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Quando un deferito per 416 BIS puo' curare aste e fallimenti per il Tribunale... a Genova

[AGGIORNAMENTO IN CODA CON L'ARTICOLO DE IL SECOLO XIX]
Se il ROS, la Procura (ed un Gip) non scrivono baggianate qualcosa nel Palazzo di Giustizia di Genova non torna... Ma andiamo con ordine. Prima vediamo cosa emerge sul “colletto bianco” ANASTASIO Francescantonio, commercialista di Genova (con incarichi dal Tribunale di Genova – come vedremo più avanti -) dalle indagini, visto e considerato che risulta DEFERITO IN STATO DI LIBERTA' PER 416 BIS dal 2001... e poi vediamo che cosa fa questo professionista, a partire dagli incarichi del Tribunale di Genova...



INFORMATIVA ROS MAGLIO 3Se il ROS metteva tutto questo in evidenza – i cui passaggi salienti in merito li abbiamo testualmente inseriti nella parte finale dell'articolo "Cosma Ottavio Salvatore e quei contatti indecenti con gli 'ndranghetisti...") – anche la DDA di Genova acquisisce tali informazioni e le inserisce nella Richiesta di Misure per la cosiddetta operazione “MAGLIO 3”. Il Giudice, nella Sentenza riconosce quei fatti (del conflitto tra GANGEMI ed gli ANASTASIO come questione interna alla struttura, una sorta di lotta di potere interna... ma questo lo vedremo tra poco. Nell'Informativa relativa all'indagine “MAGLIO 3” si legge chiaramente che il commercialista ANASTASIO Francescantonio è stato deferito – in stato di libertà – per 416 BIS nel 2001 dal ROS (a seguito dell'indagine “LEVANTE”). Nella stessa Informativa (come abbiamo ricordato e riportato in merito all'associazione “CITTA' DEL SOLE” nell'articolo sopra linkato su COSMA) vi sono copiosi passaggi in cui si evidenzia l'appartenenza al sodalizio dell'ANASTASIO Francescantonio così come del padre (defunto) di questi, ovvero ANASTASIO Pietro. Vi è il richiamo all'amicizia che emerge dalle indagini tra l'ANASTASIO Francescantonio con il D'AGOSTINO Raffaele (esponente apicale del “locale” della 'ndrangheta di Canolo, condannato di recente, per tale ruolo, nell'ambito del procedimento c.d. “IL CRIMINE”, con rito abbreviato, dal GUP Tribunale di Reggio Calabria, a 5 anni e 6 mesi). Se la sua figura emergeva già nel corso delle indagini “MAGLIO” tra il 2000 ed il 2001, quando si evidenziavano, soprattutto i contatti dell'ANASTASIO Francescantonio con quel RAMPINO Antonio che (con il fratello Franco) era a capo della 'ndrangheta in Liguria e con colui che poi sarà – alla morte del RAMPINO – il successore, GANGEMI Domenico (da noi ribattezzato nel lontano 2010 il “boss del fagiolino”) che è stato condannato recentemente a Reggio Calabria a 19 anni di carcere nell'ambito del processo per l'inchieta “IL CRIMINE”, il ROS nella nuova indagine (MAGLIO 3) ha evidenziato che proprio la figura di ANASTASIO Francescantonio ha fatto emergere un “conflitto” in seno alla 'ndrangheta ligure ed in particolare con capo-locale di Genova, GANGEMI, e dai suoi più fidati uomini. Vengono imputate "mancanze di rispetto", “trascuranze", in seno alla 'ndrangheta ligure... visto che l'attrito, come traspare dalle intercettazioni del GANGEMI, è proprio inerenti “motivi di ‘Ndrangheta”, tanto da far affermare al capolocale di Genova "io con iNastasi (inteso ANASTASIO, ndt) non mi saluto per fatti di 'Ndrangheta ... ".

Questo non ci pare essere un fatto di poco conto.


Ecco scrivevano, il procuratore aggiunto (Vincenzo SCOLASTICO) ed il sostituto (Alberto LARI) nella richiesta di Misure relative all'indagine "MAGLIO 3":


Richiesta Misure "MAGLIO 3"Il funerale di ANASTASIO Pietro (19.1.2010) e la figura di D’AGOSTINO 
Raffaele


Il 19 gennaio 2010 decedeva a Genova ANASTASIO Pietro padre del commercialista ANASTASIO Francescantonio.

La figura di quest’ultimo era già emersa nell’ambito della richiamata indagine “MAGLIO” (Proc. Pen. 2951/2000 RGNR della Procura della Repubblica di Genova) poiché il professionista risultava in contatto telefonico con l’allora reggente del locale di Genova RAMPINO Antonio (detto “u Massaro”), GANGEMI Domenico ed altri personaggi quali RAIMONDI Giuseppe e BARBUTO Angelo anch’essi indagati nel suddetto procedimento penale.

La scomparsa di ANASTASIO Pietro si rifletteva nei commenti che venivano rilevati nelle discussioni che avvenivano all’interno del negozio “Mimmo il Regno dell’Ortofrutta” gestito da GANGEMI Domenico; in particolare il 24 gennaio 2010 all’interno dell’esercizio commerciale si rilevava la presenza di GANGEMI Domenico il quale discuteva dapprima con CONDIDORIO Arcangelo e, subito dopo, con altri due soggetti non meglio identificati di chiara origine calabrese. Gli argomenti trattati erano riguardavano la partecipazione alla cerimonia funebre del defunto ANASTASIO dei “rappresentanti” della riviera del ponente ligure, con particolare riguardo a CILONA Domenico, circostanza che aveva inasprito i rapporti in seno al locale genovese.

Prima di affrontare le intercettazioni d’interesse si ritiene utile fornire, per l’esatta

comprensione dei brani, un cenno sui soggetti in esse richiamati ed indicati perlopiù con

soprannomi e/o alias. Si fa riferimento in particolare a:

- Mico CILONA identificabile nel suddetto CILONA Domenico;

- “Quelli di Toirano” identificabili nei fratelli GULLACE Carmelo Nino ed Elio;

- I BARILARO, identificabili in BARILARO Fortunato e BARILARO Francesco (quest’ultimo veniva tratto in arresto, lo scorso 13.6.2010, su ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di San Remo in ordine ai reati di estorsione, sfruttamento della prostituzione, minaccia nei confronti di Pubblico Ufficiale e di un Corpo Politico).

