La Casa della Legalità - Onlus è un'associazione nazionale di volontariato, indipendente ed opera senza finanziamenti pubblici o sponsor

seguici e interagisci suFACEBOOK TWITTER  YOUTUBE

CASA DELLA LEGALITA' E DELLA CULTURA - Onlus
Osservatorio sulla criminalità e le mafie | Osservatorio sui reati ambientali | Osservatorio su trasparenza e correttezza della P.A.

Speciale elezioni regionali Liguria 2020

Speciale elezioni regionali Liguria 2020

Lo speciale sulle elezioni regionali in Liguria 2020 con tutte le pubblicazioni

More...
Breakfast, Invisibili e 'ndrangheta stragista

Breakfast, Invisibili e 'ndrangheta stragista

By Casa della Legalità

Raccolta degli articoli pubblicati da Alessia Candito sul Corriere della Calabria...

More...
Qualche novità sui Fotia, tra passati e presenti

Qualche novità sui Fotia, tra passati e presenti

By Casa della Legalità

Il capo famiglia storico, Sebastiano, è tornato ad Africo, sepolto nella tomba di famiglia dei Bruzzaniti, i tre figli condannati a…

More...
'Ndrangheta in Liguria | il contesto che ha colpito Rolando Fazzari

'Ndrangheta in Liguria | il contesto che ha colpito Rolando Fazzari

By Casa della Legalità

Rolando Fazzari ha denunciato la 'ndrangheta, a partire dai suoi familiari. Lo hanno isolato e colpito, portandolo alla chiusura della…

More...

Home

La 'ndrangheta del ponente ligure minaccia in Tribunale

Qualche annotazione sul processo in corso ad Imperia contro la 'ndrangheta dell'estremo ponente ligure. Un processo che vede 36 imputati per l'inchiesta “LA SVOLTA” (vedi qui l'Ordinanza di Custodia Cautelare – formato .pdf) e dove con le udienze sono iniziate a piovere minacce dalla gabbia dei detenuti. Minacce prima contro il collaboratore di giustizia Oliverio, poi contro il pm Arena e, all'ultima udienza, contro il Presidente della Casa della Legalità...

 

Chi fossero gli 'ndranghetisti del “locale” di Ventimiglia lo abbiamo già detto e descritto più volte. Abbiamo fatto nomi e cognomi. Gli abbiamo puntato i riflettori addosso, evidenziandone i rapporti con la politica, gli Enti locali, così come abbiamo denunciato molteplici dei loro affari. Lo abbiamo fatto non solo sul web, con una mappatura che li ha mandati fuori di testa perché non capivano come fosse possibile che si sapesse “tutto”. Lo abbiamo fatto con denunce precise, ad esempio con la richiesta di Commissione di Accesso e scioglimento dell'Amministrazione comunale di Ventimiglia retta da Scullino e Prestileo. Lo abbiamo fatto quando altri tacevano ed in molti negavano e minimizzavano.

Mentre noi andavamo avanti, mentre scattavano a pioggia querele per cercare di intimidirci, ed in tanti ci davano dei “pazzi”, gli uomini della 'ndrangheta pensando di sfuggire alle intercettazioni parlavano a ruota libera del fastidio che gli davamo come Casa della Legalità. Parlavano senza peli sulla lingua (vedi qui) facendo minacce, minacce di morte, per farla pagare a quello che per loro era il “problema”: il Presidente della Casa della Legalità. Si lamentavano del fatto che si indicasse dei loro rapporti, della loro organizzazione, dei loro affari con precisione. Soffrivano che con i MARCIANO', PALAMARA, BARILARO e PELLEGRINO si indicassero gli altri 'ndranghetisti come il FAMELI, il GULLACE, i FOTIA e via discorrendo.

Poi è arrivato lo scioglimento dell'amministrazione del Comune di Ventimiglia, come avevamo richiesto e sollecitato. E' arrivata l'inchiesta “La Svolta” che ha portato in carcere, il 3 dicembre 2012, la struttura portante del “locale” di Ventimiglia...

Un impianto accusatorio solido frutto di un attento lavoro dell'Informativa dei Carabinieri di Imperia e del pm Giovanni Arena della DDA di Genova. Una mole di intercettazioni chiarissime, servizi di osservazione, riscontri documentali e giudiziari di procedimenti connessi ed anche le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Oliverio. Una contestazione di 416 bis e di reati fine che non lascia margini a dubbi. Trentasei sono stati i rinvii a giudizio disposti dal GIP. Due di questi per gli uomini del Comune di Ventimiglia, SCULLINO e PRESTILEO, per concorso esterno in associazione mafiosa. Il processo si è aperto ad Imperia, in un Palazzo, quello del Tribunale, con alte misure di sicurezza.

