Alcune proposte al centrosinistra e la risposta del Pd

scritto da Ufficio di Presidenza il .

Con l'avvio della nuova Legislatura e viste le dichiarazioni programmatiche della coalizione di centrosinistra, abbiamo inviato al Responsabile Giustizia del PD, Andrea Orlando, già parlamentare ligure in Commissione Antimafia, alcune semplici proposte, di facile attuazione, che riteniamo urgenti e fondamentali in materia di aggressione ai patrimoni mafiosi, potenziamento della D.I.A., beni ed aziende confiscate e contrasto al riciclaggio attuato attraverso le videolottery.
Crediamo che se si vuole cambiare le cose sia necessario fare proposte concrete e su queste lavorare perché siano accolte ed attuate. Questo in parallelo alle analisi e conseguenti proproste di miglioramento delle norme vigenti o in discussione.
Così abbiamo sempre fatto e così continueremo a fare, fuori dalla pratica dello slogan e del populismo. E' un atteggiamento “laico” che, crediamo, se fosse assunto come prassi generale, fuori da ogni logica di strabismo, preconcetto o calcolo di vantaggio opportunistico e pretestuoso, permetterebbe di compiere passi avanti importanti.
Ecco le proposte e la sua risposta...


1° PROPOSTA (misure di prevenzione patrimoniale/affiancamento DIA a PM)

Le problematiche “formali”, ma fortemente influenti, nei procedimenti per l'adozione delle misure di prevenzione patrimoniale quali sequestro/confisca dei beni, necessitano di un provvedimento urgente.
Tralasciando in questa sede una più ampia analisi della normativa, ci preme indicare la necessità di un provvedimento di modifica urgente della normativa stessa per evitare una situazione paradossale che si è venuta a creare con il susseguirsi delle riforme, creando un vero e proprio “buco” nella procedura.
La questione è questa.
a) La DIA ha il potere di promuovere la richiesta di sequestro/confisca dei beni con propria informativa/istanza. Tale azione, volta all'adozione delle misure di prevenzione patrimoniale, è stata “sganciata” dall'aspetto penale e quindi non necessariamente si sviluppa in parallelo ad un procedimento penale a carico dei soggetti per cui si richiede di applicare la misura di sequestro/confisca. La nuova normativa prevede anche che indipendentemente dall'aspetto penale, se risultano evidenti e provate le origini illecite dei beni, può essere adottata la misura di sequestro/confisca. Il potere “autonomo” di azione della DIA risulta però limitato all'istruttoria.
b) La DIA ha quindi un potere autonomo di promozione di tale indagine sul patrimonio, parallela a quella sulla “mafiosità” dei soggetti per cui chiede l'adozione delle misure di prevenzione. Tale attività di indagine istruttoria si sviluppa quindi, in molteplici casi, senza un parallelo lavoro da parte della Procura competente. Proprio per la ragione anzidetta (“sganciamento” dall'aspetto penale), quindi, nell'ambito della Procura competente potrebbe essere anche completamente “ignorato” il soggetto ed il merito per cui la DIA ha richiesto il provvedimento. Tale elemento è evidente dal fatto che l'istanza alla base della discussione tra le parti, davanti al Tribunale, è di fatto l'informativa finale della DIA.
c) La DIA, una volta completata l'attività e redatta l'informativa/istanza di sequestro/confisca per portarla alla discussione alla competente Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale, deve procedere nel richiedere che la stessa sia presentata da un magistrato designato dalla Procura competente.
d) Il PM designato procede quindi, rappresentando lo Stato, alla promozione della richiesta di adozione delle Misure di Prevenzione patrimoniali. La procedura vigente prevede che quindi il procedimento si sviluppi in contraddittorio tra le parti, con notifica agli interessati.
e) Mentre gli interessati, per cui si richiede di adottare la misura di prevenzione patrimoniale, possono, ovviamente, avvalersi di molteplici difensori, esperti in materia, nel dibattimento davanti al Collegio Giudicante della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale, il PM è solo! 
La norma NON prevede che questi, ovvero il PM – che nella maggior parte dei casi come già sottolineato non è il promotore e coordinatore dell'indagine patrimoniale – sia affiancato dalla DIA nel dibattimento, così come non può nemmeno chiedere che la DIA possa intervenire durante il dibattimento per rispondere ai rilievi della Difesa.

