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A confisca i beni dei Canfarotta - Operazione Terra di Nessuno



A confisca i 5 milioni di beni dei Canfarotta[IN CODA IL COMUNICATO STAMPA DELLA DIA E DEI CC, OLTRE AI LINK AI PRINCIPALI ARTICOLI, VIDEO E DOCUMENTI PRECEDENTI]
La Casa della Legalità esprime la propria soddisfazione ed il ringraziamento per l'arrivo in meno nove mesi alla confisca dei beni della famiglia CANFAROTTA che erano stati sequestrati il 3 luglio 2009 con l'Operazione antimafia "Terra di Nessuno" realizzata dalla DIA di Genova, con la collaborazione dell'Arma dei Carabinieri...

 

Beni immobili prevalentemente a Genova (nel centro storico - tra la zona della Maddalena e di San Bernardo - ed a Sampierdarena/Cornigliano) ma anche a Palermo ed in provincia di Cuneo, oltre a conti correnti e titoli di credito (600 mila euro), quote societarie e veicoli, sono stati confiscati dal Tribunale di Genova a CANFAROTTA Benito, LO RE Filippa e CANFAROTTA Salvatore, con l'adozione, nei loro confronti, anche delle misura della sorveglianza speciale per 5 anni con l'obbligo soggiorno a Genova e l'obbligo di presentazione all'Autorità di P.S. tre giorni alla settimana.

 

I reati contestati ai componenti della famiglia palermitana dei CANFAROTTA, da decenni attivi a Genova, che è alla base del parallelo procedimento penale a loro carico, sono di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e sfruttamento della prostituzione. Lo spessore criminale e la pericolosità sociale dei CANFAROTTA - che noi abbiamo sempre segnalato (anche pubblicamente) insieme agli ZAPPONE, ai CACI ed ai FIUMANO' - è stata ulteriormente confermata, come già anche successo con il boss Rosario CACI, dal fatto che gli stessi continuavano non solo nell'attività illecita dopo la disposizione del sequestro dei beni nel luglio 2009, ma continuavano occultamente nel riscuotere i canoni di affitto dei beni che gli erano stati sequestrati.

 

Il provvedimento di confisca dimostra sia la solidità dell'indagine del Centro Operativo della DIA di Genova, sia anche la conferma, come avevamo detto - pochi in Italia -, dell'efficacia delle nuove normative legislative adottate tra il 2008 ed il 2009 in merito ai provvedimenti di sequestro, confisca e gestione dei beni.

 

Inoltre è doveroso sottolineare che al positivo esito dell'Operazione antimafia "Terra di Nessuno", con l'arrivo a confisca dei beni, ha concorso anche la presa di coscienza da parte di molteplici abitanti del centro storico genovese che, a seguito delle innumerevoli iniziative che come Casa della Legalità abbiamo realizzato sul territorio, hanno contribuito con segnalazioni, rompendo l'omertà che per decenni ha regnato sovrana nella città vecchia.

 

Adesso i beni confiscati passeranno alla gestione della nuova Agenzia nazionale, con sede a Reggio Calabria, che dovrà anche procedere all'assegnazione dei beni per finalità sociali o alla vendita di quelli non assegnabili (con possibilità di riconfisca nel caso dovessero finire nelle mani di prestanome di turno, quindi senza i rischi paventati nei mesi scorsi dai "soloni" della cd. antimafia).

 

Questa gestione, disposta dalla nuova normativa, dovrebbe impedire quanto accaduto a Genova per i beni confiscati a Rosario CACI (esponente della "decina" dei gelesi", emanazione a Genova del clan di Piddu MADONIA di COSA NOSTRA) che, per gravi responsabilità del Demanio, del Comune di Genova e dell'allora Prefettura di Genova (prefetto Romano), aveva permesso il ritorno nella disponibilità ed uso concreto, per anni, del bene di vico delle Mele confiscato in via definitiva allo stesso Rosario CACI che, nel frattempo, continuava a svolgere - con la convivente/compagna Concetta CACI - attività di sfruttamento della prostituzione ed usura - come dimostrato da una recente operazione del Gico con la DDA di Genova (pm Panichi).

