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Disastro colposo (annunicato) nella Liguria piegata dal cannibalismo di territorio

VarazzeLa lunga stagione delle colate di cemento e asfalto che, trasversalmente, ha visto le amministrazioni pubbliche divorare greti di torrenti, colline, aree boschive e costa, ha prodotto l'ennesimo disastro. Si è in Liguria, dove il territorio è stato piegato con varianti e deroghe che ignoravano il "dettaglio" di un dissesto idrogeologico equivalente ad un bomba innescata pronta ad esplodere da un momento all'altro. Ed il momento è giunto... (nuovamente)...

Nel ponente di Genova, dai rioni di Sampierdarena a Sestri Ponente, da Certosa a Fegino, dal Chiaravagna a Voltri e Pegli... e poi Arenzano, Cogoleto... per arrivare al savonese con Varazze, si consuma un disastro colposo! Si: colposo, perché questo è quando le amministrazioni pubbliche, per assecondare gli appetiti speculativi, ignorano la fragilità del territorio e la necessità di "spazio" dei rivi e torrenti. E nulla ancora è dato sapere delle sostanze tossico-nocive trascinate sul terreno ed in mare dai fiumi d'acqua che hanno spazzato cave e discariche, fabbriche e impianti di morte come quello della Stoppani...


15_0_459082457_10-10-04_Alluvione_047_360-280_crop.jpgOggi, 4 ottobre 2010 è stato quindi l'ennesimo disastro. Argini e pezzi di strade portate via, tronchi di alberi e vegetazione lasciata crescere negli alvei sradicati e trascinati a valle a formare dighe, aree collinari franate dopo il disboscamento utile a "far spazio" a nuove costruzioni o per incendi. Nulla che non fosse prevedibile, nulla che non fosse logica e naturale conseguenza delle scelte di amministrazione del territorio scellerate!

Per ora il centro di Genova, le colline della Val Bisagno e del Levante, il Tigullio, hanno retto... la pioggia è arrivata qui in serata ed al momento sembra di minor intensità. Ma può essere "il caso" ha disegnare il confine del disastro? No, perché gli Enti Locali (Comuni e Province) così come la Regione, hanno il potere della pianificazione, del mantenere fermi i vincoli, di impedire scempi e nuove ferite.

Non solo. Gli Enti Locali in questi anni hanno abdicato all'obbligo di intervento per la messa in sicurezza delle realtà critiche. Sapendo - ad esempio perché autori degli stessi Piani di Bacino che indicavano le criticità - hanno preferito utilizzare le risorse altrove. Così a Genova come nei piccoli Comuni della provincia, a Savona come nei piccoli comuni di quella terra e via così, nell'imperiese e nel levante.

Brin, Stazione Metrò Hanno ignorato e perseverano nell'ignorare il rischio, nonostante sia conclamato e tangibile (eccome se lo è!), perché ancora oggi la politica trasversale è quella di nuove varianti (da quelle per permettere nuove cementificazioni sulla costa o in collina, per permettere riempimenti a mare o disboscamenti in collina... ma anche con omissioni che permettono di eludere procedure di valutazione di impatto ambientale, per opinabili ed arbitrari opinioni di qualche dirigente regionale) e concessioni edilizie o progetti faraonici (ed anti-economici) come la Gronda, il Terzo Valico, la colmata dell'Entella, ecc ecc.

Non ci sono i soldi, dicono, per mettere in sicurezza rivi e torrenti, colline e costa, ma quelli per le trivelle a Murta e Granarolo ci sono, visto che trivelle per il tracciato della Gronda sono già lì, ed in parte, già in azione. Non hanno risorse per curare l'entroterra e le colline ma anziché destinare i contributi per chi lavora la terra se li divorano tra clientele e corruzione. Non hanno potere, dicono, per fermare gli scempi ma hanno il potere di permetterlo ed avvallare ogni desiderato, anche davanti al pericolo conclamato.

FeginoE poi ci sono anche le responsabilità di quei "professionisti" che piegano il dovere deontologico della loro professione a chi gli paga le parcelle e così si hanno geologi che firmano relazioni dove si dice che si può costruire sui fronti di frana oppure direttori dei lavori, geometri o ingegneri, che pur di incassare non si accorgono che ogni scavo è una mina pronta a far crollare l'intorno.