- “IL LATTONIERE” (colui che lavora la lamiera metallica in genere). Nell’indagine “MAGLIO” il “lattoniere” era identificato in VIOLI Domenico;

- Paolo NUCERA, identificabile in NUCERA Paolo esponente del “locale” di Lavagna;

- Picozzo. L’appellativo di Picozzeddu, riferito in modo dispregiativo a BELCASTRO Domenico (impegnato nel campo edile e di statura minuta), viene utilizzato da GANGEMI Domenico solo quando si trova in compagnia di affiliati fidati e che condividono l’opinione (non del tutto positiva) di BELCASTRO Domenico;

- Raffaelino, identificabile in BATTISTA Raffaele, più giovane di “dote” e di età di GANGEMI Domenico;

- RAIMONDI, identificabile in RAIMONDI Giuseppe;

- Nino Multari, identificabile in MULTARI Antonino;

- “U Massaro” identificabile in RAMPINO Antonio detto “U Massaro”;

- ‘Nastasi Pietro identificabile in ANASTASIO Pietro;

- Dottore ANASTASI identificabile in ANASTASIO Francescantonio, commercialista.

Conv. n. 8079 ore 10.57 del 24.1.2010 RIT. 2485/09 ambientale "Mimmo il regno dell'Ortofrutta" - p.p. 1389/08/21 RG – DDA Reggio Calabria

(…omissis…)

[11:01:52]

GANGEMI DOMENICO: ..(inc.) i BARILARO, Mico Cilona (inteso CILONA Domenico, ndt)…
CONDIDORIO ARCANGELO: da un lato ci sono i BARILARO… Mico Cilona (inteso CILONA Domenico, ndt)… (inc.)…
GANGEMI DOMENICO: vabbè il "lattoniere" (inteso VIOLI Domenico, ndt) si fa...inc...CONDIDORIO ARCANGELO: vabbè lui..(inc.).
GANGEMI DOMENICO: vabbè ma loro sono paesani… (SANTA CRISTINA D’ASPROMONTE, ndt) … (inc.) "Picozzo" (inteso BELCASTRO Domenico, ndt) che non penso che ..(inc.)… un pecoreddu (fonetico: agnellino) di quello Raffelino (inteso BATTISTA Raffaele, ndt) ..(inc.)… dico: “per favore quando muore qualcuno - gli dico – Raffaele, se voi mi evitate la figura …”
CONDIDORIO ARCANGELO: chi, a chi ha avvisato lui?
GANGEMI DOMENICO: ma davvero c'erano Angelo, ci stava ..(inc.)... sempre ..(inc.)... Paolo NUCERA vabbè era un amico, Paolo NUCERA che per scelta l’ho fatto …
CONDIDORIO ARCANGELO: ma se non lo sapeva come non seppe Pino nostro, per dire, erano ...(inc.).no?
GANGEMI DOMENICO: cosa?
CONDIDORIO ARCANGELO: Paolo, prima che lo seppi
GANGEMI DOMENICO: no, no, non …inc… perché vennero ...(inc)...
CONDIDORIO ARCANGELO: ma tu, se non l' avvisava non è che faceva niente di male…
GANGEMI DOMENICO: sì, sì, e lo avvisava chi lo doveva avvisare
CONDIDORIO ARCANGELO: e poi ha detto sto stronzo qua è parente nostro no?
GANGEMI DOMENICO: allora io gli devo dire una cosa: va bene con vostra bontà, quando muore qualche cristiano, che muore che non è ...(inc.)... prima mi avvisate ..(inc.)... non potete fare subito ..(inc.)...
CONDIDORIO ARCANGELO: fu in iniziativa sua?
GANGEMI DOMENICO: (si sovrappongono le voci, ndt) ..(inc.)... vedete che camminate, poi ci dici ..(inc.)... troppo la testa, vedete che qui io non sono..(inc.).
CONDIDORIO ARCANGELO: tu dici ha parlato con "Picozzo" e "Picozzo" ci disse ..(inc.)…?
GANGEMI DOMENICO: allora io gli dico: “per vostra bontà, prima di ...(inc)… vedete che lo voglio sapere - ci dico - perché fino a caso mi acchiappai (mi accolai, ndt), i fatti di 'Ndrangheta – ci dico - per il fatto di RAIMONDI – ci dico - e per il fatto vostro pure!
CONDIDORIO ARCANGELO: facevano parte tutti
GANGEMI DOMENICO: che non volevamo che invitavamo per tutti, acchiappo a quel merda e gli dico … e questi se la risentirono e si sentirono pure “Riggio” (inteso Reggio Calabria, ndt) con me …inc…
CONDIDORIO ARCANGELO: modo per cui, non era il caso proprio a ...
GANGEMI DOMENICO: non ha avvisato la corriera…sono soggetto (inteso: devo dar conto, ndt) a Mico CILONA? (inteso CILONA Domenico, ndt)
CONDIDORIO ARCANGELO: ma secondo me lui..
GANGEMI DOMENICO: a Mico CHILONA (CILONA Domenico, ndt) ci posso, deduco io,no vabbè a Ventimiglia chi l'ha avvisati? Io voglio sapere chi l'ha avvisati, se li ha avvisati il "lattoniere" - gli dico - compare Mimmo volete stare a fare..(inc.)
CONDIDORIO ARCANGELO: parlane, …inc… quando c'era la cosa, passato è passato prima
GANGEMI DOMENICO: dico: abbiate la bontà, io sono più anziano voglio sapere!
CONDIDORIO ARCANGELO: perché può darsi che voi tante cose non le sapete quelle che sappiamo noi, per dire, possiamo decidere..(inc.).secondo me però tu non pensi che Raffelino (inteso BATTISTA Raffaele, ndt) ha parlato con Picozzo? (inteso BELCASTRO Domenico, ndt) e non penso che di testa sua partiva e chiamava..(inc.).
GANGEMI DOMENICO: però a Picozzo (inteso BELCASTRO Domenico, ndt) ..(inc)... compare Mimmo vedete che io questa gente ..(inc)… è partita la cosa…inc… però penso che insomma me lo potevate pure dire, insomma … che poi io mi devo litigare (fonetico: sciarriare) con i cristiani e poi ..(inc.).
CONDIDORIO ARCANGELO: e poi voi altri..
GANGEMI DOMENICO: e poi voi altri mi dite mi ..(inc.).è un altro paio di maniche..(inc.).si ma il..(inc.). ma no, però penso una cosa, posso parlare con Picozzo (inteso BELCASTRO Domenico, ndt) e non posso parlare..(inc.)... perché a "scarrozza" (fonetico, ndt) - dico - mi telefonava, no?
CONDIDORIO ARCANGELO: e come telefonava a te, non telefonava Nino? Nino parlava..(inc.).se telefonava …
GANGEMI DOMENICO: ..(inc.). parlava chi?
CONDIDORIO ARCANGELO: ..(inc.).
GANGEMI DOMENICO: lì novanta su cento è come dico …
CONDIDORIO ARCANGELO: siii
GANGEMI DOMENICO: però io Angelo, quando pizzico a Raffelino (inteso BATTISTA Raffaele, ndt), gli dico: dovete avere la bontà - gli dico, gli dico - prima quando muore qualcuno..
CONDIDORIO ARCANGELO: ma quello ti può dire: ma io ho parlai ..(inc.).
GANGEMI DOMENICO: no! deve parlare pure con me che sono il più vecchio! - gli dico - non basta mi parlate ..(inc.)… Questa cosa la dobbiamo ragionare!
CONDIDORIO ARCANGELO: ..(inc.).
(…omissis…)
Conversazione con un cliente
[11:06:29]
GANGEMI DOMENICO: Nino Multari non c'era
CONDIDORIO ARCANGELO: ..(inc.).
GANGEMI DOMENICO: Nino Multari (inteso MULTARI Antonino, ndt) non c'era perchè …inc… dissi io: compare Nino c'era pure? no...(inc.).
CONDIDORIO ARCANGELO: magari non c'era perchè lavorava… no che non è andato con nessuno.
GANGEMI DOMENICO: sì, no, no,sì, certo, perchè andando lui..(inc.) sì sì …
CONDIDORIO ARCANGELO: può darsi anche ..(inc.)… chi non è informato dal momento che c’è..(inc.).
GANGEMI DOMENICO: mi dite: per vostra bontà prima di..(inc.).
CONDIDORIO ARCANGELO: ..(inc.).
GANGEMI DOMENICO: ..(inc.).
(…omissis…)
Conversazione con clienti
[11:07:40]
GANGEMI DOMENICO: però se viene Picozzo (inteso BELCASTRO Domenico, ndt) che è capace che piu' tardi Nino scende
CONDIDORIO ARCANGELO: ..(inc.)… Cosimino?
GANGEMI DOMENICO: gli dico: siccome – gli dico - la cosa è partita principalmente per acchiappare stì vantaggi..(inc.)… cosa  inc…
CONDIDORIO ARCANGELO: e vi sembra giusto che ...(inc.)… io?
GANGEMI DOMENICO: ..(inc.). non mi pare che ha detto una bella cosa..(inc.).lui magari quelli dissero …inc…
CONDIDORIO ARCANGELO: si Nino magari questo, questo episodio..(inc.)... "u Massaro" (inteso RAMPINO Antonio, ndt) che cercava discussione..inc..
GANGEMI DOMENICO: gli dico: per rispetto - gli dico - per il dottore Anastasi (inteso ANASTASIO Francescantonio, ndt) ci ...(inc.)...
CONDIDORIO ARCANGELO: poi..(inc.).
GANGEMI DOMENICO: ci dico: Raffaele che non vi pare che fate e fate voi! abbiate la bontà che una cosa..(inc.).
CONDIDORIO ARCANGELO: ma..(inc.)… ? bene o male siamo cugini no? se tu sai che dei parenti non è venuto nessuno di questi, che cazzo hai ...(inc.)…? ah siamo parenti solo quando vogliamo per portarci i fiori? mi raccomando con il nonno… prima il sangue nostro compare ..(inc.).
GANGEMI DOMENICO: a parte che è da una vita che con Raffelino (inteso BATTISTA Raffaele, ndt), dice ma vabbè ma non posso… come quando gli racconti che io..(inc.) per vostra bontà prima che prendiate un’iniziativa vedete che io voglio sapere di tutto! ci tengo che gli metto i puntini sulle i, subito! capisci? …(pausa)… Quando sono le cose incasinate venite da me, che dite come facciamo compare …inc… ? quando no..(inc.)…

