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Cronaca di una censura. Ripartendo dai FOTIA e dai loro affari con il COMUNE DI ANDORA

da SCAVOTER a FOTIA GROUP, son sempre loro!5 luglio 2012. Si va verso Savona, udienza fissata davanti al giudice Princiotta del Tribunale Civile di Savona, per le ore 9.  Prima rallentamenti, poi coda, poi coda per veicolo fermo in Autostrada. Alle ore 8:20 si inizia a chiamare il Tribunale di Savona, per comunicare, un possibile ritardo di 30 minuti massimo. Nulla da fare, il centralino automatico continua, a ripetizione, nel ripassare la chiamata al disco principale: per gli Uffici del Tribunale digitare 1, per gli Uffici della Procura 2... e così via, sino alle ore 9:15 circa quando risponde un centralinista a cui chiediamo di parlare urgentemente con la cancelleria del Giudice Princiotta... Ci passa un interno ma dicono che non sono loro, quindi ci comunicano che comunque portavano immediatamente un bigliettino al Giudice Princiotta per avvisarlo del ritardo. Nel frattempo, alle 9:04 minuti, visto che al Tribunale nessuno rispondeva e l'udienza era per le ore 9, chiamiamo l'ufficio dell'avvocato ROMANI, il legale dei FOTIA, la controparte. Qui la segretaria ci comunica che provvedeva subito ad avvisare il legale.
Arrivati davanti all'Ufficio del Giudice Princiotta al terzo piano del Palazzo di Giustizia... il giudice PRINCIOTTA afferma “Aspettavamo Lei”, rivolto ad Abbondanza, nel corridoio davanti al suo ufficio. Abbondanza entra e il Giudice fa inserire a verbale che alle 9:30 compare Abbondanza Christian, Presidente della Casa della Legalità e della Cultura – Onlus...

    

    

 

Si perché alle 9:15 nel verbale d'udienza, steso dall'avv. Roberto ROMANI - presidente della Fondazione CARISA che l'11 luglio ha inaugurato, con il sindaco BERUTTI ed il segretario provinciale del Pd DI TULLIO, la Festa del PD savonese, e qui quale legale della SCAVOTER (società interdetta dai Pubblici Appalti) dei FOTIA (della cosca MORABITO-PALAMARA-BRUZZANITI) – era stata dichiarata la "contumacia" di Abbondanza (nel civile, prima di dichiarare la contumacia si attende di prassi un ora).

Abbondanza comunica che è presente in qualità di Legale Rappresentante della Casa della Legalità a cui è stata effettuata la notifica, ma non in qualità di responsabile del sito internet per il quale la notifica non è stata effettuata. Procede quindi a chiedere di depositare una memoria difensiva (che di seguito si produce integralmente con i vari allegati), ma l'avv. ROMANI ed il giudice PRINCIOTTA affermano che non è ricevibile in quanto Abbondanza deve procedere a difendersi con un legale e non può farlo da solo.

L'avvocato ROMANIL'avv. ROMANI ed il giudice PRINCIOTTA sostengono prima di tutto che la notifica va bene anche se fatta solo ad uno dei soggetti interessati e che il Provvedimento del 23 dicembre 2011 non è stato rispettato ed eseguito. Abbondanza replica che il Provvedimento è stato eseguito: è stato inserito nel sito, con link al testo integrale, e con l'indicazione di “omissis” dove si faceva riferimento alla SCAVOTER, anche perché nell'articolo si parla di Delibere e Determine del COMUNE DI ANDORA che non possono essere certamente oscurate.
L'avv. ROMANI afferma che invece il Provvedimento andava trascritto in un articolo apposito con cancellazione dell'articolo contestato.
Il giudice PRINCIOTTA sosteneva che l'esecuzione del Provvedimento prevedeva l'inserimento testuale del Provvedimento nella pagina dell'articolo con cancellazione completa dell'articolo contestato.
Abbondanza replica che il Provvedimento del 23 dicembre 2011 non prevede la cancellazione dell'articolo.
il Sindaco di Andora, Franco FLORISIl giudice PRINCIOTTA afferma che il Provvedimento è chiaro e se non lo è abbastanza lui lo modifica. Afferma che la censura apportata con il Provvedimento inibisce di citare tutto ciò che riguarda le opere eseguite dalla SCAVOTER, quindi anche le Delibere e le Determine del COMUNE DI ANDORA.
Il CTU - presente all'udienza per il giuramento - afferma che non si possono apportare modifiche alla pagina dell'articolo contestato, ma solo “tagliare” le parti che riguardano le opere eseguite dalla SCAVOTER, con inserimento del testo del Provvedimento.
Abbondanza ribadisce che ciò non è quanto previsto dal Provvedimento, a cui, come già detto, si è dato già esecuzione volontaria. Sottolinea la disponibilità ad inserire anche se non previsto dal Provvedimento, il testo dello stesso in forma testuale nella pagina dell'articolo contestato ed a riformulare la parte dove si parla della gestione dei lavori pubblici da parte del COMUNE DI ANDORA relativi al Ponte Moltedo perché, ribadisce, non si possono inibire Atti Pubblici.
L'avv. ROMANI ribadisce che si può parlare di tutti i lavori pubblici del COMUNE DI ANDORA ma non di quelli eseguiti dalla SCAVOTER.
Quando Abbondanza produce copia del Provvedimento (dello stesso giudice Princiotta) per rendere evidente che non si disponeva affatto la cancellazione di tutto l'articolo, il giudice PRINCIOTTA risponde che: questo è un Provvedimento che Abbondanza deve eseguire, che non ha la possibilità di non eseguire e pronuncia una frase che rimane impressa nella memoria: Chiamiamola “censura”... E' passato in giudicato... Se non lo esegue si avranno delle evoluzioni processuali anche in sede diversa”.
Abbondanza ribadisce che non si possono cancellare gli Atti pubblici. Non si può impedire di parlare di come sono stati gestiti dal COMUNE i 72 mila euro per l'opera... L'avv. ROMANI interrompe dicendo che non è possibile perché se i lavori sono stati eseguiti dalla SCAVOTER non se ne può parlare. E' già stato deciso questo, afferma. Abbondanza quindi ripete che il Provvedimento non può inibire la pubblicazione e trattazione delle delibere e determine del COMUNE DI ANDORA. Il CTU afferma che quello che può disporre il Provvedimento lo decide il Giudice.
Pietro FOTIAPoi il giudice PRINCIOTTA afferma che Abbondanza può fare un articolo nuovo, dove dice che è stato al Tribunale di Savona, che ha trovato un Giudice che l'ha scontentato da tutti i punti di vista, e ci mette tutto quello che vuole. Prosegue poi dicendo che questo qui invece è un fatto compiuto, e – sempre rivolto ad Abbondanza – che: deve andare a modificare quell'articolo “sbianchettando” dove si parla dei lavori eseguiti da SCAVOTER. E poi di nuovo torna quella parola, censura, che ti fissa nella memoria ogni virgola: il giudice PRINCIOTTA in risposta ad Abbondanza afferma ancora che dal punto di vista operativo Abbondanza deve cancellare, “sbianchettare”, ogni singolo riferimento ai lavori fatti dalla SCAVOTER e quindi fa un esempio: “Una volta c'era la censura... Ora facciamo finta che ci sia scritto “Tribunale di Savona ladri”, ecco a Lei è stato ordinato di sbianchettare questa dicitura”.

Oggi con questo articolo, preso atto della CENSURA, con un Provvedimento "immofidicabile" ma che si stava modificando di fatto nell'interpretazione dello stesso estensore, non lasciamo cadere l'invito a fare un nuovo articolo in cui raccontiamo tutto, ma proprio tutto!

