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LIBERA divorata dal Partito del Cemento... e la Casa della Legalità è out perchè "destabilizzante"

Libera in Liguria mangiata e digerita dal Partito del CementoChe l'associazione "Libera" non fosse troppo "libera" lo avevamo intuito e ipotizzato pubblicamente. Non abbiamo ricevuto nessuna smentita, e ci sarebbe piaciuto.
Conferme, quelle si, ed il 29 novembre, quando (non si sa ancora dove per certo ma quasi certamente presso Palazzo Tursi a Genova), la notizia-conferma sarà ufficiale, visto che si terrà nel pomeriggio l'assemblea ristretta e alla sera la presentazione pubblica di "Libera" Liguria.
Ancora una volta è proprio la Liguria, come sempre in questioni cruciali, ad offre un osservatorio particolarmente chiaro.

Dopo anni ed anni che chiediamo che si formi un coordinamento di "Libera" in Liguria
con tutti coloro che hanno voglia di impegnarsi (ricordiamoci che già nel 2005, in ben due riunioni, alla presenza di Alfio Foti, allora vice-presidente nazionale di Libera, diedero oltre a noi, Casa della Legalità, la propria disponibilità MegaChip, la Comunità di San Benedetto, il CSI, le Acli, l'Agesci, Legambiente, Wwf, Ludoteca Labyrinth e tanti altri soggetti), ma scopriamo che un fronte ampio, capace di mettere tutti i soggetti attivi nel fronte dell'impegno civile, non è quello che interessa a "Libera".



Don Luigi Ciotti con Massimo D'Alema a BariNeppure sembra interessargli l'azione del Centro Impastato, con sede a Sanremo, e degli altri soggetti impegnati in rete, sul territorio, con coordinamenti efficaci nell'azione di contrasto a quelle speculazioni che stanno devastando la Liguria e dietro alle quali si nasconde il riciclaggio di denaro sporco con l'infiltrazione, talvolta, di società in odore (nella migliore delle ipotesi...) di mafia. Purtroppo in Liguria, chi è attivamente impegnato è fuori da "Libera" e a "Libera" va bene così, mentre chi è complice politicamente delle colate di cemento, è dentro a "Libera", ed a questo punto, sembra proprio che a "Libera" vada benissimo così visto che alla presentazione il 29 novembre prossimo si prevede la presenza di Claudio Burlando e l'intervento di Marta Vincenzi, insieme a quello di Don Luigi Ciotti.

Eppure il referente di Libera-Piemonte, Davide Mattiello (osservatore sulla Liguria nel percorso per la costruzione del Coordinamento Regionale) è informato da tempo della situazione (ed ha visto anche le carte!), come è informato da tempo anche il presidente onorario nazionale di Libera, Nando Dalla Chiesa. Allora viene da chiedersi se contino più di questi responsabili i grandi sponsor economici, Unipol e LegaCoop, che "Libera" si porta dietro.

Gli sponsor naturalmente interagiscono con l'associazione e la gestiscono con i loro uomini; infatti essa è fatta praticamente solo di 'portavoce' e 'porta bandiera' di Lega Coop, Unipol, Cgil (direttamente oltre che tramite Auser e Spi) e Arci. A questo si aggiunge addirittura (e la "fratellanza" con Unipol-Cgil-Coop è straordinaria) il Meeup di Beppe Grillo, il Genova 1, legato all'Italia dei Valori. Poi troviamo Banca Etica e la Fondazione ex Cesar ora "Unipolis" (Unipol). Soggetti che ne fanno un luogo di potere, un altro ‘accampamento' mimetizzato nella società civile.