Con i MARCIANO' nella gabbia, insieme agli altri loro cumpari, le minacce, durante le udienze fioccano, così come i “segnali” all'esterno su chi è da colpire... Minacce durante la deposizione del collaboratore di giustizia Oliverio, indicato come “traditore” da “ammazzare”, a cui “tagliare la testa”. Minacce al pubblico ministero Giovanni Arena.

Non siamo in Calabria (dove qualcuno denuncia). Siamo nel “civilissimo” nord (dove l'omertà regna sovrana).

Ma le minacce non fermano il processo e non intimidiscono... La deposizione che forse più di tutte li ha mostrati per quello che sono è stata, nelle prime battute processuali, quella del collaboratore di giustizia Oliverio. Non solo ha confermato lì, in aula, davanti a loro, quanto già verbalizzato (e riscontrato), procedendo poi ai riconoscimenti degli uomini della 'ndrangheta dell'estremo ponente ligure imputati nel processo, ma ha spiegato anche nel dettaglio come funziona l'organizzazione 'ndranghetista, la sua struttura, i rapporti tra i diversi soggetti e quelli con gli altri esponenti della criminalità organizzata come, ad esempio, il TAGLIAMENTO. Oliverio ha spiegato nuovamente degli affiliati “invisibili”, ovvero quelle “persone incensurate che – come riporta anche “la Repubblica” - hanno contatti con persone delle istituzioni ma anche imprenditori. Detti anche “dormienti”, hanno la funzione di delegittimare una persona che può essere dal funzionario dello stato al giornalista all’imprenditore. Un metodo, secondo il pentito, molto usato al Nord.”

E se il processo scorre veloce verso una sentenza prevista per fine febbraio, con minacce che cadono nel vuoto... il boss MARCIANO' Giuseppe detto “Peppino” si sente male ed il processo si deve fermare. Viene soccorso, giustamente... Il MARCIANO' Giuseppe dopo una vita da 'ndranghetista (al vertice della 'ndrangheta dell'estremo ponente ligure ed il primo che, con Alberto Teardo, aprì la stagione ininterrotta, in Liguria, del condizionamento nelle elezione da parte della 'ndrangheta) è appena giusto che viva abbastanza a lungo da essere prima condannato e poi rinchiuso in una cella per il resto della vita.

Dopo la sospensione del 29, giovedì 30 gennaio riprende il processo...

MARCIANO' GiuseppeIl capo-locale MARCIANO' Giuseppe non c'è. Il figlio Vincenzo MARCIANO' - 'ndranghetista dalla testa calda – urla dalla gabbia definendo suo padre come un “galantuomo” (sic!) che “ha lavorato per cinquantanni” (doppio sic!). Accusa i magistrati di volerlo uccidere perché lo tengono in carcere (quando quello è l'unico posto dove ovviamente deve stare, dove avrebbe dovuto stare da decenni e dove dovrà restare fino al termine della sua esistenza, secondo il nostro modesto parere).

Il medico conferma alla Corte che il MARCIANO' Giuseppe è nelle condizioni di assistere al dibattimento. Lui vuole assistere. Viene portato nella gabbia... li ha tutti in torno i suoi sodali...

MARCIANO' Vincenzo cl.77E' lui Vincenzo MARCIANO' classe 1977 il “portavoce” nella gabbia degli 'ndranghetisti imputati e così trova il modo di rendere visibile la fedeltà e riverenza assoluta al boss Giuseppe MARCIANO'. E' lui che annuncia, quando suo padre viene condotto nella gabbia, che se torna in carcere lui tutti gli imputati detenuti lo seguiranno, per “rispetto”. L'avvocato di famiglia (anzi delle famiglie visto che difende anche molteplici dei coimputati come i PELLEGRINO), Marco BOSIO, ribadisce il concetto: gli imputati detenuti hanno deciso di tornare tutti in carcere, insieme a Giuseppe MARCIANO', “per solidarietà”. Sottolineano entrambi che non è per mancanza di rispetto alla Corte, ma figuriamoci... è solo che la MARCIANO' Giuseppe, per loro, merita più "rispetto" della Corte, dello Stato. E così la scenetta con cui gli imputati chiariscono il loro rapporto di riverenza assoluta al vecchio boss è consumata, confermando la “fotografia” della gerarchia 'ndranghetista nell'estremo ponente ligure.

