli ordina di non toccarlo, ma di scattare delle fotografie. Alessandro si preoccupa per le conseguenze che il ritrovamento potrebbe avere sulle loro attività, ma Augusto sottolinea che questo ritrovamento potrebbe essere un bene per loro, perché potrebbero giustificare la presenza di amianto nella loro discarica, identificando il sito quale luogo di provenienza del materiale nocivo. A distanza di oltre tre settimane (06.11.2012) BIANCHINI Alessandro chiede al padre (...) se fosse il caso di parlare del problema UNIFER (ovviamente allude al ritrovamento di amianto) con D'AIELLO Angelo, Vice Sindaco di Finale Emilia, evidenziando così un particolare rapporto di amicizia con l'esponente politico ("… ascolta... quando parlo con Ange/o... gli accenno anche il problema delFUNIFER?... ma io dico... che lo dico a lui... e che non lo abbiamo ancora detto a nessuno..."): questi risponde che prima preferisce discuterne con VIGNALI Antonio ("... non lo so se è meglio dirglielo... o no... tu aspetta... che oggi abbiamo un incontro... in ufficio con VIGNALI., eccetera... puoi dirglielo anche domattina..."). Nel primo pomeriggio Alessandro relaziona brevemente i genitori (…) sull'esito dell'incontro avuto con D'AIELLO, il quale lo avrebbe informato che tutti i cantieri aperti nel Comune di Finale Emilia sono stati oggetto di controllo da parte del Corpo Forestale dello Stato e forse è a rischio il viale del cimitero, dove hanno scaricato due camion di materiale sospetto. A questo punto BIANCHINI Augusto propone di organizzare un incontro con VIGNALI Antonio per le 16.30. Il 09.11.2012 viene intercettata la conversazione ambientale 328, nel corso della quale BIANCHINI chiede cosa dovranno fare con quello che è stato trovato a Finale Emilia ("... ma noi... con la storia di quello che abbiamo trovato a Finale... cosa facciamo?...") e VIGNALI risponde che dovranno parlarne con gli avvocati ("... quello lì?... ah no... no... no... quello lì adesso... cioè... bisogna con l'avvocato dirgli... eh signori... qua sta succedendo questo... sono due laboratori... con due campionamenti fatti... no... adesso si può partire... adesso ci sono dei dati su cui si può partire... cioè... adesso di buono abbiamo che la Forestale ha in mano tuttiicantieri...").
Il 15.11.2012 personale del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Carpi eseguiva un servizio di osservazione in Finale Emilia, tra la S.P. 10 e via Maestri del Lavoro, documentando la costruzione di un ampio capannone industriale e la presenza di numerosi mezzi d'opera della BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l.

f. Tangenziale di Sermide (MN)
La BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l. si aggiudicava l'appalto per la realizzazione della Tangenziale di Sermide, la variante alla SP 34 Ferrarese che avrebbe dovuto collegare il nuovo polo industriale e le Officine Ferrovie di Sermide e prevedeva la costruzione di tre rotatorie ed il rifacimento di due tratti stradali con relative opere accessorie, per un importo totale del progetto pari a 2.805.854,140 euro (importo lavori a base d'asta 1.828.112,470 euro, importo aggiudicazione
1.233.847,949 euro, di cui oneri per la sicurezza 82.000 euro ed importo contratto 1.315.847,949 euro).
Il 22.10.2012 (...) BIANCHINI Augusto parla con PASSIATORE Francesco geometra della sua ditta, e lamenta di aver ricevuto la chiamata di LOMELLINI Riccardo responsabile del Servizio Tecnico ed Urbanistica del Comune di Sermide (MN), che contestava dei ritardi nell'esecuzione delle opere stradali, causati dalla presenza di un solo operaio in cantiere. Francesco risponde che gli operai sono due e stanno facendo quel lavoro che lui sa, precisando che mentre uno usa l'escavatore, l'altro fa un giro per verificare che non ci sia qualcosa di strano.
BIANCHINI si raccomanda affinchè il materiale venga steso e rullato: dal tenore della conversazione si evince chiaramente che durante i lavori di scavo e stabilizzazione del nuovo sito stradale sia stato interrato materiale non utilizzabile nel cantiere, contenente amianto o comunque difforme da quanto previsto nel capitolato. In effetti PASSIATORE per due volte ricorda al proprio titolare che l'operaio che manovra l'escavatore sta facendo quell'operazione che luì ben sa, senza precisare altro. Indicativa è inoltre l'insistenza con cui BIANCHINI rimarca la necessità di rullare lo scavo, così da precludere un futuro controllo del materiale utilizzato, escamotage utilizzato anche per il capannone della PHOENIX.
Nelle settimane seguenti ulteriori riscontri vengono forniti dall'attività tecnica di intercettazione: il 08.11.2012 l'ingegner CARUSO Giuseppe riferisce a BIANCHINI Augusto (...) che nel cantiere di Sermide non c'è tanta roba ed il cementato (inerti riciclati frammisti a cemento), è stato messo solo negli ultimi 200 metri. Ben più significativa è l'ambientale 323 del 09.11.2012, nel corso della quale VIGNALI Antonio comunica al proprio titolare che nel Comune di Sermide si è sparsa la notizia di un controllo eseguito da personale dell'ARPA nel cantiere della tangenziale, che ha avuto riscontri positivi (presenza di amianto).
Nella mattinata del 14.11.2012 BIANCHINI Augusto e VIGNALI Antonio si recano insieme sul cantiere di Sermide e durante il viaggio parlano del ritrovamento di amianto (...): quando incrociano un veicolo condotto da uno dei fratelli BARALDI (BARALDI Iaures), BIANCHINI ipotizza che possano essere stati loro a scaricare l'amianto nel cantiere. Prima di scendere dall'auto VIGNALI chiede al proprio accompagnatore se abbia portato sul cantiere dello stabilizzato: questi conferma, precisando che tutto era avvenuto prima del terremoto di maggio. Dopo circa un'ora riprendono a parlare dei frammenti di amianto rinvenuti (...) e BIANCHINI fa presente che si tratta di un vecchio tubo dell'acqua, che si è rotto durante i lavori: VIGNALI lo tranquillizza sottolineando che pur essendo stato rinvenuto sul ciglio della strada, non potrà in alcun modo essere attribuito alla loro azienda.
Nei minuti seguenti BIANCHINI relaziona la moglie Bruna (...) sui prelievi fatti nel cantiere di Sermide senza la presenza di ARPA ed ASL e dei frammenti di amianto rinvenuti. Il 26.11.2012 VIGNALI comunica a BRAGA Bruna (...) che le analisi svolte sui campioni da loro prelevati nel cantiere di Sermide, sono risultate tutte negative, dopodiché si sofferma a commentare l'articolo pubblicato il sabato precedente sulla Gazzetta di Modena. Ad un certo punto Bruna passa il telefono al marito, al quale VIGNALI conferma l'esito delle analisi e gli consiglia di avvisare la Direzione Lavori.

g. Edifici Scolastici Temporanei
Il presidente della Regione Emilia Romagna Vasco ERRANE
in qualità di Commissario Delegato ai sensi dell'art. 1 co. 2 del D.L. 74/12, in seguito agli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012 ed in ottemperanza del disposto dei commi 1 e 2 dell'art. 10 del D.L. 83/12 firmava il 5.7.2012 una serie di ordinanze (numero 5, 6 e 7) che prevedevano l'individuazione di 28 lotti sui quali realizzare edifìci scolastici provvisori per gli istituti che non fossero potuti ripartire in tempi utili per consentire lo svolgimento dell'attività didattica nell'anno 2012/2013, e l'approvazione della documentazione e degli atti di gara, unitamente al relativo quadro economico dell'intervento che prevedeva una spesa complessiva di € 56.420.000.
La BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l. ha ricevuto in sub appalto lavori per quattro di questi lotti:

- lotto 6 nel Comune di Reggiolo, vinto dalla COOPSETTE società cooperativa di Castelnuovo Sotto (RE), lavori in sub appalto per €. 140.000;

- lotto 16 nel Comune di Finale Emilia, vinto dal raggruppamento costituito da CMC di Ravenna (capogruppo). Eschilo 1 srl (mandante) AR.CO. Lavori società cooperativa (mandante), lavori in un sub appalto per €. 144.190. Nel Comune di Finale Emilia è stata indetta anche una gara per la realizzazione di opere di urbanizzazione connesse agli edifìci scolastici temporanei ed ai fabbricati modulari, per un importo complessivo di 1.190.000 €; l'appalto è stato assegnato alla BIANCHINI COSTRUZIONI S.r.l., l'unica ad aver presentato un'offerta di partecipazione (le altre imprese invitate avrebbero motivato la mancata partecipazione in relazione ai tempi ristretti richiesti per la presentazione dei documenti e delle offerte);

- lotto 18 nel Comune di Mirandola, vinto dal raggruppamento costituito da CMC di Ravenna (capogruppo), Eschilo 1 srl (mandante) AR.CO. Lavori società cooperativa (mandante), lavori in sub appalto per €. 81.906;

- lotto 28 nel Comune di Concordia sulla Secchia, vinto dal raggruppamento costituito da CMC di Ravenna (capogruppo), Eschilo 1 srl (mandante) AR.CO. Lavori società cooperativa (mandante), lavori in sub appalto per €. 123.213.

Il 5.11.2012 BIANCHINI Augusto ed il figlio Alessandro parlano della documentazione dapreparare e dei campionamenti che la CMC di Ravenna effettuerà nelle strutture scolastiche. Questa attività crea una certa preoccupazione in BIANCHINI Augusto, che la esplicita all'ingegner CARUSO Giuseppe nel corso della conversazione ambientale 276 del 08.11.2012: infatti dopo aver fatto cenno all'eventualità di dover cedere un ramo d'azienda, per far fronte alle difficoltà insorte a seguito della vicenda amianto, si dice preoccupato per i campionamenti che dovranno essere eseguiti nelle scuole di Finale Emilia, Mirandola e Concordia sulla Secchia, precisando "… Finale... Mirandola... Concordia e... e sicuramente una traccia... la trovano anche lì... una percentuale irrisoria....dopo non so cosa possa succedere...".

Lotto 6: scuola di Reggiolo (RE)

La BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l. ha effettuato i lavori di stabilizzazione ed urbanizzazione relativi alla costruzione delle nuove scuole prefabbricate a Reggiolo (RE), opera realizzata dalla COOPSETTE di Castelnuovo di Sotto (RE).
Nel primo pomeriggio del 09.11.2012 BIANCHINI Augusto e VIGNALI Antonio si recano in auto sul cantiere di Reggiolo, per assistere al prelievo e campionamento da parte di personale dell'ARPA di Reggio Emilia: durante il tragitto vengono intercettate una serie di conversazioni ambientali di assoluto valore probatorio. Nel primo frammento (...) VIGNALI parla dell'eventualità che i funzionari dell'ARPA possano accertare la presenza di amianto nel materiale campionato, soprattutto nelle aree cortilive (dove evidentemente è stata fatta la stabilizzazione maggiore): BIANCHINI è ancora più convinto che ciò possa accadere, sottolineando addirittura di esserne certo. Nel proseguo i due parlano degli ingenti costi che dovranno sostenere per l'eventuale bonifica dell'area e dei relativi mancati pagamenti da parte delle ditte appaltanti: BIANCHINI teme soprattutto che l'accertamento venga esteso a tutte le strutture scolastiche ove ha lavorato la sua impresa. VIGNALI, nel chiaro tentativo di eludere eventuali attività tecniche, chiama BIANCHINI Alessandro con il proprio cellulare, poi riferisce ad Augusto che la terra è stata prelevata dal cantiere di Reggiolo, trasportata in ditta, vagliata nel loro impianto e riportata nelle scuole di Reggiolo come terra setacciata, con un Documento di Trasporto (DDT) e non di vendita (la terra non risultava fornita dalla BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l., ma solamente lavorata). BIANCHINI commenta che non avrebbe avuto alcun senso mischiare l'amianto con la terra, per cui attribuisce l'eventuale presenza di amianto al cassone sporco del camion.
Il 12.11.2012 (...) VIGNALI Antonio comunica a BIANCHINI Augusto che uno dei campioni prelevati è risultato positivo all'amianto, ma prima di decidere se intervenire nei confronti della ditta appaltante (anche in relazione ai lavori di San Felice sul Panaro) è preferibile attendere l'esito delle altre analisi. VIGNALI chiede poi (...) se il vaglio utilizzato per setacciare la terra portata a Reggiolo è lo stesso che usano per il macinato (riciclato di fibrocemento e misto cemento). BIANCHINI risponde di no e si impegna a fargli vedere l'impianto alla prima favorevole occasione. Il 15.11.2012, tramite SMS (...), VIGNALI informa BIANCHINI dell'esito negativo delle analisi effettuate sui cantieri di Mirandola e Finale Emilia: questi lo chiama subito dopo (...) esprimendo la propria soddisfazione. VIGNALI aggiunge di aver fatto una lunga chiacchierata con l'analista dell'ARPA, sulla base della quale pianificheranno le loro strategie imprenditoriali. In conclusione si accordano per vedersi l'indomani alle 17.00.
Nei giorni seguenti BIANCHINI Augusto parla con il figlio Alessandro (...) e gli spiega che i campioni positivi all'amianto sono stati prelevati nella zona nord del cantiere, sia all'interno che all'esterno della recinzione. Alessandro interviene sottolineando che fuori loro non hanno effettuato alcun lavoro: Augusto conferma di averlo fatto presente al tecnico del comune presente al campionamento, dopodiché ribadisce che era stata riscontrata la presenza di amianto nella terra vagliata (terra da loro trasportata e trattata). In ultimo Alessandro riferisce che quelli della COOPSETTE gli avevano chiesto di coprire con dei teli le aree da bonificare. Altri elementi importanti vengono acquisiti il 24.11.2012, quando sul quotidiano La Gazzetta di Modena viene pubblicato un articolo relativo al rinvenimento di tracce di amianto nell'area cortiliva delle scuole medie di Reggiolo: innanzitutto si segnalano tre conversazioni ambientali (...) tra BIANCHINI Augusto e la moglie BRAGA Bruna, in cui viene fatto riferimento alle lamentele di alcuni loro dipendenti impiegati in un cantiere di Milano (verosimilmente TEEM-NORTE), costretti a lavorare con operai della GIGLIO, che definiscono brutta gente. Ad un certo punto la donna sfoglia il giornale e legge per intero l'articolo pubblicato sulla Gazzetta di Modena, lamentandosi perché l'amianto è stato trovato anche in profondità; BIANCHINI ammette di essersi comportato in maniera superficiale e sottolinea che l'amianto è stato conferito alla ditta in modo fraudolento.
A differenza della linea morbida adottata per la bonifica delle scuole di Concordia sulla Secchia, il Comune di Reggiolo, per il tramite della COOPSETTE, impone alla BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l. di effettuare la rimozione dello strato superficiale di terreno delle aiuole nelle quali era stata constatata la presenza di amianto e la sua sostituzione con terra pulita; la rimozione comporta il trattamento del materiale come rifiuto speciale e necessita di big bag per il trasporto in una cava appositamente autorizzata allo smaltimento di amianto.
(…)