(…omissis…)

Il brano sopra riportato metteva in luce il risentimento di GANGEMI Domenico scaturito dall’aver appreso che esponenti della ‘Ndrangheta della riviera di ponente erano stati informati della morte di ANASTASIO Pietro da un affiliato al locale di Genova, il quale aveva preso tale iniziativa senza averlo preventivamente consultato essendo egli il più “anziano” (“…Io voglio sapere chi l'ha avvisati, se li ha avvisati il "lattoniere" (VIOLI Domenico n.d.r.) - gli dico - compare Mimmo volete stare a fare..(inc.)… abbiate la bontà, io sono più anziano voglio sapere!”).

I principali sospetti ricadevano su tre personaggi molto vicini tra loro: BATTISTA Raffaele, BELCASTRO Domenico e MULTARI Antonino.

GANGEMI sapeva che al rito funebre, celebrato il 19 gennaio, avevano partecipato, tra gli altri, i BARILARO (Francesco e/o Fortunato), NUCERA Paolo, GULLACE Carmelo (o soggetti vicino allo stesso) e CILONA Domenico.

GANGEMI riteneva che chiunque fosse stato a dare notizia della morte di ANASTASIO Pietro non avrebbe comunque dovuto agire d’iniziativa informando i collaterali del ponente, poiché preesistevano situazioni definite “di ‘Ndrangheta” da “ragionare” prima di una eventuale partecipazione al rito funebre.

Dopo alcuni minuti venivano captate, sempre all’interno dell’attività commerciale, alcune interessanti conversazioni (nn. 8081 – 8082 – 8083) tra GANGEMI Domenico e due personaggi dalla cadenza dialettale calabrese con i quali il capo locale riprendeva, affrontandola più approfonditamente, la questione legata al funerale di ANASTASIO Pietro arricchendola di particolari riguardanti i dissapori esistenti con la famiglia del defunto scaturiti da “motivi di ‘Ndrangheta”.

Dal tono delle conversazioni era possibile cogliere come gli interlocutori del GANGEMI, VIOLI Domenico (detto il “lattoniere”) e MULTARI Antonino (NINO), fossero perfettamente a conoscenza delle problematiche e dei soggetti argomento della discussione, tanto da ritenerli organicamente inseriti nel contesto ‘ndranghetista ligure.

Quest’ultima affermazione trovava conferma nel consenso che traspariva dalle loro affermazioni allorquando, idealmente, raccoglievano il rammarico e le delucidazioni del capo “locale”: 

Per il contenuto integrale delle conversazioni si fa richiamo agli allegati B5, B6, B7 da cui si ricava che gli interlocutori esaminavano le problematiche del “locale” di Genoa: GANGEMI si mostrava propenso a porre un freno alle iniziative di alcuni affiliati quali “Picozzo”, ovvero BELCASTRO Domenico, e “Raffaelino” che s’identifica in BATTISTA Raffaele.

Non meno significativa era la citazione di altri personaggi inseriti nella ‘Ndrangheta ligure come “i BARILARO” (BARILARO Francesco e Fortunato) accostati all’estremo ponente e “Nino MULTARI”, che s’identifica in MULTARI Antonino (notato in più occasioni durante i servizi di osservazione eseguiti presso il negozio ortofrutticolo di piazza Giusti e presente, come i fratelli BARILARO stessi, ai summit organizzati dal sodalizio e documentati da questa Sezione Anticrimine).