E veniamo alle minacce ed intimidazioni, oltre agli insulti che sono stati riservati a Christian Abbondanza, Presidente della Casa della Legalità. Ecco il racconto che scritto e pubblicato sulla sua pagina facebook la sera stessa del 30 gennaio:

Rientrato ora dall'imperiese. Arrivo, insieme a Francesco Zanardi e Mario Molinari, a metà mattinata al Tribunale di Imperia per il processo "La Svolta" a carico degli esponenti della 'ndrangheta dell'estremo ponente ligure. Quando sto per entrare nell'aula al piano terra, mentre passo, dal gruppetto di imputati BARILARO e PELLEGRINO che attende davanti all'aula si sente dire: "Eccolo, è arrivato". Ovviamente li ignoro e passo oltre…
Il dibattimento, a parte l'appello degli imputati e dei legali, non inizia perché il MARCIANO' Giuseppe non è ancora arrivato dopo il malore… Si attende… Sono seduto tranquillo al centro dell'area destinata al pubblico, accanto a me Mario Molinari e Chiara Pracchi, dietro Francesco Zanardi. Ogni tanto alzando gli occhi (sia io sia gli altri) si notano sguardi che da dentro la gabbia mi puntano con odio. Uno mi indica all'altro, un'altro mi indica ad un'altro ancora. Sguardi che cercano di intimidire. Io li ignoro. Se loro guardano con odio io sono sereno ed ho lo sguardo sereno.
Per loro questa è una provocazione? Amen. Mentre parlo con Chiara Pracchi di altre vicende (questione dei beni confiscati, dei condizionamenti su gestioni fallimentari e aste giudiziarie), in attesa che inizi il dibattimento, il MARCIANO' Vincenzo, da dentro la gabbia, inizia ad indicarmi con il dito indice ed afferma - come ha riportato Chiara Pracchi nell'articolo de Il fatto online - con voce decisa ed alta: “Tu ridi perché io sono qui dentro e tu sei là fuori. Ma se fossi fuori, non rideresti più”. Io lo guardo e non rispondo, continuo ad avere un'assoluta tranquillità.
Se la minaccia del MARCIANO' figlio del boss Giuseppe è stata ben udita dai loro parenti e cumpari a piede libero, si alza l'avv. BOSIO che afferma: chiedo l'intervento dei Carabinieri, segnalerò la vicenda al Pm ed alla Corte, non è tollerabile che dal pubblico si provochi gli imputati! Ovviamente non rispondo in alcun modo, sorrido e non casco nella loro provocazione.
Poco dopo gli agenti dell'Arma dei Carabinieri mi chiedono se intendo presentare denuncia per le minacce proferite nei miei confronti dal MARCIANO' Vincenzo. Rispondo che sì, certamente intendo presentarla. Ci si sposta quindi negli uffici della PG e procedo a sporgere querela e verbalizzare i fatti, indicando i testimoni presenti accanto a me e ricordando che proprio il MARCIANO' Vincenzo, in dialoghi intercettati durante l'inchiesta "LA SVOLTA", parlava di volermi ammazzare e che finire ammazzato sarebbe stata la mia fine. Firmata la denuncia scendo di nuovo in aula per seguire il dibattimento.
E' arrivato il MARCIANO' Giuseppe, capo-locale della 'ndrangheta a Ventimiglia. Il figlio Vincenzo MARCIANO' afferma che suo padre sta male e che non può stare in aula e che quindi vuole tornare in carcere, anche se lì hanno una temperatura che è sotto zero. Il MARCIANO' Vincenzo rivolto alla Corte afferma: non è per mancare di rispetto a voi, ma per rispetto verso Giuseppe MARCIANO' che se lui torna in carcere ci torniamo tutti. Interviene l'Avv. BOSIO che afferma che la scelta degli imputati non è per mancare di rispetto alla Corte ma per "solidarietà" a Giuseppe MARCIANO' che tornano tutti in carcere. Si è appena assistito, come è evidente, all'ennesima prova del ruolo apicale del MARCIANO Giuseppe, un boss a cui tutti gli imputati mostrano assoluta fedeltà. Poco dopo, mentre la Penitenziaria predispone il tutto per il trasporto in carcere degli imputati, Molinari, giornalista, scatta una foto… Si gira di scatto l'imputato BARILARO che rivolto a me (fermo, immobile, senza macchina fotografica e manco telefonino in mano) con voce alta, indicandomi, afferma: quello fa le foto! Sorrido e non rispondo, è evidente. Anche la loro nuova provocazione finisce nel vuoto.
Torna alla carica il MARCIANO' Vincenzo. Si avvicina alle sbarre della gabbia e guardandomi afferma per due volte "pezzo di merda". La mia espressione è: non ti sento perché non mi importa ciò che dici. Solo la mia espressione perché resto in silenzio e non mi faccio turbare minimamente dai suoi insulti. Forse il MARCIANO' Vincenzo pensava non avessi sentito e ripete ad alta voce: "Pezzo di Merda". Ignoro ancora. Il MARCIANO' si sposta, parla sottovoce, non sento ciò che dice… torna a guardarmi, toccando con le mani le sbarre ed afferma di nuovo il concetto iniziale: "è bello perché sono qui dentro". Ovviamente lo ignoro e la mia espressione resta serena perché come ho sempre detto: le loro minacce non mi scompongono! Gli imputati escono dall'aula per tornare in carcere e mentre il Vincenzo MARCIANO' spinge la carrozzina del padre Giuseppe MARCIANO' anziché curarsi di dove lo spinge, ancora, mi guarda con un espressione chiaramente intimidatoria. Nessun problema, esco dall'aula, risalgo le scale e presento l'integrazione alla denuncia presentata poche ore prima…. e quindi torno in Aula dove il dibattimento era ripreso con la deposizione dell'Ufficiale dell'Arma dei Carabinieri sull'indagine espletata. Con le domande del pm Arena (anche lui già minacciato dagli 'ndranghetisti imputati) il testimone ripercorre la storia dell'inchiesta, le intercettazioni dai contenuti più rilevanti, i riti di affiliazione, le riunioni della 'ndrangheta dell'estremo ponente ligure, i rapporti con i politici… ricordando che i MARCIANO' erano fortemente sofferenti per gli articoli della "Casa della Legalità", articoli che temevano… Il dibattimento è proseguito noi si è ripartiti. Tornerò presto a seguire quel dibattimento.
[E vorrei capire come mai alcuni dei (forse) giornalisti presenti - come Alessi di SanremoNews* o Simoncelli di PuntoImperia** - scrivono che io avrei "provocato" gli imputati ed addirittura "interloquito" con gli imputati durante il dibattimento (quando nessuna delle due cose è mai avvenuta) e non notando invece i fatti come sono avvenuti, come li ho descritti dettagliatamente e verbalizzati con la P.G.. Se per gli 'ndranghetisti la mia presenza e la mia serenità davanti alle loro intimidazioni e minacce è una "provocazione" ci posso far poco, io non chino e non chinerò il capo o lo sguardo davanti a loro, MAI]