Ecco quindi, partendo dalla MEMORIA integrale con tutti gli allegati (pubblicati integralmente in coda alla Memoria), la storia degli appalti alla SCAVOTER dal COMUNE DI ANDORA ed i "dettagli" sui FOTIA:


        TRIBUNALE CIVILE DI SAVONA


MEMORIA DI ABBONDANZA CHRISTIAN
legale rappresentante dell'Onlus “Casa della Legalità e della Cultura”

in riferimento a Ricorso ex art. 669 duodecies cpc – SCAVOTER SRL (FOTIA GROUP)


In riferimento al Ricorso presentato dall'Avv. Roberto ROMANI per conto della SCAVOTER SRL dei FOTIA, si precisa quanto segue:


In via preliminare:

- a seguito di molteplici problemi relativi al sito internet www.casadellalegalita.org - ove era pubblicato l'articolo contestato - si precisa che lo stesso non è più funzionante e gli articoli agli indirizzi web menzionati dal ricorso ex art. 700 e quindi dal Provvedimento emesso il 23 dicembre 2011 non sono più attivi, come qualsivoglia verifica, anche di non esperti, può constatare;

- a seguito di tale cessazione dell'utilizzo del service-provider TopHost - su cui “poggiava” il sito internet in questione - è stato attivato un nuovo dominio (www.casadellalegalita.info) con un differente service-provider;

- in tale nuovo sito (l'unico online) l'articolo contestato è stato modificato come da disposto del Provvedimento emesso il 23 dicembre 2011, ovvero con indicazione del provvedimento emesso dal Tribunale di Savona, linkaggio del testo del Provvedimento, nonché con la sostituzione del nominativo SCAVOTER e/o FOTIA con “OMISSIS”;

[VEDESI ALLEGATO 1 e 2]


Già quanto indicato qui in via preliminare indica la totale infondatezza della richiesta presentata dall'Avv. Romani per conto della SCAVOTER, oltre che l'improcedibilità ad attuare un intervento “coattivo” per effettuare la modifica, considerando che questa è già stata realizzata dallo scrivente in ottemperanza alla Provvedimento del 23 dicembre 2011 che - forse è opportuno ricordare - non prevedeva la cancellazione dell'articolo nel suo complesso, bensì solo della dicitura e del riferimento nel testo alla “SCAVOTER”. Il fatto che sia comunque evidente che trattasi della società della famiglia FOTIA dipende esclusivamente dal fatto che dovendo dare pubblicazione e notizia – così come disposto dal Giudice – del provvedimento, risulta palese che a richiedere la cancellazione del proprio nominativo sia la SCAVOTER.

 

Fatta questa premessa, si ritiene opportuno evidenziare quanto segue:

 

a) IN MERITO ALLA NOTIFICA DEL RICORSO EX ART. 669 DUODECIES CPC


Il dominio “casadellalegalita.org” non era e non è intestato alla “Casa della Legalità e della Cultura – Onlus” bensì al sottoscritto Christian Abbondanza (come qualsivoglia verifica può evidenziare). Pertanto la notifica effettuata dall'Avv. ROMANI a “CASA DELLA LEGALITA' E DELLA CULTURA ONLUS in persona del presidente Abbondanza Christian” [così come risulta dalla Relata di Notifica - ALLEGATO 3] non è da ritenersi valida e conforme, in quanto l'Atto doveva essere notificato sia al Legale Rappresentante della CASA DELLA LEGALITA' E DELLA CULTURA ONLUS, sia al titolare ed amministratore del sito internet “casadellalegalita.org” (a cui era stato notificato il Provvedimento ed a cui era indirizzato il Ricorso ex art. 700, notificato post Provvedimento). Il fatto che titolare/amministratore del sito internet e presidente dell'Onlus coincidano nella mia persona è un puro caso, in quanto il sito internet potrebbe essere gestito ed amministrato da soggetto terzo non coincidente con il legale rappresentante della CASA DELLA LEGALITA' E DELLA CULTURA – ONLUS e pertanto la notifica di un atto riferito al sito internet non può non essere notificato al “titolare ed amministratore” del sito, oltre che al “Legale Rappresentante” dell'Onlus, pena nullità della notifica.

 

 

b) IN MERITO AL PROVVEDIMENTO DEL 23 DICEMBRE 2011


Il provvedimento in questione prevedeva esclusivamente l'eliminazione dall'articolo contestato di “ogni riferimento alle opere eseguite da SCAVOTER per il restauro del ponte di Moltedo” ad Andora e non quindi l'articolo nel suo complesso. Inoltre lo stesso provvedimento disponeva “l'obbligo di inerire sul sito Casa della Legalità e della Cultura Onlus copia del presente provvedimento”.

In ottemperanza a tale provvedimento si è quindi proceduto con la riformulazione di cui al già indicato ALLEGATO 1, indicando in apertura di pagina notizia del provvedimento stesso, con link al testo integrale e ufficiale.


Sempre in merito a tale provvedimento, adottato a seguito di un'udienza in cui non ci è stato possibile costituirci, visto e considerato che la terza (TERZA!) notifica non era stata notificata e che lo scrivente è riuscito ad averne copia solo dopo le verifiche poste in essere, occorre anche precisare che:


- la soccombenza è derivata esclusivamente dalla contumacia (per le ragioni anzidette) in quanto, se ci fosse stato possibile esercitare il Diritto di resistenti alle tesi infondate e pretestuose della SCAVOTER, si sarebbe potuto dimostrare la fondatezza e correttezza di quanto contenuto nell'articolo contestato;


- di tale evidenza appare chiaro che persino la SCAVOTER sia ben consapevole, considerando che non risulta allo scrivente che in parallelo (o successivamente) alla richiesta di provvedimento urgente ex art. 700, a seguito del quale è stato emesso il provvedimento del dicembre scorso, sia mai stata promossa causa civile ordinaria in merito all'articolo in questione;


- risultava poi evidente dal comportamento della SCAVOTER che ottenuto il provvedimento del 23 dicembre 2011 inviava via e-mail a più soggetti (tra cui certamente siti internet e organi di informazione) copia di tale provvedimento, ma ometteva di inviarne al contempo copia allo scrivente o ad altro soggetto della Casa della Legalità. Dal 23 dicembre 2011 data di emissione del provvedimento ed immediata diffusione (legittima a terzi) allo scrivente giungeva notizia formale dal legale della SCAVOTER soltanto, via e-mail, nel gennaio 2012 (tanto era la loro urgenza!).



  c) IN MERITO ALL'ARTICOLO PUBBLICATO E MODIFICATO


L'articolo contestato così come anche la risposta fornita sia alla richiesta di provvedimento sia al provvedimento stesso, che abbiamo pubblicato con nostro altro articolo il 25 dicembre 2011, in conseguenza agli articoli apparsi sulla stampa e su alcuni siti internet – rappresenta una corretta e documentata analisi dei fatti relativi all'appalto del COMUNE DI ANDORA ed al lavoro eseguito dalla SCAVOTER. Per semplicità e completezza, quanto si è scritto e documentato nell'articolo contestato è:

 

[ESTRATTO DELL'ARTICOLO NELLA PARTE OGGETTO DI CONTESTAZIONE]

Andora, ecco l'esempio della "sudditanza" ai FOTIA (e prima tre "pillole" andoresi)