Ecco perché il 4 ottobre 2010 in Liguria è il giorno del disastro colposo. Ecco perché bisognerebbe chiamare a rispondere della responsabilità politica quegli amministratori che dai Comuni alle Province, arrivando alla Regione, hanno l'abitudine della deroga e della variante che ci consegna disastri, puntuali, come quello di oggi. Se la magistratura, come ha iniziato a fare il Procuratore Capo di Savona, vorrà chiamare anche a rispondere penalmente i responsabili ben venga, ma una risposta, netta di indignazione e opposizione civile bisognerebbe darla, da cittadini, a questi amministratori (che siano di destra, di sinistra o "civici" ed "indipendenti" come alcuni si amano chiamare) che hanno messo la loro firmetta o alzato la loro manina avvallando il cannibalismo del territorio (e poi ci querelino pure di nuovo).

In molti in questi anni si è denunciato e messo in guardia del destino a cui si andava incontro. Noi, il Wwf, Comitati spontanei, blog, giornalisti come ad esempio Ferruccio Sansa e Marco Preve, che non a caso hanno promosso un libro inchiesta dal titolo "Il Partito del Cemento" ed ora "la Colata"... Ma la politica ha mancato di rispondere, o meglio ha risposto con il muro di gomma o con l'ipocrisia. A questo punto, all'ennesimo disastro, sarebbe anche il momento che siano cacciati dalle Pubbliche Amministrazioni tutti i lor signori che hanno ignorato l'allarme, che hanno assecondato gli scempi, che hanno approvato quello o questo progetto con variante e deroga, che hanno aumentato la ferita del fragile territorio di questa nostra terra. Ma non se ne andranno da soli, anzi da domani li vedremo parlare contro il cemento perché con l'ipocrisia sperano di nascondere le loro responsabilità. Non permettiamolo, altrimenti questo ennesimo disastro non ci avrà insegnato nulla ed andremo inesorabili verso altri e forse più pesanti disastri!

Sestri Ponente

Certosa


Il testo di Ferruccio Sansa dal blog di Beppe Grillo:
Cemento e inondazioni in Liguria- Ferruccio Sansa
Liguria distrutta dal cemento con l'acqua che esce dalla case.
"Sono Ferruccio Sansa, inviato del Fatto Quotidiano: le esondazioni sono un male con cui in Liguria siamo abituati a convivere da decenni, sono il frutto più evidente della cementificazione della nostra terra dopo gli anni 50/60 e il disboscamento, gli incendi, tutte e tre insieme queste cause hanno portato a conseguenze devastanti, se volete vedere quali sono gli effetti del cemento e degli incendi venite a vedere in Liguria cosa succede quando piove, la bellezza della nostra Regione è proprio questa, che abbiamo il mare vicinissimo alle montagne, però quando piove forte i crinali sono ricoperti di cemento e non c’è più vegetazione per i troppi incendi, il risultato è immediato: l’acqua dall’alto delle colline arriva al mare in pochissimi minuti con una forza terrificante. Questo è il frutto del fatto che non si è cercato in nessun modo di arrivare a una pianificazione urbanistica intelligente, si sono ricoperti di cemento i crinali, si sono costruiti nuovi quartieri senza pensare alla pulitura e a incanalare i rivi e i torrenti, allo stesso modo quando gli incendi devastanti come quelli del 2009 hanno scorticato letteralmente la roccia delle colline, non si è poi fatto più nulla per cercare di fare sì che la vegetazione ritornasse sulle colline. Purtroppo c’è un problema come succede in tutta Italia, costruire porta consensi elettorali, mentre la manutenzione dei rivi è una cosa che sta in silenzio, che non si vede e che non porta consenso elettorale. Un rappresentante del centro-sinistra disse: "Mi raccomando non puntiamo tanto sulla bonifica del territorio, sulla pulizia dei rivi perché quella non la vede nessuno, meglio piuttosto puntare su grandi opere, su opere che tutti vedono". Però poi i risultati di questo tipo di politica miope e ottusa arrivano quando ci sono le piogge fortissime come oggi. E' necessario assolutamente investire sul futuro, è possibile ripulire i rivi, è possibile spostare le costruzioni cresciute in questi anni in Liguria, ma anche nelle regioni vicine, in Toscana, lungo l’alveo dei fiumi e dei laghi perché altrimenti sarà assolutamente ipocrita poi quando ci saranno le tragedie, piangere per quello che succede!". Ferruccio Sansa

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