Lotto 16: scuole di Finale Emilia (MO)

Il 03.01.2013 BIANCHINI Augusto racconta alla moglie (...) che nel corso degli accertamenti svolti da tecnici dell'ARPA presso le scuole di Finale Emilia sono stati rinvenuti due pezzi di amianto sull'asfalto, mentre i campionamenti effettuati in profondità hanno avuto esito negativo ("... sotto non han trovato niente... in profondità non c'è niente... superficialmente c'è qualche pezzo... che non si sa se è ecologico e ve... e ne abhiam trovato due pezzi sull'asfalto... ora... chiamato quelli dell'ARPA... due campioni sull'asfalto..."); subito dopo apprende da VIGNALI Antonio (...) che stanno ultimando i campionamenti ("... adesso facciamo l'ultimo... quello dei tre campioni... dei tre pezzi ritrovati sull'asfalto..."), dopodiché fumeranno i verbali. BIANCHINI si accerta che venga messo in evidenza che loro non hanno effettuato alcun trasporto di terra ("... hai messo che non abhiam portato terra?... ") e soprattutto che venga redatto un apposito verbale delle operazioni compiute ("... eh... fate un verbale apposta dove scrivete... eh... va bene... e... ce nyè.. c'è traccia dappertutto?..."). VIGNALI interviene sottolineando che di tutto parleranno di persona ("... ehm... (sbuffa)... si... dopo ne parliamo un attimo...").
A distanza di una settimana (10.01.2013) BIANCHINI Augusto e VIGNALI Antonio commentano i risultati delle analisi eseguite sui campioni prelevati presso le scuole di Mirandola e Finale Emilia (tei. 5722ll43): il consulente precisa che a Finale Emilia sono stati rinvenuti 4 frammenti di amianto nelle aree 2, 4 e 5 (verso le case), e a Mirandola altri 3, uno nell'area anteriore e due in quella posteriore. A questo punto BIANCHINI dice che si limiterà ad effettuare una bonifica superficiale (vuole limitare i costi), trovando l'appoggio di VIGNALI, il quale sottolinea che in effetti le analisi eseguite sui campioni prelevati in profondità hanno dato esito negativo; per questo motivo sta già preparando un piano di lavoro che andrà ad illustrare alla Medicina dei Lavoro ed ai Sindaci dei Comuni interessati, precisando che trattandosi dello stesso progetto avvallato dal Comune di Concordia sulla Secchia per il sito delle scuole, anche i Comuni di Mirandola e Finale Emilia non dovrebbero sollevare eccezioni. Nel corso di una successiva telefonata (...) BIANCHINI Augusto chiede a VIGNALI di confermargli in quali zone sono stati prelevati i campioni, risultati poi contenere tracce di amianto: questi risponde che il sito di Mirandola era stato suddiviso in 5 aree, due delle quali sono risultate positive, a Finale Emilia sono risultate positive 3 aree su 5, mentre i frammenti rinvenuti sull'asfalto sono risultati fibrocemento ecologico.

Lotto 18: scuole di Mirandola (MO)

Il 22.11.2012 VIGNALI Antonio informa BIANCHINI Augusto (...) che sono terminate le operazioni di campionamento nel sito di Mirandola, dove l'amianto era in quantitativi decisamente inferiori e per lo più nello strato superficiale. BIANCHINI esprime l'intenzione di sporgere denuncia, ritenendo probabile che qualcuno abbia messo appositamente l'amianto.
VIGNALI precisa che giovedì mattina (29.11.2012) presenzierà all'apertura dei campioni nel laboratorio analisi dell'ARPA e nel frattempo dovranno decidere come muoversi. Nei giorni seguenti (24.11.2012) BIANCHINI commenta con la moglie (...) i risultati degli accertamenti condotti sui cantieri di Mirandola e Concordia sulla Secchia e la informa dell'imminente apertura dei campioni: la donna commenta "... siamo rovinati...".
Il 29.12.2012 BRAGA Bruna comunica al marito (...) che "... è arrivata una comunicazione dall'ARPA... che ci convocano per il 2 gennaio alle 10.00... per la verifica del materiale utilizzato nelle scuole di Mirandola... e per il 3 gennaio per le scuole di Finale... beh... ma ascolta... ma hanno fatto analisi... ma cosa hanno da andare a cercare adesso?... ".
Il giorno precedente alla prima convocazione BIANCHINI Augusto e VIGNALI Antonio si sentono (...) e si accordano per vedersi l'indomani alle 09.00 alle Scuole di Mirandola per assistere al campionamento dell'ARPA; mentre sono in corso le operazioni di campionamento, BIANCHINI Augusto è in macchina con VIGNALI Antonio (...). Il 10.01.2013 VIGNALI Antonio comunica a BIANCHINI Augusto (...) che dalle analisi compiute sui cinque campioni prelevati nel cantiere di Mirandola, è emerso che in due erano presenti tracce di amianto.

Lotto 28: scuole di Concordia sulla Secchia (MO)

Il 28.11.2012 BIANCHINI Augusto e VIGNALI Antonio prendono accordi (...) per recarsi assieme il giorno seguente a colloquio con MARCHINI Carlo, Sindaco pro-tempore del Comune di Concordia sulla Secchia. Nel corso della giornata BIANCHINI comunica alla segretaria di VIGNALI (...) che non è ancora stata fissata l'ora dell'incontro con il Sindaco, ma la mattina seguente VIGNALI si reca all'asilo di Concordia sulla Secchia (sede del C.O.C. e sede provvisoria degli uffici comunali), da dove chiama (...) BIANCHINI Augusto, che si impegna a partire subito da Mirandola per raggiungerlo. Una volta terminalo l'incontro, BIANCHINI relaziona la moglie Bruna (...) e, rispondendo a sue precise domande, spiega che il Sindaco era a conoscenza della storia dell'eternit, ma non sapeva che ne fossero state trovate tracce nel cantiere della scuola e comunque VIGNALI gli aveva consigliato di parlare con BESUTTI dell'USL, peraltro assessore del Comune di Concordia sulla Secchia, per trovare un accordo per la bonifica, limitandosi a fare una ricerca manuale a vista con immediata copertura, dal momento che tutto l'amianto era stato trovato nello strato superficiale; dal tenore della conversazione emerge chiaramente che BIANCHINI Augusto, sfruttando il legame di amicizia esistente tra VIGNALI Antonio e MARCHINI Carlo, Sindaco pro-tempore del Comune di Concordia sulla Secchia, si sta prodigando per ridurre al minimo i costi, eseguendo una bonifica superficiale del sito, diversamente da quanto avvenuto per le scuole di Reggiolo.
In tarda mattinata, parlando con il figlio Alessandro (...), alludendo chiaramente all'atteggiamento tenuto dal Sindaco MARCHINI, dice "...COLLABORATIVO!...".
Il 01.12.2012 VIGNALI Antonio promette a BIANCHINI Augusto (...) che il lunedì seguente prenderà contatti con la Medicina del Lavoro e cercherà di ottenere l'autorizzazione ad eseguire una rimozione superficiale del materiale. Prima di recarsi effettivamente a colloquio con i responsabili della Medicina del Lavoro (appuntamento rimandato al 04.12.2012), VIGNALI Antonio parla con BIANCHINI Augusto (...) e gli spiega che quasi certamente riuscirà a farsi autorizzare la loro proposta di limitarsi ad una rimozione dello strato superficiale del materiale da bonificare nel sito di Concordia sulla Secchia anche perché la sua intenzione è quella di non far emettere alcuna ordinanza ("... tentativo di non fare uscire l'ordinanza...").
BIANCHINI si auspica che la proposta venga accettata per il cantiere di Concordia sulla Secchia, così potranno farla applicare anche per quello di Reggiolo. Il 04.12.2012 BIANCHINI Augusto parla (...) della bonifica del sito di Concordia sulla Secchia con BARALDI Claudio, amministratore unico della F.LLI BARALDI S.p.A., il quale indica come proprio referente AMADEI Fabrizio. BIANCHINI fa presente che il suo consulente è VIGNALI Antonio, dopodiché aggiunge che a breve dovrà eseguire un'altra bonifica (allude chiaramente a quella del cantiere pelle scuole di Reggiolo) e domattina passerà da loro in azienda per accordarsi sulle modalità. Il 05.12.2012 viene intercettata una conversazione ambientale (...) tra BIANCHINI Augusto ed il figlio Alessandro, che verte essenzialmente sui lavori di bonifica presso il cantiere delle scuole di Concordia sulla Secchia.
Il giovane BIANCHINI riferisce di aver ricevuto una mail dalla CMC di Ravenna, nella quale era riportato che quelli della Regione avevano incontrato il Sindaco di Concordia sulla Secchia per spiegargli il problema dell'amianto e questi era intenzionato ad emettere un'ordinanza analoga a quella del Sindaco di Reggiolo. Alessandro aggiunge di aver fatto presente a quelli della CMC che suo padre si era già incontrato con il Sindaco di Concordia sulla Secchia e di avergli chiarito che il frammento di amianto era stato rinvenuto nello strato superficiale del cortile della scuola.

(...)»

Ora, qui, occorre aprire una nuova parentesi. Per rivedere ancora alcuni soggetti e rapporti su cui come Casa della Legalità si è da tempo posta l'attenzione.

Prima di tutto vi è il rapporto consolidato con le grandi cooperative rosse. COOPSETTE, CMC e UNIECO (che vedremo, per quanto riguarda il rapporto con la BIANCHINI tra poco). Se nel libro “Tra la via Emilia e il Clan” (febbraio 2010) documentammo al dettaglio lo storico, perverso e consolidato rapporto d'affari che in troppi volevano nascondere e tacere tra imprese legate alla criminalità organizzata ('Ndrangheta, Camorre e Cosa Nostra), sia in Emilia-Romagna come in Liguria ed oltre, da nord a sud, già da prima si erano indicato e documentato il rapporto di “fiducia” che legava COOPSETTE ed UNIECO alle imprese delle note famiglie MAMONE (legata ai MAMMOLITI e soprattutto alla cosca GULLACE-RASO-ALBANESE imparentata ai PIROMALLI, oltre che in stretto rapporto con altre famiglie di 'ndrangheta quali ad esempio gli AVIGNONE o il gruppo tortonese con fulcro operativo nel RUBERTO Francesco , ovvero i GAGLIANO' ed il Giuseppe Carmine VERTERAME) e dei FOTIA (legati ed imparentati, oltre che emanazione in terra di Savona, della potente cosca dei MORABITO-PALAMARA-BRUZZANITI).

Quando le grandi cooperative emiliane ci minacciarono querela perché si era osato indicare tale loro indecente rapporto gli rispondemmo per righe (vedi qui) ed abbiamo continuato ad indicarli perché hanno continuato ad avere imprese indecenti tra i propri fornitori (la ECO-GE dei MAMONE in primis). Quando la questione venne sollevata da Danilo Procaccianti nella puntata “Mafie al Nord” di PresaDiretta, la UNIECO (che in parallelo è tra i supporter di LIBERA), si lamentò per il fatto che fosse stato indicato il rapporto con le imprese che puzzano, come quella dei MAMONE. Non lo negava. Difendeva quegli affidamenti in quanto economicamente vantaggiosi.
Per questa ragione non ci stupisce che
la società strumento del sodalizio 'ndranghetista facente capo ai GRANDE ARACRI, ovvero degli luntruni dell'Emilia occidentale facenti capo al “locale” di Cutro, ovvero la BIANCHINI COSTRUZIONI, fosse tra i fornitori consolidati di quelle cooperative rosse (quali COOPSETTE, CMC ed UNIECO).

Altro punto su cui occorre porre un punto fermo è relativo alla F.LLI BARALDI. La società che viene chiamata ad operare per le bonifiche nelle situazioni critiche della BIANCHINI COSTRUZIONI, con interlocutore BARALDI Claudio... Questa società, la F.LLI BARALDI SPA è stata anche soggetta ad intedizione antimafia, ovvero esclusa dalla White List per contatti con la 'ndrangheta. Un provvedimento soft per loro. Per capirci: l'esclusione dalla White List per i lavori della ricostruzione in Emilia-Romagna è durata sei mesi, da gennaio a giugno 2013. Un provvedimento scaturito da rapporti con soggetti legati alla 'ndrangheta, come la nota famiglia MAMONE. La F.LLI BARALDI SPA è infatti emersa nell'ambito dell'indagine “PANDORA”, coordinata dalla Procura di Genova e seguita dalla Guardia di Finanza, in quanto parte integrante del “cartello di imprese”capeggiato da MAMONE Gino per il controllo di appalti e subappalti pubblici ed in particolare quelli relativi ai lavori nelle aree ex acciaierie di Cornigliano a Genova, assegnati dalla “SVILUPPO GENOVA SPA”. L'indagine in questione (Proc. Pen. 7384/09) vedeva contestato anche a BARALDI Claudio e GAZZETTI Ivan, rispettivamente Amministratore Unico e Direttore Tecnico della F.LLI BARALDI, il reato di cui all'art. 416 C.P. (associazione per delinquere), unitamente al MAMONE Gino ed altri, in quanto «si associavano tra loro mediante accordi collusivi o altri mezzi fraudolenti al fine di commettere più delitti di turbativa d'asta, predisponendo e presentando, per le gare relative alla bonifica e riconversione dell'ex area acciaierie ILVA-ITALSIDER di Genova-Cornigliano, lesingole offerte con modalità in precedenza pianificate e coordinate con ribassi concordati, in modo da influire in maniera decisiva sulla individuazione dei soggetti di volta in volta aggiudicatari delle gare pubbliche – e sucessivamente dopo l'aggiudicazione anche sulla scelta del sub-appaltarore, nonché sulla conseguente determinazione del prezzo di aggiudicazione, con conseguente danno per l'ente pubblico appaltante “Sviluppo Genova”. In particolare il MAMONE quale promotore della suddetta associazione, individuava le opportune modalità di partecipazione alle gare determinando il ruolo dei soggetti partecipanti in modo che la ditta aggiudicataria gli concedesse il sub-appalto delle opere oggetto di gara. Il tutto con conseguente vantaggio patrimoniale per ciascun membro dell'associazione e con conseguente danno dell'ente pubblico appaltante, essendo stato impedito, ristretto o comunque falsato il maniera consistente il gioco della libera concorrenza».