Tra le altre emergeva la citazione, da parte di GANEMI Domenico, di alcuni personaggi di rilievo del ponente ligure quali “Mico CILONA” che si ritiene di identificare in CILONA Domenico, domiciliato a Savona (il Cilona è già emerso in occasione di diversi incontri certificati dalla Sezione Anticrimine nell’ambito dell’indagine “MAGLIO” e sarà oggetto di due conversazioni telefoniche tra GARCEA Onofrio e ROMEO Antonio (rappresentante del “locale” di Sarzana).

Eloquenti, inoltre, risultavano i riferimenti alla famiglia “NUCERA” che ne permettevano la collocazione in seno alle dinamiche ‘ndranghetiste liguri, così come verrà argomentato di seguito in occasione di un summit avvenuto a Lavagna il 16 marzo 2010.

I brani di cui sopra rivelavano anche la peculiare “forma mentis” dei soggetti calabresi indagati, che consisteva nel separare le discussioni connesse a problematiche di ‘Ndrangheta da quelle comuni: io con i Nastasi - inteso ANASTASIO - non mi saluto per fatti di ‘Ndrangheta”.

Risultava evidente il risentimento da parte di GANGEMI per la partecipazione alle esequie di ANASTASIO Pietro di alcuni esponenti dei locali della Liguria che accendeva nel medesimo la convinzione che gli stessi avessero “trascurato” di informarlo. Davanti ad un’espressione così forte pronunciata dal capo locale, gli interlocutori cercavano di stemperare i toni ridimensionando quella partecipazione ad una mera iniziativa personale dettata da semplici legami di amicizia con la famiglia del defunto. GANGEMI Domenico riconosceva per NUCERA Paolo la legittima partecipazione al funerale in ragione di una personale amicizia che lo legava all’esponente del locale di Lavagna con il quale non intendeva assolutamente compromettere i rapporti (“va bene i Nucera sono pure sempre amici).

Contestualmente VIOLI Domenico evidenziava l’amicizia tra ANASTASIO Pietro e CILONA Domenico (“…vedete che io ho telefonato a Mico CILONA e Mico CILONA era assai amico con Pietro - inteso ANASTASIO Pietro, ndt”).

Le conversazioni in esame facevano emergere con forza l’autorità di GANGEMI Domenico il quale precisava quali fossero le differenze tra la partecipazione al rito funebre e la semplice vicinanza ai componenti della famiglia del defunto, ritenuti comunque amici, a cui sarebbe stato sufficiente esprimere semplicemente le condoglianze (… che non si parlano più per fatti di ndrangheta, noi ...(inc.)... a voi vi facciamo le condoglianze ...(inc.)... un paio di maniche…) .

D’altro canto era percepibile il tono rispettoso con il quale VIOLI Domenico giustificava il suo comportamento affermando di essersi limitato a notiziare personalmente CILONA Domenico del triste evento senza averlo in nessun modo invitato a prendere parte alla cerimonia funebre. Perentoriamente GANGEMI Domenico, senza lasciare dubbi ad alcuna interpretazione, chiariva: io ci sono parenti miei che si sono comportati male con qualche amico e io li ho mandati a fanculo! Io la ragiono così!

Il risentimento del capo locale era determinato anche dal fatto che affiliati cc.dd. Minori (picciotti, camorristi, sgarristi) non erano a conoscenza delle dinamiche e degli equilibri della ‘Ndrangheta per cui la loro ’iniziativa mal si legava alle strategie dell’organizzazione. Ulteriore inciso di GANGEMI era il fatto che talvolta era costretto ad intervenire per proteggere gli affiliati genovesi litigando con altri sodali ( …io mi sciarrìo, per difendere gli uomini di Genova con i cristiani …).

La presenza di VIOLI Domenico (il lattoniere) presso il negozio di ortofrutta di GANGEMI Domenico nella giornata del 24 gennaio scorso, veniva certificata, oltre che dal riconoscimento della sua voce, anche da una successiva conversazione registrata a bordo dell’autovettura di CONDIDORIO Arcangelo sottoposta ad intercettazione ambientale.
Detta conversazione, avvenuta tra il capo locale e il di lui zio CONDIDORIO Arcangelo stigmatizzava il comportamento tenuto dal VIOLI Domenico nei suoi confronti proprio il giorno del loro incontro presso la sua attività commerciale:

Conv. n. 520 ore 19.57 del 16.03.2010 RIT. 106/2010 ambientale Opel Astra BK637XJ - p.p. 1389/08/21 RG – DDA Reggio Calabria -

(…omissis…)

GANGEMI DOMENICO: è stato un atteggiamento ( pausa)
CONDIDORIO ARCANGELO: e pure cazzo lo dovremmo cercare sto fax…
GANGEMI DOMENICO: Del lattoniere?... e gli ho detto al lattoniere, lo sai che io non me ne tengo.. inc...gli ho detto e a voi come vi viene parente, adesso è spuntato che è parente vostro Nastasi ( Anastasio Pietro ndr) non me l'avete mai detto mai. Mi ha detto “dalla parte di mia nonna”. Ma io se mi trovo questa estate salgo là a Polsi e gli dico: “Voi siete un tragediatore”…gli dico… “camminate”…e gli dico a Picozzo “se non cammina questo lo faccio camminare io...inc..”
CONDIDORIO ARCANGELO: perchè allora è una "gavetta" (o carretta= storia inventata) che ha preparato assieme
GANGEMI DOMENICO: ma non lo vedi sto infame!
CONDIDORIO ARCANGELO: o non è vero quello che dice il lattoniere ... o non è vero quello che ha detto Picozzo... perchè se lui ha detto che è cugino...
GANGEMI DOMENICO: quell' infame del lattoniere mi ha detto a me che è cugino suo.

Eventi come i matrimoni ed i funerali, sebbene nella realtà costituiscano circostanze di marginale importanza, assumono aspetti eccezionalmente rilevanti se contestualizzati nelle dinamiche ‘ndranghetiste. I funerali, così come i matrimoni, sono circostanze che consentono agli associati di incontrarsi e magari discutere di argomenti “delicati” senza attirare le attenzioni e destare i sospetti delle forze dell’ordine.
Nello specifico il funerale di ANASTASIO Pietro era divenuto motivo di confronto e discussione all’interno degli affiliati al locale di Genova ed aveva consentito alla p.g. Operante di raccogliere inconfutabili elementi di prova che dimostravano la centralità del ruolo di GANGEMI Domenico intorno al quale, è indubbio, ruotavano tutte le dinamiche ‘ndranghetiste liguri.