 

Proprio per evitare che i beni confiscati ai CANFAROTTA tornino di fatto nella disponibilità degli stessi o che restino abbandonati, chiederemo al Prefetto di Genova, dott. Musolino, di farsi carico - con i propri Uffici - della costituzione di un tavolo con le Istituzioni locali (Comune e Municipio) e tutte le associazioni disponibili, oltre che con i gruppi di abitanti del centro storico (Liberi Cittadini della Maddalena e Associazione Centro Storico Est), per valutare quali beni possano essere utilizzati e quindi promuovere progetti di gestione di effettiva utilità sociale, rispondenti ai bisogni del territorio e capaci di rendere ancora più ampia l'azione di bonifica della zona, oltre ai singoli immobili confiscati.

 

Questo passaggio è ritenuto da noi indispensabile per evitare ogni possibile ritardo e distorsione sulle assegnazioni e gestioni dei beni (come evidenziato di recente anche dall'inchiesta promossa da Striscia la Notizia), ma anche per promuovere una collaborazione tra realtà sociali - che devono sapersi mettere in gioco responsabilmente, anche operando gratuitamente - e istituzioni al fine di dare un segnale, il più rapido possibile, sull'impegno deciso nel contrasto alle attività criminali e mafiose che purtroppo sono fortemente radicate nella città di Genova.

 

Ringraziare la DIA ed i CC per l'operazione compiuta con successo significa dimostrare concretamente che l'azione di contrasto ai fenomeni ed alle attività criminali e mafiose non sono "delegate" ai reparti investigativi ed alla magistratura, ma vedono l'impegno concreto, quotidiano, della comunità. Noi, come Casa della Legalità, come sempre, siamo pronti nel continuare il nostro impegno in questa direzione perché la cosiddetta "società civile" sappia passare dalle dichiarazioni di intenti ai fatti tangibili.

 

L'Ufficio di Presidenza

NOTA:

 

Tutte le informazioni sull'Operazione Terra di Nessuno del 3 luglio 2009

comunicato DIA e CC, video conferenza stampa, lista beni sequestrati...

 

Tutte le informazioni sulla questione dei beni di vico delle Mele - Caci:

- lo speciale con l'Ordinanza di confisca

Il dossier sulla normativa del sequestro, confisca e gestione dei beni - dicembre 2009

redatto da Elio Veltri (Led.it) e Christian Abbondanz (Casa della Legalità) - clicca qui


 

DIREZIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA
Centro Operativo di Genova
LEGIONE CARABINIERI LIGURIA
Comando Provinciale di Genova


 

COMUNICATO STAMPA - 21.05.2010


AGGRESSIONE AI PATRIMONI ILLECITAMENTE ACCUMULATI
Genova: operazione "TERRA DI NESSUNO"



Il Tribunale di Genova - Sezione per le Misure di Prevenzione - in accoglimento della richiesta formulata dalla Direzione Investigativa Antimafia di Genova, tramite la locale Procura Distrettuale della Repubblica, ha applicato a CANFAROTTA Benito, CANFAROTTA Salvatore e LO RE Filippa la sorveglianza speciale per anni 5 con l'obbligo di soggiorno nel comune di Genova e l'obbligo di presentazione all'Autorità di P.S. tre giorni alla settimana, nonché la CONFISCA di tutti i beni a loro riconducibili, già sottoposti a sequestro nel luglio 2009.

L'attività investigativa ha preso l'avvio nel 2007 ad opera dei Carabinieri della Compagnia di Genova Portoria a carico di CANFAROTTA Benito, della moglie LO RE Filippa e dei figli Salvatore, Claudio e Massimiliano, a seguito di numerosi controlli effettuati nei confronti di persone straniere non in regola con i permessi di soggiorno e dimoranti in alcuni fatiscenti appartamenti ubicati nel centro storico di questa città e di proprietà dei CANFAROTTA.