Nel Comitato Regionale di "Libera", l'unica realtà positiva, atipica - che infatti è tenuta sotto stretta osservazione perché ha troppi contatti con la "Casa della Legalità", ma che gli è indispensabile per poter costituire il Comitato regionale - è quella del Coordinamento provinciale di Libera Savona. Emblematico il trattamento riservatogli alle riunioni, ad esempio, quando hanno chiesto qualche chiarimento e osato presentare una candidatura valida per il ruolo di Referente Regionale; qui, oltre al veto Cgil ed al conseguente voto contrario di tutti gli altri, gli è stato fatto notare che il Referente regionale di "Libera" non ha rimborsi per le spese e l'Arci, nominando un suo uomo di fiducia, non ha problemi a dargli il rimborso... per la serie me lo scelgo e me lo nominate, altrimenti niente grana! Teniamo presente che, tra l'altro, l'elezione dovrebbe tenersi all'assemblea pomeridiana del 29 novembre... ma non potendosi permettere che nulla vada storto l'asse Unipol-LegaCoop-Cgil-Arci ha deciso che a quell'appuntamento ci deve essere una candidatura unica, si facendo emergere come sempre il loro profondo spirito "democratico"!

La nascita di un coordinamento di "Libera" dovrebbe essere promosso sulla base dell'inclusione, della partecipazione civile dell'arcipelago di realtà che operano e agiscono, in diversi ambiti e che si riconoscono in un progetto di lavoro ed impegno comune e concreto, non solo di parole o testimonianza, nella lotta alle mafie, all'illegalità ed alle devianze di un Potere spesso corrotto che si mostra permeabile all'infiltrazione mafiosa o che si fa, esso stesso, brodo di coltura per la cultura mafioseggiante della sopraffazione, del clientelismo, del ricatto... di una gestione della cosa pubblica piegata agli interessi degli "amici degli amici" contro l'interesse generale.

Vediamo un attimo quali realtà sono state escluse da "Libera" Liguria: Casa della Legalità (che con il CSI ed il Forum della pace e delle differenze, sono le uniche associazioni affiliate a "Libera" in Liguria da anni), il Centro Impastato di Sanremo (che ha promosso ed organizzato la Veleggiata Antimafia), le associazioni ambientaliste che si sono impegnate contro le speculazioni del cemento che sta colando e devastando sulla Liguria, come il Wwf Liguria ed anche Legambiente, il CSI, le Acli e l'Agesci (area cattolica), MegaChip, Comunità di San Benedetto al Porto, nonché Cisl e Uil.

"Libera Liguria" è finalmente autoreferenziale. Politicamente, l'asse Unipol-LegaCoop-Cgil-Arci che in soldini sarebbe il Partito Democratico, controlla tutto, ed è degnamente rappresentato da Claudio Burlando e Marta Vincenzi, sulle cui Amministrazioni poggiano le pesanti ombre delle inchieste della Procura, relative non solo a reati come peculati e corruzione, ma anche per infiltrazione mafiosa negli appalti pubblici, riciclaggio e voto di scambio politico-mafioso con le cosche della ‘ndrangheta alle ultime elezioni amministrative.

Ma andiamo avanti con i fatti liguri. Fatti tanto esemplari da dimostrare che al peggio non c'è mai fine.

Come "Casa della Legalità" abbiamo un brutto vizio: le cose le diciamo, senza equilibrismi, con nettezza, non interpretiamo la lotta alle mafie ed all'illegalità come battaglia politica.
Raccogliamo segnalazioni, forniamo il "primo contatto" tra cittadini e reparti dello Stato, facciamo inchieste, presentiamo denunce e collaboriamo con l'Autorità Giudiziaria, con i reparti investigativi dello Stato.

Per ora non ne abbiamo sbagliata mezza e le inchieste della Procura dimostrano che non lavoriamo poi tanto male. E sono soddisfazioni!

Quando coloro che oggi siedono nel Comitato Regionale di "Libera" Liguria ci accusavano di diffamare, calunniare o di raccontar fandonie in realtà stavamo scoperchiando alcuni dei principali canali di contatto tra pubblica amministrazione e cosche od atti illeciti nella gestione della cosa pubblica.

Ci siamo mobilitati per far liberare i beni confiscati di Vico delle Mele a Genova che Prefettura, Demanio e Comune avevano lasciato, per oltre due anni, in mano al boss di Cosa Nostra.
Abbiamo affrontato faccia a faccia il boss, da soli (anche perché l'Ufficio Beni Confiscati di Libera nazionale, ci diceva che avevamo ragione ma che loro non potevano scontrarsi con il Demanio)... tanto che pubblicamente, su un giornale il boss indica proprio il presidente della Casa come il suo nemico che gli ricorda il colonnello della DIA che lo ha arrestato!
Abbiamo poi denunciato che lo stesso boss mentre minaccia gli operai che devono restaurare i beni confiscati (e mentre il Prefetto mette sotto scorta gli operai) vive in albergo spesato dal Comune di Genova.