Quanto testé affermato trovava conferma già in data 20 gennaio, giorno successivo alla morte del citato ANASTASIO Pietro, allorquando, alle ore 20.17, presso l’esercizio commerciale di GANGEMI Domenico giungeva BRUZZANITI Rocco.
I brani registrati consentivano, tra l’altro, di qualificare la caratura criminale di BRUZZANITI Rocco, ritenuto organico al locale di Genova, che nell’occasione si confrontava con il reggente assumendo un atteggiamento tipicamente reverenziale (all. B9).

In sintesi GANGEMI Domenico chiedeva all’interlocutore se fosse a conoscenza del fatto che un soggetto (che come si vedrà più avanti si identifica in D’AGOSTINO Raffaele cl. ’55) era giunto a Genova senza passare a porgergli i saluti; BRUZZANITI, nel tentativo di giustificare il gesto irrispettoso dell’uomo, rispondeva che lo stesso era giunto a Genova in due occasioni, la seconda delle quali solo di passaggio, e faceva presente che lo stesso nutriva particolare stima e rispetto nei confronti di GANGEMI Domenico. Ciò non bastava a quest’ultimo per giustificare la “TRASCURANZA” comnmessa da D’AGOSTINO Raffaele.
Quindi la conversazione proseguiva sull’amicizia che legava D’AGOSTINO Raffaele ad ANASTASIO Francescantonio figlio del defunto ANASTASIO Pietro.

BRUZZANITI Rocco sottolineava che l’argomento era già stato oggetto di discussione proprio con GANGEMI Domenico e questi esprimeva tutta la sua ostilità nei confronti della famiglia ANASTASIO con particolare riferimento ad ANASTASIO Francescantonio definendolo un “buffone”.
Al centro della conversazione, di assoluto rilievo investigativo, rimanevano le questioni legate al rispetto dovuto al capo locale ed il rancore derivante da una “mancanza di rispetto” ricevuta dagli ANASTASIO in occasione del matrimonio proprio di ANASTASIO Francescantonio.

In proposito GANGEMI Domenico lamentava il fatto che, sebbene non avesse preso parte alla cerimonia avvenuta a Lavagna, aveva provveduto ad inviare attraverso lo zio CONDIDORIO Arcangelo (… Angelo mio zio …) un presente economico ed i suoi personali auguri agli sposi (“però io …inc… e ci mandai la busta … inc… e ci mandai con Angelo mio zio (INTESO CONDIDORIO ARCANGELO, ndt) …“vi saluta Mimmo, vi fa questo augurio …inc…” Quando ci …inc… proprio, proprio …inc…”).
Era evidente che l’assenza di GANGEMI era stata interpretata dagli ANASTASIO come un’offesa, pertanto GANGEMI Domenico teneva a precisare che se la sua presenza fosse stata ritenuta indispensabile, gli sposi avrebbero potuto stabilire che il matrimonio si celebrasse di domenica o comunque non a Lavagna. In quest’ultimo caso, proseguiva GANGEMI, avrebbe potuto chiudere l’attività commerciale per qualche ora pomeridiana e fare una visita pomeridiana durante i festeggiamenti.

GANGEMI Domenico proseguiva la conversazione aprendo una finestra tra passato e presente partendo dal 2000 sino ad oggi, quasi ripercorrendo l’evoluzione degli assetti e dei rapporti del sodalizio, da quelli fotografati nell’indagine MAGLIO fino alla strutturazione attuale del locale. L’attenzione del capolocale si spostava su alcune considerazioni relative all’atteggiamento tenuto da D’AGOSTINO Raffaelecl.55, destinatario del fermo prima e del conseguente provvedimento di custodia cautelare in carcere poi, emessi nell’ambito dell’operazione il “Crimine” della Procura della Repubblica di Reggio Calabria (p.p. 1389/08/21 R.G.N.R.).
Dalle risultanze investigative il predetto era considerato organico al locale di Canolo con la carica di Santista. Tale circostanza emergeva in una conversazione ambientale avvenuta tra BELCASTRO Domenico e COMMISSO Giuseppe registrata in data 4 marzo 2010 presso la lavanderia “Ape Green” gestita da quest’ultimo, da parte personale della P.S. del Commissariato di Siderno. Nel corso del dialogo si rilevava che BELCASTRO Domenico aveva incontrato D’AGOSTINO Raffaele a Genova il 3 marzo precedente. BELCASTRO, nel porgere al “Mastro” i saluti di D’AGOSTINO Raffaele, apprendeva da COMMISSO Giuseppe che a costui era stata concessa da poco la carica di “Santista”.

D’AGOSTINO Raffaele risultava essere stato detenuto nella Casa Circondariale di Genova Marassi tra il 27.02.1999 e il 2.8.2000 allorquando veniva trasferito presso la casa circondariale di Voghera, poi in quella Palmi, successivamente in quella di Sulmona, per poi essere scarcerato il 3.3.2006. Il predetto è figlio di Nicola, deceduto nel 1991, già "capobastone" dell'omonima cosca in Canolo e fratello di Antonio, ucciso in Roma il 9.11.1976.

Il padre era sindaco di Canolo all’epoca in cui RAMPINO Antonio chiese che fosse sentito a verbale allo scopo di sostenere un suo alibi nell’ambito del duplice tentato omicidio in danno di DELLA GAGGIA Umberto e della sua convivente. Nel senso deponeva anche il rapporto con FILIPPONE Michelangelo, che emergeva per essersi posto a disposizione del D’AGOSTINO allo scopo di garantirgli un’attività lavorativa presso la ditta individuale “AUTOTRASPORTI FILIPPONE di FILIPPONE Michelangelo” e finalizzata a giustificare la richiesta, poi concessa, di semilibertà.

A distanza di dieci anni, GANGEMI Domenico e BRUZZANITI Rocco parlavano di D’AGOSTINO Raffaele che sarebbe giunto a Genova in due circostanze senza però passare a porgere i saluti a GANGEMI Domenico che riteneva ingiustificato il suo improvviso allontanamento (“l’ho visto che si è allontanato un po’!”).

Ed nella Richiesta di Misure i pm aggiungono:

Una successiva conversazione ambientale registrata nel negozio “Da Mimmo il regno dell’ortofrutta”, avvenuta il 7.2.2010 tra GANGEMI Domenico e BRUZZANITI Rocco, tornava ad affrontare, chiarendole, le problematiche legate alle acredini tra il capolocale ed ANASTASIO Francescantonio (conv. n. 11727 ore 19.48 del 7.2.2010 RIT. 2485/09 ambientale "Mimmo il regno dell'Ortofrutta" - p.p. 1389/08/21 RG – DDA Reggio Calabria - ...).