Analoga contestazione di reato – per partacipazione all'associazione per delinquere capeggiata dal MAMONE - veniva portata tra gli altri al noto imprenditore savonese DELLEPIANE Aldo (del gruppo DEMONT), al PANSERI Giuseppe (della DESPE di Bergamo) e, tra gli altri, anche alla CCC – CONSORZIO COOPERATIVE COSTRUZIONI di Bologna, il cui Presidente del Consiglio di Gestione, COLLINA Piero, vedeva formulare anche a suo carico tale imputazione dalla Procura di Genova.

Prima di offire uno spaccato relativo agli elementi raccolti dalla Guardia di Finanza di Genova sulla F.LLI BARALDI nell'ambito dell'inchiesta “PANDORA”, oltre a ricordare che la stessa F.LLI BARALDI – come già segnalato dalla Casa della Legalità – aveva conquistato anche un'ampia fetta degli appalti dell'Ente Commisariale per la messa in sicurezza dell'ex STOPPANI (sito su cui sono stati documentati i forti interessi dei MAMONE come documentato agli Atti della medesima manovra investigativa della Guardia di Finanza), appare dovoroso ricordare che, come nel caso della BIANCHINI COSTRUZIONI, anche la F.LLI BARALDI ha trovato degli “alfieri” nella lotta contro la misura interdittiva antimafia a cui è stata sottoposta.

Il primo alfiere è stata la Prefettura di Milano. Se il Prefetto di Modena aveva proceduto ad interdizione, a Milano si “congelava” la misura interdittiva per il lavori relativi all'appalto del Policlinico (di circa 1,7 milioni di euro). Per la Prefettura di Milano: l'interdizione antimafia non si applica quando la gara è già stata assegnata e rigiarda un opera importante... e quindi via libera ai lavori della BARALDI.

Il secondo alfiere della BARALDI è stato ancora una volta (come per la BIANCHINI COSTRUZIONI), il Senatore GIOVANARDI Carlo con tanto di interrogazioni parlamentari in cui si spiengava a chiedere al Ministro dell'Interno se le misure interdittive antimafia “non violino clamorosamente i principi di legalità contenuti nella nostra Costituzione”. GIOVANARDI Carlo, fratello del Sergio che, come abbiamo visto era socio del MARANO che a Genova dava da lavorare nella (loro) società finanziaria “EFFEGIDIRECT” al boss della 'ndrangheta GARCEA Onofrio (esperto di usura, oltre che traffico di droga, supporto alla latitanza ecc ecc).

Ma ora guardiamo a questa modenese finita nell'inchiesta ligure, attraverso buona parte del capitolo dedicato proprio alla F.LLI BARALDI nell'Informativa finale “PANDORA” della Guardia di Finanza:

F.lli BARALDI S.p.a.

con sede in Staggia di S. Prospero (MO), via Bosco n. 48 (tei. 059-8080911) - p. IVA: 01965930363. L'amministratore unico, nonché direttore della società, è BARALDI Claudio, nato a S. Prospero (MO), il 25/09/1952...

Anche le conversazioni telefoniche intercorse tra il MAMONE e il BARALDI, illustrano ampiamente qual'era il metodo utilizzato per le illecite attività del «cartello». Si colgono infatti, contatti e collegamenti di natura illecita con la "DESPE" di Bergamo (nella persona di Giuseppe PANSERI ...), aggiudicataria di un appalto all'interno del cantiere di Comigliano (conv. … del 16/05/2007...) - MAMONE : "quello lì è... lui., sai che la ragiona sempre... a modo suo, m'ha detto... gli ho detto "guarda, vediamoci un animino con calma, e ragioniamoci eh "; significativa la circostanza che i tre imprenditori decidevano di incontrarsi all'interno di un ristorante di Tortona (AL) - BARALDI: "allora, tu sabato mattina se ci trovassimo tutti e tre insieme, io, te e PANSERI" MAMONE : "sabato mattina non posso, perché c'ho un casino qua che viene la... la Presidente della Regione dentro lì all' ITALSIDER, e non posso... ...facciamo una cosa, sentiamoci nella mattinata magari di sabato, perché io se mi sbroglio presto ci vediamo a metà strada a Tortona e mangiamo un boccone insieme a lui..".

Il BARALDI e il MAMONE si soffermavano anche sulla questione degli appalti per la demolizione di alcuni zuccherifici; per uno di essi il MAMONE ammetteva di essersi rivolto ad alcune persone - MAMONE: "...però ho fatto molta fatica perché sono dovuto andare attraverso... .guarda un macello..."; BARALDI: "ascolta un'altra cosa per gli zuccherifici avevi qualche amicizia lì??" MAMONE: "eh noi ci siamo mossi un pò e adesso devo... ..devo vedere delle persone giovedì" (conv. … del 01/06/2007...)

In merito soccorrono le conversazioni intercettate fra il MAMONE e Riccardo CAMPAGNI fondatore della "RC COSTRUZIONI S.r.l." corrente in Calderara di Reno (BO); via Bazzane n. 2.

Nella conversazione n. 18237 del 21/08/2007 (...) il CAMPAGNI confessava di aver appreso da alcuni suoi conoscenti, notizie circa la preordinata aggiudicazione della gara sulla demolizione di uno o più zuccherifici, alla "F.lli BARALDI" - CAMPAGNI: "no però io ho da parlare con te di una cosa più... .molto urgente invece... mi devi dare... .. mi devi dare un consiglio....alloro... .lo zuccherificio di RUSSI.... del gruppo SADAM-ERIDANIA hanno... .mi è stato detto da.. .dal mio uomo che hanno deciso di darlo alla BARALDI... .non hanno ancora firmato"; inoltre, dopo aver precisato di esser stato invitato alla gara, voleva sapere se era il caso di pretendere dal BARALDI una ricompensa in ordine alla presentazione di un'offerta pilotata o per il ritiro dalla gara stessa. In merito concordavano di chiedere la somma di 200mila euro oltre al sub-appalto per lo smaltimento del materiale c.d. "friabile"CAMPAGNI "questi per dare un po' di.. di caramella mi hanno mandato l'invito..... mi hanno mandato l'invito però io so da vie traverse questa cosa, che hanno sia deciso di darla a lui.. ... mungo... mungo la vacca?" MAMONE: "e certo diciamo che lo lasciamo tranquillo..è se no diventa...." CAMPAGNI: "lo.. lo.. lo chiamo pari, pari?... e poi gli dico; «mi dai 200»... ...però bisogna che sia una cosa veloce perché quelli mercoledì vogliono l'offerta! non voglio mica che lui vada a chiudere senza... ..inc.le.. … ..i... io gli chiedo... .gli chiedo... gli chiedo di fare il friabile... e gli chiedo anche sfacciatamente gli dico anche... ..«dai gli dico fai a prezzo di mercato chiama la PROTEX per il friabile»" MAMONE: "dai spenditela... .spenditela un po' come vuoi mh?" CAMPAGNI: "ma glieli posso chiedere di brutto un paio di cento mila euro?.. ...di brutto proprio... … ...sì senza inc.le cioè lui dici che sta al gioco?" MAMONE: "si, si, se no e... ..diventa che poi finisce che lo prendiamo noi e... hai capito?"

Il giorno successivo (conv. .. del 22/08/2007 ...) il CAMPAGNI riferiva al MAMONE l'esito del colloquio avvenuto con il BARALDI. CAMPAGNI: "allora stamattina è stata una bella sceneggiata eh... … ...allora io cercavo di portarlo sul discorso degli zuccherifìci e di tutte le troiate che m'ha fatto per il passato, non ha accettato provocazioni... … ...e lui scivolava via comunque... «vediamo facciamo direi» «come facciamo con RUSSI? con lo zuccherificio di RUSSI».....: «quanto sei disposto sganciare.. e che... per starmene alla larga» «ma no mo ma... li.. perché.... facciamo ti faccio fare qualche cosa ti do»... ... ...gli ho detto guarda... dico «io adesso parlo con i miei soci eee di come fare come non fare vero... . se dico tu o mi garantisci non so che mi fai fare l'amianto friabile alla PROTEX mi fai fare qualcosa dico ma se no per farmi stare alla larga bisogna venire giù di bocca»... ...lui ha detto «ma adesso vediamo facciamo» dico «vediamo poco perché io entro mercoledì devo consegnare le offerte vedimi un po' te».

Va precisato che la "F.lli BARALDI S.p.a.", come la "ECO.GE", riusciva ad aggiudicarsi (direttamente o indirettamente) diverse opere pubbliche del cantiere di Cornigliano e non solo (risulta aggiudicataria dei lavori di bonifica della ex Stopparli di Cogoleto, dopo l'uscita della "ECO.GE"; inoltre risulta intervenuta, nell'ambito del "NAD", con alcuni escavatori per la rimozione delle macerie in Abruzzo, a seguito del tragico terremoto del 6 aprile c.a.) nella specie:

a) in subappalto dall'A.T.L: «Calcestruzzi Val d'Enza S.r.l.; Thiene Costruzioni s.r.l. e Magazzini Generali del Porto s.r.l.», con sede in Montecchio Emilia (RE), via Gondar n.18 (importo delle opere subappaltate € 280,000,00), i lavori di demolizione e smantellamento nel lotto "Area A1" nel cantiere di Cornigliano a Genova - contratto n. 190 del 22/11/2006 (un secondo lotto era stato aggiudicato, sempre in sub-appalto, alla "ECO. GÈ S.rl " di Gino MAMONE);

b) in sub-appalto, l'esecuzione di alcune opere nel lotto d'intervento denominato "Area AFO" - copertura campo di colata "A", nel cantiere di Cornigliano a Genova, per un importo di € 12,000,00 (contratto n. 19 del 15/02/2007). La committente "SVILUPPO GENOVA" aveva aggiudicato l'appalto alla "I.CO.STRA. Impresa Consolidamenti Stradali S.r.l." corrente in Genova, corso Torino n. 4/13;

c) in appalto diretto, le opere di smantellamento e demolizione di alcuni manufatti ricadenti nel lotto di intervento denominato "Area A5 - sub-lotto 1" nel cantiere di Cornigliano a Genova (aggiudicazione del 31/01/2008 per un importo di € 393.233,00 IVA esclusa, con un ribasso del 35,31%).

Parallelamente il BARALDI veniva chiamato in causa, dal MAMONE, in molte delle altre conversazioni intercettate, nella specie:

1) (conv. n. 1656 del 07/0212007 ...) con Renzo MANZONE della "TORINO SCAVI MANZONE" (...) che sbagliava nel pronunciare la denominazione della "DEMONT S.p.a." facente capo alla famiglia dei DELLEPIANE di Savona:
Renzo MANZONE: e... .quel lavoro che ha fatto all'AMSA, BARALDI... .
MAMONE: è?!
Renzo MANZONE: ... l'ha fatto per la DEMODEM... DEM... DE... .come si chiama... per... i..
MAMONE: e?!
Renzo MANZONE: ha fatto così?
MAMONE: e penso di si, sai?
Renzo MANZONE: ah! ah!
MAMONE: cioè, non lo so è però, se vuoi mi informo...
Renzo MANZONE: perché adesso... sai che c'è n'è un altro?
MAMONE: è si
Renzo MANZONE: tu cosa fai?
MAMONE: e..e... vediamoci un attimo, è?
Renzo MANZONE: scade il prossimo mese, però...
MAMONE: va be', ma io..se..guarda lunedì o martedì può darsi che sia su Torino, è? se no ti chiamo e ci vediamo
Renzo MANZONE: si potrebbe anche vedere di collaborare, di farla insieme...
MAMONE: certo certo... certo, sono pienamente d'accordo

2) con tale SCOCCA Massimo (conv. n. 3270 del 23/02/2007 ...). Il MAMONE oltre alla BARALDI, chiama in causa anche suo fratello Antonino, detto "Ninetto":
MAMONE: ah, cornutazzo, senti ci dobbiamo vedere, perché... c'è un por di casino sulla questione del ferro fatto in offerta li a BARALDI eccetera
SCOCCA: si! si
MAMONE: perché lo dobbiamo fare noi, NINETTO ha fatto un errore a portarlo e tu c'hai fatto un'offerta della madonna, e ora sono in difficoltà...

3) con il LAMBERTI, suo consulente e uomo di fiducia (conv. n. 3834 del 01/03/2007 ...). Nel richiamare il formulario, costoro si riferiscono al documento che scorta i rifiuti. - LAMBERTI: eh... è tutto a posto perché io ieri mattina ho ricevuto dalla SIGE i... i... classificazioni... le ho mandate subito a BARALDI... … ...BARALDI le ha mandate alla PAMOTER... … ...la PAMOTER gli ha mandato subito come si compila il formulario... stamattina m'ha già chiamato la ragazza dice: « E' già arrivato » gli ho detto « Vabbé allora mi faccia un fax in ufficio che io nel pomeriggio sono lì... » intanto gli mandiamo anche la nostra autorizzazione al trasporto di rifiuti per conto terzi... quindi praticamente noi da... da domani mattina se vogliamo possiamo incominciare...

4) con il fratello Nino MAMONE (conv. n. 11287 e n. 11291 del 22/05/2007 ...) per la vendita dell'acciaio recuperato dalla demolizione di alcuni impianti dell'Italsider:
MAMONE: Ninetto e... quell'acciaio se non lo... non lo levi di li... quel pezzo dì merda di BARALDI ci ha detto che ce lo deve pagare a lui hai capito?...
NINO: no, no, quello li no io c'ho parlato con BARALDI... ….ma domani mattina non c'è più l'acciaio qui... ...parlo io adesso con BARALDI, lui... ehm lui non prende niente, gli accordi erano questi punto e basta!