Appare quindi del tutto evidente lo sbilanciamento nel contraddittorio tra le parti davanti al Collegio Giudicante.
 Da un lato una competente Difesa (scelta ovviamente con legali esperti della materia), che può quindi contestare nel merito l'informativa/istanza redatta dalla DIA (che il PM presenta e sostiene, ma che non ha “sviluppato” né in prima persona, né in coordinamento con la DIA), e dall'altro lato un PM che agisce come semplice interfaccia tra la DIA ed il Tribunale, non avendo seguito e/o coordinato l'indagine e che non può farsi assistere ed affiancare in aula dalla DIA.
f) Risulta quindi urgente ed opportuno un intervento normativo in merito che preveda che il PM sia affiancato (o quantomeno che si possa far affiancare), nell'ambito del dibattimento in contraddittorio, davanti al Collegio Giudicante del Tribunale (così come negli eventuali successivi gradi), da un rappresentate designato del Centro Operativo DIA che ha proceduto all'indagine e quindi alla stesura dell'informativa/istanza di sequestro/confisca.

Solo con un equilibrio tra le parti, infatti, è possibile garantire al Collegio Giudicante una visione effettivamente completa su cui basare il proprio pronunciamento.

Purtroppo ad oggi, come ci segnalano dalla DIA, vi sono molteplici casi in cui quando la procedura di sequestro/confisca viene avviata dall'iniziativa autonoma della DIA, l'istanza si arena al primo grado, rendendo non solo più complessa la prosecuzione del procedimento, ma anche dando la possibilità di guadagnare tempo utile ai soggetti per cui la DIA ha richiesto le misure.

 

2° PROPOSTA (inquadramento DIA, oltre alla questione del trattamento economico)

Come evidenziatosi da tempo occorre procedere con urgenza al reinquadramento della DIA finalizzato a garantire a tale struttura la possibilità di adempiere pienamente alle proprie funzioni.
In questo ambito già è stato dato indirizzo della I° Commissioni della Camera dei Deputati il 14 marzo 2012 per un intervento in merito, anche se, in questo caso, con particolare attenzione all'aspetto del trattamento economico da riservare e garantire al personale DIA, considerate le unicità delle funzioni della DIA stessa.
Visto anche il ruolo assegnato dalle più recenti riforme in materia, è opportuno ed urgente che la D.I.A. passi sotto la Presidenza del Consiglio dei Ministri, così come i Servizi e la Protezione Civile, sia al fine di garantire una più ampia autonomia rispetto al Ministero dell'Interno, sia per permettere una maggiore copertura economica e soprattutto per evidenziarne il carattere “unico” assegnato a questa struttura, radicalmente diverso da quello di ogni altra singola forza di polizia.

 

3° PROPOSTA (azzeramento vincoli bancari / tavolo prefettizio su beni confiscati)

I limiti della nuova Agenzia per i Beni Confiscati risultano ad oggi ancora evidenti e, nonostante gli sforzi profusi, appare evidente che in molteplici realtà il maggior numero dei beni confiscati (oltre che le aziende confiscate) restano inutilizzati. Spesso assegnati ma non attivati con alcun progetto effettivo, quindi “chiusi”.
Abbiamo ritenuto coraggiosa la scelta di procedere alla vendita per i beni che non si riescono ad assegnare. Ma occorre evitare che ciò avvenga nella grande parte dei casi.
Si è, in parallelo, consci del fatto che la mole dei beni che vengono, fortunatamente, confiscatati rappresenti, quando restano inutilizzati (e quindi subiscono anche ulteriore degrado), un costo per lo Stato.
Quindi si ritiene necessario che si proceda con alcuni provvedimenti di miglioramento della normativa vigente che, schematicamente, si indicano di seguito:
1) Molteplici beni che vengono sequestrati sono vincolati da ipoteche e mutui che lo Stato, ovviamente, non può “coprire”. Risulta evidente nella maggior parte dei casi che vi sia stata da parte di chi ha concesso tali ipoteche e mutui un'assoluta assenza di controllo sui soggetti richiedenti e di segnalazione di operazione sospetta come previsto dalle normative.