Il brano evidenziava che in occasione del matrimonio di ANASTASIO Francescantonio, celebrato il 28.7.2001, GANGEMI Domenico non prendeva parte ai festeggiamenti ma inviava per l’occasione, tramite CONDIDORIO Arcangelo, una busta contenente del denaro come dono. ANASTASIO Francescantonio in seguito avrebbe fatto pesare a GANGEMI la sua assenza al ristorante. ANASTASIO Francesantonio, a sua volta, non avrebbe partecipato ai funerali di CAMMAROTO Antonio e della moglie scatenando le ire di BATTISTA Raffaele (nipote dei defunti) che sollevava il problema della “trascuranza”.

Altri problemi nei rapporti Gangemi/Anastasio erano comunque emersi in pregresse indagini e precisamente nell’indagine “Maglio” e nell’indagine “Levante” (entrambe del ROS di Genova) in virtù del fatto che ANASTASIO Francescantonio era ritenuto da GANGEMI Domenico vicino a RAIMONDI Giuseppe.

Questa vicinanza era considerata dal capolocale di Genova una vera e propria presa di posizione che, in ragione di antichi dissapori “di ‘Ndrangheta” avuti proprio con il RAIMONDI, imponeva al GANGEMI di non partecipare al funerale.
L’indagine MAGLIO offriva, invece, utili informazioni in ordine all’acredine generatasi tra GANGEMI Domenico e RAIMONDI Giuseppe a causa dell’intenzione di “sganciare una ‘ndrina” dal locale genovese per l’area di Bolzaneto da parte dei Mammolesi/Catanzaresi.

All’epoca (2001) erano intercettate conversazioni ambientali in cui GANGEMI Domenico e RAMPINO Antonio esprimevano comune disapprovazione ritenendo “u Borio” (o Boria) identificabile in RAIMONDI Giuseppe come il promotore dell’iniziativa tra gli ambienti di Bolzaneto e Sant’Olcese.

In realtà, sulla base di quanto contenuto in una conversazione ambientale del 29.4.2001387 il distaccamento della ‘ndrina fu una proposta di MACRI’ Giuseppe cl. 64, come si evince dalla ... intercettazione della conversazione intercorsa tra Gangemi Domenico e Savoca Giuseppe:

(…)

Stante quanto sopra riportato si comprende il perché GANGEMI Domenico, in qualità di attuale reggente del locale di Genova, non ammetta leggerezze e pretenda che la notizia della morte di un soggetto vicino a RAIMONDI Giuseppe la voglia gestire personalmente (per vostra bontà prima che prendiate un’iniziativa vedete che io voglio sapere di tutto! ci tengo che gli metto i puntini sulle i, subito!). GANGEMI Domenico si mostra particolarmente ostile nei confronti proprio di ANASTASIO Francescantonio citandolo più volte, con toni sarcastici, con l’appellativo di “Dottore”.

(…)

GANGEMI Domenico aveva chiamato BRUZZANITI Rocco per parlare di “un paragrafo alla voltaossia di diversi argomenti che si rivelano immediatamente relativi alla ‘ndrangheta.

Il primo “paragrafo” affrontato dai convenuti, riguarda l’affiliazione di BATTISTA Raffaele contrastata da RAIMONDI Giuseppe (che veniva allontanato). 

Eloquente l’affermazione di GANGEMI Domenico al riguardo: “sentite …inc… Raffaelino e Mimmo come sono partiti. Vi ricordate voi l’episodio? non so se vi ricordate?... allora questo RAIMONDI... non voleva mi si dava a questo Raffaele GANGEMI Domenico, con quest'ultima esternazione, suggella la paternità dell'affiliazione di BATTISTA Raffaele alias “Boria o Borio” che deve intendersi quale provvedimento adottato in seno al locale genovese.

L'allontanamento non corrisponde ad un'emarginazione in seno ad un gruppo di persone comuni, ma il frutto della decisione, inteso come vero e proprio provvedimento, del locale di 'ndrangheta di non voler condividere più nulla di carattere 'ndranghetistico.

Si comprende, anche in questa conversazione, che la famiglia ANASTASIO non prendeva parte ai funerali di CAMMAROTA Antonio, zio di BATTISTA Raffaele, situazione sottolineata proprio dallo stesso Raffaele (BATTISTA Raffaele). Per tali motivi, GANGEMI Domenico, in qualità di capo locale di Genova non può assolutamente soprassedere e accusa BATTISTA Raffaele e BELCASTRO Domenico di essere stati superficiali valutando la partecipazione al funerale di ANASTASIO Pietro (19.1.2010) come una condotta di carattere personale. GANGEMI sottolinea che laddove esistono situazioni di ‘ndrangheta l’affiliato non può assumere decisioni personali, bensì deve allinearsi alle decisioni del locale di appartenenza. BRUZZANITI Rocco aggiunge che la causa dell’attrito di GANGEMI Domenico con la famiglia ANASTASIO scaturisce proprio per “colpa” di BATTISTA Raffaele. Il capo locale genovese conclude l’argomento ribadendo che per questioni tra malandrini (intesi quali affiliati alla ‘ndrangheta) non si può agire esclusivamente dal punto di vista personale.

(…)

GANGEMI Domenico sta parlando di BATTISTA Raffaele e il riferimento è chiaro.
Se GANGEMI Domenico diventa nemico della famiglia ANASTASIO per difendere BATTISTA Raffaele (però diventano nemici con uno per voi, per difendere a voi...). BRUZZANITI sottolinea quest'ultimo aspetto della fedeltà assoluta verso chi lo abbia difeso (ma io non vi abbandono mai!).

Scrive ancora la Procura di Genova nella Richiesta di Misure per l'indagine “MAGLIO 3”:

L’argomento trattato nelle conversazioni è particolarmente sentito dai due interlocutori perché

riguarda aspetti di principio del comportamento mafioso citando diversi personaggi ritenuti contigui al sodalizio criminoso (GORIZIA Cosimo alias Cosimino, RAMPINO Antonio alias ‘Ntoni RAMPINO u’ Massaro, BATTISTA Raffaele alias Raffaelino, BELCASTRO Domenico alias Compare Mimmo BELCASTRO, VIOLI Domenico alias “il lattoniere”, MULTARI Antonino alias Nino, MOIO Vincenzo, MARCIANO’ Giuseppe alias Peppino Marciano’, ANASTASIO Pietro e Francescantonio, CONDIDORIO Arcangelo alias “zio Angelo”; CAMMAROTO Antonio alias 'Ntoni CAMMAROTA, ecc)

Oltre il riferimento a soggetti specifici considerati a diverso titolo aderenti alle logiche ‘ndranghetiste, vi è un marcato utilizzo di terminologia specifica che evidenzia l’appartenenza al sodalizio criminoso : “Locale di Genova”, “nostro locale” “trascuranza”, “azionista” (uomo d’azione), “ ‘ndrangheta ”, “distacco”, “onore”, “dignità”, “onestà dell’uomo”, “rispetto”, “bandiera della Calabria”, “orgoglio della Calabria”, “distacco per regole sociali”, “una cosa lecita”, “gerarchia”, “pulita”, “giovanotto”, “picciotto”, “malandrino”, “uomo”, “cristiano”, “tavolo”, ecc.