5) con tale TASSINARI (conv. n. 14457 del 29/06/2007 ...) per alcune problematiche relative alla richiesta di una fidejussione nell'ambito di una gara d'appalto:
TASSINARI: siccome quella fidejussione non so se tu hai letto, bancaria, con quella cifra può essere problematica
MAMONE: certo!!
TASSINARI: lo è, per noi lo è! poi non so se tu sei così ricco da...
MAMONE: e no ma è un problema per tutti comunque insomma... ah ah
TASSINARI: perché la sfiga è stata che i fratelli BARALDI per PORTO VIRO (fonetico) il giorno prima di firmare il contratto gli ho portato la fidejussione bancaria tre milioni di euro e buona notte suonatori… … ...quindi, lui è bello sborrane, noi probabilmente dobbiamo pensare di fare un ATI, quindi dobbiamo pensare di avere delle quote di fidejussione commisurata al lavoro che c'è da fare
MAMONE: certo!

6) con tale MANTOVANI (conv. n. 16878 del 25/07/2007 ...):
MANTOVANI: certo, no no va be' quelle lì sono gestioni dopo vostre perché dopo sennò sembra che...
MAMONE: eh perché sennò sembra che prendono che prendono tutto loro..hai capito?
MANTOVANI: no anche perché dopo siccome BARALDI e quel bastardo della inde stava dicendo che c'è un giro strano sotto
MAMONE: eh ho capito MANTOVANI: siccome... inc.le.. dopo invece a BARALDI gli è toccato andare là infondo laggiù per Rovigo... … ...perché Riccardo diceva io non lo voglio mollare... perché mi sta sul culo io lo voglio mandare là... allora mi ha chiamato mi ha detto: «Ascolta» fa «Marco» fa «Ma com'è che Riccardo è così...ché non vuole andare di là e non vuole lasciare Finale a BARALDI? » gli ho detto gliel'ho spiegato un po': «guardi a parte....» dico: «la questione che può avere» perché gli fa piacere dargli uno smacco.. dico: «è anche una sua gestione» ho detto, perché hai visto essendo piccolo col fatto che se lì devi un po' seguire e anche più vicino come... cioè tra inc.le... e Finale capito ci sono dieci chilometri dico... .non sta a correre più di tanto

7) con CIRASO Nunzio (conv. … del 2710812007 ...):
MAMONE: zuccherifici... la MACCAFERRI è una società che è a Bologna che fa operazioni immobiliari del... del gruppo MACCAFERRI...
CIRASO: non so' chi è...
MAMONE: che GIGI li conosce bene e li ci son cinque zuccherifìci da demolire...
CIRASO: ah ah... e non lo so' posso chiedere a GIGI...
MAMONE: eh perché... belin li vogliono dare tutti alla società BARALDI cinque... cioè ma li se ce ne danno due a noi... ci esce la zuppa un po' per tutti a lavorare... no?...

8) con IVALDI Gianluigi (conv. ... del 22/10/2007 ...):
MAMONE: eh fa freddo (ride), senti chiama mia moglie in ufficio fatti dare la partita iva e l'indirizzo della società BARALDI
IVALDI: BARALDI
MAMONE: fratelli BARALDI e ci mandi la fattura di 10.000 Euro

Nello stesso contesto, ben si inserisce la figura di GAZZETTI Ivan, nato a Reggio Emilia il 19/09/1952 e residente a Fiorano Modenese (MO)..., "direttore tecnico" per la F.LLI BARALDI S.p.a. nominato con atto del 15/11/1999 e dal 06/05/2008 anche "procuratore speciale" per la ECO-GE S.r.l, che fungeva da collegamento tra le due società: BARALDI: "e okay, okay, parliamo con GAZZETTI, per me va bene" (conv. ... del 16/05/2007 ...). Anche in questo caso si accordavano per incontrarsi e coinvolgere il citato GAZZETTI. MAMONE: "va beh dai senti quando ci vediamo?" BARALDI :"ma dunque noi siamo giù lì martedì io e GAZZETTI siam li a Milano dopo vediamo, dopo giovedì torniamo siamo a pia.. . siamo lì giovedì!!" MAMONE: "va bene dai ci sentiamo okay!" (conv. ...del 01/06/2007 …)

Con il GAZZETTI, il MAMONE concordava modalità e termini di partecipazione alle gare d'appalto (sia private che pubbliche, come ad esempio la demolizione di alcuni zuccherifici e le opere all'interno dell'area ex ILVA di Cornigliano) e una volta aggiudicate, la spartizione dei sub-appalti. Notevoli risultano, infatti, i contatti telefonici avvenuti fra i due al fine di incontrarsi e parlare di persona, mettendosi al riparo da eventuali intercettazioni telefoniche (…)

In molte altre conversazioni, il MAMONE istruiva il GAZZETTI, in ordine alle imprese che potevano entrare e lavorare nei loro cantieri, nonché sulla commercializzazione del ferro recuperato in sede di bonifica e/o demolizione; infine si lamentava delle interferenze della società BARALDI. Significativo quanto accadeva il 15/05/2007 (...) nell'ambito di una riunione avvenuta negli uffici della ECO.GE fra il MAMONE, il GAZZETTI e LAMBERTI Alfio (quest'ultimo persona di fiducia del MAMONE).
Uno dei principali argomenti trattati dai tre, era quello di come calcolare la suddivisione delle spese, compresa quella di 80mila euro destinati in "nero", ad un individuo soprannominato "il pazzo":

- conv. ... del 2410112007 ... - Il MAMONE, visibilmente irritato, si rivolgeva al GAZZETTI per farlo desistere dall'idea di far partecipare ai lavori, tale VIGO (verosimilmente il nome di un'impresa). MAMONE: "bene bene, senti se metti Vigo nel cantiere li me ne vado io e con me non parl... non ci parliamo proprio più eh cioè detto fuori dai denti eh" GAZZETTI: "non mi dici mai niente eh... … ...scusa eh ma no, a parte che la cosa non l'ho fatta io perché a me han solo chiesto il ferro, «siamo liberi io e lui» si siamo liberi! boh basta chiuso eh" MAMONE: "ma come fai a essere libero tu se non ne parli con me ma come fai? e come se uno viene da me mi dice prima di parlare, io prima di fare una cosa ne parliamo"
Ulteriori spiegazioni sui motivi dell'irritazione del MAMONE, provengono dalla conversazione avvenuta subito dopo (...del 24/01/2007...) e quella del giorno successivo (... del 25/01/2007 ...), con il suo stretto collaboratore Alfio LAMBERTI. MAMONE: "si... gli ho parlato gli ho detto che se si permette a far mettere VIGO dentro li... me ne vado io e poi son tutti cazzi suoi... ...mi dice: «Ma sai i miei...» non mi interessa!... prima di fare una cosa ne parli con me!... sei a casa mia non sei a casa tua cazzo!... … ...«Ah speriamo che sia recuperabile!...» non mi interessa la recuperi punto e basta... Si ma questi son dei delinquenti... guarda che son dei delinquenti... adesso quello la è venuto giù... fa concorrenza sulla demolizione a noi insieme a quello li della DEMONT e ci dai ancora del rottame... ma tu sei fuori di testa... … ...gli ho detto: «Mi raccomando... cioè stavolta sennò m'incazzo davvero eh...» ... si... adesso quando lo acchiappo io sii vario a due.... nell'orecchietto un attimino a 'sto qua... . ma chi sono?... ma che cazzo fanno fanno i mafiosi 'sti qua?... (inc.le) quella che ha vinto lui dall'altra parte che ha vinto per culo vengo io a fare il cinquanta per cento con lui?... come facciamo?... "

- conv. ... del 26102107 ... - GAZZETTI: "ascolta mi ha telefonato Angelo li del cantiere... … ...e dice che ha telefonato quello del ferro perché deve portar via del ferro..." MAMONE: "no, ho parlato oggi io con quello del ferro, domani mattina vado giù da Angelo gli dico le condizioni oppure tanto io comincio e poi ci vediamo io e te non è un problema eh?"

- conv. ... del 13/04/07 ... - MAMONE: "senti un attimo dillo tu li al fratello di Baraldi, che se... . lui non capisce che dobbiamo eestire noi i metalli, rottami e le cose, perché se no questo qua diventa diventa ingestibile poi sto ragazzo qua eh... … ...ma perché se demolisce dalla parte di la che lo dovevamo fare noi e c'è dell'acciaio lo commercializziamo noi non lo deve commercializzare lui eh"GAZZETTI: "allora allora l'accordo è che il materiale lo portate via voi, no?" MAMONE : "si lo portiamo via noi basta, poi io e te ci facciamo i cazzi nostri ma lui non deve rompere i coglioni eh... … ...non lo so il concetto è che dobbiamo caricare noi poi io e te ci sediamo e ragioniamo sulle nostre cose però spieghiglielo di nuovo ehehe ciao"

- conv. ... del 03/05/07 ... - GAZZETTI: "come siamo messi li? perché mi ha chiamato stranamente Manzone (Torino scavi Manzone s.p.a. n.d.r.)... ...eh adesso io voglio capire che cosa vuole poi dopo ci sentiamo..... ma li tira le file lui o C.C.C.(Consorzio Coperative Costruzioni corrente in Bologna n.d.r.)" MAMONE: "no, no, CCC eh! eh eh..." GAZZETTI: "e allora che cazzo vuole" MAMONE: "ma non lo so adesso poi vediamo dai poi ci vediamo umh?" GAZZETTI: "ascolta un'altra roba, ma non c'è modo di far entrare uno li? di quelli che hanno escluso dico" MAMONE: "eh non lo so eh bisognerebbe guardarlo bene la tabella" GAZZETTI: "eh io lo sto guardando, perché se entriamo uno siamo a posto eh"

- conv. ... del 04/05/07 … - GAZZETTI: "si ascolta, eh li non hanno mica mandato il fax ancora ne dalla CR e ne a Denicek (fonetico)... ...no perché non si capisce perché Montalbetti si.. ... ....prova a vedere se riesci a capire perché, perché può anche darsi che siano in difficolta eh!" MAMONE: "eh ma è meglio (risata)" GAZZETTI: "eh è meglio si è meglio si però volevo capire perché cosi ci armiamo... … … ...eh ti voleve chiedere non è il caso di dire qualcosa a Giuseppe, di vedere se ... perché noi abbiamo degli scambi con lui siamo forti eh" MAMONE: "va bene lascimelo vedere prima e poi ti dico ehhh no?"
-
conv. ... del 07/05/07 ...) - GAZZETTI: "domani mattina sei in giro tu?... ...no se tu venivi verso Piacenza? No" MAMONE: "no domani sono fuori, forse, cioe io devo vedere due o tre cose ancora per capire esattamente la tua posizione... ...ehhh magari se ci vedessimo Giovedì è meglio"

- conv. ... del 10/05/07 ... - MAMONE: "allora sentì io ho parlato a lungo ma non ci sente mica eh (sbuffa) sai come la ragiona" GAZZETTI: "eh va bè cosa vuol dire allora perché perché ha preso il numero, e scusa eh!... … ...ma non può non può comportarsi cosi dai cazzo" MAMONE: "ma si ho parlato con tutti e due che tra l'altro uno diceva: «va be a me me ne frega» doveva fare tutta quella cazzo di quel lavoro del cazzo sai no dove serviva proprio, che aveva messo quell'altro lui è un casino, va be senti poi ci vediamo e ne parliamo un po'... … … ...io farei una cosa tanto guarda ho detto anche io, la sua quello che va in gondola,che che di guardare bene tutta la documentazione insomma... … ...io gli ho detto che ci potrebbe essere uno che poi può anche in pratica se si compra la macchina poi sono cazzi eh! poi facciano un po' quello che cazzo vogliono io sai il privato poi, il privato prende la macchina e se lo fa il lavoro cioè eh eh e poi dopo di che può darsi anche che ce lo da a noi hai capito?" GAZZETTI: "va be volevo chiederti questo se io parlo un attimo con lui gli dico: «facciamo un incontro a modo fatto bene?»... … …. ...perché come ti dicevo io c'ho delle armi con lui no!... … … ...allora se se Iui proprio è cosi rigido siamo rigidi poi anche noi dopo"

- conv. ... del 15/05/07 ... - MAMONE: "allora io stavo pensando così, siccome l'altoforno è un lavoro che non è che puoi dire lo dividi a metà.. è un casino.. allora io dico.. siccome la tua parte ammonta pari, facendo i conti con Alfio, a quel proseguimento del lavoro che stai facendo te le case lì, che ci sono da demolire io direi ho.. io commercializzo la stesso il ferro così andiamo a scontare i cazzi nostri... … ...io tanto ti do gli 80.000 euro ..inc.le... in nero..?" GAZZETTI: "no per me.. no, quello lì è okay.. ...inc.le... (si sovrappongono le voci) è un'altra storia si può trovare una soluzione e un accordo però voglio dire bisogna che siamo concordi nel vedere che i numeri vanno a inc.le questi qua sono 800.000.. 700.000 euro quello lì c'è da nostra quota 1.300.000 più il ferro.. la nostra quota.. quindi.. io sono disposto a qualsiasi cosa però facciamo i conti." MAMONE: "vai lì ti prosegui questo non ti rompe il cazzo nessuno questi già puzza dice io 3000 subappalti non li faccio.. l'altra cooperativa, e tutti i cazzi in culo questi chiedono il 3% di spese ..inc.le... ragazzi, io mi sta tutto bene per carità di.. facciamo due conti e io dico tu c'hai la gente che ci sta lavorando e io avanziamo di metterci immischiati qua e immischiarci qua, quello di Giuseppe ci dobbiam parlare con Giuseppe e poi vediamo..." GAZZETTI: "ascoltami Gino lui non può pensare dice «l'ho preso, bon basta e chiuso».. non è possibile sia così perché altrimenti lui non dovrebbe neanche prendere il numero, o si siede e si trova una quadra si dice tu lo vuoi fare.. fallo... … … … ...comunque adesso quando giovedì lo vedo l'amico e gliene voglio parlare perché noi siccome abbiamo degli altri intruglicon lui con gli zuccherifici in Emilia... lui li ha voluto fare ...inc.le... non gli do un cazzo.. non gli do un cazzo.. va beh.. comunque.." MAMONE: "vediamo per la data giusta.. lui giustamente lì non sono le 800/900 mila euro di lavoro ma c'è più il rottame ci facciamo equilibrare i conti abbiamo la finestra del porto di come giostrarcela e dopodiché lui finisce questo e nessuno gli rompe le palle e c'ha la gente che lavora.. noi anche, questo non è che puoi andargli a spaccare a metà.. chi lo taglia il tubo lassù in cima.. allora inc.le.. io sto qua a guardare.. questo è un gran macello... … ...a me.. considerate che.. cioè questa cifra da dare in nero a quel pazzo furioso.. che comunque costa.. lo sappiamo tutti.. c'è il consorzio che loro fanno.. e vogliono le spese per questo... … ...paghiamo con ...inc.le... consideriamo gli 80 di questo colore qua che bisogna dare al pazzo... …e beh scusami se devo fare un conto bisogna metterli nel conto o no.. "