Abbiamo sempre lavorato perché le persone non assumessero il nostro punto di vista ma perché ragionassero, osservassero la realtà, si informassero e guardassero ai fatti... prendendo coscienza della realtà e della propria condizione, per riacquisire la libertà che il Potere, abilmente, gli ha sottratto. Così, ad esempio, è stato per i Cittadini Liberi del Centro Storico genovese, il cui territorio è stato ed è lasciato - sistematicamente - nella disponibilità e controllo delle mafie. Cittadini che hanno deciso di muoversi in prima persona, senza delega a nessuno, e soprattutto non per la classica guerra tra poveri, su cui il Potere ha sempre giocato.

Abbiamo fatto emergere e denunciato con forza le collusioni e contiguità mafia-politica. Abbiamo pubblicato sentenze e documenti come, ad esempio, la Relazione sulla Asl di Locri e quella sull'inchiesta Why Not.

Abbiamo pubblicato integralmente gli atti dell'inchiesta sul Fronte del Porto di Genova che dimostra l'unità perfetta di tutto il Potere, dagli uomini di Burlando a quelli di Scajola, dagli armatori ai dirigenti della Cumlv.

Abbiamo denunciato il servilismo di alcuni giornalisti e dei tentativi di normalizzare le redazioni per tappare la bocca ai giornalisti con schiena dritta. Fatti che hanno anche qui trovato poi conferma nelle intercettazioni dell'inchiesta sul Porto, legate alle raccomandazioni di Claudio Scajola.

Abbiamo promosso le mobilitazioni contro il golpe istituzionale volto a piegare l'autonomia e l'indipendenza della magistratura che centro-sinistra e centro-destra sistematicamente portano avanti. Abbiamo denunciato pubblicamente i fatti accertati delle responsabilità penalmente riscontrate di Giulio Andreotti come i fatti che riguardano Renato Schifani ed altri parlamentari come Maria Grazia Laganà o Vladimiro Crisafulli, tanto per citarne alcuni.

Abbiamo chiesto verità e giustizia per i morti ammazzati, senza nomi eclatanti, schierandoci con la verità dei fatti che certe Procure non vogliono vedere. Abbiamo sempre dato la parola e ci siamo sempre messi al fianco dei familiari delle vittime di mafia che non hanno mai avuto voce perché dicono quello che sanno, raccontano fatti che sono sgraditi, perché non sono ossequiosi con il Potere, e per questo venivano (e vengono) emarginati dalle strutture "istituzionali".

Abbiamo denunciato casi eclatanti di appalti pubblici dati ad una società della ‘ndrangheta in Liguria e tra questi un appalto gravemente irregolare, gestito con la compiacenza di quello che poi è divenuto Assessore regionale all'Ambiente della Giunta Burlando.

Abbiamo promosso la mobilitazione contro la grazia a Bruno Contrada, insieme ad associazioni e vittime di mafia.

Abbiamo sempre detto e scritto tenendo fede solo alla verità dei fatti. Anche quando abbiamo denunciato conflitti di interesse che dilagano nelle amministrazioni pubbliche, a partire da quello del Sindaco di Genova con le attività del consorte, sino a quello della Visco Connection.

Abbiamo pubblicato tutti gli atti e le notizie dell'inchiesta sulla Tangentopoli genovese e di quei filoni che da tempo denunciavamo con pubblicazioni dettagliate e documentate, dalla questione delle aree ex Ilva di Cornigliano, alla Sviluppo Genova, passando per le aziende pubbliche AMT-AMI, ecc ecc. 

Abbiamo sempre pubblicato nomi e cognomi, abbiamo pubblicato i documenti. Abbiamo anticipato inchieste giornalistiche e inchieste giudiziarie. Non ci siamo mai posti il problema dell'"opportunità politica" di una notizia... se questa è fondata, vera, per noi non c'è dubbio alcuno, va data.

