Una condanna per la querela del pm Lari

scritto da Ufficio di Presidenza il .

Il Giudice del Tribunale di Torino ha condannato il Presidente della Casa della Legalità per la diffamazione contestata dal pm Alberto Lari e sua moglie, ad una sanzione di 1.032 euro. Lo stesso pm di Torino, Cesare Parodi, nelle sue conclusioni, oltre a sottolineare l'importante opera promossa dalla Casa della Legalità e dal suo Presidente, ha riconosciuto la buona fede dello stesso nella stesura dell'articolo contestato, chiedendo però la condanna perché il testo, letto da persone che non sono a conoscenza dei fatti indicati, per come era scritto, poteva in modo soggettivo essere interpretato in modo tale da offendere la reputazione del pm Lari e di sua moglie...


Se ovviamente, con l'assistenza legale dell'Avv. Riccardo Di Rella, si presenterà Appello contro la Sentenza, una volta depositate le motivazioni (60 giorni), per le stesse ragioni della Difesa (che si erano evidenziate nella Memoria Difensiva, vedi qui), ci teniamo a ribadire quanto già scritto il 16 dicembre 2011:
 “Noi non abbiamo offeso nessuno. Non abbiamo accusato il pm Alberto Lari di alcuna condotta censurabile o illecita. Abbiamo posto una semplice questione di opportunità per evitare che il lavoro del ROS, seguito proprio dal pm Lari, potesse o possa rischiare di essere indebolito o reso vano per questioni che altri indagati potrebbero porre, rallentando inesorabilmente il procedimento. Se il pm Lari si è sentito offeso di ciò che abbiamo scritto ci dispiace e ci scusiamo di questo perché non era nostra intenzione offenderlo...”

Il nostro scritto era relativo alla questione di opportunità relativa all'assegnazione dell'indagine che coinvolgeva il Monteleone Rosario, ovvero di critica all'allora facente funzioni di Procuratore Capo e coordinatore della DDA di Genova dott. Vincenzo Scolastico, e ci spiace che alcuni possano aver pensato, leggendolo, che la carriera professionale della moglie del pm Lari fosse stata avvantaggiata dalle scelte effettuate dal marito nell'ambito della Procura, e, come avevamo fatto nel 2011, ci pare opportuno ribadire che non era in alcun modo nostra intenzione mettere in correlazione la carriera della moglie con le scelte del pm Lari.

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