- conv. ... del 17/05/07 ... - GAZZETTI: "Giuseppe (Giuseppe PANSERI n.d.r.) domani mattina passa da Modena... ...che deve andare a Contarina (fonetico) non so dove e allora, siamo rimasti d'accordo che ci vediamo, tu ce la fai domani o no" MAMONE: "io domani non ce la faccio c'ho Garrone in ufficio e non posso dirgli di no?" GAZZETTI: "niente proviamo proviamo a dirgli qualcosa noi dai poi ci ci sentiamo... … ...mi ha chiamato cosa tutto incazzato eh" MAMONE: "ma quello è scemo belin ma quello li è rincoglionito gli ho detto: «senti abbi pazienza domani vado a firmare» no?... ... ... gli ho detto «tu devi andare in Giappone devi andare dove cazzo devi andare... … ...quando torni dal Giappone invece di prendere una tranche prendi il 50 per cento» e penso che sia meglio no?" GAZZETTI: "comunque a me ha detto che domani non firma mica eh!" MAMONE: "e che non firma che cazzo me ne frega a me se non firma se lo va a fare lui ma cosa vuoi che me ne freghi a me comincia dall'alto che io aspetto la parte più bassa e buona notte, che cazzo"

- conv. ... del 18/05/07 ... - GAZZETTI : "ha detto che a te non aveva mai detto che te l'aveva data (risata)... lui ha detto che ti ha detto chiaramente che se andava lui la faceva lui quindi io gli ho detto: «ah a quel punto li se gli hai detto cosi basta chiuso!»" MAMONE: "l'ha sempre detto questo però non... va be!" GAZZETTI: "va be comunque niente, comunque siamo rimasti d'accordo in questo modo Gino che la prossima settimana, non questa, la prossima ci vediamo tutti e cerchiamo di trovare una soluzione"
- conv. ... del 29/05/07 ... - GAZZETTI: "ascoltami, ascoltami eh venerdì riusciamo a fare quell'incontro a Vicenza con Giuseppe (PANSERI Giuseppe n.d.r.) e Claudio? (BARALDI Claudio n.d.r.)... allora parlo io con lui poi se ci vediamo venerdì... giovedì ti dico tutto!"

- conv. ... del 03/08/07 ... - MAMONE: "senti dovrebbe... credo al più presto venir fuori quella cosa la che ti avevo detto giù nel piazzale da me ti ricordi?..." GAZZETTI: "fammi ricordare?" MAMONE: "Trieste... ..ti ricordi?... … ..ah no ti sembra ti devi ricordare sennò dev... eh... cioè non... " GAZZETTI : "eh no no ma va bene va bene se t'ho detto si è si però non... non mi ricordo il titolo... "

- conv. ... del 11/09/07 ... - GAZZETTI: "domani sono a Genova tu non ci sei lì in giro... … … ...cinque minuti volevo solo accennarti quel discorso degli zuccherifici li... … ...m'han det... m'han detto che lì a Piacenza ci sei no? eh infatti volevo parlare un attimo è inutile che ci scanniamo dai!..."

- conv. ... del 19/10/07 ... - MAMONE: "...ciao... se mi mandi un messaggino con i dati lo faccio fare alla BARALDI quella fattura lì dello sponsor o a chi?" GAZZETTI: "...mah fallo fare alla BARALDI (inc.le) no? ma ce... ce li avete..." MAMONE: "cel'ho, cel'ho, cel'ho, cel'ho... cel'ho... va bene ciao caro".

[omissis]

Chiusa anche questa parentesi sul contesto della F.LLI BARALDI SPA -che non pare essere stato richiamato nell'inchiesta “AEMILIA” (quantomeno negli atti pubblicamente noti) – torniamo alla BIANCHINI COSTRUZIONI per l'ultimo capitolo, quello relativo al rapporto con COMUNE DI FINALE EMILIA (ove, come documentammo nel luglio 2010, era arrivata ad operare la ECO-GE dei MAMONE). Un capitolo che permette di chiudere anche il quadro sui subappalti affidati dalle cooperative rosse, in questo caso, sarà l'UNIECO, alla società modenese controllata dalla 'ndrangheta.Esempre attraverso questo capitolo ritroveremo ancora quel rapporto tra BIANCINI COSTRUZIONI ed il Consorzio Stabile COSEAM (quello già richiamato per il ruolo del FURFARO Antonio e del “particolare” appalto affidatogli a Genova da BURLANDO Claudio).


I rapporti tra la famiglia BIANCHINI ed il COMUNE DI FINALE EMILIA

Scrive il GIP: «Si ritiene opportuna la trattazione in questa sede - nonostante formi oggetto dell'ultimo capo di imputazione della seconda richiesta del Pubblico Ministero - degli esiti investigativi relativi ai rapporti tra la famiglia BIANCHINI da un lato, e l'Amministrazione Comunale di Finale Emilia, in particolare con il Responsabile dell'Area Lavori Pubblici e Servizio Manutenzione del Comune Giulio GERRINI, in relazione all'aggiudicazione e alla gestione degli appalti per la realizzazione di opere provvisionali e di ricostruzione post sisma.
E' del tutto evidente, infatti, la stretta contiguità di materia e di ambito spaziale e politico di riferimento, trattandosi di episodi che costituiscono la naturale evoluzione (o, più correttamente, involuzione) delle vicende già trattate nei capi che precedono. In via preliminare giova precisare che la BIANCHINI, in particolare attraverso la figura di Augusto BIANCHINI, non soltanto ha intrattenuto consapevolmente stretti rapporti con affiliati della cellula criminale 'ndranghetista, ma gode di ottime relazioni con l'amministrazione fìnalese, in prima persona con il Sindaco Fernando FERIOLI.
E', tuttavia, la persona di Giulio GERRINI, che a seguito degli eventi sismici verrà a vedersi concentrate nelle proprie mani una serie di attribuzioni in materia di lavori pubblici che ne faranno vero e proprio centro monocratico di potere, in diretta ed esclusiva relazione col FERIOLI, a costituire il referente privilegiato ed esclusivo del BIANCHINI a favore del quale GERRINI adotterà una sistematica serie di favoritismi piegando agli interessi del primo la legittimità e trasparenza dell'azione amministrativa, pur in un contesto tendenzialmente deformalizzato come quello che segue la gestione delle emergenze sismiche.
Una breve premessa si rende necessaria.
Nel corso delle s.i.t. resa ai CC, la dott.ssa Monica MANTOVANI, Segratario generale reggente del Comune di Finale Emilia, ha riferito che in passato, GERRINI aveva ottenuto un periodo di aspettativa dal Comune, dove era impiegato, per prestare attività lavorativa presso la BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l.

Tale circostanza, già ventilata in altre occasioni ma mai confermata ufficialmente, riassume e spiega la natura dello stretto rapporto esistente tra i due e consente di interpretare le vicende oggetto di indagine alla luce di uno solido - ed inquietante - rapporto di conoscenza professionale.
GERRINI appare dunque la figura di fondamentale rilievo per un imprenditore come BIANCHINI nella contingenza del momento, e ciò in virtù sia dei pregressi rapporti di lavoro, sia della posizione in cui il primo si viene a trovare a seguito dell'atti vita di ricostruzione, godendo questi della fiducia incondizionata del Sindaco che gli affida, nella sostanza, le leve dell'intervento in materia di lavori pubblici.
Si è visto nell'esame dei Capi precedenti come la BIANCHINI COSTRUZIONI sia riuscita ad aggiudicarsi un consistente numero di opere già pochi mesi dopo gli eventi sismici del maggio 2012, soprattutto nel Comune di Finale Emilia.

Le indagini hanno chiarito che tale situazione di privilegio è il risultato della combinazione sinergica di due fattori convergenti, entrambi illeciti.
Le attività d'investigazione condotte sul conto di BIANCHINI Augusto, si sono rivelate di fondamentale importanza per riuscire a cogliere le ragioni di tale attivismo, reso possibile grazie all'impegno sinergico con la 'ndrangheta emiliana, rappresentata da BOLOGNINO Michele, che consentiva a BIANCHINI una serie di vantaggi operativi e la possibilità di potersi impegnare su più fronti praticando prezzi concorrenziali.
Sul versante delle commesse, il rapporto privilegiato che legava l'imprenditore di San Felice sul Panaro al funzionario comunale, aveva favorito la BIANCHINI COSTRUZIONI nell'aggiudicazione di numerosi appalti, spesso assegnati mediante affidamento diretto da parte del predetto Giulio GERRINI. Tale situazione, già presente nei periodi antecedenti al sisma, si era fortemente accentuata dopo il terremoto, scatenando diverse reazioni non solo sul piano politico, ma anche all'interno della stessa amministrazione comunale.

Nel corso di numerose conversazioni, è infatti emerso come l'imprenditore ed il pubblico funzionario avessero costanti contatti ed incontri, legati alla discussione di preventivi, appalti o pagamenti, palesando l'esistenza di un rapporto "privilegiato" con la pubblica amministrazione fìnalese da parte di BIANCHINI Augusto.
Un primo spunto in grado di qualificare la condotta di GERRINI in favore della BIANCHINI COSTRUZIONI, è quello fornito dalla conversazione registrata il 17.10.2012. In quella circostanza l'imprenditore contatta GERRINI per chiedergli notizie a proposito dei bandi di gara per gli alloggi, apprendendo che il Comune di Finale Emilia aveva rinunciato alla gara per i MAP (Moduli Abitativi Provvisori), essendo esclusivamente interessato a quella dei comuni (ricostruzione della sede comunale), per la quale l'indomani in Regione ci sarebbe stata l'apertura delle buste. Di particolare rilievo è la successiva affermazione di GERRINI: dopo aver comunicato al suo interlocutore di essere stato nominato commissario di gara, aggiunge che il Comune aveva presentato alla Regione Emilia Romagna un progetto per l'urbanizzazione di un'area sulla quale realizzare il magazzino comunale lasciando intendere che, qualora fosse stata approvata la loro idea, quasi certamente la realizzazione delle opere sarebbe stata affidata alla BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l. che aveva fatto un bel lavoro in via Rovere (urbanizzazione per le scuole).

Giova rammentare che questi ultimi lavori erano stati realizzati con il diretto coinvolgimento di BOLOGNINO Michele e degli operai da questi gestiti.

Il 04.12.2012, GERRINI informa BIANCHINI Augusto di aver ottenuto il visto di congruità (probabilmente dalla Regione) per i suddetti lavori di urbanizzazione.
Di particolare significato è il passaggio in cui GERRINI precisa a chiare lettere che le urbanizzazioni erano "in carico" a lui, volendo sottintendere di aver ottenuto la totale gestione del progetto e, di conseguenza, la possibilità di favorire la BIANCHINI COSTRUZIONI per l'affidamento delle opere ("... te l'ho detto che me l'hanno passato il preliminare?... abbiamo telefonato tre... quattro giorni fa... e han detto che ci davano il visto di congruità... adesso io ho fallo il progetto... io ho fatto... adesso le urbanizzazioni sono in carico a me... la UNIECO fa il suo magazzino... ").
Il successivo dialogo tra i due rivela inoltre che la BIANCHINI COSTRUZIONI stava già lavorando nella predetta area, in virtù di un subappalto ottenuto dalla UNIECO per lo scotico e la stabilizzazione dell'area in cui sarebbe sorto il magazzino ("... adesso noi... allora adesso... loro partono da là infondo... e vengono... la UNIECO mi ha detto che fa il... il municipio diciamo... ed un parcheggio... ed arriverà... "); GERRINI spiega inoltre che per il progetto era stata autorizzata una spesa di 2.600.000 euro.

Va precisato che, al pari di quanto si era accertato per la costruzione delle scuole di Via Rovere, anche la realizzazione del municipio e del magazzino comunale facevano parte di una serie d'interventi appaltati direttamente dal Presidente della Regione Emilia Romagna in qualità di Commissario Delegato alla ricostruzione, mentre le relative opere di urbanizzazione erano demandate all'amministrazione comunale, che ne avrebbe gestito l'assegnazione tramite apposito bando di gara.

Nel caso specifico, le verifiche espletate presso l'ente appaltante, ossia la Regione Emilia Romagna, hanno evidenziato che la gara per la costruzione del nuovo municipio di Finale Emilia e del relativo magazzino comunale (LOTTO 3), era stata vinta della società cooperativa UNIECO di Reggio Emilia, la quale aveva ceduto in subappalto alla BIANCHINI COSTRUZIONI lavori di "'scavi e movimento terra" nonché "nolo a caldo lavori di sbancamento".

Anche nel caso delle scuole di Via Rovere, la BIANCHINI COSTRUZIONI aveva dapprima ottenuto un subappalto dalla CMC di Ravenna aggi udì cataria dei lavori principali, per poi vedersi assegnare le relative opere di urbanizzazione dal Comune. Nel caso del municipio e del magazzino comunale si stava profilando la medesima situazione - più che suggestiva di un modo di procedere elevato a sistema - dal momento che la BIANCHINI aveva ottenuto due subappalti dalla UNIECO per la realizzazione delle opere e, nel contempo, GERRINI si stava già adoperando per assegnarle i relativi lavori di urbanizzazione.

Nel medesimo contesto temporale venivano registrate altre conversazioni di rilievo per il corretto inquadramento di rapporti tra GERRINI e BIANCHINI.

