Sul caso di Maria, la bambina bielorussa
13.09.2006 - La Repubblica on-line
Prima di tornare in patria, sarà curata nel nostro Paese
Secondo i genitori affidatari, nell'orfanotrofio subiva abusi e violenze
Bimba bielorussa, il tribunale ha deciso
Almeno per ora resterà in Italia...
L'ambasciatore bielorusso Alexey Skripko in Procura a Genova
GENOVA - Resterà in Italia, almeno per ora, la bambina bielorussa di 10 anni a cui i genitori affidatari italiani non consentono il ritorno al Paese natale sostenendo che laggiù ha subito abusi e violenze. Lo ha stabilito con un provvedimento esecutivo il Tribunale dei minori di Genova.
La piccola, orfana, dovrà essere restituita alle autorità bielorusse. Per ora, però, sarà ricoverata in una struttura di accoglienza italiana, dove sarà curata da uno staff misto italo-bielorusso "nel tempo strettamente necessario" per verificare le sue condizioni psicofisiche. Il rimpatrio sarà solamente un passo successivo.
Sembrerebbe essere in parte stata accolta, quindi, la richiesta di Maria Chiara Bornacin, 31 anni, e Alessandro Giusto, 31, la coppia di Cogoleto (Genova) alla quale la bimba era attualmente affidata. I due si erano rifiutati di farla tornare in Bielorussia, all'orfanotrofio che la ospitava, sostenendo che laggiù aveva subito abusi, violenze sessuali e atti di sadismo.
Nei giorni scorsi, la vicenda aveva causato un piccolo incidente diplomatico. I genitori affidatari avevano nascosto la bambina e sul caso era intervenuto persino l'ambasciatore bielorusso in Italia, Alexei Skripko. Il rappresentante del governo di Minsk aveva garantito che la piccola sarebbe stata curata con la massima attenzione nel suo Paese ma aveva anche minacciato, in assenza di una rapida soluzione del problema, l'interruzione della collaborazione sulle adozioni.
”La vita delle persone
viene prima delle leggi
perché ne è il fondamento!”
Don Luigi Ciotti
Grazie al Tribunale Minorile di Genova, ai suoi magistrati ed al presidente Adriano Sansa che è riuscito ad individuare la strada per mettere al centro della soluzione di questa drammatica vicenda, il bisogno, il Diritto di una bambina!
Questo provvedimento che segue l’iniziativa del Presidente del Tribunale Minorile di Genova che ha fatto sì che venga riconosciuto il diritto al permesso di soggiorno ed al lavoro per i familiari dei minori stranieri in cura presso le strutture del nostro Paese, è testimonianza che la Legalità significa centralità dei diritti dei più deboli e non cieca applicazione di norme o acquiescenza verso quello o questo Potere.
L'Ufficio di Presidenza