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Liguria. Storie che si intrecciano, tra NUCERA, CARIGE e 'NDRANGHETA

Giovanni BERNESCHIPartiamo dall'indagato eccellente a Savona, quel Giovanni BERNESCHI capo indiscusso per lungo tempo della CARIGE (di cui è emanazione, nel savonese, la CARISA diretta da quel Luciano PASQUALE che, come abbiamo visto, non vede la mafia). BERNESCHI è formalmente indagato dalla Procura di Savona nell'inchiesta - seguita dal pm Pelosi e dal procuratore capo Granero - relativa al crack del gruppo GEO, ovvero delle società facenti capo ad Andrea NUCERA, ora latitante perché null'altro che ominicchio senza dignità, capace solo di fare lo sbruffone rifugiandosi in terra straniera dove non è prevista estrazione per reati finanziari...


La CARIGE, con BERNESCHI (indagato per il concorso nella bancarotta del NUCERA), concesse sostegno pieno (quanto incosciente) al NUCERA, tanto che gli ispettori della Banca d’Italia - come abbiamo reso noto di recente - arrivarono a scrivere, nel proprio rapporto che ha portato alla caduta proprio del BERNESCHI, che “Nella gestione dei rapporti con i gruppi “NUCERA”... non è stata posta adeguata attenzione agli elevati rischi di mancato recupero e alle ricadute delle notizie di vicende giudiziarie”, ed ancora: “In particolare, l'esposizione: a) “NUCERA”, mai dibattuta in Consiglio, non è stata tempestivamente classificata a sofferenza nonostante il fallimento delle componenti e le richieste del revisore contabile, inoltre, nel dicembre 2010 il sig. NUCERA, già incaglio oggettivo, è stato sovvenzionato per estinguere debiti (es. verso FORTIS e il fisco) di pertinenza della società “GEO”, facente parte del gruppo. 

L'esposizione per i prestiti al gruppo GEO risulta essere di CARIGE pari a circa 80 milioni di euro e da CARISA sui 40 milioni. Solo per quanto concerne i prestiti - iscritti a Bilancio - ottenuti dalle società del NUCERA per l'operazione T1 di CERIALE risultavano 55 milioni (dalla CARIGE)... peccato che la lottizzazione in questione (e bastava vedere le carte del progetto e delle pseudo "autorizzazioni" per rendersene conto) era abuiva!

Da fonte confidenziale abbiamo anche appreso che la CARIGE avrebbe garantito fondi alle società del NUCERA ben superiori al valori dei beni e delle operazioni oggetto di finanziamento. Una sorta di “fetta” aggiuntiva che risulterebbe non solo ingiustificata (e ingiustificabile), ma quanto mai elemento chiave per capire il “solido” legame di sostegno della banca guidata da BERNESCHI alle attività del NUCERA e dei suoi uomini.

Enrico NAN, legale e già socio del NUCERA, esponente di FLI

Uomo chiave, nei rapporti NUCERA-CARIGE, oltre al grande capo (ora decaduto) della CARIGE, cioè BERNESCHI, è certamente l'ex onorevole di Forza Italia, poi passato a FLI, Enrico NAN.
NAN, avvocato e già socio dello stesso NUCERA, è stato infatti per anni Vice-Presidente della CARISA, l'emanazione savonese della CARIGE, e fu beneficiario di un mutuo immobiliare da cui partivano - come ricorda anche Il Secolo XIX - "assegni circolari per la GEO di NUCERA, poi fallita.
Sempre l'Enrico NAN, nonostante l'Informativa Antimafia "atipica" (come poi vedremo) ed il dissesto del gruppo GEO, continuerà a ripetere come un disco rotto, nonostante il progressivo e rapido crollo, che il Gruppo NUCERA "è solido"... così come continuava ad avere la sede del suo partito, FLI, nei locali concessi, a Fiumara, proprio dalla GEO di NUCERA, dove, tra l'altro, riceveva, come responsabile del Partito, i noti MAMONE.