Abbiamo fatto scudo, ad esempio, perché si impedisse che l'area della Stoppani finisse in mano ad una famiglia della 'ndrangheta.

Abbiamo denunciato la riattivazione a Genova della ‘decina' dei gelesi  degli Emmanuello, del clan Piddu Madonia, e le indagini hanno dimostrato che questa era la verità.

Abbiamo detto per anni che a Genova si paga il pizzo e dopo essere stati "intimiditi" per via istituzionale (perché qui la mafia ricordiamolo "Non esiste!") sono emersi i casi di estorsione a Ponente come a Levante.

Abbiamo sempre scelto di stare con i testimoni di giustizia, anche quando "Libera" li lasciava soli perché non avevano accettato i compromessi ed il vertice massimo di Libera si metteva al telefono per dire, a destra e a manca, di lasciar stare, di non parlarne... e omettendo di dire che chi non accettava quel compromesso lo faceva perché è un condannato a morte che veniva abbandonato dallo Stato ad un destino già scritto.

Abbiamo sempre detto che la mafia non è quella al sud, o meglio non è solo quella mano militare al sud, ma è soprattutto quel terzo dell'economia nazionale che è economia illegale, in mano alla criminalità finanziaria e criminalità mafiosa, che non investe al sud, bensì nel centro e nel nord del Paese.

Abbiamo denunciato le storture delle Pubbliche Amministrazioni perchè quando vi sono illeciti nelle procedure, quando manca trasparenza e correttezza nella gestione della cosa pubblica, vi sono maggiori possibilità di infiltrazione delle mafie.

Abbiamo sempre indicato con chiarezza le pesanti ingerenze dell'ambiente massonico e delle lobby degli affari (come quelle mascherate da associazioni culturali) nella gestione della cosa pubblica. Denunciando il ritorno dei piduisti, come dei teardiani, sulla scena della politica e degli appalti, in Liguria come altrove.

Abbiamo sempre scelto di sostenere, come anche collaborare, con i giornalisti coraggiosi che non tacciono le notizie e non rinunciano al dovere di "controllori" del Potere, facendo sì che venissero lasciati soli.

Abbiamo sempre combattuto quanti vogliono piegare la lotta alle mafie ed all'illegalità all'opportunismo politico, o ritengono che l'informazione debba essere piegata alle simpatie, alle amicizie ed ai finanziatori.

Abbiamo promosso inchieste che hanno smascherato che i partiti, tutti, in Italia sono dei comitati d'affari, con società private che gli permettono tutto, visto che non esiste legge sulla responsabilità giuridica dei partiti e cane non mangia cane.
 
Abbiamo sempre accettato ogni invito dalle scuole a parlare di lotta alle mafie, mentre tutti gli altri declinavano gli inviti.

Non abbiamo mai ricevuto alcun contributo pubblico ed abbiamo sempre retto (ed ormai siamo al limite) con il solo autofinanziamento e le donazioni.

Fermiamoci qui ed andiamo oltre...

Dopo le intercettazioni contenute nell'Ordinanza dei primi arresti della Tangentopoli genovese del maggio scorso, scopriamo di nuovo di essere "apprezzati".
Nelle intercettazioni erano i protagonisti dell'associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, che vedeva al vertice l'uomo di fiducia (da anni ed anni) e portavoce del Sindaco Marta Vincenzi, dove i protagonisti erano preoccupati che gli facessimo "il culo". Adesso, invece, è il coordinamento di "Libera" Liguria che ci definisce "destabilizzanti".
Onestamente queste, per noi, sono medaglie, visti i personaggi!

Ma forse è il caso di ricordare anche altro, oltre alle nostre gravi "responsabilità", per meglio capire chi sono quelli che ci considerano "destabilizzanti" ed oggi sono "Libera" in Liguria... 

Dobbiamo ricordare che fu proprio il Presidente dell'Arci Liguria, prima di dimettersi per divenire assessore, sino al suo coinvolgimento nella Tangentopoli genovese, ad accusarci di tirare in ballo quei "noti professionisti", per arrivare poi a minacce vere e proprie, mentre seguivano la "collaboratrice di giustizia" proveniente dalla famiglia Mamone (per la Dia della ‘ndrangheta già dal 2002), avviando quindi una "guerra" senza mezzi termini per far sì che la "Casa della Legalità" soccombesse?