Mercoledì 27 Luglio 2011 22:36 Ufficio di Presidenza

PONTE MOLTEDO

LA STORIA DELL'INCARICO ALLA SCAVOTER PER IL PONTE MOLTEDO...
CHE CADE A PEZZI E NON HA COLLAUDO - DOCUMENTI E FOTO
(...)
Sulla sponda del torrente Merula viene autorizzata l'apertura di un Centro di Betonaggio. Viene fatto con una semplice Dia. Il Comune non si oppone e non si pone il problema che un centro di betonaggio lungo la sponda del torrente - praticamente "nel" torrente - non ci deve stare. Pare pure che nelle progettazioni depositate in Provincia, relative al Centro di Betonaggio, fosse stato omesso un dettaglio: la presenza del torrente! Dopo che questa "bazzecola" viene a galla, per l'accesso agli atti compiuto da alcuni cittadini presso la Provincia, allora e solo allora l'Amministrazione FLORIS fa una parziale retromarcia e dice che andava bene, ma non andava bene e così avvia un contenzioso non sul Centro di Betonaggio lì, ma su una parte del Centro di Betonaggio.
"Nel frattempo le betoniere ed i camion che devono raggiungere la struttura dominata dalla targa "Calcestruzzi spa" hanno un'unica via d'accesso: il PONTE MOLTEDO.
Quel ponte, che serve anche una piccola frazione di abitato, ha una portata limitata di 12 t. Così recitava il cartello arrugginito che era vi era collocato... ed una betoniera o camion carico di servizio ad un centro di betonaggio ha un peso ben superiore. Il rischio è il cedimento... Quindi che succede? Succede che, nel 2007, l'Amministrazione di FLORIS, prevede l'intervento sul PONTE MOLTEDO per aumentarne la portata... naturalmente a costo gravante sul Ente pubblico!
In data 19 aprile 2007, con Determinazione Dirigenziale n. 278 [leggila integralmente qui] il funzionario del COMUNE DI ANDORA, geom. Ugo MELA, da incarico per "Lavori di Manutenzione straordinaria del PONTE DI MOLTEDO e del Ponte Serafina Marchiano..." allo Studio associato di Ingegneria e Geologia Marchiano, Torri e Vezzano, per un importo pari a 11.016,00 euro. Nella determina di incarico si legge che "si rende necessario provvedere ad affidare un incarico per la verifica statica del PONTE DI MOLTEDO...".
In data 17 luglio 2007 alle ore 9:00 la Giunta Comunale di ANDORA (presenti: sindaco FLORIS, vice sindaco Giovanna RISSO, assessori: Franco BRUNO, Maria CASTIGLIA, Alessandro CIBIEN e Claudio MAZZOLENI), con Delibera 120 approva ad unanimità il "PROGETTO PRELIMINARE" per il restauro del PONTE MOLTEDO, così come elaborato dall'Ufficio Tecnico dello stesso COMUNE DI ANDORA. Prevede un finanziamento dell'opera per 110.000,00 euro.
[leggi qui la delibera 120/2007 integrale]
In data 17 luglio 2007, alle ore 9:00 (ovvero in contemporanea?), la Giunta Comunale di ANDORA (presenti gli stessi sopra riportati), con Delibera 121 approva ad unanimità il "PROGETTO DEFINITIVO" per il restauro del PONTE MOLTEDO, così come elaborato dall'Ufficio Tecnico dello stesso COMUNE DI ANDORA. Prevede un finanziamento dell'opera per 111.639,35 euro. Nella tabella del quadro economico dell'opera si legge che l'importo lavori è pari a 78.774,96 euro, con lavori a base d'asta per a 83.552,96 e totale lavori soggetti a ribasso d'asta pari a 78.774,96.
[leggi qui la delibera 121/2007 integrale]
Quindi, in data 24 luglio 2007, alle ore 9:00, la Giunta Comunale di ANDORA (presenti gli stessi delle delibere precedenti già riportati), con Delibera 129 approvano ad unanimità il "PROGETTO ESECUTIVO" per il restauro del PONTE MOLTEDO. Si conferma un finanziamento dell'opera per 111.639,35 euro. Nella tabella del quadro economico dell'opera si legge che l'importo lavori è pari a 78.774,96 euro, con lavori a base d'asta per a 83.552,96 e totale lavori soggetti a ribasso d'asta pari a 78.774,96.
[leggi qui la delibera 129/2007 integrale]
In data 2/11/2007 con Determinazione Dirigenziale Settore Lavori Pubblici n. 53 (n. 744/generale del 07/11/2007), il Responsabile U.T.C. - Lavori Pubblici, Geom. Ugo MELA, procede ad "Affidamento in economia mediante procedura negoziata dei lavori di Intervento di restauro del PONTE MOLTEDO. Approvazione verbale di gara e bozza di contratto. Aggiudicazione definitiva alla ditta SCAVO-TER".
Nella Determina si legge che "trattasi di lavori di manutenzione di importo inferiore a € 100.000,00 è consentita l'esecuzione in economia" e "alla procedura negoziata sono state INVITATE con nota 35620 del 04/10/2007 n. 15 ditte". Si legge quindi che "in data 22/10/2007 si è tenuto l'espletamento della gara dal quale è risultata aggiudicataria la ditta SCAVO-TER SRL, avente sede legale in via Bertola 1, 17047 Vado Ligure, Codice Fiscale 01252170095, la quale ha offerto il ribasso del 15,500% rispetto alla base d'asta, per un importo contrattuale di € 71.317,49 di cui € 66.539,49 per lavori ed € 4.778,00 per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso".
Con tale assegnazione il quadro economico dell'opera cambia ed è il seguente:
66.539,49 € somme per lavori al netto del ribasso d'asta
4.778,00 € oneri per la sicurezza
subtotale somme a disposizione 40.321,86 contro i preventivati 28.116.39 €.
[leggi qui la DD 744/2007 integrale]
Il COMUNE DI ANDORA pagherà alla SCAVO-TER SRL dei FOTIA: 60.500,00 € con mandato di pagamento 20080003239 del 15/10/2008 più 12.430,68 € con mandato di pagamento 20080003601 del 13/01/2008.     

Ed ora viene la questione: i lavori come sono stati eseguiti? Esiste il collaudo dell'opera con verifica sulla portata del PONTE MOLTEDO restaurato?

Partiamo dal collaudo. Non appare essere stato effettuato alcun collaudo dell'opera!
Questo dato risulta dal fatto che non esiste deliberazione o determina di incarico per effettuazione del collaudo. Inoltre alcuni degli abitanti della zona che hanno chiesto chiarimenti in merito, anche alla luce del fatto che non è più presente alcun cartello indicante la "portata" del ponte, si sono sentiti rispondere che il collaudo non era necessario in quanto i lavori sono stati fatti sulla base del progetto che si basava a sua volta sui calcoli statici eseguiti prima!!!
E che il collaudo non sia stato fatto può anche essere comprensibile perché non lo avrebbe passato, visto che il PONTE MOLTEDO è in condizioni disastrose, come dimostreremo a breve.
Il restauro del PONTE MOLTEDO - come vedremo dalle foto - non ha certamente riguardato la struttura portante, in quanto è evidente che i pilastri sono altamente consumati e compromessi, così come la parte inferiore del ponte che cade a pezzi, mentre gli scarichi delle acque sono fatti "un po così"... Ma allora questi 72.930,68 euro pagati alla SCAVO-TER SRL dei FOTIA per il restauro a cosa sono serviti???
Non ci si dica per la sistemazione della parte superiore del ponte, in quanto per l'asfaltatura il COMUNE DI ANDORA ha speso altri 20.430,00 €, derivanti da quel fondo di 45.338,73 costituito dalle somme a disposizione a seguito dell'offerta al ribasso effettuata dalla SCAVO-TER.
Ciò è evidente dalla Determinazione Dirigenziale n. 16 Settore Lavori Pubblici del 03/03/2009 (175/generale del 05/03/2009) con cui il Responsabile del servizio lavori pubblici, Geom. Ugo MELA, da incarico alla ditta BOGLIOLO MARIO & C SAS di Alassio per completamento asfalti ponte e strada per Moltedo.
[leggi qui la DD 175/2009 integrale]     

A questo punto appare evidente che:
- la SCAVO-TER è stata invitata dal COMUNE DI ANDORA per i restauri del PONTE MOLTEDO
- la SCAVO-TER si vede aggiudicare i lavori per € 71.317,49
- la SCAVO-TER esegue (?) l'incarico espletato e incassa € 72.930,68
- ma per completare il "restauro" deve essere dato nuovo incarico ad altra ditta (la BOGLIOLO MARIO & C SAS) per altri 20.430,00 euro
- non è stato effettuato alcun collaudo del PONTE MOLTEDO!
- non è stata effettuata contestazione alcuna per i lavori assegnati alla SCAVO-TER e sa questa eseguiti (?), visto che l'unica cosa evidente che è stata fatta è la ringhiera... che però ci pare poco per oltre 70 mila euro!!!

Ma, visto che la SCAVO-TER si era aggiudicato l'incarico per il RESTAURO DEL PONTE MOLTEDO così come da progetto esecutivo di cui alla Delibera 129/2007 della Giunta Comunale e successive Determine, avanzando un ribasso del 15,500%, come mai il COMUNE DI ANDORA ha dovuto per realizzare il compimento di quel medesimo progetto spendere ulteriori 20.430,00 €? 
Alla fine la SCAVO-TER ha vinto una gara con un ribasso che gli ha permesso di battere altre ditte concorrenti, ma non ha eseguito l'intero lavoro di restauro di cui al Progetto Esecutivo (sempre che il lavoro eseguito si dimostrasse eseguito correttamente, fatto più che discutibile visto l'omesso collaudo).

E' altrettanto evidente che, non solo non c'è il collaudo, ma le opere di restauro del PONTE MOLTEDO, a parte l'asfaltatura ed alcuni interventi nella parte superiore, non hanno visto alcun evidente intervento di rinforzo dei piloni o di rifacimento del ponte stesso (visto lo stato del ponte stesso, guardandolo da sotto).

Quindi, ancora una volta: come spiega tutto ciò l'Amministrazione FLORIS? Come mai davanti ad un evidente sproporzione tra la somma pagata alla  SCAVO-TER e lo stato del PONTE MOLEDO, il COMUNE DI ANDORA non ha contestato l'esecuzione dei lavori eseguiti dalla SCAVO-TER? Ce lo possono spiegare?