Ed un legale legato alla CARISA deve essere una passione per NUCERA. Dopo NAN, come avvocato, il latitante Andrea NUCERA (perché anche se si dice "esiliato" è in realtà un LATITANTE) ha scelto l'avvocato Roberto ROMANI, vicino al PD ma soprattutto Presidente della FONDAZIONE "DE MARI" della CARISA (e Presidente anche del Consiglio Generale di Indirizzo della Fondazione CARISA)... Avv. ROMANI che avevamo già incontrato perché il suo studio (oltre a lui) difende anche i noti FOTIA (su cui poi torneremo).

La storia dei soldi di CARIGE al NUCERA assume però contorni ancora più inquietanti, ben oltre alla questione già gravissima del crack che abbiamo già ampiamente documentato (vedi qui), per altri elementi su cui inutilmente cercammo, anni fa di mettere in guardia la comunità.

Nell'anno 2008 denunciammo pubblicamente la speculazione della T1 di CERIALE come lottizzazione abusiva ed in parallelo denunciammo anche il rapporto di NUCERA con quella “bazzecola” chiamata 'NDRANGHETA.

Le Pubbliche Amministrazioni fecero quadrato intorno al progetto di NUCERA, dal Comune di Ceriale alla Regione Liguria. Davanti ad irregolarità ed illegalità conclamate tutti fecero finta di non vedere ed approvarono il tutto. 

La vecchia gestione della Procura non aveva notato nulla... anzi c'era anche un Pm (ora, da tempo, non più a Savona) che amava fare i viaggi sull'aereo privato del NUCERA.

Come Casa della Legalità presentammo anche formalmente un ESPOSTO sulla lottizzazione abusiva, con tutta la documentazione ufficiale a riscontro, chiedendo il sequestro del cantiere. Lo inviammo al NOE ed alla Procura di Savona. Così come successivamente presentammo, sempre alla Procura di Savona, elementi sulla distrazione di fondi da parte del NUCERA, come documentato in merito ad una società attiva nell'imperiese.

Alla Procura di Savona, con l'arrivo del nuovo Procuratore Capo Granero, si avvio l'indagine – per quanto di competenza – e si arrivò al sequestro del maxi cantiere della T1 di CERIALE a cui segui il crollo dell'impero NUCERA.

il latitante ANDREA NUCERALa Procura di Genova, invece, rinviava a giudizio l'Ufficio di Presidenza della Casa della Legalità per “diffamazione” ai danni del povero e pio “imprenditore” (sic) Andrea NUCERA (la querela verrà poi rimessa con conseguente assoluzione per estinzione del reato).

Con il Prefetto Sammartino si mosse, però, la Prefettura di Savona che non lasciò cadere quanto denunciato dalla Casa della Legalità ed avviò un monitoraggio delle imprese volto all'adozione di misure di prevenzione per contrastare l'infiltrazione mafiosa negli appalti e nell'economia locale.

Nel novembre 2010 scatto un'Informativa Antimafia "atipica" a carico della società GEO COSTRUZIONI SRL (del NUCERA).

Scriveva, nel 2011, il Prefetto alla Commissione Parlamentare Antimafia (come avevamo già reso noto): "... la particolare attenzione sviluppata in ordine ai tentativi di infiltrazione nelle attività economiche di questa provincia ha consentito di indirizzare all'ITALFER SPA un'informativa antimafia "atipica" nei confronti della GEO COSTRUZIONI SPA ai sensi dell'art. 1 septies del D.L. 6 settembre 1982 n. 629 convertito in Legge 12 ottobre 1982 n. 726, integrato all'art. 2 della Legge 15 novembre 1988 n. 486. Il legale rappresentante di tale società è ANDREA NUCERA, più volte denunciato, da tempo oggetto di accertamenti e verifiche, ed imprenditore di particolare rilievo nel settore edile, del movimento terra e dello smaltimento di rifiuti con svariate società operanti anche nei Balcani e in Belgio. Il direttore generale della citata società è VINCENZO CHIARO, già titolare della "CHIARO VINCENZO & C SAS", affiancatasi operativamente alla stessa GEO COSTRUZIONI, assieme a GIROLAMO DEMASI e Ettore REBORA, noti alle Forze dell'Ordine per frequentazioni con soggetti segnalati come appartenenti ad associazioni di stampo mafioso. Per lo stesso REBORA risultano precedenti e condanne per associazione a delinquere di stampo mafioso, omicidio, sequestro di persona a scopo di rapina, estorsione ed altro."