Dopo un primo dialogo in cui gli interlocutori si soffermano a lungo sulla questione amianto, GERRINI confida all'amico che il Sindaco FERIOLI aveva ricevuto pesanti lamentele da alcuni imprenditori di Mirandola (tra i quali ZACCARELLI), i quali pretendevano il pagamento dei lavori effettuati: BIANCHINI conferma di averlo saputo direttamente dal Sindaco, per poi esprimere un parere fortemente negativo nei confronti del collega imprenditore (forse lo stesso ZACCARELLI), colpevole di aver dato vita ad una capillare campagna denigratoria nei suoi confronti in tutti i Comuni del cratere del sisma (per estrometterlo dai lavori di ricostruzione).
Al riguardo, GERRINI sostiene di aver consigliato al Sindaco di autorizzare i pagamenti per i lavori già ultimati, allo scopo di azzerare ogni obbligazione con l'interessato per poi sentirsi libero di escluderlo, eventualmente, dalle successive opere ("... gli ho detto... noi gli paghiamo tutto il lavoro del castello... perché l'ha fatto... l'ha fatto bene ... è finito da un pezzo... e così... dopodiché tu non devi più niente a lui... e basta!... quindi lo chiami se lo vuoi chiamare... non lo chiami se ritieni di non chiamarlo... perché purtroppo vedi Augusto... e questo vale per tutti... quando tu devi... hai una situazione di sudditanza... e su certa gente... dopo crea tutta una serie di ulteriori cose... e non va bene... "). BIANCHINI cerca a questo di sottolineare la sua correttezza nei confronti dell'amministrazione comunale ("... allora vedi Giulio... allora io credo... a proposito di questo discorso... per un insieme di motivi... di essere stato... ") ma GERRINI lo interrompe subito, mettendolo di fronte al fatto di aver sempre ricevuto un trattamento privilegiato ("... qua hai avuto bene... eh?..."). BIANCHINI non può che arrendersi all'evidenza ("... ma Dio Bono!!... ma scherzi?!... ").
Poco dopo i due incontrano l'assessore D'AIELLO Angelo, invitandolo a prendere un caffè insieme a loro. Durante il breve tragitto fino al bar KIMIU di Finale Emilia, D'AIELLO racconta ai suoi accompagnatori che, durante il consiglio comunale tenutosi il giorno prima, un consigliere della Lega Nord aveva avanzato un'interrogazione, alludendo verosimilmente a questioni inerenti i cantieri aperti per la ricostruzione.
Dopo una breve sosta durante la quale gli interlocutori si erano allontanati dal veicolo, i tre risalgono in auto, ed iniziano a scambiare alcune battute di singolare rilevanza, riallacciandosi proprio all'affermazione fatta poco prima da D'AIELLO circa l'interrogazione del consigliere leghista.
GERRINI esordisce rammentando ai presenti l'appuntamento delle ore 14.00 con i dirigenti dell'UNIECO, del quale BIANCHINI Augusto dice di essere informato ("...BIANCHINI: adesso vado a casa poi dopo...alle due c'ho già un appuntamento con...con UNIECO..."). Subito dopo D'AIELLO ironizza sul modo in cui quest'ultimo fosse riuscito a subentrare anche in quei lavori (stabilizzazione del nuovo Magazzino Comunale in subappalto), commento al quale fa seguito GERRINI, affermando che la BIANCHINI COSTRUZIONI era riuscita ad ottenere il sub appalto da parie della UNIECO nonostante le problematiche derivanti dai ritrovamenti di amianto ("....D'AIELLO: dai portate a casa anche quel lavoro li Augusto di cosa ti lamenti... […] GERRINI: perchè adesso scusa, tornando al discorso di prima, allora in un caso del genere, per esempio che UNIECO fa fare i lavori a lui... cioè è la stessa cosa e... D'AIELLO: eh... è un appallo libero GERRINI: allora cioè che senso ha non chiamarlo se poi altri lo chiamano cioè...bhò...").

D'AIELLO, proseguendo col suo tono sarcastico, fa invece presente che se fosse dipeso da lui, avrebbe affidato le opere a ZACCARELLI (inviso sia a BIANCHINI che ai due amministratori comunali) ("...D'AIELLO: io non lo chiamerei [...] chiamiamo poi, chiamiamo poi... Zoccarelli...").
Non è affatto casuale la circostanza che D'AIELLO riporti agli astanti l'eco dell'intervento consiliare dell'opposizione che, manifestava dubbi sulla legitimità di alcune procedure di assegnazione di lavori.
Le conversazioni captate il 12.12.2012 a bordo della Range Rover in uso a BIANCHINI Augusto, rivelano che il rapporto instauratosi tra l'amministrazione finalese e BIANCHINI Augusto, sia saldamente incardinato su categorie di tipo clientelare.
Durante il dialogo in esame, BIANCHINI informa GERRINI che il giovedì seguente avrebbe pranzato con il Sindaco FERIOLI e l'Assessore D'AIELLO per discutere delle opere da eseguire ("... poi io giovedì... sono fuori a pranzo con il Sindaco e Angelo... che... t'ha dato l'autorizzazione... e allora fa... dai... andiamo fuori che discorriamo..."), confermando la sua piena disponibilità ad andare incontro alle esigenze dell'Amministrazione Comunale, la quale gli aveva offerto il proprio appoggio in un momento di difficoltà ("... allora... il discorso è questo... mi pare giusto... tu lo sai come sono fatto no?... mi piace sempre di rispettare un discorso... no?... perché mettere una persona davanti a un fatto compiuto non è mai bello... bene... allora... loro hanno detto che non hanno nessun problema... anzi... mi fanno... tu ci hai dato una mano per tre... quattro anni... loro parlano a nome del Comune... perché noi te la dobbiamo dare adesso... perché tra l'altro a noi non costa niente... cioè... però... quindi... in virtù di questo dico... ho piacere di parlare... cosasi aspettano... cosa vorrebbero... cosa intendono... insomma... ").
GERRINI approva, sottolineando che anche a lui il Sindaco aveva confidato l'intenzione di aiutare la BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l. ("... io con Fernando e 'ho parlato... quello che dici è vero... però secondo me ... preferisce che tu non lo... direttamente... no... ma è giusto che ci sia il rispetto istituzionale... cioè... il fatto di dare una mano ad un'azienda non c'è niente di male... perché qui si parla esclusivamente di... ").
Proseguendo nella propria analisi, GERRINI consiglia all'imprenditore di approfittare del pranzo per fare un quadro generale della situazione con i due politici ("... ecco... siccome oggi è già mercoledì... e tu vai... io venerdì se fossi in te... parlerei un pò ' di tutto, cioè... "), aggiungendo che, a suo avviso, sarebbe stato addirittura preferibile se la BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l. non avesse ottenuto direttamente i lavori, ma fosse rimasta più defilata subentrando in subappalto, alludendo chiaramente alle opere di urbanizzazione citate ("... poi... magari... se tutti e due non li vinci direttamente te... non mi dispiacerebbe... poi... oh... vediamo insomma... comunque tu... questo diciamo... deriva dal fatto che... eh... gli studi li avevamo fatti all'inizio con le... eh... cioè... non è che ci sono motivi diversi... eh... ").
Parziali rivelazioni sull'esito del suddetto pranzo, giungono dall'ascolto della conversazione ambientale registrata alle 11.30 circa del 15.12.2012; nella circostanza BIANCHINI fa salire sulla propria auto D'AIELLO Angelo, con il quale si sofferma a discutere dell'atteggiamento tenuto dal Sindaco FERIOLI durante il pranzo del giorno precedente. L'assessore fa presente che, in linea con il proprio profilo, FERIOLI aveva evitato di prendere impegni ("... ah... niente!... è andata come me l'aspettavo... lui impegni non se ne prende con nessuno... eh..."), ma BIANCHINI esterna la sua preoccupazione su un'eventuale atteggiamento ostile da parte del sindaco nei suoi confronti ("... no... però... ok... e questo un po' me l'aspettavo anch'io... però la preoccupazione... è se si mette di traverso... "). D'AIELLO esclude questa eventualità precisando che, anche dal punto di vista strettamente politico, FERIOLI non avrebbe avuto nessuna convenienza ad intromettersi in questioni che non lo riguardavano o a prendere provvedimenti contrari ad una prassi consolidata nel tempo ("... no!... dì traverso non si mette nessuno... perché nessuno mette il naso in quelle faccende lì... anche perché poi... eh... sono sempre andate bene... eh... quindi... quindi secondo me adesso il... il punto... è che voi troviate un equilibrio insomma... senza spaccare il mondo... capilo?... ").
Si vedrà, di seguito, che tali affermazioni, evocative di una vera e propria strategia operativa da parte di ha assunto il pieno ed arbitrario governo dei Lavori pubblici comunali, abbiano trovato puntuale riscontro nella pratica.
Gli elementi dianzi esposti consentono di leggere le vicende seguenti nel quadro dei rapporti di totale contiguità che intercorrono tra GERRINI (il FERIOLI) da un lato e la BIANCHINI COSTRUZIONI dall'altro».

Il GIP entra quindi nel dettaglio dei fatti emersi dall'indagine, segnalati dal Reparto Operativo dei Carabinieri nelle loro Informative:

«La presentazione del falso stato avanzamento lavori per le opere del cimitero di Finale Emilia e gli accordi per l'affidamento della demolizione di un fabbricato sito in Via Trento Trieste.
Un primo puntuale episodio di particolare rilevanza, è quello relativo alla presentazione del SAL (stato di avanzamento lavori) per le opere realizzate presso il cimitero di Finale Emilia.

Alle 08.30 circa del 19.11.2012, BIANCHINI Augusto chiama il geometra ROCCA esortandolo a preparare la contabilità per il cantiere del cimitero di Finale Emilia, in quanto avevano quasi raggiunlo i 100.000 euro di opere, corrispondenti allo Stato di Avanzamento Lavori. ROCCA chiedeva se nel calcolo avrebbero dovuto considerare anche i lavori eseguiti prima del suo arrivo, ottenendo conferma in tal senso da parte di BIANCHINI, il quale precisava per altro che lutto avrebbe dovuto essere fatturato dalla BIANCHINI COSTRUZIONI s.r.l.

Nella mattinata del 20.11.2012 BIANCHINI Augusto si reca sul cantieredel cimitero a Finale Emilia e in quel frangente vengono intercettate una serie di conversazioni ambientali di notevole rilevanza investigativa: la contemporanea presenza in macchina di BIANCHINI Augusto e ROCCA Tiziano ha consentito l'acquisizione d'importanti elementi probatori. ROCCA riferisce che, dai calcoli effettuati, nonostante avesse gonfiato i conteggi inserendo voci in più, non risultava ancora raggiunto l'importo di 100.000 euro previsto dal SAL ("... e quattro ferri... il SAL io ho fatto... non... con quello che abbiamo... non arriviamo all'importo... ho aggiunto altre cose... con quello che abbiamo... arriviamo a 83 (83.000 euro)... è già pronto in ufficio... ho fatto tutti i conteggi ieri... con quello che abbiamo realmente eseguito... ho aggiunto... ho messo lutto... tutto quello... ho messo un 50% che è esageralo... di quantità in partita provvisoria di ferro... perchè io qua non ho una bolla di ferro... non so neanche cosa ci sia... cioè una bolla... tu non hai la fattura?... di... di... di quelli che te l'hanno fallo?... io ho bisogno di avere il quantitativo... anche perchè non ho ancora capito... il ferro qua... è a nome Bianchini?... o a nome dell'altra impresa?...").