Ed ecco le foto del PONTE MOLTEDO:

 

VISTO DA SOPRA

                                                                                                                                                                        

PONTE MOLTEDO il PONTE MOLTEDO
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DI LATO
(da qui è evidente che l'unico intervento
- ben visibile -
sulla struttura del ponte sia solo quello nella parte superiore)

                                                                                                                                                                                                                                                        

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DA SOTTO

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                

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I PILONI

                                                                                                                                                                                                                                                                                                

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il PONTE MOLTEDO il PONTE MOLTEDO

 

In tale articolo - qui riportato - nulla vi era di diffamatorio e nulla valgono le suggestioni riportate nell'Atto di Citazione ex art. 700 della SCAVOTER. Leggendo l'articolo stesso e gli allegati documenti ufficiali del COMUNE DI ANDORA [che si producono ALLEGATO 4], non si può che constatare la correttezza, continenza e veridicità di quanto pubblicato nell'articolo contestato, ovvero la pretestuosità della citazione promossa dalla SCAVOTER.

L'indicazione che il PROGETTO ed il conseguente INCARICO assegnato alla SCAVOTER fosse il restauro del Ponte Moltedo (e non una parte di esso) appare non da una nostra interpretazione, bensì dalle Delibere ufficiali del COMUNE DI ANDORA [vedesi allegati citati]. Inoltre l'articolo contestato evidenzia la sproporzione dei costi sostenuti dalla Pubblica Amministrazione (il COMUNE DI ANDORA) rispetto ai lavori effettivamente realizzati (SCAVOTER ed altri). Per tale ragione si sono prodotte molteplici fotografie del Ponte.

Il fatto che si contesta nell'articolo relativamente al mancato collaudo è inoltre con ogni evidenza riferito alla responsabilità del COMUNE DI ANDORA e non quindi della SCAVOTER, tanto è vero che nell'articolo stesso è riportata la “giustificazione” adottata dal Sindaco Franco FLORIS – e che poi è ripresa anche dalla SCAVOTER nell'Atto ex art. 700 – ovvero che il collaudo non sarebbe necessario in quanto i lavori sono stati eseguiti a seguito di un progetto. La “follia” di tale “giustificazione” appare evidente perché è proprio a seguito di esecuzione di progetti di ristrutturazione o costruzione che vengono (devono) essere espletati i collaudi, anche perché è solo attraverso questi che si può certificare l'esecuzione corretta dei lavori.

L'articolo in questione si inserisce poi in una più ampia analisi del rapporto consolidato nelle assegnazioni di incarichi attraverso licitazione privata tra COMUNE DI ANDORA (amministrazione FLORIS) e SCAVOTER dei FOTIA, che abbiamo evidenziato e che è stato (ed è) oggetto di attenzioni da parte della Procura di Savona.

Con articolo di replica all'iniziativa dei FOTIA sull'articolo relativo ai lavori per il COMUNE DI ANDORA della SCAVO-TER, nell'articolo del 25 dicembre 2011, scrivevamo:

"Dalle risultanze appena giunteci (con esattezza in data 21 dicembre 2011), abbiamo appreso che la "motivazione" data al fatto che i piloni ed il "sotto" del ponte, fossero ancora in stato disastroso nonostante il "RESTAURO" pagato oltre 72 mila euro, sarebbe che il lavoro di "RESTAURO" affidato dal COMUNE DI ANDORA alla SCAVO-TER dei FOTIA non sia stato un vero e proprio "RESTAURO" come titolavano le deliberazioni e le determine, ma sia stato effettivamente circoscritto alla sola parte superiore, ma con esclusione dell'asfaltatura, visto che questa è stata pagata a parte ad altra ditta, la BOGLIOLO MARIO & C SAS. E questo è certamente un ulteriore elemento sintomatico della "trasparenza" del COMUNE DI ANDORE con la sua amministrazione FLORIS... ma andiamo avanti...

Questo "dettaglio" che giustifica le condizione pessime (e pericolose!) del PONTE MOLTEDO fa apparire però ancora più elevata la cifra di oltre 72 mila euro riconosciuti ai FOTIA, non per un "RESTAURO" del Ponte ma per una sistemazione della sola parte superiore del ponte (asfaltatura esclusa e pagata a parte!!!).

Quindi non erano sbagliati i fatti ricostruiti e tanto meno le domande che ponevamo quel 27 luglio 2011 e che non hanno prodotto alcuna risposta di merito né dal COMUNE DI ANDORA, né dalla SCAVO-TER dei FOTIA."


Tutta la documentazione relativa all'incarico alla SCAVOTER per i lavori sul Ponte Moltedo è stata infatti acquisita dalla Procura di Savona, così come le documentazioni relative agli incarichi assegnati dallo stesso COMUNE DI ANDORA alla SCAVOTER. Tale fatto testimonia anche l'attinenza a fatti di cronaca che riguardano una pubblica amministrazione e la corretta gestione delle risorse pubbliche e delle procedure.

Risulta da ogni verifica possibile la correttezza di quanto abbiamo scritto e documentato, nonché delle domande poste nell'articolo in questione. Infatti: 1) ad oggi non è stato effettuato alcun altro intervento da parte del COMUNE DI ANDORA in merito alla parte inferiore del Ponte, cosa che era stata annunciata come successiva opera a seguito della sistemazione della parte superiore; 2) lo stato di degrado avanzato dei piloni e della parte sottostante del Ponte è palese e, considerando l'omesso collaudo o comunque una qualsivoglia verifica post lavori dello stato e della portata del Ponte, con il passaggio di mezzi pesanti sullo stesso, è evidente la situazione di pericolo; 3) la somma di oltre 70.000,00 euro per la sistemazione della sola parte superiore appare elevata visto lo stato del Ponte.

Già in data 17 MAGGIO 2011 l'Ufficio di Presidenza della Casa della Legalità aveva pubblicato un articolo, titolato: “Sui FOTIA, cosca MORABITO-PALAMARA-BRUZZANITI, chiudiamo la partita?” [ALLEGATO 5]. Nell'articolo in questione in riferimento proprio al rapporto con il COMUNE DI ANDORA, scrivevamo:

Affrontiamo invece la questione di un altro Comune del savonese: ANDORA.

Qui, con l'amministrazione di uno dei fedelissimi di Claudio BURLANDO, ovvero il Franco FLORIS (eletto, come successore di un altro diessino Pierluigi Pesenti, nel 2004 e riconfermato nel 2009), i FOTIA erano proprio di casa.
Nel Comune di confine tra savonese ed imperiese, dove il cemento cola ovunque, dall'interno sino alla spiaggia, con operazioni di dismissioni del patrimonio pubblico e autorizzazioni a costruire senza freno, rilasciate dall'amministrazione FLORIS che, naturalmente, si dice molto "ambientalista" (sic!), i FOTIA sono presenti e ben voluti - con la loro SCAVO-TER - come nessun altro.

Andiamo con ordine, e partiamo dai mandati di pagamento alla SCAVO-TER:

* 2004 *
52.800 euro per lavorazioni di manutenzione straordinaria moli di ponente
42.000 euro per lavorazioni di manutenzione straordinaria moli di ponente anno 2004
36.000 euro per lavorazioni di manutenzione straordinaria moli di ponente
530.30 euro per stato finale per lavorazioni di manutenzione straordinaria moli di ponente
5.106,58 euro per lavorazioni di manutenzione straordinaria moli di ponente anno 2004
1.800 euro per spostamento tubazione e ripristino molo


* 2006 *

39.480 euro per realizzazione nuovo scalo alaggio
5.680,50 euro per realizzazione nuovo scalo alaggio - stato finale


* 2008 *

13.785,86 euro per realizzazione nuovo tratto condotta fogna nera in Loc. Rollo
60.500 euro per restauro ponte Moltedo
25.357,21 euro per lavori rifacimento tratto tombinatura Rio Moltedo - stato finale
955,94 euro per sistemazione tratto muro in pietra in Loc.tà Moltedo
17.616,73 euro per realizzazione nuovo tratto condotta fognaria
12.430,68 euro per intervento di restauro Ponte Moltedo - stato finale


* 2009 *

133.718,65 euro per stato finale lavori pulizia e sistemazione torrente Merula nel tratto tra Ponte Aurelia a Ponte Italia 61

* 2010 *
16.646,81 euro per ripascimento spiagge con punto di prelievo la spiaggetta a levante del Porto.


E dopo una sorta di "dominio" indiscusso della SCAVO-TER nel settore degli incarichi pubblici del COMUNE DI ANDORA, certamente dal 2004 al 2008, si nota che solo a seguito del subentrato della SCAVO-TER nei consistenti subappalti del Cantiere FERROVIAL
(in sostituzione della BETONPONENTE i cui mezzi erano andati a fuoco,come già ricordammo) vi è una riduzione degli incarichi del COMUNE DI ANDORA direttamente assegnati alla SCAVO-TER.