E quei soggetti - a partire dal Direttore Generale Vincenzo CHIARO ed socio e zio DEMASI - sono soggetti ben mappati dalla D.I.A. perché legati alla cosca dei GULLACE-RASO-ALBANESE.
Giulia FAZZARI e Carmelo GULLACENell'ambito di intercettazioni telefoniche sull'utenza della “CHIARO VINCENZO & C S.a.s” risultavano esservi molteplici contatti con l'utenza della moglie del GULLACE Carmelo (considerato il capo della cosca nel Nord-Ovest del Paese), ovvero la FAZZARI Giulia (segnalata pregiudicata per bancarotta fraudolenta).

Il CHIARO Vincenzo secondo la DIA rivestirebbe il ruolo di “referente nel reimpiego dei proventi illeciti, della criminalità organizzata calabrese, attraverso l'accaparramento dei lavori afferenti le opere pubbliche”. Di più: “È verosimile ipotizzare, infatti, che tra il CHIARO Vincenzo e i coniugi GULLACE/FAZZARI vi sia un rapporto attraverso il quale la criminalità organizzata di stampo mafioso ponga i suoi interessi, anche con la menzionata costituzione di associazione di imprese con la SCAVO-TER S.r.l., nella lecita attività del movimento terra”.

Il CHIARO Vincenzo ed il DEMASI Girolamo non solo provengono dalla stessa zona di origine del GULLACE, ma sono considerati ambedue riconducibili alla cosca dei GULLACE-RASO-ALBANESE.

Diversi dei contatti sviluppatisi tra le utenze della società CHIARO VINCENZO ed i GULLACE-FAZZARI si sono registrati (o meglio “intercettati”) in coincidenza con la costituzione della associazione di imprese tra “CHIARI VINCENZO & C Sas” (soc ) e “SCAVO-TER Srl” dei FOTIA (mappati come cosca dei MORABITO-BRUZZANITI-PALAMARA e dal 2012 oggetto di Informativa Antimafia con carattere interdittivo), per i lavori in sub-appalto per scavi e movimento terra, commissionati dalla “FERROVIAL AGROMAN S.A.”, relativi ai lavori per il raddoppio e spostamento della linea ferroviaria tra San Lorenzo ed Andora.

Davanti all'importante commessa acquisita dalla FERROVIAL sono scattati i controlli della DIA (oltre che sulla già nota SCAVO-TER) su CHIARO Vincenzo e gli altri soci accomandanti della “CHIARO VINCENZO & C”, ovvero REBORA Ettore e DEMASI Girolamo (zio del CHIARO Vincenzo per parte di madre).

Se già avevamo riportato quanto indicato dal Prefetto di Savona sul REBORA Ettore ("risultano precedenti e condanne per associazione a delinquere di stampo mafioso, omicidio, sequestro di persona a scopo di rapina, estorsione ed altro") ora vediamo il resto...

Appena avviata la verifica si apprende che il DEMASI Girolamo era stato stato indicato dall’Osservatorio Centrale sugli Appalti Pubblici, della DIA di Roma, come un affiliato alla cosca RASO-GULLACE-ALBANESE di Cittanova (RC) “operante nella piana di Gioia Tauro, con ramificazioni in tutto il nord-ovest d’Italia”.