Occorre quindi prevedere l'azzeramento dell'ipoteca e mutuo su detti beni in quanto responsabilità dell'istituto di credito per l'omesso controllo e l'omessa segnalazione, liberando così il bene che viene sequestro dai vincoli e responsabilizzando ad una maggiore attenzione e vigilanza gli istituti di credito.
2) Nell'attesa che l'Agenzia riesca ad entrare nella sua piena operatività occorre inoltre procedere ad un doppio intervento: uno sulle aziende confiscate ed uno sui beni immobili.
Sulle aziende confiscate, anche al fine di evitare, ogni volta che è possibile, lo smantellamento con conseguente ricaduta sui lavoratori (quando i lavoratori non sono componenti stessi del sodalizio!), sarebbe opportuno prevedere, nell'ambito dei “Patti” che vengono sottoscritti con Confindustria e le Unioni Industriali, nonché con altre rappresentanze di categoria (cooperative, commercio...), che sia prevista la creazione di un fondo di solidarietà da utilizzare per sostenere le imprese (che ovviamente siano indenni da rilievi di informative antimafia) che assorbiranno, se non rami di aziende confiscate, quanto meno la forza lavoro e/o i mezzi delle aziende poste sotto confisca.
 Tale fondo dovrebbe essere alimentato sia dalle stesse imprese aderenti alle Unioni degli Industriali (ed altre associazioni di categoria), sia anche con parte del ricavato delle vendite dei beni inutilizzati.
Sui beni immobili. Riteniamo utile prevedere la costituzione di Tavoli di coordinamento operativo presso le Prefetture in cui, coordinati dal Prefetto o suo delegato, vengano chiamati i rappresentanti degli Enti locali su cui hanno sede i beni in questione, nonché tutte le associazioni senza fini di lucro iscritte agli Albi previsti dalla legge e che abbiano almeno un anno di attività documentabile. Compito di tale Tavolo dovrebbe essere innanzitutto quello di verificare quali beni siano, obiettivamente, utilizzabili per progetti ed attività di utilità sociale, e quindi quali invece risultano (per ragioni di collocazione o di condizioni strutturali) non utilizzabili e quindi vendibili.

Effettuato tale censimento che, coinvolgendo gli Enti Locali e le realtà associative, risulterà “condiviso” e quindi senza lasciare spazio a polemiche strumentali, il Tavolo dovrà procedere a verificare, attraverso gli Uffici competenti degli Enti Locali ed il concorso delle associazioni, i bisogni del territorio e della comunità in cui i beni utilizzabili sono collocali. Tale valutazione è ritenuta opportuna al fine di elaborare, conseguentemente, progetti di gestione di utilità sociale effettiva e non quindi “pure” sedi di associazioni slegate dal territorio e quindi incapaci di allargare la “bonifica” al territorio oltre al singolo bene che è stato confiscato.

Sarà quindi valutazione tra Enti Locali e realtà associative coinvolte definire, di volta in volta, se sia opportuno che il bene confiscato, per la realizzazione del progetto di gestione con finalità sociale, dovrà essere assegnato ad un associazione, ad una rete di associazioni o all'Ente Locale che lo gestirà in “rete”, con Atto di Impegno sottoscritto, insieme alle associazioni disponibili.

Tale procedura oltre a “responsabilizzare” i vari soggetti (Enti Locali e realtà associative), rappresenterebbe sia un segnale di effettiva “corresponsabilità” nella recupero dei beni confiscati, di estrema importanza in molte realtà territoriali (anche al nord!), sia anche un modo per superare le difficoltà economiche che una sola realtà associativa o un solo Ente Locale non potrebbe affrontare per garantire una gestione con attuazione di un effettivo progetto di utilità sociale.

 

4° PROPOSTA – ANTIRICILAGGIO VIDEOLOTTERY



Occorre promuovere un'azione urgente per fermare l'utilizzo delle c.d. VideoLottery come strumento di riciclaggio di denaro sporco.

Considerando che il meccanismo in uso per ripulire il denaro sporco è questo:
1) si inseriscono in una videolottery 4.500 euro (la vincita massima è 5.000 euro);
2) inseriti i soldi si annulla la giocata ed esce uno “scontrino” di “vincita di 4.500”;
3) ovviamente i soldi non vengono restituiti immediatamente ma vengono versati con bonifico sul conto corrente indicato. A tale somma viene detratta solo una piccola percentuale per le imposte che vanno allo Stato;
occorre, quindi, obbligare le società concessionarie a modifiche immediate, al fine di mantenere valide le concessioni dell'Agenzia dei Monopoli, atte a modificare le VideoLottery collocate su suolo italiano affinché in caso di “annullamento” della giocata lo “scontrino”, e quindi il bonifico conseguente, sia classificato e tracciato come “rimborso” e non quindi come “vincita”.
 

LA RISPOSTA DI ANDREA ORLANDO - PD

Caro Christian

Ti ringrazio per le proposte che mi hai inviato, il lavoro tuo e della Casa della Legalità è un importante stimolo, un contributo di intelligenza ed esperienza di cui abbiamo grande bisogno, soprattuto in questo momento difficile per il nostro Paese.

Con i colleghi del forum Giustizia del PD e con i nostri parlamentari che si occupano di Giustizia e di Sicurezza stiamo lavorando ad una serie di proposte per il contrasto dell'illegalità, della corruzione, della criminalità organizzata; molte proposte di legge sono già state depositate, altre lo saranno a breve, in vista di queste ultime il tuo contributo di idee è molto utile, non appena i testi saranno definiti sarà mia cura farteli avere per un tuo giudizio.

Grazie Christian  e buon lavoro!

Andrea Orlando

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