In parallelo la particolare attenzione alla SCAVO-TER da parte del COMUNE DI ANDORA è poi testimoniata anche da un particolare: nei diversi verbali degli Esiti di gara disponibili sul sito del Comune si apprende che la SCAVO-TER è sempre la prima nelle liste degli invitati alle gare.”



  d)SUL PRESUNTO DANNO DI IMMAGINE DELLA SCAVOTER


I FOTIA sottolineano che l'articolo contestato rappresenti un danno all'immagine della loro impresa. Nulla di più falso e infondato.

Nell'articolo contestato, così come negli altri da noi pubblicati in merito ai FOTIA ed alle loro attività imprenditoriali [già citato Allegato 5 ed ALLEGATI da 6 a 12], si sono riportati fatti riscontrabili documentalmente.

Sono i fatti che danneggiano l'immagine non certo il raccontarli e documentarli.

Gli elementi sui FOTIA da noi più volte riportati negli articoli non rappresentano nulla d'altro che “fotografare” i fatti, documenti ed atti sui FOTIA e le loro società. Tentare di imputare allo scrivente o alla Casa della Legalità i fatti di rilievo pubblico a loro (ai FOTIA) relativi appare palesemente un tentativo di nascondere gli elementi e le risultanze ufficiali a loro carico che vedremo nel successivo punto.



  e) GLI ELEMENTI UFFICIALI SUI FOTIA E LE LORO IMPRESE


Le contestazioni giudiziarie ai FOTIA risalgono agli anni Novanta con l'arresto e la condanna di Sebastiano FOTIA (risulta avere precedenti di polizia e condanne per:associazione a delinquere; traffico di sostanze stupefacenti; porto abusivo e detenzione di armi e munizioni; fabbricazione o detenzione di materiali esplodenti; emissione di assegni a vuoto), quindi all'arresto di Pietro FOTIA [vedesi OCC e Sentenza di cui all'ALLEGATO 13] per una sparatoria nel centro di Savona (accusa da cui verrà assolto a seguito della ritrattazione dei testimoni che – come evidenziato dalla cronaca giudiziaria dei quotidiani locali – risultarono intimiditi), sino ai giorni nostri con i recenti provvedimenti dell'A.G.


In particolare:


- l'arresto presso l'abitazione di
Donato FOTIA (amministratore di diritto della SCAVOTER) del parente Mario VERSACI, oggetto di O.C.C. del GIP di Reggio Calabria, su richiesta della DDA per l'operazione “REALE 3”;


- l'arresto di
Pietro FOTIA (amministratore di fatto della SCAVOTER) nell'ambito dell'indagine “DUMPER” della Guardia di Finanza, coordinata dalla Procura di Savona, per reati di riciclaggio, corruzione, frode ed altro [O.C.C. ALLEGATO 14];


-
interdizione dalle contrattazioni con le Pubbliche Amministrazioni emessa a carico della SCAVOTER per 9 mesi [ALLEGATO 15 e ALLEGATO 16];


- avvio dell'istanza di sequestro e confisca dei beni e delle società dei FOTIA (tra cui la SCAVOTER) da parte della DIREZIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA, presso il TRIBUNALE DI SAVONA [
la documentazione può essere acquisita direttamente presso il Tribunale di Savona]. Il fatto che la procedura sia stata avviata e segua l'iter ordinario, così come anche se dovesse, in primo grado, essere respinta l'istanza in tutto o in parte, ciò non cancella gli elementi pesanti a carico dei FOTIA che hanno condotto la DIA a predisporre una Relazione di oltre 200 pagine.


A quanto qui sinteticamente ricordato occorre poi aggiungere che i FOTIA sono da tempo indicati chiaramente e senza possibilità di dubbio da molteplici relazioni pubbliche (DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA, COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTIMAFIA), nonché della PREFETTURA DI SAVONA e della SQUADRA MOBILE DI SAVONA, come soggetti della 'NDRANGHETA, emanazione della cosca MORABITO-PALAMARA-BRUZZANITI in Liguria, nonché in contatto con altre famiglie di 'NDRANGHETA presenti ed operanti in questa stessa regione
.


Si riporta, a titolo di esempio, estratto della più recente Relazione di questi Atti (gli altri estratti sono contenuti negli articoli da noi pubblicati e già indicati in allegato), ovvero la
RELAZIONE ALLA COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTIMAFIA DEL PREFETTO DI SAVONA (2011):

"Nel capoluogo [SAVONA, ndr] si segnala in particolare la FAMIGLIA FOTIA, proveniente da Africo (RC) e ritenuta da sempre in stretto collegamento con soggetti appartenenti alla cosca dei "MORABITO-PALAMARA-BRUZZANITI".     

Elemento di spicco e indiscusso leader dell'omonima famiglia, risulta essere FOTIA Sebastiano, nato a Cardeto - RC - l'1/12/1945, residente a Savona, coniugato con Giuseppa BRUZZANITI). Tra gli anni '80 e gli anni '90, il predetto ed il figlio FOTIA Pietro (nato ad Africo - RC il 24/04/1969, residente a Savona e coniugato con Bruna PALAMARA) venivano ritenuti interessati al traffico di stupefacenti e di armi di questo Capoluogo, reati per i quali lo stesso FOTIA Sebastiano veniva condannato nel 1991.

    

A suffragio di quanto appena esposto, i rapporti tra il FOTIA Pietro e gli altri pregiudicati affiliati a cosche calabresi sono confermati dai controlli di polizia a cui lo stesso è stato sottoposto in data 18 agosto 1994 in Bovalino (RC) unitamente al pluripregiudicato MORABITO Rocco, residente in Africo Nuovo, ed in data 17/11/1992 in Milano unitamente a BRUZZANITI Antonio, altro membro di spicco della famiglia BRUZZANITI, insediatasi in Milano, nonché cognato del boss calabrese Giuseppe MORABITO, alias "Peppe Tiradrittu".

    

I FOTIA, impegnati soprattutto nella filiera dell'edilizia, hanno, fra l'altro, costituito l'impresa "SCAO-TER SRL" che ha continuato ad acquisire significative commesse anche nel campo delle opere pubbliche e vanta un considerevole numero di mezzi d'opera e di dipendenti.

    

Proprio durante il lungo periodo di detenzione del padre Sebastiano (dal 1991 al 1998), il ruolo di rilievo all'interno della famiglia venne esercitato da FOTIA Pietro, coadiuvato marginalmente dai fratelli Donato e Francesco, entrambi coniugati con due donne della famiglia SCORDO di Africo.

    

In data 11.5.2011 personale del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Savona ha dato esecuzione alle ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal GIP presso il Tribunale di Savona, su richiesta del P.M., nei confronti dei suindicato FOTIA Pietro, in quanto ritenuto responsabile di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti (artt. 2 e 8 Legge n. 74/2000), corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio (art. 319 c.p.), turbata libertà degli incanti (art. 353 c.p.), turbata libertà del procedimento di scelta del contraente (art. 353 bis c.p.), falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici (479 c.p.) e trasferimento fraudolento di valori (art. 12 quinquies L. 356/1992), nonché nei confronti di:
- DROCCHI Roberto (nato a Savona l'1/12/1969, consigliere comunale uscente e candidato alle ultime elezioni comunali a Savona nel gruppo del PARTITO DEMOCRATICO, responsabile dell'Ufficio Settore Tecnico Lavori Pubblici e Servizi Tecnologici e del Servizio Progettazione e Gestione Interventi del Comune di Vado Ligure, nonché - in ambito sportivo - presidente della Lega Nazionale Pallacanestro e presidente della Riviera Basket Vado Ligure); ritenuto responsabile dei reati di corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio (art. 319 c.p.)m turbata libertà degli incanti (art. 353 c.p.) e falsità ideologica commessa dal Pubblico Ufficiale in atti pubblici (art. 479 c.p.);
- BELACLAVA Andrea (nato a Cortemilla - CN il 27/61947, residente a Pezzeolo Valle Uzzone, Frazione Valle... titolare dell'impresa del settore edile denominata "BELACLAVA GEOM. ANDREA & C SNC" con sede in Pezzolo Valle Uzzone), ritenuto responsabile dei reati di corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio (art. 319 c.p.), turbata libertà degli incanti (art. 353 c.p.) e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici (art. 479 c.p.);
- TARICCO Mario (nato a Ovada - AL il 21/11/1944, residente a Savona... titolare dell'omonima ditta di riproduzione di serrature e chiavi con sede a Savona in via Giacchero, 26 rosso), ritenuto responsabile del reato di riciclaggio (art. 648 bis c.p.).