Ad oggi non è stata disposta alcuna scorta per il Presidente della Casa della Legalità. Il silenzio delle Istituzioni è assoluto, così come quasi assoluto è il silenzio dei media su queste nuove minacce esplicite. Il figlio del capo-locale ha detto in aula chi bisogna colpire, lo ha fatto ben sapendo che era sentito e che sarebbe stato (come è stato) denunciato. Le Istituzioni (a parte la Procura) tacciono, immobili... ed anche se resteranno immobili noi andremo avanti. Non ci si piega alle intimidazioni ed alle minacce, MAI! 


Rassegna stampa e web:

Da “Il Fatto quotidiano” online: 'Ndrangheta in Liguria: minacce in aula ad Abbondanza, attivista antimafia

L'articolo dell'edizione Imperia de "Il Secolo XIX" (formato .pdf)

Il post di Giulio Cavalli “Minacce in aula” 

Il post di Marco Preve "Antimafia: minacciati di serie B"


Note:
* SanremoNews ha pubblicato la precisazione richiesta - vedi qui
** PuntoImperia ha pubblicato la precisazione richiesta - vedi qui 

Stampa Email

presto attivo il

Frammenti sulla Liguria

Frammenti su altre Regioni

Dossier & Speciali

I siti per le segnalazioni

Osservatorio Antimafia
www.osservatorioantimafia.org

Osservatorio Ambiente e Salute
www.osservatorioambientesalute.org

Osservatorio sulla
Pubblica Amministrazione
www.osservatoriopa.org

 

e presto online

sito in fase di allestimento