In particolare sul citato DEMASI Girolamo, dalle banche dati delle Forze di Polizia, emerge il contatto, legame e frequentazione con molteplici esponenti della 'ndrangheta tra cui:

- COSENTINO Angelo, segnalato nel mese di aprile 2010 dal Comm. Polizia di Stato di Condufuri (RC) per associazione per delinquere di stampo mafioso, abuso d’ufficio, turbata libertà degli incanti, rivelazione di segreti d’ufficio;

- RASO Giuseppe, con a carico numerosi precedenti di polizia, tratto in arresto in data 13.07.2010 in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare emessa nell’ambito del Proc. Pen. nr. 1389/08 delle Direzioni Distrettuali Antimafia di Milano e Reggio Calabria per associazione per delinquere di stampo mafioso, unitamente ad altre 81 persone (operazione “Il crimine”);

- essere stato socio in affari (in qualità di amministratore della società “Serra Bitumi di Demasi Girolamo & C. s.n.c.” con sede in Cittanova - RC, cancellata nel 2007) con POLITI Rosario, personaggio di assoluto rilievo criminale, perché nipote di RASO Francesco, cognato del capo clan ALBANESE Francesco dell’omonima cosca RASO-GULLACE -ALBANESE, entrambi deceduti.

Risultava inoltre:

- essere stato segnalato, nell’anno 2006, unitamente a CHIARO Giuseppe, fratello di CHIARO Vincenzo, dal Nucleo Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, per i reati di cui all’art. 2 D.Lgs. 74/2000 (dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti) e art. 640 aggravato (truffa), in concorso con GIOVINAZZO Antonio, (nella sua qualità di amministratore unico della società "Oliveto Principessa srl") di Cittanova – RC - e altri soggetti, tutti pregiudicati. Reati commessi con il fine di consentire alla citata società del GIOVINAZZO di percepire indebite erogazioni da parte dello Stato ai sensi della Legge 488/92;

- in data 15 giugno 2011, la Compagnia della Guardia di Finanza di Palmi (RC), coordinata dalla locale Procura della Repubblica, nell’ambito dell’operazione “Principessa”, ha sottoposto a sequestro preventivo nr. 8 società (tra cui la citata Oliveto Principessa srl), tutte operanti nei settori imprenditoriali olivicolo e turistico-alberghiero, per un valore di circa 30 milioni di euro. Nel corso dell’operazione, sono altresì stati notificati 37 avvisi di garanzia nei confronti di vari soggetti, tutti indagati per il reato di truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

Il DEMASI Girolamo è altresì il fratello di DEMASI Antonio, gravato da pregiudizi penali per omicidio volontario tentato, estorsione, violenza privata, detenzione e porto abusivo di armi, indicato, negli atti presenti negli archivi D.I.A., come organico prima alla cosca FACCHINERI e successivamente alla cosca RASO- GULLACE- ALBANESE.
DEMASI Antonio, sottoposto a controllo di polizia, in data 15.05.1998, da personale appartenente al Comando Stazione Carabinieri di Cittanova, è stato fermato in compagnia di GULLACE Francesco (fratello del GULLACE Carmelo e braccio destro del “capo-locale” di Canolo RASO Giuseppe detto “avvocaticchio”), elemento di spicco della summenzionata cosca mafiosa perché “notati conversare in modo assai confidenziale.”

La “CHIARO VINCENZO & C SAS” è inoltre emersa, con SCAVO-TER dei FOTIA e la PELLEGRINO SRL dei PELLEGRINO, anche a seguito dell'attività ispettiva della DIA nel cantiere dell'AURELIA BIS, effettuata nel novembre 2010...
L'ANAS – Compartimento Liguria ha corrisposto gli oneri di trasporto dei materiali di scavo presso la nota CAVA-DISCARICA “ROCCA CROAIRE” tra Castellaro ed Arma di Taggia (di cui si è già più volte parlato e su cui si auspica un doveroso intervento dell'A.G.) alla SANREMO S.C.R.L.
Dalle verifiche effettuate nell'accesso ispettivo è emerso che la SANREMO SCARL cedette il lavoro in subappalto alla FERRARO SRL (tra il gennaio 2008 e l'agosto 2010).
La FERRARO SRL, in violazione delle normative vigenti e dei vincoli contrattuali, ha ceduto a sua volta, con subappalto non autorizzato, il movimento terra per il trasporto in discarica a terzi...
Donato FOTIATra il 19.10.2009 ed il 30.10.2009, ad esempio, è stato documentato che è stata la SCAVO-TER SRL dei FOTIA  ad effettuare 8 viaggi per conto della FERRARO COSTRUZIONI SRL... Tra i denunciati per tali illeciti, oltre al Donato FOTIA, risulta proprio anche il CHIARO Vincenzo in qualità di socio accomandatario della già citata “CHIARO VINCENZO & C SAS” nonché anche il PELLEGRINO Domenico.