Considerato il riscontro di un elevato numero di immobili in capo ai medesimi, molti dei quali utilizzati per sfruttare il business della prostituzione e dell'immigrazione clandestina, la Procura della Repubblica di Genova, aveva delegato ai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Portoria l'attività di indagine di Polizia Giudiziaria, affidando al contempo al Centro Operativo DIA di Genova, gli accertamenti di natura personale e patrimoniale con lo scopo di avanzare una articolata proposta di applicazione di prevenzione personali e patrimoniali in attuazione della legislazione antimafia.

Le attività, sviluppatesi per circa due anni, hanno permesso di:
- accertare responsabilità penali in capo ai predetti, relativamente ai reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione nonché per aver destinato i propri immobili ad ospitare cittadini extracomunitari irregolari;
- appurare la pericolosità sociale dei CANFAROTTA, manifestata senza soluzione di continuità durante tutta la loro permanenza in questa città, attraverso la capillare raccolta di dati e documenti concernenti le loro vicissitudini giudiziarie;
- ricostruire l'intero patrimonio immobiliare e finanziario dei componenti la famiglia dei CANFAROTTA, che era apparso enormemente sproporzionato rispetto ai redditi leciti dichiarati dai medesimi dalla fine degli anni settanta, allorquando la famiglia si è trasferita a Genova proveniente da Palermo.

In particolare, dalle indagini è emerso che la LO RE Filippa, (chiamata "mama" dalle prostitute e dai clandestini a cui forniva sostegno logistico e illegale) gestiva una agenzia immobiliare abusiva sita in questo quartiere "Maddalena" - avvalendosi della collaborazione dei citati familiari - con il fine di locale illecitamente gli immobili appartenenti alla sua famiglia.
E' stato anche riscontrato che l'attività svolta dalla "mama", era nota agli extracomunitari ancor prima di giungere nel territorio italiano e soprattutto considerata punto di riferimento, per coloro che per sopravvivere erano costrette all'attività del meretricio.

L'intensa attività investigativa è stata condotta avvalendosi di tutti i poteri di polizia previsti dalla legge in casi del genere: dalle classiche attività di indagine di p.g. svolte attraverso controlliu, pedinamenti di intermediari e faccendieri, intercettazioni telefoniche ed ambientali, fino ad arrivare a massicci e numerosi sopralluoghi di polizia effettuati con il concorso di aliquote di personale della locale Polizia Municipale o dell'Asl presso gran parte degli alloggi ritenuti sospetti, nonché agli accertamenti più sofisticati di natura bancaria, tributaria e societaria.

L'attività svolta ha consentito all'Autorità Giudiziaria di procedere nei confronti di CANFAROTTA Benito, della coniuge LO RE Filippa ed il loro primogenito CANFAROTTA Salvatore per i reati sopra evidenziati ed alla DIA di proporre i medesimi, per l'applicazione della misura di prevenzione (sorveglianza speciale di PS con obblighi) e patrimoniale della confisca dei beni.

Il Tribunale di Genova - Sezione Misure di Prevenzione - ritenendo fondata la richiesta avanzata dal locale Centro Operativo DIA, ha disposto, lo scorso luglio, il sequestro anticipato di tutti i beni immobili (129 unità), di cui la maggior parte siti nel centro storico genoveso, mobili registrati, disponibilità bancarie, postali, titoli di credito, per un totale di quasi 600 mila euro in contanti e quote societarie a vario titolo ritenute riconducibili ai proposti per un valore complessivo prudenzialmente stimato in 5 milioni di euro.

A conclusione di articolato dibattimento di primo grado, durato circa 9 mesi, che ha visto costantemente impegnati, in ulteriori attività di riscontro della tesi accusatoria, il Centro Operativo della DIA e la Compagnia CC di Genova-Portoria, il Tribunale ha ordinato l'applicazione della misura di prevenzione personale e patrimoniale antimafia nei confronti dei tre proposti, disponendo contestualmente la CONFISCA di quanto sopra detto e la restituzione di una decina di immobili nonché delle quote societarie considerate non nella disponibilità dei tre proposti ma di esclusiva proprietà dei loro stretti congiunti.

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