    

Inoltre, è opportuno, far rilevare che a Savona in casa di Donato FOTIA, in data 22/12/2010m p stato arrestato dai ROS Mario VERSACI, cognato dello stesso Donato, destinatario di un ordinanza di cattura dell'A.G. di Reggio Calabria in relazione all'indagine "REALE 3" della DDA di quella città, assieme ad altre 11 persone appartenenti alla 'ndrangheta ed in particolare alla cosca "PELLE" di San Luca."

 

Sulla mafiosità dei FOTIA risultano inequivocabili i rilievi che già erano portati negli anni passati dai reparti investigativi, così come dalla Direzione Nazionale Antimafia. Guardando solo a quelle degli ultimi anni [si produce, a titolo esplicativo, estratto della Relazione della DNA del dicembre 2009 – ALLEGATO 17]:

Relazione annuale DNA – dicembre 2011

La Liguria di Ponente.
La provincia di Savona vede
la presenza di alcuni nuclei familiari storici legati alla criminalità organizzata di matrice calabrese tra gli altri la famiglia “GULLACE” nonché quella degli“STEFANELLI” originari di Oppido Mamertina (RC), operante nel comune di Varazze (SV) e già in passato coinvolta in un sanguinoso conflitto con la cosca “MARANDO” sorto proprio a causa di problemi relativo alla gestione di alcuni traffici di droga sia in Piemonte che in Liguria. Il 21 dicembre 2010 il R.O.S. CC di Reggio Calabria nell’ambito dell’operazione “REALE 3” trae in arresto a Savona presso l’abitazione di Donato FOTIA il pregiudicato VERSACI Mario.”

Relazione annuale DNA – dicembre 2009

La crescente ampiezza della sfera di interessi economici ruotante attorno alle varie anime della ‘ndrangheta presenti nella regione ligure ben contribuisce a spiegare l’attivo interesse di tali articolazioni, registrato in recenti contesti investigativi, ad individuare in ambito locale specifici referenti amministrativi e politici, oltre che a rinsaldare e saldare le molteplici relazioni delle proprie rappresentanze economiche fiduciarie con gli ambienti imprenditoriali della regione. Il fenomeno appare connotato da speciali note di concretezza con precipuo riguardo alla situazione nelle province di Savona (ove operano soprattutto le famiglie Fameli, Fazzari, Gullace e Fotia)...”

• già nella Relazione annuale DNA – dicembre 2008

La crescente ampiezza della sfera di interessi economici ruotante attorno alle varie anime della ‘ndrangheta presenti nella regione ligure ben contribuisce a spiegare l’attivo interesse di tali articolazioni, registrato in recenti contesti investigativi, ad individuare in ambito locale specifici referenti amministrativi e politici, oltre che a rinsaldare e saldare le molteplici relazioni delle proprie rappresentanze economiche fiduciarie con gli ambienti imprenditoriali della regione.
Il fenomeno appare connotato da speciali note di concretezza con precipuo riguardo alla situazione nelle province di Savona (ove operano soprattutto le famiglie Fameli, Fazzari, Gullace e Fotia) e Imperia (ove sono attivi i gruppi Ventre, Sergi, Pellegrino e Iamundo), ma è riconoscibile con nitidezza anche nel Levante (ove sono attive le famiglie De Masi, Romeo e Rosmini) e nel genovese (ove operano le famiglie Nucera, Rampino, Fogliani, Asciutto), in ogni caso confermandosi l’importanza di un penetrante e continuo monitoraggio delle realtà connotate da più rilevante e tradizionale presenza di figure di speciale potenziale criminoso al fine dell’emersione dei reali tratti dei processi di aggregazione e radicamento territoriale dei gruppi di origine calabrese.”

già la Commissione Parlamentare Antimafia – Relazione 2006

La DNA indica anche puntualmente le sfere di penetrazione economica dei gruppi della ’Ndrangheta in Liguria:
«Non di meno, al rilevato processo di ristrutturazione criminale dei gruppi calabresi prima sinteticamente delineato corrisponde una coerente espansione della dimensione affaristica dei medesimi gruppi, risultando da molteplici fonti investigative l’interesse di soggetti legati alla ‘ndrangheta in attività` economiche legali controllate attraverso una fitta rete di partecipazioni societarie (nel campo dell’edilizia, soprattutto, ma anche dello smaltimento dei rifiuti e del commercio) e una spregiudicata pressione usuraria su operatori economici locali funzionale ad obiettivi di sostituzione nell’esercizio delle imprese in crisi finanziaria. La crescente ampiezza della sfera di interessi economici ruotante attorno alle varie anime della ‘ndrangheta presenti nella regione ligure ben contribuisce a spiegare l’attivo interesse di tali articolazioni, registrato in recenti contesti investigativi, ad individuare in ambito locale specifici referenti amministrativi e politici, oltre che a rinsaldare saldare le molteplici relazioni delle proprie rappresentanze economiche fiduciarie con gli ambienti imprenditoriali della regione. Il fenomeno appare connotato da speciali note di concretezza con precipuo riguardo alla situazione nelle province di Savona (ove operano soprattutto le famiglie Fameli, Fazzari, Gullace e
Fotia) e Imperia (ove sono attivi i gruppi Ventre, Sergi, Pellegrino e Iamundo), ma e` riconoscibile con nitidezza anche nel Levante (ove sono attive le famiglie De Masi, Romeo e Rosmini) e nel genovese (ove operano le famiglie Nucera, Rampino, Fogliani, Asciutto), in ogni caso confermandosi l’importanza di un penetrante e continuo monitoraggio delle realtà` connotate da piu` rilevante e tradizionale presenza di figure di speciale potenziale criminoso al fine dell’emersione dei reali tratti dei processi di aggregazione e radicamento territoriale dei gruppi di origine calabrese».”

Significativo anche del “patto” di convivenza con le altre cosche 'ndranghetiste presenti ed attive nel savonese e più in generale in Liguria, appare la Relazione di servizio della Polizia di Stato sul funerale del boss Francesco FAZZARI:

"Si segnala che, in data 26.2.2009, nel Comune di Borghetto S. Spirito (SV), si sono svolte le esequie di FAZZARI Francesco, nato a Mammola (RC) l'1.10.1926, residente in vita a Borghetto S. Spirito (SV) in Via Per Toirano, come già evidenziato noto esponente in questa provincia della cosca dell'ndrangheta RASO-GULLACE-ALBANESE (originaria della Piana di Gioia Tauro -RC-).

(omissis)

Nel corso del servizio di osservazione svolto in occasione del citato evento, veniva altresì documentata la presenza di FOTIA Sebastiano e del proprio figlio FOTIA Pietro, noti esponenti in questo territorio della cosca dell'ndrangheta MORABITO-PALAMARA-BRUZZANITI (originaria della costa jonica calabrese), malgrado – per quanto consta a questo Ufficio - non risultino legami di parentela tra i predetti e la famiglia FAZZARI e gli stessi appartengano a due diverse cosche, geograficamente originarie ed operanti in due distinte zone della provincia di Reggio Calabria.

(omissis)

Il personale operante aveva modo, altresì, di constatare il verificarsi dapprima di un incontro formale tra i citati FOTIA e MAMONE e, subito dopo, di un colloquio ristretto ai soli FOTIA Sebastiano e MAMONE Luigi, protrattosi per alcuni minuti e - a parere di questo Ufficio - di particolare significato considerate le circostanze in cui esso si è svolto, nonché per il carattere degli interlocutori i quali - come detto – risultano appartenere a due distinte cosche."

Il ruolo dei FOTIA emerge anche dagli Atti dell'indagine MAGLIO del ROS di Genova. Infatti nella Richiesta di misure della cosiddetta Operazione “MAGLIO 3” risulta altresì riportato:


“Il giorno 31 gennaio 1994 il collaboratore di giustizia GULLA' GIOVANNI dichiara:
(...omissis...)