Rapporti, quelli tra FOTIA e CHIARO-DEMASI, che porteranno la DIA a sintetizzare che "appare possibile l’esistenza di un accordo tra i due importanti gruppi criminali calabresi citati: quello dei MORABITO-BRUZZANITI-PALAMARA (attraverso la famiglia FOTIA) e quello degli ALBANESE-RASO-GULLACE (a mezzo di DEMASI Girolamo, socio accomandante con il 33% del capitale sociale della CHIARO Vincenzo & C. S.a.s.), finalizzato ad acquisire e controllare importanti subappalti nel territorio savonese e non solo."

 

E' da queste verifiche approfondite della DIA che è scattava, come detto, nel novembre 2010 la citata INFORMATIVA “atipica” ANTIMAFIA della Prefettura di Savona alla GEO COSTRUZIONI del NUCERA.

Provvedimento pesante che – otre a confermare quanto si indicava da tempo come Casa della Legalità – si affianca alla comprovata pesantissima criticità e sofferenze finanziarie (ovvero al crack) del gruppo GEO, ma che non è stato considerato minimamente dalla CARIGE che, come si è visto, continuava a garantire la copertura all'impero (in caduta libera) del NUCERA

Poi, si potrebbe ancora parlare delle operazioni NUCERA ad Andora (fortemente sostenute dal sindaco FLORIS e dalla Dirigente OREGGIA) o di quelle del NUCERA Massimiliano, legatissimo ai NATO (a loro volta legatissimi - sempre - al boss GULLACE Carmelo), costruttore anche lui e vice-sindaco di Albenga... ma di questo parleremo in un altro momento.


P.S.
Giulia FAZZARI, Franco RAMPINO, Gino MAMONE, Carmelo GULLACE e Luigi MAMONENel dicembre 2005, l'ex moglie di Vincenzo MAMONE, in un lungo dialogo con noi, alla domanda "E’ molto attiva la famiglia Mamone nell’imprendoria?" rispose: "Tramite i fondi dei Gullace, soprattutto. Poi avevano molti rapporti con fidi e crediti da diverse banche: Carige, il loro contatto era il Dott. Berneschi, la BNL di via Roma con De Scalzo e Olivieri, direttamente seguiti da Luigi Mamone, dove vi era un buco di 2-3 miliardi ripianato d’un colpo. Poi la Cariplo, dove mi avevano fatto aprire un conto e dopo qualche settimana vi erano già diverse centinaia di milioni, mi sono ritrovata un fido che non avevo mai richiesto o firmato. Alla richiesta di spiegazioni il funzionario mi replicò di stare tranquilla perché aveva fatto tutto Luigi Mamone che era anche il garante.".
Non abbiamo mai ricevuto smentite. Nessuna richiesta di precisazione. Il silenzio più assoluto ha avvolto queste pesantissime dichiarazioni che vennero dettagliate e ampiate, a quanto sappiamo, anche nelle verbalizzazioni ufficiali effettuate dalla DIA con la DDA di Genova. Verbali riemersi già, in parte, nell'ambito dell'inchiesta "PANDORA"... Ora vediamo se, alla luce dei nuovi fatti, anche questo capitolo, sarà ritenuto degno di approfondimento!

 


APPROFONDIMENTI:

- lo speciale sul GULLACE-FAZZARI & C

- lo speciale sui FOTIA & C

- lo speciale sui MAMONE

- lo speciale sulla T1 di Ceriale

- lo speciale sul crack NUCERA

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