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Tra Liguria e Lunigiana, un disastro annunciato, con morti, dispersi e drammi...

Il disastro, con morti e dispersi nel levante ligure e lungo il Magra

Di parole ne scriviamo poche, questa volta. Non ve ne sarebbero comunque abbastanza per esprimere l'amarezza e l'indignazione per l'accaduto. Quello che è avvenuto tra l'esprimo levante ligure ed il nord della Toscana è un disastro annunciato. Le avvisaglie vi erano state tutte... allagamenti, esondazioni, alluvioni si ripetevano anno dopo anno. Un promemoria di danni ripetuti che diceva quanto quel territorio era fragile e quanto fosse urgente porvi rimedio. Invece nulla si è fatto. Gli Enti Locali, la Provincia, la Regione Liguria ed il Governo, erano troppi impegnati a predicare grandi opere e grandi speculazioni, per stanziare i fondi necessari e intervenire per la messa in sicurezza di quel territorio...

Nel frattempo abbiamo scoperto che la "cricca del Faraone" alle Cinque Terre dilapidava i fondi anziché fare ciò che doveva per la tutela del Parco, ben oltre alle pure operazioni mediatiche e clientelari. Nel frattempo abbiamo assistito a nuovi grandi progetti di speculazione edilizia, tra La Spezia e Sarzana sino alla foce del Magra. Spingere e spingere ancora per nuovo cemento, nuovi insediamenti... nuovi centri commerciali. Anche la Procura di La Spezia ha pesanti responsabilità perché davanti all'abusivismo diffuso ed alle speculazioni palesemente incompatibili con lo stato del territorio, per lunghi anni, per troppi lunghi anni, è rimasta inerme... immobile... distratta. E non è certo un caso che la pesante inchiesta, "Mani Unte", sulla "cricca" del Parco delle 5 Terre sia esplosa in coincidenza con il pensionamento dell'ex Procuratore Capo, Scirocco. Dalle amministrazioni locali alla Regione Liguria passando per le banche e le grandi Cooperative, in quel territorio vedevano solo nuova possibilità di cemento... ed a perseguire questa hanno passato gli ultimi anni con una continua escalation. E così il territorio era sempre più fragile, le avvisaglie ignorate ed ora è giunta la tragedia dove tutti piangeranno, dove tutti diranno che è stata una "calamità" quando invece è stato il frutto della devastazione del territorio... Certo: senza soldi non si fa nulla. Ma perché i soldi per le cosiddette grandi opere si trovano (Tav, Terzo Valico, Gronda, Pontremolese, Piattaforma Maersk) e per mettere in sicurezza il territorio no? Ma perché per approvare i progetti speculativi degli "amici" il tempo si trova e per affrontare le ferite del territorio no? Queste domande, nella retorica e nell'ipocrisia, non troveranno risposta... ancora una volta saranno solo lacrime di coccodrillo quelle che i responsabili istituzionali verseranno. E questa è una ancora più pesante ferita che si aggiunge a quelle prodotte dal disastro consumatosi, con morti, dispersi... disastrati. Quell'area che va da La Spezia e la Lunigiana è terra dove, a discapito del territorio e dell'ambiente, chi ha governato e inciso per i soli propri interessi, è una compagine trasversale che era piegata, o che direttamente si ritrovava, all'ombra del tempio massonico. Questa terra, dai Cantieri Navali all'entroterra di Sarzana, è stata per lungo tempo terra sicura per le mafie, così come lo erano discariche, cave e Porto, anche per quella piaga, senza colpevoli, dei traffici di rifiuti. Gli affari per certi ambienti in quella terra tra estremo levante ligure e nord della Toscana andavano sempre a gonfie vele... mentre il territorio era sempre di più violato e fragile.

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