Il riferimento in Liguria della famiglia di Sarzana era VINCENZO NUCERA che allora abitava a Lavagna e che poi si trasferì a Frosinone lasciando a Lavagna il figlio SANTINO NUCERA anche lui appartenente (allora e, ritengo, tuttora) all'Onorata Società e che svolge attività di imprenditore edile. Che io sappia non ha parenti nel Ponente Ligure. Ha invece parenti a lavagna; in particolare PAOLO NUCERA che gestisce un ristorante sito davanti alla Stazione dei Carabinieri di Lavagna. Mi risulta che PAOLO e SANTINO NUCERA siano tuttora affiliati all'Onorata Società. I NUCERA sono originari di Fossato a quanto mi risulta, non sono inseriti in una cosca calabrese particolare tanto è vero che non sono mai stati implicati in guerre tra cosche. (...omissis...) L'organizzazione dell'onorata società era allora (e devo ritenere ancor oggi visto che sconvolgimenti non ve ne sono stati) strutturata in questo modo: vi era una presenza ramificata da Sarzana a Ventimiglia passando per Lavagna, Rapallo, Genova, Savona, Taggia, Sanremo ecc.; tutti poi convergevano nel “locale” (inteso per tale la famiglia, il gruppo) di Ventimiglia che fungeva, come si diceva in gergo, da “Camera di Controllo” di tutta la Liguria, vale a dire che per tutte le questioni inerenti all'organizzazione (prescrizioni, regole ecc) il riferimento per ogni singola 'ndrina e per ogni singolo locale era la camera di controllo di Ventimiglia la quale fungeva da filtro per la Calabria.
I rappresentanti alle riunioni potevano cambiare ma localmente vi erano capi riconosciuti delle varie famiglie:
- a Sarzana i principali esponenti erano i ROMEO e i SIVIGLIA;
- a Ventimiglia Ernesto MORABITO, Ciccio MARCIANO', Antonio PALAMARA; anche un certo SCARFO' di cui non ricordo il nome era un personaggio di spicco della zona;
- a Lavagna, come già detto, i NUCERA;
- a Genova ANTONIO RAMPINO e PIETRO NASTASI, originario di Santa Cristina, che aveva un forno in via Bovvio;
- a Savona
SEBASTIANO FOTIA;
- a Taggia erano molti influenti i MAFODDA e NINO RAGUSEO. Un mio amico, PIETRO MOLLICA di Africo, anch'egli affiliato, mi parlava spesso di suoi parenti affiliati che però non ho conosciuto personalmente;
- a Sanremo MICHELANGELO TRIPODI di Rosarno e, mi sembra, alcuni appartenenti alla famiglia FALLETI (uno dei quali, PINO, abitava a Vallauris);
- a Diano Marina gli STELLITANO. Io ne ho conosciuto uno, di cui non ricordo il nome, originario di Seminara, che aveva un negozio di abbigliamento a Diano.
Non ricordo chi fossero gli esponenti di Albenga e Borghetto Santo Spirito”.
(...omissis...)”


E' proprio su tali elementi ufficiali che si fonda l'attività di informazione da noi posta in essere con molteplici iniziative pubbliche e presso le Autorità preposte al contrasto delle organizzazioni di stampo mafioso. Alla stesso modo si fonda su quanto di evidenza pubblica contenuto in tali atti che si sono anche basate le inchieste da noi promosse con l'
“Osservatorio sulla criminalità e le mafie”, anche a seguito di diverse segnalazioni, per cui si è richiesto e sollecitato l'intervento delle Autorità preposte, sia in merito alle verifiche sui rapporti dei FOTIA con le Pubbliche Amministrazioni, sia per l'adozione di misure di prevenzione patrimoniali ed interdittive.

Tali elementi, qui schematicamente riportati, sono stati ampiamente pubblicati anche dalla stampa locale e dal web [vedesi alcuni degli articoli più recenti in meritoALLEGATO 18]. Nell'ambito di quanto pubblicato dalla stampa, di particolare rilievo, oltre alla cronaca giudiziaria, appare l'editoriale del direttore de “Il Secolo XIX” del 13 maggio 2011 ove questi annuncia che mai più “Il Secolo XIX” avrebbe venduto spazi pubblicitari alle imprese dei FOTIA.


   f)CAMBIO DEL MARCHIO DA “SCAVOTER” A “FOTIA GROUP”

 
Altro elemento chiave per comprendere il carattere prettamente pretestuoso racchiuso nell'intenzione di attribuire allo scrivente ed alla Casa della Legalità il “danno di immagine” alla SCAVOTER, secondo i FOTIA prodotto dall'articolo contestato, è palese dal fatto che è l'emergere pubblicamente dei fatti relativi ai FOTIA (inchiesta “DUMPER” e risultanze dell'Antimafia) ad aver portato i FOTIA ad adottare un cambio nel “marchio” della loro impresa principale, la SCAVOTER.

Nell'immediatezza dell'arresto di Pietro FOTIA il marchio “SCAVOTER” veniva rimosso dai mezzi dell'impresa stessa. Successivamente gli stessi camion venivano “marchiati” con nuova dicitura: “FOTIA GROUP”.

Tali fatti si evidenziavano ben prima dell'articolo contestato, testimoniando il tentativo dei FOTIA di procedere ad una sorta di nuovo “insabbiamento” dopo l'inesorabile emergere, pubblicamente, di chi fossero e di come operassero.

A titolo esplicativo ecco alcune foto che, tra l'altro, abbiamo già pubblicato sul sito da tempo, ovvero ben prima della citazione ex art. 700 e del conseguente provvedimento:

Partiamo da alcune immagini... Qualche fotogramma ci è di aiuto a capire certe evoluzioni più di mille parole.

 

Il primo:

Prima ogni mezzo era marchiato

Questa è una delle motrici dei mezzi della principale azienda dei FOTIA. Era così, con l'adesivo SCAVO-TER che campeggiava al lato della motrice. Era prima... "prima" dell'arresto di Pietro FOTIA per l'indagine che ha coinvolto il funzionario responsabile dell'Ufficio Tecnico del Comune di Vado Ligure e (ex) Consigliere Comunale del PD e Presidente Commissione Urbanistica del Comune di Savona, DROCCHI Roberto.

Il secondo:

Durante l'arresto di Pietro FOTIA la scritta

Questa è una delle motrici dei mezzi della medesima azienda dei FOTIA, "durante" gli arresti di Pietro FOTIA. Se prima il nome SCAVO-TER veniva indicato con "orgoglio" sui mezzi dell'impero che aveva raggiunto una posizione dominante nel settore, nell'ambito del savonese, dopo l'arresto, gli adesivi venivano staccati, così che i camion in movimento fossero assolutamente anonimi.

Il terzo:

    
Dopo... forse sperando nell'oblio... tutto si trasforma e compare

Questa è una delle motrice "attuali" dei mezzi della medesima azienda dei FOTIA, dopo qualche mese dall'arresto di Pietro FOTIA e delle ammissioni che hanno permesso di veder accolta la richiesta di trasferimento dal carcere ai domiciliari.


Appare quindi del tutto evidente che lo scrivente e la Casa della Legalità non hanno mai diffamato i FOTIA, ma hanno promosso un'informazione sempre basata su fatti, sulla base di verifiche e riscontri documentali
. Certamente tale azione volta a porre le dovute attenzioni sociali, del mondo dell'economia e della finanza, nonché della politica, su chi siano effettivamente i FOTIA, ha contribuito all'emersione di elementi utili alle indagini ed alle azioni giudiziarie poste in essere dalle diverse Autorità competenti, ma da qui a sostenere che sia lo scrivente o la Casa della Legalità, ed ancor più l'articolo contestato relativo ai lavori per il COMUNE DI ANDORA, a creare danno e pregiudizio alla SCAVOTER ed ai FOTIA, occorre davvero una straordinaria ed abnorme spinta surreale.

Il diritto di critica, soprattutto quando riguarda la gestione della Pubblica Amministrazione, è quanto lo scrivente, unitamente alla Casa della Legalità, ha esercitato, nei limiti sanciti dalla norma, ovvero della veridicità, correttezza e pertinenza. Inoltre appare indiscutibile anche l'assoluta rilevanza sociale dei fatti descritti nell'articolo contestato e nelle altre pubblicazioni inerenti ai FOTIA, ai loro legami, alle loro attività “imprenditoriali” e nei rapporti con le Pubbliche Amministrazioni. Si ricordi che con sentenza 5259/1984 la Sezione I Civile della Corte di Cassazione presenta la seguente massima [Il Foro italiano, anno 1984, Vol. CVII, pag. 2712]:

Perché la divulgazione a mezzo stampa di notizie lesive dell'onore possa considerarsi lecita espressione del diritto di cronaca, e non comporti responsabilità civile per violazione del diritto all'onore, devono ricorrere tre condizioni:
1) utilità sociale dell'informazione;
2) verità oggettiva, o anche soltanto putativa purché frutto di diligente lavoro di ricerca;
3) forma civile dell'esposizione dei fatti e della loro valutazione, che non ecceda lo scopo informativo da conseguire e sia improntata a leale chiarezza, evitando forme di offesa indiretta".