Ma andiamo oltre alla Richiesta di Misure della vecchia DDA di Genova. Passiamo alla Sentenza del GIP di Genova nel processo a rito abbreviato per il procedimento c.d. “MAGLIO 3” (integralmente pubblicata qui).
Nella Sentenza (con cui vengono assolti – come avevamo già indicato, vedi qui – perché pur riconoscendo l'esistenza del sodalizio 'ndranghetista non ne ravvisava rientrante nelle caratteristiche indicate dall'art. 416 BIS C.P.) il Giudice riconosce e riprende i fatti ed i rilievi relativi al conflitto tra GANGEMI e gli ANASTASIO, che, sempre il Giudice, indica come questione inerenti rapporti di potere e a dinamiche interni al gruppo. In particolare, per citare solo due passaggi, scrive:

IL FUNERALE DI ANASTASIO PIETRO MORTO IL 19/1/2010
Una vicenda, indiscutibilmente emblematica dell'inserimento di GANGEMI in un contesto di 'ndrangheta e della sua posizione di rilievo, che gli garantisce rispetto da parte dei "paesani" che discutono con lui e gli consente di avanzare pretese nei loro confronti, è la discussione, ripresa in più occasioni, in merito alla partecipazione al funerale di ANASTASIO Pietro e alle ragioni del contrasto con la famiglia del defunto. Se da un lato la discussione è emblematica nell'evidenziare logiche di 'ndrangheta, regole "morali" e di comportamento, e la contrapposizione tra aspetti di vita privata e questioni più propriamente legate all'associazione, dall'altro emerge il valore meramente interno al gruppo di tali discorsi da cui, comunque, non scaturiscono iniziative forti, azioni concrete, ma solo una serie di atti, in sé privi di qualsiasi valenza criminale, che hanno un significato più che altro simbolico, come il partecipare o meno a un funerale.
(...) 
Già nell'indagine Maglio era emerso il risentimento di GANGEMI nei confronti di ANASTASIO Francescantonio che la Pg attribuisce peraltro alla vicinanza di costui a RAIMONDI Giuseppe, più volte citato anche nella conversazione in esame, vicinanza che sarebbe stata percepita da GANGEMI come una presa di posizione nei suoi confronti, visti i contrasti, presumibilmente per motivi di 'ndrangheta, avuti proprio con RAIMONDI in tempi passati. La vicinanza tra RAIMONDI e ANASTASIO troverebbe conferma nel fatto che entrambi sono stati deferiti in stato di libertà per violazione dell'art. 416 bis c.p. nel procedimento penale 3688/2001 R.G. Procura Repubblica di Genova (c.d. indagine "Levante"), mentre l'indagine Maglio aveva fatto emergere le ragioni dell'urto tra GANGEMI e RAIMONDI, riconducibile, secondo gli investigatori, al progetto di RAIMONDI di "sganciare una 'ndrina" dal "locale" genovese per l'area di Bolzaneto....
(…)
Tali riferimenti potrebbero spiegare il risentimento di GANGEMI e perché questi pretenda di gestire personalmente la notizia della morte e ciò che ne consegue, di un personaggio, quale era ANASTASIO Francescantonio che era vicino al RAIMONDI
Peraltro, nessun accenno a tale vicenda passata si ricava dai dialoghi registrati e trattasi, quindi, di una mera ipotesi che peraltro, ancora un volta, non fa che riferirsi a rapporti di potere e a dinamiche interni al gruppo.”

 

Ora la questione è questa... O tutto ciò è una "barzelletta", priva di qualsivoglia fondamento, ed allora va tutto bene, oppure, se quei fatti, quel legame dell'ANASTASIO Francescantonio con la 'ndrangheta - che è stato riscontrato dal ROS, evidenziato dalla Procura, nonché confermato, anche senza rilievo penale, dal Giudice - hanno un fondamento allora crediamo che esista una questione di opportunità che confligge con gli incarichi da parte del TRIBUNALE DI GENOVA ad ANASTASIO Francescantonio.


Francescantonio ANASTASIO, con Studio in Piazza della Vittoria 12/17 a Genova, risulta avere molteplici incarichi dal TRIBUNALE di GENOVA quale "DELEGATO ALLA VENDITA" di beni all'Asta Giudiziaria.
Vediamo qualche esempio:

1) Incarico dal Giudice Mario TUTTOBENE - vedi qui (link al sito del Tribunale) o qui (link al .pdf della pagina salvata)

2) Incarico dal Giudice Franco DAVINI - vedi qui (link al sito del Tribunale) o qui (link al .pdf della pagina salvata)

3) Incarico dal Giudice Vincenzo BASOLI - vedi qui (link al sito del Tribunale) o qui (link al .pdf della pagina salvata)

4) Incarico dal Giudice Mario TUTTOBENE - vedi qui (link al sito del Tribunale) o qui (link al .pdf della pagina salvata)

5) Incarico dal Giudice Paola ZAMPIERI - vedi qui (link al sito del Tribunale) o qui (link al .pdf della pagina salvata)

6) Incarico dal Giudice Paola ZAMPIERI - vedi qui (link al sito del Tribunale) o qui (link al .pdf della pagina salvata)


Sempre il Francescantonio ANASTASIO risulta (da archivio pubblico della Camera di Commercio) essere stato nominato "curatore fallimentare" di diverse imprese quali:

- FARMACEUTICI ECOBI S.A.S. di LUNGARO GIUSEPPE & C  
con sede legale in RONCO SCRIVIA (GE)

- TEKNOARREDO S.N.C. di ACCOMANDO MARIA CLARA & C
con sede legale in GENOVA (GE)

-  COSENZA EGIDIO Impresa Individuale
con sede in GENOVA (GE)

- QUINTINO CARMELO S.R.L.
con sede in GENOVA (GE)

- GASTRONOMIA PRINCIPE S.R.L
con sede in GENOVA (GE)

- CROCE ITALIANA S.R.L.
con sede in GENOVA (GE)

- GLOBAL PROJECT MANAGEMENT DI MARCO LUNGARO
 
con sede in GENOVA (GE)

- INFOTELECOM - CONSULTEES AND MANAGEMENT SERVICE S.A.S
DI LANZA MASSIMO & C
con sede in ALESSANDRIA (AL)

- OTTONE - DRAETTA di OTTONE GAETANO E DRAETTA FRANCESCO S.N.C.
con sede in GENOVA (GE) - incarico cessato

- TASSISTRO ILVANO Impresa Individuale
con sede in MIGNANEGO (GE) - incarico cessato