BIANCHINI assicura di potergli procurare la fattura ("... si... si... ce l'ho... ce l'ho... si... si... la trovo... "), anche se si trattava di un documento inutile per lo stato di avanzamento lavori ("... per il SAL non e 'entra... "). Il geometra spiega che la fattura sarebbe stata indispensabile al momento di certificare l'acquisto del ferro ("... no! se... c'entra per quanto riguarda i certificati... perchè tu alla fine devi dare i certificati del... del ferro... come documentazione... ") e BIANCHINI aggiunge che avrebbe prodotto quella relativa alle ultime forniture ricevute ("...darò quella che prendiamo adesso... "). ROCCA teme comunque che, in caso di verifiche, potrebbe emergere una discrepanza tra la data del certificato e quella effettiva di inizio lavori ("... basta che li diamo dei certificati... relativi afferro... perchè se poi loro vanno a vedere la data del certificato... e la data di inizio lavori... non coincidono... "), ma BIANCHINI lo tranquillizza, essendo sicuro che nessuno avrebbe effettuato quel tipo di controllo ("... sii!!... ma non ci vanno!!... "): riechegga la frase di GERRINI, che si dice sicuro che " ... nessuno mette il naso in quelle faccende lì... anche perché poi... eh... sono sempre andate bene... " . Dunque, appare palese che BIANCHINI si senta tranquillo perché conta di essere messo al riparo da ogni controllo.
Nel prosieguo i due riprendono a parlare dell'ammontare complessivo dei lavori eseguiti e ROCCA conferma di non essere riuscito a raggiungere i 100.000 euro del SAL ("... ottanta e rotti... io c'ho buttato dentro tutto... e adesso io sono arrivato... buttando dentro cose che non abbiamo fatto... però... ").
BIANCHINI chiede allora se avesse parlato con GERRINI per trovare una soluzione ("... tu hai parlato con Giulio?... ") e ROCCA conferma, precisando che anche GERRINI gli aveva suggerito di inserire nel conteggio tutte le voci possibili ("... io ho parlalo con Giulio... mi ha detto cosi... portami delle quantità... che poi io le metto dentro... allora io le quantità le ho tirate fuori tutte... quelle reali... e poi ho aggiunto!... ho aggiunto più... per arrivare... eh!... e sono arrivato a cento (100.000 euro lordi)... però non lo so se sia... dobbiamo arrivare a più di cento... perché non lo so lo sconto quanto sia... "). BIANCHINI spiega che lo sconto era fissato al 3% ("... lo sconto te l'ho detto è il 3%... "), per cui i due parlano della necessità di predisporre una fattura intestata al Consorzio COSEAM superiore ai 100.000 euro da presentare a GERRINI Giulio. ROCCA si impegnò quindi a redigere la fattura dell'importo stabilito ("... ma allora... io porto le quantità a Giulio per arrivare a 100... 105... io porto la quantità per arrivare a 105... 103... 102... io faccio fatica ad arrivare ai cento... ho già aggiunto altre robe dopo... parlano delle quantità di materiale da impiegare... ") e nel frattempo BIANCHINI si fa carico di parlarne con GERRINI per concordare una strategia ("... adesso vado a parlare con Giulio... io adesso vado a parlare con Giulio... dopo che ho parlato con lui ti dico come muoverti... ").
In effetti, alle 09.30 seguenti, BIANCHINI contatta Giulio GERRINI e si accorda per vedersi in centro a Finale Emilia. Dopo qualche minuto i due salgono a bordo dell'autovettura di BIANCHINI.
La conversazione, oltre ad affrontare il tema dello stato avanzamento lavori, si sposta quindi sul progetto di demolizione, e successiva ricostruzione, di un fabbricato sito in via Trento e Trieste che GERRINI, ancor prima di aver formalizzato le procedure di gara, era intenzionato ad assegnare arbitrariamente a BIANCHINI Augusto.
L'intento emerge chiaramente dalle battute captate nel frangente in esame, durante le quali GERRINI ammette di aver già effettuato un sopralluogo presso il fabbricato e che era sua intenzione avanzare quanto prima una proposta progettuale per poi bandire la gara d'appalto ("… poi... la settimana scorsa... penso che però CARUSO te l'abbia detto... o no?... siamo andati lì... del... del fabbricato... perché quello lì... siccome ce l'hanno approvato... potremmo fare... uno dei primi che vedemmo... sai quello... in via Trento e Trieste?... che viene fuori dalla linea degli altri?... dove c'è il falegname sotto... allora... siccome noi non l'avevamo mai visto dentro... venerdì scorso... io e quell'ingegnere giovane di CARUSO... quello che era anche lì... della demolizione... siamo andati dentro a vedere almeno una parte... che è quella più danneggiata... allora... se noi adesso arriviamo a fare una proposta progettuale... io convoco i proprietari... e poi dopo facciamo la gara..."). La circostanza, in sé più che discutibile, che tali programmi siano resi noti in anteprima ad un possibile competilor divenne però di assoluta rilevanza in ragione delle successive affermazioni di GERRINI, che propone apertamente a BIANCHINI la futura realizzazione dell'opera, facendo ovviamente intendere di voler "pilotare" l'assegnazione dell'appalto in suo favore (".. .e facciamo i lavori... penso che a te interessi far quelli lì?!... ").
Dopo alcune divagazioni sul tema dell'amianto - nel corso delle quali GERRINI si dichiara certo dell'estraneità del BIANCHINI - viene di nuovo affrontato il tema dei lavori di via Trento Trieste. ("..allora... io ti ho detto come stan le cose... cioè... perché... siccome l'abbiam visto all'inizio come BREGOLI... mi sembrava corretto dirti se ti interessa... poi dimmi te... ecco..."), per la cui approvazione non ci sarebbe stato alcun problema.
GERRINI sostiene infatti che, in occasione di una riunione tenutasi in Regione insieme al sindaco di Finale, aveva ricevuto il plauso del responsabile della Protezione Civile, ragion per cui erano stati approvati tutti i lavori richiesti. Di conseguenza, onde poter continuare a sfruttare questa favorevole propensione nei loro confronti, GERRINI chiede di esortare CARUSO ad approntare quanto prima una proposta progettuale per l'opera in argomento ("...Giulio GERRINI: Ecco io ti chiedo solo una cosa Augusto perchè noi....ieri sono stato in Regione con Fernando (Ferioli Sindaco di Finale), (rumori tipo sfogliare) la Protezione Civile no c'era Egidi, il capo assoluto, sono andato a chiedergli altri lavori e lui alla fine ha detto: voi siete tra i migliori, è un piacere lavorare con voi, e me li ha lutti approvati. Poi con lui (Egidi al sindaco Ferioli) gli ha detto: tu hai un tecnico bravo fa, io li vedo tutti... voglio arrivare a dir questo, bisogna che Beppe (forse Giuseppe Caruso) mi faccia questa ipotesi in tempi brevissimi..."), al line di poter dare subito corso alle necessarie incombenze ("...Giulio GERRINI: in modo che noi contattiamo i proprietari, poi se sono d'accordo facciamoo... BIANCHINI Augusto: Si sii Giulio GERRINI:facciamo quello che c'è da fare...").

Particolarmente indicativa di come GERRINI avesse già programmato ed avviato l'iter teso a favorire la BIANCHINI COSTRUZIONI nell'aggiudicazione dell'appalto, è la successiva affermazione, con la quale egli sostiene di aver già intavolato delle trattative con i proprietari dello stabile, alla presenza dell'ingegner CARUSO e di altri personaggi alle dipendenze di BIANCHINI; GERRINI spiega infatti che i quall'occasione i predetti, erano stati presentati come suoi collaboratori e non come i futuri incaricati della BIANCHINI COSTRUZIONI. La puntualizzazione di GERRINI voleva evidentemente significare che al momento, in cui non vi era nessun bando di gara e la questione era ancora in una fase embrionale, la scoperta di una collaborazione tra lui ed inviati della ditta che si sarebbe aggiudicata l'appalto, avrebbe ovviamente destato non pochi sospetti ("...io in questa fase... eh... con loro... ho detto che... con Beppe così... cioè quella gente lì... sono miei collaboratori eh?... dopo che alla fine lo fai tu... e li paghi tu... questo è un altro paio di maniche... eh?!... però ho detto che è gente che lavora per me..").
BIANCHINI si mostra ovviamente interessato all'appalto ed aggiunge che l'indomani avrebbe incontrato CARUSO, col quale avrebbe poi concordato l'esecuzione di un ulteriore sopralluogo ("... io domani... io domani a Milano vedo Giuseppe... benissimo!... hai fatto benissimo... eh... entro fine settimana torno con lui... guardiamo un pò tutto... e parliamo un pò ' in generale di tutte le cose..").
L'appendice finale della conversazione in esame, riserva un ulteriore elemento di particolare valenza; mentre GERRINI stava scendendo dall'auto, BIANCHINI gli ricorda dello Stato di Avanzamento Lavori del cimitero, del quale avevano evidentemente discusso nei minuti in cui erano scesi dall'auto. La lapidaria affermazione di BIANCHINI ("... fammi la cortesia del SAL!..."), con la quale esortava l'amico funzionario a fargli "la cortesia" del SAL, non può che essere interpretata come una richiesta di accondiscendenza, perché accogliesse con esito favorevole la documentazione falsa che a breve gli sarebbe stala consegnata da parte del geometra ROCCA Tiziano.
Ciò trova conferma proprio nella risposta di GERRINI, che lasciò intendere il suo concreto interessamento ("... appena Tiziano me lo porta...").
In seguito, 28.11.2012 BIANCHINI si sente con il geometra Tiziano ROCCA e gli chiede se si sia recato in Comune a Finale Emilia per lo Stato di Avanzamento Lavori ("... ci sei andato per il SAL?... "): questi conferma, precisando che la pratica era pronta e che, quasi certamente, GERRINI aveva già provveduto ad inoltrare la fattura al Consorzio COSEAM ("... si... si... tutto pronto... eh... GERRINI mi ha... mandato... dovrebbe aver mandalo... o la manderà oggi... eh... una copia de... della fattura da fare... a noi per conoscenza... e l'ha inviata al Consorzio... mi ha detto... mi ha detto che la invia a noi per conoscenza... e al Consorzio... infatti lui mi ha detto... se gli invio una copia a te per conoscenza... ed invio una copia da far la fattura al Consorzio... bene gli ho detto... ecco io sono andato... e abbiamo... e ha già preparato tutto... mi diceva così che me le faceva avere... per conoscenza in sede... e al Consorzio la mandava come originale insomma... per preparare la fattura... "), confermando in tal modo l'effettivo intervento del predetto.
Alcuni minuti dopo le 08.00 del 29.11.2012, BIANCHINI esorta ROCCA a procurarsi una copia dello Stato di Avanzamento Lavori approvato dal Comune di Finale Emilia, perché avrebbero dovuto recapitarlo al Consorzio COSEAM di Modena: questi aggiunse che avrebbe chiesto a GERRINI di fargliela avere.
In effetti, la conversazione captata dopo circa un paio d'ore, dà contezza di come quest'ultimo, per poter definire la pratica, avesse chiesto a ROCCA ulteriore documentazione inerente le posizioni INPS e INAIL del Consorzio COSEAM. La questione viene comunque risolta in giornata, come si evince dalla telefonata intercettata alle successive ore 17.28 tra BIANCHINI Augusto e ROCCA Tiziano».


I rimedi contro l'esclusione della 'White List'

Il GIP, nell'Ordinanza di Custodia Cautelare, riprende anche quanto indicato, nelle Informative del Reparto Operativo dei Carabinieri, in relazione alla “strategia” dei BIANCHINI per aggirare la misura interdittiva adottata dalla Prefettura di Modena. Lo fa nel praragrafo titolato «I rimedi contro l'esclusione della 'White List'». Questo è l'ultimo aspetto che vediamo in questa terza, lunga, parte.

«Durante le indagini sulla BIANCHINI COSTRUZIONI, l'azienda fu investita da due eventi che stravolsero lo scenario e le condotte degli indagati: il rinvenimento di amianto in numerosi siti della ricostruzione in cui aveva operato la BIANCHINI e, a meno di un anno di distanza, la sua esclusione dalla White List istituita presso la prefettura di Modena (provvedimento di rigetto n. 17162/2013/Areal datato 18.06.2013).
(…)
BIANCHINI si trovò dunque al centro di un vero e proprio scandalo che, a livello locale, ebbe anche una particolare risonanza mediatica. Ciò determinò ovviamente una brusca battuta d'arresto nell'acquisizione di commesse pubbliche da parte della BIANCHINI COSTRUZIONI ed un sensibile "raffreddamento" dei rapporti tra BIANCHINI Augusto e BOLOGNINO Michele. E' proprio quest'ultimo che, nel corso di una conversazione ambientale registrata il 28.11.2012, manifestò a chiare lettere il suo disappunto nei confronti dell'imprenditore di San Felice, col quale era in disaccordo sui conteggi relativi alla retribuzione degli operai. BOLOGNINO era infatti particolarmente infastidito perché si trovava nell'impossibilità di confrontarsi con BIANCHINI Augusto, proprio per timore che quest'ultimo fosse oggetto di attività di intercettazione.
Assorbito l'iniziale contraccolpo dello scandalo amianto, BIANCHINI Augusto cercò di fronteggiare la situazione adottando una linea difensiva basata sostanzialmente sull'ipotesi che l'azienda fosse vittima di un "sabotaggio", architettato da qualche impresa concorrente.
Nel contempo, le attività tecniche d'intercettazione fecero affiorare anche una parallela "strategia aziendale", in virtù della quale BIANCHINI stava meditando diverse soluzioni, tra le quali la cessione di un ramo d'azienda o la costituzione di una nuova ditta ("...BIANCHINI: tutte le persone con le quali parlano dicono che conviene chiudere la ditta ed aprirne un'altra. Ci sarà un motivo...[...] e già che ero li l'ho detto anche a Massimo, che un'azienda per poter prendere, a parte che lui più che un ramo d'affitto farebbe proprio un'acquisizione vera dì una parte, deve però essere attiva da 5 anni [...] secondo me, per dirla alla veloce, vale la pena... cambiare ditta... e sulla BIANCHINI se ti rompono i maroni, fai prima a portare i libri in Tribunale e ti sbatti i maroni...").

Particolarmente eloquente risultò essere la conversazione captata il 07.11.2012 alle ore 09.24, nel corso della quale BIANCHINI Augusto ed il suo interlocutore si soffermavano sulla necessità di trovare rapidamente la giusta strategia aziendale, che gli consentisse di non perdere la grande occasione rappresentata dai lavori di ricostruzione post sismica. Per questa ragione, BIANCHINI sembrava intenzionato a costituire immediatamente una nuova ditta che avrebbe acquisito un ramo d'azienda della BIANCHINI COSTRUZIONI, la quale sarebbe poi stata dismessa ("...BIANCHINI A.: che adesso hanno pensato (ndr. forse gli avvocati) di costituire subito un'altra azienda...poi quest'altra azienda dopo un certo periodo prende in affìtto un ramo della BIANCHINI eh...la BIANCHINI per farla morire...[...] PAPAZZONl E.: no il più è non perdere l'opportunità che c'è adesso Augusto... BIANCHINI A.: ah quella... PAPAZZONl E.: perchè il discorso è che i lavori per le zone terremotate che ci sono adesso... BIANCHINI A.: non ci sono più... PAPAZZONI E.: è adesso che bisogna tirare..."). Ciò nonostante, l'imprenditore non nascondeva il suo scetticismo e le preoccupazioni di essere comunque estromesso dagli appalti più importanti ("...BIANCHINI A.: temo che questa opportunità sia persa...''), opinione parzialmente condivisa dal suo interlocutore.
E' proprio a questo punto del dialogo che quest'ultimo esterna una considerazione particolarmente rilevante alla luce delle future acquisizioni investigative: Emanno PAPAZZONI sosteneva, infatti, che BIANCHINI si sarebbe dovuto "accontentare" di acquisire commesse in sub appalto, alternativa meno remunerativa ma pur sempre funzionale alla partecipazione dell'azienda nel grande business della ricostruzione ("...PAPAZZONl E.: chiaro che dovrai indubbiamente accontentar ti... un conto avere l'appalto diretto e un conto magari è...però che cazzo fai... non puoi mica stare alla finestra ad aspettare...").
Tra le varie ipotesi prese in considerazione dai coniugi BIANCHINI per il futuro dell'azienda di famiglia, vi era anche quella di attribuire al figlio Alessandro maggiori responsabilità, sebbene BIANCHINI e sua moglie BRAGA Bruna avessero espresso alcune riserve in proposito. Ciò nonostante, i due coniugi erano ben consapevoli che l'azienda avesse bisogno di un "ricambio", ragion per cui BIANCHINI Augusto avrebbe dovuto comunque farsi da parte ("...BRAGA Bruna: Non è quello adesso, quindi ci vuole una persona che stia dietro con la testa, che possa decidere, che possa fare, che tu non devi andare a dire [...] BIANCHINI Augusto: Cioè quello che voglio dire, se è necessario che ci voglia un aiuto ed un ricambio è naturale cioè è logico, cioè per noi due... BIANCHINI Augusto: Alessandro non può reggere tutte da solo...").
La conversazione ambientale del 06.12.2012, sembrò comunque documentare la decisione di affidare a BIANCHINI Alessandro l'eredità del padre, pur nella consapevolezza di esporlo ad eccessive assunzioni di responsabilità ("...BRUNA: adesso bisogna., prima cosa che tu ne vieni via perchè è meglio...[...] AUGUSTO: bisogna pensare chi va al mio posto.. BRUNA: io sinceramente, perchè non mi piace questa cosa che ho sempre condannato chi l'ha fatto e adesso sarei pronta a farlo io., se non lo volesse fare Alessandro., che non sono mai sicura che certe firme... o certe cose... vengono fatte... se è giusto farle., cioè hai capito?., che sarebbe anche un freno per tuo figlio., grande., dopo non è mica giusto mettere dentro., capito?...'')