Dobbiamo ricordare che l'attuale presidente dell'Arci Liguria ci consigliò di accogliere la mediazione con la famiglia dei siciliani ed abbassare i toni della lotta alle mafie sottolineandoci che la "polizia non può mica essere sempre presente a difendervi"?

Venanzio Maurici con Giacomo Maurici Dobbiamo ricordare che in parallelo Venanzio Maurici, legatissimo al capobastone della famiglia Maurici (Giacomo) ci ha sempre attaccato frontalmente per le attività promosse ed ha sempre invitato "Libera" a scaricarci seguendo l'esempio dell'Arci?

E dobbiamo ricordare che Venanzio Maurici è il responsabile provinciale e regionale della potentissima Fillea-Cgil che si è schierato - a nome del sindacato che telefonicamente poi lo smentiva - a difesa della famiglia Mamone, spingendosi a dichiarare che la Procura fonda le sue inchieste su elementi poco attendibili ed il cui ritratto pubblicato da Il Sole 24 Ore, con pesantissime e precise dichiarazioni dei dirigenti Cisl, è abbastanza inquietante?

Dobbiamo ricordare che l'Arci genovese iniziò a tagliare i ponti con noi quando abbiamo chiesto che vi fosse maggior controllo ed interventi risolutivi sulle illegalità, come anche per impedire infiltrazioni, che vi sono in diversi Circoli?

Dobbiamo ricordare che Unipol e LegaCoop sono tra i soggetti che svolgono ruoli di primo piano nelle speculazioni edilizie che si stanno abbattendo sulla Liguria ed a Genova, spesso con Conflitti di Interesse plateali e con personaggi (anche candidati) come a Celle Ligure responsabili conclamati di pesanti abusi a danno della pubblica amministrazione?

Dobbiamo ricordare che uomini della Cgil sono chiamati in causa nell'inchiesta sulle false pensioni per l'amianto, attualmente in corso, che vedevano lavoratori senza diritto usufruire indebitamente della legge?

Dobbiamo ricordare che, ad esempio, il Meetup degli Amici di Beppe Grillo Genova 1, legato dall'Italia dei Valori, si è chiuso a riccio accusandoci di calunnia e infamia per aver denunciato pubblicamente le gravi responsabilità dell'assessore provinciale all'urbanistica, Manuela Cappello, dell'Idv - fatti su cui sta lavorando anche la Magistratura - in merito ad autorizzazioni ad abusi in zone ad alto rischio di frana?

Dobbiamo ricordare che quel Meetup è uno di quelli in cui la politica ha inserito i suoi ggm (germi geneticamente modificati) con dirigenti ed eletti dell'Italia dei Valori che ne garantiscono il controllo senza farsi notare e che ha tentato di boicottare il V-Day sulla Libera informazione promosso dall'altro Meetup genovese, "Il Grillo di Genova", con la nostra collaborazione, in Piazza della Vittoria, e la partecipazione dei giornalisti d'inchiesta (Bruno Lugaro, Marco Menduni, Marco Preve e Ferruccio Sansa), che ha anche avuto l'importante adesione dell'Associazione dei Giornalisti Liguri?

Noi tutto questo lo ricordiamo a "Libera", senza vittimismi o vanagloria ma con l'umiltà di chi fa della passione e della coerenza il proprio e unico fine.

E che dire degli altri 'epurati' da "Libera"?

Claudio Porchia, ex segretario della Cgil di Sanremo, è tra gli attivisti del Centro Impastato (che come noi hanno sempre rifiutato di tramutarsi in "antimafia assistita" e quindi asservita) Da sempre impegnato nella lotta contro le speculazioni, le infiltrazioni mafiose, la violazione dei diritti dei lavoratori. Per lui Claudio Scajola nutre un odio particolare tanto da aver dichiarato: "Caro signor Porchia non sei il sindaco di Imperia, sei il capo di un gruppo parassitario che non conta un tubo e non prende un voto". La Cgil tra i due ha scelto Scajola... non solo perché non voleva Porchia in "Libera", e perché sarebbe stato, lo crediamo con assoluta certezza, un ottimo Referente regionale, ma perché hanno cercato di isolarlo e scavalcarlo più volte per perseguire quella sfilza di compromessi che hanno, certamente permesso di risanare il passivo del Bilancio del sindacato ligure, ma con il prezzo di svendersi l'anima!