Da quanto pubblicato nello stesso articolo (con i molteplici documenti allegati/linkati consistenti nelle deliberazioni e determine del COMUNE DI ANDORA, così come negli approfondimenti relativi ai FOTIA a cui altri link rimandano, testimonia il diligente lavoro di ricerca svolto, nonché anche il preciso contesto in cui è da collocarsi l'articolo contestato.


Si deve quindi concludere che risulta evidente l'accanimento da parte della famiglia FOTIA nei confronti dello scrivente e della Casa della Legalità, oltre ad una propensione smisurata alla mistificazione dei fatti e della realtà, come brevemente ma crediamo efficacemente abbiamo cercato di dimostrare, al fine di rendere evidente la pretestuosità delle azioni “legali” da questi promosse contro lo scrivente e l'intera associazione che rappresento.

Sull'evidente accanimento contro il sottoscritto da parte dei FOTIA, ed in particolare del Pietro FOTIA, occorre segnalare che:


- il Pietro FOTIA stesso si è prodigato in molteplici telefonate a soggetti terzi per cercare di danneggiare l'immagine e la credibilità dello scrivente;


- i tre fratelli Donato, Francesco e Pietro hanno presentato diverse querele per diffamazione, alcune (le ultime) in fase di indagini preliminari ed altre su cui la Procura di Genova ha già richiesto al GIP l'archiviazione (il Gip si è riservato di decidere);


- in data 27 agosto 2010,in Vado Ligure (Sv) a seguito di nostra chiamata intervenivano due pattuglie della Polizia di Stato ed una dell'Arma dei Carabinieri.
In tale occasione [che confermava anche il ruolo di responsabile “di fatto” della SCAVOTER di P
ietro FOTIA, pur se questi non risultava negli organi societari!] venimmo fermati dal figlio dell'Adalgisa FOTIA (sorella di Pietro, Donato e Francesco) e di Francesco CRIACO che chiamato il proprietario della SCAVO-TERci impediva di allontanarci attaccandosi alla nostra autovettura lungo strada pubblica. Alla domanda degli agenti di PS intervenuti su chi avesse chiamato, lo stesso, qualificandosi come il “nipote di FOTIA”, affermava di aver chiamato il proprietario della SCAVO-TER, Pietro FOTIA”. In tal proposito tale fatto dovrebbe essere riscontrato anche dalla relazione di servizio redatta su tale intervento dagli stessi agenti di PS intervenuti, anche alla luce del fatto che sul posto arrivarono i tre fratelli FOTIA. Il Pietro FOTIA, scendendo dall'auto che stava guidando, mentre i fratelli rimanevano in assoluto silenzio, affermava che:
- si scusava del comportamento di suo nipote;
- le loro aziende erano sempre aperte per noi (della Casa della Legalità);
- aspettava per una chiacchierata presso gli Uffici della SCAVO-TER il “sig. Abbondanza” (ovvero lo scrivente).
A seguito il Pietro FOTIA affermava inoltre, con chiaro atteggiamento intimidatorio, rivolto sempre allo scrivente: “noi apprezziamo molto chi lavora bene, e lei lavora bene, quindi noi l'apprezziamo. Mi capisce?”. Tale atteggiamento induceva gli agenti di PS presenti non solo all'identificazione dei tre fratelli FOTIA (di cui certamente uno, il Pietro, risultava privo dei documenti di riconoscimento), ma anche a “scortarci” sino all'Autostrada;


- nell'ambito dell'udienza presso il Tribunale di Savona relativa all'istanza della DIA per la confisca dei beni dei FOTIA, il Pietro FOTIA ha attaccato lo scrivente dando prova della tendenza alla menzogna/mistificazione. Infatti, in merito all'invio di piccolo pensiero da parte della Casa della Legalità in occasione delle scorse festività, il Pietro FOTIA sosteneva, a quanto riportato dal quotidiano “la Stampa” [ALLEGATO 19], che lo scrivente avrebbe spedito tale dono nel dicembre 2011 quando invece è stato spedito nel gennaio 2012!


Alla luce di quanto esposto nella presente memoria si richiede in via principale, alla luce degli elementi indicati, di ANNULLARE il Provvedimento del 23 dicembre 2011;

in subordine di respingere l'istanza presentata in quanto cessata la materia del contendere essendo stato l'articolo contestato modificato come da Provvedimento emesso il 23 dicembre 2011, ovvero con indicazione del provvedimento emesso dal Tribunale di Savona, linkaggio del testo del provvedimento, nonché con la sostituzione del nominativo SCAVOTER e/o FOTIA con “OMISSIS”.


Savona, 5 luglio 2012

f.to Christian Abbondanza

 

 

INDICE DEGLI ALLEGATI:

- ALLEGATO 1 - articolo contestato così già modificato in ottemperanza al Provvedimento
vedi qui

- ALLEGATO 2 - testo del Provvedimento
vedi qui


- ALLEGATO 3 - Estratto Atto di Ricorso ex Art. 700,
notifica Provvedimento e Notifica udienza ricorso ex art. 669
vedi qui


- ALLEGATO 4 - Delibere e Determine COMUNE DI ANDORA in merito al Ponte Moltedo

D.D. 278/2007vedi qui
D.G. 120/2007
vedi qui
D.G. 121/2007 vedi qui
D.G. 129/2007 vedi qui
D.D. 744/2007 vedi qui
D.D. 175/2009 vedi qui

- ALLEGATO 5 - nostro articolo:
Sui FOTIA, cosca MORABITO-PALAMARA-BRUZZANITI, chiudiamo la partita?
vedi qui

- ALLEGATO da 6 a 12 - altri nostri articoli sui FOTIA e le loro imprese

- ALLEGATO 6
07.04.2010 - TRA CANTIERI E CAVE ECCO LA SCAVO-TER DEI FOTIA
vedi qui

- ALLEGATO 7
28.08.2010 -I FOTIA, COSCA MORABITO-PALAMARA-BRUZZANITI, A SAVONA TANTO AMATI...
vedi qui

- ALLEGATO 8

23.12.2010 - SEQUESTRI PER LA SCAVO-TER ED UN ARRESTO IN CASA FOTIA
vedi qui

- ALLEGATO 9

26.03.2011 - FOTIA della cosca MORABITO-PALAMARA-BRUZZANITI da Savona con furore...
vedi qui

- ALLEGATO 10

11.05.2011 - Nel savonese l'illegalità tra mafia, politica e affari... e Pietro FOTIA è agli arresti
vedi qui

- ALLEGATO 11

11.07.2011 - I FOTIA non sono "legati" alla 'Ndrangheta, sono 'Ndrangheta
vedi qui

- ALLEGATO 12

09.12.2011 - FOTIA, cosca MORABITO-PALAMARA-BRUZZANITI più che mai!
vedi qui

- ALLEGATO 13 - Ordinanza Custodia Cautelare in carcere per Pietro FOTIA
(più sentenze) del 1993
vedi qui

- ALLEGATO 14 - Ordinanza Custodia Cautelare in carcere per Pietro FOTIA ed altri,
Operazione DUMPER del 2011
vedi qui


- ALLEGATO 15
- ORDINANZA INTERDIZIONE PER LA SCAVO-TER (2012)
vedi qui

- ALLEGATO 16
- Visura Camerale storica della SCAVOTER
vedi qui

- ALLEGATO 17
- Estratto Relazione DNA 2009
vedi qui

 

- ALLEGATO 18 - alcuni articoli stampa sui FOTIA


- 27.03.2009 da L'Espresso
Mafia e 'Ndrangheta nuovo allarme in Liguria
vedi qui

- 09.04.2011 edizione cartacea de Il Secolo XIX

Fotia al funerale del boss
vedi qui

-11.05.2011 sito de Il Secolo XIX
Terremoto nel Pd, Drocchi arrestato per corruzione
vedi qui

- del 12.05.2011 - sito de Il Fatto quotidiano
Corruzione e l'ombra della ‘ndrangheta. In carcere il candidato del Pd a Savona
vedi qui

- gli articolo del 12/13/14.05.2011 - edizione cartacea Il Secolo XIX
(formato .pdf)
12.05.2011 -vedi qui
13.05.2011 - vedi qui

14.05.2011 - vedi qui

- 02.03.2012 da edizione Savona de La Stampa
"Escludere Fotia dagli appalti"
vedi qui

- 04.07.2012 da edizione Savona de La Stampa
Tutti Fotia, chiesto il rinvio a giudizio
vedi qui

- ALLEGATO 19 - articolo La Stampa del 27.06.2012
su udienza Tribunale di Savona per istanza DIA finalizzata alla confisca dei beni dei FOTIA
vedi qui

 

 

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