...omissis...

Come si è accennato poc'anzi, parallelamente alla vicenda amianto la BIANCHINI COSTRUZIONI dovette fronteggiare anche un'altra particolare criticità, rappresentala dal diniego d'iscrizione alla "White List" a causa dei legami con la criminalità organizzata calabrese.

L'azienda si trovò così nuovamente al centro di una delicata questione, che andava ulteriormente a lederne l'immagine e la credibilità agli occhi dell'opinione pubblica, soprattutto a causa della particolare risonanza mediatica che la vicende ebbe nelle cronache locali.
Tutto ciò andò inevitabilmente a condizionare le scelte di BIANCHINI, il quale fu costretto ad adottare rapide e più radicali contromisure rispetto a quelle inizialmente concepite che, pur mantenendo inalterati gli originari disegni, andarono a collocarsi in una strategia più articolata e snodata su un doppio livello d'azione.
Da un lato, BIANCHINI Augusto avanzò infatti formale ricorso avverso il provvedimento prefettizio di esclusione dalla "White List" e, dall'altro, concretizzò l'iniziale progetto di affidare al figlio Alessandro un ruolo di maggiore responsabilità nella gestione degli '"affari di famiglia". Il 22.07.2013, egli ha costituito una nuova impresa (IOS Costruzioni) che, come si vedrà a breve, è andata immediatamente a raccogliere l'eredità della BIANCHINI COSTRUZIONI in termini di operatività nell'acquisizione di appalti pubblici su Finale Emilia.
Il 01.08.2013, la BIANCHINI COSTRUZIONI presentava alla Prefettura di Modena un'istanza di riesame, con la quale si evidenziava il riassetto societario e, soprattutto, la nomina di SILVESTRI Giuseppe Fortunato quale nuovo presidente del consiglio di amministrazione dell'azienda.
Gli accertamenti disposti hanno tuttavia documentato oggettivamente come le variazioni, finalizzate a dimostrare formalmente un cambio dei soggetti deputati ad indirizzare le scelte aziendali, si siano di fatti rivelate del tutto apparenti e inidonee a mutare la realtà di fatto della governarne aziendale, rimasta saldamente nelle mani della famiglia BIANCHINI, e sella specie di Augusto. Dagli accertamenti esperiti in proposito, risulta infatti che il nuovo vice presidente del Consiglio di amministrazione è BIANCHINI Alessandra (figlia di Augusto), mentre la titolarità delle quote è stata suddivisa tra la predetta, suo fratelloBIANCHINI Nicola e la madre BRAGA Bruna (moglie di Augusto), nonostante il profilo reddituale degli interessati non apparisse congruo a giustificare l'operazione finanziaria alla base del mutamento societario, relativa alla sottoscrizione del capitale sociale pari a 1.000.000 di Euro da parte di soggetti privi di redditi adeguati.
BIANCHINI Augusto continua peraltro a figurare nell'assetto societario quale direttore tecnico, unitamente a suo figlio BIANCHINI Alessandro.
E' dunque evidente che la nuova forma aziendale dissimulava la sostanza che vedeva BIANCHINI Augusto continuare ad influenzare le scelte aziendali, lasciando invariale le ragioni che avevano determinato il provvedimento di rigetto di iscrizione alla "White List".
In effetti, il ricorso avanzato dalla BIANCHINI COSTRUZIONI risulta essere stato respinto.
Non va, poi, sottaciuto un altro aspetto di particolare rilevanza, che riguarda il nuovo presidente del CdA, nella persona di SILVESTRI Giuseppe Fortunato, che risulta essere stato membro unico del Nucleo di Valutazione in forma monocratica nominato dal Comune di Finale Emilia (MO), istituito per la valutazione e la distribuzione degli Incentivi economici al personale titolare di Posizioni Organizzative del predetto Comune.

La nascita della ditta individuale "IOS" di BIANCHINI Alessandro e l'appalto per la rimozione delle macerie del castello di Finale Emilia

In un'annotazione di Polizia Giudiziaria redatta dal comandante della Stazione Carabinieri di Finale Emilia in data 30.09.2013, il militare segnalava di aver notato BIANCHINI Alessandro e GERRINI Giulio "parlare riservatamente'' nei pressi della locale sede comunale. La relazione metteva altresì in evidenza il fatto che, da informazioni assunte confidenzialmente, l'impresa IOS di BIANCHINI Alessandro aveva verosimilmente acquisito un appalto per la rimozione delle macerie derivanti dal crollo del maschio del castello di Finale Emilia.

Tale dato pareva confermare che la strategia scelta dal BIANCHINI fosse quella di affidare alla IOS il compito di raccogliere il credito della BIANCHINI COSTRUZIONI presso l'Amministrazione Comunale di Finale Emilia, e quindi presso GERRINI, senza il gravame costituito dalle vicende nelle quali quest'ultima era stata coinvolta.
I carabinieri del Reparlo Operativo di Modena hanno quindi avviato una serie di articolati accertamenti, indirizzando l'attività investigativa sull'intreccio d'interessi che legavano Giulio GERRINI, BIANCHINI Augusto e la ditta "IOS" di BIANCHINI Alessandro, nella consapevolezza che le vicende di ciascuno di essi fossero legate da un comune interesse economico ed imprenditoriale.
La recente nascita della IOS e la notizia che alla stessa era stato immediatamente affidato un lavoro di smaltimento macerie nel Comune di Finale Emilia, aveva ingenerato il fondato sospetto che l'illecita condotta di GERRINI fosse stata trasferita dalla BIANCHINI COSTRUZIONI alla IOS, fondandosi sull'ovvia considerazione che la ditta era di proprietà di un membro della stessa famiglia BIANCHINI.
Gli accertamenti svolti hanno consentito di apprendere che la ditta IOS risulta iscritta al registro delle imprese dal 22.07.2013 con la qualifica di piccolo imprenditore.
Un primo e fondamentale dato a conferma che l'impresa fosse in realtà un'appendice della BIANCHINI COSTRUZIONI, è stato acquisito attraverso l'analisi dei lavoratori assunti dalla IOS: per l'anno 2013, l'azienda di BIANCHINI Alessandro si è avvalsa di cinque lavoratori dipendenti, anche per brevi periodi di tempo. In realtà si tratta di soggetti precedentemente impiegati presso la BIANCHINI COSTRUZIONI e/o la ditta DUEAENNE di BRAGA Bruna che, di fatto, sono poi transitati nella ditta IOS. Peraltro, in alcuni casi, si tratta di dipendenti storici della BIANCHINI i quali, dopo anni di lavoro ininterrotto, sembrano aver improvvisamente deciso di abbandonare le certezze del passato in favore di una piccola ditta appena costituita. E' dunque relativamente agevole concludere che una simile scelta presuppone la consapevolezza da parte dei lavoratori di aver eseguito un cambiamento prettamente fittizio e che, in realtà, nulla sarebbe cambiato nell'effettiva gestione dell'impresa.
Soprattutto si è accertato come effettivamente la ditta IOS avesse acquisito i lavori di smaltimento macerie del maschio del Castello di Finale Emilia, con Determinazione nr. 582 del 30.08.2013, avente ad oggetto: 'Intervento provvisionale urgente dì spostamento del materiale derivante dal crollo del mastio del castello delle Rocche, Via Trento Trieste finalizzato al ripristino della viabilità in zona rossa. Approvazione progetto definitivo - esecutivo, modalità di scelta del contraente, affidamento ed impegno di spesa'.
Detta Determinazione, prevedeva che i lavori in argomento fossero eseguiti in due fasi, per ciascuna delle quali erano stati stanziati rispettivamente €. 39.076,48 e €. 29.281,32, per un totale di €.68.357,80, ai quali si aggiungevano ulteriori €.12.342,20 di somme a disposizione per imprevisti, IVA e accantonamento di cui all'art. 92 e.5 - D.Lgs. 163/06.
Inoltre, dalla disamina dell'atto, si evince che, dovendo procedere alla scelta del contraente secondo il vigente Regolamento Comunale per l'esecuzione in economia delle opere, l'appalto era stato affidato in maniera diretta alla ditta IOS di BIANCHINI Alessandro, per un corrispettivo netto pari a 37.122,66 euro, avendo effettuato uno sconto pari al 5%.
Altri lavori di rimozione macerie, erano stati affidati con determinazione nr. 641 del 20.09.2013, alla ditta F.lli Bega di Finale Emilia, per un importo netto di 5.311,46 euro.
L'anomalia di maggiore rilevanza è costituita dalla formulazione del quadro economico previsto per l'intervento, che si ritiene palesemente difforme dai dettami dell'art.125 comma 13 del D.lgs. 163/2006. Tale articolo prevede infatti al comma 5 che i lavori in economia sono ammessi per importi non superiori ai 200.000 euro, mentre al comma 8 dispone che, per lavori di importo pari o superiore a 40.000 euro e fino a 200.000 euro, l'affidamento avvenga previa consultazione di almeno cinque operatori. Per importi inferiori a 40.000 euro è invece consentito l'affidamento diretto da parte del responsabile del procedimento.
Infine, il comma 13 stabilisce che nessuna prestazione di beni, servizi, lavori può' essere artificiosamente frazionata allo scopo di sottoporla alla disciplina delle acquisizioni in economia.
Nel caso specifico, appare del tutto evidente che l'appalto in questione sia stato artificiosamente frazionato al fine di favorire l'affidamento diretto alla IOS di BIACHINI Alessandro: l'importo complessivo della rimozione delle macerie ammontava infatti ad €. 68.357,80, che è stato però suddiviso in maniera del tutto ingiustificata in due fasi, ciascuna delle quali con importo inferiore ai 40.000 euro e, pertanto, suscettibile di affidamento diretto senza obbligo di convocazione di altre ditte.
L'analisi della documentazione ha fatto emergere ulteriori profili di illegittimità.
La vigente normativa in materia di appalti pubblici prevede che le ditte interessate, tra i requisiti indispensabili per la partecipazione ai bandi di gara, posseggano anche l'attestazione SOA (Società Organismi di Attestazione) ovvero un documento necessario e sufficiente a comprovare, in sede di gara, la capacità dell'impresa di eseguire, direttamente o in subappalto, opere pubbliche di lavori con importo a base d'asta superiore a € 150.000,00; essa attesta e garantisce il possesso da parte dell'impresa del settore delle costruzioni di tutti i requisiti previsti dalla attuale normativa in ambito di Contratti Pubblici di lavori. L'Attestazione SOA ha validità quinquennale (a condizione che che ne venga verificata la validità al terzo anno dal primo rilascio) e viene rilasciata a seguito di un'istruttoria di validazione dei documenti prodotti dall'impresa, facenti capo agli ultimi dieci esercizi di attività dell'impresa (dieci anni di lavori ed i migliori cinque esercizi tra gli ultimi dieci) da appositi Organismi di Attestazione, ovvero società autorizzate ad operare dall'Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici (AVCP).
Per i lavori con importo inferiore ai 150.000 euro non è necessario che le ditte partecipanti possiedano V attestazione SOA , ma l'art. 90 del D.P.R. 207/2010, contenente il Regolamento del Codice degli appalti, stabilisce che "gli operatori economici possono partecipare agli appalti di lavori pubblici di importo pari o inferiore a 150.000 euro qualora in possesso dei seguenti requisiti di ordine tecnico - organizzativo: a) importo dei lavori analoghi eseguiti direttamente nel quinquennio antecedente la data di pubblicazione del bando non inferiore all'importo del contratto da stipulare" (omissis).

La ditta IOS di BIANCHINI Alessandro non possiede alcuna attestazione SOA in quanto è stata costituita solo nel luglio del 2013 e, di conseguenza, non possiede i requisiti necessari per la valutazione ed il conferimento della qualifica. Allo stesso modo, la stessa non possiede alcuno degli elementi necessari per la partecipazione alle gare per appalti pubblici, primo fra tutti la necessaria "anzianità" di almeno cinque anni, durante i quali, a norma dell' art. 90, la ditta deve aver svolto lavori per un importo non inferiore a quello del contratto da stipulare. L'assegnazione dei lavori di rimozione delle macerie del maschio del Castello evidenza nettamente l'illecita condotta di GERRINI in favore della ditta IOS, spiegabile solo in ragione della linea di continuità esistente tra essa e la BIANCHINI COSTRUZIONI, non soltanto per ciò che concerne la conduzione imprenditoriale, ma soprattutto per quanto attiene la commistione d'interessi tra impresa e pubblico funzionario.
La continuità tra BIANCHINI COSTRUZIONI e IOS ha trovato quindi logica trasposizione nell'operato di GERRINI il quale, attraverso la ditta di Alessandro BIANCHINI, ha continuato ad avvantaggiare illecitamente gli affari della famiglia di imprenditori e il caso in esame ne è un chiaro esempio:
- la IOS non possiede i requisiti per poter acquisire lavori pubblici;
- GERRINI ha artificiosamente frazionato l'appalto al fine di portarlo al di sotto della soglia di 40.000 euro e poter in tal modo procedere all'affidamento diretto dei lavori;
- Consapevole della mancanza dei requisiti in capo all'aggiudicatario, GERRINI ha infine assegnato in maniera diretta alla ditta IOS i lavori in questione, per i quali ha poi provveduto a chiederne il pagamento alla Regione Emilia Romagna con atto del 26.09.2013.»

FINE TERZA PARTE


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