Le associazioni ambientaliste, con il Wwf Liguria su tutte, è stato sempre preciso e deciso nella difesa della legalità promuovendo in ogni sede necessaria le osservazioni e le denunce sulle pesanti irregolarità delle autorizzazioni alle cementificazioni, come nella denuncia dei reati ambientali che collocano la Liguria al primo posto tra le regioni del Nord per gli affari delle Ecomafie, come sottolinea il rapporto annuale di Legambiente da anni.

La Comunità di San Benedetto al Porto che ha avuto il coraggio di portare avanti i progetti concreti per il contrasto dello sfruttamento della prostituzione e dimostrato chiaramente che le "ordinanze da prima pagina" della Sindaco di Genova non servono affatto a contrastare la tratta della schiavitù del sesso, bensì rischiano solo di gettare tra le braccia dei mafiosi sfruttatori anche le "bocca di rosa" che "liberamente" sceglievano di esserlo.  

Queste realtà, come le altre escluse, il Potere non può perdonarle... e che chi vuole, come in questo caso il comitato di "Libera" in Liguria, essere il "paravento" del Potere, non può tollerare che questi soggetti siano in "Libera" Liguria. Così come non possono tollerare le dichiarazioni della Cisl su un personaggio come Venanzio Maurici, probabilmente, visto che hanno escluso anche la Cisl. Noi, lo abbiamo già visto siamo "destabilizzanti"... così facendo, arrivano a considerare anche pericolosi e da tenere sotto controllo quelle realtà che compongono il Coordinamento provinciale di Libera a Savona (l'unico coordinamento provinciale senza il quale Libera in Liguria non potrebbero costituirsi!) perché "rei" di avere troppi rapporti con la Casa della Legalità così come con Porchia.

Ancora due esempi per capire meglio il pesante quadro ligure.

Libera ha organizzato nell'imperiese la "settimana della Legalità". Si è parlato della mafia al sud, della lotta alla mafia al sud... si sono fatti scorrere nome di primo piano sui palchi delle iniziative. Ma, in una intera settimana, non hanno avuto il tempo di fare un incontro su "Il Partito del Cemento", il coraggioso e documentato libro-inchiesta di due giornalisti liguri, come Marco Preve e Ferruccio Sansa (insopportabili per il Potere), dove, ad esempio, con chiarezza inequivocabile, è riportata una pesantissima denuncia del giudice Anna Canepa che si può sintetizzare nel passaggio: "E' importante non dimenticare che Criminalità Organizzata non è solo violenza, estorsioni, omicidi, ma è sopratutto, nelle realtà come la nostra, penetrazione nella economia legale e nel mercato attraverso il riciclaggio del denaro; ed è bene ricordare che è attraverso lo strumento dell'appalto e sopratutto del subappalto che la economia legale viene pesantemente infiltrata e condizionata da quella illegale. E quindi, quella colata di cemento, che con la benedizione trasversale di tutte le forze politiche, sta per abbattersi sulla Liguria, in particolare attraverso la costruzione dei porticcioli turistici (e degli insediamenti connessi) dovrebbe essere oggetto di grande preoccupazione, per non dire allarme.". Ecco di questo non si parla, anzi non si deve parlare... Come abbiamo detto intervenendo ad uno dei dibattiti di quella "settimana" (intervento "non opportuno", come ci riferirono esponenti del "blocco rosso" sopracitato, come lì definisce giustamente un altro coraggioso giornalista come Bruno Lugaro), tutti applaudono la dott.ssa Canepa quando questa con coraggio decide di tornare in una Procura come quella di Gela, ma poi tutta la ignorano quando parla della realtà ligure; tutti fanno finta di non sentirla quando ricorda del presidente della Regione Liguria, socialista-piduista, Alberto Teardo e della situazione del Ponente ligure ("L'assoluto progressivo degrado del Ponente ligure - realtà da cui provengo e quindi ben conosciuta anche come cittadina -, la sua costante meridionalizzazione nel modo di interpretare la P.A. come approccio o meglio, come mancanza di approccio etico,ha portato sicuramente da un lato  povertà culturale,  e dall'altro  grande spregiudicatezza."), così come viene ignorata quando parla della presenza delle strutture ed attività radicate in Liguria di Cosa Nostra, 'Ndrangheta, Camorre e mafie straniere.
In quell'occasione dicemmo che la lotta alle mafie e la lotta all'illegalità o la si fa con coerenza e senza alcuna ipocrisia, a 360° gradi e senza considerare alcuno come intoccabile, oppure è meglio non farla perché con l'ipocrisia non si fanno che danni. Ad esempio come quando si parla della realtà del savonese, se ci si vuole impegnare contro illegalità, commistioni politica & affari e infiltrazione mafiosa, non si possono tacere i fatti, i nomi e le responsabilità... altrimenti ci si prende in giro.