- ARICO' GIACOMO DI ADRIANO SOTTILI E C S.A.S.
con sede in GENOVA (GE) - incarico cessato

- OLCESE IMMOBILIARE S.R.L.
con sede in GENOVA (GE) - incarico cessato

- C.E.P.I. DI TOMMASO ASSALINI & C S.A.S.
con sede in GENOVA (GE) - incarico cessato

RUSSO DI GIORGIO PIANA E C. S.N.C.
 
con sede in GENOVA (GE) - incarico cessato

- PALMER S.N.C. DI REGOLINI ANGELO & C
con sede in GENOVA (GE) - incarico cessato

- A.R. ANTICA CARTOLERIA RONCALLO S.R.L.
con sede in GENOVA (GE) - incarico cessato

- SEMINELLA S.R.L. 
con sede in GENOVA (GE) - incarico cessato

- S.A.S. NAPOLI GIUSEPPE & C
con sede in GENOVA (GE) - incarico cessato

- IL GIRARROSTO S.N.C. DI GIOVANNA MENTA E C
con sede in GENOVA (GE) - incarico cessato

- SCIPPA FRANCESCO Impresa Individuale
con sede in GENOVA (GE) - incarico cessato

- EDIZIONI IL VASCELLO S.R.L.
con sede in GENOVA (GE)

- ALIMARKET BOLZANETO SRL
con sede in GENOVA (GE) 

- MITTA SRL
con sede in GENOVA (GE)

- ERREESSE SI SELIS ILDA E STABILE OSCAR SNC
con sede in GENOVA (GE)

- ALLEVAMENTO ALBA BOREALE DI PESCE PALOLA
con sede in CERANESI (GE)

- P.M.B. SRL
YACHTS COMPANY INDUSTRIAL PRODUCTION BULDING AND MARKETING
con sede in GENOVA (GE)

- IL BASANOTTO SRL con socio unico
con sede in GENOVA (GE)

- VERTIGO CINEMA SRL
con sede in GENOVA (GE)

- MARU' S.R.L.
con sede a LA MADDALENA (SS)

Poi, oltre ad essere stato COMMISSARIO LIQUIDATORE della "COOPERATIVA DI CONSUMO DIPENDENTI ITALIMPIANTI Soc.Coop.a r.l." (di Genova), mentre è LIQUIDATORE della "MARIA VEGLIA COOPERATIVA EDILIZIA A R.L." (di Genova).
Risulta SINDACO SUPPLENTE della "NOVELLI  SPA" (di Genova); della "AK STEEL SRL" (di Genova), mentre lo è stato per la "COGESEL - COOPERATIVA GESTIONE SERVIZI E LOGISTICA" (di Genova); la "RUBINACCI SRL" (di Genova); SOCIETA' CONFEDERALE SERVIZI E LAVORO SRL (CAF di Genova); la "CHARTERONE SRL" (di Genova); la "VIVAI RIUNITI DI ROMA SPA" (di Roma).
E' SINDACO EFFETTIVO della "SAIF SPA" (di Milano) e lo è stato per "AGENZIA BANCO DEI PEGNI SCIACCHITANO CARMELA SRL" (di Genova).
E' PRESIDENTE DEL COLLEGIO SINDACALE della "BIESSE PREFABBRICATI SPA con socio unico" (di Genova) e CONSIGLIERE della "SERVICOMM Soc.Coop. a r.l." (di Genova), 
E' stato anche Consigliere di Amministrazione della PORTO DI LAVAGNA SRL (di Genova).

Presso il suo studio in Piazza della Vittoria 12/17 a Genova risultano - da una ricerca attraverso google - avere sede molteplici imprese, tra cui: "MARKET TRE C SRL", "LE TERRAZZE DEL BELVEDERE SRL"; "ECONFOND SRL"; "PET FOOD & MARKET SRL", "VELIM SRL UNIPERSONALE", "MARKER DE LEO VITO & C SRL", "PFD IMMOBILIARE SRL", "L.I.A - LIGURIA IMMOBILIARE E AZIENDE SRL", "EL AMER S.A.S. DI HADJEZ MOHAMED E C", "FREDA ASSICURAZIONI S.A.S. DI MARCO FREDA & C", "HIDRO - SERVICE SNC DI GANDOLFO MARCO E MARCOLLI PIERANGELO".

Lo stesso ANASTASIO Francesco risuta (da banca dati Camera di Commercio) avere/aver avuto quote nelle imprese: 
- L.I.A. LIGURIA IMMOBILI E AZIENDE SRL 
- P.F.A IMMOBILIARE SRL
- OPEN DOT COM SPA  
- SETI SRL in Liquidazione 
- CAF DO.C. SPA

 


 

Il Secolo XIX - 19.09.2013
Tribunale, polemica sul consulente

Marco Grasso

Matteo Indice

Genova - I capi della ’ndrangheta in Liguria parlavano di lui con una certa deferenza. Nelle intercettazioni lo chiamavano «il dottore» , un titolo di studio che per i boss della vecchia guardia come il verduraio Mimmo Gangemi e il suo predecessore Antonio Rampino, detto ’u Massaru , merita comunque rispetto, anche quando ci sono delle incomprensioni. Con quella famiglia, spiegava infatti Gangemi a un compare, «non ci parliamo per motivi di ’ndrangheta».

Francescantonio Anastasio, di mestiere commercialista, è citato in più di un’occasione nelle vecchie indagini sulla criminalità organizzata, poi archiviate. Una figura «interessante», a parere dei militari del Ros, che a cavallo del 2000 lo denunciano per associazione a delinquere di stampo mafioso. A quel «deferimento» non è mai seguito un processo, visto che l’inchiesta naufragò. E Anastasio è rimasto un professionista incensurato e stimato. Tanto che il tribunale fallimentare, da più di vent’anni, continua ad affidargli incarichi come curatore. Un ruolo per cui non esiste un albo specifico, ma al quale si accede attraverso un rapporto fiduciario con il collegio di giudici che si occupa del procedimento.

Il caso di una presunta «incompatibilità» è stato sollevato l’altro ieri sul sito della onlus antimafia Casa della legalità. L’operazione in cui fu coinvolto risale all’inizio del 2000. Si chiamava “Levante” ed era una costola dell’indagine “Maglio”, fascicolo che verrà archiviato ma i cui contenuti - e molti nomi - saranno poi ripresi quasi dieci anni più tardi per portare a processo la malapianta che comanda sotto la Lanterna. «Già nell’indagine Maglio - scrive il giudice Silvia Carpanini - era emerso il risentimento del boss Gangemi (poi condannato in Calabria a quasi vent’anni, ndr) nei confronti di Francescantonio Anastasio. [Contrasti] che la polizia giudiziaria attribuisce alla vicinanza di costui a Giuseppe Raimondi».

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