Un altro esempio, anche questo concreto, è la questione del Comune di Ceriale. Qui abbiamo agito come "Casa della Legalità" insieme al Wwf Liguria, diversi abitanti, a gruppi di impegno civile e culturale come la Casa dei Circoli delle Culture e della Pace, che su quel territorio vivono ed operano. Qui agendo in "rete" abbiamo dimostrato ancora una volta che è possibile vincere e si possono fermare anche speculazioni pesanti, sulle quali l'ombra della criminalità finanziaria, di Gianpiero Fiorani è pesante, e dove i signori (dall'origine teardiana) Nucera l'hanno sempre fatta da padroni nonostante abusi a raffica. Facendo questo si è smascherata l'illegittimità di quella delibera, si è svelata l'illegalità di una pratica urbanistica che ha costretto la Regione a prendere atto e stoppare la cementificazione della zona T1.
E questa realtà di Ceriale è proprio quella indicata dal Comitato di "Libera" Liguria come grave esempio di "influenza" nel savonese della "Casa della Legalità", fatto che crediamo chiarisca bene le reali intenzioni e motivazioni dei signori dell'associazione di don Luigi Ciotti.
 
Ecco dunque che il mondo si rovescia. Questo lavoro in rete, questo coordinamento di azione diviene inaccettabile per Potere e quindi "Libera" esegue da buona struttura organica al sistema! L'obiettivo della normalizzazione quindi fa sostenere che loro sono per l'unità ed escludono quelli che dividono, mentre la realtà è l'esatto opposto e lo dimostrano escludendo noi e chiunque con noi abbia avuto rapporti di collaborazione o che sia stato in qualche modo critico su alcuni aspetti del "sistema".
Per loro il nemico è la "rete" di quanti, anche profondamente diversi, trovano la collaborazione su punti e obiettivi comuni. Non possono tollerarlo perché loro devono tutelare il "sistema" di cui sono, come detto, parte integrante. E' una delusione, non c'è niente da dire... pesante... o per meglio dire una conferma che non avremmo mai voluto avere.
L'importante è prenderne atto e andare avanti, come sempre "fino alla fine". Siamo "banditi" e come tali continueremo, con una maggior consapevolezza di diffidare sempre delle grandi parole, dei grandi proclami di quanti, abili predicatori, usano i sogni e le speranza delle persone, delle giovani generazioni, per allargare il business di un'antimafia solo di nome, anche se certamente ricca e istituzionale.

Chiudiamo usando a prestito un titolo di una delle canzoni dei Gang, "Banditi senza tempo" ... Ecco ciò che siamo e che saremo perché il futuro non è nelle loro mani ma in quelle di ciascun cittadino che non si china a suddito e che difende la sua libertà e combatte per i propri diritti! Abbiamo ricevuto minacce e intimidazioni di ogni tipo, ci hanno strangolati dal punto di vista economico... ma noi si resiste perché il futuro non lo lasciamo nelle loro mani!

 

Tags: Liguria, genova, mamone, burlando, vincenzi, maurici, politica, arci, libera, cgil, potere, cooperative, unipol, partito del cemento, blocco, rosso

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